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Kṛṣṇa - Wikipedia

Kṛṣṇa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Una raffigurazione di Kṛṣṇa (Dipinto di autore sconosciuto risalente al 1900).
Una raffigurazione di Kṛṣṇa (Dipinto di autore sconosciuto risalente al 1900).

Presso la religione induista, Kṛṣṇa (sanscrito कृष्ण, solitamente anglicizzato in Krishna) è una delle rappresentazioni della Divinità più popolari e venerate, nonché il supremo aspetto di Dio per i vaiṣṇava. Ottava incarnazione di Viṣṇu, è l'avatar per eccellenza. Viene spesso raffigurato mentre suona il flauto di nome Murali, generalmente in compagnia delle Gopi (pastorelle) e di Radha, la più devota di esse. Il suo nome è spesso preceduto dal titolo di rispetto induista, Śrī.

Indice

[modifica] Etimologia del nome

Il termine Kṛṣṇa in sanscrito ha il significato letterale di "nero" o "scuro", ed identifica qualcuno con la pelle scura. Il Brahma Samhita descrive il colorito della pelle di Kṛṣṇa come simile al colore delle nuvole cariche di pioggia, ed è per questo che egli è spesso rappresentato nei quadri col volto e la pelle blu, blu scuro se non addirittura nera. Da questo deriva uno dei suoi epiteti, Ganashyama, che letteralmente significa appunto "dalla pelle del colore delle nubi cariche di pioggia".

La tradizione Gaudiya afferma che il significato primario di Kṛṣṇa sia comunque "l'infinitamente affascinante", giustificato da un'interpretazione di un verso nel Mahābhārata. Kṛṣṇa è inoltre il 57mo nome di Viṣṇu e significa "Esistenza di conoscenza e beatitudine".

[modifica] La vita di Kṛṣṇa

[modifica] Nascita, infanzia e gioventù

Approfondimento
Una fonte riguardante la nascita di Krishna, spesso citata in ambito occidentale, è il libro di E. Shurè I grandi Iniziati (Bari, 1941), che riporta il seguente brano:

...la volontà dei Deva fu compiuta; tu concepisti nella purezza del cuore e dell'amore divino. Vergine e madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il Salvatore del mondo. Ma fuggi, poiché il re Kansa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori, che stanno alle falde del monte Meru... ivi darai al mondo il figlio divino...

Tuttavia, sebbene la vita di Kṛṣṇa possa essere considerata simile in alcuni aspetti a quella di Gesù Cristo, non vi sono fonti dell'epoca che confermino la sua nascita da madre vergine, come afferma invece il suddetto autore in questo passo.

Krishna e Yashoda, sua madre adottiva.
Krishna e Yashoda, sua madre adottiva.

Kṛṣṇa, principe della famiglia reale di Mathura, era l'ottavo figlio di Devaki e Vasudeva.

Il sovrano di Mathura, Kamsa, udita la predizione che avrebbe ricevuto la morte per mano di un figlio della cugina Devaki, faceva uccidere sistematicamente i figli della donna. Kṛṣṇa venne scambiato con un altro neonato e riuscì a scampare alla morte, venendo affidato di nascosto al pastore Nanda e a sua moglie Yashoda.

Saputa la notizia della presenza del bimbo Kṛṣṇa nel villaggio di Vrindavana, il sovrano Kamsa, per ucciderlo, inviò un demone di nome Putana, che assunse le sembianze di una bellissima donna la quale, visitando le giovani madri, chiedeva di poter tenere in braccio i piccoli e allattarli al proprio seno. In realtà, essendo il latte avvelenato, tutti i neonati morivano dopo essere stati allattati. Ma quando giunse presso la dimora di Kṛṣṇa, una volta presolo in grembo e iniziato ad allattarlo, egli cominciò a succhiare così avidamente dal seno della donna, immune al veleno, da provocarne la morte; una volta morta, la donna riprese le sue vere sembianze di demone, svelando così il complotto.

Così Krishna trascorse l'infanzia nel distretto di Vrindavana, nei boschi di Gokula, tra i pastori, e le loro mogli e figlie (Gopi), da queste vezzeggiato prima e amato poi.

[modifica] La guerra di Kurukshetra

Durante la sanguinosa battaglia di Kurukshetra, descritta nel poema epico del Mahābhārata, Kṛṣṇa prese le parti dei virtuosi principi Pandava contro i loro cugini Kurava, usurpatori del regno. Kṛṣṇa, essendo imparentato con entrambi i rami della famiglia, chiese ad Arjuna (il terzo dei Pandava) e a Duryodhana (il maggiore dei Kaurava), giunti alla sua dimora per chiedere alleanza, di scegliere tra il suo esercito e la sua presenza fisica sul campo di battaglia, con la condizione che però egli non avrebbe combattuto. Il Pandava scelse la sua vicinanza (per questa ragione Kṛṣṇa sarà l'auriga del suo carro), rendendo soddisfatto anche Duryodhana, il quale poté appropriarsi del potente esercito di Kṛṣṇa.

Krishna e Arjuna alla battaglia di Kurukshetra
Krishna e Arjuna alla battaglia di Kurukshetra

Prima della battaglia, trovatosi davanti a cugini, nonni, mentori ed amici schierati nella fazione avversaria, Arjuna cedette all'attaccamento e all'angoscia, si rannicchiò piangendo e si rifiutò di combattere. Nel celeberrimo capitolo del Mahābhārata intitolato Bhagavad Gita, Kṛṣṇa infuse forza e coraggio all'eroe rammentandogli il proprio Dharma di guerriero ed impartendogli una serie di insegnamenti filosofici e spirituali volti a raggiungere la realizzazione spirituale. Grazie alla vicinanza di Kṛṣṇa, i Pandava ottennero la vittoria a Kurukshetra nonostante l'inferiorità numerica del loro esercito rispetto ai Kurava.

[modifica] La fine

Dopo l'autodistruzione della sua stirpe, attuatasi per mezzo di una feroce guerra interna, Kṛṣṇa si ritirò nella foresta dove fu raggiunto da una freccia al calcagno, unico suo punto vulnerabile. Lasciò il corpo e riacquistò la sua forma divina.

La morte fisica di Kṛṣṇa, avvenuta nell'anno 3102 AC, segna la fine del Dvapara Yuga, la terza era del mondo, e l'inizio del Kali Yuga, l'era attuale.

[modifica] Aneddoti mitologici

[modifica] Il sollevamento della collina Govardhana

Kṛṣṇa solleva la collina Govardhana
Kṛṣṇa solleva la collina Govardhana
« Gli abitanti di Vrindavana si preparavano a fare l'Indra-puja, un sacrificio al dio Indra, dispensatore della pioggia. Ma Kṛṣṇa li convinse invece a celebrare una cerimonia di ringraziamento alla collina Govardhana, nei pressi del villaggio, che dispensava erba e riparo alle mucche.

Indra, infuriato, scatenò una terribile tempesta e Kṛṣṇa, per proteggere gli abitanti, sollevò con facilità l'intera collina, sotto la quale tutti trovarono riparo.

Dopo un'intera settimana Indra, colpito dalla facilità con cui Kṛṣṇa aveva offerto rifugio a tutti gli abitanti di Vrindavana, ammise la sconfitta, placò la tempesta e si inchinò ai suoi piedi, riconoscendone la superiorità. »
(X libro dello Srimad Bhagavatam)

In seguito a questa vicenda, Kṛṣṇa ottenne l'appellativo di Govinda (in sanscrito: गोविन्‍द): Go sta per "mucca", o "terra", o entrambi. Vinda sta per "protettore"; quando le due parole sono combinate insieme, Govinda significa che Kṛṣṇa è il protettore delle mucche, della terra o di entrambi. Govinda compare anche come il 187° ed il 539° nome nel Viṣṇu Sahasranama.

[modifica] Preghiere e canti

Numerose preghiere e canti devozionali ispirati o dedicati alla figura di Kṛṣṇa sono stati composti nel corso del tempo.

Una famosa preghiera chiamata Bhaja Govindam è stata scritta nell'VIII secolo da Adi Sankara, il filosofo codificatore dell'Advaita Vedānta, che recita:

« Se uno adora appena Govinda, può attraversare facilmente questo grande oceano della nascita e della morte. »

Ciò si riferisce alla convinzione che l'adorazione del Signore (in questo caso, nella forma di Kṛṣṇa) possa condurre i devoti al di fuori del ciclo delle reincarnazioni (il Saṃsāra), verso la consapevolezza atmica e la conseguente liberazione.


[modifica] Gli appellativi di Kṛṣṇa

Come per tutte le altre forme di Dio nella religione induista, anche Kṛṣṇa è invocato attraverso innumerevoli nomi, tra cui:

  • Acyuta. l'infallibile
  • Bhagavan, Beato
  • Chitta Chora, Ladro di cuori
  • Dãmodara, colui che Yaśodã legò con una corda
  • Devaki-nandana, figlio di Devaki
  • Jagatpati , il Signore dell'Universo
  • Janardana, Colui che fa tremare i demoni, il vincitore degli atei o colui che mantiene tutti gli esseri
  • Govinda o Gopala, pastore o protettore delle mucche
  • Hrishikesha, Signore dei sensi
  • Keshava, colui che ha i capelli soffici, fini e lunghi, o il vincitore del mostro Keśi
  • Krsna, l'Infinitamente Affascinante
  • Mana Mohana o Manohara, Colui che affascina la mente
  • Ghiridhara o Govardhanodhara, Colui che sostiene il monte Govardhana
  • Madhava, Colui che distrugge l'illusione, l'ignoranza o sposo della dea della fortuna
  • Madhusudana, Uccisore del demone Madhu, simbolo dell'ego
  • Radha Lola, Amato da Radha
  • Radhavallabh, Amato da Radha
  • Maheśvara, il Maestro assoluto
  • Murari, distruttore del demone Mura
  • Murali Manohara, Colui che rapisce la mente col flauto
  • Murali Dhara, Colui che regge il flauto
  • Murali Gana Lola, Incantevole suonatore di flauto
  • Mukunda, Colui che dona la Liberazione
  • Nandalal, Amato figlio di Nanda
  • Nanda Kishora, Puledrino di Nanda (termine affettivo)
  • Navanita Chora, Ladro di burro (allude ai suoi Lila, o Giochi Divini)
  • Panduranga, Guida dei Pandava, o immacolato
  • Puruşottama, la Persona Suprema o il Padre di tutti gli esseri
  • Rãma, fonte inesauribile di felicità
  • Vişņu, il sostegno di tutto ciò che esiste
  • Yajnapati, il beneficiario e il maestro di tutti i sacrifici
  • Yogeśvara, il maestro di tutti i poteri o il maestro di tutti gli yoga

[modifica] Bibliografia

  • Alain Daniélou , Miti e dèi dell'India, 2002, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

[modifica] Voci correlate

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