Goti
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I Goti (in latino Gothones) erano un'insieme di tribù germaniche orientali (una vera e propria federazione di tribù[1]), secondo le loro stesse tradizioni originaria dell'attuale isola svedese di Gotland e la regione di Götaland. Ad ondate sbarcarono sulle coste del Mar Baltico e da qui si diressero a meridione spingendo a sud o conquistando le popolazioni che trovarono sul loro cammino. Due tribù strettamente apparentate, i Gutar e i Götar, che rimasero in Scandinavia, sono anche annoverate fra i Goti con i nomi, rispettivamente, di Gotlandi e Geati.
Arrivati a contatto con il mondo romano nella zona della foce del fiume Danubio e del Regno del Bosforo Cimmerio attorno al 230, erano considerati più vicini agli sciti che ai germani,[2] e furono a più riprese nemici dei vari imperatori e a volte alleati contro altre popolazioni barbariche nel corso di tutto il III e IV secolo. Sappiamo che la prima suddivisione interna di questa federazione di tribù, fu tra le due maggiori tribù (si pensa fossero non meno di dodici): quella dei Tervingi ad Occidente e Grutungi ad Oriente.[3]
La divisione successiva in Visigoti (ramo occidentale) e Ostrogoti (ramo orientale) avvenne solo sul finire del IV secolo, anche se è diventato uso comune accomunare i primi ai Tervingi ed i secondi ai Grutungi: i nomi in tedesco di tali rami ("Westgoten" e "Ostgoten") chiariscono in maniera meno criptica la connotazione geografica dei loro nomi.
Nel IV secolo e V secolo furono spinti ad occidente dagli Unni e, dopo la fine dell'Impero Romano d'Occidente (476), fondarono diversi regni romano-barbarici: il regno visigoto, corrispondente grosso modo all'attuale Spagna, e il regno ostrogoto, che comprendeva l'Italia.
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[modifica] Storia
La nostra unica fonte per la storia antica dei Goti è l'opera "Getica" di Iordanes (pubblicata nel 551), una condensazione dei dodici volumi di storia dei Goti, andati perduti, scritti in Italia da Cassiodoro. Forse neanche Iordanes ebbe modo di consultare questo lavoro, per cui queste informazioni sulla storia antica andrebbero trattate con cautela. Cassiodoro era in una buona posizione per scrivere dei Goti, in quanto era un importante ministro di Teodorico il Grande, che si dice avesse sentito alcuni canti gotici che raccontavano delle loro tradizionali origini. I bardi gotici si accompagnavano con uno strumento a corde che gli scrittori latini associavano alla chitara, più familiare a loro.[4]
[modifica] Origini
Spiegando le origini dei Goti, Iordanes racconta:
Lo stesso potente mare ha anche nella sua regione artica, che è a nord, una grande isola chiamata Scandza, dalla quale la mia storia (per grazia di Dio) comincerà. La razza delle cui origini hai chiesto di sapere, si mosse come uno sciame di api dal centro di questa isola alle terre d'Europa. [...] Da questa isola di Scandza, come da un alveare di razze o un utero di nazioni, si dice che i Goti siano usciti, guidati dal loro re di nome Berig. Appena sbarcarono dalle loro navi e misero piede a terra, diedero immediatamente il loro nome al posto. E ancora oggi, esso è conosciuto come Gothiscandza. Presto però si mossero da qui alle terre abitate dagli Ulmerugi [ Rugi ], che in seguito si sarebbero spostati verso le sponde dell'oceano, scacciati dalle loro case.
Nel I secolo, Tacito ubica i Gothones nella Polonia settentrionale:
Al di là dei Lugi abitano i Gothones, sotto il governo di un re, che li tiene in una soggezione più stretta che tutti gli altri popoli germanici, non così stretta tuttavia da estinguere la loro libertà. Immediatamente confinanti sono i Rugi e i Lemovi sulle coste dell'oceano, e di queste nazioni le caratteristiche sono uno scudo rotondo, una spada corta e un re al governo.
A causa del ruolo centrale che i Goti giocarono nella storia, le loro origini sono state discusse a lungo. Sebbene non siano state proposte teorie alternative alla loro apparenza di tribù germaniche della Polonia settentrionale, alcuni storici hanno espresso dubbi sul fatto che i Goti abbiano avuto origini in Scandinavia. Questo perché, ignorando Iordanes, la più antica evidenza letteraria dei Goti (Tacito e Plinio il Vecchio) li pone nella Vistola nel I secolo.
D'altra parte, lo studioso tedesco Wenskus, ha osservato che se Iordanes avesse voluto inventare un passato fittizio per i Goti, li avrebbe reclamati discendenti di locazioni prestigiose come Troia o Roma. Non avrebbe piazzato le loro origini nel barbarico nord. Al di là dei racconti di Iordanes, c'è un supporto sia linguistico che archeologico per le origini scandinave.
[modifica] Archeologia
In Polonia, la più antica cultura materiale identificata con i Goti è la cultura di Wielbark, che ha rimpiazzato la cultura di Oksywie nel I secolo. Comunque, tra la tarda età del bronzo nordica e l'antica età del ferro pre-romana (ca 1300 a.C. - ca 300 a.C.), quest'area era influenzata dalla bassa Scandinavia. Infatti, l'influenza scandinava sulla Pomerania e la Polonia settentrionale circa dal 1300 a.C. in poi fu così considerevole che la regione a volte è inclusa nella cultura dell'età del bronzo nordica (Dabrowski 1989:73). Durante il periodo 600 a.C. - 300 a.C. il clima mite e asciutto della Scandinavia meridionale (di 2-3 gradi più caldo di oggi) si deteriorò considerevolmente, non solo cambiando drammaticamente la flora, ma forzando la gente a cambiare stile di vita e lasciare le abitazioni.
Si crede che i Goti abbiano attraversato il mar Baltico tra la fine di questo periodo, nel 300 a.C. e il 100, e nella tradizionale provincia di Östergötland, in Svezia, evidenze archeologiche mostrano che ci fu un generale depopolamento in questo periodo. Lo spostamento in Polonia corrisponderebbe probabilmente all'introduzione delle tradizioni funerarie scandinave come i cerchi di pietre e i menhir, che indicano che gli antichi Goti preferivano seppellire i loro morti secondo le tradizioni scandinave. L'archeologo polacco Tomasz Skorupka dichiara che una migrazione dalla Scandinavia è un dato di fatto:
A dispetto di molte controverse ipotesi riguardanti la locazione di Scandia (per esempio, l'isola di Gotlandia e le province di Västergötland e Östergötland), il fatto che i Goti siano giunti in terra polacca dal nord dopo aver attraversato il mar Baltico con delle barche è certo.
Comunque, la cultura gotica sembra anche essere in continuità con le culture della regione, suggerendo che gli immigranti si siano mescolati con la popolazione, forse creando aristocrazie separate. Lo studioso di Oxford Heather, suggerisce che fu una migrazione relativamente piccola quella dalla Scandinavia (1996:25). Questo scenario renderebbe la loro migrazione sul Baltico simile a molti altri movimenti di popolazioni nella storia, come l'invasione Anglo-Sassone, in cui i migranti hanno imposto la loro cultura e linguaggio agli indigeni. La cultura di Wielbark si è poi spostata a sud-est verso il mar Nero dalla metà del II secolo, e fu la parte più antica della cultura di Wielbark, locata ad ovest della Vistola, quella che aveva tradizioni funerarie scandinave, che si mosse. In Ucraina, si imposero come governatori alla locale, probabilmente slava, cultura di Zarubintsy, formando la nuova cultura di Chernyakhov (ca 200 - ca 400).
Ci sono evidenze archeologiche e storiche dei continui contatti tra Goti e scandinavi durante la migrazione.
[modifica] Dal I al II secolo
Attorno al I secolo erano stanziati nel bacino della Vistola (chiamato Gothiscandza da Iordanes) nell'attuale Polonia settentrionale lungo le rive del mar Baltico, provenienti dalla Scandinavia (isola di Gotland).[5] Da qui migrarono verso sud-est già dallla metà del II secolo proprio durante le guerre marcomanniche.
Combatterono, e temporaneamente soggiogarono, gli antenati degli Slavi, che vivevano tra il mar Baltico e il mar Nero, e si stabilirono poi in 'Scitia', una vasta regione non bene definita che include le moderne Ucraina e Bielorussia (chiamata Oium da Iordanes).
[modifica] Il III secolo
Per approfondire, vedi le voci Invasioni barbariche del III secolo, Regno del Bosforo Cimmerio, Tervingi e Grutungi. |
Restarono una tribù unita fino al III secolo, quindi si divisero in Goti dell'est o Grutungi (più tardi Ostrogoti) e Goti dell'ovest o Tervingi (sul finire del IV secolo chiamati Visigoti).[6]
Una spedizione di Goti lanciò una delle prime maggiori invasioni barbariche all'Impero Romano nel 267 (Ermanno Contratto, citando Eusebio, "263: Macedonia, Graecia, Pontus, Asia et aliae provinciae depopulantur per Gothos"). Un anno dopo, subirono una devastante sconfitta alla Battaglia di Naisso, e i superstiti vennero respinti di nuovo oltre il Danubio nel 271.
[modifica] Il IV secolo
Per approfondire, vedi le voci Invasioni barbariche del IV secolo e Guerra gotica (376-382). |
Il gruppo dei Goti più occidentale, vale a dire quello dei Visigoti si stabilì sulla sponda non romana del fiume e stabilì un regno indipendente centrato sulla provincia abbandonata dai Romani della Dacia, il regno dei Visigoti. Contemporaneamente, i Goti rimasti in Ucraina stabilirono un vasto e potente regno sul mar Nero. Questo gruppo veniva chiamato degli Ostrogoti.
Sebbene molti dei guerrieri nomadi che li seguirono provarono di essere più sanguinari, i Goti erano temuti perché i prigionieri che catturavano in battaglia venivano sacrificati al loro dio della guerra, Tyz (Týr, il dio con una sola mano), e le loro braccia venivano appese ad alberi come offerte. I loro re e sacerdoti venivano da un'aristocrazia separata, e i loro mitici antichi re erano venerati come dei. Il loro mitico legislatore, chiamato Deceneo, tradizionalmente datato attorno al I secolo a.C. stabilì le loro leggi, che dal VI secolo vennero scritte e chiamate belagines.
[modifica] Il V e VI secolo
Per approfondire, vedi le voci Invasioni barbariche del V e VI secolo, Ostrogoti e Visigoti. |
I Goti vennero per breve tempo riuniti sotto un'unica corona nel primo VI secolo dal re Ostrogoto Teodorico il Grande, che fu reggente del regno Visigoto per quasi un ventennio.
Per la storia successiva, vedi Visigoti e Ostrogoti.
[modifica] Linguistica
Il goto è una lingua, oggi estinta, della famiglia germanica (a sua volta appartenente al gruppo indeuropeo). Secondo almeno una teoria, ci sono connessioni linguistiche più strette tra il gotico e l'antico norvegese che con le lingue germaniche occidentali. Inoltre, ci sono due tribù probabilmente legate molto strettamente ai Goti che rimasero in Scandinavia, i Gotlandi e i Geati; queste tribù erano considerate Goti da Iordanes (vedi Scandza).
La parola "Geati" (anglosassone Geatas) e la parola svedese "Götar" (norvegese orientale Gøtar) rappresentano entrambe il risultato del proto-germanico Gauta. Questa forma è della stessa origine, anche se non identica, della forma Gut che sembra essere all'origine sia di Gotland che di "Goti", e appare in forme ancora più antiche come "Gutthones" nell'etnografia greca.
I filologi hanno ricostruito Gut-þjuda, il "popolo dei Goti" come una probabile forma originaria del nome. Questa forma appare anche nel Calendario gotico (aikklesjons fullaizos ana gutþiudai gabrannidai). Al di là dei Goti, questo modo di dare un nome a una tribù è comune solo in Svezia (vedi Sueoni e Suiþioð).
La radice ricostruita di Gut è uguale a quella di Gotland, un'isola nel Mar Baltico, e ai suoi abitanti, i Gutar (Gotlandi). Il numero di somiglianze che esistono tra la lingua gotica e l'antico gutnico ha fatto considerare all'importante linguista Elias Wessén l'antico gutnico come una forma del gotico. Il più famoso esempio è che sia il gutnico che il gotico usano la parola lamb sia per le pecore giovani che quelle adulte. Tuttavia, alcuni affermano che il gutnico non è più vicino al gotico di ogni altro dialetto germanico.
Il fatto è che tutte quelle caratteristiche che distinguono le lingue germaniche settentrionali come una branca separata della famiglia linguistica germanica (senza contare gli aspetti che distinguono molti dialetti norvegesi) sembrano dimostrare che queste lingue si siano evolute ad uno stadio successivo da quello preservato nel gotico. Il gotico, pur essendo una forma estremamente arcaica del germanico in molti aspetti, ha comunque sviluppato un certo numero di caratteri unici che non condivide con nessuna altra lingua germanica.
Comunque, questo non esclude la possibilità che i Goti, i Gotlandi e i Geati fossero collegati come tribù. Similarmente, i dialetti sassoni della Germania sono molto più vicini all'anglosassone che ad ogni altra lingua germanica occidentale che non abbiano subito la prima rotazione consonantica (vedi Legge di Grimm), ma le tribù sono identiche. Gli Iuti (danese Jyder) dello Jutland (danese Jylland, nella Danimarca occidentale) sono almeno etimologicamente identici agli Iuti che spostandosi dalla regione invasero la Gran Bretagna insieme agli Angli e ai Sassoni nel V secolo. Ciò nonostante, non ci sono fonti scritte rimaste tali da associare gli Iuti dello Jutland con qualcosa che non siano i dialetti germanici settentrionali, o gli Iuti della Gran Bretagna con qualcosa che non siano i dialetti germanici occidentali. Perciò la linguistica non è sempre il miglior criterio per stabilire la tradizione e la continuità etnica.
È interessante che i Gotlandi (Gutar) preservano tradizioni orali di una migrazione di massa verso l'Europa meridionale trascritte nella Gutasaga. Se i fatti sono collegati, sarebbe un caso unico di una tradizione sopravvissuta più di un millennio e che precede la maggior parte delle divisioni nella famiglia linguistica germanica.
[modifica] Significati simbolici
Nella Spagna medievale e moderna, i Visigoti erano considerati l'origine della nobiltà spagnola (da comparare a Gobineau per una simile idea in Francia). Qualcuno con arroganza avrebbe "haciéndose de los godos" (detto di discendere dai Goti). Per questo, in Cile, Argentina e nelle Isole Canarie, godo è un insulto etnico usato contro gli spagnoli europei, che nei primi tempi del colonialismo si sentivano superiori ai Creoli.
Il reclamo di origini gotiche, portò a uno scontro con una delegazione svedese al Concilio di Basilea nel 1434, durante il quale gli spagnoli e gli svedesi si contesero la vera discendenza dai Goti. Gli spagnoli conclusero affermando che era meglio discendere dagli eroici Visigoti che da coloro che rimasero nelle loro case.
[modifica] Curiosità
I segni delle chiavi musicali provengono graficamente da una progressiva alterazione delle lettere dell'alfabetico gotico.[7] Quest'ultimo era originato dall'alfabeto runico con qualche traccia del latino e del greco. Dell'alfabeto runico si è perso traccia in quando sono poche le rune gotiche rinvenute. Fu inventato dal vescovo Wulfila (311-383) nel IV secolo. Il suo obiettivo era quello di diffondere la Bibbia tra la sua gente.
[modifica] Note
- ^ Pat Southern, The roman empire: from Severus to Constantine, Londra & New York 2001, pp.207 e segg..
- ^ Claudio Azzara. Le invasioni barbariche. Bologna, Il Mulino, 2003. ISBN 8815093702.
- ^ Peter Heather, La migrazione dei Goti: dalla Scandinavia alla Tracia, catalogo della mostra di Palazzo Grassi a Venezia, Roma e i Barbari, la nascita di un nuovo mondo, a cura di Jean-Jacques Aillagon, Milano 2008, p.239.
- ^ Peter Heather, p.239.
- ^ Tacito, De origine et situ Germanorum, 44.1.
- ^ Peter Heather, p.239.
- ^ Luigi Rossi. Teoria Musicale. Bergamo, Ed. Carrara, 1977.