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Venezuela - Wikipedia

Venezuela

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Venezuela
Venezuela - Bandiera
Venezuela - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: 

Informazioni
Nome completo: Venezuela
Nome ufficiale: República Bolivariana de Venezuela
Lingua ufficiale: Spagnolo
Capitale: Caracas  (1.700.000 ab.)
Politica
Governo: Repubblica federale presidenziale
Presidente: Hugo Rafael Chávez Frías
Capo di governo:
Indipendenza: Dalla Spagna
5 luglio 1811
Ingresso nell'ONU: 15 novembre 1945 1
Superficie
Totale: 916.445 km²  (32º)
 % delle acque: 0,3 %
Popolazione
Totale (stima 2006): 25.730.435 ab.  (43º)
Densità: 27 ab./km²  
Geografia
Continente: America del Sud
Fuso orario: UTC -4:30
Economia
Valuta: BOLIVAR FUERTE Bs.F
PIL (PPA)  (2006): 201.674 milioni di $  (48º)
PIL procapite (PPA)  (2006): 7.166 $  (91º)
ISU  (2005): 0,792 (medio)  (72º)
Energia:
Varie
TLD: .ve
Prefisso tel.: +58
Sigla autom.: YV
Inno nazionale: Gloria al Bravo Pueblo
Festa nazionale: 5 luglio

1 è uno dei 51 Stati che nel 1945 diedero vita all’ONU.
È inoltre membro dell'ACS, del Patto delle Ande (1973), dell'OAS, dell'OPEC (1960) e del Gruppo di Rio (1986).

2 il Presidente Chavez ha annunciato che il fuso orario del Paese verrà modificato per spostare l'ora ufficiale avanti di mezz'ora a partire dal 1 gennaio 2008.

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Il Venezuela è uno stato (916.445 km², 25.730.435 abitanti,[1] capitale Caracas) dell'America meridionale.

Confina a nord con il Mar dei Caraibi, a est con l'Oceano Atlantico e la Guyana, a sud con il Brasile e a ovest con la Colombia.

Il Venezuela è una repubblica federale presidenziale, l'attuale capo dello stato è Hugo Rafael Chávez Frías.

La lingua ufficiale è quella spagnola.

Indice

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia del Venezuela.

[modifica] Dalle origini al XIX secolo

Cristoforo Colombo scoprí il Venezuela nel 1498. Qualche anno più tardi l'esploratore Amerigo Vespucci la battezzò "Piccola Venezia", cioè Venezuola in italiano rinascimentale, termine poi trasformatosi in spagnolo in Venezuela. La Spagna inglobó il Venezuela nel suo vasto impero americano nel corso del XVI secolo, anche se l'esplorazione del paese poté dirsi compiuta solo nei primi decenni dell'Ottocento. Pochi Spagnoli vi si trapiantarono per via del clima subtropicale, preferendo generalmente vivere nelle montagne andine degli attuali stati del Táchira, Mérida e Trujillo. La piccola comunitá di discendenza spagnola ed europea (anche italiana) dopo alcuni secoli si rese indipendente dalla Spagna. A guidare il movimento di affrancamento della colonia dalla madre-patria fu Simon Bolivar. La nuova Repubblica del Venezuela fu subito preda di "caudillos" che la dominarono in forma dittatoriale, assogentandola a frequenti colpi di stato e rivoluzioni locali. Tale situazione si protrasse per buona parte del Novecento, allorché il paese fu governato prima da Cipriano Castro (1899-1908) poi, per quasi trent'anni, da Juan Vicente Gómez (1908-1935). E fu proprio durante il regime di quest'ultimo, nel corso degli anni venti del Novecento, che la scoperta di ingenti giacimenti di petrolio mutò radicalmente la situazione economica e politica del Venezuela. Nel 1928 il paese era già divenuto il secondo produttore mondiale di tale materia prima.

[modifica] La seconda guerra mondiale

Verso la metà degli anni trenta Eleazar López Contreras successe a Gómez come presidente del Venezuela. Costui ristabilì alcune libertà democratiche, promulgando nel 1936 una costituzione di ispirazione liberal-moderata che però limitava in vario modo l'azione delle organizzazioni e dei partiti di sinistra.

Nel 1941 López Contreras venne sostituito dal generale Isaías Medina Angarita, che si alleò con gli USA e la Gran Bretagna, dichiarò guerra all’Asse, rese operativa un'imposta sul reddito già elaborata dal suo predecessore, rese più moderno e funzionale il codice civile, intraprese un'intensa lotta all'analfabetismo e pose le basi per una prima, timida normativa concernente la previdenza sociale. Tuttavia la politica riformista di Medina Angarita, forse giudicata troppo moderata, non riuscì a incontrare il favore delle masse che nel 1945 appoggiarono l'ascesa al potere del socialdemocratico Rómulo Betancourt.

[modifica] Democrazia

Nel 1948 il presidente Rómulo Gallegos, eletto democraticamente nel ’47, fu esiliato da un’alleanza di conservatori ed esercito, ed al suo posto il potere fu assunto da una Giunta Militare che sciolse il parlamento ed instaurò una dittatura.

Negli anni cinquanta Marcos Perez Jimenez, appartenente alla giunta militare ascesa al potere nel 1948, riunì su di se tutti i poteri divenendo dittatore del Venezuela. Convinto che l'immigrazione europea potesse essere determinante per lo sviluppo del paese, la favorì in ogni modo, permettendo l'ingresso di circa un milione di stranieri (tra di essi circa 300.000 Italiani, che attualmente costituiscono la seconda più importante comunitá straniera dopo quella spagnola). Nel gennaio 1958 Perez Jimenez venne deposto da una Giunta Militare capeggiata dal generale Wolfgang Larrazábal. Da tale data ebbe inizio l'attuale era democratica del Venezuela con una serie di presidenti, democraticamente eletti, che si sono succeduti alla guida del paese (Rómulo Betancourt, Rafael Caldera, Raúl Leoni, Jaime Lusinchi, Carlos Andrés Pérez, ecc.) fino all'attuale Hugo Chávez. Sulla democraticità del sistema e dei metodi di governo di quest'ultimo sono stati avanzati molti dubbi non solo da parte di capi di governo e osservatori stranieri ma anche da parte di politici, impresari e uomini di cultura venezuelani. È necessario mettere comunque in evidenza che durante i suoi dieci anni di governo Hugo Chávez non ha avuto paura di sottoporsi ripetutamente al vaglio dell'elettorato venezuelano che ne ha sempre avallato l'operato riconfermandolo nella propria carica di presidente della República Bolivariana de Venezuela. Nel 2002 venne ordito un colpo di Stato contro l'attuale presidente venezuelano che fallì miseramente.

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia del Venezuela.

Il Venezuela è situato nella parte più settentrionale dell'America Meridionale, si affaccia sul Mar dei Caraibi e nella parte più meridionale della costa, a sud del delta dell'Orinoco, sull'Oceano Atlantico.

[modifica] Morfologia

Geograficamente possono distinguersi tre diverse aree:

Nella parte settentrionale del paese vi è una zona montuosa costituita da catene appartenenti al massiccio andino, proseguimenti della Cordigliera Orientale colombiana dai quali si dipartono due sistemi montuosi, la Sierra de Perijá che delimita il confine tra Colombia e Venezuela e la Cordigliera di Mérida che si insinua nel paese a sud e ad est del lago di Maracaibo e di cui il Pico de Bolivar (5007 m s.l.m.) rappresenta il punto più elevato. Tra i due sistemi montuosi si trova l'altopiano di Zulia. La Cordigliera di Mérida prosegue seguendo la linea della costa (e assumendo appunto il nome di Cordigliera della Costa) che in questo tratto è scoscesa e impervia, di fronte si trovano numerose isole, la più grande è la Isla de Margarita. Nel tratto più orientale, in corrispondenza del delta dell'Orinoco, la costa si fa bassa e paludosa.

La parte centrale del paese è caratterizzata da ampie pianure erbose chiamate llanos che coprono circa un terzo del territorio del paese. Si tratta di un'area con un'altitudine ridotto (inferiore ai 200 m s.l.m.) che durante la stagione delle pioggio subisce ampi allagamenti da parte dei fiumi che l'attraversano.

La parte meridionale del paese, a sud del corso del fiume Orinoco, si trova su un altopiano chiamato massiccio della Guyana, da un punto di vista geologico è uno degli ambienti più antichi dell'intero continente.
La formazione più notevole di quest'area è l'altopiano chiamato Gran Sabana, nel corso dei millenni l'arenaria che lo compone è stata erosa e sono rimaste vallate e formazioni rocciose chiamate Tepuis caratterizzate da flora e fauna particolari, l'isolamento ha infatti permesso lo sviluppo di specie endemiche. In quest'area si trovano alcune fra le cascate più alte del mondo, come ad esempio il Salto Kukenam e il Salto Angel (979 m) che è una delle attrattive principali del Parco Nazionale di Canaima ed è stato incluso nella lista del patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.

[modifica] Idrografia

Il fiume principale del paese è l'Orinoco, lungo 2.574 km di cui circa 1.500 sono navigabili. Nasce al confine tra Venezuela e Brasile. Nel primo tratto del suo corso lo spartiacque è difficilmente definibile, il fiume si divide infatti in due rami uno dei quali, il Brazo Casiquiare, costituisce un collegamento naturale con il Rio delle Amazzoni, tramite il Rio Negro infatti un terzo circa delle acque dell'Orinoco confluisce nel Rio delle Amazzoni.

La maggior parte dei fiumi che nascono nella parte settentrionale del paese scorrono verso sud-est nel fiume Apure, un affluente dell'Orinoco, che attraversa la regione dei Llanos.

Un altro fiume degno di nota è il Río Caroní, caratterizzato da un corso molto rapido e sfruttato per la produzione di energia elettrica. Nasce negli altipiani della Guyana e sfocia nell'Orinoco nei pressi di Ciudad Guyana.

Nella parte nord-occidentale del paese si trova il lago di Maracaibo, il più grande lago dell'America meridionale, residuo di un antico golfo sul mar dei Caraibi.

[modifica] Isole

Aves, Blanquilla, De Patos, La Orchila, La Sola, La Tortuga, Las Aves, Los Frailes, Los Hermanos, Los Monjes, Los Roques, Los Testigos, Margarita

[modifica] Clima

Il Venezuela ha un clima tropicale, generalmente contraddistinto da una stagione piovosa, (da Maggio ad Ottobre) ed una secca (da Novembre ad Aprile). Le precipitazioni sono molto variabili e vanno dai 100-150 mm della fascia costiera dello Stato Falcón agli oltre 2 metri in alcune zone dell'Amazzonia venezuelana, a sud del paese. Il calore è spesso mitigato dall'altezza: Caracas, a quasi 1000 m.s.m., presenta temperature medie annue (pari a 21°C circa) di 6°C o 7°C inferiori a Maracaibo, che invece si trova sul livello del mare. Nelle Ande venezuelane si registrano le medie minime: la città di Mérida a oltre 1600 m.s.m. ha una temperatura media annua di circa 18°C-19°C. Ci sono alcune vette delle Ande ricoperte da ghiacciai e nevi perenni.

[modifica] Popolazione

[modifica] Distribuzione e composizione

La popolazione è distribuita in forma molto poco omogenea sul territorio: circa l'85% degli abitanti si concentra nelle città settentrionali e ben il 73% vive a meno di 100 kilometri dalla costa. Al contrario, solo il 5% dei venezuelani vive nelle terre a sud del fiume Orinoco, che pure rappresentano quasi la metà della superficie del paese.

In Venezuela non sono state effettuate, almeno in età contemporanea, rilevazioni ufficiali di carattere razziale. Le stesse popolazioni indigene sono state censite esclusivamente sulla base delle rispettive lingue autoctone d'uso. Risulta pertanto quanto mai problematico addentrarsi in tale campo, lasciato all'iniziativa di una miriade di studiosi e di istituti di ricerca privati la cui affidabilità lascia molto spesso a desiderare.

Generalmente si ritiene comunque che circa i due terzi della popolazione venezuelana siano meticci o (più raramente) mulatti, nati dalla fusione secolare fra "bianchi" e "indios" (meticci) o fra "bianchi e "negri" (mulatti). Non manca il prodotto di incroci fra neri e indios (i cosiddetti zambos) e quello derivante, ad un tempo, da tutte e tre le razze che popolano il paese.

La componente "bianca", piuttosto esigua in epoca coloniale e nel primo secolo di indipendenza, è stata potentemente rafforzata, a partire dagli anni quaranta del Novecento, con l'arrivo di circa 900.000 europei che per la maggior parte si stanziarono definitivamente nel paese andandosi ad aggiungere ad una popolazione che, secondo il censimento del 1941, era inferiore ai quattro milioni di abitanti. Secondo alcune rilevazioni di carattere non ufficiale (dati del 2005) il gruppo etnico bianco costituisce la quinta parte dell'intera popolazione[2] ed è formato soprattutto da immigrati e figli di immigrati di origine europea recente, oltre che da creoli di vecchia ascendenza ispanica.

I primi ad immigrare in Venezuela furono, all'inizio degli anni quaranta del Novecento, alcune migliaia di esuli della guerra civile spagnola, provenienti generalmente dalla Francia o da altri paesi latinoamericani che li avevano inizialmente accolti. Seguirono gli italiani nel secondo dopoguerra (a partire dal 1947 circa) insieme a un gran numero di iberici (di origine galiziana e portoghese soprattutto) e a un limitato numero di francesi, tedeschi, europei dell'est, ecc. Ancor oggi la presenza di comunità europee nel paese è, sia sotto il profilo demografico che economico, considerevole. Fra queste le principali sono la spagnola, l'italiana e la portoghese.

Gli indios rappresentano invece meno dell'1% sul totale della popolazione (178.000 circa secondo i dati del censimento del 2001). Va ancora una volta sottolineato che il termine di indio ha una valenza, nei rilevamenti statistici, culturale (linguistica in particolare), non razziale.

La popolazione nera allo stato puro o semipuro costituisce un gruppo razziale molto più numeroso di quello indio (10% secondo alcune rilevazioni di carattere non ufficiale del 2005[3]), concentrato per lo più nelle zone costiere (fra cui la regione di Barlovento nello Stato Miranda).


Censimento 1873 Censimento 1891 Censimento 1920 Censimento 1941 Censimento 1971 Censimento 1981 Censimento 1990 Censimento 2001 Stima 2006
Popolaz. residente 1.784.194 2.323.527 2.362.985 3.850.771 10.721.522 14.516.735 18.105. 265 23.232.553 25.430.735

[modifica] La comunità italiana

Il Ministero degli affari esteri italiano calcola che, fra la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni settanta del Novecento, siano immigrati in Venezuela oltre 250.000 italiani[4], che, in massima parte, si installarono in forma permanente nel paese latinoamericano. Tale corrente migratoria, che raggiuse le sue punte più alte negli anni 1949 - 1960 (con oltre 220.000 emigrati[5]), diminuì drasticamente negli anni sessanta del Novecento, per convertirsi in un fenomeno assolutamente marginale nei decenni successivi (durante i quali si sono verificati anche dei dei periodi con saldi positivi a favore dell'Italia).

Secondo l'Ambasciata d'Italia a Caracas, sono poco meno di duecentomila (2005) gli italiani residenti nel paese, cui vanno aggiunti altri ottocentomila loro discendenti (considerando anche quelli di origini "miste"), o forse più. Questi ultimi, per la normativa locale, sono considerati venezuelani a tutti gli effetti essendo nati in Venezuela. A tale poderosa colonia, costituita da circa un milione di membri vanno aggiunti anche alcuni italo-venezuelani di ascendenze italiche più lontane, come l'ex-presidente Jaime Lusinchi (di origine corso-italiana), che governò il paese negli anni ottanta del Novecento.

Le zone che hanno accolto il maggior numero di immigrati provenienti dall'Italia sono quelle centro-settentrionali e, in primo luogo, Caracas, la capitale (Distretto federale e parte dello Stato Miranda), che riuniva, agli inizi degli anni settanta, i due terzi dell'intera comunità (140.000 su 210.000 circa). Seguivano, nell'ordine, gli Stati Zulia (17.000 unità) e Aragua (13.000 unità). Collettività di una certa consistenza erano presenti anche negli Stati Bolívar (10.000), Lara (9.000) e Carabobo (8.500)[6]. Va segnalato che l'immigrazione italiana in Venezuela, fu di carattere quasi esclusivamente urbano, non rurale (o misto, come in Argentina e Brasile) e coinvolse al 90% le regioni meridionali (mentre in Argentina vi fu un forte apporto anche di liguri, piemontesi e friulani e in Brasile di veneti). Attualmente molti oriundi italiani (fra cui prevalgono ormai quelli di seconda e terza generazione) occupano posizioni sociali ed economiche di primaria importanza in Venezuela.

[modifica] Lingue

[modifica] Lingua ufficiale

La lingua ufficiale è lo spagnolo, che presenta numerose affinità con quello parlato nei Caraibi (Cuba, Santo Domingo, Porto Rico, ecc.) e alcune differenze con quello della madre-patria ispanica, soprattutto di carattere fonetico e lessicale. Va messo in evidenza che quanto più alto è il livello socio-culturale del parlante venezuelano tanto più tali differenze si riducono, mentre nel caso contrario si accentuano.

Per quanto riguarda la fonetica le differenze più salienti fra lo spagnolo-venezuelano e quello peninsulare sono quattro:

  • il seseo, e cioè il caratteristico suono interdentale della c + e e/o c + i e della z, viene sempre pronunciato come una s sorda (mentre ha un suono simile al th inglese di fine parola, nello spagnolo di Spagna)
  • la s posta alla fine della parola, marcatissima nello spagnolo peninsulare è quasi muta, venendo pronunciata come una j appena accennata (in italiano h aspirata); quando invece la s, trovandosi nel corpo della parola, è seguita da consonante, non viene neppure pronunciata;
  • la d intervocalica e a fine parola non viene generalmente pronunciata;
  • di uso generale è lo yeismo in cui il suono ll (simile all'italiano gl di gigli ) viene pronunciato come fosse una y

Le differenze lessicali possono venire sintetizzate nella seguente forma:

  • presenza nello spagnolo di Venezuela di arcaismi, scomparsi da secoli oppure utilizzati nello spagnolo peninsulare solo nel loro significato originario, come ad esempio, carro (carro in spagnolo, automobile in venezuelano), plata (argento in spagnolo, denaro in venezuelano), ecc.;
  • presenza di molti termini inesistenti nello spagnolo peninsulare. Tali termini possono essere di origine india 'guayoyo', in italiano caffè lungo, guacamaya, pappagallo in italiano) o di derivazione italiana (tenemos la testa, piano a piano, ciao ecc.), francese (mussiù per indicare lo straniero, da monsieur, petipuás, piselli in italiano, da pétit pois), inglese (full equipo, equipaggiamento completo, da full, güachman, in italiano vigilante, custode, da Watch-man), portoghese (malandro, cioè malandrino, delinquente), africana (chévere, intraducibile in italiano, detto di persona in gamba, o di cosa o di sensazione estremamente piacevole ecc., dallo yoruba ché egberi), ecc.

Va infine sottolineato che nella quasi totalità del Venezuela la seconda persona plurale dei vari modi e tempi si è persa completamente. Il vosotros è stato sostituito dall' ustedes seguito dalla terza persona plurale. Solo nella città di Maracaibo, e zone limitrofe, si è conservato il vos (invece del vosotros dello spagnolo peninsulare), seguito dalla seconda persona plurale.

[modifica] Lingue coufficiali

La nuova costituzione bolivariana di Venezuelana, voluta dal preside Hugo Chávez (1999), protegge le lingue indigene (art.9) ribadendone la coufficialità con lo spagnolo nei propri territori di diffusione. Si tratta di oltre 30 idiomi autoctoni raggruppati in otto famiglie principali:

  • arawako: che include il kurripako, il piapoko e il wayuu, l'idioma autoctono più parlato in Venezuela (oltre 100.000 parlanti)
  • caribe che comprende, fra gli atri, oltre al caribe, le lingue pemón (la più parlata di tale famiglia), akawayo, eñepá , ed altre di minore importanza;
  • chibcha, con il barí;
  • Guahibana comprendente il jivi e il kuiva;
  • Makú cui appartengono gli idiomi puinave e jodi
  • Sáliva, che include la lingua sáliva (in via di estinzione con soli 17 parlanti) e il wótuja
  • Tupí, con lo yeral
  • Yanomama, integrata dal sanemá e dal yanomami

Fra le lingue non appartenenti ad alcuna famiglia segnaliamo, fra le altre, il pumé e il waraw.

Tali lingue sono parlate, in una situazione di monolinguismo, o di bilinguismo con lo spagnolo, da poco più di 170.000 venezuelani, nella quasi totalità appartenenti alle varie razze di indios che popolano ancora alcune zone del paese.

[modifica] Altre lingue

Gli immigrati di prima e spesso, anche di seconda generazione, parlano, accanto allo spagnolo, le lingue dei paesi di origine. La più diffusa, dopo quella ufficiale, è l'italiano, insegnato anche in molte scuole del paese e sostenuto dalla presenza della Società Dante Alighieri, con sede, per il Venezuela, a Caracas. Tale lingua è anche intesa, se non parlata, da molti venezuelani che non hanno ascendenze italiane ma che per ragioni familiari, di studio o di lavoro sono entrati in contatto con la comunità italiana, massicciamente presente soprattutto in alcune importanti città della zona centro-settentrionale del paese (Caracas, Valencia, Maracay, ecc.).

Dopo l'italiano la lingua allogena più parlata, come madrelingua, in Venezuela, è il portoghese, grazie soprattutto alla presenza di molti immigrati provenienti dal paese iberico ma anche agli oltre mille chilometri di frontiera in comune con il Brasile, lungo i quali la lingua di Camões è molto diffusa (va però evidenziato che le zone limitrofe al Brasile, tutte appartenenti alla Guayana venezuelana, sono generalmente poco popolate). Strettamente imparentato al portoghese è il galiziano, parlato da molti immigrati iberici (ricordiamo che dalla Galizia è provenuta gran parte dell'immigrazione spagnola diretta in Venezuela e più in generale nelle Americhe).

Diffusione più modesta hanno il francese e il tedesco. Quest'ultimo è parlato in una sua varietà "coloniale" nella Colonia Tovar, dove vivono ancora i discendenti dei coloni che, attorno alla metà dell'Ottocento, si insediarono in zona.

Fra gli idiomi non indoeuropei si segnala l'arabo, parlato dai numerosi immigrati libanesi (e in minor misura siriani) che si sono trasferiti in Venezuela nel corso del Novecento.

Un posto a se stante merita l'inglese, parlato, come seconda lingua, dall'alta borghesia venezuelana, e, più in generale da gran parte della classe dirigente che spesso manda i propri figli a studiare negli Stati Uniti d'America e (meno frequentemente) in Gran Bretagna. L'inglese, pur contando nel paese un numero di parlanti, come madrelingua, inferiore a quello dell'italiano, del portoghese e di altre lingue allogene, si è convertito nella seconda metà del Novecento, in Venezuela come nel resto di Latinoamerica (e del mondo) nel secondo idioma più studiato dopo quello ufficiale e quello che sicuramente ha più prospettive di sviluppo nel prossimo futuro.

[modifica] Religioni

La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. La gran maggioranza dei venezuelani sono di fede cristiana e in particolare cattolica (oltre il 85%), seguiti dai protestanti (10% solamente, ma in costante ascesa) e ortodossi (meno dell'1%). I musulmani rappresentano meno del 0,5% sulla popolazione totale. Trascurabili le minoranze induiste, buddiste e di altre confessioni religiose.

Numericamente esigua (fra i 16.000 e i 35.000 fedeli, a seconda delle rilevazioni) ma importante sotto il profilo economico e finanziario, è la comunità di religione ebraica presente nel paese. A Caracas è concentrato circa il 40% dei fedeli, ma gruppi più o meno consistenti si possono trovare anche a Maracaibo, Maracay, Puerto la Cruz, Porlamar ed altre città venezuelane. Dalla fine degli anni novanta del Novecento molti rappresentanti della comunità ebraica hanno lamentato atteggiamenti di intolleranza, se non proprio di antisemitismo, nei propri confronti[7]. La responsabilità viene imputata al presidente Chávez, che da parte sua ha sempre respinto tali accuse giudicandole prive di fondamento.

[modifica] Ordinamento dello stato

Il Venezuela è una repubblica presidenziale, il Presidente, capo dello stato e capo del governo, è eletto con elezione diretta e rimane in carica per sei anni, il mandato è rinnovabile una sola volta. Il presidente nomina il vice-presidente e stabilisce dimensione e composizione del governo. In base all'art 72 della costituzione bolivariana emendata nel 1999 i titolari di tutte le principali magistrature ( compresa quella del Presidente della Repubblica), possono essere soggetti a referendum popolare revocatorio del loro mandato

Il Parlamento è costituito da una sola camera detta Assemblea Nazionale (Asamblea Nacional) composta da 167 deputati, tre seggi sono riservati ai rappresentati delle popolazioni native. I deputati restano in carica per 5 anni e possono essere rieletti per altri due mandati.

La libertà religiosa è garantita dalla Costituzione. La gran maggioranza dei venezuelani sono di fede cristiana e in particolare cattolica (oltre il 90%), seguiti dai protestanti (2% solamente, ma in costante ascesa) e ortodossi (meno dell'1%). I musulmani rappresentano meno del 0,5% sulla popolazione totale. Trascurabili le minoranze induiste, buddiste e di altre confessioni religiose.

Numericamente esigua (fra i 16.000 e i 35.000 fedeli, a seconda delle rilevazioni) ma importante sotto il profilo economico e finanziario, è la comunità di religione ebraica presente nel paese. A Caracas è concentrato circa il 40% dei fedeli, ma gruppi più o meno consistenti si possono trovare anche a Maracaibo, Maracay, Puerto la Cruz e Porlamar. Dalla fine degli anni novanta del Novecento molti rappresentanti della comunità ebraica hanno lamentato atteggiamenti di intolleranza, se non proprio di antisemitismo, nei propri confronti. La responsabilità viene imputata al presidente Chávez, che da parte sua ha sempre respinto tali accuse giudicandole prive di fondamento.

[modifica] Suddivisioni storiche e amministrative

Per approfondire, vedi le voci Stati del Venezuela e Comuni del Venezuela.

Da un punto di vista amministrativo il Venezuela è diviso in 23 stati federati, più il Distretto della capitale (Distrito Capital) e le 11 dipendenze federali (Dependencias Federales) costituite da un'insieme di isole ed isolotti al largo della costa caraibica venezuelana e per lo più disabitati. Le isole raggruppate nelle dipendenze sono 72.

Gli stati, a loro volta, sono divisi in comuni (municipios) e nel caso del distretto della capitale e delle dipendenze federali in dipartimenti (departamentos). I comuni in Venezuela rapppresentano in realtà delle entità territoriali intermedie fra le province e i comuni italiani o spagnoli e si possono, sotto taluni aspetti, comparare agli arrondissements francesi. Sono infatti solo 335 ripartiti in forma diseguale fra gli Stati. Il Táchira, che ha una superficie di 11.100 km² e 1.155.000 abitanti circa (stima 2006) si articola in 29 municipios, in cambio il Lara, con un'estensione territoriale e una popolazione ben superiori ( 19.800 km² e 1.760.000 abitanti circa, sempre secondo le stime del 2006) ne possiede solo 10. I municipios si suddividono ulteriormente in parrocchie (parroquias) le quali non sempre coincidono con un unico nucleo urbano principale e il proprio territorio di pertinenza. Le città più popolose ed estese sono infatti ripartite generalmente fra più parroquias, mentre spesso una sola parroquia può contenere diverse località abitate.

Attualmente (2007) gli stati, con le superfici e le popolazioni relative (stima del 2007) sono:

Amazonas (Puerto Ayacucho) Sup. km² 180.145 (ab. 142.200)
Anzoátegui (Barcelona) Sup. km² 43.300 (ab. 1.477.900)
Apure (San Fernando de Apure) Sup. km² 76.500 (ab. 473.900)
Aragua (Maracay) Sup. km² 7.014 (ab. 1.665.200)
Barinas (Barinas) Sup. km² 35.200 (ab. 756.600)
Bolívar (Ciudad Bolívar) Sup km² 238.000 (ab. 1.534.800)
Carabobo (Valencia) Sup. km² 4.650 (ab. 2.227.000)
Cojedes (San Carlos) Sup. km² 14.800 (ab. 300.300)
Delta Amacuro (Tucupita) Sup. km² 40.200 (ab. 152.700)
Falcón (Coro) Sup. km² 24.800 (ab. 901.500)
Guárico (San Juan De Los Morros) Sup. km² 64.986 (ab. 745.100)
Lara (Barquisimeto) Sup. km² 19.800 (ab. 1.795.100)
Mérida (Mérida) Sup. km² 11.300 (ab. 843.800)
Miranda (Los Teques) Sup. km² 7.950 (ab. 2.857.900)
Monagas (Maturín) Sup. km² 28.930 (ab. 855.300)
Nueva Esparta (La Asunción) Sup. km² 1.150 (ab. 436.900)
Portuguesa (Guanare) Sup. km² 15.200 (ab. 873.400)
Sucre (Cumaná) Sup. km² 11.800 (ab. 916.600)
Táchira (San Cristóbal) Sup. km² 11.100 (ab. 1.177.300)
Trujillo (Trujillo) Sup km² 7.400 (ab. 711.400)
Vargas (La Guaira) Sup. km² 1.496 (ab. 332.900)
Yaracuy (San Felipe) Sup. km² 7.100 (ab. 597.700)
Zulia (Maracaibo) Sup. km² 63.100 (ab. 3.620.200)
Bandiera del Venezuela Dipendenze Federali Sup. km² 342 (ab. 1.765)
Distrito Capital (Caracas) Sup. km² 433 (ab. 2.085.488)

[modifica] Ordinamento scolastico

Tasso di alfabetizzazione: 92%.
Studenti universitari: 550.783.

Obbligo scolastico fino a 15 anni.

[modifica] Economia

Prodotto nazionale lordo (2005): 127.800.000.000 US$ (41° posto della classifica mondiale)[8]
Prodotto nazionale lordo (PPA), per potere d'acquisto (2005): 171.000.000.000 US$ (48° posto della classifica mondiale))[9]
Prodotto nazionale lordo pro capite (2005): 4.810 US$ pro capite (57° posto della classifica mondiale))[10]
Prodotto nazionale lordo pro capite (PPA), per potere d'acquisto (2005): 6.440 US$ pro capite (81° posto della classifica mondiale))[11]
Indice di sviluppo umano (2004): 0,784 (72° posto nella classifica mondiale))[12]
Bilancia dei pagamenti: 6 miliardi di US$.
Inflazione: 50,0%.
Disoccupazione: 6,20%.(febb. 2007)

[modifica] Risorse

Produzione di energia elettrica: 20.000.000 kw.
Pesca: 490.194 tonnellate.
Petrolio: 3.130.000 b/g.
Allevamento: pecore 0,82 milioni, capre 3,2 milioni, bovini 15,4 milioni, suini 4,8 milioni.
Minerali: petrolio, bauxite (alluminio), ferro, gas naturale, carbone, oro.

[modifica] Agricoltura

La produzione vegetale del Venezuela è data da: caffè, cacao, tabacco, canna da zucchero, cotone, vaniglia. Il governo venezuelano varò la legge per la riforma agraria nel 1960, volta all’espansione e alla diversificazione della produzione agricola. Nel 2003 il settore primario occupava l’11% della forza lavoro e concorreva per il 4,5% alla formazione del PIL. Le colture destinate al mercato interno sono soprattutto mais, riso, patate, manioca e banane. Tra le colture di piantagione, destinate a essere esportate, prevale il caffè, oltre alla canna da zucchero e al cacao. Nella zona costiero-andina si trovano piantagioni di tabacco, mentre nelle aree meno piovose della costa è diffuso il cotone. Rilevanti sono le colture di alberi da frutta. Il patrimonio zootecnico è piuttosto ricco, particolarmente per quanto riguarda i bovini, tradizionalmente allevati nella zona dei llanos, ma anche gli ovini.

[modifica] Allevamento

L'allevamento, in forte progresso fino agli anni '90, soprattutto nei llanos, si è andato negli ultimi anni sviluppando a un tasso insoddisfacente, nonostante le misure e gli incentivi promossi dal governo.

[modifica] Pesca

Nessuna risorsa deriva dalla pesca

[modifica] Risorse minerarie

[modifica] Industria

L'industria è in prevalenza formata da quella chimica, metallurgica, meccanica, del tabacco e alimentare. Fra i prodotti lavorati destinati all'esportazione si segnala l'ottimo rhum.

[modifica] Trasporti

Rete stradale: 29.954 km.
Rete autostradale: 2.690 km.
Rete ferroviaria: 402 km.
Rete navigabile: 7.100 km.
Caracas: aeroporto internazionale Simón Bolivar (6.940.000 passeggeri l'anno)

[modifica] Turismo

1 visitatore ogni 29 abitanti.
Provenienza: USA 25%, Italia 9%, Spagna 8%, Germania 7%, Paesi Bassi 6%, altro 45%.

La Farnesina considera pericolose[13] per il turista alcune aree del Paese, comprese zone della capitale Caracas, per rapine, episodi di microcriminalità, terrorismo legato al traffico degli stupefacenti e sequestri di persona a scopo estorsivo.

[modifica] Esportazioni

USA 51%, Colombia 6%, Suriname 5%, Brasile 4%, Repubblica Dominicana 3%, altri 31%.

[modifica] Importazioni

USA 45%, Colombia 6%, Brasile 5%, Messico 5%, Giappone 4%, altri 35%.

[modifica] Ambiente

Il 36,0% del territorio è protetto.

Partecipe alla convenzioni ambientali di:

[modifica] Flora

[modifica] Politica

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Attuale presidente è Hugo Chavez, noto per la sua politica colorita, ma soprattutto per essersi frapposto come mediatore fra la Bolivia e l'organizzazione FARC nelle trattative per il rilascio di Ingrid Betancourt ed altri ostaggi.

Altri politici più o meno noti sono: Alejandro Peña Esclusa

[modifica] Note

  1. ^ CIA Factbook - Venezuela
  2. ^ Cfr. AA.VV. Calendario Atlante De Agostini 2008, Novara, Istituto Geografico De Agostini Ed., 2007, pag. 1091
  3. ^ Cfr. AA.VV. Calendario Atlante De Agostini 2008, Novara, Istituto Geografico De Agostini Ed., 2007, pag. 1091
  4. ^ Per l'esattezza gli immigrati furono, fra il 1946 e il 1970, 252.248. Cfr. Vittorio Briani, Il lavoro italiano oltremare, Roma, Ministero degli affari esteri Ed., 1975, pag. 127
  5. ^ Esattamente 220.547. Cfr. Vittorio Briani, Il lavoro italiano oltremare, Roma, Ministero degli affari esteri Ed., 1975, pag. 127
  6. ^ Tutti i dati sulla distribuzione per stato degli immigrati italiani, compresi quelli relativi al Distretto Federale e alla città di Caracas sono tratti da Vittorio Briani, Il lavoro italiano oltremare, Roma, Ministero degli affari esteri Ed., 1975, pag. 128
  7. ^ Sito: Focus on Israel (Articolo del Corriere della Sera del 06.02.08)
  8. ^ Cfr. Autori vari, Anuario El Pais 2007, Madrid, Ediciones El Pais, 2007 ISBN 978-84-95595-17-1
  9. ^ Cfr. Autori vari, Anuario El Pais 2007, Madrid, Ediciones El Pais, 2007 ISBN 978-84-95595-17-1
  10. ^ Cfr. Autori vari, Anuario El Pais 2007, Madrid, Ediciones El Pais, 2007 ISBN 978-84-95595-17-1
  11. ^ Cfr. Autori vari, Anuario El Pais 2007, Madrid, Ediciones El Pais, 2007 ISBN 978-84-95595-17-1
  12. ^ Cfr. Autori vari, Anuario El Pais 2007, Madrid, Ediciones El Pais, 2007 ISBN 978-84-95595-17-1
  13. ^ http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?venezuela

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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