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Italiani (popolo) - Wikipedia

Italiani (popolo)

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Italiani
Numero totale 120 - 140 milioni di persone (il 2,11% della popolazione mondiale)
Distribuzione bandiera Italia - 56.000.000
Lingua Ufficialmente italiano di fatto molteplici dialetti; minoranze di lingua tedesca, occitana, franco-provenzale, ladina, greca e catalana.
Religione Principalmente cattolica (89 %); minoranze ortodosse, protestanti, musulmane ed ebraiche.

Gli italiani sono una popolazione stanziata principalmente in Italia, composta dai cittadini della Repubblica Italiana, dalle minoranze di lingua italiana presenti in paesi ad essa limitrofi e dalle comunità di espatriati che mantengono la cittadinanza italiana o comunque un legame identitario con l'Italia. È da notare che vi sono cittadini italiani che non considerano sè stessi come parte del popolo italiano, ad esempio gli appartenenti a talune minoranze linguistiche che vivono nel territorio della Repubblica. La nozione di 'italiano' è molto antica, tuttavia non è associabile ad un'unica stirpe originaria in quanto il popolo italiano è piuttosto il risultato di un amalgama di numerose componenti distinte, che peraltro contribuiscono a determinare la forte differenziazione regionale nettamente percepibile ancora oggi. Un elemento di forte identificazione del popolo italiano è la sua lingua letteraria e di cultura, accettata e usata da secoli da tutti gli italiani nonostante la frammentazione politica.

Indice

[modifica] Origini e formazione del popolo italiano

L'Italia preistorica vede la presenza di numerosi popoli diversi, indoeuropei (Italici, Veneti), pre-indoeuropei (Liguri, Sardi) e degli Etruschi, di origine controversa. In epoca storica,si registra poi lo stanziamento nel Mezzogiorno di Greci e Punici e l'occupazione di quasi tutto il Settentrione da parte dei Galli o Celti. Prima del loro arrivo, gli Etruschi avevano esteso la loro influenza su una notevole parte dell'Italia, dalle Prealpi a Salerno, ma saranno i Romani, popolazione italica, a unificare politicamente l'Italia, a sovrapporre la loro lingua, il latino, alle parlate locali. Nel 49 a.C. la cittadinanza romana fu estesa a tutti i nati liberi dalle Alpi fino allo stretto di Messina. La matrice linguistica e culturale della maggioranza del popolo italiano, come quella degli altri popoli romanzi, è romana. I Romani, con la loro espansione nel Mediterraneo e in Europa portarono la lingua latina che sostituì man mano le parlate locali. Quindi anche i popoli presenti in Italia (Galli, Veneti, Liguri, Greci, Etruschi, Sardi, Messapi, ecc.) assorbirono man mano la lingua dei latini. Dopo la caduta dell'Impero si sovrapposero le popolazioni barbariche, già nella tarda antichità; nel basso Medioevo gli abitanti della regione geografica italiana entrarono in contatto con i Longobardi e i Franchi nelle regioni centrosettentrionali, con i Normanni nell'Italia meridionale e con gli Arabi in Calabria e in Sicilia. Da quel periodo il patrimonio etno-linguistico italico si è conservato abbastanza fedelmente, tranne che nelle regioni di confine orientali e settentrionali dove, in età moderna, iniziarono a sovrapporsi alla popolazione locale di lingua galloromanza, veneta o ladina da una parte gli Sloveni, di lingua slava, e dall'altra i Tirolesi, di lingua tedesca.

[modifica] La formazione del popolo italiano

Il territorio oggi corrispondente all'Italia ha avuto una storia costellata di numerose invasioni e dominazioni: questo ha corrisposto fin dalla preistoria ad una forte diversificazione locale, accentuata dal fatto che il Paese è stato per secoli (dal Medioevo, attraverso il Rinascimento e fino alla recente epoca preunitaria) diviso in numerosi stati, talvolta grandi potenze internazionali (Serenissima Repubblica di Venezia, Ducato di Milano, Repubblica di Genova), spesso rivali fra loro e a volte legati ad altre potenze europee. L'appellativo italiano deriva probabilmente dal nome con cui i greci chiamavano gli antichi abitanti dell'estremità meridionale dell'attuale Calabria, detti appunto Itali. Nell'Italia peninsulare si stanziarono gli Italici, gruppo di popoli indoeuropei che includeva varie popolazioni tra cui i Latini; gruppi importanti sono gli Umbri e gli Osci. Vivevano in Italia anche popolazioni di supposta origine preindoeuropea, come i Liguri e i Reti. Il nord dell'Italia fu invaso in epoca storica dai Celti, provenienti dall'Europa centrale, che ne occuparono gran parte. In Toscana si erano stanziati in epoca preistorica gli Etruschi, probabilmente originari dell'Anatolia, a Sud erano presenti i coloni ellenici della Magna Grecia. Fu con l'impero romano che nacque l'idea di Italia, in età repubblicana limitata alla sola area peninsulare, e poi, dal 49 a.C. estesa ufficialmente fino alle Alpi. In questo periodo le popolazioni indigene iniziarono ad assorbire la lingua latina, conservando della parlata originaria solo alcuni fenomeni linguistici di sostrato ancor oggi presenti nelle parlate locali. Con la caduta dell'Impero Romano molte popolazioni germaniche si riversarono nel territorio italiano. L'unità secolare dell'Italia fu interrotta dall'invasione dei Longobardi nel VI sec., il cui dominio si estese dalle Alpi al fiume Crati, in Calabria, e che determinò la divisione del Paese in due aree: quella occupata dal regno dei Longobardi e quella controllata dai Bizantini che comprendeva a grandi linee Venezia, la Romagna, il Lazio, Napoli, il Salento, la Calabria e le isole maggiori. In seguito il centro-nord Italia fu annesso al Sacro Romano Impero di Carlo Magno e, dopo un periodo di travagliata indipendenza con il nome di Regno d'Italia, fu poi sottoposto alle dominazioni dei sovrani germanici, cui si opposero, spesso vittoriosamente, le autonomie comunali. Nel IX sec. la Sicilia fu occupata dagli Arabi, a cui subentrarono i Normanni che unificarono il Mezzogiorno ponendo le basi del regno delle Due Sicilie, che conservò i medesimi confini fino all'Unità d'Italia. Al centro, all'inizio dell'Età Moderna, si stabilizzarono i confini di un'altra importante entità politica italiana, lo Stato Pontificio. Dal tardo Medioevo, nonostante numerosi sconvolgimenti politici, non ci sono stati grossi cambiamenti nello stanziamento della popolazione dall'inizio del X secolo alla fine del XIX secolo, quando iniziò la grande diaspora della popolazione italiana diretta soprattutto verso le Americhe. Nel secondo dopoguerra è cominciato un flusso di migrazione interno allo stato italiano dal Sud verso i poli industriali del nord, che ha spinto milioni di persone a trasferirsi in cerca di maggiori opportunità di lavoro. Proprio in questo periodo si è accentuato il processo di italianizzazione di massa dei cittadini italiani per mezzo della scuola e dei mass media, che hanno diffuso l'uso popolare della lingua italiana e alcuni costumi condivisi a livello nazionale. Dagli anni '80 è cominciato un massiccio processo di migrazione, che dura tuttora, verso l'Italia da parte di persone provenienti da zone meno sviluppate economicamente come Albania, Romania, Polonia, Ucraina, Africa e Maghreb in particolare, India, Cina, e Sud-Est Asiatico, che non sempre tendono ad integrarsi con la popolazione locale.

[modifica] Oriundi italiani e cittadini all'estero

Nei secoli XIX e XX, milioni d'italiani hanno lasciato l'Italia, soprattutto con destinazioni l'America del sud e il Nordamerica.[3] Oggi, ci sono milioni di oriundi italiani in differenti paesi del mondo, principalmente nel Brasile, Argentina e Stati Uniti mentre milioni di italiani (principalmente quelli emigrati in Europa) hanno conservato la loro cittadinanza e non possono quindi essere definiti oriundi.

Complessivamente nel mondo vi sono quasi 60 milioni di oriundi italiani e 4 milioni di cittadini che pur avendo conservato la residenza italiana vivono all'estero[3].

[modifica] Note


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