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Storia d'Europa - Wikipedia

Storia d'Europa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Voce principale: Europa.

Mentre le prime tracce umane in Europa risalgono al 35.000 a.C., i primi insediamenti umani vengono datati attorno al 7000 a.C..

All'inizio l'Europa fu un'immensa colonia dell'oriente, colonizzata ad ondate successive. Le prime popolazioni di coloni arrivarono per via terrestre attraversando il bosforo e portando con sé frammenti di lingue e religioni dell'area compresa tra l'India e l'antica Persia. Questi primi coloni erano dediti alla pastorizia e ad un tipo rudimentale di coltivazione annua. Non vi erano possedimenti privati stabili nel tempo e non vi erano quasi neanche città. Erano per lo più nomadi sempre in guerra che con il passare del tempo si mescolavano con le tribù aborigene di selvaggi dell'Europa. Queste genti apparvero come barbare alle successive ondate di coloni di origine asiatica che giunsero per mare e si stanziarono inizialmente nelle isole greche, nell'attuale Grecia, Italia e nella penisola iberica.

Questa seconda ondata di coloni giungeva dalle città dell'Egitto, della Fenicia, della Lidia, della Frigia, della Colchide e per prima cosa esportarono il loro modo di vivere. Costruirono degli stabili domicili, le urbs: insediamenti circondate da mura; prima costruivano le mura e poi all'interno le case. Introdussero così il concetto stabile di proprietà privata. Erano popolazioni di agricoltori e traevano da essa il loro principale sostentamento. Queste colonie erano tra loro collegate dal commercio e si diffondevano creando altre città e lo stesso stile di vita.

In Italia le città diventano stabili mercati, officine e porti, alimentate dal commercio con paesi lontani. Con il termine città si intende sia il centro abitato che i territori circostanti fino al confine con l'area della città vicina; nasce così nei cittadini il primo concetto di patria che si limita a tale area, legando tra loro sia gli abitanti interni del centro cittadino che quelli all'esterno delle mura. Questo è un concetto tipico del territorio italiano e del tutto assente nel resto d'Europa, per esempio un agricoltore non si sentiva parigino nemmeno se abitava appena fuori dalle mura di Parigi.
Questa adesione tra il contado e la città fa si che si crei una sorta di piccolo stato elementare, permanente ed indissolubile; se il centro cittadino viene distrutto o conquistato, allora prima o poi viene ricostruito. Questo genera un altro fenomeno tipico dell'area italiana: i municipi.

Non è possibile dedurre dai reperti archeologici il periodo in cui vennero fondate le prime città, però è possibile stabilire all'incirca i periodi in cui questi coloni giunsero sulle coste meridionali dell'Europa. Negli scritti egizi si trovano indicate tre importanti migrazioni che interessarono tutti i luoghi da cui poi vennero i successivi colonizzatori dell'Europa. Nel 2500 a.C. la spedizione d'Osimandia giunse fino alle frontiere dell'India; nel 2000 a.C. l'irruzione dei pastori provenienti dalle regioni del Caspio all'Egitto; nel 1800 a.C. la spedizione di Sesostri che giunse fino all'Europa.
Alla fondazione di Roma (circa nel 750 a.C.), l'Italia era già punteggiata da città molto più antiche, ma esse appartenevano a più lingue e religioni differenti che si erano stabilite in modo sparso nella zona e che si contendevano il territorio combattendo tra loro.

Le prime manifestazioni di civiltà in Europa risalgono al 2000 a.C. circa e riguardano la civiltà minoica dell'isola di Creta, crocevia dei traffici mediterranei, e gli insediamenti dei Celti nell'Europa centrale; probabilmente altri insediamenti civili si avevano nell'area baltica, grazie alle condizioni climatiche favorevoli successivamente peggiorate per un drammatico periodo di tipo glaciale. Intorno al XV secolo a.C. si hanno i primi sviluppi della civiltà di Micene sviluppatasi nel Peloponneso con l'arrivo in Grecia degli Achei, popoli di provenienza nordica, forse i baltici spinti dalla glaciazione. Successivamente, mentre la civiltà cretese entra in crisi, forse a causa di un evento naturale distruttivo, prevale la civiltà micenea ed i Celti procedono in una espansione che arriverà al massimo intorno al IV secolo a.C. raggiungendo le parti centrali della Penisola Iberica, dell'Italia e dell'Anatolia.

Indice

[modifica] Antica Grecia

Alla fine dell'età del bronzo dai regni precedentemente esistenti nasce la civiltà greca. La struttura è quella di un'insieme di città-stato (tra le maggiori delle quali ricordiamo Atene, Corinto e Sparta), anche molto differenti in termini di cultura ed organizzazione politica ed economica. L'espansione territoriale verso le colonie greche diffonde la cultura ellenica su tutta l'Asia Minore e in buona parte del Mediterraneo, trovando un limite nella espansione dei Fenici. L'identità "europea" si sviluppa però a partire dalle guerre persiane, quando i dotti dell'epoca iniziano a differenziare la "popolazione europea", più bellicosa e maggiormente affezionata alla democrazia, dalla "popolazione non europea", che preferisce la quiete e la sudditanza, a patto che l'impero garantisca prosperità.

Nel IV secolo a.C., la debolezza conseguente alle lotte interne tra le varie città-stato rendono la penisola ellenica preda del re macedone Filippo II. Le campagne di suo figlio Alessandro il Grande diffonde la cultura ellenica a gran parte dell'area medio orientale e dell'Egitto.

[modifica] Roma

L'eredità greca viene capitalizzata dalla nascente civiltà romana, che la estende inizialmente nella penisola italiana e poi nell'intera area mediterranea e nell'Europa occidentale e meridionale. Nella sua espansione, Roma trova la maggiore resistenza da parte della colonia fenicia di Cartagine, sconfitta alla fine del III secolo a.C..

Il governo di Roma, inizialmente a carico di una serie di re, passa poi ad istituzioni repubblicane ed infine all'impero con Augusto nel I secolo a.C.. L'impero raggiunge la sua massima estensione nel II secolo d.C. con Traiano, estendendosi a tutte le coste del Mediterraneo a sud e a tutta l'Europa fino ai fiumi Reno e Danubio a nord.

La civiltà di Roma porta ad un elevato sviluppo economico e sociale fino al III secolo d.C., quando una serie di guerre civili segna l'inizio di un lento declino. Nel IV secolo gli imperatori Diocleziano e Costantino dividono l'Impero Romano d'Occidente dall'Impero Romano d'Oriente, nel tentativo di semplificarne il governo.

[modifica] Medioevo

L'inizio del Medioevo viene convenzionalmente e tradizionalmente fatto coincidere con due date, rispettivamente o il sacco di Roma da parte dei Visigoti di Alarico nel 410, oppure altrimenti con la deposizione da parte di Odoacre di Romolo Augusto, ultimo Imperatore Romano d'Occidente, avvenuta nel 476.

A partire dal V secolo, l'Impero Romano d'Occidente è soggetto ad una serie di invasioni barbariche che ne segnano il progressivo disfacimento ed allontanamento dall'Impero Bizantino che sopravvive, pur con alterne vicende, per un altro millennio.

Il VII secolo conosce la rapida espansione degli Arabi nelle coste del Mediterraneo, fino a raggiungere l'Anatolia, tutte le coste dell'Africa settentrionale, la Sicilia e la Spagna.

Nel frattempo, l'Europa dell'ex Impero Romano d'Occidente continua la sua involuzione fino a suddividersi in piccole realtà locali con un'economia basata sull'agricoltura e sulla silvicultura. Si tratta di un cambiamento anche paesaggistico e funzionale dalla polarità ager(campo coltivato)-saltus (foresta) romana, alla inclusione del saltus nei coltivi, con differenziazione qualitativa della disponibilità di derrate. Tutto ciò porterà ad una forte contrazione dei commerci. Politicamente, la polverizzazione del potere centrale precipita l'Europa nelle mani di vari signori locali, laici o ecclesiastici (feudalesimo). L'unica autorità in grado di avere un'organizzazione centralizzata era la Chiesa, che inizia ad avere progressivamente anche un'influenza temporale e un ruolo di continuità con la cultura latina.

Una prima riunificazione si ha con il Sacro romano impero, che appare attorno all'800 quando Carlo Magno, re dei Franchi, riunisce sotto al suo regno (oltre alla Francia) la parte occidentale della Germania e la parte settentrionale dell'Italia: nella parte centrale dell'Italia prende corpo lo Stato della Chiesa.

Nel tardo Medioevo si iniziano ad avere segnali di rinascita agricola, commerciale e culturale dell'Europa occidentale, con l'affermarsi, a partire dall'XI secolo, di realtà comunali ricche di fermenti soprattutto nelle Fiandre e nell'Italia centro-settentrionale e con lo sviluppo delle Repubbliche marinare italiane. Mentre il Sacro Romano Impero continua la sua frammentazione in una serie di feudi italiani e tedeschi, sempre meno legati al potere dell'imperatore, alcuni comuni si trasformano in importanti città stato (come Milano, Venezia e Firenze) e contemporaneamente si iniziano a formare i primi stati nazionali (quali Francia, Inghilterra e Spagna).

Dopo un periodo di crescita economica e demografica, intorno al 1300, anche a causa di un raffreddamento del clima, inizia un periodo caratterizzato da carestie, guerre ed epidemie che si supportano a vicenda, in un circolo vizioso. Il peggioramento delle condizioni di vita e l'indebolimento fisiologico delle popolazioni europee (perciò la minore resistenza alle malattie) sfocierà in un drammatico calo demografico: la peggiore epidemia di peste, sarà la peste nera del 1348-1351, causa della morte di circa un terzo della popolazione europea, preparata e seguita da molte altre epidemie minori. Va detto che i paesi europei meno colpiti dalla peste, Inghilterra e Olanda, furono quelli meno interessati dalle carestie, perché tradizionalmente dediti al commercio delle eccedenze agricole, quindi dotati di cospicue riserve alimentari nei magazzini.

Intorno allo spartiacque del secolo XV, la popolazione rimasta conoscerà un nuovo ciclo di più diffuso benessere: manodopera più scarsa, quindi salari più alti o messa a pascolo delle terre agricole, attività meno vorace di manodopera. Ciò si tradurrà in una disponibilità carnea per tutti, o quasi, quindi in un rafforzamento della popolazione: migliore resistenza alle malattie, aumento della durata della vita media, miglioramento della qualità della vita.

La fine del Medioevo viene fatta convenzionalmente e tradizionalmente coincidere con due date, rispettivamente o con la caduta di Costantinopoli e dell'Impero Bizantino nel 1453 per mano dei Turchi Ottomani, i quali faranno della città (rinominata Istanbul soltanto nel 1930) la capitale dell'Impero Ottomano, durato fino al 1919, e che giunse a comprendere anche Siria, Egitto, Libia, Arabia e gran parte dei Balcani, oppure altrimenti con la data della scoperta dell'America da parte della spedizione guidata da Cristoforo Colombo nel 1492.

[modifica] Rinascimento e Riforma Protestante

Gli stati che si sono formati alla fine del XV secolo continuano ad accrescere il proprio potere, mentre la Chiesa, a causa della corruzione e dei conflitti interni, continua a perdere progressivamente potere. In particolare, dopo la Riforma protestante avviata da Martin Lutero nel 1517, l'Europa viene attraversata da una serie di lotte nelle quali motivazioni religiose giustificavano mire politiche.

Contemporaneamente, le nazioni europee (con Spagna e Portogallo, seguite da Francia, Inghilterra ed Olanda) iniziano un'espansione coloniale, sia verso i territori dell'Asia e dell'Africa, sia verso le terre del Nord e Sud America a seguito della loro scoperta da parte di Cristoforo Colombo nel 1492.

L'Europa dell'Est è teatro di duri scontri tra Svezia, Polonia e Russia, con quest'ultima che ha il sopravvento, annettendo la Finlandia e la parte orientale della Polonia.

In questo contesto, la Repubblica di Venezia porta al massimo splendore lo stile neoclassica, e nonostante le scomuniche papali e le guerre contro l'impero Ottomano, difende la sua laicità, la libertà di fede nel suo territorio contro l'inquisizione, mantiene libera la ricerca scientifica.

[modifica] Rivoluzione Francese e Napoleone

Il XVIII secolo vede la crescita della borghesia mercantile, i progressi culturali e scientifici ed i primi segni della Rivoluzione industriale; contemporaneamente permangono i privilegi delle classi aristocratiche ed ecclesiastiche. Si crea quindi una situazione di tensione che sfocia in un conflitto aperto in Francia. Il rifiuto di Luigi XVI di condividere il proprio potere con il Terzo stato porta nel 1789 alla Rivoluzione francese, con la fine delle monarchia francese e l'instaurazione della Repubblica.

L'affermazione di principi di governo democratico e la reazione delle potenze europee portano a conflitti che conducono alla presa del potere da parte del generale Napoleone Bonaparte, che conduce una serie di brillanti campagne militari contro tutte le monarchie europee. Queste portano Napoleone a battere l'Austria (il cui imperatore perde il ruolo di titolare del Sacro Romano Impero) la Russia e la Prussia e a controllare gran parte d'Italia, Germania e Spagna. La resistenza dell'Inghilterra, che mantiene il controllo dei mari, e la disastrosa campagna di Russia, portano alla caduta di Napoleone, il cui impero termina nel 1815 con la sconfitta di Waterloo.

La restaurazione delle forme di potere antecedenti alla Rivoluzione francese negli anni dal 1815 al 1848 tenta invano di soffocare le aspirazioni liberali e nazionali delle popolazioni europee suscitate dalla Rivoluzione francese. A queste si aggiungono sia le trasformazioni sociali legate alla Rivoluzione industriale, sia la rinascita di spinte nazionalistiche che mal tolleravano forme di governo sempre più lontane dalle esigenze popolari. Come conseguenza, il periodo tra il 1815 ed il 1871 fu segnato da una serie di moti rivoluzionari e guerre d'indipendenza che ebbero, tra i maggiori risultati, la nascita di stati nazionali in Italia e Germania.

[modifica] Il Novecento

Dopo il periodo relativamente pacifico che vede l'espansione della borghesia industriale, periodo noto anche come Belle époque, le tensioni tra le potenze europee, imputabili in particolare alle aristocrazie dominanti, portano nel 1914 alla Prima Guerra Mondiale. Da un lato si schierano la Germania, l'Impero Austro-Ungarico e l'Impero ottomano, mentre dall'altra la Francia, il Regno Unito, la Russia e la Serbia, ai quali si aggiungono nel 1915 l'Italia e nel 1917 gli Stati Uniti; nonostante il ritiro della Russia nel 1917 causato dal successo della Rivoluzione russa, quest'ultimi prevalgono nell'autunno del 1918.

Il Trattato di Versailles del 1919, per il prevalere degli interessi nazionali, impone severe condizioni alla Germania e il disfacimento degli imperi tedesco, austro-ungarico e russo con la creazione di nuovi stati come la Polonia, Cecoslovacchia e la Iugoslavia. Gli anni seguenti sono contraddistinti da gravi problemi economici e sociali (Crisi del 1929), che sfociarono nella grande depressione del 1929-33. Le tensioni che derivano da questa difficile situazione ed i tentativi di espandere la rivoluzione bolscevica, porta alla nascita di movimenti nazionalisti come il Fascismo in Italia (1922), il movimento di Horty in Ungheria, il Nazismo in Germania (1933), il Franchismo in Spagna (dopo la Guerra civile terminata nel 1939).

La Germania nazista, dopo l'annessione dell'Austria e dei Sudeti e dopo la definizione del Patto d'acciaio con l'Italia e la firma di un patto di non aggressione con l'Unione Sovietica, dà inizio nel settembre 1939 alla Seconda guerra mondiale con l'invasione della Polonia. Seguono le invasioni di Paesi Bassi, Belgio, Francia (Campagna di Francia), Danimarca, Norvegia (Operazione Weserübung) e Balcani (Campagna dei Balcani). Dopo questi iniziali successi, la Germania tenta di invadere il Regno Unito e nel 1941 attacca la Russia; questa invasione viene però fermata vicino Mosca nel dicembre del 1941. Nel frattempo l'Impero giapponese, alleatosi a Germania ed Italia nel settembre 1940, attacca gli Stati Uniti il 7 dicembre 1941. Le vittorie alleate in Nord Africa sono seguite dall'invasione dell'Italia nel 1943, dallo sbarco in Normandia nel giugno del 1944 e dall'invasione della Germania nel 1945 portando alla fine della guerra nell'agosto dello stesso anno.

La fine della guerra porta alla separazione delle nazioni europee in due blocchi, distinguendo tra quelle filo occidentali facenti parte della NATO e quelle di influenza sovietica del Patto di Varsavia. La contrapposizione dei due blocchi porta a quella che venne definita Guerra fredda, terminata nel 1991 con il disfacimento dell'Unione Sovietica. Contemporaneamente, un processo d'integrazione economica e politica porta allo sviluppo del Mercato Europeo Comune prima e dell'Unione Europea successivamente.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • La città considerata come principio ideale delle istorie italiane di Carlo Cattaneo
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