Mestre
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Mestre | ||||||||
Stato: | Italia | |||||||
Regione: | Veneto | |||||||
Provincia: |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 3 m s.l.m. | |||||||
Abitanti: |
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Nome abitanti: | Mestrini | |||||||
Santo patrono: | San Michele Arcangelo | |||||||
Giorno festivo: | 29 settembre | |||||||
Pref. telefono: | 041 | CAP: | 30170 | |||||
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Mestre è una frazione del Comune di Venezia, sulla terraferma.
Mestre è la più grande città italiana a non avere lo status di comune (seguita da Ostia) ed è la città veneta più vicina a Venezia, dalla quale dista circa 10 km.
Indice |
[modifica] Stemma, gonfalone, onorificenze
[modifica] Stemma
Lo stemma della Frazione è una croce argento in campo azzurro, con il Leone di San Marco nel quarto superiore sinistro e le lettere M e F (iniziali del motto "Mestre Fidelissima") nei quarti inferiori.
[modifica] Onorificenze conferite alla città
Il 13 novembre 1898, Mestre, allora comune, fu nominata XI città decorata con Medaglia d'Oro come "Benemerita del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento (che, secondo la definizione dei Savoia, è compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale).
Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
La leggenda — di origine antica ma rimaneggiata durante l'Umanesimo — narra dell'eroe mitico Antenore che, fuggito da Troia distrutta e a capo del popolo degli Heneti, veleggiò verso l'Alto Adriatico e, una volta sbarcato, fondò la città di Padova dando alla regione il nome di Veneto. Al suo seguito ci sarebbe stato un valoroso guerriero, Mesthle, figlio di Pilemene, re di Paflagonia, che separatosi con altri da Antenore, si stabilì in una località boscosa fronteggiante la laguna — la mitica Selva Fetontea — dove fondò una città che, dal proprio nome, chiamò Mestre.
La vera origine di Mestre è incerta, ma è sicuro che sia stata sede di un insediamento romano, probabilmente un oppidum (ovvero una località fortificata), distrutto poi da Attila e ricostruito nel X secolo.
L'Itinerarium Burdigalense, una guida per pellegrini risalente all'alto medioevo, parla solo di una «mutatio ad Nonum», cioè una posta di cambio per cavalli a nove miglia (circa 13,5 km) da Altino, lungo la Via Annia, all'altezza dell'attuale Forte Marghera.
[modifica] Il medioevo
La città fu citata per la prima volta in un diploma del 994, dell’imperatore Ottone III, il quale donò a Rambaldo, conte di Treviso, un terreno nella zona.
Nel 1152, poi, una bolla di papa Eugenio III riconobbe come padrone di Mestre il vescovo di Treviso, Bonifacio; nella bolla venivano specificate, tra le proprietà, la chiesa arcipretale di San Lorenzo, il castello ed il porto.
Nel 1257 un altro vescovo, Alberico, ne cedette il possesso ad Alberico da Romano, Podestà di Treviso, che vi nominò un Capitano, per l’esercizio del potere amministrativo, militare e giudiziario.
Nel frattempo, cresceva l'importanza economica del porto di Cavergnago, situato sul fiume Marzenego (allora conosciuto come "fiume Mestre", e non si sa se sia stata la città ad aver dato il nome al fiume o viceversa). Il porto era di fondamentale importanza, in quanto collegava Venezia, allora in rapida espansione, con la terraferma nel punto dove si incontravano tre strade importanti: la Padovana, la Castellana ed il Terraglio. Era attraverso questo porto che Venezia riceveva i generi di prima necessità.
Nel 1274 un incendio distrusse il castello e i trevigiani, invece di ricostruirlo, preferirono fortificare il vicino borgo, che diventò il Castelnuovo. Del Castelvecchio, posizionato nella zona dove oggi sorge l'Ospedale Umberto I, non rimane traccia. Unica testimonianza è il tracciato della strada di accesso al castello tramite ponte levatoio (oggi non esistente) chiamata ancor oggi via castelvecchio, intersecata da via Einaudi.
Nel XIII secolo Mestre fu coinvolta nella guerra fratricida tra Ezzelino da Romano e il fratello Alberico. Quest'ultimo infatti aveva conquistato Treviso (e quindi anche Mestre), ma Ezzelino occupò per ritorsione il Castelnuovo tra il 1245 e il 1250. In seguito, i due fratelli giunsero ad un accordo e castello e borgo passarono dalla giurisdizione religiosa del vescovo a quella civile di Treviso.
Nel 1317 Cangrande della Scala incominciò a minacciare Treviso, che come contromisure rinforzò tra l'altro il castello di Mestre. Nel 1318 gli Scaligeri tentarono a più riprese di conquistare la piazzaforte, che però resistette contro ogni aspettativa. Purtroppo le soldatesche, ritirandosi, saccheggiarono i territori dei dintorni provocando una grave crisi economica. Alla fine, nel 1323 Treviso, stremata dalla lunga guerra e abbandonata dall'imperatore, capitolò finendo sotto il dominio veronese — e con essa Mestre.
[modifica] La Serenissima
Ma negli anni successivi a Venezia subentrò la consapevolezza che lo strapotere degli Scaligeri era una minaccia per gli interessi commerciali della Serenissima in terraferma. Così il 29 settembre 1337, giorno di San Michele Arcangelo patrono di Mestre, il comandante veneziano Andrea Morosini, corrompendo i 400 mercenari tedeschi di guardia, conquistò il castello di Mestre. La Serenissima Repubblica governò Mestre attraverso un “Podestà e Capitano”. Il primo fu Francesco Bon, l’ultimo Daniele Contarini (1796). Treviso venne conquistata il 2 dicembre 1338 e il 21 gennaio dell'anno successivo venne firmata la pace tra Venezia e Verona, che pose fine definitivamente alle ostilità.
Nel XIV secolo il traffico di merci tra Mestre e Venezia era diventato così importante che venne costruito un canale artificiale, il Canal Salso, che dalla laguna arrivava fino al cuore del borgo.
Nel Settecento furono demolite le mura del Castelnuovo, ormai in grave stato di deterioramento. Di esse resta solo la Torre dell'Orologio, dopo la demolizione a fine ottocento della gemella torre belfredo.
[modifica] L'Ottocento e i moti patriottici
Il dominio veneziano terminò il 16 luglio 1797, quando Napoleone Bonaparte occupò Venezia mettendo fine alla Serenissima Repubblica. Mestre, adeguandosi al modello francese, nel 1808 si costituì in Comune, dotandosi di un consiglio di 40 membri e di un Podestà nominato dal governo centrale.
Alla caduta di Napoleone, Mestre passò sotto il dominio austriaco, vedendosi ingrandito il territorio comunale con l'incorporazione dei limitrofi comuni di Carpenedo e Marocco.
Dopo 34 anni di dominio austriaco, un po' tutte le classi sociali aspettavano l'occasione buona per manifestare il proprio malcontento. La scintilla contro tutti i governi della Restaurazione scoccò anche a Venezia, dove il 22 marzo 1848 Daniele Manin, a capo degli insorti, cacciò gli austriaci e proclamò la Repubblica. A Mestre molti patrioti, disarmarono con facilità i pochi soldati di guardia in città. Istituita una Guardia Civica, marciarono contro il Forte Marghera, dove riuscirono ad entrare e ad impadronirsi della fortezza in mano agli austriaci.
Negli stessi giorni molti volontari stavano raggiungendo da ogni parte d'Italia il Lombardo-Veneto, dove gli austriaci si erano asserragliati nel Quadrilatero, e Mestre rappresentò un crocevia per i primi. In maggio, però, le truppe austriache riconquistarono tutto il Lombardo-Veneto e il 18 giugno rioccuparono anche Mestre.
Intanto, Carlo Alberto, con l'armistizio di Salasco, abbandonava Milano e Venezia al loro destino. Milano era già caduta, solo Venezia resisteva contro l'Austria. Mentre ormai Mestre era perduta, baluardo di Venezia restò il Forte Marghera che, assieme ai forti Manin e di S. Giuliano e alla Ridotta Rizzardi, poteva contare su 140 pezzi d'artiglieria e 2.300 uomini al comando del colonnello Ulloa.
La situazione ristagnò per alcuni mesi, fino al 27 ottobre 1848, quando fu tentata un'azione di forza per liberare Mestre: la famosa Sortita dal Forte Marghera. All'alba del 27 ottobre 2.000 uomini, capitanati dal tenente Antonio Olivi, uscirono dal Forte e ricacciarono verso Treviso le truppe austriache di stanza a S.Giuliano. Raggiunti da altri insorti, che avevano liberato Piazza Barche, si diressero tutti al Ponte della Campana, di fronte a Piazza Maggiore (oggi Piazza Ferretto), dove c'erano quattro cannoni austriaci che, tuttavia, non riuscirono a fermare i nostri.
Così Mestre fu liberata dagli occupanti, messi in fuga verso Treviso. Era però solo un'operazione di effetto, non destinata a resistere nel tempo, data la sproporzione tra le forze veneziane e quelle austriache comandate dal generale Haynau: 24.000 uomini e 200 cannoni concentrati a Mestre e dintorni. Nei giorni successivi Mestre fu riconquistata definitivamente e tra il 4 e il 26 maggio il Forte Marghera fu tenuto sotto assedio. In quei giorni il forte fu il bersaglio di 70.000 bombe e 500 furono i morti e i feriti di parte italiana. I sopravvissuti del forte, dopo aver distrutto quanto ancora poteva servire al nemico, si ritirarono a Venezia, estremo baluardo, la quale si arrese, stremata, il 22 agosto 1849.
Durissima fu la repressione degli austriaci: fucilazioni, deportazioni, carcere duro per coloro che erano stati protagonisti di quel periodo, eroico e terribile.
Dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia del 1866, Mestre rimase un comune indipendente; un decreto del re Vittorio Emanuele III 26 agosto 1923 attribuiva a Mestre il titolo di "Città". Poi, il 24 agosto 1926 cessò l'autonomia amministrativa: il distretto costituito dai comuni autonomi di Mestre, Chirignago, Zelarino e Favaro Veneto venne dichiarato parte integrante del comune di Venezia.
[modifica] Mestre oggi
Mestre ha visto una crescita vertiginosa di abitanti a partire dagli anni sessanta, a causa di politiche abitative e del lavoro che non hanno favorito i residenti lagunari. La cittadina ha vissuto una fase di fortissima espansione edilizia e demografica negli anni settanta (anni in cui raggiunse l'apice della sua popolazione con 220.000 abitanti).
In quegli anni è pesata l'assenza di un'amministrazione locale, dato che l'attenzione dell'amministrazione comunale veneziana è sempre stata prevalentemente diretta verso i problemi del centro storico della città, il quale vive prevalentemente sul turismo, a differenza di Mestre che lega primariamente la sua crescita al polo industriale di Marghera.
Ciò ha fatto sì che tale sviluppo sia avvenuto in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore, creando una condizione particolare per cui i nuovi residenti, arrivati in quegli anni dal centro lagunare e dal resto d'Italia, non hanno sviluppato un forte rapporto di identificazione con Mestre.
Per cambiare tale situazione, alcuni gruppi di cittadini hanno sostenuto un progetto per separare Mestre da Venezia creando due comuni distinti. Nei quattro referendum popolari — svoltisi negli anni 1979, 1989, 1994 e 2003 — gli abitanti del comune sono stati chiamati alle urne per attuare tale progetto, ma in tutte le consultazioni la maggioranza si è sempre espressa contro la separazione.
Alle suddette consultazioni, ovviamente, non sono stati chiamati solo i residenti mestrini interessati, ma bensì gli abitanti dell'intero territorio comunale di Venezia, ma in ogni caso è significativo che durante l'ultima consultazione l'affluenza alle urne non abbia neppure raggiunto il quorum necessario a convalidare il referendum.
La crisi dell'industria chimica e il generale ridimensionamento delle grandi città del Nord hanno fatto sì che Mestre abbia registrato un sensibile calo di abitanti negli ultimi tempi; tuttavia, con i suoi 186.000 abitanti, Mestre contribuisce in larga parte a posizionare Venezia come prima città del Veneto e undicesima in Italia per popolazione.
La città, tuttavia, continua ad essere il polo culturale principale della terraferma, grazie all'importante palazzo-congressi del Centro Candiani, al Teatro Toniolo, alle numerose associazioni culturali e alle scuole — come il liceo classico Franchetti, i licei scientifici Bruno e Morin, il liceo sperimentale Stefanini, gli istituti tecnici Pacinotti, Zuccante e Gritti (quest'ultimo sede in terraferma dell'Algarotti di Venezia).
[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse
Piazza Erminio Ferretto è la principale della città. Sviluppatasi nel medioevo come piazza del mercato e, in tempi più recenti, come capolinea della rete tranviaria, si arricchì poi di esercizi commerciali e del noto Teatro Toniolo, posto in una piazzetta contigua. Sulla piazza sorgono il seicentesco Duomo di San Lorenzo, il Palazzo da Re, il cui portico ospitava il mercato delle granaglie e la Torre dell'Orologio. Quest'ultima era originariamente una casa-torre fatta erigere dai Collalto nel 1108, ma fu poi inglobata nel secondo castello di Mestre (il Castelnuovo). Oggi è l'unica rimasta delle quindici — o, secondo altre fonti storiche, diciassette — torri che componevano la fortezza. Altri edifici di rilevo sono il Palazzo Podestarile e la Provvedaria. Tra il 1995 e il 1998 è stata ristrutturata secondo il progetto dell'architetto Guido Zordan. In particolare, al centro della piazza è stata collocata una lunga fontana con una scultura in bronzo dorato di Alberto Viani intitolata "Nudo".
Altre opere di dubbio interesse artistico sono il monumento alla Resistenza di Augusto Murer in Piazza XXVII Ottobre (conosciuta comunemente con il nome di Piazza Barche, toponimo che ricorda il canale, oggi interrato, che collegava Mestre alla Laguna Veneta) e la fontana di Gianni Aricò nella vicina via Piave.
Presso la chiesa dei frati Cappuccini, in via Cappuccina, è custodita l'icona della Madonna del Don, trovata dagli Alpini in Russia nel 1943. Tale icona è venerata dagli Alpini, che ogni anno nel mese di settembre si ritrovano da tutta Italia per celebrare la ricorrenza, alternandosi tra le varie sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini nell'offrire l'olio destinato ad alimentare la lampada votiva per l'anno a seguire.
Degni di nota sono inoltre i due grandi parchi cittadini, il Parco Alfredo Albanese (dedicato al vice-questore ucciso dalle Brigate Rosse) noto popolarmente come parco della Bissuola in quanto sorge nella zona così denominata, e il Parco di San Giuliano prospiciente la Laguna. Quest'ultimo è stato scelto per ospitare il festival rock Heineken Jammin' Festival, dal 14 al 17 giugno 2007. La manifestazione, giunta alla sua decima edizione, avrebbe dovuto svolgersi come tradizione all'Autodromo di Imola, ma la direzione decise di spostarlo nel parco mestrino per sfruttare, oltre alla grande capienza di pubblico, il bellissimo panorama di Venezia, che si scorge da San Giuliano. Purtroppo, nel pomeriggio del 15 giugno, violente raffiche di vento causarono il crollo di alcune torrette per l'illuminazione e il ferimento di una trentina di persone, rendendo necessaria la chiusura anticipata della manifestazione.
Di interesse sono inoltre i Forti, che costituivano il campo trincerato di Mestre, teatro degli scontri del 1848.
[modifica] Sport
Probabilmente, lo sport che ha portato più medaglie in città è la scherma: si possono contare numerose medaglie d'oro e d'argento alle Olimpiadi e ai Mondiali conquistati da atleti del Circolo Scherma Mestre Livio Di Rosa, tra i quali sono annoverati Fabio Dal Zotto (primo oro olimpico mestrino), Andrea Borella, Mauro Numa, Dorina Vaccaroni, Andrea Cipressa, Francesca Bortolozzi e Matteo Zennaro.
Il più vecchio sodalizio sportivo della città è la S.G.S.D. Spes Mestre, società ginnica fondata nel 1903, che ha annoverato tra gli altri i ginnasti olimpionici Diego Lazzarich, Gianmatteo Centazzo, Maria Grazia Mancuso e Valentina Spongia.
La squadra di calcio della città, nata con la denominazione Mestrina e divenuta successivamente Calcio Mestre, ha militato per molti anni in serie C, raggiungendo la promozione nella Serie B negli anni quaranta. Dopo una sofferta fusione con il Venezia e la rinascita negli anni novanta, è fallita nel 2003. Attualmente le squadre calcistiche che rappresentano la città sono l'Edo Mestre, che milita nel campionato di Eccellenza Veneta, e l'A.C. Mestre 2003, che milita in Promozione Veneta; tutte e due le squadre giocano allo stadio Francesco Baracca.
[modifica] Curiosità
- La città di Mestre ha ricevuto la visita di Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Venezia nel giugno del 1985.
- Sebbene Mestre non sia più un comune indipendente dal 1926, lo è diventato "fiscalmente" negli anni settanta con l'introduzione del codice fiscale: infatti, ai cittadini nati a Mestre era stato originariamente attribuito un codice che conteneva il codice catastale F159 del "comune di Mestre". Negli anni successivi l'errore è stato corretto, assegnando un nuovo codice fiscale a tutti i cittadini.
[modifica] Note
[modifica] Voci correlate
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