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Matrimonio - Wikipedia

Matrimonio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando significati specifici del termine "matrimonio", vedi matrimonio (disambigua).
Sposalizio della Vergine, Raffaello (1504).
Sposalizio della Vergine, Raffaello (1504).

Nella maggior parte delle culture il matrimonio è un legame fra un uomo e una donna allo scopo di formare una famiglia. Si parla in questo caso di matrimonio eterosessuale e monogamo, ma vi sono, ed hanno avuto relativa diffusione, anche matrimoni poligami, nei quali il legame riguarda più di due persone, e matrimoni omosessuali o gay, nei quali i contraenti appartengono al medesimo genere sessuale.

L'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma:

  1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
  2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
  3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

In Italia è ancora aperto il dibattito circa il riconoscimento giuridico e la tutela di unioni simili al matrimonio, già presenti in alcuni tra i paesi occidentali. La concessione dei diritti e le agevolazioni previste per le coppie eterosessuali e sposate viene con queste formule allargata anche ai conviventi, in modo pressoché identico ed in generale, spesso indipendentemente dal sesso di ciascuno di essi.

Indice

[modifica] Etimologia

La parola "matrimonio", secondo una visione diffusa, viene dal latino matri munus, "compito della madre", ovvero anche matrem munere, "proteggere la madre". L'etimologia indicherebbe una relazione diretta tra l'alleanza d'amore dei due (uomo e donna nel contesto originario) e il compito della maternità/paternità che da essa scaturisce.

In ogni caso, l'utilizzo del termine con riferimento all'unione nuziale si sviluppò con il diritto romano nel quale si diede riconoscimento e corpo al complesso delle situazioni socio-patrimoniali legate al matrimonium.

[modifica] Definizione, motivazioni e funzione

[modifica] Definizione di "matrimonio"

Le definizioni del matrimonio variano storicamente sia fra le culture che all'interno delle culture medesime. In ogni caso esso ufficializza e stabilizza, in termini giuridici o religiosi, una relazione fra due individui di sesso differente (un uomo ed una donna), che potrebbero anche già aver contratto questo legame. Le motivazioni che portano all'ufficializzazione formale di una relazione sono di vario genere e solitamente non uniche: motivazioni sentimentali e/o sessuali (approvate socialmente), motivazioni economiche (patrimoniali) e/o politiche, motivazioni religiose.

[modifica] Effetti del matrimonio

Il matrimonio ha effetti sull'economia dei soggetti interessati (che presso la maggior parte delle società, con esso, costituiscono un "nucleo familiare"), sulla condizione giuridica e sociale dei figli e dei coniugi.

[modifica] Scopo del matrimonio

Il fine del matrimonio è oggetto di acceso dibattito in molte culture: secondo alcuni il matrimonio dovrebbe essere ristretto alle unioni tra un uomo e una donna i quali possono generare figli per poi educarli ed introdurli nella società, mentre secondo altri, che non riconoscono la finalità biologica come primaria preferendo dare priorità ai valori emotivi individuali, la finalità dovrebbe individuarsi nell'esigenza di ottenere rispetto formale e sociale per i contenuti sentimentali dei coniugi. Secondo quest'ultima linea si dovrebbero considerare matrimoni di pari dignità anche le unioni omosessuali ed altri tipi di unione.

[modifica] Il matrimonio e la famiglia

Per approfondire, vedi la voce famiglia (società).

Il concetto di matrimonio è legato a quello di famiglia: i due coniugi formano un nucleo familiare che spesso in seguito si espande con i figli.

Il matrimonio è stato tradizionalmente un prerequisito per creare una famiglia, che solitamente costituisce un mattone costruttivo di una comunità o società. Perciò, il matrimonio non solo serve gli interessi di due individui, ma anche gli interessi dei loro figli e della società di cui fanno parte.

Nell'occidente la famiglia nucleare, intesa come comunità in cui vivono i due sposi con i loro figli, è sempre stata la forma più comune, riconosciuta già nel diritto romano.

La maggior parte delle società non occidentali ha una definizione più ampia di famiglia, che comprende una rete familiare estesa e comprendente persone di diverso genere. In alternativa i coniugi possono essere senza figli per infertilità o per scelta.

[modifica] Diritti e doveri

Il matrimonio conferisce diritti e doveri circa la nascita di bambini, le proprietà, i legami di parentela, l'appartenenza tribale, le relazioni con la società, l'eredità, e anche in relazioni più private quali il comportamento sessuale, l'intimità e l'amore.

Il matrimonio talvolta: stabilisce il padre legale del figlio di una donna; stabilisce la madre legale di un uomo; dà il controllo al marito o alla sua famiglia della sessualità, lavoro e/o proprietà della moglie; dà il controllo alla moglie o alla sua famiglia della sessualità, lavoro e/o proprietà del marito; stabilisce proprietà comuni a favore dei figli; stabilisce una relazione tra le famiglie del marito e della moglie. Nessuna società fa tutte queste cose contemporaneamente; nessuna di queste è universale (vedi l'articolo di Edmund Leach in "Marriage, Family, and Residence," edito da Paul Bohannan e John Middleton).

[modifica] Regolazione dei rapporti sessuali

Nel mondo ebraico, musulmano o cristiano cattolico, ma anche in altre società con diverse matrici culturali e religiose, il matrimonio è per tradizione un prerequisito per i rapporti sessuali, finalizzate comunque alla legittimazione di una prole in grado di ereditare il patrimonio familiare: si suppone che persone non sposate non debbano avere pratiche sessuali (in tal caso definite fornicazione) al di fuori del matrimonio e tale pratica è socialmente scoraggiata o addirittura criminalizzata. In alcuni casi vengono prese misure precauzionali estreme, soprattutto nei confronti delle donne, come l'infibulazione.

Nella maggior parte degli Stati occidentali buona parte della popolazione accetta da tempi relativamente recenti praticare sesso o formare famiglie al di fuori del matrimonio. È anche considerato normale accettare il matrimonio religioso in caso di gravidanza della donna.

Il sesso con una persona sposata diversa dal proprio coniuge, detto adulterio, è nella maggior parte delle società meno accettabile e rimane in molti casi comportamento biasimato e talora criminalizzato.

[modifica] Il riconoscimento del matrimonio

Lungi dal limitarsi a questione privata fra i coniugi, il matrimonio è storicamente sempre registrato come atto pubblico, momento di formalizzazione pubblica verso i terzi e verso le istituzioni dell'unione coniugale. Diverso è ovviamente il tipo di riconoscimento, di registrazione, di presa d'atto dagli ordinamenti giuridici e dalle comunità religiose, originandosi in questa differenza una sostanziale diversità di considerazione.

Le coppie solitamente cercano il riconoscimento sociale del loro matrimonio, e molte società richiedono l'approvazione ufficiale da parte di un ente religioso o civile. I sociologi distinguono così tra una cerimonia di matrimonio condotta in base ad una religione e a matrimonio civile, sancito dallo stato.

Il matrimonio, nella maggioranza delle società, è un istituto giuridico e può assumere rilevanza anche nella religione: in alcuni culti ha anche valore di sacramento, e comunque in genere rappresenta un momento di notevole importanza per i fedeli interessati e per la comunità religiosa di riferimento. Si parla pertanto di matrimonio civile in relazione al rito celebrato ai soli fini giuridici, e di matrimonio religioso o confessionale quando il rito sia celebrato da un ministro del culto. In alcuni ordinamenti giuridici è previsto il riconoscimento (talvolta meramente ricettizio) del rito religioso, cui possono attribuirsi effetti civili (spesso a condizione che sia richiesto).

Il modo in cui un matrimonio viene sancito è cambiato nel tempo, così come l'istituzione stessa del matrimonio.

In molte giurisdizioni la cerimonia del matrimonio civile può aver luogo durante la cerimonia del matrimonio religioso, sebbene si tratti di due entità distinte. Nella maggior parte degli stati occidentali il matrimonio può essere celebrato da un sacerdote, ministro o autorità religiosa; in tal caso l'autorità religiosa agisce simultaneamente come autorità religiosa e come ufficiale dello stato. È quanto avviene anche in Italia con l'istituto del matrimonio concordatario, per cui la semplice celebrazione cattolica può avere anche gli effetti civili (attraverso la sua trascrizione). In alcuni paesi come la Francia, la Germania e la Russia, è necessario essere sposati dallo stato prima di avere una cerimonia religiosa.

Alcuni stati ammettono matrimoni civili che non sono ammessi in molte religioni, come i matrimoni omosessuali o le unioni civili e il matrimonio può essere anche non formalmente celebrato ma sancito per legge come nei matrimoni di fatto (common-law marriage) o matrimoni informali, un istituto storicamente presente in molte culture che prevede un riconoscimento formale degli effetti del matrimonio per coppie che vivono insieme anche senza la celebrazione effettiva del rito. Vi sono viceversa esempi di persone che celebrano un rito religioso che non è civilmente riconosciuto. Tali esempi comprendono le vedove che perderebbero il diritto alla pensione nel caso si risposino e scelgono un rito solo religioso, coppie omosessuali, alcuni gruppi di Mormoni che ammettono la poligamia, coppie in pensione che perderebbero i benefici se legalmente sposate, uomini musulmani che desiderano praticare la poligamia che è ammessa sotto alcune condizioni nell'Islam e immigrati che non vogliono far sapere alle autorità che si sposano o per la sposa che lasciano in patria o per la complessità delle leggi dell'immigrazione che possono rendere difficile la visita delle spose con un visto turistico.

Di pari passo con le diverse concezioni sociali di matrimonio, vanno i suoi diversi riconoscimenti legali nei vari paesi per effetto dell'assunzione negli ordinamenti dei canoni sociali. Nei tempi moderni, il termine matrimonio viene generalmente riservato a un'unione approvata dallo stato. La locuzione legalmente coniugato/a può essere usata per enfatizzare questo aspetto.

[modifica] Il matrimonio nella legge italiana

Per approfondire, vedi le voci matrimonio (diritto) e diritto di famiglia.

Nell'ordinamento giuridico italiano la materia è regolata dal cosiddetto "Diritto di famiglia".

La Costituzione italiana dedica alla famiglia tre articoli (collocati all'interno del Titolo II intitolato "Rapporti etico-sociali").

L'art. 29 stabilisce che

"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare".

L'art. 30 stabilisce che

"È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità".

L'art. 31 stabilisce che

"La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo".

[modifica] Storia del matrimonio in Europa

[modifica] Il matrimonio nella Roma antica

Il diritto romano obbligava alla monogamia, mentre ammetteva la prostituzione, il concubinato, il sesso extraconiugale, il sesso omosessuale e il sesso con gli schiavi.

All'origine il matrimonio non era basato su alcun rito, era sufficiente la convivenza cum affectione a sancire legalmente l'unione.

Fu con gli ordinamenti dell'antica Roma che, almeno fra le culture mediterranee, ebbe diffusione un criterio distintivo della famiglia "legalizzata" dal rito pubblico, originandosi una sperequazione, non disgiunta da una qualche riprovazione sociale, nei confronti dei "figli naturali" e di quelle che con espressione dei nostri giorni si potrebbero chiamare "unioni di fatto". Col diritto romano la coppia di coniugi veniva distinta, attraverso il rito di pubblica valenza, come una famiglia, centro di imputazione di una raggiera di diritti e di obblighi, tanto fra i coniugi che fra questi ed il mondo esterno, la posizione dei figli situandosi in dipendenza di quella dei legittimi genitori. L'individuazione a fini sociali della famiglia rifletteva tanto l'esigenza di ordinare la materia, quanto il retaggio delle molte variegate formule già in uso presso culture o religioni precedenti l'era romana.

La formula matrimoniale latina, nella sua estrema concisione, "Ubi tu Gaius, ego Gaia", sintetizza la condizione della donna che la pronunziava e che con questa dichiarazione si sottometteva alla potestas del marito, contestualmente lasciando quella del pater familias, venendone ascritta al complesso dei beni disponibili.

È ben nota la definizione del giurista romano Modestino, secondo cui nuptiae sunt coniunctio maris et feminae et consortium omnis vitae, divini et humani iuris communicatio ("le nozze sono l'unione tra uomo e donna implicante un consorzio di tutta la vita, retta dal diritto divino e umano").

Il matrimonio romano era organizzato dai padri dei futuri sposi, che facevano conoscenza solo al momento del loro fidanzamento (in occasione del quale il giovane promesso sposo offriva del pane). Il matrimonio faceva parte dei doveri del cittadino romano.

La data della cerimonia e il suo svolgimento erano soggetti ai presagi degli auguri, come lo erano tutte le azioni della vita di un Romano.

La sposa era vestita di bianco, coperta dal velarium flammeum, velo di colore arancio, e incoronata di una corona di fiori.

Le justae nuptiae (giuste nozze) erano tuttavia riservate ai soli cittadini romani; era questo l'unico matrimonio riconosciuto dal diritto. In tutti gli altri casi, (un cittadino e una non-cittadina, o una schiava) il matrimonio non era riconosciuto, e i bambini nati da tali unioni erano illegittimi. Gli sposi dipendevano allora dalla giurisdizione del loro paese d'origine. Nel caso degli schiavi, il loro padrone poteva accordargli il contubernium, unione senza valore giuridico, così come poteva romperlo.

[modifica] Il matrimonio nell'alto medioevo

Una scena del matrimonio della Vergine in un affresco medievale.
Una scena del matrimonio della Vergine in un affresco medievale.

La cristianizzazione dell'impero romano e le successive invasioni barbariche modificarono tali pratiche.

Il modello "un uomo-una donna" per il matrimonio cristiano fu difeso da Sant'Agostino (354-439) con la sua lettera Il buono del matrimonio. Per scoraggiare la poligamia, egli scrisse "era permesso tra padri antichi: se è permesso anche ora, io non vorrei pronunciarmi frettolosamente. Perché non c'è ora necessità di generare figli, come c'era allora, quando, anche se le mogli portavano figli, era permesso, al fine di avere una posterità più numerosa, sposare altre mogli, cose che ora certamente non è legale" (capitolo 15, paragrafo 17). I sermoni dalle lettere di S. Agostino furono popolari ed influenti. Nel 534 l'imperatore romano Giustiniano condannò il sesso al di fuori di quello dei confini matrimoniali tra uomo e donna. Il Codice Giustiniano fu la base della giurisprudenza europea per un millennio.

Il matrimonio divenne una cerimonia privata, che si svolgeva al domicilio della futura sposa, e dava luogo a dei ricongiungimenti familiari. Talvolta era impartita una benedizione, ma senza che essa avesse valore ufficiale. Il matrimonio era un mutuo contratto, scritto e firmato. Veniva sancito dalla reciproca promessa verbale della coppia che sarebbero stati sposati l'un l'altra; la presenza di un sacerdote o di altri testimoni non era richiesta se le circostanze la impedivano. Questa promessa era conosciuta come il "verbum".

In seguito, con il declino dell'impero romano, l'abitudine di firmare uno scritto scomparve progressivamente, lasciando il posto a numerosi abusi: solo dei testimoni (della cerimonia, o della vita coniugale), ormai, potevano giustificare l'esistenza dell'unione.

Allo stesso modo, i matrimoni «segreti», i «ratti» (senza il consenso dei genitori della ragazza) e i divorzi divennero frequenti. Si conosce, ad esempio, il caso del rapimento di Matilde da parte di Guglielmo il Conquistatore, e le 5 spose e la mezza dozzina di concubine di Carlo Magno.

[modifica] Il matrimonio nel basso medioevo

Con il concilio Lateranense IV nel 1215, la Chiesa cattolica regolamentò ufficialmente il matrimonio per la prima volta:

  • impose l'uso delle pubblicazioni (per evitare i matrimoni clandestini)
  • fu istituito il matrimonio come sacramento
  • per evitare i divorzi, il matrimonio fu legalmente reso indissolubile, salvo per morte di uno dei due coniugi
  • fu richiesto il consenso libero e pubblico degli sposi, da dichiarare a viva voce in un luogo aperto (contro i ratti e le unioni combinate)
  • fu imposta un'età minima per gli sposi (per evitare il matrimonio di bambini, e in particolare di ragazze molto giovani),
  • fu regolamentato l'annullamento del matrimonio in caso di violenze sulla persona, rapimento, non consumazione, matrimonio clandestino ecc.
  • fu necessario il battesimo, affinché il matrimonio fosse stato considerato "validum"

Tale concilio fissò delle regole largamente riprese in seguito nel matrimonio civile, istituito in Francia nel 1791 durante la rivoluzione francese.

[modifica] Il matrimonio nell'era moderna

Con la riforma protestante negli stati in cui il sovrano, secondo il principio del cuius regio eius religio, aveva scelto la confessione cristiana riformata, il compito della registrazione dei matrimoni e della loro regolamentazione passò allo stato. Dal Seicento molti dei paesi europei protestanti videro una pesante presenza dello stato nel matrimonio.

Negli stati cattolici furono invece riconosciuti i pronunciamenti del Concilio di Trento, che rinforzò la regolamentazione del sacramento del matrimonio: celebrazione davanti ad un parroco e a dei testimoni, obbligo per gli sposi di registrare la propria unione in un registro conservato nella parrocchia, divieto di coabitazione al di fuori del matrimonio (per evitare il concubinato e i figli illegittimi).

[modifica] Il matrimonio nell'era contemporanea

In Europa erano di solito gli uffici ecclesiastici a rendere ufficiali i matrimoni con la loro registrazione agli effetti civili. Avvenne perciò un passo significativo verso una chiara separazione tra chiesa e stato e un indebolimento del ruolo delle chiese cristiane in Germania, quando il Cancelliere Otto von Bismarck introdusse lo Zivilehe (matrimonio civile) nel 1875. Questa legge rese la dichiarazione del matrimonio davanti ad un ufficiale dell'amministrazione civile (affermando entrambi gli sposi la volontà di sposarsi) la procedura per rendere un matrimonio legalmente valido e ridusse il matrimonio religioso ad una mera cerimonia privata.

[modifica] Il matrimonio ai nostri giorni

Molte delle assunzioni della società riguardo la natura e lo scopo del matrimonio e della famiglia sono cambiate e stanno ancora cambiando. A differenza di quanto avveniva in passato il matrimonio non è più una tappa obbligata nella vita dell'individuo. L'istituto legale del divorzio permette di sciogliere il vincolo matrimoniale. I gruppi di sostegno dei diritti degli omosessuali, infine, appoggiano l'apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso.

Dalla seconda guerra mondiale l'occidente ha visto forti crescite del numero di divorzi, del numero delle convivenze senza matrimonio, del numero di persone non sposate, del numero di bambini nati fuori dal matrimonio e pure una crescita nel numero di adulteri. È di fatto emerso un sistema che può essere chiamato di monogamia seriale. Il matrimonio è evoluto da un patto a vita che può essere rotto solamente per colpa o morte, a un contratto che può essere rotto da ogni parte su richiesta. Tra le altre variazioni avvenute nel matrimonio occidentale dalla prima guerra mondiale vi sono:

  1. Diversamente dal XIX secolo, la donna, non l'uomo, ottiene l'affidamento dei figli in oltre l'80% dei casi di divorzio.
  2. Entrambi i coniugi hanno il dovere formale di sostegno al coniuge (non più solo il marito).
  3. I figli nati fuori dal matrimonio hanno gli stessi diritti di sostegno dei figli legittimi.
  4. Nella maggior parte degli stati lo stupro all'interno del matrimonio viene punito legalmente.
  5. Il marito non può più punire fisicamente la propria moglie.
  6. Le proprietà acquisite dopo il matrimonio non appartengono al solo titolare. Queste proprietà sono considerate coniugali e devono essere condivise dai coniugi secondo la legge della comproprietà o un'equa distribuzione giudiziale.

[modifica] Tradizioni legate al matrimonio

Per approfondire, vedi la voce fede nuziale.
Le fedi, simbolo del matrimonio
Le fedi, simbolo del matrimonio

[modifica] Matrimonio combinato

In molte zone del mondo, quando una donna non aveva ancora raggiunto la pubertà il padre organizzava un matrimonio per lei in cambio di una "offerta di matrimonio", anche ad un uomo del doppio della età di lei senza conoscerlo. Il suo marito diveniva quindi il suo guardiano ed ella poteva essere tagliata fuori quasi completamente dalla propria famiglia. La donna aveva poco o niente da dire nelle trattative per il matrimonio, le quali potevano occorrere anche senza che ne venisse a conoscenza.

[modifica] Matrimonio nullo se sterile

Alcune tradizioni ammettevano che una donna che avesse fallito nel dare un figlio potesse essere restituita al padre. Ciò rifletteva l'importanza di avere figli e di estendere la famiglia per protrarre le generazioni.

[modifica] Verginità

Spesso era richiesto che i futuri sposi fossero vergini prima del matrimonio. Una vecchia tradizione in Europa, che sopravvisse nel ventesimo secolo nelle zone rurali del meridione, richiedeva che ciò fosse provato esponendo le lenzuola del letto matrimoniale dopo la prima notte di nozze. L'abito nuziale bianco della sposa sta a indicare la condizione di verginità. Infatti, le donne vedove che si risposano normalmente non hanno l'abito bianco, in quanto è ovvio che non siano vergini. La tradizione dell'abito bianco viene comunque applicata anche nei casi in cui è ben noto a tutti che la sposa non è vergine.

[modifica] Sottomissione della sposa al padre

Alcune antiche tradizioni matrimoniali ancora sopravvivono in qualche forma nelle cerimonie di oggi. Le donne possono ancora essere simbolicamente "date via". Tale è la tradizione secondo la quale il padre della sposa accompagna la sposa all'altare, dove l'attende lo sposo. Se la sposa è orfana, il ruolo del padre viene assunto dal maschio più anziano della sua famiglia.

[modifica] Sottomissione della sposa allo sposo

Alcune spose ancora giurano di "obbedire" ai loro mariti, ed alcuni sposi giurano di "prendersi cura" delle loro mogli. Questi atti non producono effetti giuridici in Occidente. Un marito potrebbe rimuove la giarrettiera della moglie, un simbolo della sua verginità, come simbolo della propria rivendicazione sulla di lei sessualità. Le spose lanciano i loro bouquet di fiori verso un gruppo di donne nubili, che competono per afferrarlo; secondo la tradizione la donna che prende il bouquet avrà la fortuna di essere la prossima a sposarsi.

[modifica] La sposa varca la soglia in braccio allo sposo

Una tradizione molto comune è quella dell'uomo che porta in braccio la sposa oltre la soglia della loro casa. Investigando l'origine di questa tradizione attorno al 100 d.C, Plutarco formulò tre diverse ipotesi. Nella prima sosteneva che l'atto di prendere in braccio la sposa era una messa in scena simbolica del Ratto delle Sabine. In un'altra riteneva simboleggiasse la riluttanza della sposa a perdere la sua verginità, che avrebbe fatto solo sotto costrizione. Nell'ultima suggeriva la fedeltà coniugale - essendo stata portata in casa da suo marito - l'avrebbe lasciata solo nello stesso modo. Questo certamente era inquadrato nel contesto di una cultura patriarcale, nella quale si supponeva che una donna avrebbe potuto lasciare la sua casa solamente quando fosse stata così vecchia che le persone si sarebbero chieste non di chi fosse moglie, ma di chi fosse madre. È anche stato ipotizzato che questa tradizione avesse origine da una credenza romana che fosse di cattivo auspicio per una moglie inciampare entrando nella nuova casa.

Queste tradizioni, sebbene spesso attaccate dalle critiche e dagli studiosi, in ogni caso rimangono parti custodite gelosamente in molte cerimonie, amate sia dalla sposa che dallo sposo.

[modifica] Il matrimonio nel mondo

[modifica] Il mondo occidentale

L'Europa e gli Stati Uniti sono stati fortemente influenzati dalle confessioni cristiane che hanno appoggiato i matrimoni monogami ed eterosessuali ed ostacolato le altre forme. L'occidente cristiano formalmente bandiva la prostituzione, il concubinato, il sesso extraconiugale e il sesso omosessuale.

Negli USA e in Europa nel XXI secolo i soli matrimoni legalmente sanciti sono quelli monogamici (sebbene alcune sacche di società sanciscano socialmente la poligamia, seppure non legalmente) e il divorzio (l'estinzione del matrimonio) è relativamente semplice e socialmente sancito. Nell'Occidente, la visione prevalente verso il matrimonio oggi è che sia basato sull'attaccamento emotivo fra i partner e intrapreso volontariamente, mentre sono banditi i matrimoni combinati.

Un fenomeno economico fiorente è fare ricorso a agenzie matrimoniali per trovare la persona da sposare.

[modifica] Il mondo orientale

Alcune società permettono la poligamia, nella quale un uomo può avere più mogli; tuttavia perfino in tali società la maggior parte degli uomini ha una sola moglie. In queste società avere più mogli è generalmente considerato un segno di ricchezza e di potere.

Lo status delle mogli plurime varia da una società all'altra. Nel mondo musulmano, il matrimonio viene sancito fra un uomo e una donna, ma ci sono versetti nella sura (capitolo) 4 del Corano (la sura "delle donne") che affermano che in certe condizioni di estrema equanimità ad un uomo è consentito avere fino a quattro mogli. In Indonesia, il più grande stato a maggioranza musulmana, è consentito il matrimonio fra un uomo e una donna che professano la stessa fede, mentre agli atei non è consentito sposarsi.

Nella Cina imperiale, il matrimonio formale veniva sancito solo fra un uomo e una donna, sebbene fra le classi superiori si potessero avere in aggiunta più concubine. La moglie primaria era scelta dalle famiglie e la cerimonia nuziale era molto elaborata, mentre le concubine potevano essere prese in seguito con una cerimonia molto semplice. Solamente i figli dell'unione ufficiale erano considerati legittimi. Per controllare meglio la crescita della popolazione, a partire dall'ascesa dello stato comunista sono permesse solamente le relazioni coniugali strettamente monogame, sebbene il divorzio sia un atto relativamente semplice.

[modifica] Nozze combinate

Un matrimonio di convenienza (o 'combinato') è un'unione facilitata da procedure formali da parte di famiglie o gruppi politici. Un'autorità responsabile stabilisce o incoraggia le nozze. L'autorità potrebbe essere costituita dai genitori, dalla famiglia, una figura religiosa o il consenso generale. Le prime due spesso iniziano il processo con la pressione informale e sociale mentre le ultime due cominciano spesso con un sistema od una dichiarazione formale. In entrambi i casi, l'autorità ha un veto vincolante sul matrimonio, e questo sistema è socialmente supportato dal resto della comunità, così che negarlo comporta conseguenze drastiche ed estreme. Una volta dichiarato, un impegno è implicito, che diviene esplicito con una seguente cerimonia formale. Coloro i quali appoggiano le nozze combinate affermano frequentemente che è una tradizione, che si basa sulla morale sociale e che è un bene per le famiglie coinvolte.

Coloro che credono nel matrimonio romantico criticheranno spesso le nozze combinate, considerandole come opprimenti, disumane o immorali. I difensori di questi matrimoni dissentono, riferendosi spesso a culture nelle quali il tasso di successo di queste forme è alto e sostenendo che quasi tutti le coppie imparano ad amarsi e prendersi cura l'uno dell'altro molto profondamente.

Coloro che credono nel matrimonio di convenienza formulano anche delle critiche verso il matrimonio romantico, dicendo che è a breve termine, eccessivamente basato sulla lussuria o immorale. I sostenitori ribattono che è meglio possedere un legame sentimentale prima di prendere un impegno vitalizio.

Le culture che aspirano a creare relazioni dopo che le coppie si sono sposate sono quelle con pratiche istituzionalizzate di matrimoni combinati. Le culture le quali giungono a pensare che le nozze dovrebbero essere provate solamente dopo che una compatibilità di breve termine è stata provata adottano i matrimoni romantici. È opinabile quale dei due metodi sia più corretto o quale idee sul matrimonio siano più giuste: le assunzioni sottostanti sono differenti. Molte critiche dell' "altra" forma di matrimonio sono basate su malintese ipotesi a proposito del matrimonio, fatte da differenti punti di vista culturali e in base a ciò che differenti gruppi di persone ritengono debba essere il matrimonio.

[modifica] Poligamia

Per approfondire, vedi la voce poligamia.

In alcuni paesi, molti dei quali africani o del mondo arabo, si pratica il matrimonio di un uomo con più donne (poliginia), mentre più raramente, ad esempio in alcuni paesi asiatici, si pratica il matrimonio di una donna con più uomini (poliandria). Ancora più raro è un matrimonio collettivo, che somma le caratteristiche della poliginia e poliandria (famiglia punalua).

Le società che permettono i matrimoni di gruppo sono estremamente rare, ma sono esistite nelle società utopiche come la Comunità Oneida.

[modifica] Monogamia seriale

Tuttavia, nella cultura Occidentale del XXI secolo, mentre la bigamia è illegale e le relazioni extra-matrimoniali sono generalmente malviste, il divorzio e successivo nuovo matrimonio sono relativamente facili da conseguire. Ciò ha condotto ad una pratica chiamata monogamia seriale. La "monogamia seriale" di solito si riferisce a ciò che accade quando un marito, di solito di status socio-economico medio-alto, divorzia da una moglie più vecchia sostituendola con una più giovane. La moglie più giovane è volgarmente definita come la "moglie trofeo" dai molti che disprezzano tale costume. La pratica moderna della monogamia seriale è straordinariamente simile alle pratiche osservate nelle società poligame.

[modifica] Culture tradizionali

Per approfondire, vedi la voce matrimonio forzato.

Alcune culture tradizionali praticano ancora il matrimonio per rapimento, una forma di matrimonio forzato in cui una donna che è rapita e stuprata da un uomo è poi considerata sua moglie. Questa pratica è limitata ad alcune culture tradizionali in un piccolo numero di paesi, ed è generalmente considerata ripugnante da altre culture. Ne è un esempio il cosiddetto "Ratto delle Sabine", praticato dai primi abitanti di Roma, e di cui gli antichi Romani andarono sempre orgogliosi.

[modifica] La "fuitina"

Un altro esempio di matrimonio per rapimento, anche se solitamente rapitore e rapita sono complici, viene compiuto per sfuggire all'opposizione della famiglia di lei all'unione in matrimonio; Tipico esempio sono le canzoni popolari messicane del 19 secolo: la cosiddetta ' 'fuitina ("piccola fuga"). Essa consiste nella fuga dei futuri sposi per avere rapporti sessuali come tra marito e moglie: essendo in questo modo la donna "compromessa", la sua famiglia "dovrà" accettare il matrimonio come "riparatore".

Il Matrimonio riparatore era, un mezzo alternativo alla pena prevista o inflitta.

Allorché un uomo commetteva nei confronti di una donna nubile ed illibata stupro o violenza carnale punibile con la pena prevista dall'art. 519 e segg. del codice penale, onde evitare il processo o al fine di far cessare la pena detentiva inflitta, poteva offrire alla ragazza il matrimonio riparatore facendo così cessare ogni effetto penale e sociale del suo delitto (art. 544 cod. pen., ora abrogato dall'art. 1 L. 5/8/1981 n°442).

Lo stupratore, affinché potesse fruire del beneficio di legge, doveva offrire il matrimonio alla ragazza addossandosi altresì tutte le spese della cerimonia e senza poter pretendere alcuna dote. Se la ragazza rifiutava la riparazione offerta subiva il disprezzo sociale e nessuno poteva sposarla.

Tale usanza, che obbligava una donna non solo a subire la violenza, ma anche a diventare la moglie dello stupratore, è stata legalmente abolita attraverso la modifica dell'art. 544 del codice penale.(Corrado Lemme)

Estratto da "http://it.wiktionary.org/wiki/matrimonio_riparatore"

[modifica] Matrimoni omosessuali

Per approfondire, vedi la voce matrimonio omosessuale.

I matrimoni legalmente sanciti sono generalmente condotti fra coppie eterosessuali, quindi composte da persone di sesso diverso, sebbene ci siano sempre più paesi che permettono il matrimonio anche alle coppie omosessuali formate da persone dello stesso sesso.

Nel mondo, il matrimonio viene sempre più spesso aperto alle coppie dello stesso sesso. Allo stato attuale, le coppie dello stesso sesso possono contrarre matrimonio in Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Canada, Sudafrica e nello Stato USA del Massachusetts.

In Italia l'accesso al matrimonio è consentito solo alle coppie di sesso diverso.

[modifica] Unioni civili

Per approfondire, vedi la voce unioni civili.

In aggiunta al matrimonio in alcuni stati sono state introdotte le unioni civili, per coppie di qualunque sesso o - a volte - solo per coppie dello stesso sesso. Le unioni civili sono riconosciute in Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia, Regno Unito, Nuova Zelanda, Lussemburgo, Andorra, negli stati USA del Vermont e del Connecticut e nello stato australiano della Tasmania; un crescente numero di stati e località negli USA, come il Maine, riconoscono i partenariati domestici, che offrono gli stessi diritti coniugali del matrimonio, a diversi gradi.

[modifica] Il matrimonio civile in Francia

Nel 1791 durante la rivoluzione francese il matrimonio diventa in Francia un atto civile (contratto) revocabile con il divorzio (legge del 1792). Il divorzio fu in seguito soppresso nel 1816, per essere ristabilito nel 1884, con la legge Naquet.

Dal 1804 (Codice Napoleonico) al 1938 (ma in realtà 1965), il matrimonio ha posto la donna sotto l'autorità del suo sposo. La piena uguaglianza dei coniugi è assicurata dal 1970 con la legge che dispone che «Gli sposi assicurano insieme la direzione morale e materiale della famiglia». Di fatto, non c'è più il capofamiglia, contrariamente ad una pratica persistente, che consiste in particolare nel chiedere la professione del «capofamiglia» in occasione di inchieste statistiche o di marketing.

Secondo le cifre dell'Istituto nazionale francese di statistica e degli studi economici (INSEE) per il 2003/2004, l'età media del primo passaggio davanti al sindaco è di 28 anni per la sposa e di 30 anni per lo sposo. Vent'anni fa, era rispettivamente di 23 e 25 anni. Sempre secondo l'INSEE, i bambini assistono alle nozze dei propri genitori in circa tre unioni su dieci. Nel 2004, sono stati celebrati 266.000 matrimoni, contro più di 300.000 nel 2000. Ciò corrisponde a un tasso di nuzialità del 4,3 per mille.

Generalmente, gli sposi invitano al loro matrimonio la loro famiglia e i loro parenti, dando inizio a una giornata di festa. Dopo il matrimonio, talvolta è organizzato un viaggio di nozze (al quale partecipano solo gli sposi). Anche gli anniversari di matrimonio sono festeggiati.

In Francia, la cerimonia religiosa, facoltativa, deve, legalmente, aver luogo dopo la cerimonia civile. Le autorità religiose devono avere la conferma dell'atto di matrimonio civile prima di celebrare un matrimonio. Questo primato del civile sul religioso è contestabile sul piano teologico e non è d'altronde applicata in alcuni paesi come ad esempio in Israele.

[modifica] Forme particolari di matrimonio

Alcuni Indiani in India seguono un costume in cui lo sposo deve sposare una pianta augurale chiamata Tulsi prima di un secondo matrimonio per contrastare le predizioni malauguranti sulla salute del marito. Comunque, la relazione non viene consumata e non influenza la loro abilità di risposarsi in seguito. Si dovrebbe notare che questa norma non si trova in tutta l'India.

Altre variazioni insolite comprendono il matrimonio fra un essere umano vivente e uno spirito (Taiwan), fra due o più persone morte (Mormonismo), fra un essere umano vivente e un essere umano appena deceduto tra i quali c'era un legame sentimentale (Francia), e fra un essere umano e Dio (monachesimo cattolico e ortodosso). Di nuovo, questi non hanno il significato sociale del matrimonio ordinario e appartengono piuttosto al reame della religione o (nel caso di cerimonie nuziali tra cani) al puro spettacolo.

Altra forma particolare è il matrimonio temporaneo, praticato da alcuni musulmani. Con l'avvento di internet, è di moda anche il matrimonio online, che non ha valore ne religioso che civile.

[modifica] Scioglimento del matrimonio

Alcune società contemplano che il legame matrimoniale possa giungere ad una conclusione anche in casi diversi dalla morte di almeno uno dei coniugi, e ammettono l'istituto del divorzio.

Col divorzio il matrimonio resta celebrato (in senso civile), ma i suoi effetti vengono terminati per effetto di una decisione solitamente demandata ad un giudice.

Vi sono inoltre paesi (tra cui l'Italia) e religioni (ad esempio quella cattolica) che consentono l'annullamento, col quale il matrimonio risulta come mai celebrato a causa di talune condizioni che ne avrebbero viziato la correttezza originaria.

[modifica] Restrizioni del matrimonio

[modifica] Divieto di matrimonio tra consanguinei

La società ha sempre posto restrizioni al matrimonio tra parenti, sebbene il grado delle relazioni proibite vari notevolmente. In quasi tutte le società il matrimonio tra fratelli e sorelle è vietato, con rare eccezioni quali l'Antico Egitto, la società Hawaiiana, e gli Inca. In molte società il matrimonio tra cugini di primo grado è preferito, mentre all'estremo opposto, la chiesa cattolica medievale proibiva il matrimonio tra cugini lontani. La chiesa cattolica odierna mantiene tuttora uno standard di distanza richiesta (sia in consanguineità che in affinità) per il matrimonio.

Nella comunità induista, specialmente nella casta dei Brahmini, è vietato sposare persone dello stesso Gothra, visto che persone dello stesso Gothra sono dette avere la stessa discendenza patriarcale. Nell'antica India quando era valido il Gurukul, lo shishyas (il pupillo) era sconsigliato dallo sposare i figli del Guru siccome lo shishyas era considerato figlio del Guru e sarebbe stato un matrimonio tra fratelli (sebbene ci fossero eccezioni come Abhimanyu, il figlio di Arjuna, sposando Uttara, l'apprendista ballerina di Arjuna nel poema epico Mahābhārata).

Molte società hanno adottato anche altre restrizioni su chi può sposarsi, come il divieto di sposare persone con lo stesso cognome o persone con lo stesso animale sacro.

Gli antropologi si riferiscono a questo genere di restrizioni con il termine di esogamia. Un'eccezione a questa impronta è l'antico Egitto, dove il matrimonio tra fratelli e sorelle era ammesso nella famiglia reale; questo privilegio era negato al popolo comune e potrebbe essere servito per concentrare salute e potere in una famiglia (Vedi anche incesto). La conseguenza del tabù dell'incesto è l'esogamia, il requisito di sposare qualcuno di un altro gruppo. Gli antropologi hanno segnalato che il tabù dell'incesto può servire per promuovere la solidarietà sociale.

[modifica] Divieto della poligamia

La poligamia è esplicitamente vietata in molti paesi. In Italia, la bigamia è un reato, sembrerebbe punibile anche la poligamia anche se vi sono alcuni dubbi dovuti al fatto che nel diritto penale vige il principio cardine del divieto di analogia.

[modifica] Obbligo di endogamia

Le società hanno talvolta richiesto che il matrimonio avvenisse all'interno di un certo gruppo. Gli antropologi si riferiscono a queste restrizioni con il termine di endogamia. Un esempio di tali restrizioni potrebbe essere la necessità di sposare un appartenente alla stessa tribù. Le leggi razziali adottate da alcune società nel passato, come la Germania Nazista, il Sudafrica dell'apartheid e gran parte degli stati meridionali degli USA prima del 1967, che proibivano il matrimonio tra persone di diversa razza (miscegenazione) potrebbero anch'esse essere considerate esempi di endogamia.

[modifica] Divieto di matrimonio omosessuale

Di conseguenza alla maggior accettazione dell'omosessualità nelle culture Occidentali, sempre più Paesi (al momento Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Canada, Sudafrica, Massachusetts) permettono anche ai gay di scegliere se contrarre matrimonio o meno col proprio partner. Ciò ha per contro generato qualche contraccolpo generale, soprattutto negli Stati Uniti, nazione tendenzialmente conservatrice, dove molti stati hanno specificamente messo fuori legge matrimoni gay attraverso referendum popolari. A livello nazionale, in USA è in vigore dal '96 il Defense of Marriage Act che ha creato una definizione federale del matrimonio come istituto tra un uomo e una donna, oltre a permettere ad ogni Stato di non riconoscere i matrimonio di persone dello stesso sesso celebrati altrove. Sono state mosse argomentazioni per cui questo provvedimento sarebbe in conflitto con la stessa Costituzione statunitense, e potrebbe essere rovesciato su questa base; per tentare di evitare ciò, alcuni, compreso il Presidente George W. Bush, hanno appoggiato un emendamento della Costituzione federale per proibire i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma questo emendamento è stato respinto dal Congresso. Al momento, un solo Stato U.S.A. riconosce ai gay la possibilità di contrarre matrimonio col proprio partner: il Massachusetts, e sfide legali alle restrizioni al matrimonio potrebbero presto espandere il riconoscimento dei matrimoni di persone dello stesso sesso a Washington, New York, e in molti altri Stati nonché a livello federale. I sondaggi di opinione, che naturalmente variano molto a seconda delle nazioni e delle zone interne in cui ci si trova, indicano un crescente appoggio della lotta per permettere anche ai gay di contrarre matrimonio e un molto più vasto appoggio verso misure volte a tutelare maggiormente e anche riconoscere giuridicamente formazioni sociali al di fuori del matrimonio, siano esse a carattere omosessuale che eterosessuale.

[modifica] Celebrazione del matrimonio

Per approfondire, vedi la voce Nozze.

La cerimonia con cui un matrimonio viene attuato e annunciato alla comunità è chiamata nozze. Un matrimonio in cui una coppia si sposa agli "occhi della legge" è chiamato matrimonio civile; molte religioni hanno riti in cui si celebra il matrimonio religioso che in alcuni casi possono essere concelebrati al matrimonio civile.

[modifica] Matrimonio e religione

Per approfondire, vedi la voce matrimonio (religione).

Molte religioni hanno numerosi insegnamenti riguardanti il matrimonio.

La maggior parte delle chiese cristiane danno una qualche forma di benedizione al matrimonio; la cerimonia di nozze tipicamente include una qualche forma di impegno da parte della comunità o della società in appoggio alla relazione della coppia. Nella Chiesa cattolica e nelle Chiese ortodosse il "santo matrimonio" è considerato uno dei sette sacramenti.

Nell'Ebraismo il matrimonio è visto come l'unione di due famiglie, prolungando pertanto la religione e l'eredità culturale del popolo ebraico. Anche l'Islam raccomanda caldamente il matrimonio; tra le altre cose (legittimo reciproca soddisfazione sessuale dei coniugi e procreazione), esso aiuta nel perseguimento della perfezione spirituale. L'Induismo vede il matrimonio come un sacro dovere che comporta obblighi religiosi e sociali. Per contro il Buddismo non incoraggia né scoraggia il matrimonio, sebbene insegni che una persona deve vivere una vita matrimoniale felice.

In generale, le religioni credono che i legami matrimoniali si esauriscano dopo la morte. Nel Mormonismo i fedeli anelano al Matrimonio eterno, una forma di matrimonio che permette di perpetrate i vincoli familiari anche dopo questa vita.

[modifica] Matrimonio ed economia

L'aspetto economico del matrimonio è cambiato nel tempo. Storicamente, in molte culture la famiglia di una sposa doveva provvedere a pagare una dote all'uomo per far sposare la propria figlia. Nelle altre culture, la famiglia dell'uomo doveva pagare un "offerta di matrimonio" chiamata prezzo della sposa alla famiglia della donna per il diritto di sposarla. In alcune culture, doti e "offerte di matrimonio" sono ancora oggi richiesti. In entrambi i casi, la transazione finanziaria ha luogo tra l'uomo (o la sua famiglia) e la famiglia della sposa; la sposa non prende parte alla transazione e spesso non ha scelta nel partecipare o meno al matrimonio.

In molti sistemi legali moderni, due persone che si sposano hanno la scelta tra la separazione e la comunione dei beni. Nell'ultimo caso, chiamato proprietà comune, quando il matrimonio finisce con il divorzio ognuno detiene la metà dei beni; se un partner muore il partner sopravvissuto ne detiene la metà e per l'altra metà dell'eredità si applicano le leggi relativa.

I rispettivi obblighi di mantenimento, durante e eventualmente dopo un matrimonio, sono regolati nella maggior parte delle giurisdizioni; vedi alimenti.

È possibile analizzare l'istituzione del matrimonio usando la teoria economica; vedi David Friedman, Teoria dei Prezzi: Capitolo 21: The Economics of Love and Marriage.

[modifica] Critiche

[modifica] Eliminazione del riconoscimento legale del matrimonio

Sotto il principio della separazione tra stato e chiesa, i progressisti criticano la regolazione governativa e il coinvolgimento dello stato nel matrimonio, perché molti ora considerano il matrimonio un'istituzione religiosa. La visione progressista è che se un governo deve riconoscere completamente un matrimonio, esso deve essere trattato come un contratto qualsiasi tra due parti liberamente consenzienti, il che ridurrebbe essenzialmente il diritto di famiglia ad un sottoinsieme dei contratti legale. Gli aspetti religiosi dovrebbero restare sotto la giurisdizione delle rispettive organizzazioni religiose e dei relativi tribunali ecclesiastici (ovviamente se esistono). Sviluppi legali relativamente nuovi come gli alimenti passati da ex-conviventi hanno già condotto certi governi verso questa direzione.

[modifica] Matrimonio svantaggioso per le donne

Altri opinionisti hanno argomentato contro il matrimonio, talvolta condannando pratiche locali individuali e talaltre l'intera istituzione del matrimonio. Una buona parte di queste critiche provengono da personalità femministe, le quali sostengono che in molte culture il matrimonio è particolarmente svantaggioso per le donne.

In alcune tradizioni il matrimonio potrebbe essere un traumatico, spiacevole avvenimento per una ragazza. "La sorte delle donne" scritto ad Atene alla metà del V secolo a.C. lamenta questa situazione:

Le giovani donne, secondo me, hanno la più dolce delle esistenze conosciute ai mortali nelle case dei loro padri, perché la loro innocenza mantiene sempre i bambini felici e al sicuro. Ma quando raggiungiamo la pubertà e possiamo capire, siamo spinti via e venduti dai nostri dei ancestrali e dai nostri genitori. Alcune vanno in case di uomini sconosciuti, altre a stranieri, alcune in case senza gioia, alcune in luoghi ostili. E oltre tutto questo una volta che la prima notte ci vincola ai nostri mariti noi siamo forzati a lodarli e dire che va tutto bene.

D'altro canto, il matrimonio è spesso servito ad assicurare alla donna il supporto continuativo del marito e le ha permesso di concentrarsi meglio sull'allevamento dei figli. Tale sicurezza è stata tipicamente più grande quando e dove il divorzio è stato più difficile da ottenere.

[modifica] Critiche delle associazioni maschili

1 matrimonio su 4 in Italia finisce con il divorzio

Al 15% degli uomini viene dato l'affidamento, il dato è invariato dal 1994

Gli assegni familiari annuali ammontano a $40 miliardi di dollari negli USA, pagati da 7.8 milioni di genitori separati di cui 6.6 milioni sono padri.

Uno studio della Social Health of Marriage negli Stati Uniti riporta La continua diminuzione del tasso di matrimonio, accompagnata da un aumento delle coppie conviventi; un piccolo incremento della percentuale di bambini che vivono in famiglie problematiche e che sono nati fuori dal matrimonio; un sensibile aumento dell'apertura verso l'avere figli fuori dal matrimonio da parte di giovani ragazzi e, tra le ragazze, un aumento della disponibilità a vivere insieme prima di sposarsi. Tuttavia, non spiega l'atteggiamento nei confronti del divorzio.

L'85% degli ordini di protezione vengono dati alle donne, il 7% delle richieste vengono respinte. Molti uomini lamentano il fatto che ordini di protezione vengano emessi con troppa facilità in seguito a richieste non necessarie. A causa di un ordine di protezione, l'ex-marito viene fisicamente allontanato dalla casa e dai figli.

Inoltre molte associazioni lamentano che le leggi sul patrimonio comune e sull'affidamento della casa al coniuge più debole (quasi sempre la donna) siano ingiuste perché di fatto spogliano i mariti dei loro beni a vantaggio delle mogli che spesso non hanno mai lavorato.

[modifica] Alcune statistiche sul matrimonio in Italia

I matrimoni celebrati in Italia nel 2005 sono stati poco più di 243000, contro i 419000 del 1972. Questo è un primo dato che indica la crisi del matrimonio in Italia (fenomeno comune ad altri paesi occidentali). Un altro dato significativo di questo fenomeno è rappresentato dall'età media in cui si contrae matrimonio, che è di ca. 32 anni per gli uomini e 30 per le donne. A titolo di confronto per tutti gli anni '70 del XX secolo l'età media è stata di circa 27 anni per gli uomini e inferiore ai 24 per le donne. Solo il 70% dei 35enni del 2005 è sposato, a fronte dell'85% di 15 anni prima. I dati però sono disomogenei tra le diverse aree geografiche d'Italia. Mentre il tasso di nuzialità nel centrosud è 4,9 matrimoni ogni mille abitanti, questo indicatore scende a 3,8 nel Nord.

[modifica] Il boom dei matrimoni civili

Altra novità degli ultimi anni è il forte aumento percentuale dei matrimoni civili, che nel 2005 hanno rappresentato il 32,4 dei matrimoni, contro il 20% del 1995. Anche in questo caso esistono notevoli differenze tra le diverse aree del paese. Tutte le regioni a nord dell'Umbria hanno registrato percentuali superiori al 40%, con punte superiori al 50% in Friuli Venezia Giulia e Liguria. In Emilia Romagna i matrimoni civili superano il 50% in 7 capoluoghi di provincia su 9, in Liguria in 3 su 4. Il matrimonio religioso mantiene invece una quota altissima in quasi tutte le regioni del Sud Italia, rappresentano oltre il 75% in tutte le regioni meridionali, con punte vicine al 90% in Basilicata. Altro fenomeno significativo rappresentato dal fatto che i matrimoni civili hanno percentuali molto più elevate nei centri urbani, rispetto che a quelli rurali. A testimonianza, che nel centro sud e nei piccoli paesi le tradizioni sono maggiormente consolidate. Questo fenomeno ancor più che di una disaffezione alla religione cattolica, è indicativo dei mutamenti qualitativi avvenuti nei matrimoni. Infatti sempre nel 2005 almeno il 10% dei matrimoni hanno avuto uno dei contraenti proveniente da un divorzio; la quasi totalità di questi matrimoni è civile. Inoltre i matrimoni in cui almeno uno degli sposi è straniero 13,3% del totale, in diversi di questi casi sono presenti differenze credenze religiose tra gli sposi. Occorre infine precisare che la percentuale dei matrimoni religiosi può essere leggermente sottostimata; nelle statistiche Istat infatti vengono considerati solo i matrimoni concordatari e civili. Non sono invece inclusi i matrimoni religiosi; in diversi casi gli sposi scelgono di effettuare separatamente il matrimonio civile e quello religioso (non concordatario), per limitare la burocrazia per quest'ultimo. Nelle statistiche questi casi sono classificati come solo civili.

Percentuale matrimoni religiosi e civili dal 1997
Anno 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Civili 20.7% 21.4% 23.0 24.7% 27.1% 28.9% 29.4% 31.9% 32.4% 33.7%
Religiosi 79.3% 78.6% 77.0% 75.3% 72.9% 71.1% 70.6% 68.1% 67.6% 66.3%

[modifica] Citazioni sul matrimonio

  • Sposa bagnata, sposa fortunata.
  • Il matrimonio è come una fortezza assediata: quelli che sono fuori desiderano entrarvi, quelli che sono dentro vogliono poterne uscire.
  • L'amore è cieco, il matrimonio gli rende la vista.
  • La donna piange prima del matrimonio, l'uomo piange dopo.
  • I matrimoni sono, non come si fanno, ma come riescono.
  • Il matrimonio è la tomba dell'amore.
  • La prima causa di divorzio è il matrimonio.
  • Il matrimonio è una bara e ogni figlio è un chiodo in più. (Homer Simpson)
  • Il matrimonio è quell'istituto che trasforma l'ex marito nell'INPS. (Daniele Luttazzi)

[modifica] Voci correlate

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