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Francesco Baracca - Wikipedia

Francesco Baracca

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Francesco Baracca a fianco del suo velivolo

Francesco Baracca (Lugo di Romagna9 maggio 1888 – Nervesa della Battaglia19 giugno 1918) è stato un aviatore italiano.

Durante la prima guerra mondiale partecipò a 63 combattimenti aerei, abbattendo 34 velivoli nemici, l'ultimo a Borgo Malanotte nei pressi di Tezze di Piave, mentre stavano arrivando le truppe austriache, tanto che le nostre retroguardie, in ritirata, segnalarono al pilota di non scendere a visionare l'aereo abbattuto, dato l'imminente arrivo del nemico. Il suo primo abbattimento venne effettuato sopra il cielo di Gorizia, dopo vari minuti di ingaggio riuscì a portarsi con una cabrata in coda al velivolo avversario e, scaricandogli addosso 45 colpi, l'aereo non ebbe scampo e precipitò. Baracca atterrò subito nei pressi dello schianto per sincerarsi delle condizioni del pilota nemico e congratularsi con lui per il combattimento. Questo gesto da parte di Baracca non fu isolato, infatti sosteneva "è all'apparecchio che io miro non all'uomo".

Morì durante una missione di mitragliamento a bassa quota, sopra Colle Val Dell'Acqua, sul Montello ( tra Nervesa della Battaglia e Giavera del Montello), abbattuto probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre con il suo SPAD S.XIII sorvolava le trincee austriache, durante la Battaglia del Solstizio d'Estate (giugno 1918).

Recentemente è stata avanzata una tesi secondo la quale Baracca piuttosto che bruciare con il velivolo o essere fatto prigioniero abbia preferito suicidarsi (il corpo, ustionato in più punti, presentava una ferita di pallottola sulla tempia destra), mentre da tempo esiste la rivendicazione dell'abbattimento da parte di un pilota austriaco, ma nessuna di queste due tesi sembra supportata da elementi concreti. Alle due tesi se ne è aggiunta ultimamente un'altra, ossia che un tiratore austriaco appostato su un campanile lo abbia colpito. In ogni caso, nei giorni del ritiro delle truppe austriache da Bavaria e Nervesa per raggiungere la sinistra Piave, un giornalista di guerra appresso alle truppe italiane, disse che fu difficile localizzare l'aereo caduto, poiché era finito in una fitta radura di alberi, da cui la certezza che il nemico non lo avesse trovato. Inoltre la stampa austriaca, in quei giorni di combattimento, non se ne era occupata, tanto che qualcuno sperava di trovarlo ancora in vita, magari ferito e nascosto da qualche parte.

Il re aveva mandato ai suoi genitori, un telegramma che auspicava una risoluzione positiva, speranza che si infranse solo di fronte al ritrovamento del cadavere e dell'aereo caduto. La bara fu trasferita ad Istrana, paese vicino all'Aeroporto di S.Cristina di Quinto da cui partì (vi e' l'ala del suo aereo all'ingresso della strada dove si trovava l'aeroporto). Al suo passaggio parteciparono le autorità civili e militari, oltre che la gente del paesino. Poi la salma venne trasportata a Lugo di Romagna, dove furono fatti i funerali ufficiali.

L'insegna personale di Baracca, che l'asso faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli, era il famoso cavallino rampante, sul cui colore esatto esiste un piccolo mistero. Sembra infatti accertato che il colore originario del cavallino fosse il rosso, tratto per inversione dallo stemma del 2° Reggimento "Piemonte Reale Cavalleria" di cui l'asso romagnolo faceva parte, e che il più famoso colore nero fu invece adottato in segno di lutto dai suoi compagni di squadriglia solo dopo la morte di Baracca.

Sul luogo dell'abbattimento esiste tuttora un monumento (vicino a Nervesa della Battaglia), con una dedica fatta da Gabriele D'Annunzio.

D'Annunzio, aviatore pure lui, era "amico" di Baracca e nell'incontrarlo, cercava spesso di carpire il metodo usato per abbattere gli aerei nemici, quasi si trattasse di un trucco che il Baracca voleva tenere tutto per se. Lo stesso Baracca si rendeva conto che il D'Annunzio poco convinto della tecnica di abbattimento che si concentrava sull'abilità del pilota, cercasse ogni volta di rifargli le stesse domande, per trovare qualche contraddizione nella risposta.

In una lettera scritta alla madre, egli espresse tutto il suo dolore per l'uso di pallottole traccianti, dopo avere visto un aviatore austriaco, avvolto dalle fiamme gettarsi nel vuoto, da alta quota. Baracca esprimeva la sua contrarietà perché le moderne armi d'ingaggio, stavano modificando con crudeltà i metodi di combattimento. Qualche anno dopo il termine la Prima guerra mondiale, nel 1923, la madre di Francesco Baracca donò il suo emblema ad Enzo Ferrari che, modificato nella posizione della coda e del colore dello sfondo, ora giallo, prima ornò le macchine della scuderia da corsa della Alfa Romeo che Ferrari stesso aveva fondato nel 1929 e quando questa si sciolse, andò a ornare le vetture della ditta che il Ferrari fondò subito dopo la seconda guerra mondiale, ancora oggi rappresenta il simbolo dell'omonima casa automobilistica.

Meno conosciuto è il fatto che anche la Ducati utilizzò il cavallino rampante (pressoché identico a quello della Ferrari) sulle proprie moto dal 1956/57 al 1960/61. Il marchio fu scelto dal celebre progettista della Ducati Fabio Taglioni che era nato a Lugo di Romagna come Baracca.

L'odierno ex aeroporto militare con sede a Centocelle (Roma) porta oggi il suo nome ed è sede del Comando Squadra Aerea (CSA) e del Comando Operativo di vertice Interforze.

L'attuale 9° Stormo Caccia dell'Aeronautica Militare, con sede a Grazzanise (CE), porta il suo nome ed emblema, che è anche presente negli stemmi dei Gruppi Caccia 10° e 12°, mentre è presente a colori invertiti (cavallino bianco in campo nero) negli stemmi del 4° Stormo e del 9° Gruppo Caccia.

[modifica] Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia d'oro al valor militare

«Primo pilota da caccia in Italia, campione indiscusso di abilità e di coraggio, sublime affermazione delle virtù italiane di slancio e di audacia, temprato in sessantatré combattimenti, ha già abbattuto trenta velivoli nemici, undici dei quali durante le più recenti operazioni. Negli ultimi scontri, tornò due volte col proprio apparecchio colpito e danneggiato da proiettili di mitragliatrici.[1][2]»
— Cielo dell’Isonzo, della Carnia, del Friuli, del Veneto e degli Altipiani, 25 novembre 1916, 11 febbraio, 22, 25, 26 ottobre, 6, 7, 15, 23 novembre, 7 dicembre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia d'argento al valor militare

«Nell'occasione d'una incursione aerea nemica, addetto al pilotaggio d'un aeroplano da caccia, con mirabile sprezzo del pericolo, arditamente affrontava un potente aeroplano nemico e, dando prova di alta perizia aviatoria e di grande sangue freddo, ripetutamente lo colpiva col fuoco della propria mitragliatrice fino a causarne la discesa precipitosa nelle nostre linee. Per impedire che gli aviatori nemici distruggessero l'apparecchio appena atterrato, discendeva anch'egli precipitosamente raggiungendo lo scopo e concorrendo alla pronta cattura dei prigionieri.[1]»
— Cielo di Medeuzza, 7 aprile 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia d'argento al valor militare

«Pilota aviatore addetto ad una squadriglia da caccia, con sereno sprezzo di ogni pericolo e grande sangue freddo dando prova di molta perizia aviatoria, affrontava potenti aeroplani nemici, concorrendo molto efficacemente, con altro apparecchio da caccia, a determinare la caduta precipitosa di due velivoli avversari: l'uno in territorio nemico fra Bucovina e Ranziano, l'altro entro le nostre linee a Creda, gesso Caporetto.[1]»
— Cielo di Gorizia 23 agosto 1916, cielo di Caporetto, 16 settembre 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia d'argento al valor militare

«Pilota aviatore addetto a una squadriglia da caccia, con sereno sprezzo di ogni pericolo e grande sangue freddo, dando prova di rara perizia aviatoria, affrontava un potente e bene armato aeroplano nemico, riuscendo con ben diretto fuoco di mitragliatrice a determinarne la caduta in territorio nazionale. Già distintosi in altro fiero combattimento aereo sostenuto nel cielo di Tolmezzo il 25 novembre 1916, combattimento che ebbe per risultato l'abbattimento dell'avversario.[1]»
— Cielo di Udine, 11 febbraio 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia di bronzo al valor militare

«Informato con altri aviatori che un aeroplano nemico volteggiava con insistenza sopra Monte Stol e Monte Stariski per regolare il tiro delle proprie batterie montato su un velivolo da caccia arditamente affrontava l'apparecchio avversario che strenuamente si difese con una mitragliatrice e con un fucile a tiro rapido, e dopo una brillante e pericolosa lotta concorreva ad abbatterlo rimanendo ucciso l'ufficiale osservatore e ferito mortalmente il pilota.[1]»
— Monte Stariski, 16 settembre 1916
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria

Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia

«Onorificenza conferita con regio decreto numero 50 del 5 agosto 1917.[3]»
Croce di guerra francese con palme - nastrino per uniforme ordinaria

Croce di guerra francese con palme

Croce militare britannica (Military Cross) - nastrino per uniforme ordinaria

Croce militare britannica (Military Cross)

Croce di ufficiale della corona belga - nastrino per uniforme ordinaria

Croce di ufficiale della corona belga

immagine del nastrino non ancora presente

Medaglia al valore serba


[modifica] Note

  1. ^ a b c d e Sito del museo Francesco Baracca
  2. ^ Medaglia d'oro al valor militare BARACCA Francesco. Quirinale. URL consultato il 30-7-2007.
  3. ^ Sito del Quirinale.

[modifica] Collegamenti esterni

  • Museo che la sua città natale gli ha dedicato.
  • Monumento nella sua città natale
  • Monumento nel luogo in cui il suo aereo precipitò
  • Monumento a Milano
  • Storia dello stemma del "Cavallino Rampante"


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