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Turchia - Wikipedia

Turchia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Turchia
Turchia - Bandiera
Turchia - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: Yurtta sulh, cihanda sulh (Pace in patria, pace nel mondo)

Informazioni
Nome completo: Repubblica di Turchia
Nome ufficiale: Türkiye Cumhuriyeti
Lingua ufficiale: Turco
Capitale: Ankara  (3,763,591 ab.)
Politica
Governo: Repubblica parlamentare
Presidente: Abdullah Gül
Primo Ministro: Recep Tayyip Erdoğan
Indipendenza: Impero Ottomano:1299 Repubblica di Turchia:1923
Ingresso nell'ONU: 24 ottobre 1945 1
Superficie
Totale: 783,562.38 km²  (36º)
 % delle acque: 1,3 %
Popolazione
Totale (2007): 70,586,256 ab.  (17º)
Densità: 91 ab./km²  
Geografia
Continente: Europa e Asia
Fuso orario: UTC +2
Economia
Valuta: Nuova lira turca
PIL (PPA)  (2008): 941.584[1] milioni di $  (15º)
PIL procapite (PPA)  (2008): 13,511[2] $  (60º)
ISU  (2005): 0,775 (medio)  (83º)
Energia:
Varie
TLD: .tr
Prefisso tel.: +90
Sigla autom.: TR
Inno nazionale: İstiklâl Marşı
Festa nazionale: 29 ottobre

È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all’ONU nel 1945.
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La Repubblica di Turchia (in turco Türkiye Cumhuriyeti) è uno stato il cui territorio comprende l'estrema parte orientale della Tracia, in Europa, e la penisola dell'Anatolia, cinta a sud dal Mar Mediterraneo, ad ovest dal Mar Egeo, a nord-ovest dal Mar di Marmara ed a nord dal Mar Nero, tradizionalmente considerata la propaggine più occidentale del continente asiatico. La Turchia confina a nord-ovest con la Grecia e la Bulgaria, a nord-est con la Georgia, ad est con l'Armenia, l'Azerbaijan e l'Iran, a sud-est con l'Iraq ed a sud con la Siria.

La Turchia si estende su una superficie di 783,562 km², e nell'ultimo censimento (2007) è risultata avere 70,586,256 abitanti, professanti perlopiù la religione musulmana; sono presenti piccole minoranze cristiane (soprattutto ortodosse, ma anche cattoliche) ed ebraiche, mentre poco diffuso è l'ateismo.

La capitale è Ankara, una delle tre grandi città turche insieme a İzmir e İstanbul; quest'ultima è la più grande metropoli del paese, nonché il maggior centro industriale e commerciale.

Lingua ufficiale è il turco, ma sono presenti moltissime minoranze linguistiche.

La moneta ufficiale è la nuova lira turca (YTL, Yeni türk lirası). Il presidente della Repubblica Turca è attualmente Abdullah Gül, mentre il primo ministro in carica è Recep Tayyip Erdoğan.

Indice

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia della Turchia.
La spiaggia di Ölüdeniz vicino a Fethiye nella Riviera Turca
La spiaggia di Ölüdeniz vicino a Fethiye nella Riviera Turca

La Turchia è più di due volte e mezzo estesa dell'Italia. La Turchia è occupata da catene montuose che vanno da est ad ovest: i monti Pontici (Karadeniz Sıradağları) e i monti del Tauro. La massima altitudine è raggiunta dal monte Ararat (5165 m) altre montagne sono l'Elmadag, il Karabuk e il Bozdaglar. La catena montuosa dell'Abant Daglari (altitudine massima 1.794 m) si trova nella parte settentrionale del paese. Tra le vette del paese c'è anche il vulcano Erciyes Dağı, oramai spento.

I fiumi più importanti sono il Tigri e l'Eufrate, a cui si aggiungono il Meriç, l'Ergene e il Gediz.

Il territorio si suddivide in tre diverse zone climatiche: sulla costa del Mar Mediterraneo si hanno estati molto calde e inverni miti, sulle montagne del Tauro il clima è più umido, mentre il resto del paese ha un clima più caldo e secco.

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia della Turchia.

[modifica] Età antica e Medioevo

La Penisola Anatolica è stata la culla di una moltitudine di civiltà e di organizzazioni statali durante tutto il corso della storia dell'umanità. Tra le varie civiltà che vi si svilupparono nell'antichità, ricordiamo gli Ittiti, i Frigi, i Traci, i Lidii, gli Armeni e gli Elleni(Greci). Incorporata negli Imperi Persiano, Macedone, Romano e Bizantino, l'Anatolia ne seguì le vicissitudini, finché non fu invasa dalla stirpe tribale degli Oghuz, di etnia, turca a partire dall'XI secolo, a seguito della vittoria sull'esercito bizantino di Romano IV Diogene ottenuta nella battaglia di Manzicerta. Gli elementi turcomanni furono presto organizzati in gran parte sotto il vessillo dei turchi Selgiuchidi, i quali fondarono una fiorente e potente organizzazione statale con capitale Isfahan (i cosiddetti "Grandi Selgiuchuidi") e uno stato anatolico (i cosiddetti "Selgiuchidi di Ruma"), entrambi distrutti nel corso delle grandi invasioni Mongole. Altra struttura statale turca in Anatolia fu quella dei Danishmendidi.

[modifica] La conquista ottomana

Moschea Blu in Istanbul
Moschea Blu in Istanbul

Nel corso del XIV e del XV secolo gli Ottomani, anch'essi componenti della tribù turca degli Oghuz, riuscirono a imporre la propria egemonia oltre che in Anatolia anche su parti sempre più vaste del mondo bizantino e, successivamente, nella Penisola Balcanica: espansione coronata dalla conquista di Costantinopoli da parte del sultano Mehmet il Conquistatore (in Turco Fatih Sultan Mehmet) nel 1453.

Sotto i suoi successori l'Impero Ottomano continuò una politica di espansione che lo portò ad essere, alla metà del XVI secolo, durante il regno del sultano Solimano il Magnifico, la prima potenza militare ed economica d'Europa e del bacino del Mediterraneo. Con Mehmet III (1566 - 1603) l'impero subì tuttavia i suoi primi importanti insuccessi che, dal XVII secolo divennero la dimostrazione di una crescente e sempre più ingovernabile crisi militare, economica e politica.

[modifica] Fine dell'Impero e nascita della Repubblica

Via İstiklal in Istanbul
Via İstiklal in Istanbul

Iniziò pertanto una decadenza politica e militare dell'Impero Ottomano, etichettato ad un certo punto come Il malato d'Europa, decadenza che culminò al termine della Prima Guerra Mondiale con la sua dissoluzione e la spartizione delle residue province tra le potenze vincitrici.

Il porto di Smirne
Il porto di Smirne

In questo contesto emerse la figura di Mustafa Kemal, un ufficiale del disciolto esercito Ottomano, eroe di guerra per il ruolo avuto nella battaglia di Gallipoli, che riuscì a coagulare attorno a sé un esercito di resistenza che con una serie di vittorie liberò la Penisola Anatolica dagli eserciti delle potenze occupanti. La Repubblica Turca fu quindi fondata nel 1923, e Mustafa Kemal ne divenne il primo Presidente, carica che mantenne fino alla morte; sotto la sua guida ed i dettami della sua dottrina, il cosiddetto Kemalismo, la Turchia venne trasformata in uno stato moderno e secolare, sullo stampo delle democrazie occidentali.

Tra le varie riforme attuate da Mustafa Kemal sicuramente la più importante è quella linguistica (riforma linguistica turca), mediante la quale la lingua turca fu epurata dai prestiti arabi e persiani per introdurvi parole di origine turca o di nuova formazione. Importante fu inoltre l'adozione di una variante leggermente modificata dell'alfabeto Latino, più adatto alla lingua turca che, presentando otto vocali, mal si prestava ad essere scritta tramite l'alfabeto arabo. Durante la presidenza di Kemal inoltre venne imposto l'uso del cognome in sostituzione dell'uso orientale del patronimico (per l'occasione il parlamento Turco onorò Mustafa Kemal con il cognome Atatürk, in Turco Padre dei Turchi) ed il suffragio universale fu esteso anche alle donne (che in molti paesi europei non godevano ancora di questo diritto). Mustafa Kemal, inoltre, per modificare l'immagine del proprio paese, invitò il popolo a vestire abiti occidentali (senza tuttavia proibire l'uso di quelli tradizionali, fatta eccezione che per il fez, tipico copricapo turco che aveva sostituito il turbante nel XIX secolo).

[modifica] Dalla seconda metà del XX secolo ad oggi

Ponte del Bosforo
Ponte del Bosforo
Istanbul
Istanbul

La Turchia non partecipa alla Seconda guerra mondiale. Nel 1951 entrò a far parte della NATO, diventando uno dei paesi cardine dell'alleanza, con un esercito convenzionale secondo tra i paesi membri soltanto a quello degli USA. L'esercito turco ha giocato un ruolo centrale nella storia moderna della Turchia, assurgendo a custode ultimo dei principi di laicità ed occidentalità, a volte arrivando addirittura ad interrompere la dinamica parlamentare con una serie di tre colpi di stato (1960, 1971, 1980) seguiti da brevi governi militari volti ufficialmente a ristabilire i principi del Kemalismo, in realtà, a parte il primo caso, a reprimere duramente l'opposizione sindacale e politica. Negli ultimi anni l'esercito turco ha evitato il ricorso ai colpi di stato, però non ha mai rinunciato al suo ruolo di custode della Repubblica, come nel cosiddetto colpo di stato post-moderno con cui alla fine degli anni '90 del XX secolo venne disciolto il partito islamico allora al governo. In particolare, lo Stato Maggiore delle Forze Armate controlla le dinamiche politiche attraverso L'MGK (Consiglio di Sicurezza Nazionale), le cui "raccomandazioni" sono pressoché ineludibili da parte delle istituzioni politiche.

Gli ultimi governi della Turchia (paese membro del Consiglio d'Europa, paese associato alla Comunità Economica Europea dal 1963 e successivamente all'Unione Europea, con cui è in unione doganale dal 1996) stanno riformando ulteriormente lo stato per entrare nell'Unione Europea, a cui è ufficialmente paese candidato dal Consiglio Europeo di Helsinki del 1999. Nel 2005 sono iniziati ufficialmente i negoziati per l'ingresso nell'Unione Europea.

Tra i vari problemi da risolvere oltre che l'adozione dell'acquis comunitario, ci sono: la questione del coinvolgimento turco del Nord a Cipro del Sud, la cui parte settentrionale, sede di Repubblica Turca di Cipro Nord, fu protetto dall'esercito turco dal 1974; la questione delle minoranze curde, sfociata negli ultimi vent'anni del XX secolo in un'aperta ribellione dei terroristi del PKK, gruppo terroristico riconosciuto come tale dall'UE e dagli USA, contro la repressione dello Stato messa in atto con l'ultimo golpe, e continuata in maniera altrettanto dura fino ai nostri giorni ma soprattutto contro la politica iniziata da Mustafa Kemal, che ha negato il diritto a parlare lingue diverse dal turco. Con le ultime riforme costituzionali messe in atto dal governo Erdoğan è stata concessa anche la libertà di parlare la propria madre-lingua a tutti coloro che vivono in Turchia, come pure la libertà di professare liberamente ideologie come quelle anarchica e comunista.

[modifica] Divisione amministrativa

Per approfondire, vedi le voci Regioni della Turchia, Province della Turchia e Distretti della Turchia.

La Turchia è divisa amministrativamente in 81 province (Iller plurale, il singolare) a capo di ciascuna delle quali è un governatore (detto vali) nominato dal governo centrale.

Le province sono a loro volta suddivise in distretti (plurale ilçeler, singolare ilçe) per un totale di 923. Il distretto centrale (capoluogo della provincia) è amministrato da un "vicegovernatore" designato, mentre gli altri distretti sono amministrati da un "sottogovernatore" (kaymakam).

Le province della Turchia sono raggruppate in 7 regioni, che sono stati originariamente definite in occasione del Primo Congresso di Geografia tenutosi ad Ankara nel 1941. Il principale elemento della suddivisione in 7 regioni sono state le omogeneità di condizioni climatiche del territorio corrispondente (temperatura, precipitazioni, ecc). Queste regioni hanno solo fini statistici e non si riferiscono ad una divisione amministrativa.

[modifica] Città principali

Mappa indicante le città più popolose della Turchia
Mappa indicante le città più popolose della Turchia

La città più popolosa della Turchia è Istanbul con oltre 11 milioni di abitanti.

Di seguito l'elenco delle citta' con oltre 300 mila abitanti, secondo stime del 1° Gennaio 2008 [3].

[modifica] Politica

Grande Assemblea Nazionale della Turchia in Ankara
Grande Assemblea Nazionale della Turchia in Ankara

La Turchia è una repubblica parlamentare sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1923 ed è stato uno dei primi paesi a concedere ai suoi cittadini il suffragio elettorale universale, benché fino agli anni '50 sia stata retta da un sistema a partito unico.
L'attuale sistema legislativo unicamerale è entrato in vigore con la costituzione del 1982, che ha assegnato l'esclusiva del potere legislativo alla Grande Assemblea Nazionale Turca (in turco Türkiye Büyük Millet Meclisi, il cui acronimo è TBMM), composta da 550 deputati eletti ogni cinque anni con un sistema proporzionale corretto da uno sbarramento del 10%.
Il potere legislativo della TBMM, dalla cui maggioranza viene eletto il Primo Ministro (in turco Başbakan), viene controbilanciato da quello del Presidente della Repubblica (in turco Cumhurbaşkanı), il quale, eletto ogni sette anni, ha ampi poteri di controllo e supervisione sia dell'esecutivo che del corpo legislativo.
Negli ultimi anni la struttura politica e legislativa della Repubblica Turca è stata oggetto di riforme e ristrutturazioni, nell'intento di centrare gli obiettivi richiesti dall'Unione Europea nel quadro della strategia di pre-adesione. Per quanto riguarda la religione, la politica di Atatürk negli anni venti e trenta del sec. XX è stata volta a creare uno stato laico, liberando la società turca dagli "impacci" che l'Islam poneva (il velo, ad esempio). Certa storiografia distratta ha definito "modernizzazione" anche riforme che più propriamente andrebbero definite "occidentalizzazione", come la decisione di passare dall'alfabeto arabo a quello latino, o la scelta di costruire un'amministrazione fortemente centralizzata, sul modello di quella francese.
Nello stesso tempo Atatürk lottò con successo contro le minoranze religiose, rimuovendole dalla Turchia e con lo scambio di popolazioni (greci ortodossi in Turchia trasferiti in Grecia in cambio di turchi in Grecia trasferiti in Turchia). Il risultato è che oggi il 98% della popolazione è musulmana.
È necessario ricordare che, nel cosiddetto "scambio di popolazione" con la Grecia, fu espulsa, senza troppi distinguo, anche la piccola comunità di Turchi di religione cristiano-ortodossa.
Inoltre Atatürk costituì un direttorato degli affari religiosi, tuttora esistente e dotato di moltissimi dipendenti, avente lo scopo di controllare la vita religiosa del paese. Questo tipo di controllo ha avuto come risultato un'Islam moderato e moderno. Tuttavia, quando il fenomeno del comunismo ha vissuto periodi di fermento e di rinascita, i militari, autodichiaratisi depositari del kemalismo, hanno allentato la morsa del laicismo di stato per usare la religione in funzione anticomunista.

[modifica] Forze politiche

Il sistema elettorale turco prevede una severa soglia di sbarramento nazionale del 10%. A superarla, nelle elezioni legislative del 2007 sono state solo tre formazioni: il Partito della giustizia e dello sviluppo (Adalet ve Kalkınma Partisi, AKP; destra islamica), il Partito repubblicano del popolo (Cumhuriyet Halk Partisi, CHP; moderati) e il Partito di azione nazionale (Millyetçi Hareket Partisi, MHP; estrema destra), emanazione della formazione paramilitare dei “Lupi Grigi”. Del nuovo Parlamento turco fanno parte anche 26 deputati indipendenti (erano 8 in quello scorso) eletti su base provinciale; gli indipendenti sono eletti in gran parte dalla comunità curda delle regioni sudorientali.

[modifica] Ordinamento dello stato

Aerei dell'Aeronautica Militare Turca
Aerei dell'Aeronautica Militare Turca

Sorta dalle ceneri dell’impero ottomano nel 1923, la Turchia è una Repubblica parlamentare. Le sue istituzioni sono tuttavia fortemente condizionate dalle forze armate, il cui ruolo politico è stabilito nell’ultima Costituzione del 1982, emendata nel 1995.

[modifica] Potere esecutivo

Il presidente della Repubblica, eletto dal Parlamento con un mandato di sette anni, nomina il primo ministro e, su indicazione di questi, un consiglio dei ministri. Il primo ministro viene scelto di norma nella persona del leader del partito o della coalizione di maggioranza. Oltre che al Parlamento, l’esecutivo deve rispondere della sua attività al Consiglio di sicurezza nazionale, composto da tre membri nominati dalle forze armate con funzioni consultive e di supervisione.

[modifica] Potere legislativo

Il potere legislativo compete alla Grande Assemblea Nazionale della Turchia (Türkiye Büyük Millet Meclisi), un Parlamento unicamerale composto da 550 membri eletti a suffragio universale ogni cinque anni. Il diritto di voto è esteso a tutti i cittadini a partire dai 18 anni di età.

[modifica] Potere giudiziario

L’ordinamento giudiziario prevede una Corte costituzionale, i cui membri sono nominati dal presidente, e una Corte d’appello, eletta dal Consiglio supremo dei giudici e procuratori. La pena di morte è stata completamente abolita nel 2004.

[modifica] Istituzioni periferiche

La Turchia comprende 81 province, ciascuna amministrata da un governatore.

[modifica] Difesa nazionale

La Turchia ha il secondo esercito più grande della NATO dopo quello degli Stati Uniti. Il servizio militare è obbligatorio per tutti i cittadini maschi abili a partire dai 20 anni di età. Le forze armate contavano, nel 2004, 514.850 effettivi.

Dal 1974 la Turchia occupa militarmente la regione settentrionale dell’isola di Cipro che, autoproclamatasi "Repubblica turca di Cipro del Nord" nel 1983, non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Nel 2004 il Piano Annan per la riunificazione di Cipro fu sostenuto dalla comunità turca nel nord, ma rifiutato dalla comunità greca nel sud, in due diversi referendum.

[modifica] Economia

Levent in Istanbul
Levent in Istanbul

L'economia turca ha conosciuto una notevole espansione negli ultimi anni. La CIA classifica la Turchia fra i Stati sviluppati del mondo.[4] Il Paese è membro fondatore dell'OCSE (1961) e del G20 (1999).

Sin dal governo kemalista, la Turchia ha goduto di alcuni interventi statali, in modo che anche l'economia si modernizzasse in modo graduale. I vari governi hanno sempre avuto un ruolo di primo piano, nelle partecipazioni in aziende private, negli scambi e negli investimenti all'estero. Negli anni ottanta il Paese ha avviato alcune riforme, grazie al primo ministro Turgut Özal, e si è sempre più orientata all'economia di mercato[5]. Da allora l'economia ha continuato a crescere, anche se ha conosciuto periodi di recessione come negli anni 1994, 1999 (in seguito al terremoto di quell'anno)[6] e 2001[7].

Maslak in Istanbul
Maslak in Istanbul

Dal 1981 al 2003, il reddito nazionale è aumentato in media del 4 per cento[8]. Peraltro la mancanza di altre riforme, le difficoltà del settore pubblico e la diffusa corruzione, hanno provocato un aumento dell'inflazione, l'indebolimento del settore bancario e problemi interni alla macroeconomia[9].

Dopo la crisi del 2001, e dopo le riforme dell'allora ministro delle finanze initiated Kemal Derviş, l'inflazione è crollata, gli investimenti sono risaliti, e il numero di disoccupati è fortemente calato. La Turchia ha gradualmente aperto il proprio mercato grazie ad alcune riforme, riducendo i controlli statali sugli scambi esteri e controllando meglio le privatizzazioni[10].

Nel 2005 il reddito nazionale è ulteriormente salito del 7.4 per cento[11], e rendendo la Turchia uno degli Stati a più rapida crescita economica. Oggi il Paese, agricolo in passato, è una media potenza industriale; le attività secondarie sono situate in gran parte sulle coste occidentali, insieme a servizi in rapido sviluppo (comunicazione, commercio, trasporti, banche, turismo). L'agricoltura produce l'11.9% del prodotto interno lordo, mentre l'industria contribuisce al 23.7% e i servizi al 64.5%[12]. Soprattutto il turismo è cresciuto negli ultimi vent'anni, ed è la prima fonte di reddito del Paese. Nel 2005 la Turchia ha ospitato 24,124,501 visitatori, versando 18.2 miliardi di dollari nelle casse nazionali[13]. Anche l'industria è cresciuta, sia grazie a forti investimenti esteri (specie da USA e Germania) sia ad imprese locali; i settori principali sono quelli automobilistico, tessile, dell'abbigliamento, elettronico e delle costruzioni.

Di recente l'elevata inflazione è stata messa sotto controllo, e ciò ha indotto lo Stato ad emettere una nuova moneta, per proseguire le riforme economiche e cancellare i vecchi squilibri. Il 1° gennaio 2005 è stata introdotta la nuova lira turca, pari ad 1 milione della vecchia valuta[14]. Grazie alle continue riforme economiche, l'inflazione è calata nel 2005 all'8.2% e la disocupazione al 10.3%.[12].

Treno alta velocità in Turchia
Treno alta velocità in Turchia

Il commercio estero si svolge in gran parte con l'Unione Europea (59% delle esportazioni e 52% delle importazioni nel 2005)[15], ma anche con Stati Uniti d'America, Russia, Giappone e più di recente con la Cina. La Turchia si avvale di un unione doganale con l'UE, firmata nel 1995, che ha aumentato la sua produzione industriale ed attirato numerosi investimenti europei[16].

Nel 2005 le esportazioni sono ammontate a 73.5 miliardi di dollari, le importazioni a 116.8 miliardi, con aumenti del 16.3% e del 19.7% rispetto al 2004[15]. Nel 2006 le esportazioni sono ammontate ad 85.8 miliardi, con aumento del 16,8% dall'anno precedente[17], e nel 2007 il Paese ha esportato per 105.9 miliardi[18].

Nel 2006 la Turchia è riuscita ad attrarre investimenti dall'estero, per 19.9 miliardi di dollari[19]. Le numerose privatizzazioni, la stabilità in vista di un probabile ingresso nell'Unione Europea, la crescita economica costante e i cambiamenti strutturali nei settori bancario, commerciale e delle comunicazioni, hanno contribuito ad attrarre ancora investimenti sia nazionali che stranieri[10].

[modifica] Lingua

Per approfondire, vedi la voce Lingua turca.

La lingua ufficiale è il Turco, usato perlopiù nella forma standard stabilita negli anni '30 del XX secolo nel corso della riforma linguistica della lingua turca e le forme dialettali da questa derivate; più rare, ma ancora presenti e variamente comprese, le varianti dialettali dell'Ottomano.

[modifica] Altre lingue

Tra le altre lingue parlate, al giorno d'oggi sempre più come seconde lingue, tra le svariate minoranze presenti nella popolazione turca, ricordiamo l'albanese, l'arabo, l'armeno, l'àvaro, l'azero, il bosniaco, il circasso, il daghestano, l'estone, il georgiano, il greco, l'ispano-giudeo, il kazaco, il kirghiso, il laz, il macedone, il polacco, il russo, il tedesco, il mongolo, il turkmeno, il turoyo (un dialetto della lingua aramaica), l'uzbeko e lo zazaki.

Discorso diverso per il curdo, parlato da qualche milione di persone, soprattutto nel sud-est del paese, e che rimane per molti la prima lingua, e per alcuni, specie anziani, l'unica lingua parlata.

Il greco pontico nell'area di Trebisonda (pontos, abbreviazione di pontos euxeinos, Ponto Eusino, indica il Mar Nero in laz). Una versione moderna dell'aramaico è parlata in alcuni villaggi della Turchia centrale e meridionale; un dialetto arabo è diffuso a sud-ovest del Lago Van. Del gruppo delle lingue caucasiche del sud, il georgiano è ampiamente usate nel nord-est della Turchia come il circasso in alcuni villaggi geograficamente dispersi. Inoltre nel sud-est il kirmanci e il zazaki sono parlati come dialetti del curdo sebbene siano due dialetti significativamente differenti e spesso considerate due lingue diverse. In aggiunta sono parlati da piccoli gruppi altre lingue del ceppo turco. Una piccola minoranza ebrea di Istanbul parla ladino o giudeo-spagnolo, e discende direttamente dagli ebrei fuggiti dalla Spagna nel 1492 che trovarono rifugio nella zona di Istanbul. Il professor Einar Haugen (1906-1994) della Norvegia ha studiato l'ekte gudbrandsdalmål - un dialetto parlato nella regione norvegese del Gudbrandsdalen - tra i norvegesi immigrati nello Iowa, trovando tracce di reminiscenze del cretico e degli antichi dialetti spagnoli della Turchia, rendendo la zona estremamente interessante per le ricerche sul linguaggio e sull'antropologia.

[modifica] Religioni

Dervisci roteanti
Dervisci roteanti

Musulmani sunniti e sciiti 97%, cristiani 2%, atei e agnostici 1%[20]. Minoranze di Yazidi e Alawiti oltre che di comunità Aramaiche che professano la religione Siro-Ortodossa.

[modifica] Festività

  • 29 ottobre (dichiarazione della Repubblica).
  • 23 aprile (fondazione del primo parlamento e festa dei bambini).
  • 19 maggio (inizio della guerra di indipendenza e festa dei giovani e dello sport).
  • 30 agosto (fine della guerra di indipendenza e festa di vittoria).

[modifica] Note

  1. ^ IMF: World Economic Database, April 2008 GDP, GDP per capita, GDP-PPP and GDP-PPP per capita figures for Turkey. Figures are for 2007 and 2008.
  2. ^ IMF: World Economic Database, April 2008 GDP, GDP per capita, GDP-PPP and GDP-PPP per capita figures for Turkey. Figures are for 2007 and 2008.
  3. ^ World Gazetteer
  4. ^ CIA World Factbook: Developed Countries (DCs)
  5. ^ Tevfik F. Nas. Economics and Politics of Turkish Liberalization. Lehigh University Press, 1992. ISBN 0-9342-2319-X
  6. ^ "Turkish quake hits shaky economy", British Broadcasting Corporation, 1999-08-17. URL consultato il 2006-12-12.
  7. ^ "'Worst over' for Turkey", British Broadcasting Corporation, 2002-02-04. URL consultato il 2006-12-12.
  8. ^ World Bank. Turkey Labor Market Study (PDF). World Bank, 2005. URL consultato il 2006-12-10.
  9. ^ OECD Reviews of Regulatory Reform - Turkey: crucial support for economic recovery : 2002 . Organisation for Economic Co-operation and Development, 2002. ISBN 92-64-19808-3
  10. ^ a b Jorn Madslien. "Robust economy raises Turkey's hopes", British Broadcasting Corporation, 2006-11-02. URL consultato il 2006-12-12.
  11. ^ Turkish Statistical Institute. GNP and GDP as of September 2006 (DOC). Turkish Statistical Institute, 2006-12-11. URL consultato il 2006-12-11.
  12. ^ a b World Bank. Data and Statistics for Turkey. World Bank, 2005. URL consultato il 2006-12-10.
  13. ^ Anadolu Agency (AA). "Tourism statistics for 2005", Hürriyet, 2006-01-27. URL consultato il 2006-12-10.
  14. ^ "Turkey knocks six zeros off lira", British Broadcasting Corporation, 2004-12-31. URL consultato il 2006-12-11.
  15. ^ a b Turkish Statistical Institute. Foreign Trade Statistics as of October 2006. Turkish Statistical Institute, 2006-11-30. URL consultato il 2006-12-11.
  16. ^ Bartolomiej Kaminski; Francis Ng. Turkey's evolving trade integration into Pan-European markets. World Bank, 2006-05-01. URL consultato il 2006-12-27.
  17. ^ Turkish Exporters Assembly. "Exports for 2006 stand at 85.8 billion USD", Hürriyet, 2007-01-01. URL consultato il 2007-01-01.
  18. ^ Xinhua. "Turkey puts 2008 export target at 125 bln dollars", peopledaily, 2008-01-02. URL consultato il 2008-01-02.
  19. ^ Central Bank of the Republic of Turkey. Foreign Direct Investments in Turkey by sectors. Central Bank of Turkey, 2008. URL consultato il 2008-01-15.
  20. ^ Secondo altre fonti i musulmani corrisponderebbero al 99,8% della popolazione. Cfr. AA.VV. Calendario Atlante De Agosini 2008, Novara, Istituto Geografico De Agostini SpA, 2007, pag. 1051

[modifica] Bibliografia

  • Hamit Bozarslan, La Turchia contemporanea, Il Mulino, Bologna, 2006
  • Antonello Biagini, Storia della Turchia contemporanea, Bompiani, 2002

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Turchia su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Turchia")



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