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Schiavismo - Wikipedia

Schiavismo

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Schiavi in catene nell'Africa dell'est
Schiavi in catene nell'Africa dell'est

Lo schiavismo è quel sistema sociale ed economico che si avvale della schiavitù. La schiavitù è la condizione per cui un individuo rimane privo di tutti i diritti di persona libera e viene considerato come proprietà di un altro individuo. Storicamente il proprietario di uno schiavo aveva diritto di vita e di morte su di esso e sulla sua famiglia, e aveva diritto a sfruttarne il lavoro senza fornire nessun compenso; spesso il costo per il lavoro degli schiavi era limitato al necessario per la loro sopravvivenza. Uno schiavo poteva nascere in questa condizione, se figlio di schiavi, oppure poteva perdere la libertà in determinate situazioni, le più comuni delle quali erano la cattura in guerra o la schiavitù per debiti, per cui un debitore, se non era in grado di rimborsare il proprio creditore, diventava egli stesso una sua proprietà.

La definizione dello schiavismo comporta innumerevoli problemi: infatti esistono le più svariate forme di transizione tra rapporti di semplice sfruttamento e rapporti di schiavitù vera e propria (un caso classico di forma di transizione, assai diffuso del Medioevo, era ad esempio la servitù della gleba). La complessità del problema rende perciò arduo valutare statisticamente il fenomeno nelle varie società (tra cui quella attuale). Tra le varie e numerose forme di schiavismo moderno, particolarmente vergognosa è la piaga della schiavitù di bambini reclutati a scopi militari o per i lavori forzati nell'agricoltura.

In quanto segue, si ripercorrono alcune tappe storiche del fenomeno, cominciando dall'antichità classica. Secondo la maggior parte delle fonti, il termine schiavo deriva dal termine "slavo", in quanto nel medioevo il commercio di schiavi si riforniva soprattutto nell'europa orientale. [1] (l'etimo è tuttavia contestato).

Indice

[modifica] Civiltà antiche

Per approfondire, vedi le voci Schiavitù nell'antica Grecia e Schiavitù nell'antica Roma.
Il mercato degli schiavi (Gustave Boulanger)
Il mercato degli schiavi (Gustave Boulanger)

La schiavitù era ampiamente praticata ed accettata nella gran parte delle civiltà antiche, ed era regolata dalle leggi e dalle consuetudini come ogni altra pratica economica. Tra le antiche civiltà, quella romana ha rappresentato il culmine delle società schiaviste, nelle quali il lavoro degli schiavi rappresentava una componente essenziale dell'economia: uno dei più importanti frutti delle guerre di conquista, per i Romani, era l'acquisizione di nuovi schiavi. Anche l'antica Grecia basava gran parte della sua economia sugli schiavi, tanto è vero che ad Atene per lunghi periodi ci sono stati più schiavi che uomini liberi.

La vasta portata del fenomeno economico-sociale spiega come mai sia stato possibile, in antichità, costruire arditi capolavori architettonici che, nonostante la loro semplicità tecnica, oggi stupiscono (oltre che per la loro bellezza) per le loro dimensioni e la loro accuratezza.

[modifica] Schiavismo nel Medioevo

Per quanto riguarda la servitù della gleba, che costituiva il principale fenomeno di lavoro forzato dell'epoca storica, va detto che essa non costituisce un fenomeno di schiavitù vera e propria. Comunque si ricorda in questa sede che oltre ai contadini privi di libertà (villani) c'erano degli schiavi (servi, ancillae).

Anche i conventi, ad esempio in Inghilterra si servivano del lavoro degli schiavi.[2] Si tratta, però, di sopravvivenze del sistema antico, a cui la Chiesa, in genere, si opponeva. Alla fine del X secolo la schiavitù era praticamente eliminata in gran parte dell'Europa. Carlo Magno, ad esempio, proibì ai cristiani di utilizzare altri cristiani come schiavi, ma spesso il divieto non veniva osservato.

Nell'Europa medievale in realtà la schiavitù finì anche perché la Chiesa estese a tutti gli schiavi i sacramenti e fece in modo di far proibire la schiavitù per i cristiani e gli ebrei, tanto da ottenere una abolizione totale della schiavitù nelle terre dei re cristiani; non mancavano però provvedimenti dei comuni: si ricordi ad esempio il Liber Paradisus con cui nel 1256 furono liberati a Bologna i servi della gleba e anche gli schiavi al cui traffico i comuni partecipavano.

Si osservarono però i primi fenomeni di traffico marittimo di schiavi africani, dato che nei Paesi Islamici la schiavitù allora prosperava . Questa pratica avrebbe avuto maggior espansione in età moderna, dopo le grandi scoperte geografiche. La tendenza di fondo era chiara: la schiavitù non avrebbe più colpito le popolazioni cristiane, ma ne avrebbe colpite altre. Per esempio, nel 1430 gli spagnoli colonizzarono le Isole Canarie ed asservirono la popolazione locale, schiavizzandola. Quando il Papa Eugenio IV venne a conoscenza di quanto accadeva emise una bolla papale contro la schiavitù, la "Sicut dudum" che però fu ignorata dagli spagnoli.

[modifica] Colonialismo europeo e schiavitù

Per approfondire, vedi le voci Tratta atlantica degli schiavi africani e Schiavismo in Africa.

[modifica] Commercio triangolare

Commercio triangolare: tessili e bigiotteria varia (Africa, Americhe, Europa, Africa)
Commercio triangolare: tessili e bigiotteria varia (Africa, Americhe, Europa, Africa)

Né in America settentrionale, né in America meridionale fu possibile sfruttare la mano d'opera locale durante il periodo del colonialismo europeo. Gli indios sudamericani non avevano i requisiti fisici necessari per svolgere i lavori più pesanti e non avevano resistito alle epidemie di vaiolo introdotte dagli spagnoli.

I neri d'Africa, più resistenti, costituivano da questo punto di vista un'alternativa. Venivano reclutati sul posto, il più delle volte acquistati da mercanti arabi (questo popolo praticava a sua volta lo schiavismo). Il contesto più ampio in cui si introduceva la tratta dei neri era quello del cosiddetto commercio triangolare che, intorno al Seicento, ruotava tra i vari continenti affacciati sull'oceano Atlantico su grandi e moderne navi. Una volta comprati o catturati, gli schiavi neri attraversavano l'oceano verso il continente americano per svolgere poi i lavori forzati (vedi immagine a destra). Frequentemente, gli schiavi erano addetti alle piantagioni di cotone e davano così agli europei la possibilità di esportare il cotone grezzo in Europa; lì, il materiale veniva lavorato e trasformato in stoffe e indumenti. Dall'Europa alcuni prodotti tessili venivano poi esportati, per esser barattati con nuovi schiavi. Scopo dell'immensa rotazione era anche quello di creare ricchezza pagando i mercanti di schiavi africani con merce di poco valore, ma tecnologicamente abbastanza interessante (forbici, bigiotteria, stoffe ecc.). [3]

Commercio triangolare: zucchero e rum (Africa, Sudamerica, Nordamerica, Africa)
Commercio triangolare: zucchero e rum (Africa, Sudamerica, Nordamerica, Africa)

Questo sistema conosceva una triste e ricca gamma di variazioni (vedi l'immagine a sinistra): ad esempio, dall'Africa gli schiavi raggiungevano i paesi dell'America Latina e lavoravano per l'agricoltura, la quale forniva zucchero da esportare in Nordamerica. Dal Nordamerica, i beni prodotti con queste risorse (ad esempio i liquori come il rum) attraversavano l'Atlantico, venendo trasportati nel nuovo mondo: essi erano destinati ai mercanti di schiavi in Africa o alla vendita in Europa, e così si chiudeva il ciclo. [4] Quest'ultimo aveva una durata annuale. Ogni percorso veniva coperto da navi diverse.

La fonte principale di manodopera era la cosiddetta Costa degli Schiavi, che si estende, a Sud del Sahara. Dal punto di vista sociale, c'è da dire che la detenzione ed il commercio degli schiavi fiorivano anche perché in Africa erano attività legali, e a partire dalla Costa degli schiavi si sviluppava un ricco commercio che esportava manodopera in diverse direzioni. Una parte degli schiavi era infatti destinata al mercato interno africano: soprattutto, era in voga l'esportazione di schiavi destinata ai porti mediterranei dell'Africa del Nord. Il trasporto passava legalmente per il deserto del Sahara formando la cosiddetta tratta orientale. [5] Nonostante il commercio fosse in buona parte legale, la Chiesa Cattolica condannava l'intero commercio costruito dagli europei (che facevano uso della cosiddetta tratta occidentale, cioè quella atlantica) attraverso l'emissione di bolle papali. Si ricordano la Sublimis Deus di Papa Paolo III del 2 giugno 1537 relativa non solo ai nativi americani ma a tutti i popoli, quella di Papa Urbano VIII emessa nel 1639 che riaffermava la precedente bolla di Paolo III, quella di Papa Benedetto XIV la "Immensa Pastorum principis" del 22 dicembre 1741. Si posero in questo modo delle primitive basi a quella che sarebbe diventata una lunga contestazione. In particolare il forte impegno dei Gesuiti contro la schiavitù ne provocò nel 1767 l'espulsione da tutto il Nuovo Mondo anche per aver dato vita ad autonome comunità di nativi molto avanzate.

Il commercio degli schiavi era controllato da compagnie francesi, olandesi tedesche ed inglesi. Fra tutte spiccava la English Royal African Company, che vendeva schiavi alle colonie più disparate.[6] Di questo enorme movimento, la traccia più appariscente rimasta fino al giorno d'oggi è la mescolanza di etnie e lingue sul continente americano.

[modifica] Perdurare dello schiavismo nei paesi americani

In America, il sistema dello schiavismo basato sul commercio triangolare poté sopravvivere all'epoca d'oro del colonialismo. Nella tabella sottostante, si noti come il fenomeno dopo il Seicento durò ancora per secoli. L'anno indica l'epoca in cui lo schiavismo fu abolito. Alcuni paesi (Cuba, Canada), non avevano, all'epoca, raggiunto la piena sovranità. [7]

(*): Abolizione iniziata alla fine del Settecento sotto l'amministrazione di Sir John Graves Simcoe (Alto Canada).

(**) Data dell'abolizione a livello federale sancita dalla Costituzione dopo la guerra civile americana. Svariati stati federali avevano sancito l'abolizione a livello locale tra il 1777 ed il 1864.

[modifica] L'abolizionismo

Per approfondire, vedi la voce Abolizionismo.

L'abolizione della schiavitù è stato un processo secolare. Sebbene vi siano stati precedentemente episodi di critica della schiavitù e di liberazioni di schiavi, la schiavitù fu messa efficacemente in discussione in Europa nell'alto medioevo dai re cristiani che la proibirono nei propri regni su intervento diretto della Chiesa che estese i sacramenti a tutti gli schiavi, tanto che per la fine del X secolo la schiavitù era sparita dall'Europa. Questo riguarda soprattutto la condizione di schiavitù dei cristiani: Nelle colonie del Nuovo Mondo (le Americhe) la tradizione continuava e fu messa efficacemente in discussione soprattutto dalla corrente di pensiero dell'Illuminismo e di quelle successive.[8]

Oggi la schiavitù è una condizione formalmente illegale praticamente in tutto il mondo, anche in seguito all'adozione presso le Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,nel 1948, peraltro non completamente applicata in ogni nazione, specialmente nel mondo islamico.

[modifica] La schiavitù ieri e oggi

Quando, ai tempi dell'Imperialismo ottocentesco, riprese la corsa all'espansione dei paesi europei (soprattutto verso l'Asia e l'Africa), lo schiavismo aveva ormai le gambe tagliate. Verso la metà dell'Ottocento i governi occidentali si erano messi d'accordo di considerare il trasporto di schiavi come atto di pirateria. Si era fra l'altro diffusa la convinzione illuminista che un servo libero potesse in qualche modo portare migliori servizi rispetto ad uno schiavo.

Nonostante gli enormi progressi raggiunti dall'abolizionismo, la condizione di schiavitù viene purtroppo vissuta ancora ai giorni nostri in un gran numero di paesi molto diversi tra di loro, in quanto possono essere paesi sia in via di sviluppo, sia industrializzati. Se da una parte il fenomeno è sulla difensiva, dall'altra è in indiscutibile espansione. Le varie stime sui dati della schiavitù al giorno d'oggi presentano clamorose differenze, dovute presumibilmente alle diverse accezioni del termine di schiavismo: a seconda delle fonti si registrano indicazioni oscillanti tra le decine e le centinaia di milioni di schiavi. L'associazione umanitaria internazionale Terre des hommes (2006) ritiene che a livello mondiale, il numero delle persone schiavizzate sia di dodici milioni. Sta di fatto che il fenomeno della schiavitù in senso stretto è ancora realtà.

[modifica] Persistenza di vecchie forme di schiavitù

La maggior parte dei fenomeni di schiavitù ricorrono oggi, secondo Terre des hommes, nel subcontinente indiano e zone confinanti. Infatti, i governi locali non riescono ad applicare le normative ufficiali, perché in questi paesi esiste ancora la possibilità di nascere schiavi in virtù dei debiti non estinti da parte dei genitori, e successivamente ereditati. Altri specifici fenomeni si riscontrano nel continente africano: ad esempio, la Mauritania ha concluso il processo legislativo di abolizione solo nel 1980, senza che si siano mai spente le contestazioni e le critiche al governo. [9] Gli stessi rappresentanti delle autorità di un paese possono essere interessati ad una sopravvivenza dello stato attuale delle cose. Dato che le normative non vengono ancora applicate, si può parlare di una tolleranza di fatto. In virtù di una certa tradizione storica, per i paesi in via di sviluppo non è del tutto appropriato parlare di schiavismo moderno, ma piuttosto della tenace sopravvivenza di antichi sistemi sociali in lento declino.

Fino ad un certo punto, valgono analoghe considerazioni per lo schiavismo in America Latina. Se da una parte i suoi paesi si avvicinano per certi versi alla cultura occidentale (il Brasile ha abolito lo schiavismo nel 1888, la stessa epoca storica degli Stati Uniti), dall'altra le vaste zone delle foreste tropicali sono ben lontane dal pieno controllo da parte dello stato. Su questo argomento intervenne anche il Papa Pio X con l'enciclica "Lacrimabili Statu" del 7 giugno 1912.

[modifica] Nascita di nuove forme di schiavitù

Come visto, in Europa scomparve la schiavitù nel X secolo mentre nel resto del mondo a partire dall'epoca dell'Illuminismo si è potuto parlare di una sparizione graduale del fenomeno. Dalla fine dell'ultimo millennio, tuttavia, si assiste ad un inaspettato e consistente ritorno dello schiavismo, benché esso assuma oggi delle peculiarità proprie (come del resto in tutti i paesi e tutte le epoche). In particolare nel mondo islamico nei riguardi della schiavitù è presente una barriera invalicabile di tipo filosofico e teologico data dal fatto che il profeta Maometto comprava, vendeva, catturava e possedeva schiavi, pertanto non è possibile mettere in dubbio la moralità dell'istituzione stessa, inoltre alcuni passi del Corano ne parlano dando indicazioni di comportamento del credente verso i propri schiavi. Peraltro in molte nazioni dove tale religione è preponderante la schiavitù è praticamente inesistente.

Similmente a quanto si è potuto osservare nel corso della storia, lo schiavismo colpisce spesso etnie di paesi stranieri, che per una ragione o l'altra si trovano in un ruolo subalterno o in posizione svantaggiata. Si nota ad esempio tra gli immigrati provenienti dall'Est Europa e da altri continenti non si trovano più solo persone motivate dal bisogno di sicurezza o di sostentamento personale: spesso infatti gli emigranti lasciano il paese contro la propria volontà; altre volte si tratta di persone che sono state convinte a partire con promesse ingannevoli. In questi casi, non è esagerato scomodare il termine di tratta di schiavi verso i paesi occidentali (vedi nota sulla legislazione alla fine di questo capitolo). In Italia, i settori economici dove il fenomeno dello schiavismo è più frequente sono forse la prostituzione e l'agricoltura. Nel primo caso, è tipico dello schiavismo tradizionale il frequente ricorso alla somministrazione di droghe per tenere sotto controllo la vittima. [10] Nel secondo caso, in casi sporadici è stato denunciata la presenza di una sorveglianza armata che impedisca la fuga delle vittime.

Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici. Secondo l'insigne studioso Bales Kevin, l'espansione di nuove forme di schiavismo, che spesso riguardano anche le società occidentali, sarebbero il rapido incremento della popolazione mondiale e la mal gestione (spesso da parte dei governi di paesi poveri) delle nuove sfide cui deve andare incontro la politica. Tra queste, la globalizzazione ha senza dubbio un posto di primo piano. [11] La cattiva gestione avrebbe favorito, infine, la formazione ed il consolidarsi di nuovi gruppi di élite interessati a sfruttare il mutamento sociale ed economico in corso.

Per una rudimentale caratterizzazione delle nuove forme di schiavismo si ricordano pochi punti di vista essenziali:

Parte di una serie di voci sulla
Discriminazione

Forme maggiori
Razzismo
Sessismo
Omofobia
Discriminazione generazionale
Handifobia

Forme specifiche

Religiose

Anticattolicesimo
Anti-Induismo
Antisemitismo
Islamofobia

Culturali (lista)

Antiamericanismo
Anti-Italianismo
Anti-Arabismo
Anti-Polonismo
Anti-Sionismo
Antiziganismo
Sinophobia

Manifestazioni
Schiavismo · Racial profiling
Hate speech · Crimine razziale
Genocidio · Etnocidio · Olocausto
Pulizia etnica · Pogrom
Intolleranza · Xenofobia
Intolleranza religiosa/Persecuzioni religiose

Movimenti
Discriminatori
Aryanism · Neonazismo · Kahanism
Supremazia bianca/nera
Anti-discriminatori
Abolizionismo
Suffragio delle donne/universale
Diritti civili · Diritti degli omosessuali

Gruppi
NAACP · ADL · ADC
NOW · ACLU · HRC

Questioni
Matrimonio omosessuale
Riforma della terra nello Zimbabwe
Conflitto del Darfur

Politiche
Discriminatorie
Segregazione:
razziale/etnica/religiosa/sessuale
Apartheid · Isolazionismo
Japanese internment
Anti-discrminatorie
Emancipazione · Diritti civili
Integration · Desegregation
Affirmative action · Racial quota
Reservation · Reparations

Leggi
Discriminatorie
Anti-miscegenation
Alien and Sedition Acts
Jim Crow laws · Black codes
Leggi di Norimberga
Apartheid laws
Anti-discriminatorie (List)
Fourteenth Amendment (U.S.)
Civil Rights Act (U.S.)
Equal Rights Amendment (U.S.)

Altre forme
Nepotismo · Cronyism · Classismo
Adultismo · Linguicism
Nazionalismo · Etnocentrismo
Trionfalismo
Discriminazione economica

Argomenti correlati
Pregiudizio · Supremacism
Eugenetica · Racialism
Politicamente corretto
Discriminazione inversa

  • Riconoscimento sociale: la schiavitù dell'epoca postmoderna viene sempre ed unanimemente condannata dalla coscienza comune (per il nostro continente, vedi ad es. Convenzione europea dei diritti dell'uomo, art. 4). In quanto illegale, in Occidente il rapporto di schiavitù non può quasi esistere senza l'appoggio della criminalità organizzata internazionale e dell'emigrazione clandestina.
  • Mansioni: Nel caso dello schiavismo dei paesi occidentalizzati, lo spettro delle mansioni cui può essere addetto uno schiavo è notevolmente mutato. Non esistono in Occidente più schiavi guerrieri, né insegnanti; neanche le mansioni dei lavori domestici presso una famiglia sembrano poter rientrare sotto il fenomeno di schiavismo. A parte la prostituzione e l'agricoltura, vengono spesso considerate come schiavismo moderno forme di sfruttamento violento il racket delle elemosine, il traffico di organi e l'abuso di minorenni per pedo-pornografia.
  • Acquisizione e durata del rapporto di schiavitù: La condizione di schiavitù acquisita per nascita è ormai almeno in teoria impossibile. Essendo meno facile da instaurare e meno difficile da sciogliere, il rapporto di schiavitù non dura quasi mai tutta la vita della vittima, ma tende a colpire soprattutto le fasce di età giovane. Sono infatti molte le fonti a sostenere che gli schiavi siano in buona parte dei minorenni.[12][13]
  • Mezzi di pressione: Per lo sfruttatore attivo nei paesi occidentali, oggi la maniera più efficace per sostenere il rapporto di schiavitù è probabilmente la minaccia di violente ritorsioni contro i parenti rimasti in patria. Va inoltre detto che ancor oggi i debiti vengono usati come mezzo di pressione nei confronti della vittima. [14] Ovviamente, se nell'antichità la schiavitù era spesso il normale risvolto dell'incapacità di pagare un regolare debito, oggi la schiavitù si basa abbastanza sistematicamente su accordi di prestito abusivi, in quanto è in pratica impossibile estinguere il debito.

In Italia, il legislatore è intervenuto in favore delle vittime. Fra i provvedimenti iniziati, si ricorda la Legge 11 agosto 2003, n. 228, "Misure contro la tratta di persone". [15]

[modifica] Note

  1. ^ etimo.it
  2. ^ voce della Wikipedia in lingua tedesca.
  3. ^ Antonio Brancati, Civiltà nei secoli, vol. II, La Nuova Italia, Scandicci 1989 (p. 61).
  4. ^ vedi immagine
  5. ^ Antonio Brancati, Civiltà nei secoli, vol. II, La Nuova Italia, Scandicci 1989 (p. 61).
  6. ^ The slave trade
  7. ^ Wikipedia in lingua inglese
  8. ^ Negli Stati Uniti, fra i maggiori pensatori coinvolti nel movimento abolizionista del XIX secolo ci sono Henry David Thoreau e Ralph Waldo Emerson.
  9. ^ peacereporter
  10. ^ Università degli Studi di Padova, le nuove schiavitù nell'era dei diritti umani, tesi di laurea.
  11. ^ Bales Kevin, vedi bibliografia.
  12. ^ townhall
  13. ^ thehindu
  14. ^ Università degli Studi di Padova, le nuove schiavitù nell'era dei diritti umani, tesi di laurea
  15. ^ Legge italiana del 2003, misure contro la tratta

[modifica] Bibliografia

  • Bales Kevin, I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale, traduzione di Maria Nadotti, Feltrinelli, Collana Universale Economica, Saggi, 2000.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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