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Prostituzione - Wikipedia

Prostituzione

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Una donna che esercita prostituzione legalizzata in Germania
Una donna che esercita prostituzione legalizzata in Germania

Con il termine prostituzione si indica l'attività di chi offre servizi sessuali, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro. L'attività, fornita da persone di qualsiasi orientamento sessuale, può avere carattere autonomo, professionale, abituale o saltuario.

L'uso del termine non è univoco e a seconda del Paese, del periodo storico o del contesto socio-culturale può includere qualsiasi atto sessuale e qualsiasi tipo di compenso (anche non in denaro) o indicare, moralisticamente ed erroneamente, coloro che intrattengono atti sessuali fuori dal matrimonio, o uno stile di vita simile a coloro che offrono le prestazioni o chi intrattiene atti sessuali disapprovati. Può indicare anche un comportamento zelante più del dovuto nei confronti di un superiore, finalizzato all'ottenimento di gratifiche lavorative o economiche.

Strettamente legato alla prostituzione è il suo sfruttamento, o lenocinio, praticato per trarre profitto dall'attività della donna, da parte di persone che generalmente si presentano come protettori.

La prostituzione nel mondo è regolamentata giuridicamente in modo ampio e variegato, dalla pena di morte alla legalizzazione completa.

Indice

Definizione

Uomo in un momento di orgasmo con due prostitute, dipinto di Édouard-Henri Avril.
Uomo in un momento di orgasmo con due prostitute, dipinto di Édouard-Henri Avril.

La prostituzione può essere classificata in ampi gruppi, ognuno con le proprie specificità e modalità di esercizio, a seconda del genere o orientamento sessuale di chi offre il servizio o a seconda del servizio offerto. Si hanno dunque la prostituzione femminile, la prostituzione maschile e la prostituzione transessuale.

A questi macrogruppi va aggiunto il fenomeno della prostituzione minorile, quello della prostituzione virtuale voyeuristica ed offerta via internet con le telecamere e quello degli assistenti sessuali, servizio di natura sessuale rivolto ai disabili che prevede un compenso pecuniario.

Le modalità di esercizio della prostituzione, che subisce sovente un forte ostracismo sociale ed in molti Paesi è illegale, sono ampie e variegate. È molto comune la prostituzione di strada con l'esercitante che offre i suoi servizi sulla strada, o camminando o attendendo, generalmente, ma non nel caso di prostituzione maschile, abbigliato con vestiti appariscenti. La prestazione sessuale è sovente consumata in auto o in stanze in affitto in hotel. Le prostitute di strada sono chiamate anche "lavoratrici di strada".

Generalmente l'offerta di prostituzione di strada si concentra in ben determinate vie ad alta percorrenza o in quartieri periferici. In alcuni Stati vi sono zone dedicate all'esercizio della prostituzione, i cosiddetti quartieri a luci rosse.

La prostituzione, in alcuni paesi è esercitata in luoghi deputati, chiamati bordelli, oppure gli esercitanti organizzano case di appuntamento. In Italia, dove sono illegali bordelli e case di appuntamento, sono stati denunciati numerosi sex club che ne facevano le veci.

Un'altra modalità di esercizio della prostituzione è quella di accompagnatori ed accompagnatrici o escort, che si offrono con le più disparate modalità. Se autonomamente con annunci su internet o sulla stampa cartacea, o celati dietro agenzie di accompagnatori, anche se non tutte le agenzie di accompagnatori offrono servizi sessuali al cliente. Ad un contatto telefonico segue la prestazione che avviene sovente presso la residenza del richiedente del servizio o in hotel. Anche dove la prostituzione è legale il servizio di escort è comune. Tra le modalità di fruizione della prostituzione è annoverato, infine, il turismo sessuale.

Rispetto all'offerta sessuale, gli esercitanti la prostituzione possono essere specializzati o offrire prestazioni generiche, anche molto diversificate dal semplice voyeurismo con lo spogliarello, massaggio, masturbazione, per arrivare alla prestazione sessuale completa o a variazioni del tema come sedute sadomaso, registrazione di film pornografici, ecc..

Le tariffe variano sia a seconda della prestazione richiesta che dei tempi.

Origine del termine

La parola "prostituzione" deriva dal verbo latino prostituĕre (pro, "davanti", e statuere, "porre"), e indica la situazione della persona (in genere schiava) che non "si" prostituisce, ma che come una merce viene "posta (in vendita) davanti" alla bottega del suo padrone. Questa origine richiama quindi la condizione storicamente più abituale della prostituta, la quale non esercita autonomamente la sua professione, ma vi è in qualche modo indotta da soggetti che ne sfruttano il lavoro traendone un proprio guadagno (c.d. "protettori").

Recenti trascorsi semantici

Niccolò Tommaseo fissò una distinzione fra meretrice e prostituta: la prima guadagna del corpo suo e qui l'illustre linguista richiama il termine latino mereo mentre prostituta è legata a prostat cioè colei che per guadagno o per libidine, si mette in mostra, e provoca a sozzure. Tipico di Tommaseo è il legare gli esiti di una fine e rigorosa indagine filologica a personali giudizi di merito e morali i quali gli fanno aggiungere: [La prostituta] è più comune, più venale. Taide meretrice, Messalina prostituta. Ogni abbracciamento venale è meretricio, prostituzione non è. Le meretrici di caro prezzo non sono prostitute; le prostitute da' genitori o dai mariti, che nulla guadagnan per sè non meritano l'altro mome [meretrici].
A rafforzare la distinzione fra prostituta e meretrice egli richiama una evidenza storica: Le prostitute nei templi pagani per atto di devozione, meretrici non erano; e si credevano far opera meritoria. (Niccolò Tommaseo. Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana, Napoli, Bideri, 1905).


Storia della prostituzione

Grecia classica

Cliente e prostituta in una illustrazione greca
Cliente e prostituta in una illustrazione greca
Prostituta si prepara ad un rapporto con un uomo, vaso greco
Prostituta si prepara ad un rapporto con un uomo, vaso greco

Nella società greca antica esisteva sia la prostituzione femminile che quella maschile. Le prostitute, che vestivano con abito distintivo e pagavano le tasse, potevano essere indipendenti ed erano donne influenti; la prostituta colta e di alto ceto era definita etera. Solone istituì il primo bordello ad Atene nel VI secolo a.C.. A Cipro e Corinto, secondo Strabone, era praticata una sorta di prostituzione religiosa in templi con decine di prostitute.

La prostituzione maschile era molto comune in Grecia. Era spesso praticata da adolescenti, come riflesso della pederastia greca. Giovani schiavi lavoravano nei bordelli di Atene, mentre, un adolescente libero, nel caso vendesse i propri favori rischiava di perdere i diritti sociali e politici una volta divenuto adulto.

Antica Roma

Il diritto romano regolava con diverse leggi la prostituzione che era praticata nei lupanari, edifici siti fuori dalle città aperti soltanto nelle ore notturne. Le prostitute o meretrici generalmente erano schiave o appartenevano ai ceti più bassi.

Medioevo

La prostituzione era comune, e sovente tollerata, nel Medioevo nei contesti urbani. Gli Statuti di molte città regolavano la prostituzione. Era, ad esempio, spesso vietata vicino alle mura della città o nelle aree prossime agli edifici di rappresentanza.

Le associazioni di prostitute

In Italia sono operative diverse associazioni di prostitute che offrono aiuto, sostegno e consulenza a coloro che esercitano la prostituzione. Tra queste il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute (CDCP) nato nel 1982. Non esiste e non è operativa, al contrario, nessuna associazione di prostituti.

Legge e prostituzione

Sono quattro i modelli giuridici, con sfumature dalle più tolleranti alle più repressive, adottati per regolare la prostituzione.

  1. Sistema proibizionista/criminalizzante
    Consiste nel vietare la prostituzione e nell'applicare - alla prostituta, al cliente o ad entrambi - pene pecuniarie o detentive.
    Il sistema è sostenuto da teorie che rivendicano la necessità di tutelare in tal modo la morale pubblica o la dignità della donna.
  2. Sistema regolamentarista'
    È un sistema teso alla legalizzazione e regolamentazione della prostituzione che può avvenire con modalità differenti (come la statalizzazione dei bordelli, i quartieri a luci rosse...).
    La legalizzazione sovente include l'imposizione di tasse e restrizioni, più o meno ampie, nell'esercizio della prostituzione anche con l'individuazione di luoghi preposti all'esercizio dell'attività e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e l'obbligo di segnalare attività e residenza.
  3. Sistema abolizionista
    Il sistema chiama lo Stato fuori dalla disputa che non dovrebbe né proibire né regolamentare l'esercizio della prostituzione. La prostituzione in questo sistema è scoraggiata.
  4. Sistema neo-regolamentarista/decriminalizzante
    È teso alla rimozione di leggi affinché depenalizzare l'attività sessuale fra adulti consenzienti nei contesti commerciali.

Storia della prostituzione in Italia

Per approfondire, vedi la voce Legge Merlin.

È con un decreto del 1859, voluto da Camillo Benso conte di Cavour per favorire l'esercito francese che appoggiava i piemontesi contro l'Austria, che si autorizza l'apertura di case controllate dallo Stato per l'esercizio della prostituzione in Lombardia. Il 15 febbraio 1860 il decreto fu trasformato in legge con l'emanazione del "Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione".

Nascono le cosìdette "case di tolleranza", perché tollerate dallo Stato. Ne esistono di tre categorie: prima, seconda e terza. La legge fissava le tariffe, dalle 5 lire per le case di lusso alle 2 lire per quelle popolari, e altre norme come la necessità di una licenza per aprire una casa e di pagare le tasse per i tenutari, controlli medici da effettuare sulle prostitute per contenere le malattie veneree.

Ancora, il testo definitivo della legge Crispi, approvato il 29 marzo 1888 vietava di vendere cibo e bevande, e feste, balli e canti all'interno delle case di tolleranza e l'apertura di case in prossimità di luoghi di culto, asili e scuole. Le persiane avrebbero dovuto restare sempre chiuse. Da qui i bordelli presero il nome di "case chiuse".

Giovanni Nicotera, ministro degli Interni, nel 1891, deciderà di ridurre le tariffe per limitare la prostituzione libera, che non subiva il controllo sanitario.

Nel 1900, si leva qualche voce per la chiusura delle case di tolleranza a seguito dell'attentato dell'anarchico Bresci a re Umberto I. Bresci avrebbe trascorso alcuni giorni a meditare in un bordello prima dell'attentato, ma le minacce di chiusura, pronunciate dal Presidente del Consiglio Saracco, rientrano.

Sarà Filippo Turati, nel 1919 a riaprire la querelle, ma per tutto il fascismo non si registrarono variazioni di merito nella legislazione sulla prostituzione se non una disposizione di Mussolini degli anni '30 che imponeva ai tenutari di isolare le case con muri detti "del pudore" alti almeno dieci metri.

Il 20 settembre 1958, a seguito di un lungo dibattito nel Paese, è stato introdotto il reato di sfruttamento della prostituzione le case di tolleranza sono state definitivamente chiuse con la cosìdetta legge Merlin di Angelina Merlin del Partito Socialista. La legge punisce lo sfruttamento della prostituzione o lenocinio.

Da allora numerosi sono stati i tentativi di modificare la legge. Nel 2003 un disegno di legge di Umberto Bossi e Stefania Prestigiacomo varato dal Consiglio dei ministri vietava la prostituzione nelle strade, ma la ammetteva nelle case private e al chiuso ma non avrebbe ripristinato le case di tolleranza. Nella Legislatura in corso, l'8 febbraio 2007, l'onorevole Franco Grillini ha presentato una proposta di legge[1], tesa a disciplinare l'esercizio della prostituzione e ad affermare la dignità e il diritto alla sicurezza e salute delle persone che si prostituiscono.

Sono state presentate inoltre le proposte di Katia Bellillo Norme per la legalizzazione della prostituzione[2], di Mascia Disposizioni in materia di prostituzione[3], di Elisabetta Gardini Disposizioni contro la pratica e lo sfruttamento della prostituzione[4], di Matteo Brigandi Disposizioni per la regolamentazione dell'esercizio della prostituzione[5], di Carolina Lussana Disposizioni in materia di prostituzione[6], di Teodoro Buontempo Nuove norme sulla prostituzione[7], di Luana Zanella Nuove norme concernenti l'esercizio della prostituzione e la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui[8] e una proposta di legge di iniziativa popolare, la n° 6[9] presentata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII che prevede la punibilità del cliente. Al Senato sono stati depositai il disegno di legge Disposizioni in materia di prostituzione[10] di Tiziana Valpiana e Norme per contrastare l' acquisizione di prestazioni sessuali[11] di Maria Burani Procaccini.

Alcuni dati statistici

Secondo un'indagine della commissione Affari sociali della Camera del 2003, le prostitute sarebbero in Italia dalle 50mila alle 70mila. Almeno 25mila sarebbero immigrate, 2mila minorenni e più di 2mila le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi.

Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo il resto in case private. Il 94,2% delle prostitute sarebbero donne, il 5% da transessuali e lo 0,8% da travestiti.

L'indagine non calcola il numero di prostituti maschi o escort.I sondaggi dimostrano anche che la maggiore concentrazione di prostitute è nel milanese con il 40% e di seguito Torino con il 21%; ciò può essere causato dal maggiore potere economico delle due città e dal maggiore giro d'affari che ne può scaturire. [citazione necessaria]

Legge e prostituzione nel mondo

Nei casi più estremi, secondo alcuni codici legali, in particolare di paesi musulmani, la prostituzione è sanzionata con la "pena di morte"; in altri paesi avviene il fenomeno diametralmente opposto, in quanto le prostitute pagano regolarmente le tasse e sono sindacalizzate, ad esempio in Olanda, ed in questi paesi i bordelli possono farsi pubblicità (anche se le prostitute devono avere raggiunto la maggiore età, generalmente 18 anni).

Le leggi variano parecchio in base a quale ruolo si ricopre (prostituto/prostituta, cliente, protettore).

La situazione legale in Germania, in Svizzera (dove la discussione sull'età minima per prostituirsi è al centro di uno scontro vivace tra chi sostiene che la soglia debba essere abbassata a 16 anni e chi sostiene debba essere mantenuta a 18), ed in Nuova Zelanda è simile a quella dell'Olanda.

Nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud, qualsiasi persona di età superiore ai 18 anni può offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro. In un altro stato australiano, Victoria, una persona che desideri svolgere l'attività di prostituta può richiedere una regolare licenza. Le prostitute che lavorano in una propria attività o in attività altrui devono essere registrate. Le "sex-workers" individuali non necessitano di alcuna registrazione o licenza.

In alcuni paesi, lo statuto legale della prostituzione può variare in base all'attività: in Giappone, per esempio, la prostituzione "vaginale" è contro la legge, mentre il sesso orale a pagamento è legale e colui che lo compie è come se non esercitasse affatto la prostituzione.

In Turchia la prostituzione di strada è legale, così come la prostituzione nei bordelli regolati dal governo. Tutti i bordelli devono avere una licenza così come la devono avere tutte le lavoratrici.

Nel Regno Unito la prostituzione non è formalmente illegale ma diverse attività di contorno ad essa lo sono. Ed infatti in Inghilterra ed in Galles sono illegali:

  • per una prostituta attirare clienti in strada o in un luogo pubblico, mettendo così di fatto fuori legge la prostituzione,
  • per un potenziale cliente richiedere persistentemente, anche se da un veicolo motorizzato,
  • possedere o dirigere un bordello,
  • la prostituzione minorile, per il cliente (dove il minore è definito tale in quanto più giovane di 18 anni)
  • infine è illegale il controllo della prostituzione (lenocinio).

In Inghilterra e Galles il governo sta considerando l'ipotesi di concedere l'apertura di piccoli bordelli, fermo restando il divieto di prostituirsi lungo le strade. Una situazione simile si verifica in Scozia, dove la prostituzione in sé non è illegale bensì le attività associate. Un progetto di legge che istituisse delle zone di tolleranza per la prostituzione era stato promosso nel Parlamento Scozzese, ma non è riuscito a diventare legge.

In soli due Stati degli Stati Uniti è considerato legale comprare e vendere prestazioni sessuali. Bordelli legali sono presenti in diverse contee del Nevada e a Rhode Island, dove la compravendita del sesso non è illegale, ma lo sono la prostituzione per le strade e i bordelli.

In Canada, la prostituzione in sé è legale, ma anche in questo caso la maggior parte delle attività collaterali non lo sono. Non è legale ad esempio vivere esclusivamente di prostituzione senza essere di alcuna utilità alla società (strumento questo per ostacolare il fenomeno del lenocinio) ed è illegale inoltre (per ambo le parti) negoziare in un luogo pubblico, (incluso nei bar). Per mantenere una parvenza di legalità, le agenzie di accompagnamento organizzano un incontro tra l'accompagnatrice (o accompagnatore) ed il cliente. La Corte Suprema Canadese ha stabilito nel 1978 che, per essere condannati per adescamento, l'atto deve essere “pressante e persistente”. Allo stesso modo in Bulgaria la prostituzione in se è legale, ma la maggior parte delle attività collegate (come il lenocinio) sono fuorilegge.

In Svezia è legale vendere sesso, ma è illegale il lenocinio e dal 1999 anche comprare servizi sessuali. La ragione di questa legge è nella protezione delle prostitute, poiché molte di loro sono state forzate a prostituirsi da qualcuno o dalle necessità economiche. La Norvegia ha lo stesso codice della Svezia, a parte il fatto che non è illegale comprare sesso. Chi si prostituisce generalmente è visto dai governi come persona oppressa, mentre i loro clienti sono visti come oppressori. Nel caso di prostituzione minorile, in Olanda essere clienti (a meno che il cliente sia egli stesso minore di 16 anni) o protettori è illegale, ma in tal caso non è illegale prostituirsi. Nella maggior parte dei paesi dove la prostituzione è criminalizzata, chi si prostituisce viene arrestato e perseguitato più dei clienti.

In Brasile e Costa Rica, la prostituzione in proprio è legale, ma guadagnare dalla prostituzione altrui è illegale.

La prostituzione è legale per i cittadini in Danimarca, ma è illegale trarne profitto. In questo paese la prostituzione non è regolata come in Olanda, bensì il governo cerca attraverso interventi sociali di portare le persone fuori da essa indirizzandole verso altri mestieri, e cerca di ridurre al contempo l'introito delle attività criminali e altri effetti collaterali negativi derivanti dalla prostituzione.

In Thailandia la prostituzione è illegale così come stabilito dal "Prevention and Suppression Act, B.E. 2539" del 1996.

Nel 1949, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la “Convenzione per la soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui”, affermando che la prostituzione forzata è incompatibile con la dignità umana, richiedendo a tutte le parti coinvolte di punire i protettori e i proprietari dei bordelli e gli operatori e di abolire tutti i trattamenti speciali o la registrazione delle prostitute. La convenzione fu ratificata da 89 paesi ma la Germania, l'Olanda e gli Stati Uniti non parteciparono.

Prostituzione e religione

Nella Bibbia

Nell'Antico Testamento la prostituzione è citata molte volte, nella quasi totalità dei casi in un contesto di riprovazione. Viene sempre presentata come peccato o motivo di vergogna e la prostituzione sacra viene esplicitamente vietata nel Deuteronomio 23:18 e deprecata in Osea 4:14. Viene utilizzata spesso come metafora del cattivo comportamento del popolo d'Israele, in particolare in Osea, che, per ordine divino, sposò una prostituta come simbolo dell'amore tradito di Dio per il suo popolo e della possibilità per quest'ultimo di redimersi.

Del tutto particolare la vicenda della prostituta Raab, che a Gerico nascose e protesse gli emissari di Giosuè. Per questo venne risparmiata dagli Israeliti e portata ad esempio da San Paolo nella Lettera agli Ebrei (11:31) fra coloro che si salvarono per fede.

Nel Nuovo Testamento permane la condanna della prostituzione, che viene citata anche come causa di rovina nella parabola del figliol prodigo. Accanto a questo emerge la possibilità di redenzione per chi ha creduto, esposta con chiarezza nell'affermazione

« I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio »   (Matteo 21:31,32)

Il perdono ad una prostituta viene effettivamente praticato da Cristo nell'episodio della peccatrice penitente (Lc7:36,50). Anche se non è confermato dagli studi biblici, questa figura viene identificata tradizionalmente con Maria di Màgdala, o Maria Maddalena, divenuta simbolo del pentimento.

In altri testi

Filmografia

Elenco di film con persone che si prostituiscono come protagoniste o sulla prostituzione:

Prostituzione e letteratura

Prostituzione e musica

L'opera lirica 'La Traviata' di Giuseppe Verdi ha come protagonista Violetta, una prostituta d'alto borgo.

Nella musica leggera un brano che è quasi un inno è Lucciole vagabonde, del quale è molto noto l'incipit del ritornello Noi siam come le lucciole... Composto nel 1927 da Cesare Andrea Bixio e Bixio Cherubini, e interpretato da Achille Togliani, è stato poi ripreso da Claudio Villa, Aurelio Fierro, Gigliola Cinquetti e Milva.
Il cantore per eccellenza della prostituzione è stato senza dubbio Fabrizio De André, fin dal sui esordi con La canzone di Marinella, che, anche se non dichiarato nel testo, è ispirata all'omicidio di una prostituta. Più esplicite Bocca di rosa, La città vecchia e Via del Campo che hanno nella prostituzione uno dei motivi principali. In ruoli minori invece se ne parla in Il Testamento e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, scritta con Paolo Villaggio.

Gino Paoli ha più volte dichiarato che Il cielo in una stanza è stato ispirato dall' 'amore mercenario'.
Del resto il citato 'soffitto viola' era tipico nelle case chiuse.

Enzo Jannacci, insieme a Dario Fo, in Veronica ha ironicamente descritto la figura di una prostituta di periferia.

I Nomadi nella canzone L'Angelo Caduto hanno cantato la morte di una vittima del raket della prostituzione.

Anche Le Orme hanno dedicato la canzone Era inverno ad una prostituta.

La canzone "Ebano" dei Modena City Ramblers, presente nel loro album del 2004 ¡Viva la vida, muera la muerte!, è dedicata ad una giovane prostituta africana. "Ebano" valse ai MCR il premio Amnesty – Voci per la libertà, assegnato da Amnesty International.

Modi di dire

Nel linguaggio colloquiale per offendere pesantemente una donna la si definisce spesso una prostituta, anche se di solito non si usa questo termine ma suoi sinonimi volgari: puttana (il più comune a livello nazionale, probabilmente originario da putto, in quanto nella maggioranza dei casi il rapporto portava ad una figliolanza), troia (di origine contadina; propriamente: femmina di maiale destinata alla riproduzione), zoccola, maiala o sdraiona (termini d'uso in Toscana), mignotta, battona, bagascia, androcchia, baldracca, pelanda, sciaquetta, marciapiedista, tufera, meretrice (usato soprattutto nel periodo tardo imperiale e nel medioevo), lumera, sgualdrina, e vezzeggiativi quali puttanella, troietta, zoccoletta ma anche i termini allusivi laida, lucciola (in riferimento agli accendini accesi che si intravedono di notte ai lati delle strade), squillo, passeggiatrice, peripatetica, cortigiana, donna petrosa (termine dantesco per indicare che, al posto del cuore, si ha una pietra) e il più raffinato donna di facili costumi. Altri sinonimi sono "Lupa" (termine di origine laziale forse usato in tono canzonatorio riferendosi a quella lupa che allattò Romolo e Remo), "prosivendola", "bagassa" in sardo, "donna aperta", in latino "amica omnium" (lett.: amica di tutti), termine usato per descrivere Fulvia nelle Catilinarie ma frequentemente usato dallo stesso Sallustio, "profumiera" (in Lombardia), "panda" (in Cina), "vacca", "pereta" e "zompapereta" in napoletano, "donna di larghe vedute" e "donna oggetto". Sempre nel mondo latino era, per i romani più facoltosi, normale circondarsi di schiave che soddisfacessero ogni desiderio del padrone; le donne deputate ad assolvere i bisogni della sfera sessuale venivano chiamate "Lenee", "Lenea" è il nome italiano più antico per definire una prostituta.

Sempre nel linguaggio colloquiale, per definire l'atto di usufruire dei servizi delle prostitute si usa l'espressione andare a puttane. In senso figurato, l'espressione è anche molto usata (assieme a mandare a puttane qualcosa) per indicare la rovina completa di un'idea o progetto, un po' come una versione volgare di mandare a monte.

"Puttan-tour" è un'espressione usata dai giovani per indicare un giro in auto nelle strade in cui frequentemente si trovano le prostitute; di solito lo si fa come diversivo alla discoteca e viene considerato un passatempo, senza richiesta di prestazioni sessuali, con semplici sfottò nei riguardi delle lucciole.

Di uso molto comune è la locuzione "fare una puttanata" proverbiale e figurativo per "compiere un'azione sbagliata" ovvero "agire in malo modo".

Bibliografia

Saggistica

  • Luisa Leonini. Sesso in acquisto. Una ricerca sui clienti della prostituzione. Edizioni Unicopli, Milano, 1999
  • Carla Corso, Sandra Landi. Quanto vuoi? Clienti e prostitute si raccontano. Giunti, Firenze, 1998
  • Nanette Davis. Prostituzione, in Enciclopedia delle scienze sociali. Istituto dell'enciclopedia italiana, Roma, 1997
  • Francesco Carchedi. I colori della notte. Migrazioni, sfruttamento sessuale, esperienze di intervento sociale. Franco Angeli, Milano, 2000
  • Maria Rosa Cutrufelli. Il denaro in corpo. Milano, Marco Tropea Editore, 1996
  • Octave Mirbeau. L'Amore della donna venale

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


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