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Iran - Wikipedia

Iran

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Iran
Iran - Bandiera
Iran - Stemma
(dettagli)
Motto: Indipendenza, Libertà, La Repubblica Islamica

Informazioni
Nome completo: Repubblica Islamica dell'Iran
Nome ufficiale: جمهوری اسلامی ایران
Lingua ufficiale: farsi
Capitale: Teheran  (15.000.000 ab.)
Politica
Governo: Repubblica Islamica
Capo di stato: Mahmud Ahmadinejad
Capo di governo:


Ingresso nell'ONU: 24 ottobre 1945 1
Superficie
Totale: 1.648.195 km²  (17º)
 % delle acque: 0,7 %
Popolazione
Totale (2002): 68.278.826 ab.  (18º)
Densità: 40 ab./km²  
Geografia
Continente: Asia
Fuso orario: UTC +3:30
Economia
Valuta: Rial iraniano
PIL (PPA)  (2006): 595.440 milioni di $  (23º)
PIL procapite (PPA)  (2005): 7.980 $  (74º)
ISU  (2005): 0,759 (medio)  (94º)
Energia:
Varie
TLD: .ir
Prefisso tel.: +98
Sigla autom.: IR
Inno nazionale: Sorud-e Melli-e Jomhuri-e Eslāmi
Festa nazionale:

1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all’ONU nel 1945.
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La Repubblica Islamica dell'Iran è un paese mediorientale, situato nel sud-ovest asiatico.

Un tempo noto come Persia, il 21 marzo del 1935 lo scià Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di riferirsi al Paese con il nome originario di Iran. Alcuni studiosi protestarono contro questa decisione perché il cambio di nome avrebbe separato il Paese dalla sua storia. Nel 1959, lo scià annunciò che sia il nome di Persia che quello di Iran potevano essere usati indifferentemente.

L'Iran confina a Ovest con la Turchia e l'Iraq; a Nord con il Turkmenistan, l'Azerbaijan e l'Armenia, oltre al Mar Caspio; a Est con il Pakistan e l'Afghanistan, mentre a Sud è delimitata dal Golfo Persico e dal Golfo dell'Oman.

Indice

[modifica] Storia

(Per il periodo storico precedente alla proclamazione del nuovo stato, vedere Persia)

Si può far iniziare la storia dell'Iran dal 1925, quando un semplice ufficiale, Reza Khan, a capo della cosiddetta Brigata Cosacca inizialmente istruita da elementi sovietici, prende il potere e detronizza l'ultimo sovrano Qajar, istituendo una nuova dinastia imperiale che egli chiamerà "pahlavide". Il nuovo Scià accelera il processo di occidentalizzazione del paese, con grande disappunto dei religiosi, e rinomina ufficialmente il Paese "Iran", un'espressione antica, ostentatamente pre-islamica, che ha un'accezione molto più ampia della classica denominazione Persia (arabo Fārs).

Durante la Seconda Guerra Mondiale il nord del Paese subisce l'occupazione dei Sovietici, mentre al sud si stabiliscono i Britannici e gli Statunitensi, che obbligano l'Iran a dichiarare guerra alla Germania. Scontenti della scarsa propensione dello Scià verso le loro politiche, Statunitensi e Britannici lo costringono ad abdicare in favore del figlio Mohammad Reza Pahlavi. Da quel momento il Paese entra nel novero degli Stati filo-occidentali e si afferma, anche grazie all'efficiente organizzazione militare, come la principale potenza del Golfo Persico.
Nel 1951 la CIA organizza un primo colpo di Stato contro il Primo Ministro Mohammad Mossadeq (Musaddiq) che aveva nazionalizzato la compagnia petrolifera Anglo-Iranian Oil Company: i Britannici impongono un embargo al Paese, impedendo l'esportazione del petrolio, mentre nel 1953 Mossadeq viene rovesciato da un nuovo golpe angloamericano e Mohammad Reza Pahlavi, fuggito dal Paese verso l'Italia, sale nuovamente al trono dove resterà fino al 1979, data in cui sceglierà la via dell'esilio in seguito al successo della cosiddetta Rivoluzione islamica.

Alla guida dell'Iran sale al potere con la Rivoluzione islamica l'Ayatollah Ruhollāh Mosavi Khomeini[1], uno dei massimi esponenti religiosi della comunità sciita (secondo solo al Grande Ayatollah Shariat-Madari) il quale, rotti i rapporti con gli USA, dichiara l'Iran Repubblica Islamica. Uno dei primi provvedimenti che il nuovo governo islamico prende è quello di chiudere le Università, per evitare che i giovani Iraniani si allontanino dal vero cammino dell'Islam. Il provvedimento resterà in vigore per 2 anni.

Questa improvvisa svolta in senso religioso di un paese che fino ad allora, nonostante la mancanza di libertà civili, sembrava comunque avviato sulla strada della modernità si deve al fatto che, fin dagli inizi, il dissenso contro lo Scià assunse la forma di una rivendicazione di libertà, soprattutto religiose, con accuse al regime pahlavi di dimenticare la sua matrice islamica e di reprimere, in nome teorico della modernità, la libera espressione della religiosità. I mullah protessero e diedero ampio spazio a questi dissidenti, che a loro volta videro in essi la naturale guida della protesta.

Dopo la presa del potere di Khomeini le cose cambiano di molto rispetto al regime dello Scià: la scarsa libertà esistente nel periodo imperiale si trasforma in un regime in cui le libertà personali sono asservite al ferreo controllo imposto dai mullah: i prigionieri politici esistenti, dopo pochi mesi, diventano nemici anche del nuovo governo.

[modifica] La guerra contro l'Iraq

Per approfondire, vedi la voce Guerra Iran-Iraq.

Dal 1980 al 1988 il paese è costretto a fronteggiare l'attacco dell'Iraq: Saddam Hussein, approfittando della sensibile ostilità occidentale verso il regime khomeinista e della debolezza del nuovo regime, cerca di sostituire a proprio esclusivo vantaggio l'Iran nel suo ruolo di "guardiano del Golfo Persico". L'Iran khomeinista resiste all'urto, sia pure pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, e tiene testa a Saddam per otto anni, uscendo alla fine sostanzialmente vincitore, avendo respinto le intenzioni di Saddam. L'Iraq fu finanziato da Egitto, dai paesi arabi del Golfo Persico,dall' Unione Sovietica e dai Paesi del Patto di Varsavia, dagli Stati Uniti (dall'inizio del 1983), dalla Francia, dal Regno Unito, dalla Germania, dal Brasile e dalla Repubblica Popolare Cinese (che vendette anche delle armi all'Iran). Tutti questi paesi fornirono intelligence, agenti per armi chimiche così come altre forme di assistenza militare a Saddam Hussein. Invece i principali alleati dell'Iran durante la guerra furono la Siria, la Libia e il Nord Corea. L'attacco di Saddam, che prese a pretesto alcune dispute territoriali mai risolte sullo Shatt al-Arab, invece di mettere in crisi il regime di Khomeini risvegliò il sentimento patriottico e indirettamente legittimò agli occhi degli iraniani il regime islamico.

[modifica] Tempi recenti

Per approfondire, vedi la voce Programma nucleare iraniano.

Alla morte di Khomeyni, avvenuta nel 1989, il suo ufficio di "Guida Suprema" della Rivoluzione Islamica viene assunto (su disposizione dello stesso Khomeyni) dall'ayatollah ʿAli Khameneʿī, che cerca di riformare l'economia incoraggiando l'iniziativa privata e limitando lo strapotere delle bonyad, le associazioni caritatevoli, e del bazari. La politica estera, che già durante gli ultimi anni del potere di Khomeyni si era fatta più pragmatica, inizia a tessere nuove relazioni con le repubbliche dell'Asia centrale, con la Turchia, con l'India e con la Cina. Molto importante è stato il ruolo dell'Iran come paciere e stabilizzatore dell'area centro-asiatica a cavallo del millennio: attualmente l'Iran gode di buoni rapporti diplomatici e commerciali con tutte le repubbliche ex-sovietiche.

Sforzi sono stati fatti anche per riavvicinare il paese all'Occidente, che hanno dato discreti risultati con l'Unione Europea: attualmente l'Iran è partner commerciale principalmente di Germania e Italia. Tali tentativi si sono tuttavia scontrati contro la ferrea contrarietà degli Stati Uniti alla riammissione dell'Iran negli organismi internazionali, decisiva ad impedire un pieno ritorno alla normalità dei rapporti internazionali di questo Paese.

L'Iran si è già dotato da una ventina d'anni, ufficialmente a scopi civili, di centrali nucleari con tecnologia principalmente fornita dalla Russia allo scopo di ridurre la sua dipendenza dal petrolio (l'Iran consuma ad uso interno il 40% del greggio che estrae). L'accerchiamento americano dell'Iran (gli Stati Uniti hanno basi militari ed aeree in Iraq, Turchia, Afghanistan e Pakistan) ha portato il governo iraniano a decidere di arricchire da solo l'uranio usato come combustibile nelle proprie centrali nucleari: questa decisione può prefigurare un tentativo di costruzione di armi nucleari. Ciò, insieme alle dichiarazioni sulla distruzione dello Stato di Israele, ha provocato la reazione della comunità internazionale, originando una crisi dagli sviluppi ancora non prevedibili. In proposito, Maḥmūd Aḥmadinejād sostiene il diritto dell'Iran ad avere la propria tecnologia nucleare, così come ne dispongono molti altri paesi (Europa, USA, Israele, Cina, Giappone, Russia, ecc.).

Un'importante decisione di politica economica è il progetto di aprire per marzo 2006 una borsa nella quale gli operatori scambieranno per la prima volta partite di gas e petrolio in euro oltreché in dollari, sulla falsariga di quanto deciso nel 2000 dall'Iraq di Saddam Hussein.

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia dell'Iran.
Mappa topografica dell'Iran
Mappa topografica dell'Iran

Il territorio dell'Iran corrisponde alla parte occidentale dell'altopiano iranico, che continua nelle alte terre afghane e pakistane. Tra le catene montuose dell'altopiano si aprono ampi bacini più o meno depressi (deserti del Dasht-e-Kavir e del Dasht-e-Lut). Dall'Azerbaigian partono altri due sistemi montuosi: a Nord la catena dell'Elburz e a Sud, con sviluppo verso il Sud-Est, il sistema dello Zagros. I fiumi più lunghi sono tributari del bacino mesopotamico. Le regioni interne hanno clima arido con forti escursioni termiche; lungo le coste si hanno condizioni tropicali e subtropicali.

[modifica] Popolazione

La popolazione appartiene al gruppo ario di ceppo indoeuropeo. A questo ceppo principale si devono aggiungere delle minoranze, tra cui Arabi, Armeni, Azeri, Bakhtiari, Beluci, Curdi, Lor, Qashqai e Turkmeni. Alcuni di questi gruppi conducono vita nomade. Sono soprattutto le regioni desertiche orientali ad essere percorse da quasi 2 milioni di nomadi, principalmente allevatori: le maggiori concentrazioni si hanno a Nord dell'Elburz e lungo la costa del Caspio. Il tasso di crescita demografica è assai elevato: la popolazione, più che raddoppiata negli ultimi cent'anni, è molto giovane. Il tasso di alfabetizzazione è dell'86%. Rilevante l'inurbamento (nella capitale oltre 6 milioni di abitanti).

[modifica] Lingua

La lingua ufficiale è il persiano ( farsi ), che ha funzione anche di lingua franca tra le diverse popolazioni dell'Iran. Sono infatti diffuse molte altre lingue minoritarie come l'azero, il curdo, l'arabo e l'armeno.

[modifica] Religione

L'Islam sciita duodecimano è religione ufficiale della Repubblica Islamica. Circa il 4% della popolazione è costituito da musulmani sunniti, oltre che da piccole minoranze di cristiani (in particolare armeni e assiri), ebrei (20.000, ciò che resta di una comunità ben più consistente, stabilitasi in Israele), baha'i e zoroastriani. Le ultime due sono religioni entrambe nate in area iranica. A differenza di cristianesimo, ebraismo e zoroastrismo (che hanno i propri rappresentanti in parlamento), la religione Baha'i non è tollerata dal regime.

[modifica] Economia

Tra il 1960 e il 1977, ha conosciuto un processo di industrializzazione finanziato dai proventi del petrolio, non accompagnato, però, da un adeguato aumento delle infrastrutture e da un sufficiente sviluppo dell'agricoltura. A tutto questo vanno ad aggiungersi le tensioni politiche e religiose che hanno dato vita a vari moti di protesta, la guerra con l'Iraq e il crollo del prezzo del petrolio, accentuando le difficoltà della giovane nazione. Sebbene occupi il secondo posto mondiale per riserve petrolifere possedute, il paese ha così scarsa disponibilità di raffinare il prodotto da spendere eccessivamente nell'importazione di combustibile. Il 30% della popolazione vive ancora di agricoltura, praticata su un territorio coltivato solo per il 10%, coltivando soprattutto pistacchio, cereali, orzo, cotone, che viene esportato, tabacco, barbabietola e canna da zucchero. Diffuso l'allevamento bovino nelle zone di pascoli, ovino e caprino in quelle più aride. Accanto al petrolio, di cui l'Iran è uno dei principali produttori mondiali, le risorse minerarie annoverano gas naturale, ferro, rame, carbone; anche gli altri idrocarburi rappresentano una buon risorsa. Sono sorte alcune industrie nel settore petrolchimico in alcune città tra cui Teheran, in quello siderurgico a Isfahan e Bandar-Abbas e in quelli metallurgico e meccanico. Ai settori tessile e alimentare si sono aggiunte industrie per la produzione di beni di consumo ed elettrodomestici, di macchinari, automobilistiche, di materiali da costruzione, farmaceutiche, cosmetiche, della pelle, elettriche e di elettronica. Importante è il settore dell'artigianato, rappresentato soprattutto dalla produzione e dall'esportazione di tappeti.

Notevoli sforzi sono stati compiuti durante la presidenza di Rafsanjani per tornare a un'economia di pace e modernizzare le strutture produttive, aprendo al mercato e ai capitali stranieri, ma la nuova linea di politica economica ha portato a una grave crisi nei primi anni Novanta, con pesanti costi sociali: rialzo dell'inflazione, difficoltà dell'industria nazionale e tutta una serie di problemi che hanno reso difficile la ripresa economica. A tutto ciò si aggiungono i problemi causati dall'ideologia religiosa che ha impedito la privatizzazione di alcuni settori dell'economia iraniana: la costituzione islamica, infatti, vieta gli investimenti stranieri. I tassi di prestito sono comunque alti: nella prima metà del 2007 hanno superato il 14% per le banche statali ed il 17% per quelle private. Anche l'inflazione è alta e gli investimenti si sono rivolti prevalentemente al mercato immobiliare.

Nel gennaio 2008 il governo iraniano ha annunciato che avrebbe aperto la Iranian Oil Bourse (IOB, Borsa Iraniana del Petrolio) nel periodo tra l'1 e 11 febbraio successivo. Il 30 gennaio 2008, però, una serie di danni ai cavi di fibra ottica sottomarini isola quasi completamente l'Iran dalla rete Internet (oltre all'Iran, rallentamenti e disguidi si sono avuti negli altri Paesi del Golfo, oltre che in Egitto e in India), rendendo di fatto impossibile l'eventuale apertura della Iranian Oil Bourse.

Il 17 febbraio 2008 il governo iraniano ha inaugurato l' Iranian Oil Bourse per commerciare petrolio e prodotti petroliferi. La moneta usata nelle transazioni sarà il Riyal iraniano.

[modifica] Politica

Dalla rivoluzione del 1979 la Guida Suprema è il rahbar o, in sua assenza, un consiglio di capi religiosi. Vengono scelti da un'assemblea di esponenti religiosi sulla base del loro curriculum e del grado di stima goduto presso la popolazione. La Guida Suprema nomina i sei membri religiosi del Consiglio dei Guardiani, composto da 12 membri, che ha il compito di approvare le candidature alla presidenza della Repubblica e certificare la loro competenza e quella del parlamento, al pari delle più alte cariche giudiziarie. Egli è inoltre comandante in capo delle forze armate.

A capo dello Stato vi è il Presidente, eletto a maggioranza assoluta con suffragio universale. Il suo mandato ha durata quadriennale e vigila sul buon andamento del potere esecutivo. Dopo la sua elezione, il Presidente nomina e presiede il Consiglio dei Ministri, coordina le decisioni del governo e seleziona le decisioni governative da sottoporre al parlamento. Il parlamento iraniano, monocamerale, chiamato Assemblea Consultiva Islamica, è composto da 290 membri, eletti con voto diretto e segreto, anch'essi con mandato quadriennale. Tutta la legislazione deve essere vagliata, sin dal suo inizio, dal Consiglio dei Guardiani in base al principio della cosiddetta vilāet-e faqih, ossia la "tutela del giurisperito", per controllare che le leggi non siano in contrasto col Corano e la dottrina islamica, nell'accezione propria dello Sciismo duodecimano. I sei membri laici del Consiglio, giuristi nominati dal parlamento, si pronunciano solo sulla costituzionalità delle leggi, mentre i sei membri religiosi esaminano la loro conformità con i dettami islamici.

[modifica] Province dell'Iran

province dell'Iran
province dell'Iran

L'Iran si divide in 30 province (ostānhā, singolare - ostān):

  1. Teheran
  2. Qom
  3. Markazi
  4. Qazvin
  5. Gilan
  6. Ardabil
  7. Zanjan
  8. Azarbaijan orientale
  9. Azarbaijan occidentale
  10. Kurdistan
  11. Hamadan
  12. Kermanshah
  13. Ilam
  14. Lorestan
  15. Khuzestan
  1. Chahar Mahal e Bakhtiari
  2. Kohkiluyeh e Buyer Ahmad
  3. Bushehr
  4. Fars
  5. Hormozgan
  6. Sistan e Baluchistan
  7. Kerman
  8. Yazd
  9. Esfahan
  10. Semnan
  11. Mazandaran
  12. Golestan
  13. Khorasan settentrionale
  14. Razavi Khorasan
  15. Khorasan meridionale

[modifica] Città

[modifica] Arte e Cultura

Come detto, l'Iran attuale è l'antica Persia, che nei millenni passati ha contribuito alla civiltà umana nei vari campi della cultura letteraria e scientifica, istituzionale e religiosa. Per approfondire, quindi, i vari aspetti della cultura iraniana, si dovrà fare riferimento al lemma Persia, sottosezione Arte, a Islam e storia dell'Islam.

[modifica] Architettura

Per quanto riguarda l'era pre-islamica, le sole testimonianze importanti che rimangono dell’architettura persiana sono quelle dello straordinario ziggurat elamita di Choga Zanbil. Nell'antichità, i materiali da costruzione erano costituiti essenzialmente da mattoni di fango asciugato al sole; i mattoni cotti cominciarono ad essere utilizzati per le superfici esterne solo a partire dal XII secolo a.C.. Gli antichi abitanti dell'altopiano iranico attribuivano grande valore simbolico-religioso alle montagne, e ad imitazione delle montagne venivano costruite le strutture, come appunto i grandi templi piramidali chiamati ziggurat.

Con lo scorrere dei secoli, le due influenze più rilevanti sugli stili architettonici furono quelle esercitate prima dalla religione di Zarathustra e poi dall'Islam. La maggior parte degli edifici più grandi erano costruiti per scopi religiosi, ma le influenze della religione erano evidenti anche nelle costruzioni destinate ad altri usi – persino le chiese cristiane in Persia avrebbero spesso incluso elementi islamici.

[modifica] Dinastia Achemenide

D'altro canto, l'architettura dei palazzi cambiava notevolmente a seconda del periodo. Ai tempi di Ciro, per esempio, essi erano di forma oblunga, di proporzioni squisite, e in genere rifiniti con colori contrastanti.

I palazzi di Dario e Serse erano più grandi e di migliore qualità, ma piuttosto pesanti e privi di colori, caratterizzati dalle elaborate sculture negli ingressi, sulle scalinate e sulle colonne. Il disegno più consueto era costituito da un largo salone con colonne, circondato da stanze più piccole; un altro carattere distintivo era il ricorso alle nicchie accanto alle finestre, che si possono trovare ancora oggi nelle case persiane. I materiali utilizzati includevano mattoni grezzi per le pareti, pietre di estrazione locale per le finestre, gli ingressi e una parte dei muri e delle colonne, e pesanti travi di legno per i tetti.

[modifica] Ellenismo

La conquista di Alessandro Magno mise virtualmente fine allo stile achemenide in Persia, ed avviò l'introduzione nel Paese dell'Ellenismo sotto i Seleucidi. Non ne rimangono esempi importanti, se si esclude il Tempio di Anahita a Kangavar, con capitelli greci, costruito in onore di una divinità greca (Artemide).

[modifica] Parti

Nell'epoca dei Parti si verificò una sorta di contaminazione, o fusione, tra l'Ellenismo e gli stili indigeni, accompagnata da qualche influenza romana e bizantina; ma nel contempo comparvero parecchi elementi tipicamente persiani, come l'ivan, la grande sala-portale con volta a botte aperta.

[modifica] Sasanidi

Nel periodo sasanide gli edifici divennero più grandi, più pesanti e più complessi, le decorazioni più coraggiose, e più frequente l’uso del colore, specialmente negli affreschi e nei mosaici. I Sasanidi costruirono templi del fuoco (in riferimento alla religione di Zarathustra) su tutto il territorio dell’impero, e il disegno semplice dei primi esempi si mantenne per tutto il resto dell’era pre-islamica, persino nella progettazione delle chiese. La meta di pellegrinaggio più importante dell’impero persiano pre-islamico, Takht-e Soleiman, risale all’era sasanide. Ma le caratteristiche centrali degli edifici sasanidi (il piano di quattro eivan con camera quadrata a cupola, i pilastri su cui poggiava la cupola e il grande ingresso ad arco), squisitamente persiane, avrebbero rivestito grande significato anche nei secoli successivi, per esempio influenzando lo sviluppo di un modello tipicamente persiano di moschea, la cosiddetta “moschea madresseh” edificata sul piano dei quattro eivan.

[modifica] Architettura islamica

L'arte dell'Iran islamico si basa ampiamente su quella dei Sasanidi, ma circoscrivendosi solo ad alcune forme. In altri termini, l’invasione araba del VII secolo non soppiantò lo stile sasanide, così ben sviluppato, ma introdusse il fattore islamico che esercitò un’influenza pervasiva sulla maggior parte delle forme artistiche persiane, sia plasmando la natura e il disegno architettonico di base degli edifici religiosi, sia definendo il tipo di decorazione.

[modifica] Moschee

La moschea (mesjed ) è ovunque nel mondo il simbolo dell’Islam, in quanto luogo dell’incontro fra l'uomo e Dio, e fra uomo e uomo. Le sue forme possono essere estremamente varie, e pur essendo casa di preghiera essa può fungere anche da sala di riunione, da scuola religiosa, a volte da aula di giustizia.
La maggior parte delle moschee iraniane si conformano, in tutto o in parte, a un disegno che in Iran deve essere considerato la norma. Esso consiste di un grande spazio aperto centrale, dove a volte si possono piantare alberi e fiori, con un grande eivan che si apre sul lato rivolto a La Mecca e introduce in un santuario coperto da una cupola. Sugli altri tre lati dello spazio centrale vi sono arcate e altari, e nel centro di ciascuno troviamo un eivan più piccolo. Alla sinistra e alla destra del santuario possono trovarsi sale con archi, ed anche logge (dove spesso si raccolgono le donne) da cui si può vedere il mihrab, la nicchia che indica la direzione della Ka'ba, davanti alla quale pregano i fedeli. Nelle moschee più grandi l’eivan meridionale, che spesso costituisce l’ingresso principale, è fiancheggiato da minareti.

[modifica] Minareti

I primi minareti erano quadrati, perlomeno riguardo ai piani più bassi, ma di questo tipo ne rimangono pochi nell'Iran di oggi. I minareti cilindrici nacquero nel nord-est dell’Iran: erano fatti di mattoni e affusolati verso la cima. Fino al XIII secolo erano quasi sempre singoli e posti nell'angolo settentrionale della moschea. Nel XV secolo cominciarono ad essere ricoperti di mosaici o piastrelle colorate, secondo il gusto del tempo. Ma nel paese i minareti sono poco numerosi rispetto, per esempio, alla Turchia; solo ad Isfahan occupano un posto preminente nel paesaggio.

[modifica] Sacrari

I sacrari, o sepolcri di "santi"[2], sono assai frequenti in Iran: se ne trovano in quasi tutte le città, e i sacrari di villaggio o costruiti lungo le strade sono un elemento tipico del paesaggio persiano. In genere sono edifici modesti, circolari o quadrati o ottagonali, sormontati da una cupola o da un cono. Molti sono suggestivi ma privi di grande valore architettonico, ed assumono caratteri distintivi regionali; i sacrari più famosi, strutture “in progress”, cui ogni generazione di devoti aggiunge qualche elemento, sono però fra i più splendidi, e a volte i più opulenti, edifici del paese.

[modifica] Tombe e mausolei

Le tombe secolari si suddividono in due grandi categorie architettoniche: i mausolei a cupola e le tombe a torre. I primi hanno qualche affinità con i sacrari più grandi: spesso sono ottagonali e sfociano in una cupola circolare, sono costruiti per essere visitati e ammirati all’esterno come all’interno, allo scopo di ispirare reverenza verso personaggi non religiosi ma degni di essere ricordati. Le tombe a torre, tipiche soprattutto dell’Iran settentrionale, erano concepite con uno spirito molto diverso: come luoghi di riposo, solitari e remoti, non sono destinati ad essere frequentati né ammirati da visitatori.

[modifica] Palazzi

Per quanto riguarda i palazzi, rimangono molte testimonianze di epoca achemenide e sasanide, edifici impressionanti sia per le dimensioni sia per la qualità dei dettagli; ed alcuni di essi si sono conservati quasi miracolosamente, come a Persepoli. Delle residenze reali dei Selgiuchidi e dei Mongoli si è persa ogni traccia. Rimangono invece i palazzi reali dei Safavidi, ma solo nell’area di Isfahan.

[modifica] Caravanserragli

Un discorso a parte meritano infine i caravanserragli. Lungo la Via della Seta, durante i secoli, vennero costruiti numerosi edifici pubblici, cioè destinati all’uso collettivo, quali i caravanserragli o gli Ab-Anbar, cisterne sotterranee di raccolta e conservazione dell’acqua. I caravanserragli venivano utilizzati sia come alberghi per la sosta, sia come magazzini di deposito per le merci, e la varietà delle loro forme architettoniche e stilistiche è dovuta a numerosi fattori, economici, militari e in molti casi religiosi.
Lungo l’itinerario dal Khorasan a Kermanshah, che attraversa zone differenti quali le regioni di Semnan, la Regione Centrale, la regione di Teheran e quella di Hamadan, si possono ancora osservare parecchi caravanserragli, per la maggior parte costruiti durante il periodo safavide - alcuni tuttavia risalgono al periodo pre-islamico, altri, più recenti, appartengono all’epoca Qajar. Tutti comunque risentono delle lesioni del tempo, ed in un certo numero di casi (come in quello di Sar-e Pol-e Zahab, di epoca safavide, la cui struttura in mattone a quattro porticati si trova in condizioni deprecabili, nonostante da tempo si parli di un suo possibile recupero) si possono osservare soltanto rovine, in conseguenza dei danni prodotti da inondazioni e terremoti.
I caravanserragli più importanti si trovano nella regione dell’odierno Khorasan. Quello di Mahidasht, edificato in era safavide, poi restaurato e rimesso in funzione nel 1893 per volontà dello Shah Qajar Nasser ad-Din, è ubicato a nord-est della cittadina omonima, ed è costituito da quattro porticati. Il cortile centrale è uno spazio quadrato di settanta metri di lato; il portale d’ingresso si apre nel lato sud, e varcandolo si entra in un vestibolo con il soffitto a cupola il quale a sua volta si collega con il porticato di meridione. Il plinto del portale è in pietra: si trova fra le due arcate di oriente e d’occidente e si estende sino a dove comincia il vestibolo. Su ciascuno dei due lati dell’ingresso si vedono cinque archi doppi e due archi decorativi in funzione di alcove. Una volta entrati nel caravanserraglio, si osservano due piccole arcate, ognuna larga un metro ed alta due, che entrambe conducono alle camere a cupola.
Settanta chilometri ad occidente di Kermanshah, sulla strada che da questa città conduce a Karbala, luogo particolarmente venerato dagli sciiti perché sede della tomba dell'Imam Hossein che proprio in quel luogo subì il martirio, si incontra il caravanserraglio di Islamabad-e Qarb (“Islamabad Ovest”). Al tempo del suo massimo splendore, questo era probabilmente uno dei caravanserragli più belli e frequentati della zona di Kermanshah. È composto da quattro porticati, e il cortile centrale ha forma rettangolare. L’ingresso, nel lato sud, è riccamente decorato, assai più di quanto non lo siano quelli degli altri caravanserragli della regione. Come il precedente, anche questo risale all’epoca safavide e venne restaurato durante il periodo Qajar.
Nei pressi del villaggio di Bisotun, di fronte al monte omonimo, circa 38 chilometri a nord di Kermanshah, si trova il caravanserraglio detto “di Sheikh Ali Khan Zanganeh”, dal nome del governatore della zona durante il regno del safavide Shah Abbas I il Grande (1587 - 1628): infatti, quando Sheikh Ali Khan divenne Primo Ministro sotto il successivo regno del safavide Soleiman, fece dono alla collettività di alcuni dei terreni adiacenti così che i profitti derivanti dalla loro coltivazione fossero destinati alla manutenzione del caravanserraglio. Il piano della struttura, a quattro porticati, è molto simile a quello di Mahidasht, ma ai quattro angoli si ergono altrettante torri ornamentali, e il cortile centrale è rettangolare (83,6 metri per 74,50). Tutt’attorno si contano 47 stanze, in ciascuna delle quali venivano alloggiati i viaggiatori delle diverse carovane.

[modifica] Calligrafica artistica

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[modifica] Letteratura

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[modifica] Miniatura e pittura

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[modifica] Musica

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[modifica] Teatro

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[modifica] Televisione e cinema

L'Iran da anni, è la prima industria cinematografica del Medio Oriente. In Asia è seconda a quella dell'India e la settima del mondo intero.[citazione necessaria] Nel 2006 ha prodotto 100 film, 200 serial tv, 2.400 tra corti e documentari.

[modifica] Note

  1. ^ Il nome è una nisba che si origina dalla cittadina di Khomeyn. Secondo una lettura araba (diversa tuttavia dalla Lingua farsi parlata in Iran), il nome può essere reso come Khumayni.
  2. ^ La definizione di per sé e errata, visto che non esiste nell'Islam alcun concetto di "santità". Il termine intende definire le persone che hanno goduto in vita di fama di pietà e che sono considerate un esempio edificante per le generazioni successive .

[modifica] Bibliografia

  • V. Cirillo, Il Medio Oriente, Roma, Ardesia Edizioni, 2006.
  • Marcella Croce, Oltre il Chador: Iran in Bianco e Nero, Milano, Editrice Medusa, 2006.
  • Andrea Duranti, Il rosso e il nero e la rivoluzione della modernità. Breve storia del pensiero iraniano contemporaneo, Roma, Aracne Editrice, 2007 ISBN 978-88-548-1217-8
  • Marcella Emiliani, Marco Ranuzzi de' Bianchi, Erika Atzori, Nel nome di Omar. Rivoluzione, clero e potere in Iran, Bologna, Odoya, 2008 ISBN 978-88-628-8000-8.
  • "Iran - Romance versus reality" The Economist, June 16th 2007, p.45.
  • R. Kapuściński, Shahinshah, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore.
  • Kermani Navid, Dinamite dello spirito, martirio Islam e Nichilismo, (traduzione e introduzione di Andrea Duranti e Matteo Tuveri), Milano, Aquilegia Edizioni, 2007 ISBN 978-88-87692-17-4
  • Farian Sabahi, Storia dell’Iran, Milano, Bruno Mondadori, 2006 ISBN 88-424-9129-2.
  • Renzo Guolo, La via dell'Imam. L'Iran da Khomeini e Ahmadinejad, Laterza, 2007 ISBN 8842083267

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