Rivolta di Poznań
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gli operai di Poznań, in Polonia, insorsero il 28 giugno 1956 al grido di pane e libertà contro il regime oppressivo mantenuto dai sovietici. La rivolta fu repressa nel sangue con i carri armati dal generale sovietico Konstantin Rokossovsky, allora ministro della guerra polacco. Gli operai uccisi dai militari furono circa 100.
La rivolta diffuse un vivo fermento in tutta la Polonia, che si propagò anche in Ungheria sino a esplodere nella insurrezione del 23 ottobre. Per allontanare il pericolo di una sollevazione in Polonia, i russi furono costretti ad allentare le redini della dittatura aprendo qualche spiraglio di libertà nel Paese.
Furono liberati in quella circostanza il cardinale Stefan Wyszyński, nonché il dirigente comunista Władysław Gomułka, nel 1949 imprigionato sotto l'accusa di titoismo.
[modifica] Il PCI e i fatti di Poznań
L'Unità approvò la repressione e in quei giorni scrisse:
« La responsabilità per il sangue versato ricade su un gruppo di spregevoli provocatori che hanno approfittato di una situazione temporanea di disagio in cui versavano Poznan e la Polonia » |
[modifica] Voci correlate
- Destalinizzazione
- Nikita Khruščёv
- Moti operai del 1953 in Germania Est
- Trattato di Stato austriaco
- XX Congresso del PCUS
- Rivoluzione ungherese del 1956
- Crisi di Suez
- Teoria del domino
- Portale Guerra fredda: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di guerra fredda