Guarigione del cieco nato
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La Guarigione del cieco nato è uno dei miracoli attribuiti a Gesù. Questo miracolo è raccontato dal Vangelo secondo Giovanni: 9,1-41.
Indice |
[modifica] Racconto del miracolo
Vedendo un cieco tale fino dalla nascita, i discepoli chiedono a Gesù se è per colpa sua o per colpa dei suoi genitori che egli è in quella situazione. Gesù risponde:
« Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. » (Giovanni 9,3) |
Viene poi descritto propriamente il miracolo:
« Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Siloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. » (Giovanni 9,6-7) |
A questo punto vengono raccontate tutte le reazioni al miracolo:
- la gente: dimostra curiosità e meraviglia al fatto accaduto[1];
- i farisei: non vogliono credere al miracolo perché è stato fatto in giorno di sabato e, secondo le loro credenze, non dovevano essere compiuti miracoli di sabato[2];
- i genitori del cieco: per paura si dichiarano estranei al miracolo e dicono di non sapere come sia avvenuto[3];
- il cieco (e che ormai non è più cieco): continua a sostenere che Gesù ha compiuto il miracolo [4]; dopo che è stato allontanato dai farisei [5] esprime la sua fede in Gesù:
« Egli disse: Io credo, Signore!. E gli si prostrò innanzi. » (Giovanni 9,38) |
Da ultimo Gesù trae la sua conclusione:
« Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi » (Giovanni 9,39) |
[modifica] Caratteristiche
Il Vangelo di Giovanni dedica un intero capitolo al presente miracolo. Infatti, a differenza dei Vangeli sinottici, questo vangelo racconta solamente pochi miracoli di Gesù. Raccontando il miracolo vengono analizzati tutti i particolari: antefatti, reazioni dei presenti, conseguenze circa i vari personaggi che intervengono.
Era credenza degli ebrei che una persona portatrice di handicap fosse in tale situazione per colpa di peccato proprio o dei propri parenti. Gesù si dichiara contrario a tale pensiero [6].
I farisei avevano la possibilità di espellere dalla sinagoga: questo significava che l'espluso non poteva più entrare nella sinagoga il giorno di sabato ed era considerato come scomunicato. In questo brano colui che era stato cieco viene cacciato fuori[7].
[modifica] Note
- ^ cfr. Giovanni: 9,8-12
- ^ cfr. Giovanni:
« alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?» » (Giovanni 9,16) - ^ cfr Giovanni: 9,18-23
- ^ cfr Giovanni: 9,24-27
- ^ cfr Giovanni: 9,34
- ^ cfr. Giovanni 9,1-5
- ^ cfr. Giovanni 9,34