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Riforma protestante - Wikipedia

Riforma protestante

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La riforma protestante è il nome dato al movimento religioso, con rivoluzionari risvolti politici, che ha interessato la Chiesa cattolica nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del protestantesimo.

L'origine del movimento è da attribuire al monaco agostiniano Martin Lutero, ma altri protagonisti importanti saranno Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone.

[modifica] Prima della Riforma: rinnovare la fede nel Medioevo

Proprio come molti altri avvenimenti storici, la riforma protestante ha una data di inizio ufficiale, che coincide con l'affissione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero sulla porta della chiesa di Wittenberg, il 31 ottobre 1517.

É possibile vedere dei motivi ripresi nella Riforma nei numerosi movimenti rinnovatori che attraversavano l'Europa tardo medievale, movimenti che, in genere, nascevano da piccoli gruppi della classe borghese e che reclamavano una forma di cristianesimo più austero. Prima di Lutero, infatti, riformatori religiosi quali Jan Hus in Boemia, movimenti ereticali a Orléans, Arras, Monforte, la Pataria di Milano e movimenti spirituali quali i Catari, i Valdesi i Begardi avevano manifestato un modo di professare il cristianesimo diverso da quello praticato dalla chiesa ufficiale.

La riforma protestante era anch'essa nata come movimento dissenziente, ma riuscì ad affermarsi, diffondersi ed imporsi in alcune aree d'Europa perché, diversamente dai movimenti ereticali medievali, ebbe l'appoggio politico ed economico di molti principi, che ne fecero la religione di stato. Il peculiare momento storico in cui Lutero predicò fu fondamentale per la nascita delle chiese protestanti in Europa.

[modifica] La riforma protestante

[modifica] Le cause

La causa occasionale fu la polemica sorta a seguito delle 95 tesi di Lutero pubblicate contro la vendita delle indulgenze in Germania e in altre parti d'Europa. Lutero non appese le tesi sulla cattedrale come forma di protesta contro la chiesa, ma per ricevere da essa dei chiarimenti su nozioni dottrinali poco chiare e contraddittorie.

Le cause reali sono molteplici e spesso intrecciate fra loro:

  1. Tra le cause maggiori vi fu la posizione di Lutero rispetto all'organizzazione ecclesiastica nella diffusione della parola di Dio: le messe all'epoca erano celebrate in latino ed era difficile poter leggere direttamente la Bibbia dato che questa non era tradotta nella lingua volgare (non c'era una Bibbia tradotta in tedesco, in italiano, in francese ecc.) e quindi solo poche persone dotte potevano accostarsi alla lettura delle sacre scritture. Lutero - che era invece favorevole ad un diretto avvicinamento di tutti i fedeli alla Bibbia - nella lettura delle Scritture ravvisò anche molte contraddizioni tra l'operato del clero cattolico e la stessa dottrina cristiana. Sostenendo che la Bibbia era un libro destinato all'uomo e che ogni individuo aveva il diritto di leggerla direttamente (senza l'intermediazione della cerchia ristretta del clero), tradusse la Bibbia in tedesco e, grazie alla coeva invenzione della prima macchina per stampare, ne curò l'edizione in molte copie per la successiva diffusione dapprima in Germania e poi in tutto il mondo. La predicazione di Lutero da un lato riprendeva motivi anticlericali diffusi nella società tedesca ed europea e dall'altro propose in modo convincente e vigoroso un nuovo modo di vedere il rapporto con Dio e la Chiesa che la scrittura stessa insegnava, soprattutto attraverso una lettura rinnovata delle epistole di San Paolo. Seppe anche avvalersi di collaboratori come Filippo Melantone, umanisti e tendenzialmente conservatori, che evitarono estremismi che avrebbero reso il protestantesimo poco gradito ai principi e alle città che ne furono i promotori. A causa delle 95 tesi esposte da Martin Lutero egli stesso fu perseguitato dalla chiesa cattolica che cercava in tutti i modi di eliminarlo, ragione per cui egli ricevette protezione da alcuni principi tedeschi.
  2. Altra causa fu la rilassatezza della gerarchia ecclesiastica cattolica che perseguiva obbiettivi economici e di potere anziché dedicarsi all'individuo. Al tempo le cariche ecclesiastiche potevano essere cumulate per beneficiare di più rendite e senza che a queste corrispondesse effettivamente lo svolgimento di un ministero ecclesiastico. Al beneficium spesso non corrispondeva l'officium. La predicazione era il più delle volte affidata agli ordini mendicanti, mentre vescovi e abati dei grandi monasteri erano spesso membri di famiglie di nobili che si disinteressavano dell'aspetto religioso dell'amministrazione delle diocesi. Ciò indebolì la reazione religiosa, più che quella politica, alle critiche teologiche di Lutero verso l'organizzazione ecclesiastica.
  3. La chiesa possedeva vasti territori e riscuoteva decime. I nobili passati al protestantesimo potevano secolarizzare queste proprietà e prenderne possesso, rendendole ereditarie. Fu in questo modo che ad esempio si costituì il nucleo della Prussia, con la secolarizzazione dei territori dell'Ordine Teutonico dopo che il Gran maestro Albert di Hohenzollern passò al luteranesimo.
  4. A tutto questo si intrecciò il fattore politico. Il Sacro Romano Impero era un organismo complesso, costituito dall'imperatore, al tempo Carlo V, che doveva regnare con il consenso dei principi e dei feudatari. La religione divenne un importante elemento in questo equilibrio precario, a sua volta in relazione con il papato, con le altre monarchie europee e minacciato dalla Turchia nelle frontiere sud orientali.

[modifica] Martin Lutero

L'inizio della riforma viene tradizionalmente fatto coincidere con la pubblicazione, il 31 ottobre 1517, da parte di Lutero, delle 95 Tesi sulle indulgenze a Wittenberg in Sassonia, in cui si criticava l'abuso di questa usanza da parte dei predicatori a lui contemporanei, senza peraltro mettere in discussione la struttura tradizionale della Chiesa cattolica.

Lo scalpore suscitato dalle Tesi e la denuncia da parte dell'arcivescovo Alberto di Hohenzollern, banditore dell'indulgenza, fece sì che Lutero venisse chiamato a Roma a discutere le Tesi. Lutero, grazie alla protezione dell'Elettore di Sassonia Federico, ottenne che le tesi venissero discusse in Germania. Ebbe quindi diverse discussioni con teologi, fra cui Johannes Eck nel 1518, che lo confermarono sempre più nelle sue opinioni, che nel frattempo diventavano più nette: la Bibbia era la sola autorità, e la salvezza era dovuta alla sola fede.

La rottura definitiva con Roma avvenne nel 1519, quando Leone X emanò la bolla Exsurge Domine nella quale si richiedeva a Lutero di ritrattare le sue dottrine entro 60 giorni. Lutero reagì dando fuoco alla bolla e bruciando anche i libri di diritto canonico, simbolo dell'autorità romana. La sentenza definitiva da parte del papa fu la scomunica del 1520.

Le opinioni di Lutero vennero ampliate in tre importanti scritti del 1520: La libertà del cristiano, La cattività babilonese della Chiesa, Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca.

Compare anche l'altro fattore fondamentale per la diffusione della riforma: l'appoggio ricercato nel potere politico, che troverà in Lutero il modo per eliminare il legame fra Roma e principi tedeschi e anche di poter secolarizzare i beni ecclesiastici, che diventavano proprietà del principe o, nelle città, acquistati dai borghesi.

Carlo V, d'accordo con il papa, fece un nuovo tentativo di conciliazione, invitando Lutero alla Dieta di Worms (1521). Nuovamente il riformatore rifiutò di ritrattare le proprie affermazioni. L'imperatore, che si era impegnato nei suoi confronti con un salvacondotto, decise comunque di metterlo al bando dell'Impero con un editto.

L'Elettore Federico III di Sassonia organizzò allora un finto rapimento e lo fece portare al castello di Wartburg (1521–1522) per proteggerlo. Qui Lutero si dedicò alla traduzione della Bibbia in tedesco.

[modifica] Motivi della Riforma

Un'attenta analisi storica conduce ad evidenziare come Martin Lutero non avesse l'intenzione di creare un movimento religioso ereticale né volesse - almeno inizialmente - giungere allo "strappo" con Roma: ripercorriamo i fatti, così come si sono succeduti.

Quando il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, poiché egli non si considerava un eretico rifiutò la richiesta del legato invocando la protezione del papa contro i calunniatori e i nemici: fino a quel momento Lutero non aveva mai auspicato una frattura del mondo cristiano, tutti gli scritti di quel periodo dimostrano un chiaro intento di riformare dall'interno la dottrina della Chiesa, che ai suoi occhi aveva smarrito la missione assegnatale da Cristo. Verso la fine del 1518 fu inviato a Wittenberg il giovane sassone Karl von Miltitz, parente del principe Federico, con l'incarico di convincere Lutero a rinunciare alla polemica pubblica; in cambio il papato avrebbe garantito il silenzio degli avversari di Lutero in Germania. Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato Istruzione su alcune dottrine (1519). La tregua formale non durò che qualche mese giacché le università cattoliche della Germania continuarono ad attaccare l'opera di Lutero e dei suoi seguaci, i quali replicavano per iscritto o partecipando a dispute teologiche in luoghi prestabiliti. Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a Lipsia nel febbraio del 1519 tra Lutero e un professore proveniente da Ingolstadt, Johann Eck. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione da parte di Lutero di condividere alcuni punti della dottrina hussita. Ciò fornì al papato il capo di imputazione necessario per la condanna di Lutero giacché cento anni prima il Concilio di Costanza aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche. Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis, ma il chiarimento non sortì alcun concreto effetto. Nel gennaio del 1520 si riunì a Roma il primo concistoro contro Lutero, ed in giugno fu emanata la bolla Exsurge Domine che intimava a Lutero di ritrattare ufficialmente le sue posizioni o di comparire a Roma per fare altrettanto, pena la scomunica: infine, il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero, l'accusa era di eresia hussita, mentre Lutero continuava la sua opera teologica pubblicando nuovi scritti che invocavano la pace e la separazione delle faccende temporali da quelle spirituali, in conformità con le teorie agostiniane che Lutero non rinnegò mai.

[modifica] La dottrina luterana e le sue conseguenze

Per approfondire, vedi la voce Luteranesimo.

Il luteranesimo prevede un diverso approccio delle Sacre Scritture rispetto alla chiesa cattolica, nel senso che le dottrine della chiesa devono essere verificate dalla bibbia.

Nel periodo medievale, la morte era continuamente in agguato e per l'uomo del tempo la preoccupazione principale era come salvare la propria anima. Anche Lutero ebbe tale preoccupazione e la superò elaborando sulla sua esperienza la teoria della giustificazione per fede, ossia in pratica l'uomo può salvare la sua anima avendo fede in Gesù Cristo e negando valore salvifico alle opere buone.

Altro punto della Riforma Protestante era la lettura diretta delle Sacre Scritture. Lutero notava che al suo tempo i preti non erano preparati dal punto di vista teologico e molti di essi si limitavano a recitare, non senza imperfezioni, frasi in latino. Al popolo non era permesso leggere la Bibbia, essendo questa letta in latino dal sacerdote e da quest'ultimo spiegata ad essi. Lutero provvide a tradurre la Bibbia dall'ebraico e dal greco al tedesco. Sebbene non fu il primo (esistevano numerose traduzioni cattoliche in tedesco prima di Lutero), la sua versione della Bibbia fu la più importante in lingua tedesca.

In merito all'Eucaristia, che Lutero chiamava "Sacramento dell'Altare" o "Santa Cena", egli negava la transustanziazione, presenza reale di Gesù mediante la trasformazione di pane e vino in corpo e sangue di Cristo, affermando invece la consustanziazione, presenza reale di Gesù insieme al pane e al vino. In merito alla Santa Cena, la cui liturgia era celebrata nella lingua del popolo ma parzialmente anche in latino, non vi è uniformità di vedute da parte degli altri protestanti.

La Riforma negò che ci potessero essere altri intermediari tra l'uomo e Dio al di fuori di Gesù Cristo. Ne consegue il rifiuto di venerazione dei santi, di Maria, e del ruolo intercessore della chiesa. La riforma nega che il cristianesimo possa avere come capo una persona, avendo come unico capo Gesù Cristo. L'organizzazione delle chiese luterane era basata su tre modalità: quella episcopale, quella presbiterio-sinodale, in cui il principe rivestiva il ruolo di episcopo nel suo territorio.

Le dottrine della chiesa devono essere verificate dalle Sacre Scritture: non sono più necessari intermediari per la salvezza, viene quindi ridimensionata la gerarchia ecclesiastica e restano, come sacramenti il battesimo, (viene mantenuta parzialmente anche la confessione), l'eucarestia, nella quale si riafferma la presenza reale ma si nega ( o si riduce ad opinione privata) la transustanziazione, in favore della consustanziazione. Gli altri sacramenti tradizionali, come il matrimonio o l'ordine sacro non sono aboliti ma considerati riti al di fuori dell'ambito ecclesiastico.

[modifica] La Riforma fuori dalla Germania

[modifica] In Inghilterra: l'indipendenza dell'anglicanesimo

Per approfondire, vedi la voce Scisma anglicano.

La Riforma di Enrico VIII fu inizialmente uno scisma dalla Chiesa di Roma, più che una vera e propria riforma di tipo teologico. Vennero soppressi i monasteri per redistribuire le terre e i beni ai nobili inglesi (vedi dissoluzione dei monasteri in Inghilterra).

Enrico VIII sanzionò questa separazione con importanti prese di posizione a difesa della Nazione, reagendo con pugno fermo contro i dissidenti.La spaccatura, inizialmente per nulla condivisa da Enrico divenne poi una vera e propia necessità, in quanto il papa non gli concesse dei privilegi, quindi decise di protestare e prendere parte alla riforma. Fra i cattolici venne condannato a morte il filosofo e Cancelliere Tommaso Moro (1535). Fu con la morte di Enrico VIII, sotto i suoi figli, Edoardo VI ed Elisabetta I che la Chiesa Anglicana ebbe un indirizzo più marcatamente Riformato accogliendo idee luterane e calviniste. Edoardo VI (1547 –1553) successe al padre a soli sei anni quando i suoi ministri consolidarono la dottrina. Gli successe la sorellastra (Enrico VIII ebbe sei mogli) Maria I d'Inghilterra detta anche Maria la Cattolica (1553 –1558) che tentò di ripristinare la fede cattolica, perseguitando e sterminando i sudditi che avevano aderito alla riforma, guadagnandosi il soprannome di Maria la Sanguinaria. Sposò Filippo II, re di Spagna (figlio di Carlo V) ed appoggiò il marito nella guerra contro Enrico II perdendo Calais (1558). Morì in quello stesso anno. Le successe la sorellastra Elisabetta I (1558 – 1603), nemica del papato e della Spagna e favorevole a una Inghilterra libera ed indipendente da autorità esterne di qualsiasi tipo. Ella ripristinò l'atto di supremazia e diede alla Chiesa Anglicana un ordinamento definitivo.

[modifica] Nell'Europa del Nord

Nel 1527 il re di Svezia Gustavo I Vasa aderì alla riforma luterana, confiscò i beni ecclesiastici e si fece riconoscere dalla Dieta svedese capo della Chiesa nazionale.

In Danimarca e Norvegia, il re Cristiano III di Danimarca adottò il Luteranesimo come religione di stato dopo il sanguinoso colpo di stato del 12 agosto 1536 (i cui metodi furono biasimati da Martin Lutero). Il luteranesimo fu poi da lui esteso anche all'Islanda: in parte nel 1541, quando il vescovo cattolico di Skálholt fu catturato da forze danesi, e totalmente nel 1550, in seguito alla decapitazione dell'ultimo vescovo cattolico, Jón Arason.

[modifica] In Italia

Per approfondire, vedi la voce Riforma protestante in Italia.

La riforma in Italia fu altrettanto presente come negli altri stati europei, ma qui ebbe particolari caratteristiche. Innanzitutto si affermò nelle classi colte, imbevute dello spirito umanistico e laico del Rinascimento, che vedevano nella riforma, soprattutto legata allo Zwingli e a Calvino, un'affermazione della classe borghese rispetto al tradizionalismo della chiesa romana. Il movimento prese piede anche tra il clero sia con posizione estremiste sia con posizioni moderate.

Nel corso del XVI secolo si diffusero in Italia diversi circoli di simpatizzanti protestanti, fra i più importanti quelli di Venezia, Napoli e Ferrara. In pratica l'idea dell'Italia come "isola immune" dalla riforma religiosa del XVI secolo, è stata scardinata dalla critica storica recente ed ha rivelato un movimento religioso peculiare e molto diverso dall'intransigentismo tedesco.

Col procedere della reazione della Chiesa romana e con la Controriforma. Il movimento uscì dalle ristrette cerchie intellettuali e elitarie e si propose alle masse mediante la predicazione di alcuni frati, soprattutto agostiniani, che, col procedere del Concilio di Trento, si ritrovarono via via ad appartenere a posizioni "eretiche".

Con la chiusura del Concilio di Trento e con la definitiva condanna di posizioni altrimenti moderate e, quindi, con la conseguente posizione intransigente dalla Chiesa, un numero abbastanza elevato di intellettuali e di rappresentanti ecclesiastici emigrarono in altri paesi dove tentarono di professare più o meno liberamente la loro fede. Fra questi è da ricordare l'antitrinitario Lelio Sozzini, anche per il fatto di aver dato nome a un movimento.

Fu preferita come destinazione la città di Ginevra, dove, al contrario, non era diffusa la tolleranza religiosa, per cui alcuni Italiani vennero condannati al rogo paradossalmente dagli stessi Calvinisti.

Chi restava in Italia, invece, si vide costretto ad aderire a posizioni nicodemite, cioè a professare il proprio credo religioso interiormente ma ad apparire, esternamente, come un cattolico per non essere soggetto a persecuzioni. Un esempio era in Renata di Francia presso la corte dei Gonzaga.

Di questo movimento storico non esiste più traccia nell'Italia attuale se non per i Valdesi, movimento riformato medievale diffuso soprattutto nella Val Pellice, che nel XVI secolo aderirono al protestantesimo ispirandosi ai calvinisti ginevrini.

Determinante per la diffusione della fede evangelica in Italia è stata la traduzione della Bibbia di Giovanni Diodati.

[modifica] Quadro storico

[modifica] Bibliografia

  • Alister E. McGrath, Il pensiero della Riforma, Claudiana, Torino 1989, 2000
  • Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell'Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 1997
  • Giorgio Tourn, I protestanti. Una rivoluzione, Claudiana, Torino 1993

[modifica] Voci correlate

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