Arbëreshë
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Arbëreshë (Arbëreshë) † | |
---|---|
Parlato in: | Italia |
Persone: | 80.000 |
Classifica: | non nelle prime 100 |
Tipologia: | SVO |
Filogenesi: |
Lingue indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Nazioni: | lingua comunale a Piana degli Albanesi |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | sq |
ISO 639-2 | (B)alb, (T)sqi |
SIL | aat aln als AAE AAT ALN ALS (EN) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
Con il termine Arbëreshë o Arbereschi si definisce una popolazione di lingua albanese che vive nell'Italia meridionale. Essi si stanziarono in Italia tra il XV e il XVIII secolo dopo la morte dell'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Skanderbeg. Nel corso dei secoli gli arbëreshë sono riusciti a mantenere e a sviluppare la propria identità albanese, grazie anche al ruolo culturale esercitato dai due Istituti religiosi di rito orientale, con sede in Calabria (Il Collegio Corsini (1732) e poi Corsini-Sant'Adriano (1794) e in Sicilia (Seminario greco-albanese di Palermo (1735) poi trasferito a Piana degli Albanesi (1945). La gran parte delle cinquanta comunità arbëreshe conservano ancora il rito greco-bizantino. Esse fanno capo a due eparchie (diocesi orientali): quella di Lungro, per gli italo-albanesi dell'Italia meridionale e quella di Piana degli Albanesi, per gli italo-albanesi di Sicilia. Nel corso dei secoli, a causa delle pressioni della Chiesa cattolica locale, una parte delle comunità arbereshe è passata al rito latino (per esempio Spezzano Albanese). Per definire la loro "nazione" sparsa usano il termine Arbëria.
Le emigrazioni dall'Albania all'Italia e in Sicilia cominciarono dal XV secolo, vi sono infatti comunità significative di albanesi dal Kosovo negli insediamenti arbëreshë.
Indice |
[modifica] Paesi
I paesi arbëreshë hanno due nomi, uno italiano e uno albanese, con il quale gli abitanti conoscono il posto. Alcuni paesi hanno perso gli usi e i costumi albanesi, oltre che la lingua, altri sono scomparsi. Le comunità arbëreshë sono divise in numerose isole etniche nelle area dell'Italia centro-meridionale, anche se non in tutte è conservata la lingua madre:
- Abruzzo
- provincia di Pescara
Villa Badessa (fraz. di Rosciano): Badhesa.
- provincia di Pescara
- Basilicata
- provincia di Potenza
Barile: Barilli, Ginestra: Zhura, Maschito: Mashqiti, San Costantino Albanese: Shën Kostandini, San Paolo Albanese: Shën Pali.
- provincia di Potenza
- Calabria
- provincia di Catanzaro
Andali: Dandalli, Caraffa di Catanzaro: Gharrafa, Marcedusa: Marçedhuzha, Vena di Maida, frazione di Maida: Vina, Zangarona (frazione di Lamezia Terme: Zingharona. Paesi che hanno perso gli usi e la lingua albanese: Amato, Curinga, Gizzeria, Ursito, frazione di Caraffa - provincia di Cosenza
Acquaformosa: Firmoza, Castroregio: Kastërnexhi, Cavallerizzo: Kejverici, Cerzeto: Qana, Cervicati: Çervikati, Civita: Çifti, Eianina: Ejanina, Falconara Albanese: Fullkunara, Farneta: Farneta, Firmo: Ferma, Frascineto: Frasnita, Lungro: Ungra, Macchia Albanese: Maqi, Marri: Allimarri, Mongrassano: Mungraxana, Plataci: Pllatëni, San Basile: Shën Vasili, San Benedetto Ullano: Shën Benedhiti, San Cosmo Albanese Strigari, San Demetrio Corone: Shën Mitri, San Giacomo di Cerzeto: Sënd Japku, San Giorgio Albanese: Mbuzati, San Martino di Finita: Shën Mërtiri, Santa Sofia d'Epiro: Shën Sofia, Santa Caterina Albanese: Picilia, Spezzano Albanese: Spixana, Vaccarizzo Albanese: Vakarici, Cariati: Kariati; - provincia di Crotone
San Nicola dell'Alto: Shën Kolli, Pallagorio: Puheriu, Carfizzi: Karfici,
- provincia di Catanzaro
- Campania
- provincia di Avellino
Greci: Katundi.
- provincia di Avellino
- Molise
- provincia di Campobasso
Campomarino: Këmarini, Montecilfone: Munxhufuni, Portocannone: Porkanuni, Ururi: Ruri.
- provincia di Campobasso
- Puglia
- provincia di Foggia
Casalvecchio di Puglia: Kazallveqi, Chieuti: Qefti. - provincia di Taranto
San Marzano di San Giuseppe: San Marcani.
- provincia di Foggia
- Sicilia
- provincia di Palermo
Contessa Entellina: Kundisa, Piana degli Albanesi: Hora e Arbëreshëvet, Mezzojuso: Munxhifsi, Palazzo Adriano: Pallaci, Santa Cristina Gela: Sëndastina;
- provincia di Palermo
[modifica] Lingua
La minoranza arbereshe è stata riconosciuta dallo Stato italiano in base alla legge-quadro n.482 del 15.12.1999, che porta la firma, tra gli altri, dell'on. Felice Besostri e dell'on. Mario Brunetti (quest'ultimo di origine arbereshe). La loro lingua (detta anche "arberesco") è una variante dell'albanese meridionale, notevolmente influenzata nel lessico dall'italiano e dai suoi dialetti, ed è da alcuni anni pienamente riconosciuta come lingua di minoranza nell'ambito delle amministrazioni locali e delle scuole dell'obbligo.
Non esiste una struttura ufficiale politica, culturale e amministrativa che rappresenti la comunità arbëreshë. È da rilevare il ruolo di coordinamento istituzionale svolto in questi anni dalle Province del Meridione con presenza arbereshe, in primis quello della Provincia di Cosenza, che ha creato un apposito Assessorato alle Minoranze Linguistiche.
Da sottolineare anche il ruolo di promozione scientifica della diversità linguistica e culturale arbereshe esercitato dalla cattedra albanologica dell' Università di Palermo, grazie all'impulso dato dal prof. Antonino Guzzetta, e dalla sezione di albanologia dell'Università della Calabria, quest'ultima creata nel 1975 dal prof. papas Francesco Solano.
Ci sono alcune associazioni che cercano di proteggerne la cultura, in particolare nelle province di Cosenza, Palermo, Crotone, Potenza e Campobasso.
La lingua degli Arbëreshë è usata in alcune radio private e in alcune riviste locali. Gli statuti regionali di Molise, Basilicata e Calabria fanno riferimento alla lingua e alla cultura arbëreshë, ma gli Arbëreshë pensano ancora che la loro cultura sia minacciata.
[modifica] Frasi
Falem | Ciao. |
Çë bën? | Che fai? |
Si rri? | Come stai? |
Shumë mirë | Molto bene. |
Të haristis | Grazie |
Flet arbërisht? | Parli Albanese? |
Flas pak. | Parlo poco. |
Ka vjen? | Dove sei? |
U vinj ka palermë. | Sono di Palermo. |
Je arbëresh? | Sei Arbëresh? |
Të parkales | Per favore |
Gëzuar të të njoh | Piacere |
Mirë menatë | Buona mattina |
Shihemi | Ci vidiamo |
Si të thonë? | Come ti chiami? |
Mua më thonë marieja | Mi chiamo Maria |
O/ëj | Si Piana degli Albanesi |
Ara | Si Santa Cristina Gela |
Jo | No |
[modifica] Storia
Prima della conquista da parte dell'impero ottomano tutti gli albanesi venivano chiamati Arbëreshë. Dopo che queste 300.000 persone sono emigrate e si sono stanziate in Italia, questi albanesi nativi dell'Italia hanno continuato ad usare il termine Arbëreshë mentre quelli che ancora vivevano in Albania si sono dati il nome di Shqiptarëve (si confronti la parola albanese Shqip, presente nel nome locale del paese e della lingua).
Gli Arbëreshë, distribuiti in origine in Epiro e nei monti del Pindo, erano stanziati nell'odierna Grecia. Sono i discendenti della popolazione proto-albanese sparsa in tutti i Balcani occidentali (vedi Arvanitici). Tra l'XI e il XIV secolo le tribù arbëreshë si sono spostati in piccoli gruppi verso il sud della Grecia (Corinto, Peloponneso e Attica) dove hanno fondato delle colonie. Le loro abilità in campo militare li ha fatti diventare i mercenari preferiti dei Serbi, dei Franchi, degli Aragonesi (spagnoli), degl'Italiani e dei Bizantini.
L'invasione della Grecia da parte dei Turchi Ottomani nel XV secolo ha costretto molti Arbëreshë ad emigrare nelle isole sotto il controllo di Venezia e in Italia meridionale. Infatti, nel 1448, re Alfonso V d'Aragona, conosciuto come il Magnanimo (1396-1458), re di Napoli, chiese aiuto al suo alleato, il capo dell'Alleanza albanese Gjergj Kastrioti da Kruja, meglio conosciuto come Skanderbeg, per reprimere una ribellioni di baroni. Alfonso d'Aragona li ricompensò con delle terre in provincia di Catanzaro.
Nel 1450 un'altra forza di Arbëreshë intervenne in Sicilia e si stanziò nei pressi di Palermo. Così gli Arbëreshë contribuirono alla creazione del Regno delle Due Sicilie.
Durante il periodo della guerra di successione di Napoli, Ferdinando d'Aragona richiamò le forze Arbëreshë contro gli eserciti franco-italiani e Skanderbeg sbarcò nel 1461 a Brindisi. Dopo alcuni successi, gli Arbëreshë accettarono delle terre in Puglia, mentre Skanderbeg ritornò per organizzare la resistenza albanese contro i Turchi, che avevano occupato l'Albania tra il 1468 e il 1492. Parte della popolazione arbëreshë migrò in Italia meridionale, dove il re di Napoli offrì loro altri villaggi in Puglia, Calabria,Campania , Sicilia e Molise.
L'ultima ondata migratoria, tra il 1500 e il 1534, vede come protagonisti gli Arbëreshë della Grecia centrale. Impiegati come mercenari dalla Repubblica di Venezia, dovettero evacuare le colonie del Peloponneso con l'aiuto delle truppe di Carlo V, quando i Turchi avevano invaso la regione. Carlo Quinto stanziò queste truppe in Italia meridionale per rinforzare le difese contro la minaccia dei turchi invasori. Stanziatisi in villaggi isolati (che permise loro di mantenere inalterata la loro cultura fino al XX secolo), gli Arbëreshë sono sempre stati tradizionalmente soldati del regno di Napoli e della repubblica di Venezia, dalle guerre di religione fino all'invasione napoleonica.
L'ondata migratoria dall'Italia meridionale all'America negli anni tra il 1900 e il 1910 ha causato quasi un dimezzamento della popolazione dei villaggi arbëreshë e ha messo la popolazione a rischio di scomparsa culturale, nonostante l'inizio di una ripresa artistica e culturale nel XIX secolo.
Le vie principali di molti paesi arbëreshë si chiamano Via Giorgio Castriota in onore di Skanderbeg.
[modifica] Personaggi arbëreshë celebri
[modifica] Bibliografia
- Vincenzo Dorsa, Sugli albanesi: ricerche e pensieri, Napoli, 1847 (scaricabile sul sito Google books).
- Enrico Ferraro, Bibliografia arberesca (scaricabile sul sito Mondo Arberesco).
- The Endangered Arbresh Language and the Importance of Standardised Writing for its Survival: The Case of Piana degli Albanesi articolo scientifico sullo stato della lingua a Piana degli Albanesi (International Journal on Multicultural Societies. 2002, vol. 4, no.2, pp. 248-269)
[modifica] Collegamenti esterni
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