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Repubblica Dominicana - Wikipedia

Repubblica Dominicana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Repubblica Dominicana
Repubblica Dominicana - Bandiera
Repubblica Dominicana - Stemma
(dettagli)
Motto: Dio, Patria, Libertà

Informazioni
Nome completo: Repubblica Dominicana
Nome ufficiale: República Dominicana
Lingua ufficiale: spagnolo
Capitale: Santo Domingo  (2.061.200 ab. / 2003)
Politica
Governo: Repubblica presidenziale
Capo di stato: Leonel Fernandez
Capo di governo: Leonel Fernandez
Indipendenza: Da Haiti, 27 febbraio 1844
Ingresso nell'ONU: 24 ottobre 1945 1
Superficie
Totale: 48.730 km²  (128º)
 % delle acque: 1,6 %
Popolazione
Totale (2000): 8.442.533 ab.  (84º)
Densità: 173,2 ab./km²  
Geografia
Continente: America
Fuso orario: UTC -4
Economia
Valuta: Peso dominicano
PIL (PPA)  (2005): 65.042 milioni di $  (68º)
PIL procapite (PPA)  (2005): 7.627 $  (81º)
ISU  (2005): 0,779 (medio)  (79º)
Energia: 0,15  kW/ab.
Varie
TLD: .do
Prefisso tel.: +1 809, +1 829
Sigla autom.: DOM
Inno nazionale: Quisqueyanos valientes
Festa nazionale: 27 febbraio

1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all’ONU nel 1945.
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La Repubblica Dominicana è una democrazia rappresentativa situata nei due terzi orientali dell'isola caraibica di Hispaniola (da alcuni chiamata anche isola di Santo Domingo). Il terzo occidentale dell'isola è occupato da Haiti.

La Repubblica Dominicana non va confusa con Dominica, un altro paese caraibico. La capitale è Santo Domingo, la lingua della popolazione è spagnola (vedi anche: Lingua spagnola in Repubblica Dominicana).

Indice

[modifica] Storia

In epoca precoloniale, l'isola di Quisqueya (madre di tutte le terre) o Bohio, poi ribattezzata Hispaniola, era abitata da una popolazione chiamata Taíno, termine che, nella lingua indigena, aveva il significato di "il buono" o "nobile".

[modifica] Colonia spagnola

Il 5 dicembre 1492 le caravelle di Cristoforo Colombo arrivarono nell'isola, che diventa una colonia spagnola.

Dei primi anni di dominazione spagnola si ricorda lo schema delle fattorie: basato sull’esperienza portoghese nella costa occidentale dell’Africa, consisteva nello sfruttamento del lavoro retribuito degli spagnoli, un regime di schiavitù per le popolazioni native, la vendita degli stessi in Spagna e l’imposizione di un tributo in polvere d’oro o cotone. Lo sfruttamento delle ricchezze naturali e della forza lavoro indigena poteva avvenire solo a favore della corona spagnola e non dei privati. Questo provocò molto malcontento tra gli spagnoli e la morte, spesso per tristezza, dei taino durante il viaggio oceanico. I modi con cui vennero trattati gli indigeni (considerati come la ricompensa per la conquista) provocarono un crollo della loro condizione fisica e della speranza di vita. I taino arrivarono a suicidarsi in massa e a realizzare aborti come unica via di salvezza dalla schiavitù; la popolazione scese dalle circa 400.000 persone calcolate nel 1492 a 60.000 nel 1508.

La scarsa manodopera indigena e la concentrazione della stessa in poche famiglie aristocratiche fece si che i coloni spagnoli emigrassero presso altre terre. Solo con l’introduzione della lavorazione intensiva della canna da zucchero la popolazione incominciò a crescere, e con essa iniziò anche la tratta degli schiavi neri dall’Africa. A metà del secolo XVI si calcola che fossero presenti sull’isola più di 20.000 africani provenienti da tribù differenti, mentre i taino erano praticamente estinti.

All’inizio del 1600 per combattere il contrabbando e gli attacchi dei pirati la casa reale spagnola decise di trasferire tutte le persone che vivevano nelle zone ovest e nord-est dell’isola in zone più controllabili e vicine alla capitale, Santo Domingo. Questo provocò un impoverimento generale dell’economia dell’isola e la possibilità per filibustieri e bucanieri di occupare la parte ovest (La Tortuga) come loro principale sede di partenza per gli attacchi alle navi dirette e provenienti dall’Europa.

[modifica] Un'indipendenza contrastata

Nel 1791 una ribellione di schiavi guidati da Toussaint L'Ouverture segnò l’indipendenza della colonia francese di Haiti dalla madrepatria e la conseguente unificazione dell’isola per mano degli haitiani. La prima misura che venne presa fu l’abolizione della schiavitù. Nel 1801 Napoleone inviò una gigantesca spedizione per la riconquista di quella che doveva essere il centro del suo impero coloniale, ma ciò non impedì che tre anni più tardi Haiti (la parte occidentale dell’isola) dichiarasse l’indipendenza. I francesi rimasero a controllare i territori a est con capitale Santo Domingo grazie all’appogio degli ex-coloni spagnoli che rifiutarono la dominazione da parte di ex-schiavi non riconoscendosi come neri, ma come spagnoli mulatti.

Dopo un breve ritorno sotto il dominio della Spagna (1808) e un’indipendenza effimera (1821), nel 1822 la Repubblica Dominicana (o Repubblica di Haiti Spagnola, come si chiamò nel 1821) venne invasa da Haiti. Nel periodo successivo (fino al 1844) si registrò l’abolizione della schiavitù, una riforma agraria e la ridistribuzione delle terre, l’istituzione dell’educazione obbligatoria, laica e gratuita e un forte scontro con la chiesa cattolica. La popolazione dominicana mal digerì queste riforme.

Nel 1844 un movimento di sollevazione popolare guidato da Juan Pablo Duarte portò all’indipendenza della Repubblica Dominicana sancita da un manifesto che segnava l’uguaglianza di tutti gli uomini, senza discriminazioni. Il nascente stato si poneva sotto la protezione di Stati Uniti, Francia ed Inghilterra, ma di fronte al rischio di invasione da parte degli stessi Stati Uniti (1860) il presidente dominicano Santana firmò un trattato di riammissione alla Spagna (1861). Tale trattato provocò la sollevazione di alcuni generali e l’inizio di una guerra definita di Restaurazione e conclusa con una nuova indipendenza (1863).

[modifica] L'indipendenza definitiva

A partire dal 1863 è stata retta da presidenti eletti formalmente in maniera democratica,fra i quali Francisco Gregorio Billini, anche se questi erano probabilmente rappresentativi di una oligarchia.

A causa dell'insolvenza nel debito estero verso gli Stati Uniti d'America, ma soprattutto per difendere gli interessi nordamericani legati alle coltivazioni di canna da zucchero, questi ultimi hanno attuato un'occupazione militare dell'isola inizio del secolo XX. Nel momento in cui gli Stati Uniti lasciano il paese insediano il dittatore Rafael Leónidas Trujillo con l'incarico di difendere gli interessi economici americani. La dittature di Trujillo, osteggiata fra gli altri dalla legione caraibica, è durata fino al 1961. Nel 1937 Trujillo, in cerca di popolarità, ordinò l’uccisione di 18.000 haitiani che vivevano nelle zone di frontiera dominicana e fece passare il massacro come una rivolta del popolo dominicano. Da quel momento iniziò una campagna di “dominicanizzazione” della frontiera promuovendo la ripopolazione della zona con famiglie dominicane, a cui si consegnavano terre, e la creazione di nuove province.

Alla morte del tiranno, ucciso da una congiura, il suo braccio destro Joaquín Balaguer Ricardo tentò di rimanere al potere, anche con un fallito colpo di stato, ma cedette alle pressioni internazionali e nelle prime elezioni libere vinse Juan Bosch Gavino, fondatore del Partido Revolucionario Dominicano (PRD), cresciuto in esilio durante la dittatura. Le sue posizioni, ritenute politicamente inaccettabili dall'amministrazione statunitense - Juan Bosch chiedeva una riforma agraria e una revisione del sistema economico - hanno portato a una seconda invasione militare americana (1962-1965), dopo la quale, nel 1966 è stato eletto presidente Joaquin Balaguer. Durante l'invasione americana la sinistra dominicana è stata praticamente annientata.

Questo primo periodo di governo di Balanguer è durato fino alle elezioni del 1978, che hanno visto l'elezione di Antonio Guzmán Fernández, del Partido Revolucionario Dominicano (PRD) allora all'opposizione. Questo fu il primo governo eletto dal popolo dopo il 1924. Il mandato si caratterizzò per essere stato uno dei più liberali tra quelli conosciuti dalla Repubblica Dominicana in decenni. Terminò con il suicidio di Guzmán nel 1982 e gli successero due brevi esperienze legate al PRD fino al ritorno di Balaguer nel 1984.

Balaguer ha governato in due tornate (1966-1978 e 1984-1996), incarnando un regime conservatore, perseguitando i nemici politici, praticando brogli elettorali, permettendo uno stile di corruzione. Tra i due lunghi periodi di Balaguer ha governato il PRD. L'instabilità politica dell'isola ha avuto conseguenze economiche disastrose.

[modifica] Politica

[modifica] Politica recente

Nel 1996 viene eletto Leonel Fernández Reyna, candidato del PLD, che è il partito che Juan Bosch ha fondato quando si è reso conto che il PRD non corrispondeva ormai più ai suoi ideali. Realizza una politica neoliberista, vendendo le imprese elettriche e modernizzando il paese dal punto di vista tecnologico. La corruzione sembra diminuire, e si stabiliscono meccanismi di controllo nelle istituzioni che possono traghettare verso una maggiore istituzionalità.

Nel quadriennio 2000/2004 è presidente Hipólito Mejía Domínguez (PRD). Viene eletto al primo turno con più del 50% dei voti, e incarna la speranza della gente di un governo che sia dalla loro parte. Purtroppo la corruzione torna a imperare; la pressione degli elettori fa crescere la empleomania pubblica (termine con cui si indica la ricerca di un sicuro impiego statale); Hipólito si dimostra incompetente nel governare l'economia. Il risultato è una perdita di valore della moneta nazionale del 300%: da settembre 2002 a agosto 2004 il dollaro passa da 17 pesos a 45, con una punta massima di 55 in febbraio 2004. L'inflazione reale è in questo periodo del 150% annuale, mentre gli stipendi sono praticamente congelati. L'aumento concomitante del prezzo del petrolio porta l'economia dominicana al suolo.

Nel 2002 muore l'ex presidente Balaguer.

In Agosto 2004 viene rieletto presidente Leonel Fernández Reyna. Il paese torna a respirare, il dollaro scende in tre mesi a 30 pesos, cominciano a calare i prezzi. Si prepara un aumento degli stipendi pubblici e privati del 30%. La gente, che ha votato massicciamente per Leonel Fernández Reyna (58%), attende fiduciosa che le cose migliorino (novembre 2004). Il presidente e il governo attuale, per rafforzare il proprio controllo interno ha iniziato una politica di repressione della criminalità e rimpatrio degli immigrati illegali.

Nelle elezioni amministrative del 2006 si registra una forte vittoria del PLD del presidente Leonel Fernández Reyna. Alle elezioni presidenziali del 2008 il presidente uscente viene riconfermato con il 53% dei voti, mentre Miguel Vargas (PRD) ha raggiunto quota 40%. Il PRSC con Amable Aristy si è fermato a poco più del 4%.

[modifica] Demografia

Ragazze dominicane festeggiano il Carnevale indossando costumi Taino(2005)
Ragazze dominicane festeggiano il Carnevale indossando costumi Taino(2005)

La popolazione ammonta a 9,6 milioni con un tasso di crescita dell'1,5% (2006, fonte Banca Mondiale), ma si stima circa un milione di immigranti illegali haitiani che sfuggono al normale censimento. Circa la metà della popolazione vive in zone rurali, e buona parte di essa è composta da piccoli proprietari terrieri, ma si sta registrando un fenomeno di abbandono delle campagne a favore delle città.

La maggioranza della popolazione è mulatta, nata dall'unione fra europei (in particolare, spagnoli) e africani. Circa l'11% dei dominicani è di discendenza africana, considerando anche molti immigrati haitiani e i loro discendenti. Il 16% dei dominicani è invece composto da bianchi di origine europea, prevalentemente spagnola. Ci sono infine piccole minoranze di cinesi e arabi mediorientali. La cultura è prevalentemente di stampo ispanico, anche se non mancano influenze africane e statunitensi.

La religione principale è il cattolicesimo, le stime di [1] assegnano al cattolici il 75% della popolazione, ma si stima che il 15-20% sia in effetti evangelico per la forte presenza di immigrati irregolari appartenenti alla Nuova Chiesa Evangelica Riformata.

[modifica] Festività

[modifica] Galleria fotografica

Foto varie R.Dominicana [1]

[modifica] Note

  1. ^ https://www.cia.gov/cia/publications/factbook/geos/dr.html

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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