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Polonia - Wikipedia

Polonia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Repubblica di Polonia
Polonia - Bandiera
Polonia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: 

Informazioni
Nome completo: Repubblica di Polonia
Nome ufficiale: Rzeczpospolita Polska
Lingua ufficiale: polacco
Capitale: Varsavia  (1 676 000 ab. / 2004)
Politica
Governo: Repubblica parlamentare
Presidente: Lech Kaczyński
Primo Ministro: Donald Tusk
Indipendenza: 11 novembre 1918
Ingresso nell'ONU: 24 ottobre 1945 3
Ingresso nell'UE: 1° maggio 2004
Superficie
Totale: 312 685 km²  (68º)
 % delle acque: 2,6 %
Popolazione
Totale (2004): 38 626 349 ab.  (30º)
Densità: 123,5 ab./km²  
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Złoty
PIL (PPA)  (2006): 577.801 milioni di $  (24º)
PIL procapite (PPA)  (2007): 15.894 $  (34º)
ISU  (2005): 0,870 (alto)  (37º)
Energia: 0,35  kW/ab.
Varie
TLD: .pl, .eu
Prefisso tel.: +48
Sigla autom.: PL
Inno nazionale: Mazurek Dąbrowskiego
Festa nazionale: 3 maggio e 11 novembre

1 Vedi anche Motti non ufficiali della Polonia.
2 Bielorusso, Casciubo, Tedesco e Ucraino sono parlati in cinque voivodati. Non sono, comunque, considerati lingue ufficiali.
3 è uno dei 51 Stati membri che nel 1945 diedero vita all’ONU.
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Castello di Będzin
Castello di Będzin
Polonia 992-1025
Polonia 992-1025
La Confederazione Polacco-Lituana al suo apice
La Confederazione Polacco-Lituana al suo apice

La Polonia (in polacco Rzeczpospolita Polska, Repubblica di Polonia) è uno stato dell'Europa centrale con 38.626.349 abitanti e una superficie di 312.685 km². La capitale è Varsavia.

Confina a ovest con la Germania, a sud con la Repubblica Ceca e la Slovacchia, ad est con l'Ucraina e la Bielorussia, a nordest con la Lituania e l'exclave russa di Kaliningrad e a nord con il Mar Baltico.

La Polonia è una repubblica parlamentare; l'attuale presidente della repubblica è Lech Kaczyński, mentre il primo ministro (dal 9 novembre 2007) è Donald Tusk.

Lo stato polacco ha una storia lunga più di un millennio; nel XVI secolo, sotto la dinastia Jagellone, era uno dei più ricchi e potenti paesi d'Europa. Il 3 maggio 1791, la Confederazione Polacco-Lituana definì la Costituzione Polacca di Maggio, la prima costituzione scritta d'Europa. Poco dopo, la Polonia cessò di esistere per 123 anni, in quanto spartita tra Russia, Austria e Prussia. L'indipendenza venne riguadagnata nel 1918, in seguito alla Prima Guerra Mondiale, come Seconda Repubblica Polacca. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, divenne uno stato satellite dell'Unione Sovietica, conosciuto come Repubblica Popolare Polacca (Polska Rzeczpospolita Ludowa o PRL). Nel 1989, le prime elezioni parzialmente libere dopo la Seconda Guerra Mondiale, si conclusero con il movimento per la libertà che vinse contro il partito comunista. Nel 1999 la Polonia è stata ammessa alla NATO.

Indice

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi le voci Storia della Polonia, Presidenti della Polonia e Primi Ministri della Polonia.

L'antico regno polacco cominciò a prendere una forma unitaria nella metà del X secolo, sotto la dinastia dei Piast. Nel XII secolo, la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel 1241 vennero depredati dalle armate Mongole dell'Orda d'Oro. Sotto la dinastia Jagellone, venne accordata un'alleanza con la vicina Lituania, e l'epoca d'oro arrivò nel XV secolo con l'unione tra i due stati (Unione di Lublino), nella Confederazione Polacco-Lituana. I sudditi polacchi godevano di grande libertà e un sistema parlamentare, anche se i benefici di quest'ultimo erano limitati alla szlachta (nobiltà). Da quel tempo i polacchi si sono dati il nome di Nazione della gente libera.

Nella metà del '600, una ribellione di cosacchi condotta da Bohdan Chmielnicki diede inizio all'epoca turbolenta del Potop (Diluvio). Vi furono numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel 1699. Nei successivi 80 anni, lo svanire del potere centrale ed il raggiungimento di un punto morto nelle istituzioni indebolirono la nazione, portando alla sottomissione da parte della Russia. L'Illuminismo in Polonia fermentò un crescente movimento nazionale per restaurare lo stato, il cui risultato fu la prima costituzione scritta di Europa, nel 1791, la Costituzione Polacca di Maggio (festeggiata ancora oggi il 3 maggio). Il processo di riforme causò un intervento esterno e una serie di spartizioni della Polonia fra i tre imperi di Austria, Russia e Prussia nel 1772, 1793 e 1795; al termine, la Polonia venne completamente cancellata dalle carte geografiche. I polacchi risentirono la mancanza di libertà e più volte si ribellarono contro gli oppressori (vedi Elenco delle ribellioni polacche).

Napoleone creò uno stato dipendente dalla Francia in territorio polacco, il Granducato di Varsavia, governato da Federico Augusto I di Sassonia. Dopo le guerre napoleoniche, una ricostituzione dello stato polacco, il Regno di Polonia conosciuto come "Polonia del Congresso", governato dallo zar russo, possedeva una costituzione liberale. Tuttavia gli tsar Russi ridussero presto le libertà della Polonia, finché la Russia annesse di fatto il paese. Più tardi, nel XIX secolo, la Galizia governata dall'Austria divenne l'oasi polacca di libertà. Durante la Prima guerra mondiale tutti gli alleati concordarono nella ricostituzione della Polonia come stato cuscinetto tra Germania e Unione Sovietica ed il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson la proclamò nel punto 13 dei suoi quattordici punti.

Poco dopo la capitolazione della Germania nel novembre 1918, la Polonia riguadagnò l'indipendenza come Seconda Repubblica Polacca. Ad oriente però la tensione crebbe nei confronti della Russia, allora alle prese con una guerra civile. Dopo qualche tentativo diplomatico, i polacchi ruppero gli indugi, attaccando le truppe russe a Zitomir sulla strada per Kiev che sarà presa il 6 maggio. Lo scenario cambiò nel giro di un altro mese con la controffensiva sovietica; a metà di questa gli inglesi si offrirono di mediare le trattative, ma a questo punto fu la Russia Bolscevica a rifiutare e voler continuare l'offensiva che la porterà fino alle porte di Varsavia. La Polonia cambiò le sorti della guerra ancora una volta con una delle battaglie più decisive della storia, definita dai giornali dell'epoca, "il miracolo della Vistola". Nel contrattacco che ne seguì, la Polonia occupò buona parte della Bielorussia, il territorio di Vilna, e la parte più occidentale dell'Ucraina.

La Russia bolscevica, ancora alle prese con la propria guerra civile e con disordini interni, desistette dalla lotta, e col Trattato di Riga del 1921 riconobbe le conquiste polacche in Bielorussia e in Ucraina, fissando il confine russo-polacco circa 250 km. più a est della linea proposta da Lord Curzon. Il territorio di Vilna, rivendicato dalla Lituania con l'assenso dei russi, fu poi annesso alla Polonia nel 1922, tramite plebiscito. Tali confini restarono sostanzialmente invariati fino al settembre del 1939, tranne l'acquisizione di Cieszyn/Teschen a spese della Cecoslovacchia.

La seconda repubblica polacca durò fino agli inizi della seconda guerra mondiale nel 1939, quando la Germania di Hitler l'invase e l'Unione Sovietica, poiché impreparata ad uno scontro frontale con l'impero nazista, decise di stipulare un trattato di non aggressione con la Germania, che prevedeva tra l'altro la spartizione della Polonia.

[modifica] La seconda guerra mondiale

La Polonia era completamente impreparata di fronte alla velocità e la violenza degli attacchi nazisti, per via del fallimento nella modernizzazione dell'esercito. Tutto il paese soffrì gravemente durante il periodo dell'occupazione, (vedi anche Governatorato Generale), anche perché tra tutte le nazioni coinvolte nella guerra, la Polonia perse la percentuale maggiore di cittadini: più di 6 milioni morirono, metà dei quali ebrei polacchi.

[modifica] Dopo la II guerra mondiale - il regime comunista

Dopo la guerra, le frontiere della Polonia vennero spinte ad Ovest; il confine est alla linea Curzon e il confine ovest alla linea Oder-Neisse. Dopo lo spostamento la Polonia perse 76.000 km², il 20% del suo territorio d'anteguerra. Lo spostamento delle frontiere causò anche la migrazione di milioni di persone, polacchi, tedeschi, Ucraini ed Ebrei. Finalmente la Polonia divenne, per la prima volta nella storia, un paese etnicamente unito.

La vittoria dell'Unione sovietica portò un governo comunista in Polonia, come del resto in molti paesi del Blocco sovietico. Nel 1948 una svolta verso lo Stalinismo portò un altro periodo di governo totalitario. La Repubblica Popolare di Polonia, venne ufficialmente proclamata nel 1952. Nel 1956 dopo una rivolta il regime divenne più liberale, liberando molte persone dalle prigioni ed espandendo un po' le libertà personali.
Gli scioperi dei lavoratori nel 1980 e l'interesse degli USA di penetrare in territorio sovietico portarono alla formazione di un sindacato indipendente, "Solidarność", che con il tempo divenne una forza politica, appoggiata ufficialmente da Vaticano e dagli ambienti occidentali europei.

[modifica] La democrazia

"Solidarność" erose il dominio del partito comunista; nel 1989 vinse le elezioni parlamentari (vedi Rivoluzioni del 1989) e Lech Wałęsa divenne presidente. Vennero riconosciuti diversi diritti civili e umani, tra cui la libertà di parola e la democrazia. La transizione dall'economia centralizzata all'economia di mercato non fu facile. I capitali occidentali dilagarono nel Paese, la popolazione perse alcune conquiste civili e sindacali: miseria, indigenza, criminalità e illegalità fiorirono nel neocapitalismo polacco.

Un programma di terapia shock nei primi anni 1990 permise alla nazione di trasformare la sua economia in una delle più robuste (secondo i criteri dell'economia neoliberale) dell'Europa centrale. La Polonia fu il primo tra i paesi post-comunisti a riguadagnare sul PIL. A fronte di milioni di indigenti spesso costretti a emigrare per sopravvivere, una minoranza neoborghese polacca gode la ricchezza e i vantaggi della "democrazia".

Organizzazioni internazionali
Membro ONU dal: 24 ottobre, 1945
Membro NATO dal: 1999

La Polonia entrò nella NATO il 12 marzo 1999. L'8 giugno 2003 il 77,4% dei polacchi in un referendum approvò l'adesione all'Unione Europea. Nell'ottobre 2005 si sono svolte le elezioni presidenziali che hanno portato all'elezione di Lech Kaczyński.

La bandiera:il vessillo nazionale della Polonia è una delle bandiere europee più semplici: una banda superiore bianca, e una inferiore rossa, di uguale larghezza. La bandiera polacca è stata conservata nelle sue forme originarie per tutto il periodo del governo comunista, a differenza di quelle di quasi tutti gli altri Stati sottomessi al dominio sovietico. Questa bandiera, con i colori rovesciati (rosso in alto), diventa il vessillo del Principato di Monaco e dell' Indonesia.

[modifica] Relazioni con l'Unione Europea

[modifica] Politica

Sala del Sejm
Sala del Sejm

La repubblica polacca è una democrazia parlamentare, la sua costituzione corrente è datata 1997. Il Parlamento è formato da due camere (Sejm e Senat) e ha il potere legislativo. I partiti rappresentati in parlamento formano una coalizione di governo da un lato e l'opposizione dall'altro.

Il potere esecutivo viene esercitato da un Presidente dei ministri e un Consiglio dei Ministri, che vengono nominati dal Capo di Stato e che condividono con questo alcune competenze (difesa nazionale, politica estera).

Il Presidente della Repubblica viene eletto a suffragio diretto, al pari della camere del Sejm e del Senato, a cui compete la funzione legislativa e il controllo politico sul governo. Il presidente attuale è Lech Kaczyński. La struttura del governo è centrata sul Consiglio dei Ministri, guidato dal Primo Ministro. Il presidente nomina il segretario conformemente alle proposte del Primo Ministro, solitamente dalla maggioranza nel Sejm. I votanti polacchi, eleggono un parlamento di due camere (Assemblea Nazionale, o Zgromadzenie Narodowe), consistente in 460 membri della camera bassa, il Sejm, e 100 membri del Senato (Senat). Con l'eccezione dei gruppi di minoranze etniche, solo i partiti politici che hanno ricevuto almeno il 5% dei voti possono entrare nel Sejm. La branca giudiziaria ha un ruolo minore nel prendere le decisioni. Le maggiori istituzioni sono la Corte Suprema (Sąd Najwyższy, giudici nominati dal presidente della repubblica sotto raccomandazione del Concilio Nazionale della Giustizia per un periodo indefinito), e il Tribunale Costituzionale (Trybunał Konstytucyjny, giudici scelti dal Sejm con nove anni di carica). Il Sejm (sotto approvazione del Senato), nomina il Difensore Civico o il Commissario per la Protezione dei Diritti Civili (Rzecznik Praw Obywatelskich), per una carica di cinque anni. Il Difensore Civico ha il dovere di vigilare l'osservanza e la realizzazione dei diritti e delle libertà dei cittadini, la legge e i principi della vita e della giustizia sociale.

[modifica] Governo

Ministro Nome Partito
Ministro degli Affari Esteri Radosław Tomasz Sikorski Piattaforma Civica
Ministro dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale Marek Sawicki Partito Popolare Polacco
Ministro dell’Ambiente Maciej Nowicki Piattaforma Civica
Ministro della Cultura Bogdan Zdrojewski Piattaforma Civica
Ministro della Difesa Nazionale Bogdan Klich Piattaforma Civica
Ministro dell’Economia Waldemar Pawlak Partito Popolare Polacco
Ministro delle Finanze Jan Vincent-Rostowski Indipendente
Ministro della Giustizia Zbigniew Ćwiąkalski Indipendente
Ministro delle Infrastrutture Cezary Grabarczyk Piattaforma Civica
Ministro dell’Interno e dell’Amministrazione Grzegorz Schetyna Piattaforma Civica
Ministro dell’Istruzione Nazionale Katarzyna Hall Indipendente
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Jolanta Fedak Partito Popolare Polacco
Ministro della Salute Ewa Kopacz Piattaforma Civica
Ministro della Scienza e dell’Università Barbara Kudrycka Indipendente
Ministro dello Sport e del Turismo Mirosław Drzewiecki Piattaforma Civica
Ministro dello Sviluppo Regionale Elżbieta Bieńkowska Indipendente ma in quota Piattaforma Civica

[modifica] Divisioni amministrative

Divisioni amministrative della Polonia
Divisioni amministrative della Polonia
Per approfondire, vedi la voce Voivodati della Polonia.

Dal 1 gennaio 1999, la Polonia è suddivisa in 16 voivodati. Ogni voivodato (Województwa, singolare - Województwo) ha un proprio organo parlamentare, un rappresentante ("maresciallo") e un presidente dei ministri:

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia della Polonia.
Topografia
Topografia

La Polonia è uno stato dell'Europa centro-orientale situato ad est della Germania. In generale, è un Paese che consiste in una pianura estesissima che si estende dal Mar Baltico a nord fino ai Monti Carpazi a sud. All'interno della pianura, le variazioni della composizione della terra si estendono generalmente in fasce orizzontali, che corrono da est verso ovest.

La costa del Mar Baltico manca di porti naturali, eccetto che per quelli di Danzica e di Stettino nel nord-est. La regione a nord-est del Paese, chiamato il Distretto dei Laghi, è scarsamente popolata e manca di risorse per l'agricoltura e l'industria. A sud ed a ovest del Distretto dei Laghi si estende una vasta regione pianeggiante che corre fino ai Sudeti (a sud-ovest) al confine con la Repubblica Ceca e la Slovacchia e fino al Carpazi al confine con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l'Ucraina (a sud-est).

Il Paese si estende per 649 km da nord a sud e per 689 km da est a ovest. L'area totale della Polonia è di 312.683 km², incluse le acque che giacciono all'interno della nazione, che coprono un'area di poco minore a quella del Nuovo Messico. I paesi confinanti sono la Germania ad ovest, la Repubblica Ceca e la Slovacchia a sud, l'Ucraina e la Bielorussia a est, la Lituania e la provincia (exclave) russa di Kaliningrad a nord-est.

[modifica] Città

città abitanti (2006) voivodati
1 Herb Warszawy Varsavia (Warszawa) 1 697 596 Masovia
2 Herb Łodzi Łódź 767 628 Łódź
3 Herb Krakowa Cracovia (Kraków) 756 629 Piccola Polonia
4 Herb Wrocławia Breslavia (Wrocław) 635 932 Bassa Slesia
5 Herb Poznania Poznań (Posnania) 567 882 Grande Polonia
6 Herb Gdańska Danzica (Gdańsk) 458 053 Pomerania
7 Herb Szczecina Stettino (Szczecin) 411 119 Pomerania Occidentale
8 Herb Bydgoszczy Bydgoszcz 366 074 Cuiavia-Pomerania
9 Herb Lublina Lublino (Lublin) 354 967 Lublino
10 Herb Katowic Katowice 317 220 Slesia
11 Herb Białegostoku Białystok 294 864 Podlachia
12 Herb Gdyni Gdynia 252 791 Pomerania
13 Herb Częstochowy Częstochowa (Cestocova) 246 890 Slesia
14 Herb Radomia Radom 227 018 Masovia
15 Herb Sosnowca Sosnowiec 226 034 Slesia
16 Herb Kielc Kielce 208 193 Santacroce
17 Herb Torunia Toruń 208 007 Cuiavia-Pomerania
18 Herb Gliwic Gliwice 199 451 Slesia
19 Herb Zabrza Zabrze 191 247 Slesia
20 Herb Bytomia Bytom 187 943 Slesia
21 Herb Bielska-Białej Bielsko-Biała 176 987 Slesia
22 Herb Olsztyna Olsztyn 176 864 Varmia-Masuria
23 Herb Rzeszowa Rzeszów 170 722 Precarpazi
24 Herb Rudy Śląskiej Ruda Śląska 146 582 Slesia
25 Herb Rybnika Rybnik 141 580 Slesia
26 Herb Tych Tychy 131 153 Slesia
27 Herb Dąbrowy Górniczej Dąbrowa Górnicza 130 128 Slesia
28 Herb Opola Opole 128 268 Opole
29 Herb Płocka Płock 127 461 Masovia
30 Herb Elbląga Elbląg 127 275 Varmia-Masuria
31 Herb Wałbrzycha Wałbrzych 126 465 Bassa Slesia
32 Herb Gorzowa Wielkopolskiego Gorzów 125 416 Lubusz
33 Herb Włocławka Włocławek 119 939 Cuiavia-Pomerania
34 Herb Zielonej Góry Zielona Góra 118 221 Lubusz
35 Herb Tarnowa Tarnów 117 560 Piccola Polonia
36 Herb Chorzowa Chorzów 114 686 Slesia
37 Herb Kalisza Kalisz 108 841 Grande Polonia
38 Herb Koszalina Koszalin 107 887 Pomerania Occidentale
39 Herb Legnicy Legnica 105 750 Bassa Slesia
40 Herb Słupsky Słupsk 104 964 Pomerania
41 Herb Grudziądzsky Grudziądz 100 000 Cuiavia-Pomerania
42 Herb Jaworznowsky Jaworzno 96 606 Slesia
43 Herb Jastrzębsky Jastrzębie-Zdrój 94 100 Slesia

[modifica] Economia

Per approfondire, vedi la voce Economia della Polonia.
Varsavia finanza centro
Varsavia finanza centro
Container terminal del porto di Gdańsk
Container terminal del porto di Gdańsk
Złoty, la moneta polacca.
Złoty, la moneta polacca.

Da quando è tornata la democrazia, la Polonia ha perseguito fedelmente una politica di liberalizzazione dell'economia, e oggi risalta come uno dei più fortunati esempi di transizione dal comunismo ad un'economia di mercato.

La privatizzazione di piccole e medie compagnie statali e la presenza di una legge liberale nell'istituire nuove ditte ha permesso il rapido sviluppo di un aggressivo settore privato, ma senza alcuno sviluppo delle organizzazioni per i diritti dei consumatori. La ristrutturazione e la privatizzazione di settori importanti come carbone, acciaio, ferrovie ed energie, è cominciata. Le più grandi privatizzazioni fino ad ora sono state la vendita di Telekomunikacja Polska, la telecom nazionale, alla France Telecom (2000); e un'emissione del 30% delle azioni della più grande banca polacca, PKO BP, nel mercato polacco (2004).

La Polonia ha un ampio settore agricolo di fattorie private, ed è il principale produttore di cibo nell'Unione Europea. Riforme strutturali negli ambiti della salute, educazione, pensioni e amministrazione di stato sono sfociate in una pressione fiscale sopra le aspettative. Varsavia guida le regioni dell'Europa centrale negli investimenti stranieri e ha bisogno di un continuo afflusso. Il PIL è cresciuto molto tra il 1993 e il 2000, mentre c'è stato un rallentamento tra 2001 e 2002. Il prospetto di una maggiore integrazione con l'Unione Europea ha poi rimesso l'economia in pista, con una crescita annuale del 3.7% nel 2003, in crescita rispetto all'1.4% del 2002. Nel 2004 la crescita ha superato il 5%.

Tassi di crescita annuale per i seguenti trimestri:

  • Q1 2003 - 2,2 %
  • Q2 2003 - 3,8 %
  • Q3 2003 - 3,9 %
  • Q4 2003 - 4,7 %
  • Q1 2004 - 6,9 %
  • Q2 2004 - 6,1 %
  • Q3 2004 - 4,8 %
  • Q4 2004 - 3,9 %

Sebbene l'economia polacca attualmente stia attraversando una fase di boom economico, ci sono molti dubbi sul futuro. Il compito più notevole all'orizzonte è la preparazione dell'economia (tra le continue e profonde riforme strutturali), all'accesso della Polonia nei restrittivi criteri per poter adottare la moneta unica europea. Ci sono molte opinioni riguardo a quando la Polonia sarà pronta per entrare nella zona euro, comunque nella migliore delle ipotesi questo dovrebbe avvenire tra il 2009 e il 2013. Attualmente, la valuta polacca è lo Złoty, che ha un cambio pari a circa 3,5 zł/euro.

[modifica] Trasporti

Per approfondire, vedi la voce Strade e autostrade in Polonia.
Aeroporto di Posnania
Aeroporto di Posnania

Per gli standard dell'Europa Occidentale, la Polonia ha un'infrastruttura relativamente povera di strade, autostrade, idrovie e ferrovie. La lunghezza totale delle ferrovie in Polonia è di 23.420 km. La lunghezza totale delle strade è di 364.657 km. C'è un totale di 9.283.000 automobilisti patentati in Polonia e 1.762.000 camionisti.

La Polonia ha 8 aeroporti principali, in un totale di 122 aeroporti e campi di aviazione, e 3 eliporti. La lunghezza totale dei fiumi e canali navigabili è di 3.812 km. La flotta mercantile della Polonia consiste di 114 navi, in addizione a 100 navi registrate fuori dal paese. I principali porti sono a Danzica, Gdynia, Kołobrzeg, Stettino, Świnoujście, Ustka, Varsavia e Breslavia.


[modifica] Telecomunicazioni

In Polonia, le azioni del settore delle telecomunicazioni nella produzione del PIL, era del 4.4% nel 2000, in crescita rispetto al 2.5% del 1996. Ciò nonostante, a dispetto delle grandi spese per l'infrastruttura del settore (la copertura è cresciuta da 78 utenti per 1000 abitanti nel 1989 ai 282 del 2000), il settore è ancora sottosviluppato. La densità delle stazioni televisive varia da regione a regione, con molti buchi nelle zone rurali. I principali gestori di telefonia fissa in Polonia sono: Telekomunikacja Polska [Dialog]è Netia. I gestori di telefonia mobile sono: Era, Orange, Plus, Heyah, Sami Swoi, Play.


[modifica] Demografia

Per approfondire, vedi la voce Polacchi.
Demografia della Polonia 1961-2003
Demografia della Polonia 1961-2003

Nella sua storia la Polonia ha ospitato molte lingue, culture e religioni. Comunque, il risultato della Seconda Guerra Mondiale, e la seguente migrazione ad ovest nell'area fra la Linea Curzon e la Linea Oder-Neisse, ha dato alla Polonia una certa omogeneità. 36.983.700 persone, il 96.74%, oggi si considerano polacchi; 471.500 (1.25%) hanno dichiarato un'altra nazionalità; 774.900 (2.03%) non hanno dichiarato alcuna nazionalità. Le minoranze etniche ufficialmente riconosciute includono: Tedeschi, Ucraini, Lituani, Ebrei e Bielorussi. La lingua polacca, del ceppo delle lingue slave, è quella ufficiale, ma nel Voivodato di Pomerania oltre 50.000 persone parlano una lingua slava affine ma diversa dal polacco, il casciubo.

[modifica] Religione

Per approfondire, vedi la voce Chiesa cattolica polacca.

I polacchi sono per la maggior parte cattolici e il 75% è praticante. Il resto della popolazione consiste in minoranze ortodosse (500.000 persone) e protestanti (circa 100.000 appartenenti alle chiese protestanti tradizionali e 127.000 Testimoni di Geova). Ridotta invece ai minimi termini la storica comunità ebraica (circa 3 milioni di persone nel 1939) a causa della Shoah e della successiva emigrazione in Israele dei superstiti. In Polonia esiste anche una piccola minoranza neopagana (approssimativamente poche migliaia di persone), attiva dall'inizio del XIX secolo. Attualmente esistono due istituzioni principali che amministrano il Neopaganesimo slavo (religione neopagana ispirata all'antica spiritualità slava), ovvero la Chiesa nativa polacca e la Chiesa slava polacca.

[modifica] Cultura

Per approfondire, vedi la voce Cultura della Polonia.

Secondo Reporter Senza Frontiere, la libertà di stampa della Polonia nel 2004 era al 32° posto su 164 paesi.

[modifica] Musica

Ampia importanza ha, nella vita culturale polacca, la musica. I generi ascoltati sono dei più svariati e frequente è l'ascolto in lingue diverse dal polacco o dall'[[Lingua inglese|inglese] Fra i cantanti polacchi possiamo citare: i Sistars, i Goya, Kayah, Kasia Kowalska, Edyta Górniak, Krzysztof Krawczyk.

[modifica] Cucina

Un piatto tipico della cucina polacca è il Bigos.

[modifica] Galleria Immagini

[modifica] Note

  1. ^ Decisione del Consiglio dell'Unione europea del 14 aprile 2003 relativa all'ammissione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca all'Unione ((PDF) GU UE L 236 del 23.9.2003)
  2. ^ Trattato tra il Regno del Belgio, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, l'Irlanda, la Repubblica italiana, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica portoghese, la Repubblica di Finlandia, il Regno di Svezia, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord (Stati membri dell'Unione europea) e la Repubblica ceca, la Repubblica di Estonia, la Repubblica di Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, la Repubblica di Ungheria, la Repubblica di Malta, la Repubblica di Polonia, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca relativo all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca all'Unione europea ((PDF) GU UE L 236 del 23.9.2003)

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Polonia su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Polonia")
Siti del governo
Siti in inglese
Portali
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II
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