Prima lettera ai Tessalonicesi
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La Prima lettera ai Tessalonicesi è uno dei testi del Nuovo Testamento che la tradizione attribuisce a Paolo di Tarso. Al momento, si tratta del più antico testo di autore cristiano pervenutoci.
Indice |
[modifica] Attribuzione e riscontri
L’autenticità dello scritto non è messa in dubbio da nessuno dei Padri della chiesa; la lettera si trova inclusa sia nel Canone Marcionita (140) che nel Canone muratoriano (170). Risulta citata o usata in vario modo negli scritti di Sant'Ignazio, di San Policarpo, di Sant'Ireneo di Lione in Adversus Haereses, di san Giustino martire, e in altri scritti di Clemente Alessandrino, di Tertulliano, di Origene, di Eusebio di Cesarea, di Sant'Agostino, in Dionigi Alessandrino, oltre ad essere usata nella Didachè. Nel 1835 Ferdinand Christian Baur, caposcuola della corrente più radicale della scuola esegetica di Tubinga, mise in dubbio la paternità paolina della Prima lettera ai Tessalonicesi e l’autenticità della Seconda. Egli affermò al riguardo che non vi era originalità di pensiero, che mancavano dei veri elementi dogmatici, e che Paolo non vi si qualificava apostolo come nelle altre lettere.
[modifica] Tessalonica
Sull’indirizzo della lettera nessun dubbio: è diretta ai credenti di Tessalonica, che nel I secolo d.C. era la capitale della provincia romana di Macedonia, importante sia perché grande sia perché ricca di affari commerciali; si trovava inoltre in una posizione strategica: sulla via Egnazia, che dall’Adriatico arrivava fino alle porte dell’Asia. Alla vivacità della vita cittadina corrispondeva una grande corruzione di costumi: fu in questa città che Paolo giunse in compagnia di Sila e Timoteo, dopo i fatti di Filippi. Come sua consuetudine cercò la sinagoga e vi predicò per tre sabati con buoni risultati: alcuni Giudei
« furono convinti e aderirono a Paolo e a Sila, come anche un buon numero di Greci credenti in Dio e non poche donne della nobiltà. » | |
(Atti 17,4)
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La comunità ebraica reagì con violenza incitando la plebaglia ad assaltare la casa di Giasone, che ospitava Paolo e Sila; Giasone venne condotto davanti ai politarchi, magistrati della città, davanti ai quali dovette pagare una cauzione. Temendo il peggio però i fratelli, di notte, fecero andar via Paolo e Sila. Arrivati a Berea Paolo e Sila predicarono con successo fino all’arrivo dei Giudei che, avendo sollevato un tumulto, li costrinsero ad andarsene: mentre Sila e Timoteo restavano a prendersi cura della comunità appena nata, Paolo venne scortato da alcuni fratelli fino ad Atene. Da questa Prima lettera ai Tessalonicesi (3, 1-2) apprendiamo che Timoteo si recò ad Atene a visitare Paolo ed a riferirgli notizie sulle chiese fondate di recente. Da Atene Paolo lo rimandò a Tessalonica, non potendovisi recare di persona. Al suo ritorno Timoteo gli portò notizie incoraggianti assieme ad un certo numero di quesiti da risolvere: fu questo che lo spinse a scrivere questa prima lettera ai Tessalonicesi.
In seguito Paolo si trasferì a Corinto, dove lo raggiunsero Timoteo e Sila; da lì si suppone sia stata inviata la sua seconda epistola, scritta a chiarimento di alcuni equivoci insorti sulla seconda venuta di Cristo.
[modifica] La datazione
Il soggiorno a Corinto permette di datare il tutto: infatti qui Paolo venne arrestato e condotto davanti a Gallione il proconsole dell'Acaia, cugino di Seneca (Atti 18:12). Il ritrovamento di un’iscrizione romana a Delfi riguardante un decreto dell’imperatore Claudio diretto a Gallione, e che riporta la data relativa, permette di situare il soggiorno di 18 mesi di Paolo nella città (secondo quanto affermato in Atti 18, 12-18) tra la metà del 50 d.C. e il 52.
La Prima lettera ai Tessalonicesi, quindi, se scritta da Atene, è del 50 d.C.; se scritta a Corinto sarebbe del 51 d.C.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- E.Bosio, Le prime epistole di San Paolo, 1914, Editrice Claudiana, Firenze
- D.Guthrie-J.A.Mothyer, The New Bible Commentary Revised,1970, Inter Varsity Press, Londra.
- F. Manzi, “‘Credo nella risurrezione’. La fede della Chiesa di Tessalonica”, in ERMES RONCHI (ed.), I racconti di Pasqua (= Spiritualità del Quotidiano 33), Milano, Paoline Editoriale Libri, 2008, 151 pp. (con interventi di Bruno Maggioni, Franco Manzi, Ermes Ronchi, Roberto Vignolo), pp. 83-117.
- F. Manzi, “Prima Lettera ai Tessalonicesi. Nuova traduzione, introduzione e commento”, in BRUNO MAGGIONI - FRANCO MANZI (edd.), Lettere di Paolo (= Commenti e Studi Biblici s.n.), Assisi, Cittadella, 2005 (Nuova traduzione e commento di Francesco Bargellini, Bruno Maggioni, Franco Manzi, Giorgio Paximadi, Luca Pedroli), pp. 1019-1105.
- Leon Morris, Le Epistole di Paolo ai Tessalonicesi-1984 Ed. G.B.U. Roma
- E.R. Pigeon, La prima epistola ai Tessalonicesi, Il Messaggero Cristiano, Valenza
- A.Taverna, Introduzione al Nuovo Testamento, Vol.II, 1995, C.C.E. Gravina