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Mito di Gesù - Wikipedia

Mito di Gesù

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Il Mito di Gesù è l'insieme delle tesi che sostengono l'inesistenza storica del Gesù della tradizione cristiana e, in parte, anche musulmana.

Premesso che, date le circostanze e a così grande distanza di tempo, non è possibile dimostrare con assoluta certezza né la fondatezza del personaggio storico di Gesù Cristo nè la sua infondatezza, la prova in un senso o nell'altro può essere data solo in base ad attente ricostruzioni filologiche e storiche al fine di comprendere di quanto ci è stato tramandato cosa è storicamente fondato e cosa non lo è.

Ricordando che Gesù è un nome comune di persona e Cristo è un titolo onorifico (vedi voce Gesù Cristo), va premesso che il materiale più importante a supporto dell'esistenza di Gesù è "di parte" e che solo in pochi casi vi è traccia del personaggio in scritti di autori non cristiani.

Considerando il modo e i soggetti attraverso cui il materiale documentario del lontano passato ci è giunto e le possibili alterazioni del testo originale in senso strumentale agli interessi della Chiesa (un caso per tutti, il più importante per rilevanza, è la Donazione di Costantino), alcuni sospettano una possibile manomissione anche su alcuni di quei testi (vedi ad es. il caso del Testimonium Flavianum).

Cos'è la"Verità"?, dipinto di Nikolai GePilato e Gesù
Cos'è la"Verità"?, dipinto di Nikolai Ge
Pilato e Gesù

Indice

[modifica] Tesi

Le tesi del mito di Gesù si basano su argomentazioni di carattere storico e filologico a sostegno dell'ipotesi che Gesù di Nazaret non sia mai esistito. In altri termini, alle prove a supporto dell'esistenza di Gesù verrebbe assegnata la stessa valenza di quelle che attesterebbero l'esistenza di personaggi mitici quali Mitra, Dioniso (Dyonisos), Sol Invictus o Esculapio.[1] La persona di Gesù, sempre secondo questi studiosi, sarebbe il risultato di una elaborazione teologica ben posteriore (e in alcuni casi palesemente tardiva), avente l'obiettivo di costruire un vessillo tangibile per una religione (vedi esseni, essenismo) al fine di trasformarla da setta esoterica a religione di massa. Di qui, nella seconda metà del II secolo, si aprì una dialettica tra fazioni opposte: tra chi intendeva che Gesù si fosse presentato agli uomini sotto forma di rivelazione e coloro (ben presto la maggioranza) che sostenevano la natura umana oltre che divina del personaggio (vedi san Paolo apostolo, gnosi)[citazione necessaria].

Il tempo utile per elaborare la biografia della figura di Gesù, stanti le fonti archeologiche (il Vangelo di Marco databile tra il 45 e il 50, gli scritti di san Paolo databili attorno al 40), è ristretto a pochissimi anni nel caso della sua effettiva esistenza, mentre è virtualmente molto lungo nel caso invece della pura creazione letteraria, fatti salvi naturalmente gli aggiustamenti al tessuto narrativo che devono contestualizzarlo.

Secondo i sostenitori della tesi mitica, la ricerca storica ha incontrato e incontra innumerevoli ostacoli sia di natura psicologica e culturale (vedi tabù) sia dovuti all'importanza e alla complessità degli interessi in gioco. Un primo tentativo di riassumere le posizioni critiche circa l'esistenza di Gesù si può trovare nell'opera Storia della ricerca sulla vita di Gesù di Albert Schweitzer (1902)[2]. Questa opera riassume i lavori sulla storicità del personaggio di Gesù e rende conto delle tesi mitiste finora sviluppate. Tra i lavori citati, in linea con l'impostazione intellettuale di Strauss e della sua scuola mitologica, si può affermare che quello di Bruno Bauer (1840) possa valere al suo autore la definizione di primo mitista. Tra gli ultimi in ordine di tempo, possono essere considerati particolarmente interessanti i contributi di Luigi Cascioli e di Michel Onfray.

[modifica] Corrente libertina del XVIII secolo

A partire dal XVIII secolo, alcuni autori libertini e/o anticlericali cominciano a dubitare dell'esistenza storica di Gesù. Sulla scia dei primi interrogativi sulle incoerenze dei testi biblici (ad es. Giuda Iscariota, per il vangelo di Matteo si impiccò 27,3-5, mentre negli Atti degli Apostoli si dice che cadde squarciandosi il ventre 1,18), diffuse per la prima volta con l'Illuminismo in Francia e Germania, essi pubblicano le loro riflessioni. Questa è infatti la definizione più appropriata per tali lavori, perché non sembra lecito definire studi storico-critici i lavori di Richard Simon, Jean Astruc o ancora dei Libertini, come l'abate Meslier e Honoré Mirabeasu (Le bons sens du curé Meslier, Londra, 1772).

[modifica] Voltaire

Voltaire pone l'accento sullo scarso valore documentale dei vangeli, scritti da persone che non hanno niente da dire, zeppi di contraddizioni e di imposture, e sull'improbabilità delle profezie escatologiche, contro le quali si ribella il buon senso. Scrive:

« Lasciate che ognuno si interroghi da solo, se volete allontanare maggiormente l'impostura e la stupidità del fanatismo. L'intera storia di Gesù — solo un fanatico o un servo stupido potrebbe negarlo — dovrebbe essere esaminata alla luce della ragione. »

In numerose occasioni, Voltaire richiama l'attenzione sul silenzio degli autori non cristiani riguardo alla storia raccontata nei vangeli. Manifestamente, la tradizione cristiana non gli ispira alcuna fiducia. Tuttavia non si azzarda a dire che essa non è conforme al vero. Egli è cosciente che taluni partigiani di Bolingbroke, più abili che eruditi, si credono autorizzati a causa delle ambiguità e delle contraddizioni della tradizione evangelica a negare l'intera esistenza storica di Gesù.

Le citazioni di Voltaire sono tratte da una o l'altra delle opere seguenti:

  • Voltaire, Dio e gli uomini,
  • Voltaire, Examen important de Milord Bolingbroke (Edition Kehl),
  • Voltaire, Histoire de l'Établissement du Christianisme,
  • Voltaire, Saggio sui costumi
  • Voltaire, Les Homelies prononcées à Londres, 1765,
  • Voltaire, Sermon des Cinquante,
  • Voltaire, Conseils raisonnables à M. Bergier,
  • numerosi articoli contenuti nel Dizionario filosofico,
  • François Dupuis, l'Origine de tous les cultes ou la religion Universelle, Paris, 1794,
  • François Dupuis, Abrégé de l'origine de tous les cultes, Paris, 1798.

[modifica] Lavori classici

Questa parte è largamente ispirata dal lavoro del 1926 di Maurice Goguel, conosciuta come Jésus le Nazaréen: Mythe ou Histoire?, di cui esiste una versione inglese on line [1].

L'aggettivo classico attribuito a questi lavori si riferisce al fatto che essi si sviluppano nel solco dei lavori storico-critici inaugurati dopo la metà del XIX secolo. Qualcuno di essi si situa sulla scia della corrente Dutch Radikal Kritik.

Le tesi mitiste sono di diverso genere:

  • o si contesta l'esistenza storica del personaggio Gesù,
  • o si contesta la veridicità di questa o quella parte dei racconti evangelici così come presentati dagli evangelisti, ad esempio:
    • i racconti dell'infanzia, esistenti solo in Luca e Matteo, la cui redazione sarebbe tarda rispetto ai testi che essi introducono,
    • i racconti della passione, come fa Salomon Reinach; attualmente, una delle teorie della Fonte Q afferma che la ricostruzione delle diverse fasi di questo documento non comprende alcun racconto dell'avvenimento.

[modifica] Corrente accademica

Questa corrente è dominata dai lavori di

[modifica] John M. Robertson

[modifica] Libri
  • Christianity and Mythology, Londra, 1900, 1910;
  • Short History of Christianity, Londra, 1902;
  • Pagan Christs, Studies in Comparative Theology, Londra, 1902-11;
  • The Jesus Problem — Restatement of the Myth Theory, Londra, 1917.

[modifica] Tesi (in Pagan Christs)

Apollonio di Tiana è il solo personaggio messianico del quale l'autore ammette l'autenticità storica. Il problema più grave riguarda il metodo comparativista e alla sua mancanza di qualità. Ad esempio, l'autore presuppone che un gran numero di insegnamenti e di profeti (messia) del Medio Oriente trovino la loro prima elaborazione/comparsa originale in India. Ma questa tesi è verificata solo nel caso dei gymnopedisti d'Egitto, che potrebbero ben essere degli yogi.

L'idea che l'autore si fa del Buddha, secondo lui certamente un messia (nel senso di profeta), pur interessante, appare falsa nella stessa concezione buddista. Buddha non si proclamò mai messia, ma disse solo di aver raggiunto l'illuminazione. L'autore tenta anche lungo molte pagine le radici asiatiche delle religioni del Nuovo Mondo; ma il suo metodo comparativista, piuttosto embrionale, da qualunque indizio muova (ad esempio uno zodiaco che divide in quattro un insieme di dodici simboli viene qualificato "rimarchevole") è a volte francamente folle.

[modifica] Salomon Reinach (1858-1932)

Uno dei più eccitanti esponenti della tesi mistica:

  • Libri e articoli:
    • Orpheus, 1909;
    • Le Verset 17 du Psaume 22;
    • À propos de la curiosité de Tibère;
    • Bossuet et l'argument des prophéties;
    • Simon de Cyrène;
    • Une source biblique du Docétisme
  • La sua tesi

Senza arrivare a sostenere la non-storicità sottolineava lo scarso valore documentario dei Vangeli; in un certo qualmodo, tiene per buona la comprensione del personaggio doceta basandosi sulle lettere di Paolo delle quali solamente una parte rifiuta come false. Insiste su 3 elementi che gli sembrano di capitale importanza:

    • il silenzio degli storici a differenza dei redattori christiani dei vangeli,
    • l'assenza di un rapporti di Ponzio Pilato verso Tiberio in una civiltà altamente burocratizzata quale quella dell'Impero romano,
    • il fatto che lo porta a contestare la passione che che riprende esviluppa la profezia del versetto 17 del salmo 22. Quest sarebbe dunque midrash pescato all'origine del pensiero all'origine del pensiero doceta.

[modifica] Paul-Louis Couchoud

  • Libro: Le Mystère de Jésus; Couchoud comincia, tra gennaio e aprile 1924, a tenere delle conferenze e delle discussioni informali a l'Union pour la Vérité le quali, certune, verranno riportate debitamente adattate sul Mercure de France.
  • Tesi: grazie alle discussioni suddette, tra tutti citiamo il suo più agguerrito oppositore Maurice Goguel, Paul-Louis Couchoud evolvette le sue idee affinandole.

[modifica] Assiomatica

[modifica] Prima versione

Secondo Couchoud, il metodo secondo il quale gli storici a lui coevi quali Renan e Loisy tentano di comprendere il personaggio di Gesù e la genesi del cristianesimo deve affrontare due scogli principali:

  • la deificazione di un uomo nello spazio di meno di una generazione
  • la scarsità di informazioni del tutto insufficienti per fare luce sulla figura di Gesù.

Infatti, prescindendo dagli scritti cristiani, provata la falsità del Testimonium Flavianum e sapendo che tutto ciò che nel Talmud riguarda Gesù dipende dal cristianesimo, le tre testimonianze pagane che rimangono non aiutano molto. Svetonio riferisce di un agitatore giudeo di nome "Chrestos", Plinio e Tacito attestano semplicemente l'esistenza di un movimento cristiano, mentre per quanto riguarda l'origine di detto movimento, non fanno altro che ripetere quanto gli stessi cristiani affermano.

Per Paul Louis Couchoud, il Cristo di cui parla Paolo non è un soggetto storico ma un personaggio puramente ideale (nel senso platonico del termine). Couchoud ha una comprensione dei valori del cristianesimo e dell'influenza della credenza in Gesù che lo distinguono dagli altri teologi. Goguel descrive la cosa affermando che Couchoud non aderisce ad una tesi mitista ma ad una spiritualista.

[modifica] Ultima versione

Nell'ultima versione, che non è che una maturazione della precedente senza rottura reale, Couchoud considera che il Cristo tale come lo mostra la letteratura di San Paolo non è un' incarnazione di YHWH, il Dio di sempre del popolo juif, ma un nuovo dio che si integra nel pantheon dei culti orientali.

La tesi mitica diventa la seguente: Gesù non è un uomo divinizzato ma il dio di un culto dai misteri umanizzati per la recita che ne viene fatta. È lì che egli raggiunge la concezione docetista del cristianesimo, ossia una forma di gnosticismo.

[modifica] Ricezione

La tesi di Paul Louis-Couchoud fu esposta successivamente in un articolo pubblicato nel 1924 sul "Mercure de France" e seguito da conferenze tenute presso l'Union pour la Vérité da gennaio ad aprile del 1924. L'Union pour la Vérité [4] era un'istituzione culturale alla ricerca di una cittadinanza intellettuale tra la borghesia cattolica e modernista, che trovò due interlocutori di vaglia in Maurice Goguel ed il padre di Grandmaison.

È riassunta nel Mystère de Jésus, aumentata di tre capitoli nei quali egli tenta di dimostrare che lo studio dell'Apocalisse e delle lettere non paoline confermino le sue teorie desunte dalle lettere paoline. Il tutto è pubblicato sul Mercure de France (marzo 1924).

Maurice Goguel pubblicò un giro d'orizzonte sulle tesi a favore dell'ipotesi mitica su Gesù in Jésus de Nazareth: Mythe ou Histoire ? (Payot, 1926)

[modifica] Seguito

Una buona parte delle critiche avanzate da Goguel nei confronti di Couchoud paiono fondate. Ad esempio, quella per cui si è fondato su una filosogia delle religioni, e non sui testi e i dati disponibili, ciò che limita le possibilità di risposta. Tuttavia una parte della riflessione di Couchoud ha trovato un seguito; ciò ne restituisce il suo valore. Da una parte, più nessuno tenta di riscrivere una vita di Gesù come fece Strauss. Al contrario, si confrontano gli elementi del racconto dei vangeli con la storia della Siria - Palestina del I secolo e con quella del Giudaismo del secondo tempio nel I secolo, per valutare la possibilità di questo o quell'avvenimento, verificare il realismo[5] di questo o quell'avvenimento. È ciò che si chiama contestualizzazione o ancora il Sitz im Leben a seconda delle scuole.

Vedere l'articolo specifico: 2 aspetti del Sitz im Leben

Gli elementi che hanno trovato un seguito sono:

  • l'idea del dio simile a quelli dei misteri;
    • la recita dell'istituzione della Cena/Eucarestia, da non confondersi con la riproduzione del seder Pessah, che molto assomiglia alla divisione del cibo tipica di alcuni misteri;
    • è un mito che Margaret Barker — specialista del simbolismo del primo Tempio — ricorda nei sui lavori: quello d'Ashera, la Regina del Cielo (simbolizzata, tra gli altri, da un albero del quale menorah sarebbe la sopravvivenza), una antica dea, madre di numerosi "figli del Sole", venerata apertamente in Israele fino alla riforma del VII avanti cristo (riforma di Giosuè). La tesi generale di Barker è che con il "Cristianesimo" apparve una riconfigurazione di temi appartenenti alla teologia del Primo Tempio e sopravvissuti ai margini della teologia ufficiale di Stato. Secondo la teologia del Primo Tempio, YHWH è il più importante dei figli che Asherah diede a El. Certi "cristiani" si misero ben presto a identificare Gesù con YHWH, il figlio di El, e a interpretare il rapporto di Gesù con Maria come quello di Yahweh con Asherah. (Il binitarismo giudeo forse precedeva il cristianesimo trinitario);
    • il trinitarismo, se non è giudaico nella versione elaborata che ci è pervenuta, ha per lo meno delle radici giudaiche. Dipende da cosa si intende per "giudaico". Se si riduce l'espressione all'esperienza dell'ebraismo ufficiale, cioè al giudaismo dominante dal periodo del Secondo Tempio, o al giudaismo della Torah orale (posteriore al cristianesimo), è chiaro che il monoteismo monolitico costituisce la regola. Se si guarda nelle pieghe, come fece Daniel Boyarin,[6] diventa ugualmente chiaro che il monoteismo monolitico non era la sola interpretazione possibile del monoteismo ebraico. Oggi gli storici cominciano a parlare del binitarismo di alcune sette giudaiche. Questo li obbliga anche a parlare dei monoteismi al plurale.

[modifica] Prosper Alfaric

  • il suo libro
  • il suo concetto
  • il suo seguito


[modifica] Corrente anticlericale

Ma anche

  • Georges Las Vergnas,
  • Guy Fau,
  • Georges Ory.

[modifica] Opere recenti

Attualmente, la più pertinente è quella di Earl Doherty. Ecco un [7] riguardante le sue opinioni circa la non esistenza di Gesù.

Gli elementi che supportano la fondatezza della tesi mitista secondo Earl Doherty attengono

  • alla metodologia: la tesi che egli sviluppa prende in considerazione le ricerche anteriori contrariamente alle tesi originali e talvolta strampalate. Viene discusso a partire dalle problematiche relative alle incongruenze sinottiche del corpus di giovanni e di Paolo.


[modifica] Tesi marginali

Questo soggetto attira numerosi autodidatti, alcuni dei quali ascrivibili alla corrente degli anticlericali, altri della correte atea, altri infine di aree etnologiche più interessate alla descrizione dei miti che ai fatti su cui tali miti sono fondati. L'aggettivo marginale vuole siginficare che tali tesi sono difficilmente citate nelle bibliografie dei libri "che contano", e non vengono approfondite dalla comunità scientifica.

Caratteristica delle tesi marginali è quella di prendere per ipotesi l'inesistenza storica di Gesù - ovvero prendere per ipotesi la conclusione a cui si vuole giungere, invece di prendere come punto di partenza i documenti e i loro contesti (storici, linguistici, ecc.). In tal modo, alcune delle loro affermazioni vanno nel verso opposto rispetto allo stato dell'arte nel momento di pubblicazione delle opere.


[modifica] Bibliografia

Per approfondire, vedi la voce Bibliografia su Gesù.
  1. ^ Vedi il libro di Acharya S, The Christ Conspiracy: The Greatest Story Ever Sold, ISBN 0932813747, di cui e disponibile online la traduzione in italiano (file in formato DOC di 11,7 MB).
  2. ^ A. Schweitzer, Geschichte der Leben Jesu-Forschung, Tübingen, edizione del 1913, pag. 443.
  3. ^ Salomon Reinach, l'Athénien
  4. ^ Anne Heurgon-Desjardins (présente) Études, Témoignages et Documents Inédits, Paul Desjardins et les décades de Pontigny Actes du colloque de 1959, Presses Universitaires de France 1964
    François Chaubet, Paul Desjardins et les Décades de Pontigny, Presses Universitaires du Septentrion ISBN 2-85939-606-3 - janvier 2000
  5. ^ Per il significato particolare del realismo in questo contesto, vedere Mare della Fede
  6. ^ Fino a poco tempo fa tutti sapevano che il Cristianesimo era apparso dopo il Giudaismo. Ma più recentemente, le ricerche hanno iniziato ad ammettere la complessità della tavola storica. Nel mondo ebreo del I secolo, una considerevole quantità di sette si disputava il titolo di Vero Israele e d'interprete autentico della Torah— il Talmud parla di settanta gruppi — e la forma di Giudaismo che generò la Chiesa cristiana non fu che una di queste sette. I ricercatori realizzano ora che si può e si deve parlare della nascita del Cristianesimo e del Giudaismo [rabbinico] come della nascita di gemelli, e abbandonare l'idea della dipendenza genetica del primo dal secondo". Daniel Boyarin, "Dying for God: Martyrdom and The Making of Christianity and Judaism". Boyarin insegna cultura talmudica all'Università dell California.
  7. ^ http://pages.ca.inter.net/~oblio/puzzle1.htm breve brano d'Earl Doherty (EN)

[modifica] Voci correlate



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