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Italia - Wikipedia

Italia

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Italia
Italia - Bandiera
Italia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: 

Informazioni
Nome completo: Italia
Nome ufficiale: Repubblica Italiana
Lingua ufficiale: Italiano
Capitale: Roma  (2.714.932 ab. / 2007)
Politica
Governo: Repubblica parlamentare
Capo di stato: Giorgio Napolitano
Presidente del Consiglio dei Ministri: Silvio Berlusconi


Ingresso nell'ONU: 14 dicembre 1955
Ingresso nell'UE: 25 marzo 1957
(membro fondatore)
Superficie
Totale: 301 338 km²  (69º)
 % delle acque: 2,4 %
Popolazione
Totale (31/10/2007 [1]): 59.536.507 ab.  (23º)
Densità: 197,6 ab./km²  (40º)
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Euro[2]
PIL (PPA)  (2007): 2.104.666 milioni di $  ()
PIL procapite (PPA)  (2007): 35.872 $  (21º)
ISU  (2006): 0,941 (alto)  (17º)
Energia: 0,63 kWh  kW/ab.
Varie
TLD: .it, .eu
Prefisso tel.: +39
Sigla autom.: I
Inno nazionale: Il Canto degli Italiani
noto come
Inno di Mameli o Fratelli d'Italia.
Festa nazionale: 2 giugno

  1. ^ Istat
  2. ^ Eccetto il Comune di Campione d'Italia che adotta il franco svizzero.
Portale:Portali Visita il Portale Italia
« ...il mare la ricinge quasi d'abbraccio amoroso ovunque l'Alpi non la ricingono: quel mare che i padri dei padri chiamarono Mare Nostro. E come gemme cadute dal suo diadema stanno disseminate intorno ad essa in quel mare Corsica, Sardegna, Sicilia, ed altre minori isole dove natura di suolo e ossatura di monti e lingua e palpito d'anime parlan d'Italia »
(Giuseppe Mazzini, la Patria)

L'Italia è uno stato dell'Europa meridionale. Il suo territorio coincide in gran parte con la regione geografica italiana e confina ad ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria, e ad est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano, sono enclave interamente comprese nel suo territorio, mentre il comune di Campione d'Italia, costituisce una exclave situata nella Svizzera italiana. Attualmente la capitale è Roma.

Lo Stato unitario, con un'estensione territoriale non del tutto coincidente a quella odierna, è nato nel 1861 come Regno d'Italia ed ha assunto l'attuale forma di repubblica parlamentare il 18 giugno 1946 a seguito del risultato del referendum istituzionale del 2 giugno indetto per stabilire la forma di governo dopo la fine della seconda guerra mondiale. La legge fondamentale della Repubblica, la Costituzione, entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Chiamata spesso "Penisola" in ragione della sua natura geografica prevalente, "Stivale" in ragione della sua caratteristica forma, "Belpaese" in ragione del suo clima e delle sue bellezze naturali ed artistiche,[1] geograficamente l'Italia è costituita da tre parti: una continentale, delineata a nord dalle Alpi e a sud dalla linea convenzionale che congiunge La Spezia con Rimini, una peninsulare, che si allunga nel Mediterraneo fino a circa 150 chilometri dalle coste dell'Africa, ed una insulare, rappresentata principalmente dalle due maggiori isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia. I confini territoriali si estendono complessivamente per 1.800 chilometri, mentre lo sviluppo costiero raggiunge i 7.500 chilometri.[2] L'Italia conta più di 59,5 milioni di abitanti [3], per una densità di 198 abitanti per km².

L'Italia è membro fondatore dell'Unione europea, della Nato, del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea Occidentale, aderisce alle Nazioni Unite (per il biennio 2007-2008 è membro non-permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite) e fa parte del G8 e dell'OCSE.

Indice

Etimologia

Il nome "Italia" venne usato per la prima volta dagli autori greci e latini, nella fattispecie da Erodoto. Con tale nome si indicava la parte meridionale della penisola, l'antico Bruttium abitato dagli Itali (da Italo, re degli Enotri) (attuale Calabria centrale) secondo quanto tramandato anche da Dionigi di Alicarnasso, Tucidide e Virgilio, poi il nome fu esteso ad indicare i connazionali della Magna Grecia, che venivano detti Italiótai.

« ...

L'intiera terra fra i due golfi di mari,
il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace],
fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio,
che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza.
Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo
questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito
di questa terra dell'istmo, ed aveva molte genti
che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti
e pose sotto la sua dominazione molte città.

 »
(Antioco di Siracusa, V secolo a.C.)

Da qui si evince che si parla dell'Istmo di Catanzaro che è il punto più stretto d'Italia e si trova tra i due golfi citati da Antioco di Siracusa.

Storicamente, l'utilizzo del nome "Italia" dal punto di vista politico risale invece alla Lega italica, con capitale a Corfinio, nell'odierno Abruzzo, attestato dal suo utilizzo nelle monete coniate dalla lega per designare i territori in essa ricompresi.

L'etimologia del nome, secondo una tesi antica, si basa sul nome greco italós, che significa toro, come forma contratta e grecizzata dell'umbro vitlu (vitello). Tale etimologia era stata già tramandata dagli stessi greci che vedevano l'origine del nome in Ouitoulía, ossia "terra dei vitelli". Essa fu in seguito riproposta da Dionigi d'Alicarnasso, Varrone, Aulo Gellio e Sesto Pompeo Festo.

Alcuni sostengono che tale nome derivi dal vocabolo "Italòi", termine con il quale i Greci designavano i Vituli, una popolazione che abitava le terre a sud dell'istmo di Catanzaro, grosso modo l'area oggi occupata in buona parte dalla province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, e che adorava il simulacro di un vitello. Il nome significherebbe quindi "abitanti della terra dei vitelli". Secondo Dionigi di Alicarnasso la popolazione degli Itali era costituita da una parte dei Siculi che non varcò lo Stretto per stabilirsi nell'odierna Sicilia, rimanendo dunque nell'estremo lembo di terra che è l'attuale Calabria centrale. Tale popolo avrebbe assunto il proprio nome dal leggendario re Italo, così che la zona precedentemente detta Ausonia avrebbe preso il nuovo nome di "Italia" (come riportato anche da Tucidide e Virgilio). Secondo Aristotele (Politica, VII, 9, 2) gli Itali erano così chiamati in onore del loro re Italo appunto, che pare abbia trasformato gli Enotri, da nomadi che erano, in agricoltori, e che abbia anche dato ad essi altre leggi, e per primo istituito i sissizi. Infatti fino all'inizio del V secolo a.C., con Italia si arrivò ad indicare l'intera attuale regione calabrese, poi tutta la parte meridionale del Paese e, dal 49 a.C., quando alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa dell'imperatore Augusto (27 a.C.) che li portò a ovest fino al fiume Varo (presso Nizza) e ad est fino al fiume Arsa, in Istria.

l'Italia di Erodoto
l'Italia di Erodoto

Secondo un'altra ipotesi l'origine del nome non è una forma grecizzata dell'umbro, bensì un termine di derivazione etrusca. In Etrusco esisteva difatti il termine Italòs, che indicava il toro, probabilmente derivato da *vitalu, con caduta del digamma. Questo termine fu usato dagli Etruschi per indicare i popoli italici (dell'Italia centro meridionale); ciò è stato in parte affermato da Apollodoro, che sosteneva che il termine italòn fosse un termine di derivazione tirrenica, e quindi etrusca, usato per indicare il toro. Lo stesso confermava il bizantino Giovanni Tzetzes, che presumibilmente non conosceva la fonte di Apollodoro e, forse, lo aveva appreso da qualche altra fonte antica. Appare inoltre molto più probabile che il termine sia passato dall'etrusco al greco, piuttosto che dall'umbro, per altri due motivi: utilizzare il termine italòn per indicare un popolo ha probabilmente una connotazione negativa, in quanto rimanderebbe ad una certa inferiorità; considerando la superiorità tecnico culturale degli Etruschi, e le condizioni dei rapporti che esistevano fra questo popolo e le genti italiche, è molto probabile che gli Etruschi abbiano utilizzato tale appellativo con lo scopo di deridere i propri vicini. Appare in secondo luogo difficile credere che tale appellativo fosse stato applicato a tutti i popoli italici a partire da un piccolo popolo, mentre la sua paternità etrusca renderebbe più probabile la sua diffusione su vasta scala.

Su quest'ultimo punto ci sono state ipotesi divergenti; ad esempio c'è chi, come il filologo Domenico Silvestri, sostiene che il nome sia passato dall'etrusco al greco, ma già con il suo significato finale. In pratica gli Etruschi chiamavano la penisola già Italia e i suoi abitanti Itali.

Altri sostengono che il termine Italia sia derivato dal greco Aithàle, termine usato per indicare l'isola d'Elba ed alcune vicine, trasformatosi poi in Aitlìa, Eitalìale, Etalìa, Italìa. Aithàle in greco significa fumosa o fumante, ed avrebbe indicato la presenza di molte fornaci per la lavorazione dei metalli. Tale presenza è però attestata solo sull'isola d'Elba e non in tutto il sud Italia, ragion per cui difficilmente questo nome si sarebbe potuto diffondere a tutta la penisola, a meno che, come sostiene Felice Vinci, il termine non si riferisca ai numerosi vulcani presenti nell'Italia meridionale (Etna, Vesuvio e le isole Eolie): in questo caso Aithàleia o Aithalia sarebbe la "terra che fuma". Altri sostengono che il termine Aithàle avesse indicato una tecnica di coltivazione, eseguita appiccando incendi sui campi con lo scopo di aumentarne la fertilità, ma tale tecnica era diffusa in tutto il Mediterraneo. Vi è poi chi sostiene che Aithale rimandi al concetto del tramonto, per il fatto che l'Italia era per i Greci la terra dove tramontava il sole, ma tale nome avrebbe potuto essere applicato anche alla Sicilia, o alla Numidia, che godevano della stessa caratteristica.

Più di recente il filologo Giovanni Semerano, noto per le sue controverse teorie sui rapporti tra le lingue indoeuropee e le lingue semitiche, propose l'ipotesi che il termine Italia derivi da Atalu, una parola accadica ricostruita da Semerano e che significherebbe "terra del tramonto". Egli basava le sue idee su considerazioni di tipo linguistico: la "i" del latino vitulus è breve, mentre la "i" di Italia è lunga. A parte il fatto che Atalu è priva di i (sia brevi che lunghe), secondo i critici della teoria di Semerano non esisterebbero sufficienti motivi storici che possano avere portato un termine accadico dalla Mesopotamia all'Italia.

L'Italia è anche poeticamente chiamata il "Belpaese". Anche se oggi pochi ne conoscono l'origine, tale denominazione risale al grande successo editoriale che ebbe, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, il volume Il Bel Paese, pubblicato nel 1876 dall'abate Antonio Stoppani con l'intento di illustrare le bellezze d'Italia. A sua volta, probabilmente, questo titolo intendeva rimandare alla definizione che molti secoli prima diedero all'Italia gli stessi Dante e Petrarca.

Storia

Per approfondire, vedi le voci Storia d'Italia, Storia dell'Italia fascista e Nascita della Repubblica Italiana.
Il Colosseo a Roma
Giuseppe Garibaldi padre fondatore del Risorgimento
Giuseppe Garibaldi padre fondatore del Risorgimento

La storia dell'Italia ha fortemente influenzato la storia, la cultura e lo sviluppo sociale sia d'Europa che del resto del mondo.

Il popolamento del territorio italiano risale alla preistoria, epoca di cui sono state ritrovate importanti evidenze archeologiche.

In epoca storica, tra i vari popoli dell'Italia antica sono degni di nota, in particolare, i Liguri, i Veneti ed i Celti nell'Italia settentrionale, gli Etruschi i Latini ed i Sanniti in quella centrale, mentre al sud prosperarono le colonie greche (Magna Grecia), mentre in Sardegna fin dal II millennio a.C. fioriva l'antica civiltà dei sardi.

Una delle più importanti culture antiche sviluppatasi sul suolo italiano fu quella Etrusca (a partire dall'VIII secolo a.C.) che influenzò profondamente Roma e la sua civiltà, in cui molte importanti tradizioni mediterranee ed eurasiatiche trovarono la più originale e duratura sintesi politica, economica e culturale. Nata in Italia, da sempre terra di confine e di incontro tra popoli e culture diverse, la civiltà romana seppe valorizzare gli apporti provenienti dall'Etruria e dagli altri popoli italici, dalla Grecia e dalle altre regioni del Mediterraneo Orientale (Palestina - culla del Cristianesimo - ma anche Siria, Fenicia, ed Egitto). Grazie al suo impero, Roma seppe poi diffondere la cultura ellenistico-romana in zone dell'Europa e del nord Africa fino allora rimaste ai margini della civiltà.

Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, per un lungo periodo (quattordici secoli) il territorio della penisola si articolò in diversi stati, a volte indipendenti, a volte parte di domini più grandi (anche a guida extra italica). Il più longevo fra essi fu lo Stato Pontificio, che resistette fino alla presa italiana di Roma nel 1870 e che fu poi ricostituito come Città del Vaticano nel cuore della capitale italiana. All'ultimo imperatore romano di occidente seguì la costituzione di due regni romano-barbarici successivi (quello degli Eruli e degli Ostrogoti). La riannessione dell'Italia all'impero romano, operata da Giustiniano (guerre gotiche, metà del VI secolo d.C.) fu formalmente di breve durata perché, già fra il 568 ed il 570, i Longobardi, popolazioni germaniche provenienti dall'attuale Ungheria, occuparono parte del paese, ma rappresentò una formidabile continuità politica e culturale e garantì il benessere economico della penisola e di tutta l'europa romana per molti anni. Successivamente l'area romano-bizantina fu soggetta ad una serie di amputazioni territoriali riuscendo però a sopravvivere fino all'XI secolo, mentre i Longobardi dovettero assoggettarsi ai Franchi di Carlo Magno fin dalla seconda metà dell'VIII secolo. Con l'800 l'Italia centrosettentrionale entra a far parte dell'impero germanico, mentre poco dopo la Sicilia passa agli Arabi. Lo sviluppo di una civiltà comunale (a partire dall'XI secolo circa) diede nuovo impulso alla vita economica e culturale dell'Italia centro-settentrionale mentre nel sud si veniva formando il regno Normanno, fra i più moderni, tolleranti e meglio amministrati dell'Europa del tempo. Dai comuni si formarono le repubbliche marinare e più tardi le signorie.

In età comunale ebbe inizio l'Umanesimo e il Rinascimento, caratterizzato da una vistosa rinascita delle arti, che ebbe grande influenza nel resto di Europa. Le dominazioni straniere e le varie trasformazioni degli stati che si erano formati sul territorio proseguirono fino alla prima metà del XIX secolo, quando si sviluppò, sulla scia della Rivoluzione francese e le imprese napoleoniche, una serie di movimenti volti alla creazione di un'Italia indipendente e unitaria; questo periodo è detto Risorgimento.

L'Italia contemporanea nacque come stato unitario quando il 17 marzo 1861 la maggior parte degli stati della penisola e le due isole principali vennero unite sotto il re di Sardegna Vittorio Emanuele II della dinastia dei Savoia. Architetto dell'unificazione dell'Italia fu il primo ministro del re, Camillo Benso Conte di Cavour che, dando mezzi e supporto (seppur non riconoscendolo direttamente) a Giuseppe Garibaldi, consentì l'annessione al Piemonte del regno delle Due Sicilie. Il processo di unificazione fu aiutato dalla Francia, che - insieme al Regno Unito - aveva interesse a creare uno stato anti-asburgico guidato da una dinastia reale amica (i Savoia) e capace di evitare la nascita di uno stato repubblicano e democratico in Italia (desiderato da alcuni "patrioti" come Mazzini e come era già in parte accaduto a Roma, Milano, Firenze e Venezia durante i moti rivoluzionari del 1848).

La prima capitale fu Torino, già capitale del Regno di Sardegna e punto di partenza del processo di unificazione dell'Italia. In seguito alla Convenzione di settembre (1864), la capitale fu spostata a Firenze.

Nel 1866, l'Italia acquisì dall'Impero asburgico il Veneto, in seguito alla guerra, che vide l'Italia alleata alla Prussia di Bismarck. Dall'unificazione rimanevano escluse la Corsica e la regione di Nizza, città di Garibaldi oltreché Roma ed i territori limitrofi, che erano sotto il controllo del Papa e protetta da Napoleone III. Grazie alla sconfitta della Francia ad opera dei prussiani con una rapida azione militare il 20 settembre 1870 anche Roma venne annessa e venne proclamata capitale del regno. In seguito, con i Patti lateranensi del 1929, il Papa ottenne la sovranità sulla Città del Vaticano. Un'altra entità autonoma all'interno dei confini italiani è la Repubblica di San Marino. L'Italia riconosce, inoltre, il Sovrano Militare Ordine di Malta come ente con propria soggettività nel diritto internazionale e gli concede una zona extraterritoriale[citazione necessaria] sempre nella città di Roma, precisamente sull'Aventino.

Ma anche dopo la presa di Roma nel 1870, l'Unità d'Italia non era ancora completa, mancavano infatti le cosiddette "terre irredente": il Tirolo italiano, Trieste, l'Istria, la Dalmazia e altre terre che i nazionalisti italiani reclamavano all'Italia. Il Trentino, Trieste, l'Istria e Fiume furono annesse a seguito dei trattati di pace seguiti alla prima guerra mondiale imposti da Francia, Inghilterra e Stati Uniti agli Imperi centrali perdenti e alla successiva impresa di Fiume compiuta da Gabriele d'Annunzio.

Dopo la prima guerra mondiale si affermò la dittatura Fascista, evento che comportò la perdita delle libertà politiche per oltre vent'anni ed il disastroso coinvolgimento del Paese nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania. Dopo la fine della guerra il 2 giugno 1946 un referendum stabilì l'abbandono della monarchia come forma di governo e l'adozione della repubblica parlamentare; in questo stesso giorno i cittadini italiani vennero chiamati a votare anche per l'elezione di un'Assemblea Costituente che, nel dicembre del 1946, cominciò a lavorare alla stesura di una Costituzione. La nuova costituzione entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Organizzazioni internazionali
Membro NATO dal: 4 aprile, 1949
Membro ONU dal: 14 dicembre, 1955
Membro UE dal: 1º gennaio, 1958

L'Italia è un membro fondatore della NATO e dell'Unione Europea, avendo istituito con Belgio, Francia, Germania Occidentale, Lussemburgo, Paesi Bassi il 18 aprile 1951 (per mezzo del Trattato di Parigi) la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) ed ha partecipato a tutti i principali trattati di unificazione europea, compreso l'ingresso nell'area dell'Euro nel 1999.

Politica

Per approfondire, vedi la voce Sistema politico della Repubblica Italiana.
Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica
Silvio Berlusconi, attuale Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, attuale Presidente del Consiglio

La Repubblica Italiana è una repubblica parlamentare. La forma repubblicana dello Stato fu decisa con il referendum del 2 giugno 1946 (del quale, tutt'oggi, alcuni ancora lamentano l'irregolarità a causa di brogli), con il quale il popolo italiano abolì la monarchia a favore della repubblica.

La Costituzione della Repubblica è la legge fondamentale e fondativa della Repubblica Italiana. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947, ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Essa contiene i principi fondamentali della Repubblica, i diritti e i doveri dei cittadini e prescrive l'ordinamento della Repubblica.

Il presidente della Repubblica è la massima carica dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Viene eletto ogni sette anni dal parlamento in seduta comune ed integrato dai rappresentati regionali. Ha funzioni di natura legislativa, giudiziaria ed esecutiva, anche se nei fatti le sue prerogative sono quasi esclusivamente rappresentative. La costituzione prevede però che il presidente della Repubblica acquisisca consistenti poteri nei casi di deriva istituzionale dello Stato, o nei casi nei quali le istituzioni dello Stato violino la legge ad alti livelli.

Il potere legislativo statale è affidato ad un parlamento bicamerale costituito dalla Camera dei Deputati (630 deputati) e dal Senato della Repubblica (trecentoquindici senatori eletti più i senatori a vita). Il Parlamento viene eletto dal popolo con un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza. La legislatura ha durata legale di cinque anni.

Il potere esecutivo spetta al Governo, all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost. possono distinguersi tre diversi organi: il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri e il Consiglio dei Ministri, che è costituito dall'unione dei precedenti due organi. La formazione del Governo è disciplinata in modo succinto dagli art. 92, c. 2, 93 e 94 Cost. e da prassi costituzionali consolidatesi nel tempo.

Il potere giudiziario è esercitato dalla Magistratura che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione), che amministrano in nome del popolo. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha compiti di autogoverno della Magistratura.

La Corte costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione: ha come competenza principale quella di giudizio sulla costituzionalità delle leggi con il potere di annullarle immediatamente in caso d'incostituzionalità e senza possibilità di impugnazione.

I Presidenti della Repubblica, in ordine di elezione, sono stati: Enrico De Nicola (giugno 1946-maggio 1948), Luigi Einaudi (1948-1955), Giovanni Gronchi (1955-1962), Antonio Segni (1962-1964), Giuseppe Saragat (1964-1971), Giovanni Leone (1971-1978), Sandro Pertini (1978-1985), Francesco Cossiga (1985-1992), Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), Giorgio Napolitano (2006-).

Amministrazione dello stato

L'amministrazione della cosa pubblica è suddivisa tra lo stato, le regioni e gli enti locali (città metropolitane, province e comuni), secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (art. 118 Cost).

Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva nelle materie indicate al 2º comma dell'art. 117 della Costituzione; allo stesso modo sono indicate le materie in cui la competenza statale è limitata alla definizione dei princìpi fondamentali; spetta alle regioni la competenza legislativa generale. La Corte costituzionale è competente a giudicare sui conflitti di competenza tra lo stato e le regioni.

La Repubblica Italiana è costituita dallo stato, dalle venti regioni (di cui cinque a statuto speciale), dalle centodieci province (tra queste alcune sono ancora in fase di istituzione) e dagli 8.110 comuni. Le città metropolitane, anch'esse elementi costitutivi della Repubblica, non sono ancora state istituite.

Il governo è rappresentato in ogni provincia dalla prefettura.

Cittadinanza italiana

Per approfondire, vedi la voce Cittadinanza italiana.

La legge 15 febbraio 1992, n.91, ai sensi dell'art. 1 co. 1, stabilisce che è cittadino per nascita

a) il figlio di padre o di madre cittadini (de iure sanguinis);
b) chi è nato nel territorio della Repubblica se ambo i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi (de iure soli).

Per il comma 2º, è cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato in Italia, se non si prova il possesso di un'altra cittadinanza. Acquisiscono inoltre automaticamente la cittadinanza italiana i cittadini vaticani al cessare dei diritti di dimora nella piccola enclave di Roma.

La cittadinanza italiana è concessa, senza limite di generazioni, ai discendenti degli italiani emigrati anche se non sono ammessi salti generazionali. La quantità di potenziali cittadini italiani, secondo questo criterio, raddoppia l'attuale popolazione della penisola italiana. È nelle Americhe che si è radicata la maggior parte degli emigrati nella seconda metà del XIX secolo e del XX secolo.

Simboli della Repubblica

Per approfondire, vedi la voce Simboli patrii italiani.

Tricolore italiano

Il Tricolore italiano sventola su Piazza Venezia a Roma
Il Tricolore italiano sventola su Piazza Venezia a Roma

Il primo tricolore italiano nasce il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica cispadana proposto da Giuseppe Compagnoni.

Come altre bandiere, anche l'italiana si ispira alla bandiera francese introdotta con la rivoluzione del 1789. Quando le armate napoleoniche attraversarono l'Italia, nel 1796, sia le varie neonate repubbliche giacobine, sia i reparti militari che affiancavano l'esercito di Napoleone adottarono bandiere simili. La scelta dei colori si deve probabilmente ai vessilli della Legione Lombarda nei quali il bianco e il rosso del comune di Milano si affiancavano al verde delle divise della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, vennero adottati anche dalla Legione Italiana, composta da soldati provenienti dall'Emilia e dalla Romagna. A Reggio Emilia, che si fregia del titolo di città del tricolore, è esposto il primo vessillo tricolore, risalente al 1797.

Dopo il Congresso di Vienna, e la Restaurazione il tricolore rimase come simbolo di libertà e venne utilizzato nei moti rivoluzionari del 1831 e del 1848. Fu proprio in quest'anno, con l'annuncio della Prima guerra d'indipendenza che Carlo Alberto di Savoia adotta per le sue truppe un vessillo composto dalla bandiera italiana, recante al centro lo stemma dei Savoia bordato di azzurro. Questa bandiera diverrà, a partire dal 14 marzo 1861 la bandiera del Regno d'Italia, anche se la legge che definisce la forma esatta della bandiera arriverà solo nel 1923.

Con la fine della seconda guerra mondiale e la proclamazione della Repubblica, la bandiera italiana perde lo stemma del Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella Costituzione di un articolo - il 12 - compreso tra i principi fondamentali ad esso dedicato: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni".

Emblema della Repubblica

Emblema della Repubblica
Per approfondire, vedi la voce Emblema della Repubblica Italiana.

L'emblema ufficiale della Repubblica Italiana è quello approvato dall'Assemblea Costituente nella seduta del 31 gennaio 1948 e promulgato dal Presidente della Repubblica Enrico De Nicola il successivo 5 maggio. Il bozzetto iniziale fu realizzato dall'artista protestante Paolo Paschetto, vincitore dei due concorsi pubblici indetti nel 1946 e nel 1947, cui parteciparono complessivamente circa 500 candidati con oltre 800 bozzetti.

La sua definizione formale è riportata nello schema a lato.

La stella bianca a cinque punte, facente, inoltre, riferimento a Dante, è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell'Italia sin dall'epoca risorgimentale; nell'emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d'acciaio, simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica (articolo 1 della costituzione) e del progresso. L'insieme è racchiuso da un ramo di quercia, che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di olivo, che rappresenta la volontà di pace della nazione.

Pur identificato spesso come stemma della Repubblica Italiana, tecnicamente non si tratta di uno stemma in quanto è privo dello scudo, che ne costituisce una parte essenziale secondo la definizione araldica (al contrario di altre decorazioni come corone, elmo o rami che non sono essenziali). Per questo risulta più corretto riferirvisi con il termine di "emblema della Repubblica Italiana".

Inno nazionale

Per approfondire, vedi la voce Inno di Mameli.

L'Inno di Mameli, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, dai primi versi - o più precisamente, Il Canto degli Italiani - è dal 12 ottobre 1946 l'inno nazionale italiano, in modo provvisorio. Il 17 novembre 2005 il Senato aveva approvato in prima lettura un progetto di legge volto a renderlo definitivo, ma alla Camera il provvedimento non fu più votato e l'Inno di Mameli rimane tuttora come inno italiano provvisorio. Il testo fu scritto nell'autunno 1847 da Goffredo Mameli; la musica è di poco successiva e fu composta da Michele Novaro.

Dopo la proclamazione della Repubblica ha sostituito La Canzone del Piave adottata dal governo provvisorio italiano dopo l' 8 settembre. Durante il Regno d'Italia era in vigore la Marcia Reale, che dopo l' Unità d' Italia aveva sostituito l' inno del Regno di Sardegna: S'hymnu sardu nazionale.

Nel corso degli anni novanta è stata talvolta ventilata l'ipotesi di sostituire Il canto degli Italiani con il Va', pensiero (celebre aria dall'opera lirica Nabucco) di Giuseppe Verdi come inno rappresentativo della nazione italiana.

Stendardo presidenziale

Lo stendardo presidenziale
Lo stendardo presidenziale

Il nuovo stendardo, introdotto alla fine del 1999 dal Presidente Ciampi, richiama i colori della bandiera nazionale, con riferimento particolare alla bandiera della storica Repubblica Italiana del 1802-1805; la forma quadrata e la bordatura azzurra simboleggiano le Forze Armate, comandate dal Presidente.

Bandiere navali

Nel 1947 oltre alla bandiera nazionale vennero definite anche la bandiera usata dalla marina mercantile, che reca sulla banda bianca uno stemma nei cui quadranti compaiono gli stemmi delle quattro repubbliche marinare (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia); e quella della Marina Militare, nella quale lo stemma è sovrastato da una corona navale, cioè una corona turrita e rostrata.

Un'altra differenza è che nella bandiera della Marina Militare il leone di San Marco (simbolo di Venezia) ha il libro chiuso, la coda alzata e regge una spada (come nella bandiera di guerra della Repubblica di Venezia).

Geografia

Immagine satellitare NASA dell'Italia
Immagine satellitare NASA dell'Italia
Per approfondire, vedi le voci Geografia d'Italia e Zone altimetriche d'Italia.

L'Italia si estende dal versante sud dell'arco alpino e si protende nel Mar Mediterraneo; il suo territorio comprende anche la Sardegna e la Sicilia, due isole di grandi dimensioni, oltre a una serie di isole minori. Il mare che si trova a est della penisola è il mar Adriatico, a sud-est si estende il mar Ionio, a ovest, lungo tutta la penisola, si trova il mar Tirreno mentre a nord-ovest della penisola si estende il mar Ligure. Sotto il profilo geografico le regioni italiane si dividono in: regioni settentrionali (Valle d' Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), regioni centrali (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna), regioni meridionali (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia).

L'Italia è geograficamente divisibile anche in due sole parti: la penisola italica, che è la parte effettivamente peninsulare dell'Italia, che convenzionalmente inizia a sud del crinale appenninico emiliano, e la Val Padana, parte continentale d'Italia che è tutt'uno col territorio europeo.

Grafico: L'Italia per zone altimetriche
Grafico: L'Italia per zone altimetriche

Il comune più a nord d'Italia è Predoi, il più a sud Lampedusa e Linosa, il più a est Otranto e il più a ovest Bardonecchia.

Lo Stato italiano è quasi interamente compreso tra le Alpi, tranne Livigno, Dobbiaco, San Candido e Tarvisio che sono oltralpe, più le isole Lampedusa e Lampione parte della piattaforma continentale africana. Inoltre all'Italia appartiene l'exclave di Campione d'Italia (doganalmente ed economicamente svizzera).

L'Italia presenta una prevalenza di zone collinari (il 41,6% del territorio) rispetto a zone montuose (il 35,2% del territorio), o a zone pianeggianti (23,2%). L'altitudine media del territorio italiano è di circa 337 metri sul livello del mare.

Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Del sistema alpino appartiene all'Italia tutto il versante meridionale per una lunghezza di circa 1000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove numerose sono le cime che superano i 4000 m tra cui il Monte Rosa (4634 m), il Cervino (4478 m) e il Monte Bianco che con i suoi 4810 m è la montagna più alta d'Europa. A sud delle Alpi si trova la Pianura Padana, una grande distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti. La catena degli Appennini percorre tutta la lunghezza della penisola, dalla Liguria alla Sicilia, fino a concludersi nelle Madonie in quest'ultima regione, raggiungendo l'altezza massima con il Gran Sasso (2912 m). L'Italia è nota anche per la presenza di numerosi vulcani: i più famosi sono il Vesuvio vicino a Napoli, l'Etna vicino Catania che con i suoi 3323 m è il vulcano più alto d'Europa, e lo Stromboli.

Clima

Per approfondire, vedi le voci Clima italiano e Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Italia.
Tipica giornata di sole a Castellammare del Golfo, in Sicilia
Tipica giornata di sole a Castellammare del Golfo, in Sicilia

La regione italiana (compresa tra il 47º ed il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.

Dal punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei mari mediterranei che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono, soprattutto per la penisola italiana (meno per quelle ellenica, iberica ed anatolica), un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo.

Secondo la classificazione di Koppen [4], l'Italia è suddivisa in nove tipi di clima [5] [6] [7]:

Montagne e pianure

Le Dolomiti
Le Dolomiti
Per approfondire, vedi le voci Rilievi italiani e Pianure italiane.

In quanto stretta tra la placca africana e la placca euroasiatica, l'Italia è territorio soggetto a terremoti. La pressione delle due placche ha provocato con il trascorrere dei millenni le formazioni rocciose che attraversano tutto il territorio Italiano. Per fare un esempio, le rocce che formano le Dolomiti in realtà sono dei minuscoli molluschi che per millenni hanno vissuto sul fondo del mare; la pressione della placca africana ne ha prodotto il sollevamento.

Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da pianure vere e proprie; tali infatti non possono essere considerate le conche appenniniche dell'Italia centrale, le strisce costiere dei golfi del mar Tirreno, le maremme, o le foci pianeggianti dei fiumi appenninici lungo l'Adriatico.

Le pianure italiane sono:

Mari e arcipelaghi

Allegoria dell'Italia in un affresco di Philipp Veit
Allegoria dell'Italia in un affresco di Philipp Veit

Con oltre 7000 chilometri di coste, l'Italia è praticamente "abbracciata" dal Mar Mediterraneo, il Mare Nostrum degli antichi Romani, che è suddiviso, per ragioni storiche, in bacini con nomi propri. In particolare, i bacini principali che circondano la penisola sono il mar Adriatico, il mar Tirreno, il mar Ligure e il mar Ionio; ad ovest della Sardegna si trova il mar di Sardegna, a sud della Sicilia il canale di Sicilia e il canale di Malta. Tra i bracci di mare più stretti sono notevoli lo stretto di Messina, che separa la Sicilia dalla punta dello stivale, le Bocche di Bonifacio, tra la Sardegna e la Corsica, il canale di Piombino tra la costa toscana e l'isola d'Elba e il canale di Corsica che separa le coste orientali corse dall'estremità occidentale dell'isola d'Elba.

Isole italiane

Per approfondire, vedi la voce Isole italiane.

Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna, sebbene quest'ultima geologicamente faccia parte della micro zolla sardo-corsa. Esistono inoltre tante altre isole minori, alcune delle quali particolarmente notevoli dal punto di vista naturalistico o storico (ad esempio l'isola d'Elba è stata posta sotto l'autorità di Napoleone durante il suo primo esilio dal continente).

La maggior parte delle isole minori è raccolta in arcipelaghi, quali l'arcipelago Toscano – che comprende l'Isola d'Elba – le isole Pontine o Ponziane e le Isole Flegree nel Tirreno di fronte alla penisola (per non dimenticare le isole di Capri e Ischia); le isole Eolie o isole Lipari, le isole Egadi e le isole Pelagie attorno alla Sicilia (oltre alle isole di Ustica e di Pantelleria); l'arcipelago della Maddalena, le isole del Sulcis e l'isola dell'Asinara a poca distanza dalla Sardegna.

Anche se meno conosciute, si riportano le isole Tremiti, a nord del Gargano; le isole Cheradi nel golfo di Taranto, l'Isola di Sant'Andrea nelle acque di Gallipoli; le Isole Pedagne a largo di Brindisi; le isole Palmaria, Tino e Tinetto del golfo della Spezia (entrate dal 1997 tra i patrimoni dell'umanità nell'UNESCO) e altre minori.

Fiumi, laghi, lagune e paludi

Per approfondire, vedi le voci Fiumi italiani e Laghi italiani.

La conformazione fisica dell'Italia, con un elevato numero di montagne, fa sì che sia attraversata da molti fiumi, anche se nessuno di essi è estremamente lungo. Il maggiore come lunghezza e portata è il Po lungo 652 km.

Il Po attraversa la pianura padana e con i suoi affluenti l'ha creata, essendo la pianura Padana di origine alluvionale (cioè prodotta dai detriti trascinati a valle dai fiumi).

Come si può notare dalla cartina a destra la maggior parte delle montagne dotate di ghiacciai si concentrano nel nord del paese. Infatti la parte centrale del paese è attraversata dagli Appennini, montagne relativamente basse e quindi di norma dotate di fiumi dalla ridotta portata, tanto che nelle regioni meridionali spesso durante le estati si assiste in molte zone a una parziale mancanza d'acqua che crea notevoli disagi alla popolazione e alle coltivazioni.

Imbarcazioni sul Lago di Garda, il più vasto lago italiano
Imbarcazioni sul Lago di Garda, il più vasto lago italiano

Vulcani

Il versante orientale dell'Etna
Il versante orientale dell'Etna
L'isola di Stromboli
L'isola di Stromboli

L'elevato numero dei vulcani, sia attivi che spenti, è una caratteristica della regione italiana. I principali vulcani tuttora attivi sono almeno quattro:

  1. l'Etna (il maggiore vulcano attivo d'Europa) domina Catania e la Sicilia nord-orientale e si staglia su Catania con il suo gruppo di crateri sommitali (3340 m) costituendo un elemento paesaggistico caratterizzante di Reggio Calabria che si affaccia sulla costa Siciliana, da dove appare innevato per oltre metà dell'anno. Esso mantiene attivi pure altri crateri secondari, i quali si aprono sul lento declivio delle sue pendici. Per la natura molto densa della sua lava, le eruzioni sono lente, anche se possenti, e permettono facilmente di mettere in salvo persone e cose.
  2. il Vesuvio (1277 m) domina la città di Napoli ed il golfo omonimo, di cui costituisce un elemento paesaggistico noto in tutto il mondo. Famosa è la sua eruzione avvenuta nel 79 d.C., quando fu completamente sepolta sotto la lava e le ceneri la regione di Ercolano, Pompei e Stabia. L'ultima eruzione è avvenuta nel 1944, in piena guerra mondiale, e da allora il vulcano è quiescente, ma i geologi sanno che prima o poi esso ritornerà ad essere attivo, e anche pericoloso, per la natura violenta delle sue eruzioni.
  3. Lo Stromboli, perennemente attivo, eleva direttamente dal mare il suo cono eruttivo e fa parte delle isole Eolie.
  4. Vulcano, altro vulcano delle Eolie, che trova sede sull'omonima isola, la più meridionale delle Lipari. Dal quale hanno preso nome tutti i vulcani del genere.

Più numerosi, anche se meno grandiosi, sono invece i vulcani spenti o in fase quiescente ormai da molti secoli. Sono specialmente disseminati in tutta la fascia dell'Antiappennino toscano, dove le numerose sorgenti termali ed i famosi soffioni boraciferi (Larderello) non sono che le postume manifestazioni del vulcanesimo locale.

Il monte Amiata, nelle cui viscere abbondano i minerali, i monti Volsini, Cimini e Sabatini situati sulla destra del fiume Tevere, ed i colli Albani, sulla sinistra del medesimo, sono anch'essi residui di grandi vulcani, che hanno un tempo largamente profuso intorno le loro lave; attualmente perciò hanno pendici molto fertili. In cima a questi colli, entro gli antichi crateri, si trovano i maggiori laghi della penisola: lago di Bolsena, (monti Vulsini), lago di Vico (monti Cimini), lago di Bracciano (monti Sabatini), lago di Albano e lago di Nemi (colli Albani).

Nell'Antiappennino campano, oltre al Vesuvio, una manifestazione postuma di attività vulcanica si incontra nei Campi Flegrei, situati poco a nord di Napoli; tali sono anche le solfatare di Pozzuoli e di Agnano.

I monti di Roccamonfina (tra il Volturno ed il Liri), l'Epomeo nell'isola d'Ischia e gli isolotti vicini dell'arcipelago campano hanno pure origine vulcanica; così dicasi del Monte Vulture, sulla destra dell'Ofanto in Basilicata, ed in parte dei colli Euganei e dei colli Berici della pianura veneta, i primi nella provincia di Padova, i secondi in quella di Vicenza.

Terremoti

Per approfondire, vedi la voce lista di terremoti in Italia.

I fenomeni sismici costituiscono, purtroppo, un primato italiano in Europa. Essi sono per lo più connessi a fenomeni vulcanici. Non tutte le regioni italiane vanno però egualmente soggette ai moti sismici; ma anche là dove il fenomeno si manifesta più volte in un anno, i danni non sono in genere gravi.

Mappa dell'epicentro del sisma terremoto di Reggio e Messina
Mappa dell'epicentro del sisma terremoto di Reggio e Messina

Le zone meno soggette a fenomeni sismici sono la Sardegna, la Maremma grossetana, la Puglia meridionale e la regione alpina occidentale, eccettuate le zone di Belluno, della Carnia e delle Alpi Marittime. Dovuti spesso a movimenti rapidi di enormi masse rocciose situate in profondità sotto la superficie terrestre, sono invece i frequenti e spesso disastrosi terremoti che avvengono nella zona degli Appennini.

Fra i più rovinosi terremoti si ricordano:

Geografia politica

La Repubblica Italiana si compone di 20 regioni, di cui 5 (Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia) a statuto speciale, 110 province (alcune in fase di allestimento) e 8110 comuni.

Regioni

Per approfondire, vedi le voci Regioni d'Italia, Stemmi delle regioni d'Italia e Bandiere delle regioni d'Italia.

Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e, a seguire, il nome del capoluogo. L'asterisco denota le regioni a statuto speciale.

Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino-Alto Adige Umbria Valle d'Aosta Veneto

Italia suddivisa per regioni
Italia suddivisa per regioni
Regione Capoluogo
Valle d'Aosta* Aosta
Piemonte Torino
Liguria Genova
Lombardia Milano
Trentino-Alto Adige* Trento
Veneto Venezia
Friuli-Venezia Giulia* Trieste
Emilia-Romagna Bologna
Toscana Firenze
Umbria Perugia
Marche Ancona
Lazio Roma
Abruzzo L'Aquila
Molise Campobasso
Campania Napoli
Puglia Bari
Basilicata Potenza
Calabria Catanzaro
Sicilia* Palermo
Sardegna* Cagliari

Province con almeno 800.000 abitanti

Dati ISTAT aggiornati al 31 ottobre 2007. Vedi demo.istat.it

Principali aree metropolitane

(dati[8] aggiornati al 2006)

Area metropolitana Numero abitanti Classifica area OCSE Classifica Unione europea
Milano 7.400.000 14ª
Roma 3.700.000 36ª 13ª
Napoli 3.100.000 45ª 15ª
Torino 2.200.000 65ª 26ª

Dati

I dati OCSE sopracitati, calcolano le aree metropolitane all'interno dell'area OCSE (Unione europea più i principali paesi industrializzati). Il metodo risulterebbe uniforme, anche se non si escludono variazioni di metodi che potrebbero generare cambiamenti repentini. Tuttavia, dobbiamo ricordare che esistono numerosi altri metodi di calcolo e di conseguenza nuove fonti, come ad esempio i dati ISTAT, SVIMEZ, ONU, World Gazetteer ed altri, che antepongono l'area urbana di Napoli a quella di Roma, per dimensioni e popolazione.

Prime 10 città

Per approfondire, vedi la voce Comuni italiani con più di 50.000 abitanti.

(dati ISTAT riferiti alle stime del 31 ottobre 2007[9])

Pos. Comune Regione Prov. Abitanti
1 Roma Lazio RM 2.714.932[10]
2 Milano Lombardia MI 1.299.357
3 Napoli Campania NA 971.765
4 Torino Piemonte TO 906.566
5 Palermo Sicilia PA 663.326
6 Genova Liguria GE 611.329
7 Bologna Emilia-Romagna BO 372.326
8 Firenze Toscana FI 363.806
9 Bari Puglia BA 322.888
10 Catania Sicilia CT 299.522

Demografia

Per approfondire, vedi la voce Demografia d'Italia.

Il paese ha la quinta più alta densità demografica in Europa, 197,6 persone per chilometro quadrato. La popolazione italiana è concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti della penisola, dove sono poste le città più popolose (fra le prime 40 città italiane per numero di abitanti solo Perugia è posta ad un'altitudine superiore ai 250 metri sul livello del mare).[11]

Il numero di immigrati o di residenti stranieri in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni 1990 e, secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2006 constava di 2 938 922 unità (esclusi i naturalizzati con doppia cittadinanza che l'ISTAT conteggia solo tra i cittadini italiani), pari al 4,97% del totale della popolazione residente, distribuita in base alla cittadinanza in questo modo:

Pos. Cittadinanza Popolazione  % del totale*
1 Italia 56.192.365 95,03%
2 Albania 375.947 0,64%
3 Marocco 343.228 0,58%
4 Romania 342.200 0,58%
5 Cina 144.885 0,25%
6 Ucraina 120.070 0,20%
7 Filippine 101.337 0,17%
8 Tunisia 88.932 0,15%
9 Macedonia 74.162 0,13%
10 Polonia 72.457 0,12%
11 India 69.504 0,12%
12 Ecuador 68.880 0,12%
13 Perù 66.506 0,11%
14 Egitto 65.667 0,11%
15 Senegal 59.857 0,10%
16 Moldova 55.803 0,09%
17 Ghana 36.540 0,06%
18 Bulgaria 19.924 0,03%
Resto del Mondo 835.023 1,41%
Fonte: La popolazione straniera residente in Italia al 1º gennaio 2007, ISTAT, Roma.

I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità con una sua ricerca[12] stimava in 3.357.000 gli immigrati presenti sul territorio italiano, ovvero meno dei 4.000.000[13] Italiani residenti all'estero ancora in possesso della cittadinanza italiana. Quindi nel 2006, erano presenti in Italia ancora meno stranieri di quanti Italiani siano sparsi per il mondo.

Un discorso a sé merita la sempre crescente comunità zingara sul territorio italiano, ripartita tra rom (più diffusa al Centro-Sud e con maggiore propensione alla sedentarizzazione) e in minor misura sinti (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al nomadismo). Stime approssimative parlano di 120.000, di cui 70.000 già con la cittadinanza[14] (ma destinata a crescere enormemente dopo l'entrata nell'Unione Europea di Romania e Bulgaria, e anche grazie al considerevole tasso di natalità), delle quali però circa la metà sono cittadini italiani.

I comuni italiani con più cittadini stranieri residenti sono nell'ordine: Roma (199.417[15] unità), Milano (170.619[16][17]), Torino (83.977[18]), Genova (35.255[19]), Firenze (34.939[20]), Bologna (30.319[21]), Brescia (28.919[22]), Verona (25.802[23]), Prato (22.308[24]), Padova (19.661[25]), Napoli (19.188) e Reggio Emilia (19.068[26]).

Il tasso di natalità (dati ISTAT) in Italia è stato nel 2006 del 9,5 per mille (ottenuto dal rapporto tra il numero dei nati dell'anno e la media tra la popolazione rilevata all'inizio e alla fine del periodo considerato moltiplicato per 1.000). A livello regionale l'indice più elevato si rileva in Campania (10,8 per mille) seguita a breve distanza dal Trentino Alto Adige (10,7). Al terzo posto si collocano appaiate Lombardia, Valle d'Aosta e Sicilia (10 per mille) seguite da Veneto (9,9) e Lazio (9,8). I valori più bassi si registrano in Liguria (7,5 per mille), Molise (7,7) e Sardegna (8). Da notare che negli ultimi anni il tasso di natalità delle ripartizioni geografiche italiane (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole) ha subito un livellamento che ha portato i rispettivi dati a convergere verso l'indice nazionale. Il numero medio di figli per donna, 1,35 nel 2006, colloca l'Italia tra i paesi a tasso di fecondità più basso al mondo. Tuttavia la popolazione presente sul territorio nazionale cresce di diverse centinaia di migliaia di unità all'anno (complessivamente circa 2 milioni di unità nel quinquennio 2001-2006) a causa sia del saldo naturale tornato attivo (+2.118 unità nel 2006) sia del saldo migratorio positivo tra immigrazione ed emigrazione (+377.458 unità nel 2006).

Secondo l'ultimo censimento le femmine costituivano nell'ottobre del 2001 il 51,58% della popolazione (+1.808.040). Tale differenza per vari fattori si è gradualmente ridotta col passare degli anni, e a novembre 2006 le femmine rappresentavano il 51,43% (+1.693.932).

Lingue

Per approfondire, vedi la voce Lingue parlate in Italia.

L'italiano (ascolta [?]) è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee. In Italia esiste un gran numero di lingue, evoluzioni autonome della varietà di latino parlata in questa o quella regione, e dialetti. Le diverse lingue non sono varianti locali dell'italiano, ossia, per usare un'immagine facilmente intuibile, non stiamo parlando di "figli" dell'italiano ma di suoi "fratelli". La moltitudine di lingue e dialetti costituisce un grandissimo, anche se spesso misconosciuto e denigrato, patrimonio culturale.

L'italiano moderno è, come tutte le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a far carriera; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella originaria. In questo caso fu il dialetto fiorentino, parlato a Firenze, a prevalere, non tanto per ragioni politiche - come spesso capitava - ma per il prestigio culturale di cui era portatore. Il toscano, ed il fiorentino illustre in particolare (in quanto arricchito di prestiti dal siciliano, con la sua illustrissima Scuola Poetica Siciliana, da cui il fiorentino è debitore di molti prestiti, dal francese e dal latino); il fiorentino era in effetti la lingua nella quale scrissero Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, considerati tre fra i massimi scrittori italiani. Naturalmente, era anche la lingua colta della città di Firenze, stimata per la sua prosperità culturale lungo i secoli e per la sua splendida architettura. Un altro pioniere della nostra lingua fu anche Alessandro Manzoni.

Sono parificate all'italiano, che è la lingua ufficiale dello Stato, il tedesco e il ladino nella Provincia Autonoma di Bolzano e il francese nella regione Valle d'Aosta.[27] Oltre a queste sono inoltre riconosciute e tutelate dallo Stato e dalle relative Regioni numerose minoranze linguistiche storiche:

Gruppo Popolazione Lingua originaria Regione
Veneto 3.316.819[28] Veneto[29] Veneto (69,9%)
Sardo 1.269.000 Sardo Sardegna (77,48%)
Friulano 750.000 Friulano Friuli-Venezia Giulia (56,32%)
Tirolese 290.000 Tedesco Alto Adige a Bolzano (65.43%)
Occitano 178.000 Occitano Piemonte nelle valli di Cuneo (4,76%) e Torino, Liguria a Imperia, Calabria a Guardia Piemontese
Sassarese 120.000 Sassarese Provincia di Sassari (36%)
Corso gallurese 100.000 Gallurese Provincia di Olbia-Tempio (64%), Provincia di Sassari (1,8%)
Arberesh 98.000 Albanese Italia del sud, Sicilia, Calabria, Puglia, Molise, Campania, Basilicata e in piccola parte in Abruzzo
Francoprovenzale 90.000 Francese Piemonte a Torino (0,89%), Valle d'Aosta ad Aosta (60%), Puglia a Foggia (0,23%), Lingua comunale di Guardia Piemontese, Calabria
Ladino 55.000 Ladino Trentino Alto Adige a Bolzano (4,19%), a Trento (1,69%), Veneto a Belluno (10%)
Sloveno 50.000 Sloveno Friuli-Venezia Giulia a Trieste (9,6%), Gorizia (8%), Udine (3%)
Catalano 26.000 Algherese Sardegna ad Alghero (60%)
Francese 20.000 Francese Valle d'Aosta (17,33%)
Greco (Grico/Griko) 20.000 Greco d'Italia Calabria a Reggio Calabria (0,88%) e Puglia nella Grecìa Salentina (1,88%)
Ligure tabarchino 12.000 Tabarchino Carloforte (87%) e Calasetta (68%) (CI)
Bavarese 3.100 Tedesco (cimbro/mocheno) Trentino (Trento)
Croato 2.600 Croato Molise (0,79%)
Carinziano 2.000 Tedesco Friuli-Venezia Giulia a Udine (0,38%)
Carnico 1.400 Friulano Friuli-Venezia Giulia, Veneto a Belluno (0,66%)
Tirolese (pusterese) 700 Tedesco Veneto, Val Pusteria

Fonte: Ministero degli Interni del Governo Italiano/rielaborazione da Il Corriere della Sera.

Inoltre, la lingua istrorumena viene parlata da circa 300 esuli dall"Istria a Trieste e fu considerata isola linguistica nel Regno d'Italia. Lo storico Ireneo della Croce afferma che la lingua istrorumena era parlata nell'ottocento nel Carso triestino, principalmente ad Opicina e Servola (allora chiamata Selvola).

Ad esse va aggiunta una moltitudine di lingue di più o meno recente importazione (e come tali non da tutelare come storiche), in primis le varietà afferenti all'arabo, all'albanese di Albania, al rumeno, al cinese e all'ucraino.

Va anche aggiunta la Lingua dei Segni Italiana (LIS) (vedi Lingua dei segni), la lingua visiva dei cittadini sordi, i cui utilizzatori sono stimati tra le 80 e le 120.000 persone nelle diverse città italiane. L'Italia non riconosce la lingua dei segni come lingua nazionale dei sordi, né come lingua minoritaria: solamente la regione di Valle d'Aosta ha approvato all'unanimità il riconoscimento della Lingua dei Segni nel 2006.

Diverse parlate regionali sono state censite dall' UNESCO come lingue minoritarie e vengono considerate dalla comunitá linguistica come lingue distinte dall'italiano (e non come dialetti di quest'ultimo) ma tuttavia non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano. Queste sono l'Emiliano e Romagnolo, il Ligure, il Lombardo, il Napoletano, e il Siciliano.

Le richieste di riconoscimenti formali di queste parlate (spesso chiamate anche dialetti italiani) come "lingue a pieno titolo" sono in genere viste come un tentativo di mantenere in vita questi idiomi, un tempo assai vitali ma oggi seriamente minacciati, a partire dall'unità d'Italia, soprattutto per via dell'istruzione scolastica e dei mezzi d'informazione di massa, che hanno portato ad un graduale processo d'italianizzazione. In ciò ha talvolta inciso anche una relativa carenza di una letteratura propria, avendo molte di queste regioni fortemente dipeso nei secoli, per la lingua scritta, dal latino e dall'italiano di Dante. La carenza di letteratura non è comunque un fattore primario, si veda per esempio la cosidetta koiné Lombardo-Veneta, che per secoli venne usata per la stesura di documenti ufficiali nel Ducato di Milano ma sopratutto a Venezia, e che nonostante ció non ha mai goduto di riconoscimento ufficiale.

Letteratura italiana

Per approfondire, vedi la voce Letteratura italiana.
Dante Alighieri detto il sommo poeta
Dante Alighieri detto il sommo poeta

La nascita della letteratura italiana canonicamente si fa risalire alla prima metà del XIII secolo con la diffusione, all'interno di circuiti assai privati e modesti, di quei manoscritti di carattere religioso, ma anche laico e giocoso, ad uso della comunità religiosa e laica, ma sempre ad un alto livello della scala sociale (per esempio i notai). Ciò che ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua.

La letteratura italiana si compone di tutte quelle opere manoscritte e a stampa in lingua italiana che, come si è detto, a partire dal XIII secolo si sono sviluppate in Italia, fino ai nostri giorni.

Essa nasce in ritardo rispetto ad altre letterature europee perché molto ancorata alla tradizione del latino. Nel XIII secolo si hanno le prime esperienze letterarie, la poesia religiosa in Umbria (capolavoro è il Cantico delle Creature di San Francesco d'Assisi e le Laudi di Jacopone da Todi), la scuola siciliana (nata alla corte di Federico II) e, alcuni decenni più tardi, la lirica toscana. Nel XIV secolo la letteratura italiana possedeva già tre capolavori che la misero in assoluta preminenza per l'epoca rispetto a qualsiasi altra produzione letteraria occidentale: la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzoniere di Francesco Petrarca e il Decameron di Giovanni Boccaccio.

In italiano si sono espressi scrittori di fama universale, quali Ludovico Ariosto, Niccolò Machiavelli, Torquato Tasso, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, Alessandro Manzoni, Leonardo Sciascia, Primo Levi e tanti altri, scrittori che produssero capolavori di tale bellezza che influenzarono la cultura europea.

Religioni

Per approfondire, vedi la voce Religioni in Italia.
Il Duomo di Pisa con la Torre
Il Duomo di Pisa con la Torre

Il 97,67 % degli italiani è battezzato secondo il rito della Chiesa cattolica[30]. In realtà si tratterebbe di un dato formale, poiché, secondo un'indagine dell'Eurispes effettuata nel 2006 e ripresa dal Corriere della Sera, è l'87,8% della popolazione a dichiararsi cattolico anche da adulto e il 36,8% praticante. Secondo la stessa ricerca si recherebbe a messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni. La discrepanza tra chi si dichiara cattolico e chi è di stretta osservanza, anche se minore rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale, è sensibile, come testimoniato anche dalle opinioni relative ad aborto, fecondazione assistita e unioni civili.[31]

I cristiani, cattolici, protestanti, ortodossi e altri (Testimoni di Geova, Mormoni, etc.), in Italia rappresentano la religione di maggioranza. Come in molti altri Paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente, soprattutto tra i giovani, anche se non manca la presenza di movimenti a prevalente composizione giovanile cattolici quali Azione Cattolica, la Gioventù Francescana, l'AGESCI, Comunione e Liberazione, il Cammino Neocatecumenale e il Movimento Giovanile Salesiano.

Il Duomo di Milano
Il Duomo di Milano

Fra le altre confessioni cristiane, in ambito protestante, è da segnalare il Valdismo, nato in Italia stessa. Sorto come movimento ereticale medievale, dopo la riforma protestante ha assorbito la teologia calvinista ed è di fatto diventata l'espressione italiana delle Chiese riformate. Le comunità protestanti storiche (valdese, metodista, luterana e battista) sono riunite nella Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, assieme ad altre denominazioni pentecostali minori. La componente più numerosa all'interno del protestantesimo italiano è rappresentanto dall'evangelicalismo che raggruppa tra il 70 e 80% dei protestanti italiani. Questa corrente protestante, conservatrice dal punto di vista teologico si riconosce dottrinalmente nei punti di fede dell'Alleanza Evangelica Italiana (AEI). L'attuale presidente dell'AEI è il pastore Roberto Mazzeschi membro della Chiesa Apostolica in Italia La maggior parte delle chiese evangeliche non riconosciute, (senza intese) ha costituito l'Alleanza di Chiese Cristiane Evangeliche in Italia (ACCEI). L'attuale segretario generale è Gaetano Sottile, promotore insieme ai rappresentanti del cattolicesimo e dell'ebraismo del Dies Memoriae.

Tra i nuovi movimenti religiosi cristiani si possono trovare il mormonismo, giunto in Italia nel 1850, e i testimoni di Geova, che iniziarono a stampare la Torre di Guardia nelle valli piemontesi già dal 1903. Questi ultimi in particolare, sono il gruppo religioso con il maggior numero di aderenti dopo il Cattolicesimo, l'Islam (quest'ultimo praticato da circa 850.000 persone, in rapida crescita grazie all'immigrazione, nonostante gli ostacoli per l'ostensione di luoghi di culto), il Protestantesimo (circa 700.000 membri divisi in una moltitudine di chiese e confessioni) e la Chiesa Ortodossa (almeno 700.000 fedeli). Forte seguito hanno poi le chiese di stampo pentecostale, fra le quali vanno menzionate le Assemblee di Dio in Italia, che, forti dei loro 400.000 fedeli, costituiscono la più grande organizzazione protestante.

La religione monoteista più antica presente in Italia è l'Ebraismo, di cui a Roma è segnalata una presenza ininterrotta fin dai tempi precedenti la comparsa del Cristianesimo. La comunità ebraica in Italia si aggira intorno alle 30.000 unità; prima delle persecuzioni nazi-fasciste, erano oltre 50.000[32].

Nel corso del XIX e XX secolo si sono diffusi in Italia altri movimenti religiosi, in particolare Buddhismo, Induismo e Sikhismo. I buddhisti sono circa 110.000, gli induisti sono 75.000, mentre i sikh si aggirano intorno alle 70.000 unità. I fedeli delle prime due religioni sono riuniti rispettivamente nell'Unione Buddhista Italiana e nell'Unione Induista Italiana, ufficialmente riconosciute dallo Stato.

Resta un fenomeno relativamente nascosto e poco diffuso quello del Neopaganesimo. Il Paganesimo moderno è presente in particolare nelle sue forme wiccana, romana, odinista e druidica. Tra i gruppi che seguono la Via romana agli Dei è il Movimento Tradizionale Romano, tra i gruppi odinisti la Comunità Odinista.

Non mancano, infine, associazioni ateiste e agnostiche, quali la UAAR, No God e Atheia, le quali riuniscono una parte dei non religiosi.

Economia

Per approfondire, vedi la voce Economia italiana.

Membro del G8 - organizzazione degli otto paesi più industrializzati - l'Italia rappresenta la settima potenza economica del pianeta per PIL nominale, dietro Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina, Regno Unito e Francia, ponendosi al sesto posto nel mondo per valore delle esportazioni e al settimo per quello delle importazioni effettuate nell'anno 2007 (fonti: Banca mondiale, Fondo Monetario Internazionale, CIA World Factbook).

PIL 2006 in percentuali
PIL 2006 in percentuali

L'economia italiana è ormai fortemente orientata ai servizi, che nel 2006 hanno rappresentano quasi i 2/3 del PIL prodotto. L'industria pesa solo per poco più del 22%, ma se da questa si escludono le attività legate alle costruzioni, la percentuale scende a poco più del 18%. Il settore agricolo, in cui si comprende anche la silvicoltura e la pesca, rappresenta ormai una percentuale residuale nel quadro economico italiano.

Di seguito la tabella che riporta il PIL,[33] prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:

Macro-attività economica PIL prodotto
Agricoltura, silvicoltura, pesca € 27.193,33
Industria in senso stretto € 270.000,59
Costruzioni € 79.775,99
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni € 303.091,10
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali € 356.600,45
Altre attività di servizi € 279.924,50
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni € 158.817,00
PIL Italia ai prezzi di mercato € 1.475.402,97

Il tessuto produttivo dell'economia italiana è formato in prevalenza da piccole e piccolissime imprese: le grandi imprese sono gestite quasi sempre dalle famiglie dei fondatori o da gruppi stranieri, e il modello di public company, quello cioè di una impresa a capitale diffuso gestita dal management piuttosto che dalla proprietà, non ha mai attecchito.

Per approfondire, vedi la voce Made in Italy.

Anche in campo finanziario, nonostante una tendenza alla concentrazione (ultimamente sfociata nella fusione di Unicredito con Capitalia, da cui è scaturito un colosso da 136 miliardi di euro di capitale, al secondo posto in Europa dopo Hsbc), le banche hanno dimensioni modeste rispetto ai grandi gruppi europei.

V'è inoltre una forte differenza tra il nord, con un forte sviluppo industriale e una preponderanza di aziende private, e il sud, che ha tassi di disoccupazione più alti con punte del 20% e uno sviluppo molto minore; l'agricoltura ha un peso maggiore, e l'industria è spesso statale.

Negli ultimi anni, tuttavia, vi sono stati fenomeni di sviluppo dinamico anche lungo il confine fra centro-nord e sud. Alcune aree tra cui Isernia e Caserta stanno intensificando la piccola imprenditoria privata, incentivata dal basso livello dei prezzi e del lavoro locali, mentre al nord permane un alto livello dei prezzi.

Un pesante freno allo sviluppo virtuoso dell'economia è costituito dall'eccezionale livello di evasione fiscale e dalla vaste reti di organizzazioni criminali diffuse a diversi livelli in tutto il Paese che ne impediscono un vero e proprio sviluppo.

Settore Turismo

Per approfondire, vedi la voce Turismo in Italia.

Un settore di primaria importanza per l'economia italiana continua ad essere il turismo, nonostante il Paese abbia perso da molti anni il primato di visitatori stranieri all'anno (nel 2004 erano 37.100.000).[34] L'Italia era quindi al quinto posto nel mondo dopo Cina (41.800.000 turisti stranieri annui), USA (46.100.000), Spagna (53.600.000) e Francia (75.100.000).[34] Tra le città italiane maggiormente interessate dal turismo sono:

La maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia deve essere importato, dato che l'Italia non dispone di ricchi giacimenti di materie prime.

Durante lo scorso decennio, l'Italia ha perseguito una politica fiscale stretta per fare fronte alle richieste dell'Unione Economica e Monetaria europea ed ha tratto beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. Tuttavia, alcuni enormi problemi continuano ad essere un ostacolo per l'economia della nazione, come l'evasione fiscale (anche se nel 2006 la lotta agli evasori ha riportato nelle casse dello stato più di 33 miliardi di euro) e il debito pubblico, che è al 106,8% sul PIL nel 2006, nonostante l'Unione Europea richieda un indebitamento massimo del 60% sul PIL; grava inoltre sull'imprenditoria centro-meridionale il drenaggio di risorse operato dalle organizzazioni criminali (mafia, camorra, ndrangheta e Sacra Corona Unita) che con le loro attività estorsive (pizzo) determinano spesso l'uscita dal mercato e perfino il fallimento delle imprese taglieggiate. Tutto ciò è stato il motivo che ha spinto due agenzie di rating a declassare (nel 2006) l'Italia per livello di affidabilità finanziaria. L'Italia ha aderito all'euro nel 1999 sostituendo la lira a partire dal 2002 (1 euro = 1936,27 lire).

PIL - Serie Storica

Di seguito la tabella che riporta il PIL[35] ai prezzi di mercato, espresso in milioni di euro, prodotto in Italia dal 2000 al 2006, suddiviso per regione:

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Lombardia 246.729,7 259.431,0 270.653,3 279.450,4 289.334,1 293.905,8 305.550,4
Lazio 123.291,8 129.439,2 137.176,4 140.884,9 150.613,1 155.264,7 160.517,5
Veneto 111.713,5 116.334,1 118.886,3 124.277,6 130.715,9 133.488,0 138.993,5
Emilia-Romagna 106.215,6 110.431,6 113.722,5 116.548,1 120.544,4 123.928,3 128.795,3
Piemonte 98.634,4 102.179,7 105.206,1 108.715,1 113.270,7 114.993,2 118.753,5
Toscana 79.513,8 84.087,4 87.294,0 90.476,1 93.771,5 95.682,8 99.114,5
Campania 75.355,0 80.100,0 84.349,4 86.288,4 89.691,0 91.211,0 94.353,0
Sicilia 67.203,8 70.530,1 72.855,0 75.084,5 77.327,3 80.358,1 82.938,6
Puglia 55.716,8 58.348,9 60.173,5 61.632,8 63.634,3 64.998,7 67.185,4
Liguria 33.669,8 35.534,7 36.053,6 37.218,6 38.644,1 39.913,5 41.004,5
Marche 30.527,8 32.291,3 33.912,9 34.794,0 36.170,9 36.994,1 38.542,6
Friuli-Venezia Giulia 27.255,0 28.908,9 29.938,7 30.384,4 31.411,3 32.739,2 34.306,3
Sardegna 25.958,1 27.547,6 28.151,6 29.487,3 30.595,5 31.421,3 32.579,0
Calabria 26.344,4 27.680,0 28.574,7 29.685,4 31.073,3 31.616,7 32.507,7
Trentino-Alto Adige 25.356,7 25.953,9 26.702,1 27.647,2 28.909,4 29.707,5 30.810,6
Abruzzo 22.925,2 23.812,1 24.546,7 24.894,1 24.943,4 25.970,8 26.807,3
Umbria 16.537,0 17.520,0 17.824,3 18.316,9 19.257,9 19.765,7 20.631,1
Basilicata 8.808,0 9.054,0 9.393,4 9.557,2 9.947,5 10.138,8 10.539,3
Molise 4.930,7 5.131,3 5.280,5 5.337,7 5.563,9 5.783,5 5.958,7
Valle d'Aosta 3.224,9 3.352,3 3.508,0 3.664,8 3.844,0 3.918,9 4.059,8
Extra 1.144,6 980,1 1.022,7 1.008,2 1.275,5 1.247,4 1.454,3
Italia 1.191.056,7 1.248.648,1 1.295.225,7 1.335.353,7 1.390.539,0 1.423.048,0 1.475.403,0

Le regioni sono state ordinate per il PIL prodotto nel 2006; la voce extra considera le attività economiche non attribuibili a specifiche regioni, come ad esempio le ambasciate italiane all'estero o le piattaforme marine per l'estrazione di petrolio.

Rispetto ai dati sopra esposti occorre osservare che il PIL espresso in termini assoluti è un indicatore di ricchezza dell'entità geografica, piuttosto che degli abitanti.

PIL ai prezzi di mercato per abitante - Serie Storica

Un indicatore della ricchezza che, oltre a considerare il PIL, tiene conto anche della numerosità della popolazione a cui tale PIL è riferito è il PIL ai prezzi di mercato per abitante (euro correnti).[36]

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007[37]
Valle d'Aosta 27.077,4 28.076,4 29.185,0 30.162,9 31.379,5 31.757,5 32.635,1 34.325,2
Lombardia 27.452,2 28.765,6 29.836,9 30.448,8 31.044,8 31.153,6 32.128,4 33.635,9
Emilia-Romagna 26.849,9 27.778,7 28.378,1 28.739,0 29.287,5 29.722,6 30.626,2 31.666,4
Lazio 24.096,0 25.297,4 26.732,7 27.221,5 28.756,1 29.365,0 29.731,0 31.511,6
Trentino-Alto Adige 27.218,4 27.681,5 28.251,4 28.922,8 29.876,4 30.348,2 31.152,4 31.217,7
Veneto 24.842,9 25.742,2 26.108,2 26.957,1 27.982,2 28.286,7 29.225,5 30.232,4
Friuli-Venezia Giulia 23.101,4 24.449,3 25.209,4 25.428,4 26.143,4 27.135,7 28.342,9 28.623,3
Piemonte 23.360,9 24.233,9 24.916,8 25.575,2 26.340,8 26.520,6 27.316,6 28.248,5
Toscana 22.763,1 24.052,5 24.893,5 25.549,6 26.177,1 26.511,5 27.311,8 28.144,3
Marche 20.898,0 22.002,8 22.946,7 23.278,2 23.925,7 24.277,5 25.150,1 26.203,4
Liguria 21.264,2 22.568,9 22.948,0 23.633,8 24.382,7 24.927,3 25.484,5 25.713,0
Umbria 20.105,8 21.231,2 21.469,9 21.777,3 22.563,4 22.892,9 23.703,0 24.580,0
Abruzzo 18.177,3 18.871,5 19.361,7 19.454,6 19.297,0 19.942,3 20.501,1 21.150,3
Sardegna 15.861,0 16.871,4 17.226,5 17.975,7 18.581,0 19.009,8 19.654,3 20.444,1
Molise 15.308,1 15.985,5 16.460,3 16.607,7 17.290,0 17.994,6 18.591,9 18.955,5
Basilicata 14.670,3 15.130,4 15.731,6 16.011,5 16.668,1 17.031,4 17.781,9 18.280,0
Sicilia 13.479,6 14.185,7 14.662,2 15.053,9 15.440,1 16.023,2 16.531,5 17.003,7
Puglia 13.825,2 14.504,5 14.962,2 15.284,0 15.694,4 15.971,0 16.504,6 16.943,4
Calabria 13.019,9 13.742,4 14.226,9 14.773,2 15.457,0 15.754,8 16.244,1 16.625,8
Campania 13.190,8 14.040,8 14.764,0 15.025,8 15.531,7 15.753,2 16.294,2 16.556,5
Italia 20.917,0 21.914,9 22.660,7 23.181,3 23.902,6 24.281,2 25.031,6 25.921,4

Le regioni sono state ordinate per il PIL ai prezzi di mercato per abitante prodotto nel 2006.

Forze Armate e di Polizia

Per approfondire, vedi le voci Categoria:Forze armate italiane e Categoria:Forze di polizia italiane.

L'Italia è l'ottava potenza militare mondiale con una spesa militare annua di 29.9 miliardi di dollari[38]

L'Esercito Italiano è la prima forza armata dello Stato. Attualmente ha un organico di 112.000 unità (di queste 85.000 fanno parte delle forze operative, mentre 27.000 sono assegnate alle unità di riserva e sostegno).

La Marina Militare è la seconda forza armata dello Stato. Essa nacque nel 1946 dalla Regia Marina, in seguito alla proclamazione della Repubblica Italiana. A lei sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste tramite il Corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera.

L'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato. Ad essa sono devolute le operazioni aeree. In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale.

L'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato. Per via della sua doppia natura di forza armata e di forza di polizia, le sono affidati sia funzioni militari, quali il concorso alla difesa della Patria, l'esercizio delle funzioni di Polizia Militare, la protezione delle Rappresentanze Diplomatiche italiane e la partecipazione alle operazioni militari all'estero, sia funzioni civili di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza.

La Guardia di Finanza è una speciale forza di polizia ad ordinamento militare e fa parte integrante delle Forze Armate dello Stato. Dipende direttamente dal Ministro dell'Economia e delle Finanze e svolge compiti di polizia giudiziaria, polizia tributaria (in via esclusiva) e pubblica sicurezza soprattutto legati all'ambito economico e finanziario (negli anni recenti sono stati creati anche reparti specializzati nella tutela dell'Ordine pubblico). La Guardia di Finanza concorre altresì alla difesa dei confini e svolge funzioni di polizia militare e polizia giudiziaria militare.

Lamborghini in dotazione alla Polizia Stradale
Lamborghini in dotazione alla Polizia Stradale

La Polizia di Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Quest'ultima definizione non implica la militarità del Corpo, tuttavia la sua struttura si richiama a quella di un'istituzione di carattere militare ed il suo personale ha un inquadramento differente rispetto a qualsiasi ente civile o militare dello Stato. Dipende direttamente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo centrale per mezzo del quale il Ministero dell'Interno (Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica in Italia. Pertanto, la Polizia di Stato è la prima forza di polizia incaricata del mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico.

Il Corpo di Polizia Penitenziaria è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge compiti di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza legati al settore penitenziario ed alla gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale. È l'erede del Corpo delle Guardie Carcerarie, creato nel 1873, poi riformato nel Corpo degli Agenti di Custodia delle Carceri (1890), (forza di polizia ad ordinamento militare) la cui amministrazione passò nel 1922 dal Ministero dell'Interno al Ministero di Grazia e Giustizia.

Il Corpo Forestale dello Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge compiti di tutela ambientale e paesaggistica; Svolge anche funzioni di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza. Alla direzione del Corpo vi è l'Ispettorato generale con sede a Roma.

I Corpi ed i Servizi di Polizia Locale/Provinciale e Polizia Municipale non rientrano tra le forze di polizia dello Stato. Svolgono compiti di controllo tramite pattugliamento del territorio e repressione dei reati tipicamente nelle aree urbane sotto controllo regionale. A seconda della tipologia possono dipendere dalla Regione, dalla Provincia o dal Comune. Tutti i suoi appartenenti sono Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria e Agenti di Pubblica Sicurezza.

Cultura

Galleria nazionale d'arte moderna a Roma
Galleria nazionale d'arte moderna a Roma
Per approfondire, vedi le voci Cultura italiana, Arte italiana, Cinema italiano, Musica italiana e Cucina italiana.

Il contributo che l'Italia ha portato, nel corso della storia dei popoli che l'hanno abitata, alla cultura mondiale è stato, per pressoché unanime consenso degli storici, immenso e vario. Probabilmente fu proprio il fatto di essere da sempre, per motivi geografici e storici, una terra di scambi e di incontri tra popoli diversi a farne un luogo di così vitale fermento. Ed in effetti una caratteristica tipica della cultura italiana è la sua grande varietà locale: la mancanza di una unità nazionale per secoli ha fatto sì che ogni regione acquisisse un propria tradizione ed identità politica, derivatagli dalla propria storia di dominazioni e fusioni con civiltà diverse.

L'arte e la musica sono sicuramente gli ambiti di eccellenza della cultura italiana più noti nel mondo. La prima ha avuto la sua espressione più alta e caratterizzante nel periodo che va dal Quattrocento al Seicento inoltrato (nei periodi del Rinascimento e del Barocco); ma la lunga storia del paese, ed i numerosi periodi di ricchezza che ha attraversato, hanno lasciato in eredità esempi notevolissimi dell'arte delle più disparate epoche e civiltà, che fanno dell'Italia un caso unico al mondo per la varietà dei beni artistici e per la loro diffusione capillare sul territorio (la città di Firenze, ad esempio, ha la più grande concentrazione mondiale di opere d'arte in proporzione alla sua estensione). Dai templi greci della Magna Grecia ai borghi medioevali, dalle terme romane alle ville settecentesche, il grande museo all'aperto della penisola è tra le prime mete del turismo mondiale.
La musica italiana comincia a fiorire nel Cinquecento, con la musica rinascimentale che, soprattutto con Monteverdi, acquisisce i suoi tratti più innovativi nel tardo Cinquecento, con la nascita dell'opera lirica, genere in cui gli italiani vedranno il primato per secoli. Operisti italiani famosi in tutto il mondo sono Rossini, Verdi, Toscanini, Puccini. La musica strumentale italiana ha visto un periodo di fioritura meno duraturo, concentrandosi perlopiù (anche se non solo) nel periodo barocco, ma è stata comunque percorsa da artisti di importanza epocale, quali Palestrina, Corelli, Vivaldi, il già citato Monteverdi nonché, nei secoli successivi, Paganini e lo stesso Verdi.

Non vanno trascurate le profonde innovazioni che l'Italia ha portato in tanti altri campi della cultura lungo 2500 anni di storia. Nei due periodi in cui la penisola fu il centro della civiltà del tempo, ovvero durante l'Impero romano ed il Rinascimento, il ruolo che ebbe nella storia della conoscenza umana fu di decisiva importanza.
In età romana l'Italia era il centro culturale oltre che politico di uno stato che segnò il culmine dell'età antica, che diffuse la cultura greco-ellenistica in un'Europa molto indietro nella civilizzazione, e che fu la fucina di grandi innovazioni nel campo tecnico (architettura romana), del diritto (il diritto romano è a fondamento ancora oggi della giurisdizione dei moderni paesi occidentali), della letteratura.
Il Rinascimento segnò invece dopo il medioevo il diffondersi dall'Italia di una nuova sensibilità che, espressasi mirabilmente nella letteratura, nella vita e soprattutto nell'arte della penisola, segnò l'inizio dell'età moderna e l'avviarsi dell'Occidente verso una propria dimensione culturale caratterizzante, foriera delle rivoluzioni liberali, industriale e scientifica, di cui fu iniziatore e protagonista proprio un italiano, Galileo.

Facciata del Duomo di Siena
Facciata del Duomo di Siena

Già dal XVII secolo tuttavia il ruolo culturale di primo piano del Paese tende lentamente a declinare: se nel '600 l'Italia riesce ancora a mantenere un primato europeo in alcuni settori (l'arte e la musica principalmente), nel secolo successivo il panorama culturale italiano può essere a tutti gli effetti considerato provinciale rispetto ai fermenti che cambiavano l'Europa in Francia ed Inghilterra. Le cause della fine del primato italiano sono molteplici e complesse. In linea generale gli storici vedono un rapporto diretto con il declino sociale ed economico che interessa l'Italia a partire dalla fine del Cinquecento, a sua volta imputabile ad una serie di fattori storici; tra questi, la mancata unificazione degli stati italiani in un unico Stato nazionale simile a quello francese o inglese, fatto che avrebbe avuto conseguenze irreparabili sulla capacità competitiva della penisola in campo commerciale ed economico. La stessa pratica del mecenatismo durante il XV e XVI secolo, che nel breve termine diede forte impulso al fiorire dell'arte rinascimentale, costituì un "dirottamento" dalle attività produttive delle ricchezze accumulate in Italia e pose le basi per la recessione. Un motivo più strettamente culturale può essere poi identificato con l'egemonia su intellettuali ed artisti italiani esercitata dalla Controriforma dalla seconda metà del XVI secolo, che soffocò i fermenti della rivoluzione scientifica (si pensi al processo a Galileo), del pensiero filosofico (la carcerazione di Tommaso Campanella, il rogo di Giordano Bruno), della letteratura (costretta alla sterile adesione ad un'ortodossia nei contenuti e nella forma).

L'inizio del XIX secolo vede una rinascita culturale italiana, trainata dal nuovo clima delle idee liberali e patriottiche, di forte stimolo al mondo intellettuale; gli italiani ritrovano una propria dimensione europea nella letteratura romantica (Manzoni, Leopardi), nella riflessione politica (Mazzini), nella scienza (Galvani, Volta).

L'Italia è famosa in tutto il mondo anche per la cucina (le parole pasta, spaghetti, pizza, ad esempio, sono entrate di prepotenza nei vocabolari stranieri anche in altri continenti), il vino, lo stile di vita, l'eleganza, il design, le sue caratteristiche feste e più in generale per il gusto.

Non meno importante è stato il contributo italiano alla scienza, con personaggi come Luigi Galvani e Alessandro Volta ricordati per gli studi pionieristici sull'elettricità, Antonio Pacinotti che inventò la dinamo, Antonio Meucci che inventò il telefono. Anche tra i premiati con il Nobel sono presenti degli italiani illustri come Enrico Fermi e Guglielmo Marconi per la fisica, Giulio Natta che fu uno dei padri della chimica industriale, Giosue Carducci, Eugenio Montale, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo e Dario Fo per la letteratura, Camillo Golgi e Rita Levi-Montalcini per il loro contributo alla medicina.

Santi patroni

Per i fedeli della religione cristiana, i santi patroni dell'Italia sono:

San Francesco d'Assisi, proclamato patrono d'Italia da papa Pio XII nel 1939. Santo e fondatore dell'ordine mendicante che da lui poi prese il nome, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Santa Caterina da Siena, proclamata patrona d'Italia da papa Pio XII nel 1939 e Compatrona d'Europa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999. Santa e dottore della Chiesa è stata una religiosa e mistica domenicana.

Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO

L'Italia è il Paese con il maggior numero di beni dichiarati patrimonio dell'umanità.

Ambiente

Vernazza, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre
Vernazza, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre

Protezione e preservazione

Per approfondire, vedi la voce Aree naturali protette.

I parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, marine, fluviali, o lacustri che contengano uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di interesse nazionale od internazionale per valori naturalistici, scientifici, culturali, estetici, educativi e ricreativi tali da giustificare l'intervento dello Stato per la loro conservazione.

I parchi regionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacustri ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore ambientale e naturalistico, che costituiscano, nell'ambito di una o più regioni adiacenti, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.

Le riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che contengano una o più specie naturalisticamente rilevanti della fauna e della flora, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche.

Le zone umide sono costituite da paludi, aree acquitrinose, torbiere oppure zone di acque naturali od artificiali, comprese zone di acqua marina la cui profondità non superi i sei metri con la bassa marea; aree che, per le loro caratteristiche, possano essere considerate di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.

Le aree marine protette sono costituite da tratti di mare, costieri e non, in cui le attività umane sono parzialmente o totalmente limitate. La tipologia di queste aree varia in base ai vincoli di protezione.

Le altre aree protette sono quelle aree che non rientrano nelle precedenti classificazioni, come i parchi suburbani o le oasi delle associazioni ambientaliste. Possono essere a gestione pubblica o privata, con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.

La continua crescita della densità di popolazione, già elevatissima, è causa di esacerbazione degli evidenti fenomeni di degrado ambientale che affliggono il territorio italiano.

Parchi nazionali

Trasporti

Per approfondire, vedi la voce Trasporti in Italia.

Ferrovie

Il totale delle strade ferrate in Italia ammonta a 19.394 km (sono incluse la Sardegna e la Sicilia), di questi:

  • a scartamento standard: 18.071 km con uno scartamento di 1,435 m; le Ferrovie dello Stato operano su 16.014 km di binari standard (elettrificati 11.322 km)
  • a scartamento ridotto: 112 km con uno scartamento di 1,000 m, tutti elettrificati; 1.211 km con uno scartamento di 0,950 m dei quali 153 km sono elettrificati. (1998)

Trenitalia SpA è l'azienda delle Ferrovie dello Stato (FS) che si occupa del trasporto di passeggeri in Italia. Rete Ferroviaria Italiana Spa è l'azienda delle FS che si occupa della gestione e del potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria nazionale.

Sistema stradale, autostradale, tangenziali

Per approfondire, vedi la voce Elenco autostrade italiane.

Il totale delle strade in Italia ammonta a 654.676 km (1998)

Sport

Per approfondire, vedi la voce Sport in Italia.

Il colore sportivo nazionale dell'Italia è l'azzurro, mutuato dallo stemma araldico di Casa Savoia, dinastia regnante dal 1861 al 1946.

La tradizione sportiva italiana è antica quasi quanto la sua storia: in quasi tutti gli sport, sia individuali che di squadra, l'Italia può vantare sempre buone rappresentative e molti successi. Tuttavia, quasi tutte le vittorie negli sport di squadra restano una prerogativa maschile, eccezione fatta per la pallavolo, la pallanuoto e la scherma.

Lo sport più seguito e praticato è il calcio.

La Nazionale Italiana di calcio è la squadra Campione del mondo in carica.

Festività

Data Nome Spiegazione
1º gennaio Capodanno Festa che celebra la chiusura dell'anno e l'apertura di quello nuovo.
6 gennaio Epifania La Chiesa Cattolica e altre chiese cristiane ricordano la Manifestazione della divinità di Gesù Cristo (ricorre anche la Festa della Befana).
variabile giovedi santo
variabile venerdi santo
variabile * Pasqua La Chiesa Cattolica e altre chiese cristiane ricordano la Risurrezione di Gesù Cristo.
variabile ** Lunedì dell'Angelo Lunedì di Pasqua, Pasquetta.
25 aprile Festa della Liberazione Il 25 aprile 1945 indica la fine della Seconda guerra mondiale in Italia e la liberazione dal nazifascismo.
1º maggio Festa dei lavoratori Celebrazione dei traguardi economici e sociali raggiunti dai lavoratori. Il 1º maggio è una festa internazionale, celebrata in quasi tutto il mondo.
2 giugno Festa della Repubblica Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. La festa del 2 giugno è la Festa Nazionale italiana (il 25 aprile e il 1º maggio non sono feste nazionali, bensì feste civili) ed è considerato il "compleanno" della Nazione. Ogni Stato, nel mondo, ha un giorno dell'anno in cui si celebra la sua Festa nazionale (per esempio, Stati Uniti, il 4 luglio; Francia, il 14 luglio).
15 agosto Ferragosto Festa di Mezza Estate; La Chiesa Cattolica ricorda l'Assunzione della Beata Vergine Maria.
1º novembre Ognissanti La Chiesa Cattolica celebra la festa dedicata a tutti i santi.
8 dicembre Immacolata Concezione La Chiesa Cattolica ricorda l'istituzione del dogma secondo cui la Beata Vergine Maria è stata preservata, fin dall'istante del suo concepimento, dal peccato originale e non commise, in tutta la sua vita, alcun peccato, neanche veniale.
25 dicembre Natale La Chiesa Cattolica e altre chiese cristiane ricordano la nascita di Gesù Cristo.
26 dicembre Santo Stefano Giorno festivo, non religioso (non "di precetto"), stabilito nel dopoguerra per allungare la festività solenne del Natale. Così come il giorno di Pasquetta è stato creato, ancora nel dopoguerra, per allungare la solennità di Pasqua. Si possono considerare "giorni festivi di comodo", per venire incontro al clima di festa fra la popolazione, in occasione di queste due importanti ricorrenze. Negli anni della prima metà del secolo XX, fino al 1947, essi erano giorni feriali.
* Pasqua: prima domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera

** Pasquetta: lunedì successivo alla Pasqua

Note

  1. ^ "Del bel paese là dove 'l sì sona", Dante, Inferno, c.XXXIII, v.80; "il bel paese | Ch'Appennin parte e 'l mar circonda e l'Alpe", Petrarca, Canzoniere, s. CXLVI.
  2. ^ Giuseppe Mastronuzzi. Lo spazio costiero italiano. URL consultato il 10-01-2008.
  3. ^ Stime ISTAT relative al 31 ottobre 2007)
  4. ^ http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=13273 Classificazione dei climi della terra secondo il climatologo Koppen
  5. ^ http://www.isac.cnr.it/aerobio/aia/AIACLIM.html I climi italiani
  6. ^ http://www.ilpolline.it/clima-italia Clima d'Italia
  7. ^ http://www.i-h-g.it/clima.htm Carta climatica d'Italia
  8. ^ Metropolitan Database OCSE
  9. ^ http://demo.istat.it
  10. ^ In data 31 dicembre 2006 presso l'Anagrafe del Comune risultavano però 2.825.077 iscritti.
  11. ^ Mario Ortolani. Geografia della popolazione . Milano, Vallardi, 1992. ISBN 8829909076
  12. ^ Ricerca Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità
  13. ^ "Italiani nel Mondo" dal sito del Ministero degli Afferi Esteri. URL consultato il 12-01-2008.
  14. ^ UNICEF: Rom in Italia. URL consultato il 10-01-2008.
  15. ^ Roma-News. URL consultato il 12-01-2008.
  16. ^ 12-01-2008
  17. ^ Dossier Statistico Caritas. URL consultato il 12-01-2008.
  18. ^ Stranieri a Torino. URL consultato il 12-01-2008.
  19. ^ Dati sulla popolazione straniera a Genova, RomaniaItalia.net. URL consultato il 12-01-2008.
  20. ^ [Statistica del comune di Firenze 12-01-2008]
  21. ^ [Bologna2000 - Le proposte sull'immigrazione della Cisl bolognese 12-01-2008]
  22. ^ Dati demografici del comune di Brescia. URL consultato il 12-01-2008.
  23. ^ "Veneto in cifre" dal sito della regione. URL consultato il 12-01-2008.
  24. ^ [Laboratorio Itals, presenze straniere a Prato 12-01-2008]
  25. ^ Padovanet. URL consultato il 12-01-2008.
  26. ^ Andamento deografico di Reggio Emilia. URL consultato il 12-01-2008.
  27. ^ In realtà in questa regione è parlato il francoprovenzale, una lingua differente dal francese.
  28. ^ Tratto da Istat.it Nel 2006 nel 69,9% delle famiglie prevale l'uso della lingua Veneta o dei vari dialetti. URL consultato il 27-03-2008.
  29. ^ La lingua Veneta è tutelata dalla legge Regionale n.8 del 13 aprile 2007 - BUR del Veneto n. 37 del 17/04/2007. L'art. 2 ne dà la seguente definizione: "Le specifiche parlate storicamente utilizzate nel territorio veneto e nei luoghi in cui esse sono state mantenute da comunità che hanno conservato in modo rilevante la medesima matrice costituiscono il veneto o lingua veneta".
  30. ^ http://www.cesnur.org/2001/enc/aggsoc072001.htm
  31. ^ Articolo sul Corriere della Sera
  32. ^ UCEI - Ebrei in Italia. URL consultato il 10-01-2008.
  33. ^ Dati Istat - Tavole regionali
  34. ^ a b World's Top Tourism Destinations. URL consultato il 10-01-2008.
  35. ^ Dati Istat - Tavole regionali
  36. ^ Dati Istat - Tavole regionali
  37. ^ Graduatoria delle regioni italiane per PIL pro capite- Camera di Commercio
  38. ^ Le spese militari in Italia e nel mondo - Centro Diritti Umani - Università di Padova

Bibliografia

Voci correlate

Storia

Istituzioni

Geografia

Luoghi

Altro

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