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Veneto - Wikipedia

Veneto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 45°30′N 11°45′E / 45.5, 11.75


Regione del Veneto
Veneto - Bandiera
Veneto - Stemma
Stato: bandiera Italia
Zona: Italia nord-orientale 
Capoluogo: Venezia
Superficie: 18.391 km²
Abitanti: 4.821.355  (31-10-2007)
Densità: 262,2 ab./km²
Province: stemma Belluno
stemma Padova
stemma Rovigo
stemma Treviso
stemma Venezia
stemma Verona
stemma Vicenza
Comuni: Elenco dei 581 comuni
Politica
Presidente: Giancarlo Galan (PDL)
(dal 1995)
Giunta: Casa delle Libertà
Consiglio
({{{seggi}}} seggi):
Ultime elezioni: 4 aprile 2005
Prossime: 2010
Note:

Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale:Veneto
« Il Veneto è la mia Patria. Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria. Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto. Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto. »

Il Veneto (pronuncia Vèneto) è una regione dell'Italia Nord-Orientale con 4.821.000 abitanti (demo.istat.it 31/10/2007) e con capoluogo Venezia. Confina a est con il Friuli-Venezia Giulia e con il Mar Adriatico (Golfo di Venezia), a nord con l'Austria (Tirolo e Carinzia), a nord-ovest con il Trentino-Alto Adige, a ovest con la Lombardia, a sud con l'Emilia-Romagna.

Grazie al suo patrimonio paesaggistico, storico, artistico ed architettonico, il Veneto è, con oltre 60 milioni di turisti all'anno, la regione più visitata d'Italia. Le lingue più parlate sono il veneto e l'italiano. In alcune aree sono parlate il ladino, il friulano e il cimbro. La proposta di legge volta a tutelare la lingua veneta come espressione del patrimonio culturale dei veneti è stata approvata dal Consiglio Regionale Veneto a stragrande maggioranza il 28 marzo 2007 [1]. Il Veneto è una delle due regioni d'Italia i cui abitanti sono riconosciuti ufficialmente come «popolo» dal Parlamento Italiano[2].

Indice

[modifica] Generalità

Il territorio attuale della regione Veneto è stato popolato in epoca preistorica dai Veneti[3]; da allora la storia di questa terra è stata indissolubilmente legata al popolo indoeuropeo da cui ha tratto il nome.

[modifica] Bandiera e Stemma

[modifica] Il Gonfalone di San Marco

Per approfondire, vedi la voce Leone di San Marco.

La bandiera e lo stemma della Regione Veneto riprendono in gran parte la simbologia e la tradizione araldica dell'antica Repubblica di Venezia[4], raffigurando il leone marciano recante un libro aperto con impressa la frase latina PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS ("Pace a te, Marco, mio Evangelista") che secondo una diffusa leggenda un angelo avrebbe rivolto a San Marco Evangelista, naufrago sulle isole di Rialto.
Il gonfalone della Regione Veneto, con il leone in campo azzurro contornato da bordature oro e cremisi, ricalca dunque il gonfalone dell'antico stato veneziano, differenziandovisi per la presenza di sette frange (rispetto alle tradizionali sei), ciascuna delle quali reca lo stemma di una delle province della regione. L'attuale bandiera non reca inoltre più da circa un decennio la scritta REGIONE VENETO presente invece per venticinque anni sulla prima versione del gonfalone regionale.
La particolare abbondanza di azzurro, presente già nelle raffigurazioni tradizionali del gonfalone, è determinata dalla particolare associazione che sin da tempi antichissimi tale colore ha con i veneti, tanto che per i latini venetus era sinonimo di azzurro[5].

[modifica] Geografia

Il Veneto per zone altimetriche
Il Veneto per zone altimetriche

Con una superficie di 18.390 km², il Veneto costituisce l'ottava regione italiana per superficie. Il punto più a settentrione è Cima Vanscùro (al confine con l'Austria) e il punto più meridionale è costituito dalla Punta di Bacucco (foce del Po di Ariano o di Goro). Il suo territorio è morfologicamente molto vario, con una prevalenza di pianura (56,4%), ma anche estese zone montuose (29,1%) e, in minor misura, collinari (14,5%). La montagna veneta comprende il 70% della totalità delle Dolomiti nella Provincia di Belluno: quest'area, di particolare bellezza e di alto valore turistico, include il Cadore, il Comelico, l'Ampezzano, l'Agordino. Fra i rilievi più importanti, la Marmolada, le Tre Cime di Lavaredo, il Pelmo, le Tofane, il Civetta.
Il tratto collinare è molto variegato ed include le Prealpi Venete, dal Cansiglio ad oriente fino ai Monti Lessini ad occidente, passando per il massiccio del Grappa e l'Altopiano di Asiago; nella pianura veneta sono presenti i maggiori rilievi collinari dell'intera Pianura Padana: i Colli Euganei, che si ergono, nettamente isolati, a sud-ovest di Padova, seguiti, a poca distanza, dai Colli Berici (a sud di Vicenza), nel trevisano, invece sono presenti i colli Asolani, il territorio del vittoriese e il Montello, collina che si erge solitaria nella pianura veneta, fenomeno periferico dell'orogenesi delle Alpi.

Il Garda nei pressi di Malcesine
Il Garda nei pressi di Malcesine

La pianura veneta è attraversata da alcuni fra i più importanti fiumi italiani, da sud a nord, il Po, l'Adige, il (o la) Brenta, il (o la) Piave, la Livenza e il Tagliamento, oltre che da una serie di canali artificiali di scolo e di irrigazione. Avvicinandosi al mare la pianura si confonde con alcune delle zone anfibie più interessanti ed estese d'Italia, quali il Delta del Po (costituisce un Parco Regionale) e la Laguna Veneta, limitata a sud dalla foce del Brenta presso Chioggia e a nord dal fiume Sile, che scorre nell'antico alveo della Piave; più a nord si trova la laguna di Caorle, oggi isolata dalla laguna di Venezia, ma anticamente integrata nello stesso sistema lagunare che si estendeva da Ravenna fino a Grado.
Ad ovest, a cavallo fra Veneto, Lombardia e Trentino, si trova il bacino del Garda, il più esteso lago italiano. Questa regione è la più pianeggiante d'Italia.

Per approfondire, vedi la voce Zone Altimetriche d'Italia.








[modifica] Demografia

La popolazione del Veneto non è omogeneamente distribuita. Se la media pianura vanta le densità maggiori (soprattutto lungo la fascia che va da Verona a Venezia passando per Vicenza, Padova e Treviso), meno popolati sono il basso Veronese e il Polesine (specie in seguito all'alluvione del 1951). Ancor meno abitate sono le prealpi e la montagna (la provincia di Belluno mostra le densità minori), eccetto l'alto Vicentino (con Schio, Thiene e Bassano del Grappa) e la Val Belluna. A partire dagli anni Ottanta si è verificato un fenomeno, molto diffuso in tutto il Norditalia, dello spopolamento delle grandi città (Venezia con Mestre in testa) a favore dei piccoli e medi comuni delle "cinture" periurbane. Questo ha portato ad un notevole sviluppo urbano e taluni hanno constatato la formazione di una vasta megalopoli che si estende in particolare tra Padova, Mestre e Treviso (la cosiddetta PaTreVe o Triangolo Veneto).

Abitanti censiti (migliaia)


Il tasso di incremento annuo è stato uno dei più elevati d'Italia, ma dal 1983 è divenuto per la prima volta negativo. Anche se oggi questa tendenza permane (e, anzi, si è rafforzata), il Veneto resta una delle regioni del Norditalia con il più alto indice di natalità. Il fenomeno, tuttavia, varia notevolmente da provincia a provincia.

Andamento demografico per provincia (ISTAT, 31-12-2006)
Provincia Nati Morti Incremento naturale
Belluno 8,3‰ (1.760) 11,6‰ (2.472) -3,3‰ (-712)
Padova 9,9‰ (8.848) 8,5‰ (7.636) 1,4‰ (1212)
Rovigo 7,3‰ (1.789) 11,6‰ (2.836) -4,3‰ (-1.047)
Treviso 10,8‰ (9.232) 8,1‰ (6.895) 2,7‰ (2.337)
Venezia 8,9‰ (7.419) 9,5‰ (7.909) -0,6‰ (-490)
Verona 10,3‰ (9.035) 8,6‰ (7.563) 1,7‰ (1.472)
Vicenza 10,7‰ (8.972) 8,1‰ (6.807) 2,6‰ (2.165)

Il Veneto è stato, sino agli anni Settanta, una terra di emigrazione (oltre 3 milioni di partenze tra il 1870 e il 1970) per via della povera economia contadina, non affiancata da impianti industriali di rilievo. Sino al fascismo i flussi si dirigevano specialmente in America Latina (Brasile, Argentina); negli anni Trenta le bonifiche promosse da Mussolini portarono gli emigranti nel Lazio e in Sardegna; nel secondo dopoguerra, le correnti si spostarono verso le aree industriali della Lombardia, del Piemonte e della Liguria, e verso l'Europa centrale, specie dopo l'alluvione del Polesine (che costrinse decine di migliaia di persone a lasciare la propria terra).
Il notevole sviluppo dell'industria a partire dagli anni settanta trasformò il Veneto da terra di emigrazione a terra di immigrazione. Più che i rientri, molti sono stati gli immigrati dal Meridione e in seguito dall'estero (Nordafrica, paesi dell'Est europeo), il che ha fatto del Veneto la quinta regione per numero di abitanti (dopo Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia) e una delle prime per numero di stranieri residenti.

Nel 2006 i nati sono stati 47.055 (9,9‰), i morti 42.118 (8,9‰) con un incremento naturale di 4.937 unità rispetto al 2005 (1,0‰). Il 31 dicembre 2006, su una popolazione di 4.738.313 abitanti, si contavano 350.215 stranieri (7,3%). Le famiglie contano in media 2,5 componenti.

Per i dati demografici delle singole province, vedere la sezione "Suddivisione amministrativa".

[modifica] Comuni principali

Di seguito è riportata la lista dei dieci principali comuni del Veneto ordinati per numero di abitanti (dati: Istat 31/10/2007):

Pos. Stemma Comune di Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m.s.l.m.)
Provincia
Venezia 268.864 412,54 651,7 1 VE
Verona 263.303 206,63 1.274,3 59 VR
Padova 209.705 92,85 2.258,5 12 PD
Vicenza 113.905 80,54 1.414,3 39 VI
Treviso 81.735 55,50 1.742,7 15 TV
Rovigo 51.467 108,55 474,1 6 RO
Chioggia 50.846 185,20 274,6 2 VE
Bassano del Grappa 42.261 46,79 903,2 129 VI
San Donà di Piave 39.887 78,61 507,4 3 VE
10° Schio 38.804 67,04 578,8 200 VI

Altri comuni del Veneto con più di 25.000 abitanti ordinati per numero di abitanti:

Pos. Stemma Comune di Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m.s.l.m.)
Provincia
11°
Mira 38.339 98,88 388 6 VE
12°
Belluno 36.212 147,18 246 390 BL
13° Conegliano 35.300 36,33 972 72 TV
14° Castelfranco Veneto 33.136 50,93 651 42 TV
15°
Villafranca di Verona 31.860 57,43 555 54 VR
16° Montebelluna 30.303 48,98 619 109 TV
17° Vittorio Veneto 29.163 82,61 353 138 TV
18° Mogliano Veneto 27.812 46,15 603 8 TV
19°
Valdagno 27.031 50,13 539 266 VI
20°
Mirano 26.303 45,62 577 9 VE
21°
Spinea 25.511 15 1701 6 VE
22°
Arzignano 25.384 34,26 741 116 VI
23°
Legnago 25.294 79,66 318 16 VR
24°
Portogruaro 25.228 102,22 247 5 VE

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia del Veneto.

La storia del Veneto è in gran parte comune a quella della più vasta regione nota come Triveneto o Tre Venezie, nel Nord-est della penisola italiana, situata tra il confine del Mare Adriatico e tutta la catena delle Alpi Orientali, che comprende Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

[modifica] Protostoria ed Età Antica

Abitato già nella preistoria, dapprima insediamento degli Euganei, fu in epoca protostorica occupato dal popolo dei Veneti. Il processo di romanizzazione della Venetia avvenne in maniera graduale a seguito dell'alleanza stipulata tra veneti e cenomani coi romani nel 225-222. Il processo di romanizzazione proseguì quindi con la deduzione nel 181 a.C. della colonia latina di Aquileia, sino all'estensione -al termine della guerra sociale nell'89 a.C.- dello Ius Latii, cioè del diritto latino, con la lex Pompeia de Transpadanis ed infine alla concessione del plenum ius, cioè della cittadinanza romana, da parte di Giulio Cesare nel 49 a.C..

In epoca augustea venne costituita la Regio X Venetia et Histria, trasformata da Diocleziano in Provincia Venetiae et Histriae, mantenendone i confini sostanzialmente inalterati. Contemporaneamente, nei primi secoli d.C. iniziò il processo di cristianizzazione del Veneto: centro di irradiamento della nuova religione fu Aquileia, metropoli della Venezia endolagunare, in cui la nuova religione era giunta probabilmente per mare dall'importante centro di Alessandria d'Egitto, città a sua volta evangelizzata da San Marco.

[modifica] Medioevo

Durante le invasioni barbariche del V secolo d.C., il Veneto venne attraversato da Unni, Eruli ed infine Goti, che lo tennero sino alla metà del VI secolo, quando, con la prammatica sanzione di Giustiniano il territorio venne unito all'Impero Bizantino e inquadrato nella Prefettura d'Italia.
Con la discesa, però, dei Longobardi nel 568 d.C gran parte del Veneto venne sottomesso dai nuovi invasori, creando una divisione tra la zona continentale, sotto il Regnum Longobardorum, e quella costiera, rimasta nell'orbita dell'Esarcato di Ravenna, prima come eparchia Annonaria, quindi col nome di Venetia maritima.
Mentre dunque nell'entroterra i Longobardi costituivano i ducati di Verona, Vicenza e Ceneda, sulla costa si sviluppavano i nuovi centri della laguna veneta, eretti dai bizantini a Ducato di Venezia nel 697.

Nel IX secolo, declinato il potere bizantino, e sostituito sul continente il regno longobardo dall'Impero dei Franchi di Carlo Magno, il sempre più indipendente ducato lagunare si diede nuova capitale la nascente città di Venezia, polo commerciale sempre più fiorente, il cui prestigio venne rafforzato nell'821 dalla traslazione del corpo di San Marco Evangelista, destinato a divenire nuovo patrono della città e dello Stato.
Frattanto, scampato il flagello dalle invasioni degli Ungari, l'entroterra veneto venne riorganizzato amministrativamente dell'impero franco, con la creazione della Marca di Verona.

Dopo l'anno Mille, si assistette in tutto la Venetia ad un decollo economico e ad una ripresa della vita sociale nelle città principali, che iniziarono ad esercitare un controllo egemonico sul loro contado: col declinare dell'organizzazione feudale, emersero quindi i liberi comuni di Verona, Padova, Treviso e Vicenza.

Nel secolo successivo, mentre Venezia iniziava la sua espansione nel mediterraneo, i liberi centri dell'entroterra riaffermarono la loro indipendenza dal potere imperiale riunendosi nella Lega Veronese e nella Lega Lombarda per opporsi alle mire egemoniche del Barbarossa.

Il Duecento si assistette in tutta la terraferma alla trasformazione dei liberi Comuni in potenti signorie in lotta tra loro per l'egemonia regionale. La prima fu la signoria di Ezzelino da Romano, che riuscì a conquistare gran parte del Veneto centro-settentrionale; successivamente presero il potere i da Camino a Treviso, i Della Scala a Verona, i Da Carrara a Padova. Contemporaneamente Venezia gettava le basi del proprio impero marittimo con la partecipazione alla Quarta Crociata e la conquista di Costantinopoli.

Dal XIV secolo la crescente potenza veneziana, sopravvissuta alle vicende della guerra di Chioggia, portò la Serenissima a scontrarsi più volte e duramente con le potenti signorie dei Carraresi e degli Scaligeri per il controllo delle vie commeciali dell'entroterra, sino a portare a compimento tra il 1388 e il 1405 la conquista dell'intera terraferma.
Nel Quattrocento, il territorio veneto, organizzato nei Domini di Terraferma della Repubblica di Venezia, si espanse a comprendere la Lombardia orientale, il Friuli, il Polesine, parte del Trentino e la Venezia Giulia.

[modifica] Età Moderna

Agli inizi del Cinquecento, però, tale dominio parve sul punto di crollare sotto la pressione congiunta di Francia, Sacro Romano Impero e Papato, riuniti nella Lega di Cambrai: la disastrosa sconfitta nella battaglia di Agnadello comportò la perdita della Terraferma, la cui faticosa riconquista poté dirsi completata solo nel 1530 con la Pace di Cambrai.

Nel Seicento e Settecento, l'esaurimento progressivo dei commerci orientali per effetto della scoperta delle nuove rotte oceaniche per l'India e le Americhe e la perdita, nonostante l'accanita resistenza, delle colonie marittime sotto la pressione dell'Impero Ottomano portarono ad un profondo mutamento del carattere dello Stato, sempre più incentrato sugli interessi terrieri nel contado veneto e su una sempre più spiccata neutralità nei confronti dei conflitti tra le emergenti potenze europee rappresentate dagli stati-nazione.

[modifica] Età Contemporanea

La fine dell'indipendenza e del dominio veneziano vennero improvvisamente provocati a seguito della Rivoluzione Francese, quando l'invasione di Napoleone Bonaparte del neutrale territorio veneto provocò l'abdicazione del governo il 12 maggio 1797 e la successiva cessione del territorio all'Impero d'Austria con il trattato di Campoformio.
Dopo una breve parentesi all'interno del Regno d'Italia (1805-1814) napoleonico, a seguito del Congresso di Vienna il dominio austriaco sul Veneto venne riaffermato e consolidato nella costituzione di un nuovo Regno Lombardo-Veneto, vicereame dipendente da Vienna.
Il XIX secolo venne però caratterizzato anche dalla nascita di un nuovo spirito nazionale italiano, che nei moti risorgimentali del 1848 percorse anche le terre venete, con la nascita dell'effimera Repubblica di San Marco, infine soppressa dagli austriaci l'anno successivo in conseguenza della sconfitta piemontese nella Prima guerra di indipendenza.

Perduta agli austriaci la Lombardia con la Seconda guerra di indipendenza, il Veneto passò al neonato Regno d'Italia con il plebiscito del 1866 seguito alla Terza guerra d'indipendenza e alla vittoria prussiana nella battaglia di Sadowa.

Il XX secolo fu aperto dalle devastanti conseguenze della Grande Guerra, durante la quale il Veneto fu prima retrovia di approvvigionamento per le armate e quindi fronte di combattimento nel periodo tra la disastrosa ritirata seguita alla disfatta di Caporetto, le sanguinose battaglie del Piave e la vittoria finale nella battaglia di Vittorio Veneto. Devastato, il Veneto divenne fonte di massiccia emigrazione nel periodo tra le due guerre. Solo parzialmente interessato dalle vicende della Seconda Guerra Mondiale, il territorio subì tuttavia massicci bombardamenti alleati sui suoi centri maggiori.

La nascita della Repubblica Italiana alla fine del conflitto e la riorganizzazione dello Stato con la nuova Costituzione portarono a istituire il Veneto come una delle venti regioni italiane. Il secondo dopoguerra fu caratterizzato dalla rinascita economica e da un forte sviluppo industriale, entrato in crisi a metà degli anni Ottanta. Il declino della grande industria venne però seguito da una forte crescita della piccola e media impresa che ha accompagnato l'economia veneta per tutto il decennio successivo, rendendo il territorio uno dei più produttivi d'Italia e terra di immigrazione.

[modifica] Governo e sistema istituzionale

« Art. 1 - Il Veneto è Regione autonoma, nell'unità della Repubblica italiana, secondo i principi e nei limiti della Costituzione, e si dà il presente Statuto. La Regione è costituita dalle comunità della popolazione e dai territori delle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Capoluogo è Venezia.
Art. 2 - L'autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e tradizioni della sua storia. La Regione concorre alla valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico delle singole comunità.
(...)  »
(Statuto della Regione Veneto, Legge 22 maggio 1971, n. 340 [6])

[modifica] Presidente e giunta regionale

Per approfondire, vedi la voce Presidenti del Veneto.

Il Presidente della Regione è Giancarlo Galan, eletto per il terzo mandato consecutivo il 4 Aprile 2005. La giunta è composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Lega Nord e Nuovo Psi.

[modifica] Consiglio regionale

Per approfondire, vedi la voce Consiglio Regionale del Veneto.
Gruppi consiliari numero consiglieri
Forza Italia 15
Partito Democratico 13
Lega Nord 11
Alleanza Nazionale 6
UDC 5
Per il Veneto con Carraro 1
Verdi 1
Nuovo Psi 1
Partito Socialista 1
Progetto Nordest 2
Veneto per il PPE 1
Italia dei Valori 1
Rifondazione Comunista 1
Partito dei Comunisti Italiani 1
Totale 60

[modifica] Statuto e autonomia

Dal 1946 il Veneto è una regione della Repubblica Italiana. Nel 1971, approvando con legge costituzionale lo Statuto [4] della regione Veneto, il Parlamento italiano ha riconosciuto agli abitanti della regione la definizione di «popolo» (l'unica altra regione con questa peculiarità è la Sardegna).

Tuttavia questa definizione di popolo rimase senza effetto reale; il Veneto non riuscì mai a raggiungere lo statuto di Regione Autonoma. Ultimamente (2006) sono stati effettuati vari referendum, con esito positivo, da parte di comuni confinanti con le Regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, per ottenere il passaggio dalla Regione Veneto alle regioni autonome confinanti. Il procedimento costituzionale richiede che i referendum con esito positivo vengano esaminati per l'approvazione finale dal parlamento nazionale.

Un fronte bipartisan di consiglieri della Regione Veneto, in questo momento (2007), si sta muovendo per portare in parlamento una proposta di legge che possa riconoscere al Veneto l'autonomia fiscale, sempre nella consapevolezza che, in quanto regione ricca, una parte delle entrate debba andare alle regioni più disagiate del sud d'Italia.

[modifica] Suddivisione amministrativa

Le province venete
Le province venete

La regione Veneto è divisa nelle seguenti sette province (dati ISTAT agosto 2007[7]).

Province
Provincia Abitanti capoluogo Superficie (km²) Abitanti Densità (ab./km²) Comuni
Belluno 36.147 3.678 213.059 57,9 69 (lista)
Padova 209.696 2.141 905.112 422,8 104 (lista)
Rovigo 51.378 1.789 245.598 137,3 50 (lista)
Treviso 81.665 2.477 865.194 349,3 95 (lista)
Venezia 268.741 2.463 841.609 341,7 44 (lista)
Verona 262.403 3.121 889.862 285,1 98 (lista)
Vicenza 113.969 2.722 848.642 311,8 121 (lista)

[modifica] Economia

[modifica] Dati economici

Di seguito la tabella che riporta il PIL ed il PIL procapite[8] prodotto nel Veneto dal 2000 al 2006:

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Prodotto Interno Lordo
(Milioni di Euro)
111.713,5 116.334,1 118.886,3 124.277,6 130.715,9 133.488,0 138.993,5
PIL ai prezzi di mercato per abitante
(Euro)
24.842,9 25.742,2 26.108,2 26.957,1 27.982,2 28.286,7 29.225,5

Di seguito la tabella che riporta il PIL, prodotto in Veneto ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:

Macro-attività economica PIL prodotto % settore su PIL regionale % settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca € 2.303,3 1,66% 1,84%
Industria in senso stretto € 34.673,6 24,95% 18,30%
Costruzioni € 8.607,7 6,19% 5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni € 28.865,8 20,77% 20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali € 31.499,4 22,66% 24,17%
Altre attività di servizi € 19.517,2 14,04% 18,97%
Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni € 13.526,4 9,73% 10,76%
PIL Italia ai prezzi di mercato € 138.993,5

Dal confronto tra il dato regionale e quello nazionale, si evidenzia che rispetto la media italiana in Veneto è più forte l'incidenza del settore industriale, anche escludendo il settore delle costruzioni. Questa maggiore incidenza dell'industria, si riflette su un minor peso che ha sull'economia veneta tutto quanto ricade sul settore Altri Servizi, dove essenzialmente sono raggruppati i servizi resi dalla Pubblica Amministrazione, sanità, servizi sociali ed istruzione pubblica.

[modifica] Evoluzione storico-economica

Il Veneto è una delle regioni più ricche d'Italia. Ha conosciuto una fortissima espansione economica, sin dal secondo dopoguerra, ed oggi è sede di importanti attività industriali e terziarie.

Le attività agricole (frumento, mais, frutta, ortaggi) e zootecniche (bovini, suini) sono ancora di rilievo, e sono molto meccanizzate. L'industria è presente soprattutto nelle province occidentali e sulle coste adriatiche; prevalgono piccole aziende, specializzate nei settori alimentare, tessile, calzaturiero e del mobile. A Marghera, nella terraferma veneziana, sorge il polo chimico industriale di Porto Marghera. Treviso e provincia sono anche la prima area d'Italia per l'abbigliamento giovanile, con il gruppo Benetton.

Importanti sono anche le attività bancarie, il commercio e il turismo, nelle località balneari di Jesolo, Caorle, Bibione, Eraclea Mare, Cavallino-Treporti, Sottomarina, Rosolina, nelle località montane di Cortina d'Ampezzo, Arabba, Sappada, Falcade, Val Zoldana, Alleghe, Pieve di Cadore, Asiago, nelle città d'arte e sul lago di Garda.

[modifica] Lingua e Letteratura

Questa sezione costituisce una rapida introduzione alla Lingua veneta e alla letteratura scritta nelle sue diverse varianti. Per quanto attiene alle opere scritte in Veneto nelle altre lingue che vi sono parlate, si vedano le voci relative.

[modifica] La lingua

[modifica] Il panorama linguistico veneto

Nella Regione sono parlate, oltre all'italiano e al veneto, almeno altre quattro lingue: il cimbro, il ladino, il friulano e il tedesco.
Nonostante la notevole pressione dell'italiano, il Veneto si caratterizza per una forte conservazione della propria lingua storica, distinta in diverse varietà. Secondo le statistiche, è compresa da quasi il 70% della popolazione[5], con una sostanziale diglossia veneto-italiano. La vivacità della lingua veneta è confermata dal fiorire di iniziative culturali ed editoriali che, soprattutto in questi ultimi anni, hanno visto un moltiplicarsi di pubblicazioni. La forte riscoperta delle identità storico-linguistiche è stata recentemente sancita da una legge della Regione Veneto volta alla valorizzazione, alla tutela e alla diffusione della Lingua Veneta.

Le altre lingue sono diffuse in aree molto limitate e parlate da minoranze che, spesso, antepongono ai loro idiomi l'italiano o il veneto stesso.

La lingua ladina è senza dubbio la più viva ed è parlata in diversi comuni della Provincia di Belluno. Non è facile circoscrivere l'area ladina, poiché talvolta il veneto locale arriva a fondersi con questa lingua. Fa parte delle lingue ladine il friulano, parlato lungo il confine con il Friuli-Venezia Giulia, specie attorno a Portogruaro.

Il cimbro era un tempo molto diffuso nell'Altopiano di Asiago e nella Lessinia veronese, ma attualmente non è molto parlato. Nell'era Fascista la lingua Cimbra è stata proibita e chi la parlava veniva considerato spia nemica. Nel complesso resiste ancora nelle "roccaforti" di Giazza e Roana e in molte contrade Altopianesi.

Un dialetto di tipo bavaro-tirolese è parlato invece dalla popolazione della celebre località turistica di Sappada (BL), comunità germanofona culturalmente molto vivace.

Se all'interno della Regione Veneto esistono diverse comunità allofone, specularmente, venetofone sono alcune aree delle regioni confinanti, in particolare il Friuli Venezia-Giulia meridionale (parte della Provincia di Pordenone, tutta la zona costiera da Lignano Sabbiadoro fino a Muggia), il Trentino meridionale e parte della provincia di Mantova.

[modifica] Varietà e caratteristiche della Lingua Veneta

Per approfondire, vedi la voce Lingua veneta.

Il veneto parlato nella Regione Veneto si divide essenzialmente in quattro macroaree, ognuna con caratteristiche proprie, pur non perdendo mai la sostanziale unitarietà linguistica. L'area più vasta è quella centrale, comprendente la provincia di Padova e Vicenza, gran parte della provincia di Rovigo e parte della provincia di Venezia: tra i fenomeni più interessanti che la caratterizzano, oltre a una marcata conservazione delle vocali atone finali, vi è il fenomeno della metafonesi. Questa è invece assente nell'area veneziana, che si estende su tutta la laguna veneta, da Chioggia fino a Caorle e ha storicamente costituito il riferimento su cui si è modellata la koinè linguistica veneta. Da registrare in quest'area una minore conservazione della vocali atone finali. Questo fenomeno diviene ancora più marcato nelle altre due aree, quella settentrionale trevisano-bellunese, in cui sono ancora vive le interdentali sorde e sonore, e quella veronese, in cui emerge talvolta il sostrato gallo-italico.

[modifica] La letteratura in lingua veneta

Per approfondire, vedi la voce Letteratura in lingua veneta.

La letteratura in lingua veneta affonda le sue radici nella produzione di testi poetici e in prosa in lingua volgare, che si sviluppa nell'area corrispondente all'incirca all'odierna regione Veneto a partire dal XII secolo. La letteratura veneta, dopo un primo periodo di splendore nel Cinquecento con il successo di artisti come il Ruzante, giunge al suo massimo apogeo nel Settecento, grazie all'opera del suo massimo esponente, il drammaturgo Carlo Goldoni. Successivamente la produzione letteraria in lingua veneta subisce un periodo di declino a seguito della caduta della Repubblica di Venezia, riuscendo comunque nel corso del Novecento a raggiungere vette liriche mirabili con poeti come Biagio Marin di Grado.

[modifica] Galleria immagini


[modifica] Proverbi veneti

  • Candelora (veneziano, padovano, trevigiano e vicentino)
Dala Madona Candelora de l'inverno sèmo fòra;
ma se piòve e tira vento, dell'inverno sèmo drènto.
Da Nadae un piè de gae,
da Pasqueta un'oreta.

Bon Principio de ano (vicentino)

Bon principio de ano,
150 franchi a l’ano
a Nadae on’oca
a fin de ano on porseo
on granaro de sorgo
on granaro de formento
e che el paron sia contento
che contento sia
el me daga ‘na bona man che mi a vao via.”
  • [Stagioni e luoghi]
Se te vol patir e pene dell'inferno
va a Trento d'istà e a Feltre de inverno.
  • Ea storia de Eongarea (vicentino)
"Coesta xè ea storia de eongarèa
curta ma bea, col cape'eto in ciò.
vuto ca tea conta sì o no?"
"NO!"
"No se dise mai de no aea storia de eongarèa
curta ma bea, col cape'eto in ciò.
vuto ca te ea conta sì o no?"
"SI!"
"No se dise mai de sì aea storia de eongarèa
curta ma bea, col cape'eto in ciò.
vuto ca te ea conta sì o no?"
  • sior Intento (padovano, veneziano, vicentino, trevisano)
"Questa la zè la storia de 'l siòr Intento
che dura poco tempo,
che mai no la se destrìga.
Vuto che te la conta
o vuto che te la diga?"
"Che te me la conti!"
"Eh no! Parchè questa la ze la storia de 'l sior Intento..."
  • Per sottolineare l'assoluto disinteresse nei riguardi del lavoro da parte di una persona (Treviso)
Ghe piaze far el mestier de Michelasso,
magnar, bevar e ndar a spaso.
  • Città Venete:
Venessiani gran signori,
Padoani gran dotòri,
Vizentini magnagàti,
Veronezi tuti mati
Trevizani pan e tripe
Rovigoti baco e pipe
Udinesi castelani
col cognome da furlani
i Cremaschi i ze cojoni
i Bressan tagiacantoni
ma ghe n'è anca i pì tristi
Bergomaschi bruzacristi
e Belun, pora Belun
te si propio de nissun!
  • S:Antonio 17 gennaio
A S.Antonio se gh'è el giaso el le desfa
e se non el gh'è el le fà
  • Co San Marco comandava
se disnava e se senava;
soto Franza, brava gente,
se disnava solamente;
soto casa de Lorena
no se disna e no se sena;
soto casa de Savoia
de magnar te ga voja![9]
  • Proverbio veneziano sull'orgoglio
Quando l'omo xe stima'
el pol pissar in leto
e dir che'l ga' sua'.

[modifica] Cultura

[modifica] Sport

Diverse sono le società venete che eccellono in campo sportivo, ma tra tutte si segnalano quelle di Treviso, che di fatto rappresentano un polo di eccellenza sportivo a livello regionale e nazionale.

Nella Pallacanestro si possono citare la squadra maschile di Treviso e quella femminile di Schio, nella Pallavolo il team maschile di Treviso, mentre nel rugby l'egemonia a livello regionale e nazionale viene contesa dalle squadre di Treviso, Padova e Rovigo. Infine nell'Hockey su ghiaccio, importante la tradizione sportiva della squadra di Cortina.

Nel calcio ci sono tre squadre che giocono nella serie B:l'AC Chievo Verona(che sta per salire nella serie A),l'FBC Treviso e la Vicenza Calcio

Per approfondire, vedi la voce Sport in Veneto.

[modifica] Feste e folclore

  • Festa del Popolo Veneto, fissata il 25 marzo dal Consiglio Regionale in corrispondenza con la ricorrenza della fondazione di Venezia. [10].
  • Festa del grande Federico Frehner fissata il 21 giugnio che viene festeggiata solo in Belluno dai contadini. E tradizione che si brucia venti vigne ogni cinque anni per ottenere una vendemia ricca.

[modifica] Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Tramite la legge n.340/1971 di approvazione dello Statuto regionale http://www.consiglioveneto.it/crvportal/leggi/1971/71ls0340.html
  3. ^ Il nome di Paleoveneti con cui sono spesso indicati dagli studiosi è utilizzato essenzialmente con accezione linguistica, in riferimento alla lingua venetica, da essi parlata prima che il latino si imponesse. Dal punto di vista etnico e culturale esiste invece una continuità tale da non giustificare alcuna distinzione fra Veneti e Paleoveneti. A questo proposito si veda ad esempio L. Brunello, Il Veneto e i Veneti, pp. 7-9
  4. ^ Da notare tuttavia come l'utilizzo del leone passante per lo stemma non abbia riscontro storico, preferendosi tradizionalmente rappresentare il leone accovacciato in posizione frontale, nella posa detta in moleca.
  5. ^ cfr. ad esempio, in Fabio Mutinelli, Lessico veneto.
  6. ^ Testo completo dello statuto regionale: [2]
  7. ^ Dati Demo Istat. Sito consultato il 25-05-2008.
  8. ^ Dati Istat - Tavole regionali
  9. ^ Giuseppe de Stefano-G.Antonio Palladini - Storia di Venezia 1797-1997 - vol II, pag 276, Supernova, Venezia, 1997
  10. ^ Legge regionale 13 aprile 2007, n.8, art. 5[3]

[modifica] Bibliografia

  • G. Aldrighetti. L'araldica e il leone di San Marco, Venezia, Marsilio, 2002
  • G. Arnaldi, M. Pastore Stocchi (a cura di). Storia della Cultura Veneta, 10 voll., Vicenza, Neri Pozza, 1976-1987
  • L. Brunello. Il Veneto e i Veneti, Venezia-Mestre, Panizzutti, 1986
  • Manlio Cortelazzo (a cura di). Manuale di Cultura Veneta. Geografia, storia, lingua e arte, Venezia, Marsilio, 2004
  • Fabio Mutinelli, Lessico veneto, tipografia Giambattista Andreola, Venezia, 1852
  • Alvise Zorzi. San Marco per sempre, Milano, Mondadori, 1998

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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