Filologia
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La filologia è la scienza che studia i testi al fine di ricostruirne, con la critica del testo, l'aspetto originario attraverso l'analisi critica e comparativa delle fonti che li testimoniano.
Il termine "filologo" è un composto dal greco philos ('amico, amante') e logos ('discorso') ed indicava in origine tutti coloro che amano la parola e il linguaggio.
Indice |
[modifica] Storia
In generale, testi ritenuti basilari per la civiltà come le opere di Omero, Virgilio e la Bibbia posero grandi problemi filologici, poiché era necessario spendere energie e risorse per una loro trasmissione aderente e fedele.
Lo studio sistematico dei testi letterari risale al periodo ellenistico (IV secolo a.C.) e sono riferibili in particolare all'opera dei filologi della biblioteca di Alessandria, attivi nel ricercare il testo migliore di opere letterarie che, come avveniva appunto per Omero, presentavano varianti o corruzioni identificabili nella tradizione scritta. Ricordiamo Eratostene, che coniò anche il termine filologo, il poeta Callimaco, Aristofane di Bisanzio, Aristarco di Samotracia e Dionisio Trace, che in seguito alle persecuzioni di Tolomeo VIII, dovette spostare il centro degli studi filologici da Alessandria a Rodi.
Grande sviluppo ha conosciuto l'attività nel periodo dell'umanesimo, per poi giungere a una sistematizzazione scientifica pienamente compiuta nel XIX secolo grazie all'attività di riorganizzazione e riformulazione portata avanti dal filologo classico tedesco Karl Lachmann, che dà il proprio nome al metodo di Lachmann.
[modifica] Definizioni
« Filologia è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un'arte e una perizia da orafi della parola, che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non lo raggiunge lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessaria che mai; è proprio per questo che essa ci attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un'epoca del "lavoro": intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol "sbrigare" immediatamente ogni cosa (...). Per una tale arte non è tanto facile sbrigare qualsiasi cosa perché essa ci insegna a leggere bene, cioè a leggere lentamente in profondità, guardandosi avanti e indietro, non senza secondi fini, lasciando porte aperte, con dita e con occhi delicati. » | |
(Friedrich Nietzsche, introduzione ad Aurora)
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« Scienza e disciplina intesa a indagare una cultura e una civiltà letteraria, antica o moderna, attraverso lo studio dei testi letterari e dei documenti di lingua, ricostituendoli nella loro forma originale e individuandone gli aspetti e i caratteri linguistici e culturali. » | |
(De Felice-Muro, Dizionario della lingua e delle civiltà italiana contemporanea)
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[modifica] Attività
Il filologo studia i testi nella loro evoluzione storica, ricercandone modifiche e cambiamenti. Il trapasso tecnologico tra rotolo, codice, pergamena e carta provoca una necessaria selezione dei testi da riversare nei nuovi supporti, portando a scelte inevitabili dettate dall'interesse e dall'utilità del testo in questione all'epoca; così, molte opere si perdono perché non più riprodotte.
Il procedimento filologico consiste nel tentare di risalire con criteri meccanico-probabilistici e linguistico-formali alla forma originaria di un testo, inevitabilmente corrotta dalla serie di copie che lo hanno tramandato dall'antichità a oggi.
È poi necessario riscoprire il significato originario del testo, e l'intenzione dell'autore. Il filologo deve perciò conoscere in modo approfondito storia e lingua della civiltà nel contesto di studio, e deve avere accesso a fonti e documenti delle epoche in esame, per poter restaurare in modo corretto l'interpretazione di un passo, una parola o un'opera, argomentando la scelta fatta.
[modifica] Varietà
La filologia si divide in varie branche. Tra queste:
- filologia romanza, che si occupa dello studio delle lingue e letterature neolatine, ossia derivate dal latino volgare, e da cui discendono varie filologie nazionali: filologia italiana, filologia francese, filologia spagnola ecc.;
- filologia germanica, che studia le lingue germaniche;
- filologia classica, dedita allo studio delle lingue e le letterature greche e latine;
- filologia slava, che studia la lingua proto-slava ed i suoi sviluppi;
- altre filologie: celtica, baltica, iranica, armena, indoeuropea, semitica, illirica, italica ecc.
- Di recente fondazione è la filologia cognitiva, che si occupa dell'applicazione alla filologia delle acquisizioni della psicologia e della linguistica cognitiva.
[modifica] Bibliografia
- G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze, Sansoni, 1974 (I ed. 1934, II ed. 1952)
- P. Maas, Critica del testo, Firenze, Le Monnier, 1964 (trad. di Nello Martinelli, con introduzione di Giorgio Pasquali)
- G. Contini, Breviario di ecdotica, Torino, Einaudi, 1992
- G. Inglese, Come si legge un'edizione critica. Elementi di filologia italiana, Carocci, Roma, 2006
- L. Renzi, A. Andreose, Manuale di linguistica e filologia romanza, Il Mulino, Bologna, 2006
- A. Stussi (a cura di), Fondamenti di critica testuale, Il Mulino, Bologna, 1998
- A. Stussi, Introduzione agli studi di filologia italiana, Bologna, Il Mulino, 1994
- L. Cesarini Martinelli, La filologia, Roma, Editori Riuniti, 2006
- F. Brambilla Ageno, "L'edizione critica dei testi volgari, Padova, Antenore, 1984
[modifica] Voci correlate
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