Lingua emiliano-romagnola
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Emiliano-romagnolo (Emiliàn-rumagnòl) † | |
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Parlato in: | Italia San Marino |
Regioni:Parlato in: | Emilia-Romagna Lombardia (province di Pavia, Mantova e parte di quella di Cremona) Marche (Provincia di Pesaro) Toscana (Provincia di Massa-Carrara) San Marino |
Persone: | 3.000.000 |
Classifica: | non nelle prime 100 |
Filogenesi: |
Lingue indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | roa |
ISO 639-3 | eml (EN) |
SIL | EML (EN) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
L'emiliano-romagnolo è un gruppo di dialetti della famiglia linguistica gallo-italica parlato in Italia settentrionale. L'insieme di queste varietà, nota come lingua emiliano-romagnola (nome nativo emiliàn-rumagnòl), è riconosciuta fra le lingue minoritarie europee fin dal 1981 (Rapporto 4745 del Consiglio d'Europa); è inoltre censita dall'UNESCO (Red book on endangered languages) tra le lingue meritevoli di tutela ed è riconosciuta dalla Registration Autority per lo standard ISO 639-3 (il codice ISO 639-3 è EML).
L'emiliano-romagnolo si deve ritenere una lingua regionale o minoritaria ai sensi della "Carta Europea delle Lingue regionali o minoritarie", che all'Art. 1 afferma che per "lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue [...] che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato". La "Carta Europea delle Lingue regionali o minoritarie" è stata approvata il il 25 giugno 1992 ed è entrata in vigore il 1 marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non l'ha ancora ratificata. Lo Stato italiano dunque non riconosce i locutori dell'emiliano-romagnolo come minoranza linguistica.
La lingua emiliano-romagnola è stata riconosciuta fin dai tempi del Biondelli come una lingua gallo-italica, assieme a ligure, lombardo e piemontese (Bernardino Biondelli, "Saggio sui dialetti gallo-italici", 1853).
Le lingue gallo-italiche, per alcuni linguisti, fanno parte delle lingue gallo-romanze anzicchè delle lingue italo-romanze; in accordo con la ben nota distinzione tra lingue romanze occidentali e orientali descritta da von Wartburg (Walter von Wartburg, "Die Ausgliederung der romanischen Sprachräume", 1950).
La lingua emiliano-romagnola è diffusa nella regione Emilia-Romagna, nella parte settentrionale delle Marche (dove si confonde a poco a poco con le verietà italiche centro-meridionali) e in Toscana nella provincia di Massa-Carrara, specialmente nella città di Carrara stessa. In Lombardia il pavese è da molti linguisti, a partire da Bernardino Biondelli, ritenuto un dialetto di tipo emiliano sebbene la sua posizione tra lombardo ed emiliano-romagnolo sia disputata. In una situazione transitoria sono anche alcune parlate della Provincia di Mantova.
Essa è normalmente divisa in due componenti principali:
Si ritiene che la differenziazione maggiore tra le due sezioni sopra descritte sia avvenuta nell'alto medioevo, all'epoca della dominazione bizantina in Romagna e longobarda in Emilia.
Probabilmente a causa della divisione politica, la dittongazione gallo-romanza delle vocali [ĕ] ed [ŏ] latine non si estese all'area romagnola. In seguito, con il venir meno della dominazione bizantina e con la riduzione dei dittonghi gallo-romanzi, le differenze si appianarono in parte, pur con esiti vocalici differenti.
Una koinè emiliano-romagnola non esiste ed entrambe le due componenti principali, emiliana e romagnola, risultano frammentate in numerosi dialetti.
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