Gesù
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« Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. » (Giovanni 13.34) |
Gesù di Nazaret (Betlemme o Nazaret[1], 7-2 a.C.[2] – Gerusalemme, 26-36[3]) fu un predicatore ebreo, attivo negli ultimi anni della sua vita[4] nella provincia romana della Giudea. È la figura centrale del Cristianesimo, che lo considera Dio fatto uomo.
Le principali fonti testuali relative a Gesù sono i quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni). Con lo svilupparsi del moderno metodo storico-critico sono comparsi numerosi studi volti a valutare l'effettiva attendibilità storica dei vangeli, in particolare relativamente agli elementi soprannaturali e miracolistici, e a ricostruire il reale Gesù storico. Alcuni studiosi ne negano l'esistenza, relegandolo alla sfera del mito.
I vangeli narrano la nascita di Gesù da Maria vergine, la predicazione focalizzata sul Regno dei Cieli e sull'amore al prossimo e realizzata con discorsi e parabole accompagnati da miracoli, e narrano infine la sua passione, morte in croce, risurrezione e ascensione in cielo. Dai vangeli e dagli altri scritti del Nuovo Testamento Gesù viene identificato con il Messia o Cristo atteso dal popolo ebraico, ed è descritto come il Figlio di Dio fatto uomo. Le neotestamentarie lettere paoline esaltano il valore salvifico della sua morte e risurrezione. La successiva tradizione cristiana lo ha dichiarato seconda persona della Trinità, assieme al Padre e allo Spirito Santo, e "vero Dio e vero uomo".
Dai vangeli appare come la predicazione e l'operato di Gesù riscossero nella società ebraica del tempo un limitato successo, principalmente tra i ceti più bassi. Il breve periodo della sua predicazione si concluse con la morte in croce, voluta, secondo i vangeli, dalle autorità del Sinedrio, e suggellata dalla decisione finale del prefetto romano Ponzio Pilato. Dopo la morte, i seguaci di Gesù ne sostennero la risurrezione e diffusero il messaggio della sua predicazione, facendone una delle figure che hanno esercitato maggiore influenza sulla cultura occidentale.
Secondo il punto di vista ebraico, Gesù è stato un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso; non era Figlio di Dio, non ha compiuto miracoli e, dopo la morte in croce, non è risorto né asceso al cielo. Secondo l'Islam, Gesù è stato uno dei maggiori profeti venuti prima di Maometto; nacque verginalmente, compì dei miracoli, ma non era Dio, non morì in croce e non risorse. Anche molti degli altri principali movimenti religiosi contemporanei hanno variamente elaborato una specifica interpretazione su Gesù.
Fonti testuali
Per approfondire, vedi le voci Lettere di Paolo, Vangeli canonici, Vangeli apocrifi, Fonti storiche non cristiane su Gesù e Testimonium Flavianum. |
Le fonti testuali relative a Gesù possono essere raggruppate in quattro tipologie:
- le lettere paoline, poi incluse nel Nuovo Testamento: scritte approssimativamente tra il 51 e il 63[5] da Paolo di Tarso, che non conobbe direttamente Gesù, rappresentano i documenti noti più antichi ma non contengono dati biografici su Gesù che possano risultare utili per studiarne la figura storica. Sono tuttavia testimonianza di come venisse descritto il personaggio Gesù alle più antiche comunità cristiane;
- i quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni). Secondo gli storici di ispirazione cristiana e alcuni laici tali scritti sono giunti alla forma attuale nella seconda metà del I secolo, dopo essere stati redatti in più versioni e preceduti da una decennale tradizione orale o di appunti scritti,[7] mentre per la maggioranza degli storici laici avrebbero raggiunto la loro forma definitiva, sempre a seguito di diverse redazioni, solo intorno alla metà del II secolo.[8] Raccontano dettagliatamente la vita pubblica di Gesù, cioè il periodo della predicazione negli ultimi anni della sua vita, mentre sulla sua vita privata precedente forniscono scarne informazioni. Rappresentano i principali documenti sui quali converge il lavoro ermeneutico degli storici. In epoca moderna si sono sviluppate differenti correnti di pensiero circa l'effettiva attendibilità dei vangeli e la storicità di Gesù;
- i vangeli apocrifi. Generalmente non sono accolti dagli studiosi come fidati testimoni del Gesù storico[9] (data la composizione tarda, a partire dalla metà del II secolo, sono al più utili per ricostruire l'ambiente religioso dei secoli successivi a Gesù[10]), anche per il genere letterario favolistico-leggendario che contraddistingue gran parte delle loro narrazioni.[11] La loro testimonianza è variegata:
- i cosiddetti vangeli dell'infanzia (quali il Tommaso e il Matteo) presentano un carattere abbondantemente e gratuitamente miracolistico che sfocia spesso nel magico-fiabesco, in netto contrasto con la sobrietà dei quattro vangeli canonici. Gesù appare come un bimbo prodigio, talvolta capriccioso e vendicativo;
- i vangeli gnostici (tra i quali il Giacomo, il Filippo e il Tommaso), contenenti prevalentemente rivelazioni private e inedite espresse in raccolte di loghia (detti), dipingono Gesù come una particella di divino intrappolata nella carne, insegnante ad abbandonare la carne e la materialità per raggiungere la salvezza (vedi gnosticismo);
- i cosiddetti vangeli della passione (ad esempio Pietro, Nicodemo) non aggiungono molto alle descrizioni della passione contenute nei vangeli canonici, caratterizzandosi però dall'intento di discolpare Ponzio Pilato facendo ricadere la colpa della morte di Gesù sulle autorità religiose e sul popolo ebreo;
- fonti storiche non cristiane su Gesù. In alcune opere di autori antichi non cristiani si trovano alcuni sporadici accenni a Gesù o ai suoi seguaci, dei quali il più antico è il cosiddetto Testimonium Flavianum. Alcuni storici, tra cui Emil Schürer [12] e Henry Chadwick[13], considerano tali riferimenti come interpolazioni tardive di copisti cristiani.
Nome ed epiteti di Gesù
Per approfondire, vedi le voci Nome ed epiteti di Gesù e Uffici di Cristo. |
Nei libri del Nuovo Testamento, scritti in greco, Gesù è indicato oltre che col nome proprio da vari epiteti e titoli (elencazione per maggiore ricorrenza):
- "Gesù".[14] Il nome proprio significa letteralmente "YH(WH) (è) salvezza".[15] Era un nome abbastanza comune tra i giudei dell'epoca.
- "Cristo". Significa letteralmente "unto" e corrisponde all'ebraico Messia. All'epoca di Gesù il Cristo-Messia era l'inviato di Dio atteso dal popolo ebraico, dal quale ci si aspettava in particolare il riscatto sociale e politico dalla dominazione romana.
- "Signore" Usato soprattutto in Atti e nelle Lettere. Il titolo onorifico, nel greco classico privo di valore religioso, è particolarmente significativo applicato a Gesù in quanto è il termine col quale la traduzione greca della Settanta rende il prototermine masoretico ebraico יהוה (YHWH), cioè il nome proprio di Dio.
- "Figlio dell'uomo". Nella tarda tradizione ebraica l'espressione aveva una forte connotazione messianico-escatologica.
- "Figlio di Dio". Nell'Antico Testamento l'espressione indica una relazione stretta e indissolubile tra Dio e un uomo o una comunità umana. Nel Nuovo Testamento il titolo si riveste di un nuovo significato, indicando una filiazione vera e propria (vedi Lc1,26-38).
- "Re". L'attributo della regalità era correlato al Messia, che era considerato discendente ed erede del Re Davide. Gesù, pur identificandosi come Messia, non si è però attribuito le prerogative politiche che questo comportava (vedi Gv6,15;18,36).
Altri titoli sono Rabbi-Maestro, Profeta, Sacerdote, Nazoreo, Nazareno, Dio, Verbo, Figlio di Giuseppe, Emmanuele.
Inoltre, soprattutto da Giovanni, vengono applicate a Gesù espressioni allegoriche come: agnello, agnello di Dio, agnello immolato; luce, luce del mondo; pastore, buon pastore, pastore grande; pane della vita, pane vivo, pane di Dio; vita, autore della vita; vite; ultimo Adamo; porta; via; verità.
Vita di Gesù secondo i vangeli canonici
I quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) rappresentano le uniche fonti testuali antiche che descrivono dettagliatamente la vita di Gesù, soprattutto gli ultimi anni caratterizzati dal ministero pubblico. La nascita del moderno metodo storico-critico ha portato a esaminare criticamente i racconti evangelici, cercando di distinguerne il nucleo storico dagli aspetti leggendari e mitici (vedi paragrafo Gesù nella storiografia moderna).
Alcuni approfondimenti, in particolare relativamente a nascita, infanzia e giovinezza di Gesù, sono presenti anche nei vangeli apocrifi. Questi particolari tuttavia non sono riconosciuti dagli studiosi come storicamente fondati, sebbene abbiano influenzato più o meno ampiamente la tradizione artistica e devozionale cristiana.
La narrazione della vita e dell'insegnamento di Gesù procede nei quattro vangeli prevalentemente in modo parallelo, soprattutto tra i primi tre detti per questo "sinottici" (Matteo, Marco, Luca): un certo episodio è narrato da più vangeli, solitamente con alcune variazioni, ma sono presenti anche lacune o racconti propri di un singolo evangelista. In Giovanni mancano numerosi racconti presenti nei sinottici ma sono presenti anche alcune aggiunte proprie.
Annunciazione
Per approfondire, vedi le voci Genealogia di Gesù, San Giuseppe (padre putativo di Gesù), Maria (madre di Gesù) e Annunciazione. |
Secondo il racconto del vangelo di Luca una vergine di nome Maria, promessa sposa a Giuseppe, discendente del Re Davide, ricevette a Nazaret di Galilea "al tempo di re Erode" una visita dell'angelo Gabriele, che le annunciò il concepimento di Gesù (Lc1,26-38) .
Nel vangelo di Matteo invece il concepimento verginale di Maria è solo fugacemente accennato, mentre il protagonista è Giuseppe che riceve da un angelo la rivelazione del concepimento soprannaturale di Maria (Mt1,18-25).
Nascita
Per approfondire, vedi le voci Natale, Nascita di Gesù, Data di nascita di Gesù, Luogo di origine di Gesù e Censimento di Quirinio. |
Sia Matteo che Luca collocano la nascita di Gesù a Betlemme, in Giudea, "al tempo di re Erode". Mentre Matteo vi dedica un breve accenno (Mt1,25-2,1), Luca sviluppa la narrazione motivando il viaggio di Giuseppe e Maria da Nazaret a Betlemme con un censimento indetto da Augusto[21] mentre governava Quirinio (Lc2,1-20).
L'accenno a questo "primo censimento" di Quirinio rappresenta un problema di difficile soluzione: l'unico censimento (il "secondo"?) indetto da Quirinio che ci è noto da altre fonti storiche fu fatto nel 6 d.C., quando Erode il Grande era già morto (4 a.C.).
Non si conosce con esattezza la data di nascita di Gesù. La data tradizionale del Natale al 25 dicembre è tardiva (IV secolo), e ancora più tardiva la datazione dell'anno 1 a.C., il cui anno successivo è fatto coincidere con l'inizio del calendario giuliano-gregoriano, in quanto risalente al monaco Dionigi il Piccolo nel VI secolo. Secondo la maggior parte degli studiosi contemporanei la nascita va collocata negli ultimi anni di re Erode, attorno al 7-6 a.C.[22]
Epifania
Per approfondire, vedi le voci Epifania, Stella di Betlemme, Re Magi, Strage degli innocenti e Fuga in Egitto. |
Dopo la nascita di Gesù il solo vangelo di Matteo (cap. 2) racconta la cosiddetta Epifania (dal greco "manifestazione"). Alcuni magi (tradizionalmente chiamati Re Magi e considerati tre) vennero dall'oriente a Gerusalemme avendo visto "il suo astro" (tradizionalmente chiamata "stella cometa"), con l'intento di portare al nuovo re annunciato dall'astro oro, incenso e mirra. Seguendo l'astro trovarono Gesù a Betlemme e gli resero omaggio.
Il re Erode, venutolo a sapere, ordinò l'uccisione di tutti i bambini di Betlemme sotto i due anni (la cosiddetta strage degli innocenti). Giuseppe però, avvertito in sogno da un angelo, fuggì in Egitto con Gesù e Maria.
Morto Erode (4 a.C.) i tre ritornarono nella terra d'Israele e si stabilirono a Nazaret.
Infanzia
Per approfondire, vedi le voci Bambino Gesù, Circoncisione di Gesù, Presentazione al tempio e Ritrovamento di Gesù al tempio. |
Il vangelo di Luca (2,21-52) tralascia il racconto dell'Epifania e della successiva fuga in Egitto. Dopo aver brevemente accennato alla circoncisione di Gesù, riporta due episodi:
- la presentazione al tempio di Gerusalemme, durante la quale il neonato venne venerato come Messia da Simeone (vedi Nunc dimittis) e dalla profetessa Anna;
- il ritrovamento di Gesù al tempio, episodio nel quale Gesù dodicenne si intrattenne nel tempio di Gerusalemme con i dottori della Legge, all'insaputa dei genitori che lo ritrovarono dopo tre giorni.
Vita pre-pubblica
I vangeli non raccontano esplicitamente la vita di Gesù prima del suo ministero pubblico e nulla traspare dalle fonti storiche extracristiane. Alcune informazioni sono però desumibili da accenni sporadici contenuti nei racconti evangelici.
Professione
Quanto alla professione, a Nazaret Gesù era conosciuto come "il figlio del carpentiere" Giuseppe (vedi Mt13,55), "carpentiere" egli stesso (vedi Mc6,3). Il termine greco originario è tekton (vedi l'italiano "tecnico"), ampiamente polisemico, e può indicare carpentieri, falegnami, artigiani del legno, come anche muratori o tagliatori di pietre.[23] Questa attività artigianale gli ha verosimilmente garantito una relativa agiatezza ed autonomia economica che non lo ha fatto appartenere agli strati poveri della sua società.[24] Non ci è dato conoscere la dimensione della sua impresa artigianale, se cioè si trattasse di una piccola bottega rurale dedita ad aratri e gioghi, o invece di una media o medio-grande impresa costruttrice con apprendisti e garzoni, attiva in opere edilizie anche in città vicine come Zippori (6 km da Nazaret), che veniva ricostruita e ampliata in quegli anni da Erode Antipa.
Famiglia
Per approfondire, vedi le voci Fratelli di Gesù e Interpretazioni storiche sui fratelli di Gesù. |
Quanto alla famiglia, il totale silenzio circa Giuseppe durante il ministero di Gesù lascia ragionevolmente supporre che questi fosse già morto.[25] La madre Maria invece, oltre che negli episodi dell'infanzia, compare numerose volte durante la predicazione pubblica di Gesù. Nel Nuovo Testamento sono poi presenti diversi accenni a "fratelli" (Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda) e "sorelle" (anonime) di Gesù, che tuttavia non sono mai detti figli di Giuseppe o Maria. Data la sporadicità degli accenni e la polisemia del termine nelle lingue semitiche non è possibile risalire con certezza alla effettiva parentela di questi con Gesù, e sono state proposte diverse interpretazioni:
- la tradizione cattolica, unitamente ai primi riformatori protestanti (soprattutto Lutero, Calvino e Zwingli) li interpreta come cugini;
- la tradizione ortodossa li interpreta come fratellastri;
- la maggior parte delle chiese protestanti contemporanee li interpreta come fratelli in senso proprio, negando il dogma della verginità di Maria sostenuto da cattolici e ortodossi.
Celibato
Per approfondire, vedi la voce Sposa di Gesù. |
Quanto a un eventuale matrimonio di Gesù, i vangeli canonici e le altre opere neotestamentarie non fanno alcuna menzione di una sposa di Gesù o di suoi figli, e sulla base di questo silenzio la tradizione cristiana lo ha pertanto identificato come celibe. A supporto del suo celibato viene citato solitamente il detto di Gesù relativo all' "eunuchia per il regno" (Mt19,10-12). Alcuni studiosi[26] hanno però rilevato che la scelta celibataria di Gesù sarebbe incompatibile con l'ambiente giudaico del tempo, dove erano esaltati matrimonio e fecondità (vedi il comando di Dio in Gen1,28). Al tempo di Gesù però gli esseni, concentrati a Qumran ma diffusi in tutta la società israelita, praticavano un celibato ascetico.[27]
Nel c. 32 e nel c. 55 dell'apocrifo gnostico vangelo di Filippo, databile al più presto alla seconda metà del II secolo, è accennato l'amore tra Gesù e Maria Maddalena. Entrambi sono descritti come l'incarnazione di eoni divini (Soter e Sofia), e dalla loro unione sono derivati gli angeli. Il senso dei passi dunque non è storico ma va inteso all'interno dell'elaborata teologia gnostica.[28]
Formazione culturale e religiosa
Quanto alla cultura Gesù, come tutti gli ebrei palestinesi dell'epoca, parlava correntemente aramaico, una lingua semitica, della quale appare traccia in alcuni detti originali riportati dai vangeli (vedi Mc5,41;7,34;15,34). Dai vangeli non sembra che avesse studiato presso qualche scuola rabbinica (Gv7,15), anche se non si può escludere che possedesse la cultura di base che poteva essere impartita in una scuola di lettura della Torah di una sinagoga.[29] Sicuramente sapeva leggere (e scrivere) in ebraico, lingua non più correntemente parlata e usata per il culto e le preghiere (vedi Lc4,16-17), e dalla sua predicazione traspare una profonda conoscenza delle Scritture ebraiche. È ignoto se conoscesse il latino, lingua degli occupanti romani,[30] o il greco nella versione popolare (koinè) parlata in medio oriente.
In epoca moderna alcuni studiosi hanno sostenuto che Gesù fosse un esseno,[31] ma tutta la sua predicazione e i suoi atti contro il formalismo e le regole di purità formale sono in totale antitesi con quanto si sa degli Esseni.
Inizio ministero
Per approfondire, vedi le voci Battesimo di Gesù, Tentazioni di Gesù e Purificazione del tempio. |
Secondo il vangelo di Luca, Gesù iniziò il suo ministero pubblico di predicazione quando aveva "circa trent'anni" (Lc3,23). La datazione storica dell'inizio della sua attività (come anche la durata, vedi paragrafo seguente) non ci è nota con precisione. Luca colloca l'inizio del ministero di Giovanni il Battista, parente di Gesù, nel quindicesimo anno dell'imperatore Tiberio (Lc3,1) che equivale a circa il 28 d.C.[32] L'inizio del ministero di Gesù è presentato come immediatamente successivo a quello del Battista e può pertanto essere ipotizzato il 28 d.C. La stessa data può essere ipotizzata sulla base di un diverso accenno evangelico: il tempio di Gerusalemme, la cui costruzione fu iniziata da Erode il Grande nel 20-19 a.C.,[33] all'inizio del ministero di Gesù[34] è detto "costruito in 46 anni" (Gv2,20), che daterebbe l'accaduto al 27/28.
L'evento che sancì l'inizio della predicazione di Gesù è il battesimo che ricevette da Giovanni il Battista in una località imprecisata presso il fiume Giordano (Mt3,13-17;Mc1,9-11;Lc3,21-22). Dopo il battesimo Gesù si ritirò nel deserto (della Giudea) dove stette quaranta giorni digiunando e subendo infine le tentazioni del demonio, che riuscì a contrastare (Mt4,1-11;Mc1,12-13;Lc4,1-13). In seguito all'arresto e alla decapitazione del Battista da parte di Erode Antipa Gesù si trasferì da Nazaret a Cafarnao, presso il lago di Genesaret (Lc4,12-13).
Prima di iniziare la predicazione pubblica Gesù chiamò a seguirlo alcuni dei dodici apostoli che gli saranno vicini negli anni seguenti.
Il vangelo di Giovanni indica come uno dei primi avvenimenti della vita pubblica di Gesù l'episodio della cosiddetta purificazione del tempio di Gerusalemme, durante la quale ha scacciato i mercanti e i cambiavalute dal recinto del luogo sacro.
Ministero pubblico
Quando e dove
La durata del ministero di Gesù non è conoscibile con certezza. Nei vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca) non vengono fornite indicazioni temporali che permettano di scandire il passare del tempo. Il vangelo di Giovanni invece accenna a tre pasque (2,13=2,23;5,1=6,4;11,55=12,1=13,1), l'ultima coincidente con la pasqua della sua morte. Questo porta a ipotizzare una durata triennale (o meglio, due anni interi e qualche mese) del ministero di Gesù. Assumendo come validi il dato circa l'inizio del ministero desumibile da Luca (28 d.C.) e le tre Pasque accennate da Giovanni, si può ipotizzare una datazione per la predicazione pubblica tra il 28 e il 30 d.C.
Le località menzionate dai vangeli durante il ministero itinerante di Gesù sono soprattutto concentrate nella zona del lago di Genezaret, in Galilea (nord della Palestina). Gesù si è recato anche a Gerusalemme e in località limitrofe della Giudea (sud della Palestina) prevalentemente in occasione delle feste di Pasqua, che ogni pio ebreo cercava di trascorrere nella città santa. Le zone della Samaria, abitate da ebrei 'scismatici' (samaritani), sono toccate solo fugacemente dalla sua attività. Alcuni viaggi sono stati compiuti da Gesù anche in zone non abitate da Ebrei: Tiro e Sidone in Fenicia, a nord della Palestina, e i territori della Decapoli, a oriente della Palestina.
Non è possibile ricostruire con certezza la sequenza e le varie tappe dei viaggi compiuti da Gesù in queste località: gli evangelisti, nella loro redazione finale, hanno spesso accorpato le narrazioni (pericopi) senza un preciso ordine cronologico, e inoltre le descrizioni dei viaggi sono solitamente generiche (vedi p. es. Mc1,39: "e andò per tutta la Galilea").
Che cosa
Per approfondire, vedi le voci Kerigma, Regno dei Cieli, Discorso della Montagna e Discorso escatologico. |
Il Regno di Dio[35] o Regno dei Cieli[36] (eufemismo semitico tipico di Matteo per non nominare Dio) è il centro della predicazione (termine tecnico "kerigma"[37], "annunzio") e dell'azione di Gesù (vedi p.es. Mt4,17;Mc1,14-15). Con questo messaggio Gesù si pone in continuità con la tradizione messianica propria dell'ebraismo del suo tempo che aspettava, "secondo le scritture", un Messia regale figlio di Davide, dal quale ci si aspettava la liberazione del popolo ebraico dal secolare dominio straniero e la ricostituzione del regno d'Israele.
Tuttavia il Regno predicato da Gesù, strettamente legato alla sua persona (Mt12,28;Lc11,20), appare privo di connotazioni propriamente politiche e sociali (Gv18,36). È questo il probabile motivo del cosiddetto "segreto messianico": dai vangeli, soprattutto in quello di Marco, appare come Gesù durante il ministero pubblico tentasse di tenere nascosta la sua identità messianica (Mt16,15-20;Mc8,29-30;Lc9,20-21) per evitare di essere visto dalla folla entusiasta come un messia liberatore trionfale. Solo quando è iniziata la sua passione, quando è abbandonato dalla folla e dai discepoli, si riconosce apertamente come il Cristo-Messia (Mc14,61-62).
Dai discorsi di Gesù (vedi soprattutto il "discorso della montagna") e in particolare dalle cosiddette "parabole del Regno" (vedi anche Paolo in Rm14,17), questo appare principalmente come una realtà teologica, spirituale, morale, caratterizzata da una precisa condotta di vita centrata sul duplice comandamento dell'amore a Dio e al prossimo (Mt22,35-40;Mc12,28-31). Si tratta di una nuova condizione della persona che si instaura nella vita degli uomini nella misura in cui riconoscono la regalità-signoria-paternità di Dio.
La morale del Regno predicata da Gesù e centrata sull'amore a Dio e sulla carità è proposta come in continuità con gli insegnamenti della tradizione ebraica dell'Antico Testamento. Tuttavia in alcuni punti la predicazione di Gesù è in contrasto con questi (vedi p.es. il ritornello "è stato detto... ma io vi dico" del discorso della montagna) e con la modalità esteriore e formale con la quale le autorità farisaiche li applicavano e insegnavano ad applicarli. Gesù propone una nuova giustizia "più grande", che non vuole abolire gli insegnamenti precedenti ma portarli a compimento (Mt5,17-20).
Quanto al carattere storico del Regno, nei testi evangelici si nota un dualismo apparentemente inconciliabile:
- alcuni loci (p.es. Mt12,28;Lc11,20;Lc17,21) lo presentano come già attuale, presente (escatologia attuale o immanente). Questo ha portato alcuni studiosi moderni[38] a vedere Gesù come un riformatore morale che ha cercato, fallendo, di riformare e migliorare la società del tempo, pur senza pretese propriamente politiche e rivoluzionarie.
- altri loci (p.es. Mt4,17;Mc1,14-15 e soprattutto il discorso escatologico) lo presentano come non ancora presente ma futuro (ecatologia futura o conseguente). Il Regno futuro è tradizionalmente (ma non da Gesù[39]) chiamato "paradiso"[40] e sarà preceduto dal "Giorno del giudizio" (espressione usata esplicitamente in Mt10,15;11,22;11,24;12,36, implicitamente nel discorso escatologico). Questa escatologia futura ha portato alcuni studiosi moderni[41] a vedere Gesù come un entusiasta profeta apocalittico che ha annunciato un mondo futuro e migliore.
La tradizione cristiana ha ricomposto questa dicotomia individuando nel "già" l'attività di Gesù proseguita nella Chiesa, e nel "non ancora" il mistero della sua morte e risurrezione,[42] che sarà pienamente attualizzata con la sua seconda venuta e la trasfigurazione del mondo.[43]
Come
Per approfondire, vedi le voci Parabole di Gesù e Miracoli di Gesù. |
Le modalità della predicazione di Gesù, centrata sull'annuncio del Regno e della condotta di vita ad esso relativa, furono diverse dagli insegnamenti rabbinici del tempo. Gesù faceva larghissimo uso di parabole, cioè esempi allegorici tratti dalla vita e dalle comuni attività e situazioni quotidiane che avevano lo scopo di illustrare concetti teologici o morali non direttamente esperibili. Pur con le debite differenze, per questo metodo didattico Gesù è accostabile a Platone e ai suoi miti. Queste le principali parabole di Gesù:
- Parabola del banchetto di nozze
- Buon Pastore
- Parabola del buon samaritano
- Parabola delle dieci vergini
- Parabola del fariseo e del pubblicano
- Parabola del figlio prodigo, o come si preferisce attualmente chiamarla, "del Padre misericordioso"
- Parabola dei lavoratori della vigna
- Lazzaro e il ricco Epulone
- Parabola della moneta smarrita
- Parabola della pecora smarrita
- Parabola del seminatore
- Parabola del granello di senape
- Parabola del servo senza pietà
- Parabola dei talenti
- Parabola dei vignaioli omicidi
- Parabola della zizzania
Secondo i vangeli la predicazione era accompagnata da miracoli. Questi possono essere tipologicamente distinti in tre categorie:
- miracoli di guarigione (da febbre, lebbra, emorragia, edema, sordità, cecità, paralisi), esorcismi, risurrezioni. Sono i più ricorrenti;
- miracoli sulla natura, che mostrano il dominio diretto di Gesù sul creato (pesca miracolosa, moltiplicazione dei pani, tramutazione dell'acqua in vino a Cana, maledizione del fico, tempesta sedata, camminata sull'acqua);
- epifanie (manifestazioni): la trasfigurazione sul monte e le apparizioni ai discepoli dopo la risurrezione.
La maggior parte degli studiosi laici contemporanei nega valore storico ai miracoli evangelici, riconducendoli a frodi, allucinazioni, eventi spiegabili naturalmente o leggende successive.
A chi
La predicazione di Gesù si rivolse principalmente agli Ebrei (Mt10,5-6;15,24). Questa preferenza però non è esclusiva: sono accennati alcuni viaggi missionari in città e zone abitate prevalentemente da pagani (Mt8,28;15,21;16,13), e sia prima che dopo la risurrezione Gesù invia esplicitamente i suoi discepoli "a tutte le nazioni" (Mt24,14;28,19).
Nel suo ministero Gesù valorizzò e si rivolse a categorie sociali che erano marginali o disprezzate nella società ebraica del tempo, suscitando per questo lo sdegno delle autorità religiose farisaiche: bambini (Mt19,14), donne (Lc8,2-3), samaritani (Gv4,40), prostitute (Mt21,31), "peccatori" (Mt9,10), pubblicani (Lc19,2-5), cioè ebrei collaborazionisti incaricati dagli occupanti romani per la riscossione delle tasse.
Dai vangeli appare come la predicazione e l'operato di Gesù riscossero nella società ebraica del tempo un limitato successo, principalmente tra i ceti più bassi. Sono tuttavia segnalati tra i primi discepoli anche persone ricche e di rango elevato, come per esempio i membri del Sinedrio Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, Giovanna "moglie di Cusa, amministratore di Erode".
Ultimi giorni di vita
Per approfondire, vedi le voci Ingresso a Gerusalemme, Ultima Cena, Eucaristia e Lavanda dei piedi. |
Secondo il racconto dei vangeli, dopo alcuni (tre?) anni di predicazione Gesù fece il suo ingresso a Gerusalemme per la celebrazione della Pasqua ebraica. Al suo arrivo nella città fu accolto da una folla festante che lo acclamava come Messia (Mt21,1-11;Mc11,1-10;Lc19,29-44;Gv12,12-15), evento ricordato nella tradizione cristiana nella domenica delle palme. I sinottici collocano dopo l'ingresso a Gerusalemme la purificazione del tempio, che Giovanni colloca invece in occasione della prima Pasqua.
In prossimità della morte di Gesù sia i sinottici (26,26-29;Mc14,22-25;Lc22,15-20) che Giovanni (13,1-11) riportano il racconto di una cena, tradizionalmente chiamata "ultima cena". Si notano tuttavia alcune divergenze (vedi data della morte di Gesù):
- per i sinottici corrisponde alla cena della Pasqua ebraica e fu tenuta la sera precedente il giorno della morte di Gesù (15 nisan, Pasqua, venerdì), dunque di giovedì sera. In essa Gesù ha istituito il sacramento dell'eucaristia;
- per Giovanni si tratta di una cena generica e non può trattarsi di quella pasquale, in quanto il rito ebraico si sarebbe svolto la sera del giorno corrispondente alla morte di Gesù (14 nisan, vigilia di Pasqua, venerdì). In essa non vi è accenno all'eucaristia[44] ed è riportato il racconto della lavanda dei piedi, assente nei sinottici.
Una possibile armonizzazione[45] è che l'ultima cena fosse effettivamente una cena pasquale e sia stata tenuta, secondo il calendario esseno, di martedì sera. In tal caso i vangeli, che fanno apparire gli eventi successivi (arresto, processo, crocifissione e morte) concentrati tra il giovedì sera e il venerdì pomeriggio, non rispecchierebbero il reale andamento storico che li vedrebbe distribuiti lungo più giorni, dal martedì sera al venerdì pomeriggio.
Processo e morte
Per approfondire, vedi le voci Data della morte di Gesù, Arresto di Gesù, Processo di Gesù, Passione di Gesù, Flagellazione di Cristo, Coronazione di spine, Salita al Calvario e Crocifissione di Gesù. |
Il racconto degli eventi che portarono alla morte di Gesù è riportato parallelamente dai quattro vangeli, seppure con alcune differenze ed aggiunte proprie. Dopo l'ultima cena tenuta in città Gesù si recò nel podere chiamato Getsemani, sul monte degli Ulivi poco fuori Gerusalemme, dove sostò in preghiera. Qui un gruppo di guardie del tempio, cioè soldati ebrei agli ordini delle autorità sadducee, procedettero al suo arresto guidate da Giuda Iscariota. In seguito Gesù fu condotto da Anna, ex sommo sacerdote e suocero del sacerdote in carica Caifa, poi da Caifa, poi al Sinedrio, che ne stabilì la condanna a morte per bestemmia essendosi equiparato a Dio.
Al mattino presto avvenne un nuovo incontro col Sinedrio, poi fu condotto dal prefetto romano Pilato per richiederne l'esecuzione, ma questi lo interrogò e non lo trovò colpevole. Pilato lo inviò a Erode Antipa, re della Galilea, che dopo averlo schernito ma non condannato lo rispedì a Pilato. Questi nel tentativo di salvarlo propose di liberarlo, ma la folla scelse Barabba e invocò la crocifissione per Gesù. Per paura di un tumulto Pilato si lavò le mani dichiarandosi innocente per l'ingiusta condanna e acconsentì alla richiesta della folla, condannando formalmente a morte Gesù per il reato di lesa maestà essendosi dichiarato "Re dei Giudei". Quindi Gesù fu flagellato e venne schernito dai soldati romani che lo coronarono di spine e lo condussero assieme ad altri due condannati (tra cui il "buon ladrone") verso il luogo della condanna, una piccola collina appena fuori le mura chiamata Golgota-Calvario. Nel viaggio Gesù fu aiutato a portare la croce da un certo Simone di Cirene.
Giunti alla meta Gesù fu crocifisso all'ora terza (nove di mattina) e morì all'ora nona (tre del pomeriggio). Secondo i vangeli la sua morte fu accompagnata da eventi straordinari come un'oscurità su tutta la terra, un terremoto e la risurrezione di "molti santi". Dopo la morte Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato il corpo di Gesù e, dopo averlo avvolto in un lenzuolo (sindone), lo depose nel suo sepolcro che si trovava presso il Golgota.
È impossibile stabilire con certezza la data della morte di Gesù. I quattro vangeli sono concordi nel collocarla di venerdì, ma mentre per i tre sinottici questo giorno coincideva con la Pasqua ebraica (15 nisan), per Giovanni si trattava della vigilia di Pasqua (14 nisan). La cronologia sinottica porta a ipotizzare come data venerdì 27 aprile del 31 d.C., mentre quella giovannea venerdì 7 aprile del 30 d.C. o venerdì 3 aprile del 33 d.C.[46] La datazione giovannea del 7 aprile del 30 è compatibile con la probabile datazione dell'inizio del ministero pubblico nel 28 (vedi sopra) e con l'accenno giovanneo delle tre pasque.
Risurrezione
Per approfondire, vedi le voci Risurrezione di Gesù, Apparizioni di Gesù, Ascensione di Gesù e Seconda venuta. |
Secondo la testimonianza concorde dei vangeli, dopo tre giorni nel sepolcro Gesù è risorto. I vangeli non descrivono l'evento, che non ha avuto testimoni, ma solo la testimonianza della tomba vuota e le visioni delle discepole alle quali apparve (Maria Maddalena, Maria di Giacomo, Salomè). La scoperta avvenne all'alba del giorno dopo il sabato (Mc16,2;Lc24,1;Gv20,1), cioè domenica, anche se l'originale greco di Mt28,1 può indicare l'inizio della notte tra sabato e domenica.[47] In seguito Gesù apparve ripetutamente anche agli apostoli e ad altri discepoli (Gv21,1-2;At1,3;At3,15;1Cor15,3-8)
Dopo quaranta giorni (cifra simbolica ricorrente nei testi biblici per indicare un indefinito lungo periodo) Gesù ascese in cielo. La fede cristiana attende il suo ritorno, chiamato "seconda venuta" o "parusia", che coinciderà con il giorno del giudizio e l'inizio di "un nuovo cielo e una nuova terra" (Ap21,1).
Gesù nella storiografia moderna
Per approfondire, vedi le voci Storicità di Gesù, Gesù storico, Mito di Gesù e Gesù storiografia. |
A partire dal '700, con lo svilupparsi del moderno metodo storico-critico, sono comparsi numerosi studi volti a valutare l'effettiva attendibilità storica dei vangeli e a ricostruire il reale Gesù storico. Le varie correnti di pensiero possono essere raggruppate con larga approssimazione in quattro filoni principali, qui elencati progressivamente da una maggiore a una minore pretesa di storicità:
- Secondo alcuni studiosi e confessioni cristiane di stampo fondamentalista (tra le quali i Testimoni di Geova e la cattolica Scuola esegetica di Madrid) i vangeli rappresentano dei fedeli resoconti storici della vita e dell'operato di Gesù. Eventuali discordanze interne tra i racconti evangelici o con fonti storiche extra-cristiane, a un esame approfondito possono essere spiegate e appianate in vario modo.
- Secondo la Chiesa Cattolica e la maggior parte delle chiese protestanti, le quali non accettano la completa inerranza biblica, i vangeli non sono vere e proprie biografie di genere storico, ma sono racconti principalmente teologici fondati comunque su solide basi storiche, redatti dalla Chiesa del I secolo col non secondario intento di dare una risposta alle situazioni problematiche che si trovava ad affrontare (Sitz im Leben, situazione di vita).
- Secondo molti storici non cristiani e alcuni teologi e biblisti cristiani, seppure caratterizzati da notevoli differenze nei presupposti e nelle conclusioni della ricerca,[48] le fonti evangeliche non sarebbero totalmente attendibili: sarebbe perciò effettivamente esistito all'inizio del I secolo un predicatore ebreo itinerante chiamato Gesù, nome comunissimo all'epoca: un uomo fenomenale e di grande levatura morale, secondo alcuni un Esseno o un Nazireo, senza alcun attributo divino, e che avrebbe terminato fallimentarmente in croce la sua esistenza. La comunità dei suoi credenti, delusa per il suo fallimento, lo avrebbe poi divinizzato ed esaltato attribuendogli miracoli e prodigi, in primis la risurrezione. Per risalire al vero Gesù storico occorre pertanto 'demitizzare' i vangeli, privandoli delle aggiunte e reinterpretazioni attuate dai suoi fedeli. La coddetta "corrente storica" sostiene quindi che ad un uomo, probabilmente esistito, sono stati attribuiti poteri e fatti straordinari: Gesù quindi sarebbe "un uomo trasformato in un dio"[49].
- Altri studiosi[50] privano di qualunque valore storico i vangeli, negando spesso la stessa esistenza storica di Gesù, relegandolo alla sfera del mito. La cosiddetta "corrente mitica" ritiene quindi che, all'opposto della corrente storica, Gesù sarebbe "un dio trasformato in un uomo"[49]: leggende e miti preesistenti all'anno zero sarebbero quindi stati applicate ad un predicatore ebreo in realtà mai esistito.
Queste ultime due correnti in particolare, hanno anche molti punti in comune: per esempio entrambe sostengono che l'operazione di "divinizzazione" di Gesù si sarebbe avuta grazie all'operazione di alcuni gruppi di fanatici cristiani, e in epoca successiva ai fatti narrati, ovvero intorno al II secolo d.C., una volta defunto ogni possibile testimone oculare dell'accaduto. Punti forti sui quali si basano le teorie di entrambe le correnti sono le vere o presunte tali contraddizioni tra i quattro vangeli e la mancanza di prove storiche e/o archeologiche su alcuni luoghi, eventi e personaggi citati nel Nuovo Testamento[51].
Gesù nel Cristianesimo
Cristologia
Per approfondire, vedi la voce Cristologia. |
La cristologia è quella parte della teologia cristiana che definisce e studia razionalmente, sulla base della rivelazione, la figura di Gesù Cristo. Quattro sono i temi principali, strettamente legati, sui quali si è soffermata nella tradizione cristiana la riflessione cristologica:
- il ruolo della morte e risurrezione di Gesù nella redenzione e salvezza del genere umano (cristologia soteriologica). La riflessione in tal senso è già presente nei testi neotestamentari, soprattutto nella Lettera agli Ebrei e nelle Lettere paoline. Due sono in particolare gli aspetti soteriologici del mistero pasquale:
- - la morte di Gesù,[52] che è contemporaneamente vittima (agnello di Dio) e sacerdote, costituisce il compimento e superamento dei sacrifici tipici della religiosità dell'Antico Testamento, che non sono più necessari (Eb9,14;10,10). Grazie a questo sacrificio il genere umano ha ottenuto la giustificazione (Rm5,19), cioè il ristabilimento dell'originale stato di grazia tra Dio e gli uomini che si era corrotto in conseguenza del peccato originale;
- - la risurrezione di Gesù,[53] oltre a compartecipare con la morte al processo di giustificazione (Rm4,25;6,4), permette all'umanità riscattata di poter ricevere la cosiddetta "adozione filiale", cioè di partecipare alla vita di natura divina propria del Figlio nella risurrezione futura (1Cor15,20-22);
- il rapporto tra la natura umana e divina in Gesù (cristologia antropologica). Il Nuovo Testamento attribuisce a Gesù sia la natura umana, in base alla quale Gesù come tutti gli uomini è nato, ha patito, è morto, che quella divina, in base alla quale Gesù-Logos esiste dall'eternità (Gv1,1;8,58;17,5), è stato la causa della creazione dell'universo (Gv1,3), esisterà per l'eternità (Ap22,13). Non sono però fornite indicazioni sul modo nel quale queste nature, di per sé inconciliabili, coesistano nella persona di Gesù. Il problema è stato vivacemente e ampiamente dibattuto nei primi secoli della cristianità in particolare durante i concili ecumenici, in risposta alle varie eresie cristologiche;
- in che modo la natura divina di Gesù si relaziona con quella del Padre e dello Spirito Santo (cristologia trinitaria). Anche in questo caso il Nuovo Testamento accenna fugacemente alla "Trinità" in alcuni passi (Mt28,19;1Cor12,3;2Cor13,13), ma solo nei successivi concili ecumenici verrà chiarito il legame tra le tre persone divine;
- in epoca moderna, con lo svilupparsi del metodo storico-critico applicato ai libri del Nuovo Testamento, si è sviluppato il binomio "cristologia esplicita" (cosa i testi dicono di lui, il Cristo della fede) e "cristologia implicita" (come era realmente Gesù e cosa ha detto di sè, il Gesù della storia). Obiettivo della cristologia implicita è risalire al reale Gesù storico, privato delle successive interpretazioni della tradizione cristiana.
Dispute cristologiche
Per approfondire, vedi la voce Eresie dei primi secoli. |
Come accennato il Nuovo Testamento lascia largo margine alla libera riflessione cristologia e trinitaria. Durante i primi secoli della cristianità furono elaborate molte teorie teologiche che furono giudicate eretiche dai primi concili ecumenici. È difficile conoscere il reale contenuto di queste eresie: le informazioni pervenuteci provengono perlopiù da autori cristiani, per cui le conosciamo solo di riflesso.
- Ebionismo. Il movimento giudeo-cristiano degli Ebioniti (II secolo) considerava Gesù come un grande profeta, al pari di Mosè, ma solo un uomo di grande virtù privo della natura divina.
- Docetismo. Sostenuto da autori gnostici tra il I-IV secolo. Gesù è un eone di natura divina e l'elemento umano è solo apparente (greco dokèin, sembrare), in particolare per quanto riguarda la passione (una corrente minoritaria[54] sostiene che non fu Gesù a patire e morire in croce ma Simone di Cirene). Cenni antidoceti indicanti la realtà del Logos-Gesù sono presenti già nel Nuovo Testamento (1Gv1,1-3).
- Adozionismo. Sostenuto da vari autori come l'ebionita Cerinto (fine I - inizio II secolo), Paolo di Samosata (ca. 200 - ca. 275) e altri. Gesù è un semplice uomo che per la sua notevole virtù è stato adottato da Dio, il quale lo ha investito della natura divina al momento del battesimo. È confluito in una corrente del modalismo, il cosiddetto modalismo dinamico.
- Modalismo o Monarchismo o Sabellianesimo (Sabellismo) o Patripassianesimo. Sostenuto da Sabellio (inizio del III secolo). Il Figlio, al pari del Padre e dello Spirito Santo, non è una vera e propria persona ma un modo-manifestazione dell'unica sostanza-principio (arché) divina. In tal modo in croce ha patito anche il Padre (e lo Spirito Santo).
- Arianesimo. Elaborato da Ario (256 – 336). Il Logos-Gesù è divino ma è stato creato dal Padre (la formula attribuitagli dagli avversari è "c'era un tempo in cui il Figlio non era"[55]). Il figlio dunque non è della stessa sostanza del Padre ma rappresenta una sorta di semi-divinità a lui subordinata (subordinazionismo). L'arianesimo dette origine ad alcuni movimenti detti neo-ariani:[56]
- - Anomeismo. Sostenuto da Ezio († 367). Il Figlio, creato dal Padre, non è consustanziale al Padre ed è diverso (anòmoios = non omoios = non simile).
- - Omoiusiani. Sostenitori di Basilio di Ancira (attivo 336-360). Il Figlio, creato dal Padre, è di sostanza distinta ma simile (omoiùsios) al Padre. Nei fatti questa definizione differisce da quella ufficiale elaborata dal concilio di Nicea (omousia, consustanzialità) solo per una iota.
- - Omeismo. Sostenuto da Acacio di Cesarea († 366). Come la corrente precedente, indica il Figlio come creato e simile (omoios) al Padre, lasciando però indefinito il rapporto circa la sostanza.
- Apollinarismo. Elaborato da Apollinare di Laodicea (ca 310 – 390) sulla base dell'antropologia aristotelica. In Gesù c'è la sola natura umana ma incompleta: l'anima vegetativa e animale sono umane, ma l'anima razionale è costituita dal logos divino.
- Nestorianesimo o difisismo estremo. Elaborato da Nestorio (ca 381 - ca 451). In Gesù ci sono due nature e due persone, connesse attraverso un'unione puramente morale.
- Monofisismo. Elaborato da Eutiche (ca. 378 - 454). In Gesù esisteva una sola natura (mòne phýsis), quella divina, che ha assorbito la natura umana.
- Monotelismo o monoteletismo. Elaborato dal patriarca Sergio I di Costantinopoli (ca 565 – 638). Nella persona di Gesù ci sono le due nature umana e divina ma una sola volontà, quella divina.
Concili ecumenici
Per approfondire, vedi la voce Concili ecumenici. |
La Chiesa cattolica ha reagito a quelle che la stessa ha di volta in volta considerato eresie definendo progressivamente la dottrina cristologica durante i primi sette concili ecumenici.
- I. Primo concilio di Nicea (325). Nel cosiddetto Simbolo Niceno[57] (o Credo breve) il Figlio è definito consustanziale (omoùsion) al Padre, cioè "della stessa sostanza del Padre", condannando implicitamente Ario.
- II. Primo concilio di Costantinopoli (381). Ribadisce il concilio di Nicea formulando il Simbolo Niceno-Costantinopolitano[58] (Credo lungo), ampliamento del precedente.
- III. Concilio di Efeso (431). Stabilisce che Maria è "Madre di Dio" e che in Cristo sono unite la natura umana e divina in una sola persona, condannando implicitamente il difisismo di Nestorio, l'adozionismo e il docetismo.[59]
- IV. Concilio di Calcedonia (451). Stabilisce che nell'unica persona-ipostasi (sostanza) di Gesù vi sono le due nature umana e divina "senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili",[60] condannando implicitamente il monofisismo di Eutiche.
- V. Secondo concilio di Costantinopoli (553). Riafferma le dottrine cristologiche stabilite nei precedenti concili, condannando esplicitamente diversi autori tra cui Apollinare, Nestorio, Eutiche.[61]
- VI. Terzo concilio di Costantinopoli (680-681). Stabilisce che in Gesù vi sono sia la volontà umana che quella divina, non in contrasto tra esse in quanto la prima segue la seconda, condannando esplicitamente il monotelismo di Sergio.[62]
- VII. Secondo concilio di Nicea (787). Stabilisce che chi venera un'immagine sacra venera chi è in essa riprodotto, condannando l'iconoclastia.[63]
Chiese cristiane conciliari
Per approfondire, vedi la voce Chiese cristiane. |
In epoca contemporanea, i seguaci del messaggio di Gesù (Cristianesimo) sono circa 2,1 miliardi, cioè circa un terzo degli abitanti del mondo.[64] I cristiani sono suddivisi in molte chiese o confessioni o denominazioni, che possono essere distinte in riferimento ai concili ecumenici.
Le decisioni dei primi sette concili ecumenici sono adottate dalle maggiori confessioni cristiane, che condividono dunque la stessa cristologia: cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani. Le diversità tra queste chiese riguardano prevalentemenete questioni ecclesiologiche.
Alcune chiese di tradizione monofisita riconoscono solo i primi tre concili, rigettando il concilio di Calcedonia e i seguenti: si tratta dei cristiani copti, siriaci, armeni. Per queste confessioni in Gesù è presente la sola natura divina, la quale ha assorbito quella umana.
Alcune chiese di tradizione nestoriana riconoscono solo i primi due concili, rigettando il concilio di Efeso e i seguenti: si tratta dei cosiddetti cristiani assiri. Per questi in Gesù ci sono due nature e due persone, connesse attraverso un'unione puramente morale.
Chiese cristiane non conciliari
Per approfondire, vedi le voci Testimoni di Geova, Mormoni e Chiesa dell'Unificazione. |
Altre Chiese cristiane non si inseriscono nella tradizione storica e teologica propria del Cristianesimo tradizionale, basato sulle decisioni dei primi concili ecumenici. A causa del rifiuto del credo trinitario niceno queste chiese non sono considerate cristiane dalle chiese di tradizione conciliare.
- Secondo i Testimoni di Geova[65] Gesù non è Dio e non esiste dall'eternità[66] ma rappresenta il principio della creazione di Dio-Geova, ed è pertanto chiamato dalla Bibbia Figlio Unigenito. Tramite lui sono state create tutte le cose, è nato verginalmente da Maria, era il Messia preannunciato, ha predicato e compiuto miracoli, è morto su un palo di tortura (non una croce) in sacrificio di riscatto per redimere l'umanità dal peccato di Adamo, è risorto, tornerà alla fine dei tempi per instaurare un regno di pace. Coincide con l'angelo Michele descritto nel Libro dell'Apocalisse-Rivelazione.
- Secondo la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (Mormoni) Gesù è il Cristo, il Redentore, il Figlio di Dio e l'Iddio Eterno (Libro di Mormon, Frontespizio; Moroni 8:3 e 8).[67] Inoltre Gesù è considerato il Geova dell'Antico Testamento (Dottrina e Alleanze 110:3-4) e dunque il Creatore del mondo (Perla di gran prezzo, Mosè 1:1). Per i mormoni il Padre il Figlio e lo Spirito Santo sono un solo Dio (Libro di Mormon, 3Nefi 11:27) in quanto uniti e in armonia nei proposti e nella dottrina, benché siano personaggi separati e distinti, infatti il Padre e il Figlio hanno corpi tangibili di carne e ossa mentre lo Spirito Santo è un Personaggio di spirito senza carne e ossa.[68] Per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni Gesù dopo essere risorto a Gerusalemme è apparso agli abitanti delle antiche Americhe (Libro di Mormon, 3Nefi 11), discendenti da famiglie del lineaggio d'Israele. Secondo una tradizionale interpretazione di Dottrina e Alleanze (20:1) viene ritenuto che Gesù sia nato il 6 aprile dell'1 a.C.
- Secondo la Chiesa dell'Unificazione del reverendo Sun Myung Moon, Gesù non è Dio ma solo un uomo. Gesù non è nato verginalmente ma era figlio illegittimo di Maria e Zaccaria. La sua predicazione si rivelò fallimentare principalmente causa il mancato supporto di Giovanni Battista. La morte in croce di Gesù non ha significato salvifico e la sua risurrezione non è stata corporale, ma si è trattato solo di un ritorno in forma spirituale. Il reverendo Moon si definisce "terzo Adamo" e incarnazione dello stesso Gesù Cristo.
Liturgia
Per approfondire, vedi la voce Liturgia. |
Tutta la liturgia cristiana è costruita intorno alla figura di Gesù.
- I riti principali sono i sacramenti (sette nella tradizione cattolica e ortodossa, di numero variabile a seconda delle varie chiese protestanti), che sono considerati basati sul comando e l'esempio di Gesù. A questi la tradizione cattolica affianca i sacramentali. Tra i sacramenti il principale è l'Eucaristia (traslitterazione del termine greco significante "rendimento di grazie"), che secondo il racconto dei vangeli Gesù istituì nel corso dell'ultima cena. Vi sono notevoli diversità circa il significato dell'Eucaristia tra le varie chiese cristiane:
- per la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa durante l'Eucaristia, celebrata nel più ampio rito della Messa ("Divina Liturgia" nella dicitura ortodossa), avviene il miracolo della transustanziazione: la sostanza del pane e del vino muta in quella del corpo e sangue di Gesù (presenza reale), rimanendo però inalterati gli accidenti (forma, colore, sapore...). La tradizione cattolica riconosce che nel corso dei cosiddetti miracoli eucaristici tale mutazione riguarda anche gli accidenti;
- per le chiese protestanti di tradizione luterana durante l'Eucaristia, celebrata durante il rito della Cena del Signore (sostanzialmente equivalente alla Messa), avviene la consustanziazione, cioè alle sostanze del pane e del vino si affiancano quelle del corpo e sangue di Gesù;
- per le chiese protestanti di tradizione calvinista l'Eucaristia rappresenta una semplice commemorazione o ricordo dell'ultima cena e del sacrificio in croce di Gesù.
- L'anno liturgico è il ciclo temporale della durata di un anno in cui sono scandite le celebrazioni relative ai principali avvenimenti della vita di Gesù, per esempio Natale (nascita), Epifania (visita dei Magi), Pasqua (risurrezione).
- Le preghiere usate nella liturgia si basano sui testi della Bibbia. La "preghiera del Signore" per eccellenza è il Padre Nostro, attribuito alle stesso Gesù.
Le varie chiese hanno poi sviluppato riti e preghiere proprie, per esempio nella tradizione cattolica sono importanti il rosario (nei cui 20 "misteri" sono ricordati i principali eventi del ministero di Gesù) e la Via Crucis (che ripercorre in 14 "stazioni" gli eventi della passione e morte).
Reliquie
Per approfondire, vedi le voci Reliquie attribuite a Gesù e Sindone. |
Secondo le tradizioni cattolica ed ortodossa, non accettate dai protestanti, esistono numerose reliquie di Gesù. Dato l'elevato valore spirituale, ma soprattutto economico, che queste avevano, è probabile che molte (se non tutte) delle reliquie di Gesù siano falsi medievali.
In epoca contemporanea la più nota, studiata e discussa[69] reliquia attribuita a Gesù è la Sindone ("lenzuolo" in greco), attualmente conservata a Torino e di possesso personale del Papa. Secondo la tradizione è il lenzuolo nel quale è stato avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. Il tessuto è di lino e misura 442x113 cm. Presenta la doppia immagine (frontale e dorsale) di un uomo con barba, baffi e capelli lunghi, recante sul corpo i segni corrispondenti alla descrizione della passione: flagellazione, coronazione di spine, mani e piedi trapassati da chiodi, ferita di lancia nel costato. L'immagine non è dipinta ma deriva da un graduale ingiallimento della fibra tessile, come se si trattasse dell'impressione negativa di una pellicola fotografica (alcuni hanno parlato di "polaroid della risurrezione"). In corrispondenza delle ferite più profonde sono presenti tracce di sangue di tipo AB.
La storia della Sindone è documentata con certezza solo a partire dal 1353, quando il cavaliere francese Goffredo di Charny, che aveva combattuto in medioriente, ne dichiarò il possesso. La Chiesa non si è mai ufficialmente pronunciata circa l'autenticità della Sindone e ne permette comunque la venerazione. In epoca contemporanea è stata oggetto di numerosissimi studi scientifici. Ha destato grande eco l'esame del carbonio 14 realizzato nel 1988, secondo il quale andrebbe datata, con certezza al 95%, tra il 1260 e 1390[70] e si tratterebbe quindi di un falso medievale. Da parte dei sostenitori dell'autenticità della Sindone viene però fatto notare come il reperto sia stato sicuramente contaminato in vario modo lungo i secoli (funghi, batteri, manipolazione non protetta, incendio, fu anche bollita nell'olio), lasciando ipotizzare una possibile alterazione del risultato dell'esame, e viene notato anche che se si trattasse di un falso medievale non è comunque chiaro il metodo usato dal falsario per 'impressionare' il tessuto.[71]
Un'altra reliquia attribuita a Gesù, meno nota e studiata della Sindone, è il Sudario di Oviedo, un panno di lino che sarebbe stato usato per pulire il volto di Gesù durante la deposizione e prima di essere avvolto dalla Sindone. Contiene macchie indistinte di sangue di tipo AB. L'esame al carbonio 14 lo ha datato al VII secolo.
Gesù in altre tradizioni religiose
Ebraismo
Per approfondire, vedi la voce Gesù nell'Ebraismo. |
L'Ebraismo non riconosce Gesù come il Messia atteso e tantomeno gli attribuisce natura divina, incompatibile col monoteismo ebraico. Mosè Maimonide, un rabbino vissuto nel XII secolo, lo chiama "Gesù il Nazareno", e lo considera alla stregua di un rabbì itinerante, al quale la successiva tradizione cristiana, mentendo, ha attribuito miracoli e falsamente proclamato la sua resurrezione.[72]
Gli aderenti all'Ebraismo messianico, particolarmente diffuso negli Stati Uniti, riconoscono la natura messianica di Gesù, i suoi miracoli e la sua risurrezione, pur non attribuendogli natura divina.
Islam
Per approfondire, vedi la voce Gesù nell'Islam. |
Sulla base del Corano, i seguaci dell'Islam onorano la figura di Gesù (عيسى, ‘Īsā in arabo). L'Islam crede nel suo concepimento virginale da Maria, definita appunto al-Batūl, la Vergine (III,47; XIX,20, XXI,91 e LXVI,12). Gesù è un grande profeta di Dio (ﺭﺴﻮﻝ الله rasūl Allāh, IV,157; LXI,6; VI,85) ma di natura umana e non divina (IV,171, V,75). Ha compiuto miracoli "col permesso di Allah" (V,110), cosa che non fece neanche Maometto. Gesù non fu crocifisso né ucciso in croce ("qualcuno fu reso ai loro occhi simile a Lui", IV,157) ma sarebbe comunque morto di morte naturale per poi essere fatto ascendere in Cielo da Dio (III,55) senza bisogno di risurrezione ("Iddio lo innalzò a Sé", IV,158). In base al versetto "Egli non è che un Presagio per l'Ora" (XLIII,61), Gesù sarebbe destinato a tornare nel mondo, come Mahdi, prima del Giorno del Giudizio.
Alcune tradizioni successive (ma non islamiche) avrebbero identificato nel "simulacro" crocifisso al posto di Gesù Simone di Cirene,[73] o Giuda Iscariota,[74] o un soldato romano di nome Titanus o un altro sconosciuto.[citazione necessaria]
Il movimento della Ahmadiyya di Qādyān e di Lahore, in India, d'origine islamica ma considerato dai sunniti e dagli sciiti come eretico, sostiene che Gesù non sarebbe morto in croce ma che sarebbe fuggito dalla Palestina verso l'India, dove sarebbe vissuto ancora per molti anni fino a morire di vecchiaia a Srinagar, nel Kashmir: qui si trova un monumento tradizionalmente indicato come «la tomba di ‘Īsā».
Buddhismo
Per approfondire, vedi la voce Buddhismo. |
Data la precedenza cronologica, sia nell'insegnamento di Buddha (VI-V secolo a.C.) che nei succesi Tipitaka (redatti definitivamente nel I secolo a.C.) non vi possono essere riferimenti alla figura di Gesù.
Nella successiva tradizione alcuni buddhisti, tra i quali p.es. l'attuale Dalai Lama Tenzin Gyatso,[75] hanno considerato Gesù come un bodhisattva (=illuminato) che ha dedicato la sua vita al bene dell'umanità, caratterizzando la sua predicazione con pazienza, tolleranza, compassione, valori tipici del buddhismo. Gesù non va considerato tuttava né Dio né salvatore.
Induismo
Per approfondire, vedi le voci Induismo e Rapporto tra Induismo e Cristianesimo. |
Non esistendo una struttura unitaria e centralizzata, la considerazione di Gesù tra i vari movimenti religiosi di matrice induista è variegata. Il guru Ramakrishna (1836-1886) credeva che Gesù fosse un'incarnazione di Dio, come lo erano anche Buddha e Kṛṣṇa.[76] Il guru Paramahansa Yogananda (1893-1952) considerava Gesù la reincarnazione di Eliseo e il discepolo di Giovanni Battista, reincarnazione di Elia.[77]
Del Mahatma Gandhi è celebre l'aforisma: "Mi piace il vostro Cristo, non mi piacciono i vostri cristiani. I vostri cristiani sono così diversi dal vostro Cristo".[78]
Bahaismo
Per approfondire, vedi la voce Bahaismo. |
La fede Bahá'í[79] considera Gesù una manifestazione dell'unico Dio, al pari di Maometto, Buddha, Krishna, Zoroastro e i messaggeri delle altre grandi religioni. Gesù è sia umano che divino, tuttavia nella sua persona non è possibile che sia presente la pienezza di Dio in quanto assolutamente trascendente. Gesù è il Messia preannunciato dall'Antico Testamento, è Figlio di Dio ma in senso spirituale, non biologico. Bahaullah, il fondatore del Bahaismo, rappresenta il ritorno di Gesù.
Gesù nell'arte
Per approfondire, vedi le voci Gesù nell'arte e Iconografia di Gesù. |
La persona di Gesù e gli eventi a lui relativi narrati nel Nuovo Testamento hanno ispirato innumerevoli opere artistiche e culturali per i successivi due millenni. Si tratta soprattutto di pitture, mosaici, statue, melodie e canzoni ad uso della devozione cristiana, e in epoca contemporanea si sono aggiunti anche romanzi, film, opere teatrali.
Le raffigurazioni pittoriche di Gesù e dei santi, presenti dai primi secoli dell'era cristiana, marcano un deciso distacco dalla religiosità ebraica che avversava profondamente qualunque riproduzione di esseri viventi e vietava categoricamente la raffigurazione di Dio.
I vangeli non forniscono una descrizione fisica di Gesù. Nei primi secoli del Cristianesimo non si hanno sue rappresentazioni dirette, ma piuttosto simboli o immagini allegoriche come il pesce, il Buon Pastore, il Crismon-Labarum, il Sator. Non sono presenti rappresentazioni antiche della crocifissione, la quale per la cultura greco-romana rappresentava la pena più ignominiosa (fa eccezione il cosiddetto Graffito di Alessameno, probabile "vignetta" anticristiana).
Nel periodo tardo antico, con la secolarizzazione del culto cristiano e il distacco definitivo dalla tradizione ebraica, si diffondono rappresentazioni dirette di Gesù. Il suo volto viene inizialmente raffigurato come quello di un giovane imberbe e con i capelli corti, e tale modello rimane fino al VI secolo con una ripresa in epoca carolingia. Dal IV secolo appare il Gesù barbuto con i capelli lunghi che è diventata la raffigurazione tradizionale. Il cambiamento fu probabilmente influenzato in oriente dal Mandylion e successivamente in occidente dalla Sindone, che i sindonologi ipotizzano coincidente con lo stesso Mandylion.
Per secoli l'iconografia ha privilegiato l'aspetto maestoso e glorioso di Gesù risorto, rappresentato dal modello del Pantocratore (=Onnipotente). A partire dal medioevo, in concomitanza con la predicazione di Francesco d'Assisi, si afferma definitivamente in occidente la raffigurazione della crocifissione, che si affianca a quella di Gesù risorto.
Nel Rinascimento la figura di Gesù si laicizza e diventa il prototipo dell'uomo perfetto. Tale visione avrà il suo massimo esponente in Michelangelo che nel Giudizio universale recupera l'immagine paleocristiana del Cristo imberbe.
Note
- ^ Betlemme secondo i vangeli e la tradizione cristiana, Nazaret secondo la maggior parte degli studiosi laici e alcuni cristiani. Vedi in merito Luogo di origine di Gesù.
- ^ Con maggiore consenso tra gli studiosi per il 7-6 a.C. (vedi in merito Data di nascita di Gesù).
- ^ Con maggiore consenso tra gli studiosi per venerdì 7 aprile del 30 d.C. (vedi in merito Data della morte di Gesù).
- ^ Probabilmente i tre anni dal 28 al 30 d.C. (vedi in merito Data della morte di Gesù).
- ^ Vedi Bibbia TOB, pp. 2919-2920.
- ^ Molto controversa è invece l'attribuzione del papiro 7Q5, ritrovato a Qumran, che risale almeno al 50 d.C.: secondo alcuni studiosi, conterrebbe Mc 6,52-53; ma la necessità di giustificare molte incongruenze col testo tràdito spinge molti altri papirologi a negargli tale attribuzione — che, se confermata, dovrebbe arretrare di qualche decennio la presunta data di composizione del Vangelo di Marco.
- ^ Vedi Bibbia TOB (1975-1976): Matteo 80-90 d.C. (p. 2175); Marco 65-70 (p. 2261); Luca 80-90 (p. 2317); Giovanni fine I secolo (p. 2414). Così anche Corrado Augias, Mauro Pesce, Inchiesta su Gesù, 2006, pp. 15-16.
- ^ Vedi Alfred Loisy, Le origini del Cristianesimo, 1964, p. 55-59;161. Anche Ambrogio Donini (Breve storia delle religioni, 1991) ipotizza una datazione tra il 70 e la metà del II secolo.
- ^ Cf. Luigi Moraldi, Tutti gli apocrifi del Nuovo Testamento. Vangeli, 1994, p. 31: circa gli apocrifi, "il valore storico diretto (relativo cioè a Gesù e alla Chiesa delle origini) è, generalmente parlando, assai tenue, e il più delle volte nullo".
- ^ Cf. Luigi Moraldi, Tutti gli apocrifi del Nuovo Testamento. Vangeli, 1994, p. 31: "(gli apocrifi permettono) un contatto diretto con i sentimenti, gli stati d'animo, le reazioni, le ansie, gli ideali di moltissimi cristiani d'Oriente e di Occidente, ci rivelano le tendenze, le correnti morali e religiose di moltissime chiese, o almeno di larghi strati di esse, completando, supplendo e a volte rettificando quanto ci è giunto da altre fonti".
- ^ Cf. Geno Pampaloni, La fatica della storia, in I Vangeli apocrifi, a cura di Marcello Craveri, 1969, pp. XIII-XXVIII, in particolare: "La materia narrativa (degli apocrifi) è assai ricca di colorito romanzesco, da antica fiaba popolare... il miracolo, come accade negli scrittori intimamente poveri di fantasia, è chiamato in causa di continuo, e si mescola quasi ingenuo lustrino al povero realismo degli scenari. È un miracolo che agisce con automatismo implacabile, penoso, senza altro significato che il suo stesso prodigio. Non ha accento spirituale, ma solo il peso, assoluto, del Potere" (p. XVII); "Dietro gli Apocrifi senti l'ansito grosso dell'approssimazione, l'impazienza della meraviglia, lo stupore di una fede che si confessa come un amore" (p. XXVII).
- ^ The History of the Jewish People in the Age of Jesus Christ (175 B.C.- A.D. 135), 4 vols., Edinburgh: T.& T.Clark, 1973-87.
- ^ The Early Church, 2nd edition, London: Penguin, 1993
- ^ Ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yĕhošūa' ), aramaico יֵשׁוּעַ (Yēšūa' ), greco Ἰησοῦς (Iēsous), latino Iesus, arabo عيسى (‘Isā).
- ^ Cf. F. Scerbo, Lessico dei nomi propri ebraici del Vecchio Testamento con interpretazione del significato etimologico, Firenze 1913.
- ^ Riadattamento riassuntivo di Angelico Poppi, Sinossi quadriforme dei quattro vangeli, 1992.
- ^ Per esempio, parabola della zizzania, parabola del servo spietato, parabola degli operai nella vigna, parabola delle vergini.
- ^ Per esempio, risurrezione del figlio della vedova di Nain, parabola del buon samaritano, parabola del figlio prodigo, parabola di Lazzaro e il ricco Epulone, parabola del fariseo e del pubblicano.
- ^ Per esempio, guarigione del cieco nato, buon pastore, risurrezione di Lazzaro.
- ^ Il più antico riferimento relativo alla risurrezione e alle apparizioni di Gesù è 15,3-8 della Prima lettera ai Corinzi, databile alla primavera del 56 (vedi Bibbia TOB, p. 2608).
- ^ L'imperatore Augusto indisse tre censimenti universali nel 28 a.C., 8 a.C., 14 d.C. (Res Gestae Divi Augusti 8, lat. gr. ing.). Quello cui si riferisce Luca è probabilmente il secondo.
- ^ Propongono il 7-6 a.C. la Bibbia TOB, p. 2917, e Bibbia di Gerusalemme, p. 2674; Rinaldo Fabris propone il 6-5 a.C. (Gesù di Nazareth, p. 91); Davide Righi propone il 7-5 a.C. (Storia della Chiesa antica, p. 61).
- ^ Vedi Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, 1983, p. 93.
- ^ Vedi Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, 1983, p. 94.
- ^ Vedi Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, 1983, p. 94.
- ^ Vedi per esempio William E. Phipps, Was Jesus Married? The Distortion of Sexuality in the Christian Tradition, 1970; Schalom Ben Chorin, Bruder Jesus, 1972.
- ^ Vedi Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, II,8,2 (testo inglese): "Presso di loro (gli esseni) il matrimonio è spregiato, e perciò adottano i figli degli altri quando sono ancora disciplinati allo studio e li considerano persone di famiglia e li educano ai loro principi. Non è che condannino il matrimonio e l'aver figli, ma si difendono dalla lascivia delle donne perché ritengono che nessuna rimanga fedele a uno solo".
- ^ Vedi Marcello Craveri, I vangeli apocrifi, 1969, nota 3 a p. 521: "L'unione perfetta dei due eoni Soter/Sofia è il motivo del maggior affetto dimostrato da Gesù a Maria Maddalena".
- ^ Vedi Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, 1983, p. 95.
- ^ Nel film La passione di Cristo il regista Mel Gibson propone il dialogo tra Gesù e Pilato in latino.
- ^ Jacob L. Teicher si è spinto a ipotizzare che Gesù fosse il "Maestro di Giustizia", cioè il capo della comunità essena di Qumran (The Dead Sea Scrolls: Documents of the Jewish Christian Sect of Ebionites, Journal of Jewish Studies 2 (1951), pp. 67-99.)
- ^ 1° ottobre 27 - 30 settembre 28 d.C. adottando il calendario siro-macedone, 1° gennaio - 31 dicembre del 28 adottando il calendario giuliano. Vedi Bibbia TOB, nota a Lc3,1; Meier, vol 1, p. 377. A partire da questi due dati forniti da Luca nel VI secolo Dionigi il Piccolo ha collocato la nascita di Gesù nell'1 a.C, calcolando 782 ab urbe condita (cioè 28 d.C., quindicesimo anno di Tiberio) - 29 (anni compiuti da Gesù, avendone "circa 30") = 753 ab urbe condita (cioè 1 a.C.).
- ^ Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche 15,11,1 par. 380 (traduzione inglese), secondo il quale Erode il Grande intraprese la ricostruzione e ampliamento del tempio nel diciottesimo anno del suo regno.
- ^ I sinottici pongono la purificazione del tempio alla fine del ministero di Gesù (Mc11,15-19;Mt21,12-17;Lc19,45-48), nell'immediata vicinanza della Pasqua di passione, l'unica narrata dai tre vangeli, probabilmente per esigenze narrative (Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, p. 145).
- ^ 69 volte nel Nuovo Testamento.
- ^ 33 volte nel Nuovo Testamento.
- ^ Traslitterazione del greco κήρυγμα, dal verbo κηρύσσω, "kerýsso", "gridare" > "proclamare" > "annunziare". Il contenuto di questo annunzio è l'εὐαγγέλιον, "euanghélion", la Buona Notizia, il vangelo.
- ^ Vedi soprattutto Adolf von Harnack e gli studiosi della cosiddetta scuola liberale.
- ^ Gesù chiama il Regno "paradiso" solo fugacemente in Lc23,43, rivolgendosi in croce al "buon ladrone".
- ^ Il termine indica il giardino dell'Eden dei primi capitoli della Genesi.
- ^ Vedi soprattutto, pur con notevoli differenze tra loro, Johannes Weiss, Alfred Loisy, Albert Schweitzer.
- ^ Vedi p.es. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 541-542.
- ^ Vedi p.es. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 671.
- ^ Tuttavia il cosiddetto discorso del pane di vita di Gv2,26-6,59, che Giovanni colloca nella sinagoga di Cafarnao, è equivalente al resoconto dei sinottici circa l'eucaristia.
- ^ Annie Jaubert, La date de la cène, Parigi 1957. Vedi anche Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, pp. 403-404.
- ^ Cf. Rinaldo Fabris, Gesù di Nazareth, Assisi 1983, pp. 400-404.
- ^ Cf. Bibbia TOB, nota a Mt 28,1
- ^ Vedi per esempio David Friedrich Strauß, Charles Guignebert, Alfred Loisy, Ambrogio Donini, Marcello Craveri, Adolfo Omodeo, Panfilo Gentile, Ernest Renan, Rudolf Bultmann. Sulla stessa linea può essere collocato anche il best-seller Codice da Vinci. Vedi voce Storicità di Gesù.
- ^ a b Definizione proposta da Vittorio Messori nel suo bestseller Ipotesi su Gesù
- ^ Vedi per esempio Volney (francese, 1757-1820), Charles-François Dupuis (francese, 1742-1809), Bruno Bauer (tedesco, 1809-1882), Arthur Drews (tedesco, 1865-1935), Prosper Alfaric (francese, 1886-1955), Raoul Vaneigem (francofono belga, n. 1934). Vedi voce Mito di Gesù.
- ^ A tal proposito va però ricordato che l'esistenza di una parte di questi è stata dimostrata dall'archeologia e dalla ricerca storica nella seconda metà del XX secolo
- ^ Vedi Catechismo della Chiesa Cattolica, numeri 606-618.
- ^ Vedi Catechismo della Chiesa Cattolica, numeri 651-655.
- ^ Vedi Basilide ("Costui fu crocifisso per errore, in quanto Cristo l’aveva trasformato in maniera tale che essi lo scambiarono per Gesù. A sua volta Gesù prese l’aspetto di Simone e stava lì vicino prendendosi gioco di loro" cit. da Ireneo di Lione, Contro le eresie I,24,4, traduzione inglese) e il Secondo trattato del grande Set.
- ^ Cfr. la condanna dell'arianesimo da parte del Concilio di Nicea (Denzinger-Schönmetzer n. 126).
- ^ Jean Daniélou, Henri Marrou, Nuova storia della Chiesa, 1976, p. 308-309.
- ^ DS n. 125.
- ^ DS n. 150.
- ^ DS n. 252-263.
- ^ DS n. 302.
- ^ DS n. 421-438.
- ^ DS n. 550-559.
- ^ DS n. 600-603;605-609.
- ^ Vedi i dati riportati su adherents.com
- ^ Vedi articolo nella rivista La Torre di Guardia del 15 settembre 2005: «[…] ci fu un tempo in cui Dio era solo. In un'epoca remotissima, però, Dio cominciò a creare. Quale fu la sua prima creatura? L'ultimo libro della Bibbia definisce Gesù "il principio della creazione di Dio" (Rivelazione [Apocalisse] 3,14) Gesù è "il primogenito di tutta la creazione". […] Gesù fu l'unico a essere creato direttamente da Dio. Per questo viene definito "unigenito Figlio" di Dio».
- ^ Cfr. la dottrina sostenuta da Ario nel III-IV secolo.
- ^ Una dichiarazione ufficiale, Il Cristo Vivente, della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni su Gesù Cristo
- ^ Il Libro di Mormon, Guida alle Scritture, voce:Dio, Divinità
- ^ Secondo molti si tratta probabilmente dell'oggetto più studiato al mondo (vedi p.es. articolo del CICAP).
- ^ P.E. Damon et al., Radiocarbon dating of the Shroud of Turin, Nature 337, 611-615 (1989), consultabile sul sito shround.com
- ^ LaStampa.it "La scienza ammette: "Forse sulla Sindone abbiamo sbagliato", 23 marzo 2008
- ^ Vedi l'autorevole teologo ebreo Maimonide, Lettera allo Yemen, p. 17 (traduzione inglese).
- ^ Vedi Basilide e il Secondo trattato del grande Set.
- ^ Vangelo di Barnaba 216-217 (tr. ing.).
- ^ Intervista del Dalai Lama a James Beverley, Christianity Today, 11 giugno 2001.
- ^ Introduzione a cura di Swami Nikhilananda de The Gospel of Sri Ramakrishna, 1944, p. 34.
- ^ Paramahansa Yogananda, Autobiography of a Yogi, 2005.
- ^ "I like your Christ, I do not like your Christians. Your Christians are so unlike your Christ", vedi Dan Taylor, "The Jesus So Few Know" dal sito The Good News. A Magazine of Understanding.
- ^ Robert Stockman, Jesus Christ in the Baha'i Writings, 1992.
Bibliografia
Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Gesù. |
Studi storici
- Giuseppe Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea, EDB, 2002;
- John P. Meier, Un ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico; vol. 1 - La radici del problema e della persona; vol. 2 - Mentore, messaggio e miracoli; vol. 3 - Compagni e antagonisti, Queriniana, Brescia, 2001, 2002, 2003.
- Gerd Theissen e Annette Merz, The Historical Jesus: A Comprehensive Guide, Fortress Press: Minneapolis, 1998. ISBN 0800631226. (trad. it. Il Gesù storico. Un manuale, Queriniana, Brescia 1999).
- Geza Vermes, Gesù l'ebreo, Borla, Roma 1983.
- Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù Cristo, A. Mondadori, Milano, 1941 (e successive edizioni).
- David Donnini, Cristo. Una vicenda storica da riscoprire. coop. Erre Emme Edizioni 1994, pp. 288. ISBN 8885378528.
- Ida Magli, Gesù di Nazareth, Rizzoli, Milano, 2004 (I Ed. 1987), pp. 208. ISBN 8817000736.
Opere divulgative
- Corrado Augias, Mauro Pesce, Inchiesta su Gesù: chi era l'uomo che ha cambiato il mondo, Milano, Mondadori, 2006.
Opere apologetiche e/o di matrice confessionale
- Giacomo Biffi. Gesù di Nazaret. Centro del cosmo e della storia. Torino, Editrice Elledici, 2000. ISBN 8801019424
- Vittorio Messori. Ipotesi su Gesù. Torino, SEI [1976], 2001. ISBN 880505867X
- Joseph Ratzinger. Gesù di Nazaret. Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 9788817016599
- Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova (a cura di) Il più grande uomo che sia mai esistito. Roma, Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova, 1991. (ISBN non disponibile)
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