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Crociata - Wikipedia

Crociata

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Crociati
Crociati
Crociate in Terra Santa
Prima1101SecondaTerzaQuartaQuintaSestaSettimaOttavaNona

Crociate minori: PoveriFanciulliPastori

Le crociate furono una serie di campagne militari a scopo religioso avvenute tra il 1095 e il 1291. Per lo più vennero sancite dal papato, furono cioè tentativi da parte della Chiesa cattolica romana di riconquistare la Terra Santa ai musulmani.

Una in particolare, però, la quarta, venne dirottata dai veneziani contro Costantinopoli per scopi commerciali marittimi. Un'altra, la crociata albigese, mantenendo le sue caratteristiche di guerra di religione, fu però indetta contro i catari, che professavano un'eresia nel sud della Francia.

In senso più ampio, il termine "crociata" può essere usato per indicare una qualsiasi guerra dichiarata per motivi religiosi (guerra santa), o anche per alcune campagne religiose, ideologiche o sociali (ad esempio, "crociata contro l'aborto", "crociata contro il fumo").

Indice

[modifica] Etimologia

La parola spagnola cruzada risale alla metà del XIII secolo, allorché l'epoca di quelle che oggi chiamiamo Crociate era praticamente conclusa. L'uso storiografico della parola "crociata" fu affare della fine del XVIII secolo. Il nome deriva dalla croce che i partecipanti alla crociata avevano cucita sulle vesti, che simboleggiava il loro pellegrinaggio e i voti contratti. Nelle fonti antiche si può semmai trovare l'espressione cruce signati riguardo ai crociati. Per indicare le Crociate veniva usata anche l'espressione negotium crucis.

[modifica] Crociate in Terra Santa

[modifica] Contesto storico

[modifica] Gerusalemme sotto i persiani

I bizantini persero il controllo di Gerusalemme e della Vera Croce nel 614 a causa della conquista operata da Khosrau II, sovrano sassanide dell'Impero persiano, la cui religione di stato era lo Zoroastrismo. L'imperatore bizantino Eraclio s'impegnò in una successiva lunga guerra di riconquista, in seguito alla quale recuperò sia Gerusalemme sia la Vera Croce. Tale guerra fu caratterizzata da accenti propagandistici che prefigurano quelli crociati: i soldati bizantini chiamarono loro stessi "Soldati della Croce".

[modifica] Situazione nel Medio Oriente

Guglielmo Embriaco detto "testa di maglio" fu un crociato inviato in Terra Santa dalla Repubblica marinara di Genova. Così è raffigurato sul frontale  di Palazzo San Giorgio
Guglielmo Embriaco detto "testa di maglio" fu un crociato inviato in Terra Santa dalla Repubblica marinara di Genova. Così è raffigurato sul frontale di Palazzo San Giorgio

La presenza musulmana nella Terra Santa cominciò con la conquista araba della Palestina nel VII secolo. Questo non interferì significativamente col pellegrinaggio ai santi siti cristiani o la sicurezza dei monasteri e le comunità cristiane nella Terra Santa, e gli europei dell'ovest furono meno interessati alla perdita della lontana Gerusalemme; così, nei secoli e decenni seguenti, le invasioni dei musulmani e di altri non-cristiani ostili, come normanni, slavi e magiari. Tuttavia, i successi delle armate musulmane esercitarono pressioni sull'Impero bizantino ortodosso d'oriente.

[modifica] Situazione in Europa

La società europea dell'XI secolo era in piena crescita economica e demografica, secondo una tendenza iniziata tra il VIII e il IX secolo. Il mondo europeo aveva saputo riorganizzarsi di fronte agli attacchi subiti dalle invasioni di musulmani, ungari, normanni ecc., ma nel caso dei primi ci fu una frattura legata ai motivi religiosi dell'impossibilità di conversione che fu sicuramente vissuta più aspramente da parte cristiana che islamica (come nel caso ad esempio dell'accoglienza dei dhimmi). Esisteva un certo disagio sociale dovuto all'organizzazione feudale che faceva sì che i figli cadetti delle famiglie nobili avessero come uniche scelte le carriere o ecclesiastica o militare; c'era quindi una forte fetta di nobili armati in cerca di fortuna che, soprattutto dalla Francia, rispose con zelo alle richieste di aiuto provenienti dai regni cristiani di Leon, Castiglia, Navarra e Aragona impegnati nella Reconquista.

La stessa Chiesa romana, impegnata nella lotta per le investiture contro gli Imperatori germanici, incoraggiò le guerre dei monarchi cristiani d'Europa sollecitando l'aiuto della cavalleria europea. Ciò aveva anche la finalità politica di trovare appoggi e farsi riconoscere come fonte di legittimità a governare in un momento in cui era fortemente provata e messa in discussione dal contenzioso con l'Impero e dall'applicazione della riforma gregoriana.

Anche al di fuori della penisola iberica si registrò una rinnovata aggressività da parte del mondo occidentale, come in Sicilia, nelle Baleari e in brevi incursioni in Corsica e Sardegna. Spesso il motore di queste spedizione erano le città portuali affacciate sulle coste tirreniche, adriatiche, provenzali e catalane, che accanto a un commercio col mondo bizantino e arabo (nonostante i divieti), accostavano dall'XI secolo brevi spedizioni militari, come quella unita di Genova e Pisa nel 1015-1016, il sacco di Palermo da parte dei pisani nel 1067, o quello della città tunisina di al-Mahdiya, sempre ad opera dei pisani (1087). Il successo di queste spedizioni venne preso a modello per le successive grandi imprese in Oriente.

[modifica] Prima crociata

Un mantello da crociato esposto ad una rievocazione al Ricetto di Candelo
Un mantello da crociato esposto ad una rievocazione al Ricetto di Candelo

Secondo alcuni storici, l'intenzione dei civili senz'armi e dei soldati e cavalieri che li accompagnarono durante il viaggio della prima crociata (1096-1099) doveva essere eminentemente pia e usuale all'epoca: il pellegrinaggio a Gerusalemme.[1][2] La croce rossa che i pellegrini portavano sul mantello stava a significare che erano pronti a versare il loro sangue per un pellegrinaggio redentore.[2] Fu però un "pellegrinaggio armato", anzitutto per motivi di sicurezza.

Se sotto la sovranità araba dei primi secoli non si erano verificati incidenti di sorta fra musulmani e cristiani (nasrani in arabo), nel XII secolo, nomadi turchi che sciamando dall'Asia centrale si erano stabiliti nel bacino mesopotamico e siriano, avevano sconvolto la vita delle popolazioni locali. I turchi avevano preso a vessare le carovane di pellegrini cristiani d'oriente e d'occidente che da secoli si recavano a Gerusalemme in pellegrinaggio sui luoghi dove visse Gesù. Rapine, sequestri, uccisioni, stupri di gruppi di pellegrini divennero abituali, e questi iniziarono a viaggiare sotto la scorta di piccoli gruppi armati.

La circostanza che l'imperatore bizantino Alessio Comneno avesse chiesto aiuto al conte di Fiandra tramite una lettera, tornò a favore di Papa Urbano II, il quale, secondo il cronista Bernoldo di Costanza, avrebbe fatto riferimento esplicito all'aiuto da portare ai Cristiani d'Oriente nel concilio di Piacenza, precedente l'accorato appello finale di Clermont. Quindi, anche se fu l'imperatore bizantino a domandare aiuto, l'appello alle Crociate fu fatto ufficialmente per salvare i cristiani d'Oriente dalla loro situazione drammatica.[2] Quando Papa Urbano II indisse un pellegrinaggio armato al concilio di Clermont (1095) nessuno pronunciò la parola "crociata". Lo scopo, garantito da Dio (Deus vult, "Dio lo vuole") era l'arrivo di una massa mai vista prima di pellegrini nei luoghi santi della Cristianità. Nel progetto di Papa Urbano II, aiutando Alessio Comneno a ristabilire la sua autorita', sul lungo periodo, avrebbe posto le basi per una riconciliazione e riunificazione tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente nella lotta contro gli infedeli.

Il tentativo fallì sin dalla Prima crociata. Innanzitutto, la prima risposta da parte dei fedeli la si ebbe con la cosiddetta crociata dei Pezzenti; si trattò di spedizioni non coordinate da parte di contadini provenienti soprattutto dall'Auvergne. In queste spedizioni avvennero i primi pogrom contro gli Ebrei. Data l'impreparazione militare dei fedeli, questi si gettarono in battaglia sui turchi presso Nicea e vennero sterminati.

Con la crociata detta "dei nobili", guidata fa gli altri da Goffredo di Buglione i territori che si era promesso di restituire ad Alessio Comneno non vennero mai restituiti. Fin dal loro arrivo a Gerusalemme nel 1099, dopo aver proceduto ad un massacro dei musulmani che abitavano la città, i Crociati si ritagliarono uno stato, di cui venne eletto capo Goffredo di Buglione.[2] Più in generale, gli storici parlano di soprusi da parte dei cattolici non solo dei musulmani, ma anche nei confronti degli ortodossi.

[modifica] Crociata del 1101

Rotte degli eserciti cristiani della Crociata del 1101
Rotte degli eserciti cristiani della Crociata del 1101

La cosiddetta "crociata del 1101" fu in realtà l'insieme di tre diverse imprese, organizzate in seguito al successo della prima crociata, alla fine della quale si era levata la richiesta di rafforzare il neonato regno di Gerusalemme, cosicché papa Urbano II lanciò l'appello per una nuova crociata.

[modifica] Seconda crociata

Fu solo con la seconda crociata (1147-1149), causata dalla caduta di Edessa (1135), che il fine bellico divenne esplicito.

Il teologo san Bernardo di Chiaravalle teorizzò, in risposta alla difficoltà per un cristiano di conciliare la guerra non difensiva con la parola di Dio, la teoria del malicidio: chi uccide un uomo intrinsecamente cattivo, quale è chi si oppone a Cristo, non uccide in realtà un uomo, ma il male che è in lui; dunque egli non è un omicida bensì un malicida.

Questa episodica giustificazione, in risposta a un espresso quesito dei cavalieri templari, non assunse tuttavia il carattere di giustificazione generalizzata di quella che fu, in effetti, una campagna per la ripresa di Antiochia.

La seconda crociata venne condotta con un'eccessiva spavalderia dal re di Francia Luigi VII, alleato al solo Corrado III del Sacro Romano Impero, ignorando le possibili alleanze con alcuni potentati musulmani che avrebbero permesso di riprendere la contea di Edessa. Egli, ascoltando le perorazioni di alcuni cattivi consiglieri abbagliati dalle ricchezze di Damasco, cinse di assedio la capitale siriana senza nemmeno cercare l'aiuto del re normanno di Sicilia nè del basileus bizantino, riportando una disastrosa sconfitta nel 1148.

[modifica] Terza crociata

La terza crociata (1189-1192), detta anche la "crociata dei Re", fu un tentativo, da parte di vari sovrani europei, di strappare Gerusalemme e quanto perduto della Terra Santa, al Saladino. Vi parteciparono Federico Barbarossa, che morì in Anatolia pare per un arresto cardiaco, Filippo II Augusto, re di Francia e Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra.

Grazie agli sforzi di Riccardo d'Inghilterra, fu ottenuto almeno un risultato positivo, la riconquista di San Giovanni d'Acri, che divenne la nuova capitale del Regno. Dopo la battaglia di Arsuf fu siglata col Saladino la pace di Ramla del 1192.

[modifica] Quarta crociata

La quarta crociata fu indetta da Papa Innocenzo III all'indomani della propria elezione al soglio pontificio nel 1198, e fu diretta contro i musulmani in Terra Santa. Nella prima enciclica di Innocenzo III dell'agosto 1198 la liberazione di Gerusalemme era vista come necessaria.

I crociati in realtà non arrivarono mai in Terra Santa, perché l'astuto doge veneziano Enrico Dandolo sfruttò le divisioni nella dinastia regnante bizantina per catalizzare tutte le forze crociate, riunitesi a Venezia in attesa di imbarco, nell'impresa della conquista di Costantinopoli. L'impero bizantino venne spartito tra i crociati, con un'importante fetta e le principali piazzeforti commerciali a Venezia stessa, dando inizio al cosiddetto impero latino di Costantinopoli, uno dei momenti più gravi dell'intera storia bizantina.

[modifica] Quinta crociata

Regnante papa Innocenzo III, il Concilio Lateranense IV aveva deciso l'indizione di una nuova crociata, la quinta (1217-1221). Federico II, in occasione della sua incoronazione a Rex romanorum, nel 1215, giurò solennemente di prendervi parte, ma poi rimandò più volte, il che provocò tensioni con il papa. Papa Onorio III stabilì infine che la crociata dovesse aver inizio il 1 giugno 1217. Si tentò una nuova via strategica, quella di prendere il porto strategico di Damietta in Egitto e scambiarlo giocoforza con Gerusalemme, ma la spedizione si rivelò un fallimento. Vi partecipò san Francesco d'Assisi.

[modifica] Sesta crociata

Dopo il fallimento della quinta crociata, l'imperatore Federico II, con il trattato di San Germano (1225), si era impegnato a guidare la sesta crociata in Terra Santa, ma, per motivi politici ne aveva più volte ritardato l'inizio. Ma quando nel 1227, a causa di una malattia, fu costretto a rimandare la crociata ancora una volta, venne scomunicato da papa Gregorio IX. Ciononostante, l'anno successivo, Federico si recò a Gerusalemme, mentre il Papa lo definiva "Anticristo". Questa crociata fu l'unica pacifica: Federico, che era in buoni rapporti diplomatici col sultano e, avendo sposato l'erede alla corona di Gerusalemme Isabella di Brienne, si presentò come valido successore al titolo regale e trattò col sultano la cessione di Gerusalemme, che venne accordata a patto che la città rimanesse smantellata e sguarnita, praticamente indifendibile.

[modifica] Settima crociata

La settima crociata si svolse fra il 1249 e il 1250. Fu diretta contro l'Egitto e guidata dal re di Francia Luigi IX il Santo. È probabile che l'invasione di Napoli e Palermo da parte di Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX, fosse finalizzata a creare una "testa di ponte" franca per le crociate.[2]

[modifica] Ottava crociata

L'ottava crociata fu anch'essa diretta contro i domini musulmani in Africa settentrionale e fu sempre guidata da Luigi IX.

[modifica] Nona crociata

La nona crociata è solitamente considerata l'ultima Crociata medievale ad essere stata condotta contro i musulmani in Terra Santa. La maggior parte degli storici, tuttavia, non la considera come una crociata a sè, ma come la seconda parte dell'ottava.

[modifica] Altre crociate

[modifica] Note

  1. ^ Franco Cardini, Marina Montesano. Storia medievale. Firenze, Le Monnier Università, 2006.
  2. ^ a b c d e Marc Ferro. Histoire de France. Parigi, Odile Jacob, 2001, p. 67

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

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