See also ebooksgratis.com: no banners, no cookies, totally FREE.

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Lingue romanze - Wikipedia

Lingue romanze

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, si è deciso a seguito di discussioni di usare nella nomenclatura delle pagine il termine lingua per quelle riconosciute come tali nella codifica ISO 639-1, ISO 639-2 oppure ISO 639-3, approvata nel 2005. Per gli altri idiomi viene usato il termine dialetto.

Estratto dai Sacramentā Argentariae (842) altrimenti noti come Serment de Strasbourg (Giuramento di Strasburgo, vedi nascita lingue romanze)
Estratto dai Sacramentā Argentariae (842) altrimenti noti come Serment de Strasbourg (Giuramento di Strasburgo, vedi nascita lingue romanze)

Con il termine lingue romanze o neolatine ci si riferisce a quelle lingue che sono derivate dal latino volgare a seguito dell’espansione dell’impero romano.
Tali varietà linguistiche vennero dunque inizialmente definite come volgare, ossia popolare nel senso etimologico del termine (da vulgus, "popolo" in latino). La parola volgare non va dunque intesa come dispregiativa, ma semplicemente come riferimento alla lingua vernacolare, quella cioè impiegata - nella sua forma prevalentemente orale - nella vita quotidiana, in distinzione a quella della tradizione letteraria e ufficiale dello stato romano.
Il termine “romanzo” deriva dall’avverbio latino ROMANICE riferito al parlare vernacolo (romanice loqui) rispetto al parlare in latino (latine loqui). Da ROMANICE deriva la forma francese romanz, da cui l’italiano romanzo.
Tali parlate formano quello che in dialettologia viene chiamato continuum romanzo (vedi continuum dialettale).

L’area in cui si sono sviluppate - e sono ancora parlate nelle loro versioni contemporanee - tali lingue viene chiamata Romània e corrisponde in linea di massima alla parte europea occidentale dell’impero romano, esclusa la Britannia, con l’aggiunta del territorio corrispondente alla Dacia e di altre isole linguistiche neolatine minori diffuse nei Balcani (lingue romanze balcaniche).
Nel Nordafrica l'invasione araba (VIII secolo) ha cancellato ogni volgare latino che vi si era sviluppato, mentre la persistenza dell'impero nella sua porzione orientale, con l'impiego prevalente della lingua greca a livello ufficiale, ha impedito la diffusione popolare del latino, prevenendo sviluppi linguistici analoghi a quelli occorsi nella porzione occidentale.

I latini volgari, come del resto il latino classico e le lingue romanze, vengono classificati nelle ramificazioni delle lingue italiche, nell'albero delle lingue indoeuropee.

Indice

[modifica] Principali differenze tra lingue romanze e latino

Le lingue romanze in Europa
Le lingue romanze in Europa

Le lingue romanze moderne differiscono dal latino classico per vari aspetti:

  • Mancano i casi (ad eccezione del rumeno che ne conserva alcuni tratti);
  • Manca il neutro, quindi esistono solo due generi grammaticali, a differenza del latino classico (fanno eccezione il rumeno, i "plurali sovrabbondanti" italiani e pronomi neutri in catalano, italiano e spagnolo);
  • Uso degli articoli grammaticali, a partire dai dimostrativi latini;
  • Introduzione di nuovi tempi (passato prossimo) e modi verbali (condizionale);
  • Sostituzione del tempo perfetto con nuove forme composte dal verbo "essere" o "avere" più il participio passato (ad eccezione del portoghese, in cui si trova una forma verbale derivata dal piucchepperfetto latino).

Il sardo è una delle varianti più isolate e, come tale, ha conservato una maggiore somiglianza con il latino. Anche il toscano (da cui deriva l'italiano moderno) è una varietà molto conservativa. Il francese è la lingua più innovativa e la più discosta dal latino (essendo notevolmente influenzata dalle lingue germaniche parlate dagli antichi Franchi), mentre il rumeno è una sintesi che affianca ad una forte conservazione della base latina elementi innovativi d'origine slava, albanese, greca e turca.

Grado di evoluzione secondo gli studi effettuati dal latinista italiano Marco Pei rispetto al latino:

  • Lingua sarda: 8%
  • Lingua italiana: 12%
  • Lingua spagnola: 20%
  • Lingua romena: 23,5%
  • Lingua occitana (provenzale): 25%
  • Lingua portoghese: 31%
  • Lingua francese: 44%

[modifica] Le lingue romanze oggi

A rigore il numero delle lingue romanze dovrebbe corrispondere a quello di tutte le varietà neolatine (dette dialetti romanzi) parlati all’interno della Romania.
Solo alcune di queste lingue però hanno subito nel corso del tempo delle normalizzazioni (per il lungo uso, l'opera delle Accademie e dei grammatici nonché il peso della tradizione letteraria) e godono di uno status di ufficialità: il portoghese, lo spagnolo, il francese, l’italiano, il rumeno.
A queste possiamo aggiungere le lingue alle quali è stato riconosciuto un status di ufficialità in ambito locale, sebbene non abbiano ricevuto una normalizzazione o l’abbiano ricevuta incompleta o non unanimemente accettata dai locutori: il catalano, il galiziano, l’occitano, l’arpitano, il sardo, il friulano, il ladino dolomitico, il romancio.
Vi sono poi lingue che sono state riconosciute come tali dall’UNESCO ma che spesso non godono di alcuna forma effettiva di tutela o non hanno ancora subito alcuna normalizzazione: l’asturiano, l’aragonese, il leonese, il mirandese, il provenzale, l'alverniate, il limosino, il piccardo, il vallone, il normanno, il gallo, il corso, il ligure, il piemontese, il lombardo, il veneto, l'emiliano-romagnolo, il napoletano, il siciliano, l'istrioto, l'arumeno, il morlacco, l'istrorumeno ed il meglenorumeno.
Il riconoscimento (o la volontà di riconoscimento) delle parlate minori, prive di una norma unitaria, ha reso possibile l’intervento di singoli, o di piccoli gruppi più o meno privati, che si sono proposti di sopperire alla bisogna.

Tabella 1 - Analogie tra alcune parole in diverse lingue romanze N.B. Questa tabella ha uno scopo puramente esemplificativo e pertanto contiene un numero limitato di lingue. Le lingue sono state scelte per il loro discostarsi progressivo dal latino, da sinistra a destra, ponendole tanto più a destra quanto più sono discoste dal quest'ultimo. Occitano e Catalano sono incluse entrambe allo scopo di mostrare la transizione tra due lingue assai prossime tra loro.

Latino Sardo (Campidanese) Italiano Còrso Castigliano (Spagnolo) Portoghese Occitano Catalano Friulano Francese Rumeno (Româna)
caseus casu formaggio / cacio casgiu / furmagliu queso queijo formatge formatge formadi fromage caş
cantare cantai cantare cantà cantar cantar cantar cantar cjantâ chanter cânta
capra craba capra capra cabra cabra cabra cabra cjavre chèvre capra
clave crai chiave chjave llave chave clau clau clâf clé cheie
ecclesia crèsia chiesa chjesa iglesia igreja glèisa església glesie église biserică
hospitalis spidali ospedale ospidale hospital hospital espitau hospital ospedâl hôpital spital
lingua lingua lingua lingua lengua lingua lingua llengua lenghe langue limbă
platea prazza piazza piazza plaza praça plaça plaça place place piaţă
pons ponti ponte ponte puente ponte pònt pont puint pont pod
nocte notti notte notte noche noite nuèit / nuèch nit gnot nuit noapte

[modifica] Problemi di riconoscimento

Sebbene tra i linguisti sia comunque prevalente la tendenza a non distinguere tra dialetto e lingua da un punto di vista sostanziale; l’attribuzione dello status di “lingua” piuttosto che di “dialetto” a questa o quella parlata risulta sempre essere problematica e gravida di polemiche.
Questo perché le lingue sono quasi sempre sentite come intimamente legate al concetto di nazione e, per questo, la loro categorizzazione risente notevolmente di spinte socio-politiche che talvolta tengono in poco o nessun conto criteri filologici o sociologici di classificazione.

Un esempio esplicativo può essere il seguente: istrorumeno, meglenorumeno e macedorumeno non hanno status ufficiale di lingua (da un punto di vista politico) pur essendo più discoste dal romeno del moldavo (lingua ufficiale della Repubblica moldava).

Un altro esempio è quello della lingua corsa, riconosciuta come lingua dalla legge francese (che la considera una lingua regionale sin dal 1974) e dalla classificazione ISO 639 sebbene (in quanto parte del gruppo toscano) sia ben più vicina all’italiano letterario di quanto non sia, ad esempio, il marchigiano che invece non gode di alcun riconoscimento.

Va inoltre segnalato che le varietà romanze formano un continuum dialettale; questo implica che a livello dialettale la transizione da una parlata all’altra sia quasi sempre appena avvertibile, senza distinzioni nette.
È dunque impossibile dare un esauriente e definitivo elenco delle parlate romanze, in quanto i caratteri identificativi di una parlata sfumerebbero inevitabilmente in quelli delle parlate vicine; dunque a formare un’identità locale concorrono fattori di coscienza e di storia comune più che di effettiva differenza linguistica.

Per questo motivo istanze di natura sociale, culturale, politica ed economica giocano un ruolo fondamentale nei dibattiti se considerare un dato idioma come "lingua" o "dialetto", nonostante tale distinzione non trovi alcun supporto solido da un punto di vista strettamente linguistico. Idiomi che non hanno ottenuto lo status di "lingua ufficiale", o che non possiedono una tradizione letteraria significativa, o che non hanno sviluppato una forma standard su base almeno regionale, sono spesso andati incontro a frammentazioni o persino all'estinzione. D'altra parte, alcuni idiomi che pure vantano produzioni letterarie anche notevoli e che sono parlati da milioni di locutori (ad esempio il napoletano), non hanno mai ottenuto uno status di lingua ufficiale per motivazioni storiche e socio-economiche (e non certo linguistiche).

[modifica] Classificazione delle lingue romanze

L’unità linguistica, intesa come conformità di usi linguistici all’interno di ampie comunità di parlanti, non è la condizione naturale della lingua. La variazione è del tutto normale e non solo tra le diverse comunità, ma all’interno di ciascuna di esse ed è limitata soltanto dalla contingente necessità di comunicare. Già Dante aveva osservato che in una stessa città non si parla allo stesso modo in tutti i rioni.
Esistono quattro tipi di variazione: la variazione diatopica, che si realizza nello spazio, ed è la variazione più evidente; la variazione diastratica, che si realizza in una comunità tre le condizioni sociali che concorrono a formare la comunità; la variazione diafasica, che si registra in rapporto ai registri espressivi (solenne, formale, familiare…); infine la variazione diacronica, che è quella che avviene nel tempo, che è ritenuta la più importante.
Naturale dunque che il mondo romanzo si sia frazionato nella molteplicità di varietà che chiamiamo dialetti romanzi.

[modifica] Distinzioni tra le lingue romanze

Di seguito sono riportati alcuni dei criteri usati per distinguere le lingue romanze.

  • Forma del plurale: alcune lingue romanze formano il plurale aggiungendo /–s/ (dall'accusativo plurale latino) mentre altre (Italia, Romania) cambiando la vocale finale. Esiste un'ipotesi sostenente che questa sia dovuta in ultima analisi a un cambiamento di /-s/ in */-j/ e poi /-i/ piuttosto che una derivazione dal nominativo plurale latino. Confronta anche l'esito del latino NOS -> it noi, dato che in genere le parole di tradizione ininterrotta partono dalla forma dell'accusativo latino.
  • Caduta della vocale finale non accentata: avviene in alcune lingue e non in altre. Per esempio: la LUPU(M), LUNA diventano it lupo, luna o es lobo, luna ma fr loup, lune ["lyn].
    • Vocali finali intatte: portoghese, spagnolo, sardo, italiano, siciliano, veneto;
    • vocali finali cadute, conservate solo nel femminile: catalano, occitano, idiomi gallo-italici, rumeno;
    • vocali finali cadute: francese.
  • Comparativo: sparito il comparativo sintetico latino, le varie lingue romanze usano espressioni perifrastiche con continuazioni di PLUS o di MAGIS.
    • PLUS: francese, italiano, sardo;
    • MAGIS: portoghese, spagnolo, catalano, occitano, rumeno.
  • Numerali: in alcune lingue la parola per 16 è "sei-dieci" come 11-15; in altre è "dieci-sei", come 17-19.
    • "Sei-dieci": catalano, occitano, francese, sardo, italiano, rumeno;
    • "dieci-sei: portoghese, spagnolo, dialetto marchigiano centrale (digissei).
  • Ausiliari: le parole latine HABERE e TENERE sono usate in modo differente per "tenere", "avere", "aver fatto" e "c'è". In francese si dice je tiens, j'ai, j'ai fait, il y a: queste sono rispettivamente derivate TENERE, HABERE, HABERE, HABERE, Quindi "THHH".
    • TTTT: portoghese brasiliano.
    • TTTH: portoghese europeo (lusitano e gallego);
    • TTHH: spagnolo, catalano e sardo (logudorese);
    • THHH: occitano e francese;
    • THHE: italiano, rumeno e sardo (campidanese) (E per "essere" in italiano, "este" in rumeno, si usa quindi il verbo "essere").
  • Passato composto: alcune lingue usano solo "avere" per formare i tempi composti del passato di tutti i verbi; altre usano "essere" per alcuni verbi, generalmente per quelli che esprimono un'idea di movimento o di divenire.
    • solo "avere": portoghese, spagnolo, rumeno, siciliano;
    • "avere" e "essere": catalano, occitano, francese, sardo, italiano.

[modifica] Problemi di classificazione

La classificazione delle lingue è, in generale, problematica.
In particolare le lingue romanze (così come altre famiglie diffusesi su aree non molto frazionate) formano un vasto contunuum dialettale attraversato da numerosi e divergenti fenomeni lessicali, strutturali e fonetici.
Questa continuità linguistica tra le varie parlate implica necessariamente, oltre alla succitata difficoltà nell'identificare una precisa realtà linguistica locale distinta dalle circostanti, che sia sempre difficile (se non in certi casi impossibile) dare una precisa classificazione di tutte le parlate romanze.
Infatti, anche raggruppando queste parlate per analogie basandoci su criteri unicamente glottologici, non si possono tracciare confini netti e dunque trovare un criterio linguistico che possa distinguere senza sfumature o transizioni delle sotto famiglie della famiglia romanza.
Per queste ragioni già H.Schuchardt (Uber die klassification der romanischen mundarten, 1900) mostrò l’impossibilità di dare una classificazione del tutto scientifica dei dialetti romanzi.
Nelle zone di transizione tra una famiglia all’altra si ricorre dunque a criteri di tipo culturale o sociolinguistico (come i concetti di “orbita culturale” o “lingua tetto”), che però possono variare a seconda degli autori.

Ad esempio, alcuni tendono a voler considerare occitano e catalano come varianti prossime di una stessa lingua, osservando che il guascone, considerato afferente all'occitano, sembra essere più discosto da quest'ultimo di quanto non lo sia il catalano; mentre altri classificano l'occitano come galloromanzo e il catalano come iberoromanzo. Certi dialetti dell'Italia settentrionale che presentano alcuni fenomeni di transizione con le parlate occitane sono spesso (ad esempio da Ethnologue o dall'UNESCO) considerati appartenenti al gruppo galloromanzo (con particolare riferimento all'occitano) anzicchè a quello italoromanzo. In questo quadro, nessun linguista, oggi, si avventura - su basi scientifiche - nell'affermare che il gallurese (alquanto affine alla variante meridionale principale della lingua còrsa) sia afferente alle lingue sarde, dalla quali (variante logudorese) pure ha subito qualche contaminazione.

Esempi notevoli di dialetti (o lingue) di transizione sono il sassarese, l'istrioto, il nizzardo.

[modifica] Schema

  • gruppo galloromanzo
    • galloromanzo meridionale (occitanico)
      • gruppo catalano
        • catalano occidentale
        • catalano nordoccidentale
        • ribagorsano (variante con tratti aragonesi)
        • valenzano
        • catalano orientale
        • catalano centrale
        • catalano settentrionale o rossiglionese (parlato nel Rossiglione francese)
        • balearico
        • algherese (variante parlata ad Alghero in Sardegna)
      • gruppo occitano
        • guascone
          • aranese (variante guascona parlata nella Valle di Aran, in Catalogna, considerata ufficialmente occitana)
        • linguadociano
        • provenzale
          • sciuadita (ebreo-provenzale)
        • limosino
        • alverniate
        • vivaro-alpino
    • galloromanzo settentrionale (oitanico)
      • gruppo arpitano
      • gruppo francese
        • franciano (dialetto dell'Île de France)
        • piccardo
        • vallone
        • normanno (normando)
        • gallò (variante francese parlata in Alta Bretagna)
        • francoconteese
        • parlata della Champagne
        • pittavino-santongese
        • borgognone
        • lorenese
        • zarfatico (ebreo-francese) †
  • gruppo dalmata (classificazione incerta)
  • gruppo pannonico (classificazione incerta, non ne è attestata l'esistenza) †

† = lingue estinte

[modifica] Storia delle lingue romanze

Le lingue vive sono organismi in continua evoluzione: quando una lingua smette di evolversi e resta fissata nel suo lessico e nella sua struttura, generalmente si ha che fare con una lingua morta, come è oggi il latino.

È difficile stabilire una regola generale e sempre valida attraverso la quale poter individuare il momento nel quale una lingua muore, si evolve o si trasforma in un nuovo idioma. In assenza di una documentazione sufficiente, come nel caso della nascita delle lingue romanze, occorre ricorrere, come vedremo, a date convenzionali, coincidenti con quelle dei documenti più antichi pervenutici nei quali appare per la prima volta la testimonianza scritta di una lingua abbastanza discosta, per lessico e struttura, da quelle precedentemente note.

Sul processo che ha portato alla nascita di queste lingue è pertanto possibile fare soprattutto ipotesi e la carenza di dati certi lascia aperto il dibattito e le interpretazioni, contribuendo al sorgere di differenti e a volte confliggenti scuole di pensiero sulle dinamiche che hanno dato origine le lingue romanze. Tali differenti punti di vista risentono a volte anche del tentativo di dare maggiore legittimazione a posizioni politiche contemporanee andandone a cercare basi e motivazioni nei processi che, parallelamente al sorgere delle lingue, hanno generato anche i popoli e gli stati nazionali poi divenuti attori del continente europeo.

Alcune linee guida sono comunque identificabili con sufficiente certezza ed attorno ad esse vi è largo consenso nella comunità scientifica.

[modifica] Dai volgari latini alle lingue romanze

Attraverso un processo durato secoli e avviatosi, a seconda delle regioni, in epoche diverse (soprattutto a partire dal IV secolo e poi proseguito, come vedremo, almeno sino al X secolo), dall'incontro tra il latino diffuso dall'autorità Romana a livello politico, culturale e etno-sociale (portato cioè dalla migrazione dei coloni di lingua latina o latinizzati) con le diverse lingue impiegate dalle popolazioni incluse nei confini dell'impero romano, soprattutto nella sua porzione occidentale, hanno preso a svilupparsi, in germe, quelle che poi diventeranno le lingue più propriamente definite come romanze.

Inizialmente vi fu una contaminazione del latino parlato dai funzionari, dai soldati e dai mercanti Romani che risiedevano in una certa provincia, da parte degli idiomi (quasi tutti celtici) parlati in quella regione dalle popolazioni autoctone. Il latino parlato da questi Romani, a propria volta, risentiva delle loro origini, sia dal punto di vista regionale (ossia dalla provincia di provenienza, con inevitabili differenze di accenti e lessico, derivate a propria volta dalla latinizzazione più o meno intensa di quelle province; la stessa lingua etrusca impiegò alcuni secoli a scomparire ed era ancora viva sebbene in grave declino agli inizi dell'Impero), sia dal punto di vista culturale (i soldati solitamente non parlavano una lingua altrettanto ricca e normalizzata quanto quella dei funzionari statali). Tali contaminazioni non furono mai decisive sino a che l'impero restò unito come entità politica, per l'enorme influenza culturale che esso recava con il proprio dominio: ne è prova sufficientemente valida la relativamente scarsa sopravvivenza di termini di sicura e schietta origine celtica nelle lingue romanze.

Alcuni, tuttavia, ipotizzando - più in base a ricerche di carattere speculativo che a dati certi - una notevole affinità tra latino e lingue celtiche (nell'ambito della comune eredità indoeuropea), avanzano l'ipotesi che lo sviluppo delle lingue poi dette convenzionalmente romanze, sia partito soprattutto dalle lingue indoeuropee parlate dalle popolazioni presenti nell'impero, sulle quali il latino (che ne condivideva comuni origini) avrebbe avuto un'influenza più limitata di quanto generalmente accettato. Tali ricerche tendono a valorizzare il più possibili determinati caratteri linguistici che costituirebbero i sostrati non prettamente latini (soprattutto celtici, ma anche affini seppur non coincidenti con il latino) delle lingue romanze, in opposizione ai superstrati intervenuti nella formazione delle nuove lingue successivamente alla caduta dell'Impero romano, ad opera dell'influsso delle lingue (soprattutto germaniche, anch'esse di ceppo indoeuropeo) parlate dai popoli invasori comunemente individuati come Barbari.

Va però osservato che tali ipotesi, per quanto talvolta affascinanti, mancano a tutt'oggi del sostegno di un corpus di testimonianze linguistiche e letterarie abbastanza vasto che consenta loro di uscire dall'ambito delle speculazioni.

Il meccanismo di genesi delle nuove lingue si mise in ogni caso in moto con una brusca accelerazione con il crollo dell'impero e la migrazione massiccia e molto concentrata nel tempo di popolazioni generalmente germanofone (Invasioni barbariche). A seguito delle invasioni in molte regioni dell'ex-impero venne persino sconvolto l'equilibrio etnico e linguistico esistente, mentre le popolazioni più schiettamente latine e latinizzate furono a volte quasi del tutto spazzate via dalla scena senza mai più essere sostituite, come avvenne in Britannia, totalmente evacuata all'inizio del V secolo da militari e funzionari per tentare di far fronte, con il loro contributo, alle minacce frattanto subite da Gallia e Italia.

[modifica] Date di nascita delle lingue romanze

La nascita delle diverse lingue romanze è variamente individuabile e documentata, ed avviene - nella maggior parte dei casi - nei secoli immediatamente successivi alla caduta dell'impero romano d'occidente, che causò la perdita dell'unità linguistica, oltre che politica, garantita dalle sue istituzioni.

La prima attestazione del termine romana (romana lingua, da cui il termine romanza nel senso di lingua derivata dal latino), risale al Concilio di Tours (813), durante il quale così ci si riferisce alla lingua comunemente parlata all'epoca in Gallia, in opposizione alla lingua germanica parlata dai Franchi invasori.

Il Serment de Strasbourg (842) è indicato come il primo documento ufficiale in cui si impieghi un antenato del francese (e del tedesco, essendo stato redatto in due copie da Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico, una latinizzante e l'altra germanizzante).

Il primo documento ufficiale giunto sino ai nostri tempi che attesta l'uso del volgare in Italia è il celebre placito capuano, databile al 960 (anche se esistono attestazioni precedenti che, pur senza valore di ufficialità, testimoniano il distacco dal latino in corso almeno dall'VIII secolo, come ad esempio l'indovinello veronese).

Sono del X secolo le Glosse Silensi e Emilianensi, più antiche testimonianze esplicite dell'esistenza dell'antico castigliano: si tratta di annotazioni aggiunte a testi latini da monaci Benedettini dei monasteri di San Millán de la Cogolla o di Suso. Tali note costituiscono vere e proprie traduzioni dello scritto originale. Tra esse, ad esempio, si può leggere "quod: por ke" oppure "ignorante: non sapiendo".

Risale invece a poco prima del 1175 il più antico documento del volgare portoghese pervenutoci: si tratta di una sorta di patto di non aggressione tra due fratelli, Gomes Pais e Ramiro Pais, recentemente scoperto dal ricercatore José António Souto. Prima di tale scoperta si reputavano più antichi alcuni testi con datazione oscillante tra il 1192 e il XIII secolo, come l'Auto de Partilhas e la Notícia de Torto.

La scarsità di reperti antichi rende difficile non solo stabilire la "data di nascita" del rumeno (una delle lingue romanze balcaniche), ma persino incerta la sua evoluzione, a dispetto delle teorie, tuttora largamente condivise, che lo vogliono discendente più o meno diretto della comunità latinofona dell'antica Dacia romana. Il più antico documento che fa certamente capo ad un antenato dell'attuale rumeno è una lettera scritta nel 1521 al giudice di Kronstadt, Hans Benkner.

Attualmente è controversa la datazione (e persino l'autenticità, almeno per quello che riguarda la sua ipotetica prima stesura) di quello che è comunemente ritenuto il più antico documento del volgare sardo, la Donazione del giudice Torchitorio all’arcivescovo di Cagliari dei villaggi di Sant’Agata di Sulcis e di Sant’Agata di Rutilas, risalente, pare, agli anni attorno al 1080.

[modifica] Dal De Vulgari Eloquentia ai giorni nostri

Il primo documento teorico dedicato alle lingue romanze, scritto in latino, è il "De Vulgari Eloquentia" (l'eloquenza del volgare) di Dante (XIII secolo), dove appare la differenziazione in lingua d' oïl (galloromanzo settentrionale), lingua d' oc (galloromanzo meridionale) e lingua del si (Italoromanzo) riferendosi alla forma rispettiva della parola assunta nelle diverse aree dalle varie lingue romanze.

Al di là di queste date, che in ogni caso attestano le date a partire dalle quali è certa l'affermazione di diversi volgari come lingue, va sottolineata l'espansione straordinaria che diverse di esse hanno avuto nel mondo a seguito delle vicende coloniali.

La lingua romanza più parlata nel mondo è oggi lo spagnolo (o meglio il castigliano nelle sue varianti originate in ambito latinoamericano rispetto alla varietà sviluppatasi nella Penisola iberica) seguito da francese e portoghese (anch'essi con le loro varianti sorte in ambito coloniale) e quindi da italiano e rumeno.

Il latino ha notevolmente influenzato anche l'Inglese, il cui lessico è in grande parte (circa il 60%) originato dalla lingua dei Romani e, assieme alle lingue romanze, ha contribuito anche alla nascita di molte lingue artificiali, sia universali (quali l'interlingua, il latino moderno e il latino sine flexione), sia usate per finzione come il brithenig o il wenedyk.

[modifica] Voci correlate

Lingue indoeuropee
Indoeuropei Indoeuropeo (Fonologia | Morfologia)
Lingue indoarie | Lingue iraniche | Lingue anatoliche | Lingue italicheLatinoLingue romanze | Lingue celtiche | Lingue germaniche | Lingue slave | Lingue baltiche | Lingue tocarie

Gruppi e lingue isolati:
Armeno | Greco | Albanese | Antico Macedone | Peonio | Trace | Frigio | Daco


aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -