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Il codice da Vinci (romanzo) - Wikipedia

Il codice da Vinci (romanzo)

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando il film del 2006 diretto da Ron Howard basato sul libro, vedi Il codice da Vinci (film).
Il codice da Vinci
Titolo originale The Da Vinci Code
Autore: Dan Brown
Anno
(1ª pubblicazione):
2003
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller
Ambientazione:
Anno di ambientazione:
Protagonista:
Coprotagonisti:
Antagonista:
Personaggi secondari:
Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 2004
Editore: Mondadori
Edizione:
Traduzione: Riccardo Valla
Collana: Omnibus
Pagine: 524
Capitoli
ISBN 8804523417
ISSN
Progetto Letteratura

Il codice da Vinci è un romanzo di successo scritto da Dan Brown; pubblicato nel 2003, a fine aprile 2006 aveva venduto oltre 65 milioni di copie in tutto il mondo ed era stato tradotto in 44 lingue.

Indice

[modifica] Trama

Il romanzo, partendo dall'omicidio del curatore del Louvre, Jacques Saunière, a Parigi, passa a narrare di un'antica e misteriosa società segreta nota come Priorato di Sion, che nasconde un segreto che potrebbe compromettere i fondamenti stessi del Cristianesimo, nella versione tramandata dalla Chiesa Cattolica. Uno studioso di simbologia religiosa, Robert Langdon, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, e successivamente anche dallo studioso Sir Leigh Teabing, dovrà ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d'arte, enigmi e misteriosi nemici, il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri dell'umanità.

[modifica] Commento

L'autore, utilizzando le chiavi del mistero, dell'arte, dell'esoterismo e del simbolismo in un continuum fra realtà e fantasia riesce a rapire il lettore nonostante il romanzo sia costruito su una trama forse banale e non priva di nei.[1] [2]

[modifica] Leonardo da Vinci e Dan Brown

La personalità di Leonardo da Vinci è sempre stata circondata da un alone di mistero. La sua genialità veniva spiata con sospetto da un'epoca grezza e spesso troppo chiusa nelle sue ideologie rigorose. Concepire che un uomo potesse recarsi negli obitori per sezionare corpi di cadaveri e così comprenderne meglio l'anatomia, non risultava infatti del tutto naturale. In un ambiente ancora molto permeato dall'influenza della Chiesa era infatti facile scambiare uno studio scientifico approfondito per un'eresia, ma da qui a sostenere che Leonardo avesse optato per un credo pagano e che sfruttasse le istituzioni religiose solo per trarre profitto dalle loro commissioni, c’è molta strada.

Le leggende su Leonardo sono molteplici ed ispirano ancora oggi fantasie oltre ogni limite. Il romanzo Il codice da Vinci, di Dan Brown, è l'esempio contemporaneo più evidente di quanto la storia dell'artista susciti ancora numerose curiosità ed altrettante polemiche. Nel testo in questione si analizzano (non sempre correttamente) dal punto di vista simbolico alcune tra le sue opere più importanti. Per citare la più conosciuta, basti pensare alla Monna Lisa: è senza dubbio conturbante pensare al dipinto come ad un autoritratto "al femminile" di Leonardo e spiegarne così l'ambiguo sorriso. È risaputo infatti che egli era molto affascinato da tutte quelle figure definite androgine.

La Pyramide inversé, al Louvre, sotto la quale, secondo Brown, sarebbe sepolto il Graal
La Pyramide inversé, al Louvre, sotto la quale, secondo Brown, sarebbe sepolto il Graal

Questo spiegherebbe anche l'altra questione sollevata dal romanzo: nell'Ultima Cena la persona seduta alla destra di Gesù è Maria Maddalena, come ipotizza l'autore, e non Giovanni Evangelista, anche se ritratto con lineamenti dolci ed effeminati. Infatti, se si sovrappone il volto di Maria, la madre del Cristo, della Vergine delle Rocce all'Apostolo Giovanni dell'Ultima Cena si può notare una quasi identità di tratti e di espressione. Tornando alla Monna Lisa, la realtà ormai nota è ben altra: si tratta infatti del ritratto della moglie del committente, Francesco Bartolomeo del Giocondo (ed ecco così spiegato anche il motivo del suo secondo e ben più conosciuto titolo). In questo modo si scioglierebbero quei pochi dubbi che un'altra ipotesi, stavolta tirata davvero per i capelli, aveva sollevato e cioè che il nome Monna Lisa potesse essere letto come l'anagramma delle due divinità egizie della fertilità Amon e L' Isa, tanto care ai pagani dell'epoca. Ma perché sempre Leonardo? Perché tutte queste supposizioni riguardo ai suoi capolavori? Certamente fu un grande esperto nel campo del simbolismo e alcune coincidenze apparentemente celate, ma in realtà ben visibili ad un occhio attento, presenti nelle sue opere, lo confermano, tuttavia sembra ingenuo pensare ad uno scopo cospirativo dietro tale conoscenza.

Ad alimentare la fiamma di questo focolare è stata soprattutto la "scoperta" (che l'autore del libro considera, nell'ambito del romanzo, come storicamente sicura, ancorché non comprovata dalla storiografia ufficiale) della partecipazione di Leonardo ad una società segreta di tipo massonico, nota con il nome di Priorato di Sion, alla quale sembrano essere legate tante leggende tra le quali quella del Santo Graal. Scopo del Priorato sarebbe stata la custodia di un segreto che avrebbe potuto far crollare il Cristianesimo, ovvero la rivelazione che Cristo non avesse mai posseduto alcun potere divino e che anzi, essendo mortale, avesse sposato Maria Maddalena.

La discendenza da lei portata in grembo sarebbe stato dunque il vero Santo Graal che nei primi documenti viene scritto anche Sangreal, da cui la logica linguistica può dedurre Sang Real. Da questo "Sangue Reale" costituito dai figli di Cristo, discenderebbe direttamente la dinastia dei Merovingi. Tale sconvolgente rivelazione si tramanderebbe di generazione in generazione attraverso tre prescelti da un Gran Maestro. Ed è proprio quest’ultimo ruolo che Leonardo pare abbia ricoperto tra il 1510 e il 1519. Nella lista dei Gran Maestri del Priorato comparirebbero altri nomi altisonanti come Nicholas Flamel (1188-1220), Sandro Botticelli (1483-1510), Isaac Newton (1691-1727), Victor Hugo (1844-1885) e Claude Debussy (1885-1918). Da un punto di vista storico l'unico Priorato di Sion di cui si ha notizia certa è stato fondato il 7 maggio 1956 ad Annemasse da Pierre Plantard (e il suo nome non si riferiva al monte Sion in Palestina, ma ad una montagnola nei dintorni di Annemasse). Secondo alcuni la leggenda relativa ad un più antico Priorato è stata divulgata ad arte dallo stesso Pierre Plantard.

[modifica] Argomenti di critica

[modifica] Dubbi sull'originalità dell'opera

Fra i critici dell'opera di Dan Brown c'è chi ha sostenuto che le idee centrali del libro siano state tratte da opere precedenti meno note.

Un'opera che presenta forti correlazioni con Il codice è, per esempio, La fratellanza della Sacra Sindone della scrittrice spagnola Julia Navarro.

Il caso più noto, però, è quello del saggio Il Santo Graal di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln (1982). Baigent e Leigh hanno addirittura citato Dan Brown in tribunale per plagio. L'Alta Corte di Giustizia di Londra ha stabilito che il romanzo, pur riprendendo alcuni elementi dell'opera di Baigent e Leigh, non ha copiato il saggio. Assai curioso il fatto che l'estensore della sentenza (Peter Smith) abbia lasciato nel testo 37 lettere in corsivo e non per errore ma... come proprio "codice": le prime 11 lettere danno le parole Smith (il cognome del giudice in parola), Code (codice, in inglese) e la lettera J (judge, giudice), per le altre ("aeiextostpsacgreamqwfkadpmqz") il giudice ha lanciato la sfida per la soluzione dell'enigma. La soluzione è stata resa nota nell'aprile 2006. A interpretare il codice è stato un avvocato londinese, che avrebbe usato i numeri di Fibonacci, una formula matematica citata dal romanzo. La frase è stata tradotta in «Jackie Fisher, who are you? Dreadnought» («Jackie Fisher, chi sei? Dreadnought»). Fisher fu l'ammiraglio inglese responsabile della costruzione della Dreadnought, la prima corazzata monocalibro del mondo.

Alcuni suppongono che la causa sia stata "aggiustata" dalla casa editrice dato che, come rileva Franco Cardini, è la stessa che aveva pubblicato Il Santo Graal: la cosa insomma si sarebbe risolta «in famiglia».

Oltre ai temi ricavati dal libro di Baigent, Leigh e Lincoln, è necessario segnalare che tutti gli argomenti e gli "indizi misteriosi" legati ai dipinti di Leonardo da Vinci sono stati tratti dai libri di Lynn Picknett e Clive Prince: Turin Shroud, In Whose Image? (1994), solo di recente tradotto in italiano col titolo La Sindone da Vinci (2007) e The Templar Revelation (1997) (La Rivelazione dei Templari). Il secondo in particolare è citato a pag 296 del Codice da Vinci. assieme a Il Santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln tra i volumi presenti nella biblioteca di Leigh Teabing.

In oltre la relazione tra Gesù e Maria Maddalena, è stata argomento del romanzo di Philipp Vandenberg Il mistero della pergamena del 1993.

[modifica] Gli errori presenti nel romanzo

Per approfondire, vedi la voce Errori attribuiti al Codice da Vinci.

Il romanzo è stato accusato di contenere errori storici in grado di fuorviare il lettore, specialmente per quanto attiene alla storia del Cristianesimo. Nonostante si tratti di un'opera di finzione e non di un saggio storico, l'argomento trattato e la dichiarazione dell'autore riguardo la veridicità di "documenti e rituali segreti" citati nel romanzo hanno provocato una sorta di "caccia all'errore".

[modifica] Curiosità

Codice parodico
Codice parodico
  • Il nome di uno dei personaggi del romanzo, lo storico Leigh Teabing, potrebbe essere stato scelto utilizzando il cognome di Richard Leigh e l'anagramma del cognome di Michael Baigent, i due storici sopra citati.
  • Dal romanzo di Dan Brown, il regista premio Oscar Ron Howard ha tratto un film, uscito il 19 maggio 2006 in tutto il mondo.
  • Una parodia de Il codice da Vinci - diventato per l'occasione Il Codice Gianduiotto - è stata data alle stampe nel maggio del 2006 dallo scrittore astigiano Bruno Gambarotta.
  • Una versione teatrale, in chiave umoristica, del libro è stata realizzata nel gennaio 2007 dal giovane autore partenopeo, Denny Arrichiello. Lo spettacolo Il Codice d'Avincio, finge di essere la storia dalla quale Dan Brown ha poi tratto lo spunto per il suo romanzo, raccontando di un'esperienza vissuta da un gruppo di amici scomparsi misteriosamente dopo aver trovato il Santo Graal.
  • Il libro è stato più volte bruciato pubblicamente da fondamentalisti religiosi e da altre personalità.
  • Un'ulteriore parodia del famoso libro è Il codice Stravinci scritta da Toby Clements: storia divertente che riprende la costruzione del libro originale basandosi su principi umoristici, catapultati in una trama completamente differente ma con un tocco di originalità.
  • Altre parodie sono intitolate "Il codice Gratta&Vinci" e "Il codice perdinci".

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Siti critici


Siti in lingua inglese
Dan Brown
Crypto (1998) | Angeli e demoni (2000) | La verità del ghiaccio (2001) | Il codice da Vinci (2003) | The Solomon Key (2007?)


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