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Lingua turca - Wikipedia

Lingua turca

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Turco (Türkçe, Türkiye Türkçesi o Türk dili)
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Turchia, Bulgaria, Cipro, Germania, Belgio, Francia, Australia, Austria, Azerbaigian, Canada, Danimarca, Finlandia, Georgia, Grecia, Iran, Iraq, Israele
Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: 60 milioni madrelingua - 75 milioni totale
Classifica: 19
Scrittura: Alfabeto latino modificato (dal 1928)
Tipologia: SOV agglutinante
Filogenesi:

Lingue altaiche
 Turche
  Lingue turche occidentali
   Lingue Oghuz (sudovest)
    Turco
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: Turchia, Cipro, Rep. Turca di Cipro Nord
Regolato da: Türk Dil Kurumu
Codici di classificazione
ISO 639-1 tr
ISO 639-2 tur
ISO 639-3 tur  (EN)
SIL TRK  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Bütün insanlar hür, haysiyet ve haklar bakımından eşit doğarlar. Akıl ve vicdana sahiptirler ve birbirlerine karşı kardeşlik zihniyeti ile hareket etmelidirler.
Il Padre Nostro
Bütün insanlar hür, haysiyet ve haklar bakımından eşit doğarlar. Akıl ve vicdana sahiptirler ve birbirlerine karşı kardeşlik zihniyeti ile hareket etmelidirler.
Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Il turco (nome nativo Türkçe o Türk dili, Türkiye Türkçesi) appartiene al gruppo linguistico delle lingue turche, con circa 75 milioni di madrelingua in Turchia, a Cipro e sparsi per il mondo.

Indice

[modifica] Storia

Il turco era parlato nell'Impero Ottomano usando una versione modificata dell'alfabeto arabo. Nel 1928 Mustafa Kemal Atatürk, nei suoi sforzi per modernizzare la Turchia, rese illegale l'alfabeto arabo e lo rimpiazzò con una versione modificata dell'alfabeto latino.

[modifica] Classificazione

Il turco fa parte di un insieme di lingue tra loro strettamente correlate che include anche il Turco Balcanico, il Gagauz e il Turco Khorasani. Appartiene al sottogruppo delle Lingue turche meridionali, che a loro volta appartengono al gruppo delle Lingue turche, che alcuni linguisti considerano essere parte della disputata famiglia linguistica Altaica (che è considerata essere parte dell'ancora più disputata famiglia linguistica Uralo-Altaica.)

[modifica] Distribuzione geografica

Il turco è parlato in Turchia e da minoranze di 35 altri paesi. È usato in stati come l' Azerbaijan, la Bulgaria, la Grecia, la Repubblica Turca di Cipro Nord, la Macedonia, la Romania e l'Uzbekistan.

[modifica] Lingua ufficiale

Il turco è la lingua ufficiale della Turchia e una delle lingue ufficiali di Cipro.

[modifica] Dialetti

Come conseguenza dell'originaria idea nazionalista di fissare il dialetto turco di Costantinopoli come standard, la dialettologia rimane una disciplina fortemente immatura in Turchia. La lingua standard è essenzialmente l'ottomano emendato, scritto con l'alfabeto latino (e non più quello arabo), con l'incentivazione dei neologismi e l'esclusione dei prestiti arabi e persiani. La forma colloquiale dominante si chiama İstanbul Türkçesi come testimoniato nei lavori di eminenti panturchisti come Ziya Gökalp (Güzel dil, Türkçe bize / Başka dil, gece bize. / İstanbul konuşması / En saf, en ince bize) e Ismail Gaspıralı. Accademicamente ci si riferisce spesso ai dialetti turchi come ağız o şive, facendo confusione con il concetto linguistico di accento. Il turco manca ancora di un atlante dialettologico completo ed è determinante l'assimilazione entro il turco ufficiale. I principali dialetti turchi includono:

  • il Rumelice o rumelico (parlato dai muhajir della Rumelia), che comprende i peculiari dialetti di Dinler e Adakale,
  • il Kıbrıs o cipriota (parlato a Cipro),
  • il dialetto di Edirne
  • il Doğu (parlato in Turchia orientale), che continua i dialetti azeri in alcune zone,
  • il Karadeniz (parlato nella regione orientale del mar Nero), rappresentato soprattutto dal dialetto di Trabzon,
  • l'Ege (parlato nella regione egea con estensione in Antalia),
  • il Güneydoğu (parlato nel sud, ad est di Mersin),
  • l'Orta Anadolu (parlato nelle regioni centrali dell'Anatolia),
  • il Kastamonu (parlato a Kastamonu e nelle vicinanze),
  • il Karamanlıca o caramanli (parlato in Grecia, dove è denominato Kαραμανλήδικα) che è lo standard letterario dei caramanli.

[modifica] La riforma linguistica

Dopo l'assunzione dell'Islam come religione ufficiale degli Ottomani, la lingua turca acquisì un vasto numero di prestiti dall'arabo e dal persiano. La letteratura turca, durante il periodo ottomano, specialmente la poesia Diwan, fu fortemente influenzata da forme persiane, con l'adozione dei metri della poesia persiana e infine con l'apporto di un gran numero di parole persiane in turco. Negli oltre seicento anni dell'impero ottomano, la lingua letteraria e ufficiale fu una miscela di turco, persiano e arabo, che differiva considerevolmente dal turco parlato dell'epoca e che viene oggi denominata turco ottomano.

Dopo l'instaurazione della Repubblica, nel 1923 fu istituita un'associazione per la lingua turca (Türk Dil Kurumu, TDK) da parte di Mustafa Kemal Atatürk, allo scopo di condurre ricerche sul turco. Uno dei compiti della neonata associazione fu quella di rimpiazzare i prestiti di origine araba e persiana con equivalenti turchi. La riforma linguistica costituì una parte delle più ampie riforme culturali in corso all'epoca (che erano a loro volta una parte della più vasta struttura delle riforme di Atatürk) e inclusero l'abolizione dell'alfabeto arabo a favore del nuovo alfabeto turco derivato da quello latino, che ha molto contribuito ad aumentare il tasso di alfabetizzazione popolare. Vietando l'uso dei prestiti nella stampa, l'associazione riuscì a rimuovere centinaia di parole arabe dalla lingua. Benché la maggior parte delle parole introdotte dal TDK fossero nuove, esso suggerì pure di riutilizzare antichi termini turchi non più in uso da secoli.

I giovani e gli anziani, in Turchia, tendono a esprimersi con un vocabolario differente a causa di questo repentino cambiamento. Mentre i nati prima degli anni quaranta ricorrono ai vecchi termini di origine araba, i più giovani preferiscono le nuove espressioni. Alcuni neologismi non sono usati altrettanto spesso dei loro vecchi equivalenti, o non sono riusciti a riprodurne esattamente il significato. Il dibattito su vecchio e nuovo nella lingua turca ha anche un significato politico, mentre d'altro canto i settori più religiosi della popolazione tendono a far uso di parole arcaiche sia nella stampa sia nella lingua quotidiana. Di conseguenza, il diverso uso del turco è indicativo dell'adozione o della resistenza alle riforme di Atatürk, avvenute ormai più di settant'anni fa. Gli ultimi decenni hanno visto da parte del TDK una continua opera di creazione di nuove parole turche per rappresentare concetti e tecnologie moderne, che tendono a entrare nella lingua come prestiti (principalmente inglesi), ma l'associazione viene talora criticata per il conio di parole che suonano artificiose e "inventate".

Comunque, molte delle parole introdotte dal TDK convivono con gli originali. I vari sinonimi - provenienti dal turco antico o introdotti dall'associazione, di origine araba o persiana, o talora provenienti da altre lingue europee come il francese - sono usati per esprimere significati leggermente diversi, specie allorché si parla di cose astratte. È grossomodo ciò che avviene con l'uso delle parole germaniche e di origine romanza in inglese.

Fra le parole sostituite c'è la terminologia geometrica, i punti cardinali, i nomi di alcuni mesi e molti sostantivi e aggettivi. Molte nuove parole sono state tratte da antiche radici verbali.

[modifica] Suoni

Una delle caratteristiche del turco è l'armonia vocalica (se la prima vocale di una parola turca è una vocale palatale, la seconda e le altre vocali della parola o sono la stessa o sono altre vocali palatali; es.: Erdem). Si veda anche la Ğ (g dolce).

Sistema vocalico della lingua turca
Anteriore
(palatale)
Posteriore
(gutturale, velare)
Chiusa Non labializzato i ı
Labializzato ü u
Aperta Non labializzato e a
Labializzato ö o

[modifica] Lettura delle vocali

A, e, i, o, u sono del tutto simili alle vocali italiane. La ü si legge come in tedesco, come la u francese o lombarda, e cioè una u molto stretta, pronunciata spingendo la lingua in avanti e verso il palato. Anche la ö si pronuncia come in tedesco, o come i gruppi vocalici francesi eu e oeu (es. beurre = burro; coeur = cuore). Per quanto riguarda la i, come dalla grafia corretta di İstanbul occorre osservare la differenza tra quella con il puntino sia maiuscola che minuscola (İ e i) e quella senza il puntino altrettanto maiuscola come minuscola (I e ı). Quella senza puntino (ı) ha un suono gutturale a metà strada fra una u e una o, che in italiano usiamo per esempio quando i bambini pronunciano le consonanti senza vocale. Si può averne un'idea se proviamo a pronunciare come due sillabe separate la t e la r della parola tra, notando che si tratta della vocale neutra. A volte sopra le vocali può trovarsi il segno ^, che fa sì che si leggano più lunghe. Questa grafia è usata solo per parole derivate dall'arabo.

[modifica] Altre differenze di lettura con l'italiano

Le consonanti italiane sono del tutto simili a quelle turche con poche eccezioni:

  • la c ha una lettura completamente diversa, va letta infatti sempre come una g dolce: Istiklal Caddesi (Via Istiklal) si legge infatti "giaddesi".
  • la ç ha il suono della c dolce italiana (çocuk, bambino, si legge ciogiuk)
  • la g è sempre gutturale (gece, notte, si legge ghege)
  • la ğ non è una vera consonante: serve solo per allungare il suono della vocale che la precede (Dağ, montagna, si legge daa)
  • la h è sempre aspirata
  • la s è sempre sorda (come in sale)
  • la ş è uguale al suono sc italiano (Şişli, quartiere di İstanbul, si legge Scisc-li)
  • la y è considerata consonante vera e propria (si legge come una i semivocalica)
  • la z è uguale alla s sonora di rosa

[modifica] Grammatica

Il turco, come il finlandese e l'ungherese, è una lingua agglutinante. È noto che possieda moltissimi suffissi e pochi prefissi. La sintassi della frase è Soggetto Oggetto Verbo come nel giapponese e nel latino. La grammatica turca è sistematica ed ha un unico sostantivo irregolare su (acqua) ed un unico verbo irregolare etmek (essere). La sua estrema logicità e razionalità ha fatto sì che fosse scelta come schema per l'esperanto.

[modifica] Regola dell'eufonia

Come si è detto esistono due gruppi vocalici: "e i ö ü" e "a ı o u". Ogni suffisso e desinenza ha almeno due forme con una vocale scelta da ciascuno dei gruppi. Considerando l'ultima vocale della parola alla quale deve essere aggiunto il suffisso si sceglierà la forma dello stesso gruppo vocalico. Questa regola è chiamata anche armonia vocalica. Esempio: il suffisso del plurale può essere -ler o -lar

ev (casa) -> evler (case)
oda (stanza) -> odalar (stanze)
iş (lavoro) -> işler (lavori)
kapı (porta) -> kapılar (porte)
göl (lago) -> göller (laghi)
yol (strada) -> yollar (strade)
gün (giorno) -> günler (giorni)
grup (gruppo) -> gruplar (gruppi)

[modifica] Verbi

[modifica] Sistema di scrittura

Per approfondire, vedi la voce alfabeto turco.

Il Turco è scritto con una versione modificata dell'alfabeto latino, introdotta nel 1928 da Kemal Atatürk insieme ad altre misure prese per modernizzare la Turchia. Sino al 1928 per scrivere il Turco si utilizzava una versione modificata dell'alfabeto arabo (vedi turco ottomano), che divenne illegale dopo quella data.

[modifica] Esempi

Italiano Turco
evet
no hayır "yok"
ciao merhaba
grazie teşekkür ederim
prego bir şey değil
per favore lütfen
mi scusi affedersiniz
buonanotte iyi geceler
buongiorno günaydın
arrivederci hoşça kalın
ti amo seni seviyorum

[modifica] Voci correlate

  • Turco antico

[modifica] Collegamenti esterni


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