Vangelo secondo Giovanni
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Il Vangelo secondo Giovanni è il quarto vangelo nella sequenza del canone biblico relativo al Nuovo Testamento. Come gli altri tre vangeli contiene un resoconto della vita di Gesù Cristo.
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L'ipotesi tradizionale, che identificava l'anonimo autore del vangelo - il discepolo che Gesù amava -, con l'[apostolo] Giovanni inizia a partire dalla fine del II secolo.
Sant'Ireneo, vescovo di Lione, fu il primo ad attribuire quel quarto vangelo che circolava nelle comunità dei nazareni a un Giovanni discepolo. Infatti verso il 180 scrisse:
- «Giovanni, il discepolo del Signore, colui che riposò sul suo petto (Gv 13,3), ha pubblicato anche lui un Vangelo mentre dimorava ad Efeso in Asia» (Adversus Haereses III, 1, 1)
Eusebio, che riporta questa notizia, ritiene che Ireneo si basasse sulle testimonianze di San Policarpo vescovo di Smirne (morto martire a Roma nel 155), il quale avrebbe conosciuto personalmente Giovanni (stavolta l'apostolo) essendone stato discepolo.
Questo ci è anche confermato da Ireneo medesimo, che nella sua lettera a Florino ricorda il suo incontro con Policarpo, ed il fatto che Policarpo «raccontava della sua dimestichezza con Giovanni e con le altre persone che avevano visto il Signore» (Historia Ecclesiastica V, 20, 4). Ireneo ricorda anche che Policarpo fu eletto vescovo di Smirne dagli apostoli, e Tertulliano asserisce che egli fu fatto vescovo proprio da Giovanni.
Anche il Canone muratoriano, documento risalente al 200 circa, riporta che il quarto vangelo sarebbe opera di Giovanni, discepolo di Gesù.
Già dal XIX secolo gli studiosi hanno evidenziato che la struttura letteraria del vangelo manifesta una lenta formazione progressiva, che partendo da un substrato giovanneo attraverso rimaneggiamenti successivi sarebbe approdata alla fisionomia attuale.
Prova di questa lenta gestazione sarebbero le aggiunte evidenti:
- il prologo (1,1-18);
- l'episodio dell'adultera che presentano a Gesù (7,53-8,11): ha lo stile tipico di Luca, e manca in alcuni manoscritti antichi importanti;
- il racconto dell'ultima apparizione (21,1-25): viene dopo la conclusione del capitolo 20.
Anche le numerose fratture e incongruenze presenti nel testo potrebbero essere un riflesso delle fasi di composizione dell'opera. Le principali sono le seguenti:
- 3,22 ("Gesù battezzava") è in contrasto con 4,2 ("Non era Gesù che battezzava, ma i suoi discepoli");
- 4,44 ("Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria") è una nota di intonazione sinottica, stonata nel contesto; infatti subito dopo, al versetto 4,45, si dice: "Quando giunse in Galilea i Galilei lo accolsero con gioia";
- I capitoli 5;6;7 sono in un ordine problematico: il capitolo 5 è ambientato a Gerusalemme; il capitolo 6 inizia affermando: "Dopo questi fatti Gesù andò dall'altra riva del mare di Galilea". Sembra che i blocchi siano stati accostati in un secondo tempo, dopo una precedente vita autonoma;
- 11,2 dice che Maria è quella che aveva unto i piedi di Gesù, eppure l'episodio viene raccontato nel capitolo 12;
- in 12,36 si dice che "Gesù se ne andò e si nascose da loro". Poi i vv. 12,37-43 sono riflessioni teologiche dell'autore. All'improvviso al v. 12,44 si dice che Gesù gridò a gran voce. A chi gridò, se era da solo?
- 14,31: dopo due capitoli di discorsi Gesù dice: "Alzatevi, andiamo via di qui", e poi invece per i cc. 15;16;17 continua il suo discorso.
A queste si devono aggiungere alcune ripetizioni e discordanze:
- 3,12-21.31-36 e 12,44-50 sembrano doppioni;
- 7,28 = 8,14;
- 7,34-36 è simile a 8,21;
- la doppia chiusura finale, già notata sopra: 20,20-31 (dell'evangelista) e 21,24-25 (un altro che dà la garanzia).
La gestazione dell'opera dura circa 60 anni, attraverso un lungo e complesso lavoro di stesura e revisione. In questi anni avviene una maturazione della visione teologica in seno alla comunità. Tale maturazione riguarda la riflessione sulla vita di Gesù, la comprensione dei segni liturgici, ma anche il senso della storia, in relazione alla caduta di Gerusalemme (sottomessa nel 70 d.C. dai romani) e all'inizio delle persecuzioni.
I discorsi presenti nel Vangelo di Giovanni sono il frutto di teologia, di letteratura e di meditazione; il testo ha un valore anche letterario, pieno come è di richiami, di riprese e di approfondimenti al proprio interno. È un grande tessuto dove diversi fili si incrociano e si intrecciano.
Il quarto Vangelo rispecchia la vita dell'autore e della sua comunità. Un discepolo o un apostolo prima di tutto ha predicato. Dalla predicazione iniziale nasce qualche scritto che a sua volta si evolve, viene riletto, riscritto, ritoccato, finché si arriva alla stesura definita.
Il Vangelo non è un'opera autonoma, perché fa parte di un gruppo di scritti: è infatti strettamente legato alle tre lettere e, secondo la tradizione, all'Apocalisse. Le lettere giovannee, in particolare, ci permettono di parlare di un ambiente vitale d'origine che è una comunità con un proprio linguaggio e una particolare mentalità.
Alla luce di questa situazione, la storia del quarto Vangelo può essere schematizzata in questi cinque stadi:
- nella fase della predicazione si costituiscono lentamente le tradizioni evangeliche;
- il materiale tradizionale assume una forma particolare e viene strutturato in raccolte letterarie;
- tutto questo molteplice materiale subisce un coordinamento organico, che equivale a una prima edizione:
- in seguito il testo viene aggiornato tenendo conto delle difficoltà e dei problemi insorti nel frattempo, e si può parlare di una seconda edizione;
- l'edizione definitiva è curata da un redattore diverso dall'autore, forse dopo la morte dell'apostolo.
Tutto questo avviene nella comunità di Efeso (capitale della provincia romana d'Asia, sulla costa occidentale dell'odierna Turchia). Giovanni poté essere vissuto ad Efeso gli ultimi 20-30 anni della sua vita, verso la fine del I secolo. È appunto tra il 95 ed il 100 che viene collocata la stesura definitiva dell'ultimo vangelo.
Questa ipotesi di datazione sarebbe comprovata anche dal testo più antico che ci è pervenuto dell'opera giovannea; è chiamato nel linguaggio degli addetti ai lavori "P52", ovvero Papiro 52, ed è stato datato intorno all'anno 125. Questo frammento di cm. 8, 9 x 6 è chiamato anche Papiro Rylands 457 ed è uno dei più vecchi frammenti di papiro del Nuovo Testamento. È stato ritrovato in Egitto ed è in forma di codice, scritto da ambo i lati e contiene Giovanni 18,31-33 e 18,37-38, ovvero un brano della Passione del vangelo giovanneo. Attualmente è conservato presso la John Rylands Library di Manchester, Inghilterra.
Il vangelo è presente anche nel Papiro 66, risalente all'anno 200 o papiro Bodmer II, conservato a Ginevra, nel Papiro 45 e 75 del 250, nel Codex Vaticanus del 300 e infine nel Codex Sinaiticus del 350.
[modifica] Contenuto
Dopo il prologo (1,1-18), il Vangelo consiste di due parti.
- La prima parte, "Il libro dei segni" (1,19-12,50) contiene la storia del ministero pubblico di Gesù dalla sua iniziazione battesimale per opera di Giovanni Battista alla sua conclusione.
- La seconda parte, "Il libro della gloria" (c. 13-20), presenta l’ultima cena, il racconto della passione e la resurrezione.
- Segue l'epilogo (c. 21), aggiunta posteriore al nucleo giovanneo, con l'apparizione ai discepoli.
Da notare che nell'esteso racconto dell'Ultima Cena, che occupa quasi un terzo del Vangelo, Giovanni curiosamente non fa menzione dell'Eucarestia, punto invece centrale degli altri tre Vangeli canonici.
Il famoso "Prologo" o "Inno al Logos" dà inizio a questo Vangelo. Alcuni hanno formulato l'ipotesi che il prologo giovanneo sia una rielaborazione di un inno al logos preesistente.
Di seguito viene riportata la traduzione dell'inizio del "Prologo" Giovanneo tratta dalla bibbia interconfessionale approvata anche dalla Chiesa Cattolica:
- In principio, c'era colui che è "la Parola".
- Egli era con Dio,
- Egli era Dio.
- Egli era al principio con Dio.
- Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa.
- Senza di lui non ha creato nulla.
- Egli era la vita
- e la vita era luce per gli uomini.
- Quella luce risplende nelle tenebre
- e le tenebre non l'hanno vinta.
[modifica] Caratteristiche del vangelo spirituale di Giovanni rapportato ai tre vangeli sinottici di Marco, Luca, Matteo
È a partire da Clemente Alessandrino autore del II e III secolo che il vangelo di Giovanni verrà anche soprannominato "vangelo spirituale". Da allora e nei secoli successivi con tale denominazione ci si riferirà sempre e solo a questo vangelo.
Origene di Alessandria d'Egitto, un altro autore del III secolo, con un'immagine suggestiva tesa a distinguerlo per le sue caratteristiche dai tre vangeli sinottici, ad esso si riferirà chiamandolo "il fiore dei vangeli".
Nonostante la vita di Gesù descritta nel vangelo di Giovanni corrisponda sostanzialmente a quella tratteggiata dai Sinottici, il contenuto e l'impostazione del quarto vangelo ne fanno un'opera indipendente e caratterizzata da sostanziali differenze rispetto agli altri tre vangeli. Alcune discrepanze nel contesto geografico-temporale, la menzione di soli due Segni comuni ai sinottici con l'aggiunta di cinque esclusivamente suoi, la mancanza di alcune predicazioni di Gesù riportate negli altri vangeli farebbero pensare che il quarto vangelo non sia stato scritto in relazione ai precedenti, seguendo piuttosto un proprio intento autonomo.
L'esegesi biblica ha inoltre evidenziato che le divergenze rispetto ai Sinottici potrebbero essere spiegate con lo sfondo culturale in cui si è sviluppato il più tardo dei vangeli. Secondo alcuni interpreti il pensiero religioso del quarto vangelo risentirebbe di influenze gnostiche, ellenistiche (filosofia greca, Filone di Alessandria e Corpus Hermeticum) e soprattutto giudaiche, che avrebbero agito in qualche misura sull'opera giovannea.
Mentre i vangeli sinottici pongono l'accento più sul Regno di Dio e sulla identità di Gesù, il quarto vangelo centra il discorso teologico principalmente sul mistero salvifico del Cristo. Per l'autore di questo vangelo Gesù è il Verbo di Dio incarnato, il figlio di Dio che è via, verità e vita. La stessa passione e morte del Salvatore, lontane dall'essere una sconfitta, sono l'epifania della gloria di Dio padre e dell'amore per la sua Chiesa.
[modifica] Opinioni qualificate sul vangelo di Giovanni e i suoi commentatori
Proprio perché questo vangelo mostra numerose differenze e non solo stilistiche, rispetto ai primi tre, era particolarmente apprezzato negli ambienti gnostici. Non è un caso quindi che il primo commentatore del vangelo di Giovanni fu proprio un rappresentante del cristianesimo gnostico: Eracleone.
In età carolingia i commentatori di Giovanni di maggior rilievo furono: Alcuino, Claudio di Torino, Rabano Mauro, Valafrido Strabone.
In tempi relativamente recenti nel sottolineare la tesi della superiorità pur nella continuità del vangelo di Giovanni sui tre vangeli sinottici, lo storico ( e archeologo in Egitto, Arabia e Palestina) Giuseppe Ricciotti abate dei Canonici Regolari Lateranensi, mantenendosi nell'ortodossia pur rischiando la scomunica per modernismo, cita a suo favore lo storico del cristianesimo e anche lui archeologo Ernst Renan:
- ...Giovanni se non segue la tradizione sinottica, non la perde mai d'occhio. Giustamente ha detto il Renan che Giovanni "aveva una sua propria tradizione, una tradizione parallela a quella dei sinottici, e che la sua posizione è quella di un autore che non ignora ciò che è già stato scritto sull'argomento ch'egli tratta, approva molte delle cose già dette, ma crede d'avere informazioni superiori e le comunica senza preoccuparsi degli altri" ("Vita di Gesù Cristo" dell'Abate Ricciotti 1941, revisione del 1962).
[modifica] Bibliografia
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- Fabris, R., Giovanni. Traduzione e commento, Roma 1992
- Léon-Dufour, X., Lettura dell'Evangelo secondo Giovanni, I-IV, Cinisello Balsamo 1989-1998
- Manzi, F., “‘Avendo visto quello che aveva fatto...’. Evidenza accolta o respinta nella risurrezione di Lazzaro”, in Studia Patavina 50 (2003) 633-647.
- Manzi, F., “Bibliografia aggiornata (1999-2004)”, in RAYMOND E. BROWN, Giovanni. Commento al Vangelo spirituale. Presentazione di Carlo Maria Martini e Roberto Vignolo. Aggiornamento bibliografico a cura di Franco Manzi (= Commenti e Studi Biblici. Sezione Commenti Biblici s.n.), Assisi, Cittadella, 6a edizione 2005 [1a edizione 1979], pp. 1505-1516.
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- Manzi, F., “Lazzaro risvegliato dalla morte alla vita: l’attestazione giovannea di un segno ‘per Gesù’”, in Teologia 28 (2003) 158-182.
- Manzi, F., “Resa credente o resistenza incredula al segno della risurrezione di Lazzaro”, in ANNA PASSONI DELL’ACQUA (ed.), «Il vostro frutto rimanga» (Gv 16,16). Miscellanea per il LXX compleanno di Giuseppe Ghiberti (= Associazione Biblica Italiana; Supplementi alla Rivista Biblica 46), Bologna, EDB, 2005, pp. 111-118.
- Schnackenburg, R., Il Vangelo di Giovanni, I-IV, Brescia 1973-1987
- Simoens, Y., Secondo Giovanni. Una traduzione e un'interpretazione, Bologna 2000
- Zevini, G., Vangelo secondo Giovanni, I-II, Roma 1994
- Origene, Commentario al Vangelo di Giovanni
- Steiner, R., Il vangelo di Giovanni, 1908
- Meister Eckhart, Commento al vangelo di Giovanni
- Sant'Agostino d'Ippona, Commento al vangelo di San Giovanni
- San Tommaso d'Aquino, Commento al vangelo di San Giovanni
- Martini, C. M., Il Vangelo secondo Giovanni nell'esperienza degli esercizi spirituali, Roma, ed. Borla.
- Ferraro G., Lo Spirito Santo nel quarto vangelo, Roma, ed. Borla.
- Kasemann, E., "L'enigma del quarto vangelo - Giovanni: una comunità in conflitto con il cattolicesimo nascente?", 1971
- Bultmann, R., "Commentario al vangelo di Giovanni"
- Untemberger G., il Vangelo secondo Giovanni1996
[modifica] Collegamenti esterni
- Testo del Vangelo di Giovanni basato sulla versione CEI del 1974.
- L'évangile selon Jean Audiolibro del Vangelo secondo Giovanni in lingua francese
- Il Vangelo secondo Giovanni e lo Zen Commento al Vangelo di Giovanni in duplice chiave, Cristiana e Buddista
- Unità e Trinità Divina secondo il Prologo al Vangelo di Giovanni
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