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Franchi - Wikipedia

Franchi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando un personaggio con il cognome Franchi, vedi Franchi (cognome).

I Franchi furono una delle numerose tribù germaniche occidentali che entrarono nel tardo Impero Romano come foederati e stabilirono un reame duraturo, in un'area che copre parte dell'odierna Francia e della Germania, formando il nucleo storico di queste due nazioni moderne.

Il regno dei Franchi fu sottoposto a varie partizioni e ripartizioni, in quanto essi dividevano le loro proprietà tra i propri figli e, senza un ampio concetto di res publica, concepivano il regno come una forma estesa della proprietà privata. Questa pratica spiega, in parte, le difficoltà nel descrivere con precisione le date, i confini fisici dei diversi regni franchi e chi ne governava le varie parti. La contrazione nell'alfabetizzazione durante il dominio dei Franchi pone inoltre un altro problema: essi produssero pochi documenti scritti. In sostanza, comunque, due dinastie di regnanti si succedettero, i Merovingi e i Carolingi.

La parola franchi significava "liberi". La libertà non si applicava alle donne o alla popolazione di schiavi che si spostava assieme ai Franchi liberi. Inizialmente, all'interno dei Franchi, esistevano due suddivisioni principali: Franchi Salii (così chiamati perché abitavano la regione prossima alla riva del fiume Sala, oggi Jssl, che attraversa l'Olanda) stanziati lungo il basso Reno e Franchi Ripuari ("del fiume") stanziati grosso modo tra le città di Treviri e Colonia. Nel IX secolo, se non prima, questa divisione era divenuta in pratica inesistente, ma continuò per un certo tempo ad avere implicazioni per il sistema legale in base al quale una persona poteva essere giudicata.

Indice

[modifica] Le origini: la formazione della federazione etnica

Parte dell'insieme definito dalla Germania di Tacito come Istaevones, uno dei tre gruppi nei quali lo storico romano ripartisce i Germani occidentali, i Franchi - inizialmente una piccola tribù stanziata nell'area del Reno-Weser - divennero presto una confederazione di tribù. L'elemento "franco" originario si fuse con apporti di diversa origine, anche se principalmente sempre a partire dai Germani occidentali stanziati in quell'area; tra i popoli che entrarono a far parte della confederazione dei Franchi ci furono sia Ingaevones, come nuclei di Sassoni, sia Herminones, come contingenti di Bavari, sia altri Istaevones, come Catti, Cauci, Bructeri, Camavi o Sigambri[1].

[modifica] Fondazione del Regno Franco

Per approfondire, vedi la voce Storia della Gallia tardo-antica e alto-medioevale.

Il primo periodo della storia dei Franchi rimane abbastanza oscuro. La fonte principale, il cronista gallo-romano Gregorio di Tours, la cui Storia dei Franchi copre il periodo fino al 594, cita fonti altrimenti perdute come Sulpicio Alessandro e Fredegario ed approfitta del contatto personale con molti dei capi franchi. Oltre alla Storia di Gregorio, esistono alcune fonti romane precedenti, come Ammiano Marcellino e Sidonio Apollinare.

Gli studiosi moderni del periodo delle migrazioni hanno suggerito che le genti franche emersero dall'unificazione di diversi piccoli gruppi germanici precedenti, che abitavano la valle del Reno e le terre immediatamente ad est: uno sviluppo sociale, forse legato al crescente disordine e alle sollevazioni che avvennero nell'area come risultato della guerra tra Roma ed i Marcomanni, che iniziò nel 166, ed i successivi conflitti della fine del II e del III secolo. Da parte sua, Gregorio sostiene che i Franchi vivevano originariamente in Pannonia ma più tardi si stabilirono sulle sponde del Reno. In una regione a nordest dei moderni Paesi Bassi - ovvero a nord del confine romano - che porta il nome di Salland, e potrebbe averlo ricevuto dai Franchi Sali.

Attorno al 250 un gruppo di Franchi, avvantaggiandosi di un Impero Romano indebolito, penetrò fino a Tarragona in Spagna, affliggendo la regione per una decade, prima che le forze romane riuscissero a sottometterli e ad espellerli dal territorio romano. Circa quarant'anni dopo, i Franchi avevano la regione dello Scheldt sotto controllo e interferivano nelle vie di comunicazione acquatiche con le isole britanniche; le forze di Roma pacificarono la regione, ma non espulsero i Franchi.

Nel 355-358 Giuliano trovò ancora le rotte del Reno sotto il controllo dei Franchi ed ancora una volta li pacificò. Roma garantì ai Franchi una fetta considerevole della Belgica. Da questo momento in poi divennero foederati dell'Impero Romano. La regione corrisponde all'incirca alle odierne Fiandre e ai Paesi Bassi a sud del Reno, e rimane ancora oggi una regione di lingua germanica (attualmente predomina l'olandese ed il fiammingo). I Franchi divennero, quindi, il primo popolo germanico a stabilirsi permanentemente all'interno del territorio romano.

Da questo territorio i Franchi conquistarono gradualmente gran parte della Gallia Romana a nord della valle della Loira e ad est dell'Aquitania visigota. Inizialmente contribuirono a difendere i confini in qualità di alleati; ad esempio, quando una grossa invasione, portata principalmente da tribù della Germania orientale, attraversò il Reno (406), i Franchi combatterono contro questi invasori e la loro spinta principale si dirottò, poi, a sud della Loira (nella regione di Parigi il controllo romano persistette fino al 486, ovvero un decennio dopo la caduta degli Imperatori di Ravenna, in parte proprio grazie all'alleanza con i Franchi).

[modifica] I Merovingi

Per approfondire, vedi la voce Merovingi.
Faramondo
Faramondo

I regni dei primi capi franchi, Faramondo (419 ca. - 427 ca.) e Clodione (427 ca. - 447 ca.), sono attribuiti più al mito che alla realtà e la loro relazione con la linea merovingia è incerta.

Gregorio menziona Clodione come il primo re che iniziò la conquista della Gallia prendendo Camaracum (l'odierna Cambrai) ed espandendo il confine fino alle Somme. Questo richiese del tempo; Sidonio ci dice che i Franchi furono sorpresi da Flavio Ezio, ministro e generale dell'imperatore Valentiniano III, e sospinti indietro (probabilmente attorno al 431). Questo periodo segna l'inizio di una situazione che sarebbe durata per molti secoli: i Franchi germanici divennero i governanti di un numero crescente di entità gallo-romane.

Nel 451 Ezio chiamò a raccolta i suoi alleati germanici sul suolo romano per aiutarlo a respingere l'invasione degli Unni. I Franchi Saliì risposero alla chiamata, i Ripuari lottarono su entrambi i lati, in quanto alcuni di essi vivevano al di fuori dell'impero. A quel tempo Meroveo era re dei Franchi. Le fonti orali di Gregorio non sanno dire con certezza se Clodio fosse suo padre.

Clodoveo si imbarcò in una campagna per consolidare i vari regni franchi in Gallia e in Renania, che incluse la sconfitta di Syagrius nel 486. Questa vittoria pose termine al controllo romano sulla regione di Parigi.

Nella Battaglia di Vouillé (507), Clodoveo, con l'aiuto dei Burgundi, sconfisse i Visigoti del regno di Tolosa, espandendo il suo reame verso sudovest fino ai Pirenei. I Visigoti, scacciati, si trapiantarono in Spagna fondando ivi il regno di Toledo.

La conversione di Clodoveo al Cristianesimo, dopo il suo matrimonio con la principessa cristiana burgunda Clotilde nel 493 può aver aiutato a mettere in luce la sua posizione agli occhi del Papa e degli altri governanti cristiani. Essendo in grado di pregare assieme ai loro vicini cristiani, gli ex-Ariani Franchi - che erano in numero relativamente ristretto (circa duecentomila) a confronto dei romani e dei celti romanizzati che abitavano la Gallia - trovarono una più facile accettazione da parte della popolazione locale, di quanto non fosse riuscito a Visigoti, Vandali e Burgundi. La loro conversione al cattolicesimo favorì anche i rapporti con il clero locale, che fornì aiuto all'amministrazione regia. I Merovingi riuscirono, quindi, a costruire quello che si rivelò in seguito uno dei regni più stabili e di successo dell'Occidente.

La stabilità, comunque, non fu una caratteristica quotidiana dell'era merovingia. Mentre esisteva una certa quantità di violenza casuale nella tarda epoca romana, l'introduzione della pratica germanica della faida di sangue, per ottenere giustizia personale, portò alla percezione di un'aumentata illegalità. I commerci si interruppero e la vita civica divenne sempre più difficoltosa, il che portò ad una società sempre più frammentata e localizzata, basata su villaggi autosufficienti. L'alfabetizzazione, al di fuori di chiese e monasteri, in pratica scomparve.

I merovingi, di lingua e cultura germaniche, aderirono alla pratica di dividere le proprie terre tra i propri figli, e le frequenti divisioni, riunificazioni e ri-divisioni del territorio risultavano spesso in assassinii e guerre tra le famiglie principali. Così, alla morte di Clodoveo, nel 511, il suo reame venne diviso tra i quattro figli, e nei due secoli seguenti il regno venne diviso tra i suoi discendenti.

L'area dei Franchi si espanse ulteriormente sotto il figlio di Clodoveo, arrivando a coprire la gran parte della Francia odierna, ma comprendendo anche le zone ad est del fiume Reno, come l'Alemannia (l'attuale Germania sudoccidentale) e la Turingia (dal 531). La Sassonia venne invece conquistata da Carlo Magno solo secoli dopo.

Dopo una temporanea riunificazione dei regni separati, sotto Clotario I, le terre dei Franchi vennero nuovamente divise nel 561 in Neustria (a occidente), Austrasia (a oriente) Borgogna (centrata sulla valle della Sâone) ed Aquitania (a sud-ovest). Il sistema della partizioni territoriali governate da sovrani diversi, conosciute nel moderno linguaggio storiografico con il termine Teilreiche o "frazioni di regno" , divenne la regola per tutta l'età merovingia, con l'eccezione di occasionali momenti di riunificazione sotto un unico monarca, quale, ad esempio, quello verificatosi tra il 613 e il 639 con Clotario II e, successivamente con suo figlio Dagoberto I.

[modifica] I Carolingi

Per approfondire, vedi la voce Carolingi.

Tra il V ed il VI secolo, l'aristocrazia divenne sempre più potente. Fra il VII e l'VIII secolo, gli ultimi re merovingi (detti "re fannulloni") avevano ormai perduto ogni potere ed, in realtà, il Paese era governato dai potenti maestri di palazzo (Maggiordomi) che avevano il comando dell'esercito e, di fatto, di tutti i territori dipendenti.

Nel 687, Pipino di Herstal, Maggiordomo di Palazzo d'Austrasia, riunificò le regioni franche, anche se la corona restò, ufficialmente, ai re merovingi. Nel 732 Carlo Martello, figlio di Pipino di Hérstal, fermò la cavalcata arabo-berbera a Poitiers nel 732 ed accrebbe il potere ed il prestigio della propria famiglia. Per creare una cavalleria in grado di affrontare gli Arabi, Carlo Martello confiscò i beni della Chiesa e li diede in beneficio ai suoi uomini più fidati, che si impegnarono a combattere per lui.

Il figlio di Carlo Martello, Pipino il Breve, si riconciliò con il Papa, in seguito alla promessa di aiuto contro i Longobardi, che non piacevano al pontefice anche per via dell'"eresia" ariana che praticavano, e ottenne da lui il riconoscimento a re dei Franchi, avviando un'alleanza con la Chiesa di Roma che si vide riconosciuta la falsa Donazione di Costantino, legittimando così il proprio potere temporale.

Pipino era succeduto al proprio padre, Carlo Martello, come Maggiordomo di Palazzo di un regno franco riunito e riedificato, che comprendeva le parti prima indipendenti.
Pipino fu un re eletto. Anche se ciò accadeva non di frequente, una regola generale della legge germanica era che il re si affidava al sostegno dei capi. Questi si riservavano il diritto di scegliere un nuovo capo se sentivano che quello vecchio non era in grado di condurli in battaglie in grado di generare vantaggi. Mentre nella Francia più tarda, il regno divenne ereditario, i re del tardo Sacro Romano Impero non furono in grado di abolire questa tradizione e continuarono ad essere eletti fino alla fine formale dell'Impero, nel 1806.

Pipino consolidò la sua posizione nel 754 alleandosi con il Papa Stefano III contro i Longobardi; questo sostegno papale fu cruciale nel mettere a tacere le obiezioni alla sua nuova posizione. Pipino donò le aree riconquistate attorno a Roma al Papa, gettando le fondamenta degli Stati Papali, dei quali solo la Città del Vaticano rimane oggi, e in cambio ricevette il titolo di patricius Romanorum, patrizio (e protettore) dei Romani.

Alla sua morte nel 768, il Regno venne di nuovo diviso tra i suoi figli, Carlo e Carlomanno. Carlomanno fu costretto in monastero, lasciando il governo a suo fratello Carlo, che sarebbe stato in seguito chiamato Carlo Magno e divenne una figura quasi mitica nella successiva storia di Francia e Germania. Carlo conquistò e sconfisse i Sassoni per incorporare il loro reame nel Regno dei Franchi. Questa campagna diffuse la pratica dei governanti cristiani non-romani, di pretendere la conversione dei loro vicini con la forza delle armi; i missionari cristiani franchi, assieme ad altri dall'Irlanda e dall'Inghilterra anglo-sassone, erano entrati nelle terre sassoni fin dalla metà dell'VIII secolo, provocando un crescente conflitto con i Sassoni, che resistevano agli sforzi dei missionari e alle parallele incursioni militari. Il principale avversario di Carlo tra i Sassoni, Widukind, venne battezzato nel 785, come parte degli accordi di pace, ma altri capi sassoni continuarono a combattere. Con la sua vittoria del 787 a Verden, Carlo ordinò l'uccisione di migliaia di prigionieri sassoni pagani. Dopo molte altre sollevazioni, i Sassoni furono sconfitti definitivamente nell'804. Questo espanse il Regno dei Franchi a est verso il fiume Elba, qualcosa che l'Impero Romano aveva tentato una sola volta, fallendo, nella Battaglia della Foresta di Teutoburgo (9 d. C.). Allo scopo di cristianizzare più efficacemente i Sassoni, Carlo fondò diversi vescovadi, tra Brema (città), Münster, Paderborn, e Osnabrück.

Allo stesso tempo (773-774), Carlo sconfisse i Longobardi, assumendo il titolo di Rex Langobardorum ed includendo l'Italia del nord nella sua sfera d'influenza. Egli rinnovò la donazione al Papa promettendogli la protezione da parte dei Franchi. I baschi si ribellano: disfatta di Roncisvalle (778).

Nel 788, Tassilo, duce di Baviera si ribellò contro Carlo. La ribellione venne repressa e la Baviera fu incorporata nel regno di Carlo. Questo, non solo fece bene al fisco del regno, ma ridusse drasticamente il potere e l'influenza degli Agilolfingi (la famiglia di Tassilo), un'altra delle famiglie principali tra i Franchi e i rivali potenziali. Fino al 796, Carlo continuò a espandere il suo regno ancor più a sudest, nell'Austria odierna e in parti della Croazia.

Carlo creò, quindi, un reame che si estendeva dai Pirenei a sud ovest (includendo l'area della Spagna settentrionale dopo il 795), sopra quasi tutta la Francia odierna (eccetto la Bretagna, che non venne mai conquistata dai Franchi) e ad est su gran parte della Germania, il Nord Italia e l'Austria.

Nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 800, Carlo fu incoronato Imperatore da Papa Leone III a Roma, in una cerimonia che riconosceva formalmente l'Impero franco come il successore dell'Impero Romano d'Occidente. L'incoronazione diede all'Impero l'appoggio della Chiesa e la legittimità permanente del primato carolingio sui Franchi. La posizione di Carlo Magno come Imperatore venne in seguito riconosciuta (812) dall'Imperatore bizantino dell'epoca, Michele I.

Alla morte, avvenuta il 28 gennaio 814 ad Aquisgrana, Carlo fu sepolto nella sua Cappella Palatina.

Carlo ebbe diversi figli, ma solo uno gli sopravvisse. Questo figlio, Ludovico il Pio, seguì le orme del padre come governante di un impero unito. L'essere erede unico fu una questione del caso più che della volontà. Ludovico stesso, con la Ordinatio Imperi del 817 proseguì nel costume franco della divisione ereditaria dei suoi territori. La nascita di Carlo il Calvo, fece nascere un conflitto fra Ludovico e gli altri figli che modificò più volte i territori che sarebbero stati assegnati in eredità. Con la morte dell'Imperatore, dopo un periodo di guerra civile fra i tre figli sopravvissuti, si giunse ad un accordo con il Trattato di Verdun del 843:

L'Europa Occidentale attorno all'870
L'Europa Occidentale attorno all'870
  1. Il figlio più vecchio di Ludovico, Lotario ricevette il titolo Imperatore e governò il cosiddetto Regno Franco Centrale che comprendeva i territori dell'Italia (settentrionale), della Provenza, della Borgogna e di quella che in seguito divenne nota come Lotaringia (comprendente le città di Metz e la città imperiale di Aquisgrana). Questo regno venne a sua volta diviso tra i suoi tre figli in Lotaringia, Borgogna (o Provenza) e Italia. Escludendo l'effimera riunificazione dell'Impero sotto Carlo il grosso, queste aree in seguito non furono più riunificate sotto un unico re.
  2. Il secondo figlio di Ludovico, Ludovico il Germanico, divenne re dei Franchi orientali. Quest'area è il nucleo del successivo Sacro Romano Impero, che si sarebbe evoluto nella moderna Germania. Per una lista dei successori, si veda Lista di re e imperatori tedeschi.
  3. Il terzo figlio, Carlo il Calvo, divenne re dei Franchi occidentali: l'area su cui venne fondata in seguito la Francia. Per i suoi successori, si veda Elenco di monarchi francesi.

Sulla mappa a destra, l'area evidenziata in verde era controllata da Lotario I, l'area in giallo da Ludovico II (detto il Germanico) e la porzione in viola da Carlo (detto il Calvo).

[modifica] Eredità

Per quanto incidente storico, l'unificazione di quella che ora è gran parte dell'Europa occidentale e centrale sotto un solo capo, fornì un terreno fertile per la continuazione di quello che è conosciuto come Rinascimento Carolingio. Nonostante le costanti lotte interne, l'Impero Carolingio resistette, l'estensione del dominio franco e della Cristianità Romana su un'area così vasta assicurò un'unità fondamentale a tutto l'Impero. Ogni parte dell'Impero Carolingio si sviluppò differentemente; il governo e la cultura franca erano estremamente dipendenti dal singolo governante e dai suoi obiettivi, i quali cambiavano facilmente, come facilmente cambiavano le alleanze politiche tra le famiglie dominanti dei Franchi. Comunque, queste famiglie, Carolingi inclusi, condividevano tutte le stesse convinzioni di base e idee di governo. Queste idee e convinzioni erano radicate in un retroterra che incorporava parti sia della tradizione romana sia di quella germanica, una tradizione che iniziò prima dell'ascesa dei Carolingi e continuò, per certi aspetti, anche dopo la morte di Luigi il Pio e dei suoi figli.

Quando gli storici moderni (dalla fine del XVIII secolo in poi) guardano all'indietro alla ricerca di un esempio di un'Europa unita, si rivolgono all'Impero Carolingio, non a quello Romano. Se l'Impero Carolingio sia durato (o, si potrebbe arguire, sia mai esistito, come Impero per se) in un senso geografico o politico è irrilevante. Il modello di diversi regni individuali (o regna, per dar loro il nome corretto) sotto un unico governo ha una chiara risonanza al giorno d'oggi. Si può arguire se le divisioni di Verdun forniscano ancora i confini generali di Germania, Francia e Italia, ma sarebbe mal posto supporre che essi fornirono una chiara divisione culturale. Non poterono dividere l'eredità germanica e romano-cristiana che iniziò con i Carolingi.

[modifica] Note

  1. ^ Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Il Mulino, Bologna 1997, p. 440

[modifica] Voci correlate

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