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Medioevo - Wikipedia

Medioevo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando la storia medievale di paesi non europei, vedi medioevo extraeuropeo.
Carcassone, Rossiglione, Francia. Sebbene pesantemente restaurate, le mura della città sono uno dei migliori esempi in Europa di fortificazione medievale.
Carcassone, Rossiglione, Francia. Sebbene pesantemente restaurate, le mura della città sono uno dei migliori esempi in Europa di fortificazione medievale.

Secondo la periodizzazione tradizionale della Storia d'Europa, che prevede quattro epoche, classica, medievale, moderna e "contemporanea", il medioevo è il periodo il cui inizio viene collocato, per l'intera Europa, nel 476, cioè nell'anno che segna, secondo una convenzione fissata dagli storici, la deposizione dell'ultimo imperatore romano Romolo Augusto per via dell'età, e di conseguenza la fine dell'Impero romano d'Occidente.

Diversamente, la sua conclusione viene collocata in ciascun paese in date diverse, che coincidono con la nascita delle rispettive monarchie nazionali ed il periodo rinascimentale. Alcune date comunemente utilizzate sono il 1453, con la fine della guerra dei cent'anni tra Inghilterra e Francia e la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani, il 1492, con la fine del periodo islamico in Spagna e la scoperta delle Americhe da parte del genovese Cristoforo Colombo, ed il 1517, con la Riforma protestante.

L'idea di un medio evo nacque inizialmente come vocabolo del profetismo semieretico, dove si indicava l'epoca di allora (il XIII secolo) come un'epoca intermedia tra il regno dell'Antica Legge e il futuro Regno di Dio. Tale termine fu usato in senso di periodo storico per la prima volta nell'opera Historiarum ab inclinatione romanorum imperii decades, dell'umanista Flavio Biondo, scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483. Secondo Flavio Biondo, in polemica con la cultura del XIV secolo (che oggi consideriamo la crisi del Medio Evo), l'epoca è come una lunga parentesi storica, caratterizzata da una stasi culturale che si colloca tra la grandezza dell'età classica e la rinascita della civiltà che ad essa si ispira. Questa visione negativa del Medioevo è poi stata superata.

Secondo l'impostazione della storiografia marxista, condivisa anche da alcuni storici non marxisti, il Medioevo si concluderebbe con la fine del feudalesimo e l'avvento dell'industrializzazione nel XVIII secolo.

Indice

[modifica] Periodizzazione

Una suddivisione comunemente utilizzata del medioevo è tra:

  • "Alto medioevo" (da qualcuno detto dei "secoli bui"), che va dal V al X secolo ed è caratterizzato da condizioni economiche disagiate e da continue invasioni da parte di Slavi, Arabi, Normanni e Magiari;
  • "Basso medioevo" o "tardo medioevo", un periodo intermedio, che vede lo sviluppo di forme di governo basate su signorie e vassallaggio, con la costruzione di castelli e la rinascita della vita nelle città; poi un crescente potere reale e la rinascita di interessi commerciali, specie dopo la peste del XIV secolo.

Tra questi due periodi la più recente storiografia ha inserito il periodo del Medio medioevo o secoli centrali del medioevo (XI-XII sec).[1]

In Europa si segue in genere la stessa periodizzazione tranne che in Germania dove si individua un Frühmittelalter (V-VIII), un Hochmittelalter (IX-XI) e un Spätmittelalter (XII-XV). [2]

Una suddivisione usata nel campo degli studi storici medievali è anche quella in quattro periodi [3]:

  1. Dal IV al VI secolo: tarda antichità. In questo periodo sopravvive un'autorità imperiale forte, fino alla morte di Giustiniano I di Bisanzio
  2. Dal VII al X secolo: alto medioevo. In questo periodo le popolazioni barbariche si organizzano in regni ed ha inizio la presenza islamica nel bacino del Mediterraneo che, secondo una famosa tesi dello storico Henri Pirenne, portò al definitivo tramonto degli equilibri del mondo antico, con uno spostamento verso nord del baricentro politico europeo.
  3. Dall'XI al XIII secolo: pieno medioevo. Si ha la piena e completa fioritura del sistema dei comuni e delle monarchie nazionali europee.
  4. Dal XIV (dopo la peste nera) al XV secolo: basso o tardo medioevo. Si assiste alla crisi del sistema feudale.

Esistono inoltre altri periodi chiamati "medioevo", applicati per esempio alla storia greca (il "medioevo ellenico") o giapponese.

I pareri sull'inizio e sulla fine del medioevo sono discordanti. Alcuni storici danno come inizio del medioevo la fine dell'unità cristiana d'Europa, cioè l'arrivo degli Arabi e la loro conquista (VII secolo). Altri danno come inizio la calata dei Longobardi e l'effettiva fine dei domini imperiali in occidente (nel 568). Altri ancora danno l'anno mille come inizio, visto che la società europea cominciò a dare segni di rinascita in tutti i campi. Per alcuni studiosi inglesi è questo l'inizio del medioevo, etichettando l'epoca che va dalla fine dell'impero romano d'occidente all'anno mille come "i secoli bui".

Per la fine molti studiosi concordano che la data sia il 1453, cioè la caduta di Costantinopoli, che avrebbe portato la società europea a cercare nuove vie per l'oriente, visto che il Bosforo e il levante erano sotto dominio turco.

[modifica] Da "secoli bui" a fenomeno di costume

Una donna in abiti medioevali durante una rievocazione storica al Ricetto di Candelo (BI)
Una donna in abiti medioevali durante una rievocazione storica al Ricetto di Candelo (BI)

Il nome stesso del "medioevo", inteso come età di mezzo, fase di transizione tra due stadi, implica già una visione negativa, che affonda le sue radici nel giudizio che ne diedero gli umanisti, già a partire dal Petrarca nel XIV secolo.

Vi era una volontà di descrivere come avvilente e pericolosa la quotidianità nell'età storica appena trascorsa, influenzati dalle recenti carestie e dall'arresto demografico dovuto alle epidemie. In realtà è storicamente accertato come, soprattutto dopo l'anno Mille, non mancarono importanti innovazioni e conquiste.

Nei secoli XVI e XVII la visione negativa del medioevo continuò, per raggiungere il suo culmine nell'epoca dell'Illuminismo, quando prevaleva la visione dei secoli del medioevo come epoca della "prigionia dello spirito", intesa come fanatismo religioso che relegava l'uso della ragione e dell'arbitrio. I caratteri di rozzezza e oscurità davano però una visione deformata e semplificata, che ancora oggi non è definitivamente tramontata. I mille anni di Medioevo, così ricchi di eventi e trasformazioni, hanno continuato ad essere riproposti come tenebra, barbarie, violenza, perdita d'identità, sterilità e carestia.

Per quanto numerosi si possano elencare i lati negativi attribuibili al Medioevo, limitandosi a quelli non fondati su chiacchiere o supposizioni, ma dimostrabili dalla schiettezza di certe fonti storiografiche, non si può davvero accettare che tali aspetti negativi vengano assunti a linee guida per la descrizione della realtà plurisecolare dell'Europa medievale e dei gruppi umani limitrofi.

Il Medioevo, dal canto suo, è riuscito nell'impresa che era fallita nell'epoca antica, quella cioè di fondere il mondo latino-romano con quello germanico creando per la prima volta uno spirito propriamente europeo accomunato dalla comune religione. Il cristianesimo non fu quindi, come sostengono alcuni storiografi, un ostacolo, ma anzi fu il fattore che permise la convivenza tra due mondi un tempo inconciliabili. Chiaramente questa fusione fu alquanto instabile e ci vollero secoli prima di un equilibrio. Un equilibrio che però portò, sempre in età medievale, ad apici di cultura e spiritualità altissimi. Basti pensare, non solo alle innovazioni tecnologiche, ma alla fioritura delle università come luoghi non solo di diffusione, ma di ricerca del sapere. Della capacità tecnica medioevale sono testimoni sia le opere edilizie come le cattedrali sia il fatto che anche in città medio-piccole si svolsero ad esempio importanti lavori di ingegneria idraulica, come nella Forlì dell'XI secolo.

La cultura non era, a dire il vero, scomparsa neppure nei secoli più travagliati. Prima con i monasteri cluniacensi, poi con quelli cistercensi, la cultura era stata gelosamente custodita dai monaci e dalle diocesi della Chiesa. A sfatare la diceria illuminista di un Medioevo come età oscura e oscurantista c'è da ricordare che i monasteri medievali (oltre alle università più tardi) si impegnarono a custodire il sapere di ogni tipo, dalla letteratura pagana (classici greci e latini) ai testi arabi di filosofia, matematica e medicina. È anche grazie alla lungimiranza dei medievali che sono potuti fiorire i secoli dell'età moderna, che non hanno forse saputo ringraziare a sufficienza i loro predecessori.

Lo studio del medioevo ebbe una rivalutazione molto forte durante il periodo del romanticismo, anche se non fu certo una rivalutazione "filologica", ma piuttosto una distorsione in chiave contemporanea di un'idea di medioevo. In particolare interessavano aspetti legati alla fede, alla purezza, all'etica cavalleresca e soprattutto legati alla nascita delle nazioni e delle indipendenze comunali, che venivano usate come fondamento delle rivendicazioni indipendentiste dei movimenti rivoluzionari.

Per esempio gli storiografi francesi vi potevano leggere le fondazioni delle proprie forme di governo, attraverso la prima trasformazione politico-sociale del territorio francese che innescò il lungo processo che dai Merovingi porta, attraverso assetti di governo sempre più evoluti, fino all'attuale Repubblica. Correnti tipicamente ottocentesche sono l'architettura neogotica, il romanzo storico di ambientazione medievale, la pittura di soggetti del passato.

Anche oggi, per il medioevo come per qualsiasi altra epoca storica, gli studi storici non possono essere immuni dalle deformazioni del proprio modo di pensare e delle influenze della società contemporanea. Per esempio negli anni '60 e '70 del Novecento alcuni avvenimenti del medioevo venivano di volta in volta selezionati da studiosi politicizzati: un medioevo "di destra", legato al reazionarismo, e un medioevo "di sinistra", legato per esempio alle prime lotte di classe (come il tumulto dei Ciompi).

Grande importanza nella nostra società ha il cosiddetto medievalismo, riassumibile nella suggestione legata al medioevo che porta a creare nuove opere derivate o ambientate nel medioevo: si pensi al successo duraturo di saghe come quella del Signore degli Anelli, di Tolkien, alle sagre di ispirazione medievale o ai numerosi film storici su questa epoca. Il medievalismo, fino a poco tempo fa snobbato dalla storiografia accademica, ha iniziato ad essere preso in considerazione (si pensi per esempio alla pubblicazione di riviste sul medioevo con un approccio divulgativo, curate da studiosi).

[modifica] Storia medievale europea

Dal punto di vista sociale, dopo il collasso dell'Impero Romano d'Occidente, si assistette ad una prima fase con la lotta tra le popolazioni del nord e dell'est europeo per la ricostruzione a livello locale dell'organizzazione amministrativa, militare, economica e giuridica; questa fase fu poi seguita, verso la fine del medioevo, da una nuova fase di accentramento dei poteri a livello nazionale.

Cruciale in questa organizzazione fu la struttura feudale che, se da un lato permetteva una certa stabilità grazie all'organizzazione continentale del sistema, non fu mai sufficientemente forte da togliere completamente autonomia alle realtà locali, che così poterono gestire la transizione tra l'uniformità dell'Impero romano e la nascita degli stati nazionali.

Contemporaneamente allo sforzo per la creazione di stati nazionali, nell'Italia centrosettentrionale e in alcuni centri commerciali d'Europa si assiste invece all'emancipazione dall'Impero romano tramite i comuni, città o paesi indipendenti, a regime repubblicano, che si contrappongono al concetto in formazione di monarchia nazionale, sino alla loro trasformazione, in Italia, in signorie cittadine e poi in stati regionali, ambienti in cui nascerà il Rinascimento.

Una realtà in grado di dare uniformità al panorama europeo fu la comune radice religiosa basata sul cristianesimo, ereditata dall'ultimo periodo romano e proseguita fino all'XI secolo con la separazione della Chiesa ortodossa dalla Chiesa cattolica nel 1054.

Questa radice comune portò da un lato ad una commistione tra potere temporale e religioso che permise dei momenti di identità come nel caso delle crociate e proseguì, non senza conflitti, anche nella Riforma protestante.

Filosoficamente, il Medio Evo si caratterizza per una grande fiducia nella ragione umana, che si esprime nella corrente della scolastica, il cui maggior esponente è Tommaso d'Aquino.

La crisi di questa corrente filosofica, nel XIV secolo con autori come Duns Scoto e soprattutto Guglielmo di Ockham, fu segnata da un crollo di fiducia nella ragione e da un conseguente crescente fideismo, portò alla fine del pensiero medioevale ed alla nascita del pensiero moderno.

L'Umanesimo ed il Rinascimento furono dei poderosi tentativi di rispondere a tale crisi, proponendo dei modelli, gli "antichi", come risposta al crollo di fiducia nella ragione umana. Come è stato ben spiegato da storici, come Régine Pernoud, gli Umanisti finirono per attribuire all'intero Medioevo quei caratteri di debolezza della ragione e di fideismo che ne caratterizzarono, al contrario, proprio la crisi.

[modifica] La tarda antichità

Per approfondire, vedi la voce tarda antichità.

Sebbene il termine tarda antichità implichi tradizionalmente una valenza negativa e tra i secoli dal III al V l'area europea e del bacino del Mediterraneo subirono senz'altro un periodo di crisi, le trasformazioni in quest'epoca furono alla base per la nascità dell'identità europea. Si registrò in quest'epoca il definitivo tramonto del sistema romano, con rivoluzioni sociali, economiche, culturali e religiose in larga scala.

Si diffuse il cristianesimo, inizialmente perseguitato e poi religione di Stato dal 380 (editto di Tessalonica). Un altro grande stravolgimento fu quello delle cosiddette invasioni barbariche (nella storiografia di matrice tedesca più prudentemente chiamate migrazioni di popoli), che portarono una serie di popolazioni asiatiche e nord-europee a premere verso occidente e verso sud, arrivando gradualmente ad occupare aree sempre più vaste dell'Impero Romano d'Occidente, fino a decretarne anche la fine formale con la deposizione dell'imperatore Romolo Augusto da parte di Odoacre Re degli Eruli nel 476.

[modifica] I Regni romano-barbarici

Per approfondire, vedi la voce Regni romano-barbarici.

In realtà il Medioevo non ebbe inizio con una data, anche se convenzionalmente è il 476, ma si avviò nell'arco di tre secoli, dal IV al VII. Il periodo successivo alla deposizione dell'ultimo imperatore non si risolse, come è convinzione diffusa, nella fine di una civiltà, ma nella sua fusione con quella di altre popolazioni, che determinò il sorgere di una nuova civiltà latino-germanica. I regni romano-barbarici in tutta l'Europa occidentale venivano via via riconosciuti da Bisanzio, dall'unico imperatore rimasto, il quale non era interessato al governo sostanziale di quell'area ormai impoverita e decentata che era l'Occidente, ma gli era sufficiente che i nuovi re si sottomettessero formalmente al suo comando, in cambio della legittimazione. Fecero così i regni dei visigoti, degli ostrogoti, degli eruli, ecc.

Un'eccezione fu il regno dei Franchi, che con la dinastia dei Merovingi, fu il primo a riconoscere l'autorità, invece che del basileus bizantino, del papato romano, che in quell'epoca stava cercando di far valere il suo primato sulle altre Chiese in base proprio al primato di san Pietro tra gli apostoli. Il regno dei Franchi fu quindi il "figlio primogenito della Chiesa romana", ed al suo esempio si adeguarono gradualmente anche altri stati romano barbarici, come quello anglosassone o quello longobardo.

[modifica] L'Impero Romano d'Oriente

Per approfondire, vedi la voce Impero Romano d'Oriente.

[modifica] Le crociate

Per approfondire, vedi la voce Crociata.
Spada di Ettore Visconti
Spada di Ettore Visconti

Storicamente, le crociate furono una serie di campagne militari, bandite e avallate dal papato, che si svolsero dall'XI al XIII secolo. In origine furono tentativi da parte della Chiesa Cattolica Romana di riconquistare la Terra Santa ai Musulmani. Alcune vennero dirette contro altri Cristiani, come la quarta crociata contro Costantinopoli e la crociata albigense contro i Catari della Francia Meridionale.

La crociata, quando viene rivolta contro i musulmani di Spagna, i pagani dell'Europa orientale (Vendi), gli eretici della Linguadoca e gli avversari politici del papato in Italia, è una semplice guerra investita di sacralità, per la quale il papato si serve appunto di un concetto che risulta efficace al fine di mobilitare grandi masse di fedeli, ma che porta anche alla degenerazione dello stesso concetto.

[modifica] Note

  1. ^ Piccinni, op. cit. in bibliografia.
  2. ^ Sergi. op. cit.in bibliografia, pag. 7
  3. ^ Franco Cardini, Marina Montesano, Storia medievale, Le Monnier Università, Firenze, 2006

[modifica] Bibliografia

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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