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Luís de Camões - Wikipedia

Luís de Camões

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Luís de Camões

Luís Vaz de Camões (pron. IPA /lu'iʃ vaʃ dɨ ka'mõj̃ʃ/; talvolta riportato come Camoens) (Lisbona, circa 1524 - 10 giugno 1580) è considerato il principale poeta portoghese. Per la sua padronanza della poesia, è stato paragonato ad Omero, Virgilio, Dante e Shakespeare. Il suo lavoro più noto è certamente il racconto epico Os Lusíadas.


Indice

[modifica] Biografia

Non si conoscono la data e il luogo esatti della nascita di Camões. Si pensa che fosse nato tra il 1517 e il 1525, probabilmente a Lisbona o Coimbra. Spesso si dice anche che fosse nato ad Alenquer, ma ciò è dovuto a una errata interpretazione di uno dei suoi sonetti, dove egli scrisse "[…] / Criou-me Portugal na verde e cara / pátria minha Alenquer […]" (Mi generò il Portogallo nella verde/e cara patria mia Alenquer). Questa frase isolata e la stesura del sonetto nella prima persona singolare hanno portato molti a pensare che qui il poeta parli di sé. Ma una lettura attenta e completa del sonetto permette di concludere che i fatti qui citati non sono associati alla vita di Camões. Camões scrisse il sonetto per un altra persona, probabilmente un suo conoscente, morto a 25 anni, lontano dalla patria e sepolto in mare.

I genitori di Camões erano Simão Vaz de Camões e Ana de Sá de Macedo. Per via paterna, Camões era pronopote de trovatore gallego Vasco Pires de Camões, e per via materna era imparentato con il navigatore Vasco da Gama. Simão Vaz abbandonò suo figlio e sua moglie per cercare fortuna in India, ma morì a Goa qualche anno dopo. La madre in seguitò si risposò.

Seguì gli studi, forse non troppo regolarmente, al Collegio des Artes di Coimbra, dedicandosi alla filosofia ed alle lingue classiche e moderne principalmente, ed anche, seppure con minore impegno, alla geografia, alla storia ed all'astronomia. Non risulta la presenza del poeta nei registri ufficiali delle strutture scolastiche che egli frequentò, ma è certo che fu educato dai Domenicani e dai Gesuiti grazie all'interessamento di suo zio Bento de Camões, Priore del Monastero di Santa Cruz e Rettore dell'Università di Coimbra. In ogni caso, la cultura raffinata dei suoi scritti fa pensare all'unica Università del Portogallo di quell'epoca come luogo più probabile dei suoi studi.

Tra il 1542 e il 1545 Camões visse a Lisbona, interrompendo gli studi per entrare nella corte di Giovanni III, conquistando fama di poeta e grandi onori.

Legato alla casata deforsel Conte di Linhares, Don Francisco de Noronha, e forse precettore del figlio Don Antonio, si recò a Ceuta nel 1549 e vi restò fino al 1551. Fu un'avventura comune nella carriera militare dei due giovani, ricordata nell'elegia 'Aquela que de amor descomedido'. Durante l'assedio, perse la vista all'occhio destro per la 'fúria rara de Marte', ma continuò a combattere.

Rientrato a Lisbona, riprese la vita bohémien. Si innamorò perdutamente di una dama, Caterina de Athaide, che, morta assai giovane, egli pianse per tutta la vita, benché numerose altre passioni gli accendessero il cuore negli anni successivi. Ebbe vari amori, non solo con le dame di corte ma perfino con la sorella del re Manuel I.

A causa di alcune sue malignità sulla vita privata del re, nel 1546 dovette lasciare la corte e ritirarsi a Ribatejo, dove scrisse versi in cui parlava del suo perduto amore e diede inizio alla sua opera immortale, Os Lusiadas (i Lusitani).

Caduto in disgrazia, fu esiliato a Constância. Non esiste però nessuna prova documentale che questo fatto sia accaduto davvero. Il giorno del Corpus Christi del 1552, durante una rissa, Camões ferì un certo Gonçalo Borges. Imprigionato e poi liberato con decreto reale di perdono del 7 marzo 1553, si imbarcò per le Indie sulla flotta di Fernão Álvares Cabral, il 24 dello stesso mese.

Monumento a Luís de Camões, a Lisbona.
Monumento a Luís de Camões, a Lisbona.


[modifica] Oriente

Nel 1555 arrivò a Goa, il maggior centro dell'India portoghese, e per due anni corse il mare partecipando ad alcune spedizioni. Il malcostume, la violenza, le prevaricazioni dei suoi connazionali lo indussero a scrivere una satira, Disparates na India (Pazzie in India), contro i governatori portoghesi, la cui ultima parte non è forse sua. Il risentimento delle pubbliche autorità lo costrinse ad allontanarsi da Goa per peregrinare in Cina, Cambogia e Macao fino al 1559, anno in cui, dopo avventurose traversie, naufragi, contrasti con i suoi connazionali, ritornò a Goa. Qui restò fino al 1567. Non si sa cosa facesse; certo è che il suo soggiorno fu sempre turbato da estrema povertà, lotte, accuse, processi. Lasciata l'India in quell'anno, spinto dal desiderio di rivedere la patria, non vi giunse che tre anni più tardi dopo essersi fermato in Mozambico, aver sofferto malattie, disinganni e fallimenti d'ogni specie che gli piagarono l'anima. A Lisbona si occupò subito della pubblicazione del suo grande poema. Il successo gli procurò una piccola pensione reale che gli consentì di vivere alla meglio in mezzo alle amarezze che gli venivano dalle sue personali disgrazie e da quelle della sua patria, la cui potenza accennava a declinare. Morì nel giugno del 1580 colpito dalla peste che infieriva sulla città e fu seppellito poveramente nella chiesa del monastero di S. Anna di Lisbona. Oggi è sepolto nella chiesa del Monastero di Jerónimos, accanto a Vasco de Gama.

[modifica] I Lusiadi e l'opera lirica

[modifica] Lo stile

[modifica] Opere

La sua fama imperitura è legata al poema Os Lusiadas, opera in 10 canti di struttura classica. La stupenda fattura del verso, la novità e la grandiosità della materia trattata, la potenza e la semplicità dello stile fanno del poema uno dei più grandi monumenti della letteratura di tutti i tempi. Camões compose, inoltre, un gran numero di sonetti, liriche, odi, canzoni ed ancora il Seleuco operetta teatrale di carattere farsesco (quella che gli valse il favore del re nel 1546), l'Amphytriões, commedia al modo di Plauto, il Filodemo, commedia romanzesca, la Satira do torneo ed altre.

La sua attualità nella vita culturale del Portogallo è dimostrata dal fatto che sue poesie sono state musicate come fados prima da Alain Oulman (Com que voz) da Carlos Gonçalves (Exstrato do Canto IX in Os Lusiadas) e recentemente da Custòdio Castelo (Memòria de meu bém) e da Stefano Gervasoni (Com que voz).

In suo onore è stato battezzato il cratere Camões, sulla superficie di Mercurio.

[modifica] Teatro

[modifica] Collegamenti esterni


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