Diffusione dello sloveno in Italia
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Le persone che parlano sloveno o dialetti sloveni in Italia sono, secondo le stime del Ministero dell'Interno circa 61.000[1], storicamente presenti in Friuli - Venezia Giulia, raccolti nella provincia di Trieste e nelle zone orientali delle province Gorizia e Udine. La qualifica di "dialetto sloveno" qui considerata è quella derivante dalla legislazione italiana.
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[modifica] Diffusione
[modifica] Provincia di Udine
Gli sloveni della provincia di Udine sono suddivisi in tre comunità autoctone, ognuna con specifiche proprie.
La maggior parte è compresa nella Slavia veneta (detta anche Slavia friulana), dove si parlano i dialetti sloveni detti del Natisone (nadiški) e del Torre (terski). Essa comprende i comuni di Lusevera, Taipana, Pulfero, Savogna, Grimacco, Drenchia, San Pietro al Natisone, San Leonardo, Stregna e alcune frazioni montuose dei comuni di Nimis, Attimis, Faedis, Torreano e Prepotto.
Gli sloveni della Val Canale vivono nei comuni di Malborghetto Valbruna (frazioni di Valbruna, Bagni di Lusnizza, Santa Caterina, Ugovizza), Pontebba (frazione di La Glesie San Leopoldo), a Tarvisio (frazioni di Camporosso, Cave del Predil, Fusine di Valbruna). Storicamente hanno fatto parte, fino al 1918, della Carinzia e della Carniola (frazione tarvisiana di Fusine in Valromana) e sono l'unica comunità slovena della provincia di Udine che ha storicamente goduto di un sistema scolastico in lingua slovena.
Gli abitanti di Resia parlano un dialetto arcaico (il resiano) che viene percepito dai parlanti, che hanno sviluppato una propria peculiare identità etnico-linguistica, come idioma a se stante.
Comuni a maggioranza slovena nella Provincia di Udine:
- Taipana
- Lusevera
- Pulfero
- Drenchia
- Grimacco
- Savogna
- San Leonardo
- Stregna
- San Pietro al Natisone
- Resia
[modifica] Provincia di Gorizia
In provincia di Gorizia la comunità slovena è storicamente presente su una stretta fascia lungo il confine con la Slovenia. Comunità di sloveni sono presenti anche nei centri industriali della Bisiacaria.
Lo sloveno standard è parlato dagli sloveni della città di Gorizia, a causa della vicinanza al confine sloveno, e in alcune parti di Monfalcone, di Ronchi dei Legionari e di Sagrado. Nel comune di San Floriano del Collio e in alcune frazioni di Cormons, Dolegna del Collio e Gorizia (Podgora - Piedimonte) è diffusa la variante detta dialetto del Collio (briško narečje), mentre nei comuni del Carso goriziano e nei sobborghi meridionali di Gorizia si parla il dialetto carsico (kraško narečje).
Comuni a maggioranza slovena nella Provincia di Gorizia:
[modifica] Provincia di Trieste
In provincia di Trieste, dove risiede la comunità slovena più numerosa[2] della regione, lo sloveno è parlato, dagli appartenenti della minoranza, su tutto il territorio della provincia, tranne in alcune frazioni di Muggia. [citazione necessaria]
Nelle zone rurali del comune di Muggia, nella maggior parte delle frazioni del comune di Dolina-San Dorligo della Valle e in alcuni rioni periferici di Trieste è diffuso il dialetto istriano-variante di Risano (istrsko narečje - rižanski govor). Nei comuni di Monrupino, Sgonico e in alcune frazioni di Dolina-San Dorligo della Valle è diffuso il dialetto carniolino centrale (notranjsko narečje). Lo sloveno è diffuso come dialetto carsico (kraško narečje) anche su tutto il territorio del comune di Duino-Aurisina, dove però è minoritario rispetto all'italiano.
Comuni a maggioranza slovena nella Provincia di Trieste:
[modifica] I dialetti
Lo sloveno in Italia è rappresentato da vari dialetti; tutti questi, tranne il resiano (il cui status formale di variante slovena è dibatutto), si estendono anche dall'altra parte del confine con la Slovenia (e, nel caso del dialetto del Gailtal, anche in Austria):
- dialetto istriano - variante di Risano (istrsko narečje - rižanski govor) nelle zone slovenofone del comune di Muggia, in maggior parte delle frazioni del comune di San Dorligo della Valle e in alcune frazioni di Trieste;
- dialetto carniolino centrale (notranjsko narečje) nei comuni di Monrupino, Sgonico e in alcune frazioni di San Dorligo della Valle e di Trieste (Padriciano, Opicina, Basovizza, Trebiciano, Cattinara);
- il dialetto carsico (kraško narečje) nei comuni di Duino-Aurisina, Doberdò del Lago, Savogna d'Isonzo e alcune frazioni di Gorizia e di Trieste (Barcola, Gretta, Grignano);
- il dialetto del Collio (briško narečje) nei comuni di San Floriano del Collio e in alcune frazioni di Gorizia, Cormons e Dolegna del Collio;
- il dialetto del Natisone (nadiško narečje) nei comuni di Prepotto, Pulfero, Savogna, Grimacco, Drenchia, San Pietro al Natisone, San Leonardo, Stregna e Torreano;
- il dialetto del Torre (tersko narečje) nei comuni di Lusevera e Taipana e nelle zone slovene di Nimis, Attimis, Faedis, Tarcento e Montenars;
- il dialetto dei Gailtal (ziljsko narečje) nelle zone slovenofone della Val Canale.
- il resiano (rezijansko narečje) in Resia.
Tranne il penultimo, che fa parte del gruppo dei dialetti carinziani, tutti gli altri fanno parte del gruppo dei dialetti del Litorale (primorska narečna skupina).
Quanto al resiano tanto i linguisti che i poteri politici e l'opinione pubblica non sono concordi riguardo al suo status: alcuni lo considerano parte integrante del gruppo dialettale litoraneo, altri parlano di un dialetto di transizione tra i gruppi litoraneo e carinziano, altri ancora sostengono la sua peculiarità nell'ambito della famiglia linguistica slovena; taluni, infine, sostengono invece si tratti di un idioma a se stante, sebbene simile allo sloveno. Il Resiano ha mantenuto infatti degli arcaismi non più esistenti negli altri dialetti sloveni, quale ad esempio il tempo verbale aoristo, e presenta un sistema fonetico del tutto peculiare, con ben quattro varianti locali della dizione. La popolazione parlante, inoltre, forte di uno spirito identitario piuttosto radicato, sembra propendere ampiamente per un'identificazione indipendente dallo sloveno.
[modifica] Sloveno standard e dialetti sloveni
Il frazionamento della minoranza in Italia, come anche la diversa appartenenza statale, rendono problematica (nonché in più di qualche caso dichiaratamente avversata) l'adozione dello standard letterario sloveno come lingua comune per l'insieme delle comunità: mentre infatti gli slovenofoni di Trieste e di Gorizia si riconoscono pienamente nella lingua e nelle tradizioni culturali della vicina Slovenia - alle quali hanno dato anzi un contributo storicamente significativo -, i gruppi della provincia di Udine (Slavia Friulana) tendono in genere a porre l'accento sulla differenza dei loro dialetti dallo standard sloveno, per sottolineare la loro peculiarità storica e culturale. Ciò deriva anche dal fatto che, a differenza degli sloveni della provincia di Trieste e Gorizia che hanno avuto scuole pubbliche con lo sloveno standard come lingua d'insegnamento dai tempi dell'Impero asburgico, gli sloveni della provincia di Udine non hanno mai avuto la possibilità di un contatto costante con la lingua letteraria slovena. La loro variante dello sloveno è quindi rimasta sul livello di lingua orale, creando un diffuso fenomeno di diglossia, che aveva caratterizzato a lungo anche gli sloveni del Prekmurje.
La peculiarità del resiano ha inoltre indotto alla creazione di una propria standardizzazione ortografica che si è andata diffondendo negli ultimi due decenni. All'inizio del 2007 il consiglio comunale di Resia ha però approvato una risoluzione che afferma la volontà del comune di essere inserito nel territorio dove sarà vigente la Legge di tutela della minoranza slovena, benché resti aperta la polemica soprattutto interna sulla questione dell'uso del Resiano scritto nel sistema educativo e amministrativo in luogo dello Sloveno, e sull'opportunità di sostenere la richiesta di un diverso riconoscimento per questo idioma da parte dello stato italiano. Va infatti sottolineato che la comunità resiana, per la sua esiguità numerica, se priva di un qualsiasi riconoscimento di minoranza non potrebbe attualmente disporre di alcun sostegno finanziario per l'insegnamento e anzi rischierebbe di dover rinunciare all'istituzione scolastica sul proprio territorio comunale.
È difficile fare chiarezza sulle posizioni contrastanti che vengono prese nel dibattito anche perché sul territorio della tutela culturale le polemiche vengono alimentate anche da posizioni politiche e ideologiche in buona parte provenienti dall'esterno: in particolare se da un lato gran parte dell'associazionismo sloveno e tutte le correnti nazionaliste filo-slovene spingono per una comune identificazione slovena di tutti gli slavi del Friuli Venezia Giulia e per l'adozione dello sloveno standard da parte di tutte le comunità, d'altro canto gran parte della politica italiana e anche friulana, e tutto il nazionalismo italiano, spingono invece per l'esaltazione delle differenze locali, culturali e storiche, e pertanto per un maggiore riconoscimento delle differenze in particolare dei Resiani e degli abitanti della Benecia. Il dibattito attuale è in tutti i casi piuttosto acceso e vario, tanto da essere difficile riportare completamente tutte le posizioni presenti.
[modifica] Scolarizzazione in lingua slovena
Mentre gli sloveni che hanno vissuto nei territori appartenuti all'Austria-Ungheria hanno potuto godere di scolarizzazione nella propria lingua standard, questo non è successo per gli sloveni diventati cittadini italiani dopo il 1866. Già nella seconda metà del Settecento, Maria Teresa d'Austria e successivamente Giuseppe II e Leopoldo II, furono tre imperatori illuminati che promossero la scolarizzazione di massa in tutto il loro Impero. Se all'inizio dell'Ottocento solo pochissimi sloveni sapevano leggere e scrivere nella loro lingua, cent'anni dopo (inizio Novecento) tutti frequentavano la scuola e l'analfabetismo nella parte occidentale dell'Austria-Ungheria era stato quasi completemente rimosso. In seguito alle riforme costituzionali degli anni sessanta dell'Ottocento, la scolarizzazione elementare nella parte austriaca della duplice monarchia venne a dipendere dalle amministrazioni comunali. Per gli sloveni del Goriziano e del Carso ciò significò una scolarizzazione nella lingua slovena standard, mentre a Trieste (in quanto prevalentemente italiana), ed anche in parte dell'Istria dove sia le amministrazioni comunali sia l'istruzione erano italiane, vennero fondate, già dalla seconda metà dell'Ottocento, varie scuole private slovene, dirette dalla "Società SS. Cirilio e Metodio" (Cirilmetodova družba). Questo, insieme alla diffusione delle attività culturali di stampo popolare, ha permesso agli sloveni austroungarici di imparare a leggere e scrivere nello sloveno standard. Diversissima invece la situazione degli sloveni cittadini italiani che non disponevano di questa possibilità. La diffusione delle associazioni culturali slovene nelle Valli del Natisone, favorita dall'operato del msgr. Ivan Trinko nei primi decenni del Novecento, fu fermata dalla repressione fascista. Tutto ciò contribuì sicuramente al senso di apparente diversità degli sloveni della provincia di Udine dagli sloveni della provincia di Gorizia e Trieste, anche se tale diversità ha pure più antiche basi storiche. Tuttavia i rapporti economici, parentali (i tanti matrimoni) e culturali tra le genti delle vallate confinarie (italiane e slovene) lungo il confine della provincia di Udine, sono sempre stati, nei secoli, molto forti. La percezione attuale, di parlare una lingua diversa dallo sloveno standard, è, con buona probabilità, legata alla mancata scolarizzazione in tale lingua.
Da oltre 20 anni a questa parte esiste, a S.Pietro degli Schiavoni nella Slavia friulana, una scuola pubblica bilingue molto frequentata dai ragazzi della vallata e finanziata dallo Stato italiano. La scuola media di primo grado, richiesta da diversi anni, è stata inaugurata il 12 settembre 2007[1].
[modifica] Lo status dello sloveno in Italia
Nella provincia di Trieste e in quella di Gorizia funzionano, dal primo dopoguerra, scuole statali con lo sloveno come lingua d'insegnamento.
Nella provincia di Udine, invece, lo sloveno non ha goduto a lungo di nessuna protezione legale e la salvaguardia della lingua era affidata, e lo è in gran parte ancora, soltanto alle organizzazioni culturali locali. Con la legge regionale n. 38 del 2001 è stato costituito il "Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena" con sede a Trieste.
Le associazioni slovene sono quasi tutte inquadrate nell'Unione Culturale Economica Slovena (SKGZ - Slovenska kulturno gospodarska zveza) e nella Confederazione delle Organizzazioni Slovene (SSO - Svet slovenskih organizacij). A Trieste esiste anche l'Istituto Sloveno delle Ricerche (SLORI - Slovenski raziskovalni inštitut). Nella stessa città viene stampato, dal 1945, il quotidiano Primorski dnevnik, redatto completamente in lingua slovena. Dalla sede regionale RAI vanno inoltre in onda numerose trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua slovena. Le comunità slovene di Gorizia e Trieste hanno inoltre la possibilità di ascoltare i canali radiofonici e televisivi della vicina Slovenia, con la quale hanno mantenuto intensi e stretti contatti culturali che si sono rafforzati dopo la proclamazione dell'indipendenza del paese nel 1991.
Da decenni, lo sloveno è utilizzato come lingua coufficiale in diversi comuni della provincia di Trieste e del Goriziano, con tutti i documenti redatti bilingue. Lo sloveno standard viene utilizzato anche in alcuni comuni delle Valli del Natisone (provincia di Udine), pur se sporadicamente, per via delle già citate resistenze della popolazione locale ad identificare il proprio dialetto con la lingua slovena ufficiale.
[modifica] Personaggi celebri
Tra gli sloveni celebri provenienti dalle zone che oggi fanno parte della Repubblica Italiana possiamo enumerare:
- Letterati:
- Vladimir Bartol, scrittore;
- Rafko Dolhar, scrittore e alpinista;
- Igo Gruden, poeta;
- Dušan Jelinčič, scrittore e alpinista;
- Miroslav Košuta, poeta;
- Marko Kravos, poeta;
- Julius Kugy, scrittore e alpinista;
- Boris Pahor, scrittore;
- Alojz Rebula, scrittore;
- Alojzij Remec, scrittore;
- Smiljan Samec, scrittore satirico;
- Vladimir Truhlar, poeta;
- Stanko Vuk, poeta.
- Studiosi:
- Lavo Čermelj, fisico e intellettuale impegnato;
- Boris Furlan, giurista, cattedratico e traduttore;
- Boris M. Gombač, storico;
- Milko Kos, storico;
- Miran Košuta, storico letterario;
- Niko Kuret, etnologo;
- Boris Merhar, storico letterario;
- Pavle Merkù, compositore di musica contemporanea, linguista e etnomusicologo;
- Avgust Pirjevec, storico letterario;
- Jože Pirjevec, storico;
- Igor Škamperle, sociologo e scrittore;
- Marta Verginella, storico e sociologo;
- Sergij Vilfan, storico e giurista;
- Ivan Vidav, matematico;
- Ubald Vrabec, compositore.
- Giornalisti:
- Jurij Gustinčič,
- Miran Hrovatin, giornalista ucciso in Somalia con Ilaria Alpi;
- Alessandro Ota, giornalista - operatore ucciso a Mostar;
- Demetrio Volcic, inviato RAI, senatore della Repubblica;
- Sergio Tavčar, giornalista sportivo.
- Personaggi del teatro e della musica:
- Miranda Caharija, attrice;
- Carlo Cossutta, tenore;
- George Dolenz, attore sloveno-americano;
- Boris Kobal, commediografo, direttore del Teatro civico di Lubiana;
- Elvira Kralj, attrice;
- Martin Turk, attore.
- Pittori:
- Milko Bambič;
- Francesco Caucig;
- Avgust Černigoj;
- Robert Hlavaty;
- Gojmir Anton Kos;
- Zoran Mušič;
- Stanislav Rapotec;
- Lojze Spacal;
- Luigi Spazzapan;
- Giuseppe Tominz.
- Architetti e designer:
- Max Fabiani;
- Franko Luin;
- Edo Mihevc;
- Marco Pozzetto;
- Boris Podrecca;
- Branko Simčič;
- Viktor Sulčič.
- Politici:
- Josip Agneletto;
- Englebert Besednjak, uomo politico, parlamentare italiano;
- Tamara Blažina, senatrice;
- Darko Bratina, sociologo, critico cinematografico, Senatore della Repubblica;
- Miloš Budin, deputato;
- Ivan Marija Čok;
- Josip Ferfolja, politico socialista jugoslavo;
- Rudolf Golouh; politico socialista jugoslavo;
- Igor Kocijančič (già Canciani), consigliere regionale;
- Ivan Nabergoj, uomo politico,parlamentare;
- Bogumil Remec;
- Avgust Sfiligoj;
- Stojan Spetič, senatore della Repubblica;
- Virgil Šček, prete, attivista politico, parlamentare italiano;
- Mirko Špacapan;
- Anton Ukmar, partigiano, deputato al parlamento socialista sloveno;
- Josip Vilfan, parlamentare italiano.
- Sportivi:
- Matej Černic, pallavolista;
- Arianna Bogatec, velista;
- Jan Budin, cestista;
- Claudia Coslovich, giavellottista;
- Samo Kokorovec, campione mondiale di pattinaggio;
- Marko Lokar, cestista;
- Katja Milič, campionessa tennis tavolo;
- Edoardo Reja, calciatore e allenatore;
- Tanja Romano, campionessa mondiale di pattinaggio;
- Boris Vitez, cestista;
- Sandra Vitez, pallavolista.
- Altri personaggi storici:
- Lojze Bratuž, musicista e martire antifascista;
- Lambert Ehrlich, politico, attivista cattolico e martire anticomunista;
- Zorko Jelinčič, cofondatore del TIGR;
- Carlo Podrecca, volontario garibaldino e scrittore;
- Mitja Ribičič, dirigente comunista e presidente del Governo jugoslavo;
- Edvard Rusjan, aviatore , pioniere del volo a motore;
- Romualdo di Sant'Andrea, monaco cappuccino e scrittore drammatico;
- msgr. Ivan Trinko, sacerdote, poeta e traduttore;
- Pinko Tomažič, attivista comunista;
- msgr. Jakob Ukmar, uomo di fede in processo di beatificazione;
- Boris Ziherl, leader comunista e filosofo marxista sloveno;
- Sigmund Zois, mecenate.
Tra gli italiani celebri con ascendenze slovene, non identificabili con la comunità slovena del Friuli Venezia Giulia, ricordiamo:
- Manlio Cecovini, ex-sindaco di Trieste e parlamentare europeo (famiglia di origini slovene)[3];
- Danilo Dolci, sociologo e attivista (nato a Sesana da madre slovena);
- Gaetano Kanizsa, psicologo (madre slovena di Trieste);
- Michl Ebner, politico altoatesino (il nonno materno, di cognome Flis, era sloveno di Polzela);
- Luigi Faidutti, politico friulano (nato a Scrutto nella Slavia friulana);
- Gregor Fučka, cestista (nato in Slovenia, naturalizzato in Italia);
- Franco Giraldi, sceneggiatore e regista cinematografico (nato a Comeno da madre slovena);
- Dara Kotnik Mancini, giornalista e scrittrice italo-canadese (figlia dell'eroe antinazista e diplomatico sloveno Ciril Kotnik);
- Guglielmo Oberdan, (Wilhelm Oberdank) irredentista (madre slovena);
- Guido Podrecca, politico e giornalista (padre originario della Slavia veneta);
- Vittorio Podrecca, marionettista (padre originario della Slavia friulana);
- Ignazio Francesco Scodnik, generale garibaldino (nato nel 1804 a Canale d'Isonzo come Ignacij Franc Škodnik)
- Walter Veltroni, politico, sindaco di Roma e segretario del Partito democratico (madre slovena).
[modifica] Note
- ^ Cfr. Raoul Pupo, Il Lungo esodo, Rizzoli, Milano, 2005, pag. 304 ISBN 88-17-00562-2
- ^ Cfr. Raoul Pupo, Il Lungo esodo, pag.304, Rizzoli, Milano, 2005, pag. 304 ISBN 88-17-00562-2
- ^ Carteggio scazonte: corrispondenza tra Alojz Rebula e Manlio Cecovini" Province : Trieste, 2001
[modifica] Fonti
- Joachim Hösler, Slovenia: storia di una giovane identità europea (Trieste: Beit, 2008).
- Milica Kacin-Wohinc & Jože Pirjevec, Storia degli Sloveni in Italia (Venezia: Marsilio, 1998).
- Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Goriška pokrajina (Trieste - Dunio: KLSI, 1995).
- Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Tržaška pokrajina (Trieste: Založništvo tržaškega tiska, 1990).
- Marta Verginella, Il confine degli altri: La questione giuliana e la memoria slovena (Roma: Donzelli, 2008).
- Marta Verginella, Sandi Volk, Katja Colja, Storia e memoria degli sloveni del Litorale (Trieste: Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, 1994).
[modifica] Voci correlate
- Lingua slovena
- Resiano
- Slavia veneta
- Venezia Giulia
- Slovenska Skupnost
- Narodni dom
- Italianizzazione
- TIGR
[modifica] Collegamenti esterni
- Istituto sloveno di ricerca
- Agenzia di informazione slovena in Italia
- Unione Culturale Economica Slovena
- Confederazione delle Organizzazioni Slovene
- Portale Friuli-Venezia Giulia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Friuli-Venezia Giulia