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Protostoria - Wikipedia

Protostoria

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Oggetto rituale in bronzo e oro della Media Età del Bronzo da Trundholm (Danimarca).
Oggetto rituale in bronzo e oro della Media Età del Bronzo da Trundholm (Danimarca).

La protostoria è il secondo periodo della preistoria, cioè quello generalmente compreso tra la prima età del bronzo (prima metà del IV millennio a.C.) e quella del ferro (che ha inizio nel mediterraneo orientale attorno al XII secolo a.C.). Il termine deriva dal greco πρωτος (protos, «primo, iniziale») e «storia».

Tradizionalmente, con protostoria si indica spesso il lasso di tempo che immediatamente precede le prime forme di scrittura, anche se ancora non ben decifrate e di difficile lettura.

Sulla base di questa accezione, la protostoria di un luogo può svolgersi in un momento differente da quella di un altro luogo. In Egitto e in Mesopotamia, ad esempio, il periodo protostorico non può andare oltre la seconda metà del III millennio a.C., mentre per Roma ed il Lazio si può arrivare fino al VII secolo a.C. In sintesi nel Mediterraneo il periodo protostorico verrebbe così ad indicare un intervallo cronologico variabile fra la prima età del bronzo nel Vicino Oriente (con le prime forme di scrittura e insediamenti qualificati come "prime città") fino al II secolo a.C. circa, con la definitiva romanizzazione del mediterraneo nord-occidentale (Iberia, Gallia mediterranea, Italia settentrionale ecc.). Diverso il discorso per gran parte dell'Europa centrale e per quella settentrionale ed orientale, dove la protostoria si protrarrà, in taluni casi, fino ad età altomedievale.

Seguendo invece un approccio economico-materialista della paletnologia, per protostoria si può intendere lo stadio storico delle società umane organizzate in forme più complesse e sofisticate rispetto alla tribù clanica, spesso coincidente con le formazioni sociali che hanno preceduto immediatamente l'organizzazione di uno Stato propriamente inteso ("chiefdom"); ad essa corrisponde un aumento del grado di specializzazione artigianale nelle attività economiche secondarie (quelle cioè di trasformazione delle materie prime/produzione, quali la metallurgia), ed elevata diversificazione e complessità culturale rispetto ai gruppi umani dell'età della pietra, riscontrabile sia nella cultura materiale che negli aspetti ideologici (deducibili dalle pratiche funerarie e cultuali).
In ambito europeo e mediterraneo, così, l'inizio della protostoria viene retrodatato all'età del rame avanzata, particolarmente alla facies del bicchiere campaniforme.

Con valore estensivo, si utilizza il termine protostoria anche per indicare l'inizio di un periodo in termini culturali.

Indice

[modifica] Protostoria in Italia

La protostoria italiana corrisponde al processo che ha portato al passaggio dalle piccole comunità neolitiche allo stato. Naturalmente non dobbiamo pensare come scolasticamente si riassume che la civiltà sia nata nel vicino oriente e da lì si sia poi irradiata dapprima nel mondo minoico e miceneo, e poi in Italia.

Per quanto riguarda la preistoria e la protostoria è più logico parlare di modelli di organizzazione sociale, o di esperimenti che le comunità di volta in volta intrapresero per adattarsi a condizioni sociali ed ambientali sempre nuove, a volte con successo, altre volte no. La condizione nuova che nella protostoria italiana portò in poco più di due millenni alla nascita dello stato fu l'accumulazione di ricchezza, resa possibile dalla metallurgia. Se pensiamo alle comunità neolitiche, dobbiamo pensare a villaggi piccolissimi con forme di organizzazione sociale basate sulla parentela. Ma la crescente differenziazione socioeconomica che il commercio permise fu tale da creare contrasti interni tali da far superare e rompere i vincoli di tipo parentale all'interno di queste comunità. Che una diversa organizzazione sociale si andava affermando lo si evince in questo periodo anche dall'accresciuta importanza dell'elemento guerriero per il controllo del territorio, dalla sedentarizzazione dell'insediamento (cui dovette contribuire anche l'uso dell'aratro con lame in bronzo), e dall'occupazione dei nodi focali del commercio. Insomma le caratteristiche della tribù ad assetto territoriale, e in Italia siamo nel bronzo medio. Peroni postula che se prima il senso di appartenenza alla comunità era dato dalla consanguineità, ora era dato dall'appartenere ad uno stesso territorio. Avviene però nel bronzo medio un avvenimento destinato a rivoluzionare in fretta il modello che si era andato configurando e cioè la comparsa dei primi navigatori micenei. Tali navigatori portavano oggetti esotici in grado di attirare le élites dominanti che, di fatto, gestivano il commercio all'interno della comunità, e che ora erano in grado di convogliare questo flusso incontenibile di beni preziosi in modo da legare a sé interi settori della comunità, creando in tal modo rapporti di dipendenza clientelare. Nacquero così, nel corso del bronzo tardo, le comunità gentilizie clientelari preurbane: se nella tribù l'élite non poteva vantare diritti sulla comunità, ora ne era imprescindibilmente legata. L'ultimo grande passaggio della protostoria è quello che portò alla nascita delle comunità gentilizie clientelari urbane. Fu presumibilmente il bisogno di protezione militare reciproca accompagnato a quelli di creare un mercato più ampio e di superare il vincolo della proprietà comunitaria della terra (si pensi al lotto di terra che Romolo assegna alle gens) che spinse queste comunità ad unirsi in un unico spazio, dando così vita alle grandi comunità urbane etrusche e laziali dell'età del ferro. Un ulteriore passaggio di questo processo sarà la creazione di leghe fra città. Queste leghe, intese in senso politico o religioso e quasi mai in senso etnico saranno alla base della nascita dei popoli italici, la cui identità si delinea massimamente proprio in questo periodo. Era nato insomma lo stato.

[modifica] Periodizzazioni della protostoria europea

[modifica] Età del rame e Facies del Campaniforme[1]

Con l'espressione di cultura del vaso campaniforme, sviluppatasi fra il 2800 e il 1900 a.C. circa, si indica una cultura preistorica dell'Europa occidentale di cui si hanno ampie anche se sparse attestazioni archeologiche che risalgono al tardo Neolitico (età della Pietra) e arrivano fino all'età del bronzo. Quest'espressione fu coniata da John Abercromby per definire una tipologia di oggetti in terracotta la cui forma ricordava quella di una campana rovesciata.

Questa cultura è attestata nelle odierne Portogallo, Spagna, Francia (escluso il massiccio centrale), Gran Bretagna e Irlanda, Paesi Bassi, Germania tra l'Elba e il Reno, con un'estensione lungo l'alto corso del Danubio nel bacino di Vienna (Austria) e Ungheria (isola Czepel), con avamposti nel Mediterraneo: Sardegna e Sicilia. Ci sono meno attestazioni, invece, di una penetrazione a est di questa cultura. Il vasellame del tipo Beaker restò molto in uso nelle isole britanniche.

Sono molte le teorie sull'origine di questa cultura. Una volta si credeva che l'origine di questa cultura fosse la penisola iberica, tuttavia le attestazioni più antiche provengono dall'Olanda e Lanting e Van der Waals hanno proposto una cronologia per lo sviluppo della cultura del vaso campaniforme dalle prime forme della cultura dell'ascia da battaglia e dalla cultura di Funnelbeaker presenti precedentemente in quest'area. E così l'Olanda e la regione renana sono stati ampiamente accettai come zona d'origine di questa cultura (J. P. Mallory, EIEC p. 53). Ma si è anche spesso parlato di un'antica cultura indoeuropea e di una proto-celtica.

Marija Gimbutas, invece, la fa derivare da culture dell'Europa centrale kurganizzate da incursioni di tribù delle steppe. Tuttavia, l'ipotesi Kurgan non è molto accettata.

Data l'inusuale forma del vasellame e la comparsa improvvisa delle attestazioni archeologiche, la spiegazione tradizionale per l'apparizione della cultura del vaso campaniforme è stata quella della diffusione di un gruppo umano ben definito attraverso l'Europa. Agli inizi del XX secolo, queste terrecotte furono viste come un elemento di un popolo che, attraverso continue invasioni, portò con sé la lavorazione dei metalli e nuovi usi funerari, sostituendo la precedente popolazione europea del primo Neolitico.

Vere Gordon Childe ha descritto la gente del vaso campaniforme come «una popolazione di invasori dediti alla guerra, dalle abitudini autoritarie e con una predilezione per le armi di metallo e gli ornamenti che li hanno spinti a imporre un'unità politica sui loro nuovi domini sufficiente per una certa unificazione economica». Tuttavia non è necessario pensare a una correlazione fra una cultura archeologica e un gruppo etnico. Del resto, la cultura materiale e le innovazioni tecnologiche possono diffondersi indipendentemente dal movimento di una popolazione. Dunque, il punto di vista di Childe appare oggi molto discutibile, basato su correlazioni poco convincenti e conoscenze limitate, mentre l'assunto di un'invasione del popolo della coppa è considerato come un tentativo di attribuire i numerosi cambiamenti culturali a una causa precisa.

Altri archeologi,[citazione necessaria] notando che la distribuzione delle coppe era più ampia nelle zone degli grandi vie di comunicazione, compresi i luoghi di guado, le valli fluviali e i passi montani, hanno suggerito che lo stile pan-europeo della coppa sia stato portato in origine da commercianti. Tale stile si si diffuse successivamente presso le locali culture neolitiche o primo-calcolitiche, che lo rielaborarono dandogli un'impronta autoctona.

Un'altra ipotesi è quella che vede l'iniziale diffusione della cultura del vaso campaniforme dall'Europa sud-occidentale verso quella centro-occidentale. Lanting (1976) suggerisce che questa cultura emerse nell'area del delta del Reno dal contesto della cultura dell'ascia da guerra.

Moderne analisi su 86 individui di questa cultura provenienti da sepolture bavaresi suggerisce che una percentuale tra il 18 e il 25 per cento di queste sepolture era occupata da individui provenienti da zone molto lontane da quest'area. Ciò attesterebbe l'esistenza di un notevole movimento migratorio dal nord-est al sud-ovest.

Oggi, molti archeologi pensano che il popolo del vaso non sia mai esistito come gruppo, ma che sia stato solo il frutto della diffusione in Europa di conoscenze manifatturiere non connesse con un unico popolo. Queste conoscenze potrebbero essere giunte attraverso l'influenza di popoli vicini piuttosto che come conseguenza di un movimento migratorio; esse, dunque, che si sarebbero diffuse indipendentemente da qualunque movimento di un popolo. Questa cultura potrebbe ad esempio essere correlata con la produzione e il consumo di birra (come sembrerebbero suggerire anche studi palinologici su pollini) o con legami commerciali marittimi con l'Europa atlantica.

La teoria che esclude un'invasione fu proposta per la prima volta da Colin Burgess e Steve Shennan attorno alla metà degli anni settanta del XX secolo e oggi l'ipotesi più diffusa è quela di popoli indigeni europei che hanno adottato e adattato in modi diversi nuove conoscenze, dando così vita alla cultura del vaso campaniforme.

[modifica] Età del Bronzo

L'Età del bronzo indica un periodo della preistoria o della protostoria europea caratterizzato dall'utilizzo della metallurgia del bronzo e diffusosi fra il 3000 a.C. e il 1000 a.C. circa (sopravvivendo in alcune regioni europee, come la penisola iberica e le isole britanniche fino almeno all'VIII o al VII secolo a.C.. In Italia corrisponde ai secoli tra il XXII e il X a.C. La denominazione è stata introdotta dal ricercatore danese Christian Jürgensen Thomsen, che nel 1816, durante la sua opera di classificazione delle antichità nazionali, ebbe l'intuizione dell'importanza per le vicende delle popolazioni del successivo utilizzo da parte degli uomini di oggetti in pietra, in bronzo e in ferro.

Oggi è generalmente ammesso che questo periodo succeda al calcolitico e preceda l'età del ferro. Come per gli altri periodi della preistoria i suoi limiti cronologici variano notevolmente secondo l'ambiente geografico e culturale considerato.

L'età del bronzo viene generalmente suddivisa in Bronzo antico, Bronzo medio, Bronzo recente e Bronzo finale e questi periodi, che servono come riferimento alla maggior parte delle cronologie, sono ulteriormente suddivisi in modo diverso regione per regione.

L'età del bronzo è ben conosciuta nell'Europa continentale, nelle regioni dell'Egeo, nel Vicino Oriente e in Cina, nella quale coincide con la dinastia Shang.

È notevole il fatto che in America latina le civiltà andine conobbero, nella loro fase di massimo sviluppo, una metallurgia basata sull'oro e sul rame fino alla conquista spagnola, mentre le civiltà mesoamericane come i Maya e gli Aztechi non fossero andati oltre il neolitico. All'arrivo di Hernán Cortés i guerrieri aztechi affrontarono i conquistadores spagnoli con spade a punta di ossidiana.

[modifica] Antica età del bronzo

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[modifica] Media età del bronzo

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[modifica] Età del bronzo recente ed età del bronzo finale

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[modifica] Età del ferro[2]

L'età del ferro indica originariamente un periodo della preistoria o protostoria europea caratterizzato dall'utilizzo della metallurgia del ferro.

In Europa e nel Vicino Oriente segue l'età del bronzo e precede l'ingresso nel periodo propriamente storico, nel quale sono cioè presenti fonti scritte. L'età del ferro inizia intorno al XII secolo a.C. nel mondo mediterraneo orientale e tra il IX secolo a.C.e l'VIII secolo a.C. nell'Europa continentale (da notare la differenza terminologica tra l'Italia, dove l'età del Ferro inizia nel corso della seconda metà del X secolo a.C., con diverse opinioni tra i ricercatori che la pongono tra il 950 e il 900 a.C., e l'Europa nordalpina, dove inizia nell'800 a.C. circa). Come per gli altri periodi della preistoria i suoi limiti cronologici variano considerevolmente secondo il contesto geografico e culturale. Alcune civilizzazioni non hanno mai conosciuto l'età del ferro, pur avendo uno sviluppo sociale e/o tecnico notevole, come nel caso delle civiltà precolombiane.

Oggi pertanto si tende ad indicare con età del ferro non una fase cronologica o uno stadio evolutivo, ma la presenza di una tecnica che influenzò profondamente e in modo duraturo la società di alcune culture, in particolar modo in Europa. In particolare tra le civiltà che conobbero il ferro ci sono gli Achei nella Grecia arcaica, i Villanoviani nel Bolognese e in Toscana, nelle aree dove poi avrà il suo sviluppo la civiltà etrusca, i Veneti nell'area della Pianura padana a nord del Po e a est di Verona, Italia centrale e Campania, i Celti, con le culture di Hallstatt e di La Tène, o i Germani.

In mancanza di conoscenze più vaste sulle comunità politiche e culturali dell'età del ferro, è la cultura materiale che ci consente di definire in questo periodo dei grandi insiemi geografici in Europa, all'interno dei quali i materiali presentano una notevole omogeneità, sia dal punto di vista della tecnica che da quello delle decorazioni. Queste culture, che persistono per tutta l'età del ferro, pur espandendosi o contraendosi a seconda delle circostanze, comprendono:

  • culture atlantiche in Gran Bretagna, regione vallone, ovest della Francia, regione basca;
  • culture nordiche nelle Fiandre, in Danimarca, in Scandinavia
  • culture polacche in Polonia e nei Carpazi settentrionali
  • culture nord-alpine nelle regioni francesi alpine e in Svizzera
  • culture iberiche nella Penisola Iberica, tranne che in Portogallo e nella regione basca;
  • culture italiche in Italia a sud delle Alpi
  • culture carpatiche nel bacino danubiano e nei Carpazi.
  • culture greche in Grecia e nelle regioni egee, compresa Creta.

[modifica] Prima Età del Ferro e cultura di Hallstatt

Per approfondire, vedi la voce Cultura di Hallstatt.
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[modifica] Seconda Età del Ferro e cultura di La Tène

Per approfondire, vedi la voce Cultura di La Tène.
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[modifica] Note

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[modifica] Approfondimenti

  • Sul dibattito in Italia per le datazioni assolute e il significato della transizione tra l'età del Bronzo e l'età del Ferro: G. Bartoloni, F. Delpino, a cura di, Oriente e Occidente, metodi e discipline a confronto. Riflessioni sulla cronologia dell'età del Ferro italiana, atti dell'incontro di studio (Roma, 30-31 ottobre 2003), Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2005.

[modifica] Voci correlate

Scienze sociali
Archeologia | Diritto | Economia | Educazione | Linguistica | Psicologia | Scienze della comunicazione | Scienze politiche | Scienze etnoantropologiche | Sociologia | Storia


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