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Segnaletica bilingue - Wikipedia

Segnaletica bilingue

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La segnaletica bilingue (o, per estensione multilingue) è costituita dalla rappresentazione in un pannello segnaletico di iscrizioni in più di una lingua. L'utilizzo della stessa è di norma riservato a situazioni locali nelle quali vige il bilinguismo amministrativo (regioni bilingue o di confine) o vi è un notevole flusso turistico o commerciale (aeroporti, stazioni, porti, punti di frontiera, città turistiche, itinerari internazionali, sedi di autorità internazionali). In senso estensivo include, nelle regioni le cui lingue sono trascritte in alfabeti diversi da quello latino, la traslitterazione dei toponimi e l'eventuale traduzione dei testi complementari (solitamente in lingua inglese o francese). La tendenza generale è comunque quella di sostituire le informazioni che dovrebbero essere fornite in più lingue (a scapito della leggibilità della segnaletica stessa) con simboli e pittogrammi internazionalmente standardizzati rappresentativi del contenuto dell'informazione. L'impiego della segnaletica bilingue è forse il principale strumento simbolico di percezione e istituzionalizzazione della realtà bilingue di un territorio.

Segnaletica bilingue inglese/cinese a Hong Kong
Segnaletica bilingue inglese/cinese a Hong Kong
Segnaletica bilingue francese/bretone a Quimper (Bretagna)
Segnaletica bilingue francese/bretone a Quimper (Bretagna)

Indice

[modifica] Evoluzione della segnaletica bilingue

Segnale di benvenuto alla località di Newry (nell'Irlanda del Nord) in gaelico e inglese
Segnale di benvenuto alla località di Newry (nell'Irlanda del Nord) in gaelico e inglese

L'utilizzo della segnaletica bilingue ha avuto nel corso degli ultimi anni una notevole espansione, in particolare nel mondo occidentale e democratico, dove si è accompagnato da un lato all'internazionalizzazione dei movimenti delle persone e dall'altra parte alla conquista di maggiori forme di tutela da parte di minoranze etniche e linguistiche, nonché alla consapevolezza della non corrispondenza tra i confini amministrativi degli Stati e le divisioni etnico-linguistiche.

I primi casi di segnaletica bilingue si riferiscono a situazioni assolutamente centrali e primarie come quella di Bruxelles nel Belgio, dove con l'inizio del secolo, il superamento del modello ottocentesco dello Stato/Nazione culturalmente unitario a seguito della rivendicazione di maggiori tutele linguistiche per la lingua fiamminga/olandese (peraltro maggioritaria nel paese nonostante il maggior prestigio del francese) ha portato a un lungo processo di parificazione tra l'uso delle due lingue. Il secondo esempio è stato quello del Tirolo meridionale germanofono (Alto Adige) che, annesso all'Italia con la I Guerra Mondiale e successivamente oggetto di politiche di assimilazione (l'italianizzazione dei toponimi da parte di Tolomei), in forza del rispetto dei trattati internazionali ha dovuto applicare misure di tutela e parificazione tra le due lingue. Si noti che in entrambi i casi si tratta comunque di territori strategici confinanti con ambiti di lingue riconosciute e pienamente ufficiali in altri paesi, la cui alternativa alle iniziative di tutela poteva essere costituita dall'annessione più o meno forzata all'altro Stato (l'invasione tedesca delle regioni Sudete in Cecoslovacchia, i ripetuti tentativi di ripresa dell'Alsazia) o dal raggiungimento dell'indipendenza (come nel caso dell'Irlanda) o ancora, dall'assimilazione più o meno forzata alla cultura nazionale (si pensi alla francesizzazione dell'Alsazia in Francia).

Il primo esempio di rivendicazione di una lingua "regionale" può essere fatto risalire all'esperienza del rinascimento della lingua catalana in Spagna precedentemente al periodo franchista, virtuosamente ripresa alla caduta dello stesso fino a determinare uno dei più evoluti casi di tutela linguistica in Europa, esempio imitato dalla maggior parte delle regioni autonome europee e divenuto di spunto per numerose leggi di tutela e il Trattato del Consiglio d'Europa per la tutela delle lingue minoritarie.

L'impiego della segnaletica bilingue è spesso indicativo del livello di tutela e di effettivo plurilinguismo di un territorio, o talvolta della fase di evoluzione delle rivendicazioni di tutela:

  1. La forma minima di tutela è costituito dalla semplice indicazione di alcuni toponimi nelle indicazioni di localizzazione (solitamente inizio centro abitato e nomi via o su indicazioni turistico-culturali), talvolta senza alcun riscontro di effettiva ufficialità e con l'impiego di caratteri minori rispetto alla versione "ufficiale"; in questi casi le indicazioni non vengono mai riportate sui cartelli direzionali e persiste una forte prevalenza visiva e di prestigio della lingua nazionale rispetto a quella locale, di fatto relegata al rango di dialetto; Rientrano in questa categoria ad esempio i comuni frisoni della Germania;
  2. Una forma più evoluta è costituita dal diffuso impiego di indicazioni bilingue nella lingua nazionale (idioma primario) e in quella locale (come seconda forma), sia sulla segnaletica di localizzazione che su quella di direzione, normalmente con caratteri di pari dimensione ma talvolta tipograficamente differenziati; le indicazioni complementari vengono tuttavia normalmente riportate nella sola lingua nazionale al fine di non appesantire il carico di informazioni sui pannelli; si tratta di una soluzione di compromesso tra l'opportunità di dare pari visibilità a entrambe le lingue e il desiderio di mantenere una prevalenza di "ufficialità" della lingua nazionale. È esemplificativo in tal senso il caso della Corsica;
  3. La terza forma costituisce la naturale evoluzione della seconda ed è costituita dall'applicazione del bilinguismo segnaletico perfetto, che riporta entrambe le versioni con pari dignità su ogni tipo di indicazione (incluse quelle complementari) secondo un ordine prioritario solitamente legato alla prevalenza linguistica degli abitanti (quindi dando la precedenza alla forma locale dove il numero dei locutori costituisca la maggioranza). In questo caso le lingue hanno effettivamente pari dignità o vi si registra una leggera prevalenza per la lingua locale. Questa casistica rappresenta l'effettiva applicazione del "bilinguismo" nella segnaletica. È il caso ad esempio dell'Alto Adige;
  4. La forma più estrema di tutela è costituita dal passaggio al monolinguismo in cui la lingua locale assume il ruolo di unico veicolo di trasmissione delle informazioni relegando quella nazionale ad un ruolo secondario (almeno sotto l'aspetto visivo). È il caso della Catalogna in Spagna;
  5. La maggior parte degli altri esempi esistenti rientra in situazioni ibride tra quelle appena analizzate.

Sono inoltre presenti casi in cui si registra un comportamento differenziato tra le varie autorità proprietarie delle strade, in cui solitamente la rete locale e urbana registra una forma più avanzata di bilinguismo (anche se spesso con risultati poco uniformi e standardizzati, talvolta ai limiti della conformità normativa) mentre la rete nazionale riflette maggiori difficoltà all'applicazione dello stesso (ma quando presente lo applica in forma maggiormente standardizzata e conforme).

[modifica] Problematiche legate all'impiego della segnaletica bilingue

L'impiego della segnaletica bilingue (o multilingue) in un territorio richiede comunque un notevole sforzo organizzativo e di coordinamento da parte delle autorità locali e presenta sia vantaggi che inconvenienti. Tra i vantaggi usualmente rilevati:

  • Si rivela molto utile nelle regioni di frontiera in quanto determina una continuità comunicativa tra i paesi confinanti nell'ottica dell'integrazione tra le relative popolazioni;
  • Rafforza la percezione dell'identità e della specificità di un luogo, legandola ad uno dei suoi aspetti più rappresentativi quale è la lingua; è il principale veicolo visivo che sancisce il raggiungimento dell'ufficialità di una lingua regionale o minoritaria.
  • Costringe ad un maggiore impiego dei pittogrammi di facile percezione e ad un accurato studio del layout dei pannelli al fine di contenere entro limiti accettabili la quantità di informazioni da trasmettere in più lingue e garantirne l'immediata percezione.
  • Incentiva la normalizzazione ortografica dei toponimi e delle varianti linguistiche locali.

Tra i maggiori inconvenienti che la segnaletica bilingue usualmente comporta:

  • Il raddoppio dei testi che può ingenerare problemi alla sicurezza nella più difficoltosa percezione dell'informazione soprattutto in presenza di un layout deficitario del pannello;
  • La ripetizione sui testi complementari, nel caso delle lingue regionali, di informazioni già presenti nella versione nazionale e già di per sé comprensibili agli utenti;
  • Problematiche varie relative all'adeguamento dello standard nazionale alla situazione bilingue, al coordinamento dell'ufficializzazione dei toponimi minoritari e della normalizzazione linguistica;
  • Una prevedibile maggiore spesa in relazione alle maggiori dimensioni dei pannelli segnaletici bilingue;
  • Una possibile possibile opposizione "politica" all'iniziativa da parte dei governi centrali (specie nei paesi non democratici e centralisti) e da parte di gruppi nazionalisti.

Uno studio realizzato nel 2000 dall' Institute for Transport Studies dell'Università di Leeds su incarico dell'Assemblea del Galles e finalizzato a comprendere se la segnaletica bilingue possa creare problemi alla sicurezza stradale della guida (in relazione all'aumento della quantità di testo) ha in ogni caso dimostrato che in presenza di una corretta impostazione grafica non vi è alcuna significativa differenza nel tempo impiegato dai guidatori per assumere le informazioni in un pannello bilingue [1].

[modifica] Segnaletica stradale bilingue in Italia

In Italia, in base l'art. 125 del Regolamento di Attuazione del codice della strada (DPR n. 495 del 16 dicembre 1992) è prevista la possibilità di realizzare la segnaletica in più lingue nelle zone ufficialmente bilingue ma al fine di garantirne la leggibilità, precisa che nessun segnale può contenere iscrizioni in più di due lingue.. Per i cartelli di direzione devono essere utilizzati i segnali appositamente previsti con iscrizione su più righe. Con Legge n. 214 del 1° agosto 2003 è stato integrato il codice della strada (DLgs n. 285 del 30 aprile 1992) all'art. 37 comma 2-bis con l'introduzione della facoltà per gli enti locali di utilizzare nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune lingue regionali o idiomi locali presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione in lingua italiana.

La Legge n. 482 del 15 dicembre 1999 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), che prevede misure di tutela e valorizzazione della "cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo" prevede all'art. 10 che "... in aggiunta ai toponimi ufficiali, i consigli comunali possono deliberare l'adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali".

Il relativo Regolamento attuativo DPR n. 345 del 2 maggio 2001 (Regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche) prevede in relazione agli ambiti territoriali delle minoranze linguistiche storiche la possibilità dell'utilizzo di indicazioni scritte bilingue negli uffici pubblici ("...con pari dignità grafica") e ne disciplina la segnaletica stradale ("nel caso siano previsti segnali indicatori di località anche nella lingua ammessa a tutela, si applicano le normative del codice della strada, con pari dignità grafica delle due lingue").

[modifica] Alto Adige / Südtirol

Segnaletica bilingue italiano/tedesco in Alto Adige
Segnaletica bilingue italiano/tedesco in Alto Adige

In Alto Adige (Provincia Autonoma di Bolzano) in cui vige il bilinguismo perfetto la segnaletica è totalmente bilingue italiano/tedesco. Lo Statuto Speciale della Regione (che è Legge Costituzionale) prevede tra l'altro all'art. 11 comma 2 "(...) l'obbligo della bilinguità nel territorio della provincia di Bolzano" e che tra le due indicazioni non vi siano differenziazioni di importanza (siano tra l'altro scritte con lo stesso tipo di carattere e la medesima dimensione). Viene riportata la duplice versione ufficiale sia dei toponimi nei cartelli di indicazione e localizzazione che di tutti gli altri testi complementari ai segnali stradali.

Segnaletica trilingue con indicazioni in ladino, in tedesco e in italiano.
Segnaletica trilingue con indicazioni in ladino, in tedesco e in italiano.

Normalmente viene utilizzato l'ordine italiano/tedesco nelle autostrade e nella città di Bolzano (a maggioranza di lingua italiana), mentre nel restante territorio (a maggioranza di lingua tedesca) la segnaletica segue normalmente l'ordine inverso tedesco/italiano, incluse le strade statali oggi tutte gestite dall'amministrazione provinciale (l'ordine era italiano/tedesco sotto la precedente gestione ANAS). Vengono fornite informazioni non ridondanti e fatto ampio uso di pittogrammi mentre la segnaletica è in generale particolarmente curata, chiara e omogeneizzata secondo regole conformi al codice della strada e alle convenzioni internazionali.

Nei comuni di lingua ladina dell'Alto Adige la segnaletica è trilingue ladino/tedesco/italiano (nonostante l'indicazione contenuta nel codice della strada) per le indicazioni toponomastiche, di localizzazione e direzione, mentre è bilingue tedesco/italiano per i testi complementari, e ricalca schemi e tipologie utilizzate per quella bilingue del resto della provincia. Da qualche tempo la provincia sta sperimentando l'uso delle tre lingue anche nei testi complementari e d'informazione. Nei comuni ladini della Provincia di Trento la segnaletica è di norma bilingue italiano/ladino, ma limitatamente alla toponomastica nei cartelli di localizzazione e a quelli di destinazione sulle sole strade locali. I testi complementari sono usualmente scritti solo in italiano.

[modifica] Friuli-Venezia Giulia

Preavviso di direzione bilingue italiano/friulano ad Udine
Preavviso di direzione bilingue italiano/friulano ad Udine
Segnaletica bilingue italo-slovena nelle Valli del Natisone
Segnaletica bilingue italo-slovena nelle Valli del Natisone

Nella regione Friuli-Venezia Giulia, in Friuli, l'uso del friulano è riconosciuto ufficiale dalla normativa nazionale (Legge 482/1999) e regionale (Legge Regionale n.15) ed è stato adottato, particolarmente nelle indicazioni di localizzazione dei singoli comuni (circa il 40% del totale). Sulla rete stradale della Provincia di Udine è inoltre in corso un progetto di sostituzione della segnaletica di direzione con indicazioni italiano/friulano. Anche in Provincia di Pordenone nella fascia di confine con la Provincia di Udine diversi comuni hanno collocato cartelli di localizzazione (inizio/fine centro abitato) bilingue (ad es. Poffabro/Pofavri nel comune di Frisanco). I testi complementari sono comunque sempre solo in italiano.

Sempre in Friuli-Venezia Giulia, nelle province di Trieste e Gorizia, la segnaletica presente nei comuni e nelle frazioni bilingue del Carso riporta le doppie indicazioni italiano/sloveno in riconoscimento della minoranza ivi presente tutelata da accordi internazionali (ad es. Opicina/Opčine).

Per approfondire, vedi la voce Diffusione dello sloveno in Italia.

Segnaletica di localizzazione bilingue italiano/sloveno (talvolta nella variante locale) è presente inoltre in Provincia di Udine nella zona delle Valli del Natisone (la cosiddetta Slavia friulana) nei comuni del comprensorio di San Pietro al Natisone, anche se esclusivamente sulle strade locali.

[modifica] Piemonte (vallate occitane)

Nelle vallate occitane del Piemonte, tutelate dalla legge nazionale (Legge 482/1999), diversi comuni hanno provveduto alla posa di cartelli di localizzazione in italiano e occitano provenzale: ad esempio a Roccaforte Mondovì (Rucafuart), Caraglio (Caralh, pronuncia Caraj) e Valdieri (Vaudier, pronuncia Vudier) e nelle relative frazioni, pur in presenza di discussione sulla normalizzazione ortografica della variante locale tra scrittura standard occitanica e trascrizione italianizzata della pronuncia locale. Sul territorio sono inoltre sporadicamente presenti anche cartelli di direzione bilingue.

[modifica] Sardegna

Segnaletica locale bilingue italiano/sardo in Sardegna
Segnaletica locale bilingue italiano/sardo in Sardegna
Segnale di inizio centro abitato in sardo a Siniscola/Thiniscole (NU)
Segnale di inizio centro abitato in sardo a Siniscola/Thiniscole (NU)
Indicazione dei toponimi nel centro storico cittadino di Alghero
Indicazione dei toponimi nel centro storico cittadino di Alghero

Anche in Sardegna l'uso della lingua sarda è ufficialmente riconosciuto dalla normativa nazionale (Legge 482/1999) e regionale (Legge Regionale n. 26 del 1997) ma, nella mancanza di una toponomastica standardizzata (per essendo numerosissimi i microtoponimi dei quali è ufficiale la versione sarda) e di una regola di ortografia unitaria (solo di recente la Regione ha sperimentalmente adottato la Limba Sarda Comuna come lingua ufficiale per gli atti dell'amministrazione regionale) nessuna iniziativa è stata assunta di concerto con l'ANAS e le Province proprietarie delle strade. A livello locale sono tuttavia numerosi i comuni che hanno adottato sulle strade locali cartelli di localizzazione e direzione bilingue italiano/sardo, ma con esiti molto vari. Ad Alghero, isola linguistica catalana, la toponomastica del centro storico è riportata nella versione bilingue italiano/catalano. A Tempio Pausania (Tempiu) e Luogosanto (Locusantu) i cartelli di inizio e fine centro abitato riportano in carattere minore il toponimo in gallurese. La Provincia di Nuoro ha invece provveduto a installare cartelli di inizio e fine centro abitato riportanti la denominazione esclusivamente in sardo (in aggiunta a quelli esistenti in lingua italiana su diverso supporto) in circa 30 comuni tra cui Siniscola (Thiniscole), Ottana (Otzana), Posada (Pasada) e Loculi (Locula), in attuazione di un progetto finanziato ai sensi della Legge Regionale n. 26/97.

[modifica] Valle d'Aosta

In Valle d'Aosta dove vige il bilinguismo italiano/francese i toponimi dei centri abitati sono normalmente scritti sulla segnaletica di localizzazione e destinazione nella sola forma ufficiale francese o franco-provenzale (essendo da decenni caduti in disuso i corrispondenti italiani), con l'eccezione per il comune di Aosta che è l'unico a conservare la denominazione bilingue, così come alcune indicazioni geografiche (monti, passi, trafori, etc.). La segnaletica complementare varia dalla forma bilingue a quella in solo italiano.

[modifica] Altre regioni

Cartello a sfondo marrone in lingua lombarda apposto al consueto segnale di inizio centro abitato, a Soncino (CR).
Cartello a sfondo marrone in lingua lombarda apposto al consueto segnale di inizio centro abitato, a Soncino (CR).

Nelle altre regioni, specialmente nel nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto) e nei comuni amministrati dalla Lega Nord diverse amministrazioni hanno interpretato in senso estensivo le indicazioni del codice della strada aggiungendo nei soli cartelli di località e localizzazione (inizio/fine centro abitato) la dicitura nella versione locale su sfondo marrone (come indicazione di tipo turistico, normata dall'art. 39 del Regolamento). Diversi esempi di questo tipo sono presenti a Novara (Nuàra), a Busto Arsizio (Büsti Grandi), in Brianza a Cambiago (Cambiagh), Biassono (Biasòn) e Barlassina (Barlasìna), nella Bergamasca a Bergamo (Bèrghem, successivamente rimosso al cambio della Giunta), Capriate San Gervasio (Cavriat San Gervas), Seriate (Seriat), Albano Sant'Alessandro (Albà), Trescore Balneario (Trescùr), Costa Volpino (Costa Ulpì), Nembro (Nèmber) e Albino (Albì), con risultati molto vari sia sotto il punto di vista dell'impaginazione grafica che dell'uniformità ortografica. Vi è da precisare che l’art. 131 del Regolamento vieta di aggiungere al nome della località altre iscrizioni, né porre sotto il segnale altre scritte sia pure con pannello aggiuntivo ma che tale regola viene sistematicamente disattesa non solo per i toponimi locali ma anche per altre iscrizioni (dal Comune denuclearizzato o per la Pace al Controllo elettronico della velocità). Nel comune di Livigno (SO) zona franca al confine con la Svizzera la segnaletica stradale è interamente in italiano ma le targhe di nome via sono ufficialmente e esclusivamente scritte nel dialetto locale (un lombardo con forti influssi romanci): Piazza dal Comun, Via dala Gesa, Via Saròch. Lo stesso avviene a Venezia per le denominazioni in veneziano delle calli e dei campielli. Ad Ancona, nelle vicinanze del porto la segnaletica è bilingue italiano-greco, per via della quantità dei traghetti per la Grecia. In Sicilia, in provincia di Palermo, sono presenti dei cartelli stradali bilingue italiano/albanese all'interno e nei dintorni del comune di Piana degli Albanesi.

[modifica] Segnaletica stradale bilingue nel resto d'Europa

L'unico, seppur indiretto riferimento alla segnaletica e toponomastica bilingue contenuto nella Carta Europea delle Lingue Regionali e Minoritarie del Consiglio d'Europa del 5 novembre 1992 è costituito dall'articolo 10 (Autorità amministrative e servizi pubblici), paragrafo 2 lettera g) che prevede che nelle "autorità locali e regionali sui cui territori risiede un numero di parlanti delle lingue regionali o minoritarie (...) le Parti si impegnano a permettere e/o promuovere: (...) l'uso o l'adozione, se del caso congiuntamente con l'adozione della denominazione nella/e lingua/e ufficiale/i, di forme tradizionali e corrette di toponomastica nelle lingue regionali o minoritarie".

[modifica] Albania

In Albania è presente una segnaletica stradale di indicazione bilingue, in albanese e greco nella zona di Argirocastro (Gjirokastra/Αργυρόκαστρο), dove è storicamente presente una minoranza ellenica.

[modifica] Austria

Cartello di inizio centro abitato bilingue tedesco/sloveno in Carinzia (Austria)
Cartello di inizio centro abitato bilingue tedesco/sloveno in Carinzia (Austria)
Cartello di inizio centro abitato bilingue tedesco/ungherese nel Burgenland (Austria)
Cartello di inizio centro abitato bilingue tedesco/ungherese nel Burgenland (Austria)

In Austria la legge sulla tutela delle minoranze prevede la segnaletica bilingue nelle località in cui una minoranza linguistica costituisca almeno il 10% della popolazione. È bilingue la regione di Klagenfurt (Carinzia), originariamente di lingua slovena in particolare nelle campagne, dove i toponimi tedeschi e sloveni hanno lo stesso status legale ma la segnaletica bilingue tedesco/sloveno si limita alle indicazioni di localizzazione (inizio e fine centro abitato, toponimi geografici) e ha provocato accese discussioni tra le autorità locali e le proteste dei movimenti politici nazionalisti (incluso il governo regionale della Carinzia guidato da Jörg Haider che si è opposto al provvedimento), conclusesi con una sentenza dell'Alta Corte che ha dichiarato incostituzionale la mancanza della denominazione slovena ed ha ripristinato la segnaletica bilingue (anche se in base ad un recente sondaggio la maggior parte della popolazione della regione si oppone alla segnaletica bilingue).

Dal 2006, in alcune località della Carinzia (ad es. a Schwabegg/Žvabek) su simbolica iniziativa del governatore Haider - interpretando una ulteriore sentenza dell'Alta Corte del 2001 (che ritiene legalmente "accettabile" ed economico l'utilizzo di un pannello complementare in alternativa all'impiego di un unico cartello totalmente bilingue) - sono state rimosse le targhe bilingue già installate (con il testo in caratteri delle stesse dimensioni) e sono state sostituite da una più grande targa monolingue in tedesco sovrastante una molto più piccola con la denominazione in sloveno (in carattere minore).

Presenta segnaletiche bilingue anche parte della regione del Burgenland nei pressi di Eisenstadt al confine con l'Ungheria: alcune località (come Spitzzicken/Hrvatski Cikljin) in tedesco e croato e altre (come Oberwart/Felsőőr) in tedesco e ungherese. Nel Burgenland non si rilevano comunque accese discussioni politiche sulla segnaletica bilingue come in Carinzia.

Nel corso del carnevale 2006 nella città di Dornbirn nel Vorarlberg alcuni ignoti in vena di scherzi e in polemica con lo Stato austriaco hanno apposto una pellicola adesiva su tutti i cartelli di inizio centro abitato riportante la doppia indicazione Dornbirn/Dorobiro (nel dialetto locale tedesco alemanno) con un risultato sorprendentemente professionale e attendibile. La polizia locale ha successivamente rimosso la pellicola ripristinando la forma ufficiale monolingue dei cartelli ([2] [3] [4]).

[modifica] Belgio

Portale bilingue francese/olandese a Bruxelles
Portale bilingue francese/olandese a Bruxelles

In Belgio è bilingue francese/olandese la regione di Bruxelles, dove tutta la segnaletica locale compare nella doppia forma linguistica (con stesso carattere e dimensione). Le regioni delle Fiandre e della Vallonia sono invece rispettivamente di lingua olandese e francese, in cui è redatta la relativa segnaletica monolingue. Nel Cantone Orientale (o Comunità Germanofona) lungo una fascia al confine con Germania e Lussemburgo nei pressi di Eupen) è invece ufficiale la lingua tedesca e tutta la segnaletica è redatta in lingua tedesca e francese.

[modifica] Bulgaria, Macedonia, Serbia, Kosovo e Montenegro

Segnaletica in bulgaro con testo cirillico e traslitterazione latina nei pressi del confine in Bulgaria
Segnaletica in bulgaro con testo cirillico e traslitterazione latina nei pressi del confine in Bulgaria
Segnaletica in serbo con testo cirillico e traslitterazione latina in Serbia
Segnaletica in serbo con testo cirillico e traslitterazione latina in Serbia

Nei paesi slavi che utilizzano caratteri cirillici le indicazioni stradali sugli itinerari principali sono normalmente traslitterate in caratteri latini. Alcuni cartelli come quello di STOP sono riportati invece nella sola versione cirillica (CTOΠ).

In Serbia, nella provincia a minoranza ungherese della Vojvodina la segnaletica "trilingue" in serbo/traslitterazione latina del serbo/ungherese, già autorizzata nel 2003 (Остојићево/Ostjicevo/Tiszaszentmiklós), a seguito di numerosi atti vandalici è stata progressivamente rimossa nel 2004 e sostituita con una segnaletica monolingue in serbo. [1]

Nel Kosovo in base alla norma Standards for Kosovo del 2004 la denominazione delle istituzioni e dei toponimi nella segnaletica stradale deve essere normalmente riportata nella doppia forma in albanese e serbo nella traslitterazione latina come a Prishtinë/Priština e Preshevë/Preševo (erano in serbo e albanese sotto l'amministrazione jugoslava), con l'aggiunta (trilingue) della denominazione delle località anche in turco o bosniaco (se differente) in alcune aree con significativa presenza di comunità turche o bosniache. In numerosi comuni è stata tuttavia rilevata la tendenza nazionalista a mantenere la sola denominazione in albanese impiegando cartelli apparentemente bilingui come a Rahovec/Rahoveci che riporta la doppia versione in albanese (ufficiale) e dialetto albanese (privo di qualsiasi ufficialità), ma omette Orahovac in serbo (ufficiale), a Skenderaj/Skenderai (per Skenderaj/Srbica), a Ferizaj/Ferizai (per Ferizaj/Urosevac) e a Stan Terg/Stan Tërg (per Stan Terg/Stari Terg). Altri comuni hanno invece cambiato denominazione assumendo un nuovo toponimo esclusivamente albanese come a Dardane per Kamenice/Kosovska Kamenica. Similmente, nelle aree a maggioranza serba alcuni cartelli bilingue sono stati sostituiti da cartelli scritti esclusivamente in serbo cirillico).

Nel Montenegro, nei centri abitati verso il confine albanese nei pressi di Dulcigno (Ulcinj/Ulqini), sono presenti, pur senza alcun valore di ufficialità, indicazioni di nome via in serbo (trascritto in caratteri latini) e albanese (ad es. ulica Majka Tereza/rruga Nëne Terezë).

Nel nord della Macedonia nella regione di confine di Tetovo viene impiegata segnaletica di direzione in macedone (cirillico) e albanese (Тетово/Tetovë).

In Bulgaria la segnaletica anche sugli itinerari principali utilizza prevalentemente il solo bulgaro in caratteri cirillici (es. София) mentre sono presenti cartelli dove viene riportata anche la forma traslitterata in prossimità dei punti di confine (es. Резово/Rezovo).

[modifica] Cipro

A Cipro, come in Grecia, la segnaletica riporta sulla segnaletica di indicazione la doppia trascrizione in lingua greca e in caratteri latini. Nei comuni in cui è presente una significativa minoranza turca è inoltre presente, se differisce dalla traslitterazione latina, anche la denominazione in lingua turca (ad es. Πύλα/Pyla/Pile). Nella Repubblica Turca di Cipro Nord la segnaletica stradale riporta di solito esclusivamente la denominazione in turco.

[modifica] Croazia

In Croazia sono ufficialmente bilingue diversi comuni, soprattutto costieri o dell'immediato entroterra, della Regione Istriana (tra cui Pola, Parenzo, Rovigno e Umago), nei quali la segnaletica di localizzazione, direzione (limitatamente ai toponimi bilingue) e nome via è di norma riportata generalmente bilingue croato/italiano. La mancanza di una normativa comune di riferimento (sono i singoli comuni a decidere se adottare o meno il bilinguismo) si avverte nella forte disomogeneità della cartellonistica, a volte anche all'interno dello stesso comune, con risultati estetici e pratici non sempre soddisfacenti. Come nel caso della Slovenia, anche per i comuni bilingue dell'Istria croata le indicazioni in italiano sono più oscurate o a volte incomplete. Inoltre la cartellonistica di direzione è esclusivamente in croato (salvo alcune eccezioni), anche laddove diriga verso comuni o città con denominazione in italiano. Al di fuori dei comuni a statuto bilingue la cartellonistica è esclusivamente in croato, anche nel caso si tratti di cartellonistica di direzione verso comuni ufficialmente bilingue (ad es.: Rovigno viene indicata semplicemente come Rovinj, e non come Rovinj/Rovigno). Diversi microtoponimi e informazioni complementari sono inoltre riportati solo in croato, soprattutto nell'entroterra. A Fiume e in Dalmazia la segnaletica è esclusivamente in croato, nonostante la presenza di minoranze italofone.

[modifica] Danimarca

In Danimarca è presente una consistente minoranza di lingua tedesca nell'ex distretto di confine dello Jutland meridionale (Sønderjylland/Nordschleswig) oggi compreso nella nuova regione del Syddanmark, in consolidato rapporto di reciprocità nella tutela linguistica con la confinante minoranza danese del Südschleswig/Sydslesvig nella regione dello Schleswig-Holstein in Germania. A fronte della proposta avanzata dalla minoranza di lingua tedesca di installazione della segnaletica bilingue in quattro comuni con minoranze storiche tedesche (Aabenraa/Apenrade, Haderslev/Hadersleben, Sønderborg/Sonderburg e Tønder/Tondern), le autorità politiche locali e i media hanno tuttavia categoricamente escluso ogni forma di bilinguismo nella segnaletica ([5]).

[modifica] Finlandia

Segnale di confine di Stato trilingue in finlandese, svedese e sami nei pressi di Kilpisjärvi in Lapponia (Finlandia)
Segnale di confine di Stato trilingue in finlandese, svedese e sami nei pressi di Kilpisjärvi in Lapponia (Finlandia)
Segnaletica di preavviso su una strada regionale a Utsjoki in Lapponia (Finlandia)
Segnaletica di preavviso su una strada regionale a Utsjoki in Lapponia (Finlandia)

La Finlandia, dove circa il 6% della popolazione è di madrelingua svedese, possiede una delle legislazioni europee più evoluta in materia linguistica. I comuni finlandesi possono essere ufficialmente di lingua finlandese, svedese o bilingue. I casi possono essere riassunti nel seguente modo:

  • Comune con minoranza di lingua svedese minore dell'8% e inferiore a 3000 abitanti: comune di lingua finlandese
  • Comune con minoranza di lingua svedese maggiore dell'8% o superiore a 3000 abitanti: comune bilingue
  • Comune con minoranza di lingua finlandese minore dell'8% o inferiore a 3000 abitanti: comune di lingua svedese
  • Isole Åland: per legge in tutti i comuni la lingua ufficiale è esclusivamente lo svedese

Nei comuni classificati bilingue finlandese/svedese, principamente nella regione dell'Ostrobotnia e lungo la costa sud-occidentale del paese (inclusa la capitale Helsinki), la toponomastica ufficiale è riportata generalmente in doppia forma e tutta la segnaletica è bilingue (inclusa la rete autostradale) finlandese/svedese. La lingua maggioritaria decide l'ordine in cui i segnali vengono posizionati (una maggioranza linguistica finlandese implica che l'indicazione più in alto sia finlandese e viceversa).

Nell'arcipelago delle isole Åland e nei comuni finlandesi continentali di Korsnäs, Närpes e Larsmo, lo svedese è l'unica lingua ufficiale e come tale unico ad essere riportato sulla segnaletica.

Nel nord della nazione, in Lapponia, le indicazioni di localizzazione di alcuni paesi sono riportate sia in lingua finlandese che in uno degli idiomi sami parlati nella zona, come anche le indicazioni di confine di Stato (finlandese/svedese/sami).

[modifica] Francia

Segnaletica bilingue francese/bretone in Bretagna
Segnaletica bilingue francese/bretone in Bretagna

La segnaletica bilingue viene utilizzata nelle Regioni bilingue, ma limitatamente alle indicazioni toponomastiche di localizzazione e direzione, con esclusione per i testi complementari dei segnali rigorosamente in francese. Il testo nella seconda lingua viene normalmente scritto con un carattere della medesima dimensione e tipologia ma obliquo che ne rende più agevole la distinzione tra le due lingue e rende la segnaletica più chiara.

Segnaletica bilingue in francese e basco a Saint-Pée-sur-Nivelle/Senpere nei Pirenei atlantici
Segnaletica bilingue in francese e basco a Saint-Pée-sur-Nivelle/Senpere nei Pirenei atlantici

[modifica] Bretagna

In Bretagna la segnaletica di localizzazione e direzione è spesso bilingue francese/bretone, particolarmente nei dipartimenti della Bretagna occidentale dove la lingua bretone è rimasta viva. I dipartimenti di Finistère, Côtes-d'Armor e Morbihan hanno generalizzato l'impiego della segnaletica bilingue nelle strade dipartimentali e locali così come sono esemplificative le municipalità di Guingamp, Lorient, Pluguffan, Quimper, Spézet ma anche in parte Brest. All'ingresso di diversi centri abitati è riportata la doppia forma in due cartelli sovrapposti (ad es. Rennes/Roazhon, pur situata al di fuori dell'attuale dominio linguistico bretone, Quimper/Kemper), talvolta anche con alcuni errori di trascrizione, così come sono riportati bilingue sulle strade dipartimentali e locali i confini di dipartimento (Département du Finistère/Departamant Penn-ar-Bed), i cartelli di preavviso e indicazione, le indicazioni geografice (fiumi etc.), con eccezione per le indicazioni complementari. Come in altre regioni francesi viene normalmente utilizzata per il bretone la forma a caratteri obliqui, nonostante la raccomandazione dell'"Office de la Langue Bretonne" [6] di impiegare lo stesso tipo di carattere tipografico per le due lingue. In diversi casi nei comuni minori il toponimo francese ricalca comunque quello bretone. Sono in ogni caso diffusamente presenti anche cartelli con indicazioni esclusivamente in francese (spesso corretti con la vernice), in particolare sulle strade nazionali (statali), dove tra l'altro i rari toponimi bretoni compaiono secondo regole di trascrizione superate.

[modifica] Alsazia

In Alsazia, dove la popolazione parla un dialetto di tipo tedesco, i toponimi dei centri minori sono normalmente di origine tedesca (con qualche adattamento ortografico francesizzante). È tuttavia ufficiale la sola lingua francese, in cui sono redatti tutti i cartelli stradali. Nel centro storico di Strasburgo alcune denominazioni di via sono riportate nella doppia forma francese e tedesca, delle quali però solo la prima ha valore ufficiale.

[modifica] Occitania

In alcuni comuni dell'Occitania sono riportate nella doppia forma in francese e nella variante locale della lingua occitana nei centri storici le denominazioni di via, talvolta anche in riferimento al precedente nome. In occitania mon è comunque consentito l'uso della forma bilingue nella segnaletica di localizzazione. Ad esempio a Nizza sono riportate in francese e in nizzardo le indicazioni di inizio/fine centro abitato (Nice/Nissa) e la denominazione delle vie del centro storico (rue Sainte Marie/Carrera Santa Maria, Quai des Etats-Unis/Riba dou Miejou). La toponomastica ufficiale è comunque esclusivamente quella francese e la segnaletica stradale di direzione presenta sempre e in generale la sola forma francese. Anche nel confinante Principato di Monaco nel solo centro storico (Rocca) la denominazione delle vie è riportata in francese (lingua ufficiale) e monegasco, dialetto della lingua ligure con influenze occitane oggi pressoché estinto (es. rue centrale/carruyu de mezu).

[modifica] Corsica

Cartello bilingue francese/còrso nei pressi di Bastia, nel quale è stata cancellata dagli autonomisti la versione in francese
Cartello bilingue francese/còrso nei pressi di Bastia, nel quale è stata cancellata dagli autonomisti la versione in francese

In Corsica, caso unico francese, la segnaletica di localizzazione e direzione è su tutto il territorio regionale interamente bilingue francese/corso (anche se la quasi totalità dei toponimi ufficiali francesi è riportata dalla versione italiana), incluse le strade nazionali (in quanto competenza dalla CTC, Collectivité Territoriale de Corse, la Regione), e dipartimentali (competenza dei Consigli Generali dei due dipartimenti), con notevole grado di uniformità: Ajaccio/Aiacciu, Corte/Corti, Porto-Vecchio/Porti-Vechju, Sartene/Sartè, Bonifacio/Bunifaziu. Sulla viabilità locale alcuni comuni, particolarmente nelle zone interne, hanno adottato cartelli di direzione esclusivamente in còrso mentre diversi vecchi cartelli riportanti la sola dicitura francese sono stati "corretti" con la vernice. I nomi delle vie e i cartelli di servizio sono invece esclusivamente in francese.

[modifica] Rossiglione

In Linguadoca-Rossiglione nel dipartimento dei Pirenei orientali si possono trovare cartelli in francese/catalano.

[modifica] Pirenei atlantici

In Aquitania nel dipartimento dei Pirenei atlantici, sulle strade locali (dipartimentali e comunali) si possono trovare cartelli in francese e basco, così come doppi cartelli di inizio località (ad es. a Ascain/Azkaine).

[modifica] Dipartimenti d'Oltre Mare

I cartelli di indicazione nei Dipartimenti d'oltremare (DOM) sono solitamente in francese e nella lingua créola locale.

[modifica] Germania

Nome via bilingue tedesco/sorabo-lusaziano a Cottbus
Nome via bilingue tedesco/sorabo-lusaziano a Cottbus
Cartello bilingue tedesco/frisone orientale nel Saterland
Cartello bilingue tedesco/frisone orientale nel Saterland

In Germania sono parzialmente bilingue le regioni di lingua sorabo-lusaziana intorno a Cottbus, i comuni frisoni del Saterland e delle Isole Frisoni orientali e la fascia di confine con la Danimarca.

Nella fascia di confine con la Polonia intorno alla città di Cottbus, di lingua e cultura soraba-lusaziana viene impiagata la segnaletica bilingue (limitatamente alla segnaletica di localizzazione).

Nella zona di lingua frisone orientale viene utilizzata la segnaletica bilingue nel Saterland (per la sola localizzazione a inizio/fine centro abitato), impiegando normalmente caratteri di minori dimensioni rispetto alla denominazione ufficiale in tedesco.

Nuove disposizioni del 2007 del Ministero delle Infrastutture tedesco riguardano invece la promozione della segnaletica bilingue nella regione settentrionale dello Schleswig-Holstein, dove - oltre a minoranze frisoni (in cui la segnaletica bilingue è già presente come a Niebüll/Naibel) - vivono popolazioni autoctone danesi e parlanti il basso-tedesco (riconosciuto come lingua regionale), oggetto di tutela ma dove fino a questo momento non erano presenti segnaletiche bilingui. Mentre le popolazioni basso tedesche hanno accolto con favore tale provvedimento, cautela è stata espressa dalla numerosa comunità danese del Südschleswig/Sydslesvig in quanto il provvedimento verrebbe ad intaccare il tradizionale e consolidato rapporto di reciprocità di tutela linguistica con la confinante minoranza tedesca nell'ex distretto danese dello Jutland meridionale (Sønderjylland/Nordschleswig) nella regione del Syddanmark dove le autorità e i media hanno categoricamente escluso ogni forma di bilinguismo nella segnaletica. La minoranza di lingua danese dello Schleswig ha in ogni caso chiesto con l'appoggio delle autorità locali l'installazione di targhe bilingue di centro abitato nella città di confine di Flensburg/Flensborg ([7]).

[modifica] Gran Bretagna

Segnaletica bilingue gallese/inglese a Caernarfon (Galles)
Segnaletica bilingue gallese/inglese a Caernarfon (Galles)

In Gran Bretagna la segnaletica bilingue viene utilizzata nel Galles e nella parte nord-occidentale della Scozia. Segnaletica bilingue inglese/francese e miglia/km (la Gran Bretagna utilizza ancora il sistema di misurazione imperiale sulla segnaletica stradale, pur essendo ormai ufficiale il sistema metrico) viene inoltre utilizzata a Dover nel tratto terminale degli itinerari principali che conducono a e dalla Francia (porto, Eurotunnel).

[modifica] Galles

Nel Galles viene utilizzata la segnaletica bilingue inglese/gallese sull'intero territorio regionale per quanto concerne la segnaletica di localizzazione e direzione e talvolta anche sulla segnaletica orizzontale (es. SLOW/ARAF). Le diciture utilizzano normalmente lo stesso tipo di carattere impiegato per la parte inglese senza distinzione di dimensione o colore. Diverse indicazioni locali (nomi via etc.) sono tuttavia riportate solo in inglese. Sulla rete stradale la priorità per la lingua inglese o gallese dipende dalla lingua prescelta dall'ente proprietario della strada. Normalmente nel sud del Galles le indicazioni sono riportate principalmente secondo la successione inglese/gallese mentre nel nord seguono l'ordine gallese/inglese. In diversi comuni del nord è inoltre ufficiale la sola denominazione delle vie in gallese.

[modifica] Scozia

Segnaletica bilingue gaelico scozzese/inglese nelle Highlands (Scozia)
Segnaletica bilingue gaelico scozzese/inglese nelle Highlands (Scozia)

Nella Scozia da alcuni anni viene utilizzata nelle Isole Ebridi (The Western Isles/Na h-Eileanan Siar) - dove ha ufficialmente sostituito l'inglese nella toponomastica ai sensi del Gaelic Names Scotland Act del 1997 - e nella fascia nord occidentale della regione (Scottish Highlands), dove è ancora vitale la lingua gaelica. Le indicazioni sono riportate al di sopra in gaelico scozzese (in colore verde scuro) e al di sotto in inglese, con lo stesso carattere e dimensione.

[modifica] Grecia

Segnaletica in greco e alfabeto latino a Naxos
Segnaletica in greco e alfabeto latino a Naxos

La Grecia non possiede zone ufficialmente bilingue ma poiché la lingua greca utilizza un proprio alfabeto non latino, riporta abitualmente sulla propria segnaletica la trascrizione in caratteri latini o in lingua inglese (nello stesso cartello sotto la dicitura greca o in un altro pannello successivo). Al fine di agevolare la distinzione su fondo scuro (ad es. blu) i testi in carattere greco hanno normalmente colore giallo e quelli in carattere latino colore bianco. Su fondo chiaro (ad es. bianco) hanno entrambi colore nero. Diverse informazioni complementari e minori non sono trascritte in alfabeto latino così come la traslitterazione latina è maggiormente rara nelle zone rurali.

[modifica] Irlanda

Segnaletica bilingue irlandese, gaelico in corsivo e inglese stampatello
Segnaletica bilingue irlandese, gaelico in corsivo e inglese stampatello

In Irlanda è ufficiale il bilinguismo inglese/gaelico irlandese sull'intero territorio nazionale, anche se la lingua locale è estesamente utilizzata dalla popolazione esclusivamente in una zona limitata nella costa occidentale dell'isola (ufficialmente definita Gaeltacht). La segnaletica di indicazione è in ogni caso bilingue e segue lo schema di quella britannica (mentre i cartelli di pericolo sono di tipo americano, romboidali e di colore giallo).

Per facilitare la distinzione le indicazioni vengono scritte prima (sopra) in gaelico con carattere inclinato (e lettere minuscole) e al di sotto in inglese (con lettere maiuscole). Nei cartelli di vecchio tipo l'ordine era sempre gaelico/inglese ma il testo gaelico era scritto in caratteri celtici maiuscoli.

Nella zona Gaeltacht, dove i segnali sono già esclusivamente in lingua gaelica, dal 2005 è in corso un processo per rendere ufficiali i soli toponimi gaelici e convertire gradatamente l'attuale segnaletica bilingue al solo testo gaelico (ad es. il testo Géill Slí sul cartello di dare precedenza).

[modifica] Malta

Segnale di inizio centro abitato in Frisia (Paesi Bassi) riportante il toponimo in olandese e frisone.
Segnale di inizio centro abitato in Frisia (Paesi Bassi) riportante il toponimo in olandese e frisone.

L'isola di Malta è ufficialmente bilingue inglese/maltese. La segnaletica stradale è tuttavia monolingue e utilizza l'inglese per tutti i testi mentre i toponimi sono riportati nella denominazione locale maltese.

[modifica] Paesi Bassi

Nei Paesi Bassi nella provincia della Frisia la lingua frisone gode di particolari forme di tutela e incentivazione. Diversi comuni e la stessa provincia (la cui denominazione ufficiale è dal 1997 Provinsje Fryslân) hanno mutato denominazione deliberando l'ufficialità del toponimo locale. La segnaletica stradale utilizzata è comunque in sola lingua olandese su strade e autostrade mentre sono particolarmente diffusi cartelli bilingue (olandese/frisone) di inizio e di fine centro abitato.

[modifica] Polonia

Cartello bilingue polacco/casciubico di confine di distretto a Puck in Pomerania
Cartello bilingue polacco/casciubico di confine di distretto a Puck in Pomerania

In Polonia viene utilizzata una segnaletica bilingue (limitata alle indicazioni di localizzazione) nelle zone di lingua casciuba della Pomerania.

[modifica] Repubblica Ceca

Nella Repubblica Ceca, segnaletica bilingue e di nome via in ceco e polacco viene utilizzata nella regione di confine di Český Těšín (Czeski Cieszyn).

[modifica] Spagna

Segnaletica bilingue in Spagna
Segnaletica bilingue in Spagna

In Spagna sono ufficialmente bilingue le regioni di lingua catalana (Catalogna, Comunità Valenciana e Isole Baleari), basca (Paesi Baschi e parte della Navarra) e galiziana (Galizia). Secondo l'art. 2.3.5 della norma 8.1-IC sulla segnaletica verticale (Instrucción de Carreteras) emanata dal Ministero dei Trasporti (Ministerio de Fomento) con Ordinanza n. 1798 del 28 dicembre 1999, nelle Comunità Autonome aventi lingua differente dallo spagnolo castigliano i nomi propri dei centri abitati, delle province e dei luoghi geografici devono essere sempre scritti nella forma ufficiale del toponimo (in lingua locale o nella forma bilingue). Nel caso in cui non esista una forma ufficiale del toponimo in lingua locale o che la forma locale ufficiale differisca molto da quella riportata sulla Mappa Ufficiale delle Strade (Mapa Oficial de Carreteras) viene riportato il toponimo nella lingua regionale seguito da una barra (/) e del toponimo in castigliano. In caso di scrittura su due righe viene riportato nella parte superiore il nome in lingua locale e nella parte inferiore il toponimo in castigliano, separati da una riga orizzontale. Non viene fatta distinzione di caratteri tipografici tra le due lingue. Non è inoltre ammesso l'utilizzo di nomi scritti in lingue straniere e per i nomi propri dei paesi confinanti è ammessa la sola forma in castigliano, salvo accordi bilaterali. I nomi comuni seguono la stessa regola dei nomi propri ma per quanto possibile devono essere sostituiti da pittogrammi. Ai sensi dell'art. 138 del Regolamento Generale della Circolazione (Reglamento General de Circulación) approvato con Decreto Reale n. 1428 del 21 novembre 2003 i testi complementari dei cartelli segnaletici vengono inoltre riportati in castigliano e - in aggiunta - nella lingua locale, anche se spesso altri testi esplicativi (sólo bus, desvío provisional, área de servicios) compaiono solo in castigliano.

[modifica] Catalogna, Comunità Valenciana e Isole Baleari

Segnale bilingue spagnolo/catalano a Valencia
Segnale bilingue spagnolo/catalano a Valencia

In Catalogna la toponomastica è stata interamente convertita in catalano con eccezione per le maggiori città per le quali comunque dal 1992 è ufficiale e prevale il solo toponimo catalano (Girona, Lleida, etc.). Pertanto la segnaletica di localizzazione e direzione non è propriamente bilingue ma nella sola lingua catalana.

Nella Comunità Valenciana è stata ufficialmente introdotta la toponomastica bilingue spagnolo/catalano ma la segnaletica di direzione riporta prevalentemente testi e toponimi spagnoli. Nei casi in cui è bilingue riporta le indicazioni in spagnolo (sopra) e catalano (sotto), senza alcuna distinzione di carattere.

[modifica] Paesi Baschi

Nei Paesi Baschi la segnaletica si presenta eterogenea con vecchi esempi di segnaletica direzionale monolingue in spagnolo (più raramente spagnolo/basco) e nuovi cartelli bilingue basco/spagnolo, per lo più installati dalle autorità locali con esiti grafici molto differenti. I comuni minori hanno nel tempo convertito la propria denominazione in basco (come anche le province di Bizkaia e Gipuzkoa), mentre le città principali - considerata la difficile comprensibilità dei toponimi baschi - la mantengono bilingue (nella forma unica ufficiale come a Vitoria-Gasteiz e Donostia-San Sebastián o con doppia denominazione ufficiale nelle due lingue). Ciononostante i testi complementari sono spesso riportati solo in spagnolo. Negli ultimi anni il governo regionale basco ha attivato iniziative al fine di garantire una maggiore uniformità grafica e applicativa della segnaletica bilingue, sia in campo stradale che turistico: tra le indicazioni fornite, l'utilizzo della lettera maiuscola per i nomi propri di regioni, distretti e comuni, l'impiego della minuscola per nomi comuni e servizi, la generalizzazione del testo bilingue in basco (in alto) e spagnolo (in basso) con pari gerarchia grafica tra le due lingue e l'impiego di simboli o pittogrammi di facile decodifica nel caso in cui l'indicazione sia scritta nella sola lingua basca.

[modifica] Galizia

In Galizia dal 1998 la toponomastica ufficiale è stata convertita interamente in galiziano (A Coruña, Ourense, etc.). Le indicazioni di direzione non sono pertanto bilingue ma monolingue.

[modifica] Slovenia

Segnale stradale nei pressi di Capodistria (Slovenia): l'indicazione per Pola (Croazia) è scritta in sloveno, croato e italiano mentre le altre località dell'Istria slovena sono riportate in sloveno e italiano.
Segnale stradale nei pressi di Capodistria (Slovenia): l'indicazione per Pola (Croazia) è scritta in sloveno, croato e italiano mentre le altre località dell'Istria slovena sono riportate in sloveno e italiano.

La Slovenia riconosce la zona bilingue dell'Istria costiera (distretto di Capodistria), dove quasi tutta la segnaletica di localizzazione, direzione, nome via e complementare è bilingue sloveno/italiano. Le indicazioni in italiano sono però spesso più in piccolo e nascoste rispetto a quelle slovene. Inoltre la cartellonistica di direzione verso città o paesi è esclusivamente in sloveno, a meno che non afferisca a comuni a loro volta bilingue. Al di fuori del litorale istriano la segnaletica è esclusivamente in sloveno, anche nel caso di cartelli di direzione che indichino comuni con denominazione ufficialmente bilingue (Ad es.: Capodistria viene indicata semplicemente Koper, e non Koper/Capodistria). Una zona bilingue sloveno/ungherese è inoltre presente nel distretto di Lendava/Lendva.

[modifica] Svizzera

In Svizzera sono ufficialmente parlate 4 lingue (tedesco, francese, italiano e romancio) e alcune regioni di transizione sono bilingue francese/tedesco. La segnaletica stradale viene normalmente riportata nella lingua maggiormente parlata nel comune ma diventa bilingue dove la minoranza linguistica rappresenta almeno il 30% degli abitanti. Nel cantone dei Grigioni nelle zone di lingua romancia le indicazioni complementari stradali sono normalmente riportate in tedesco (con esclusione per il cartello di limite di velocità che riporta in cornice la scritta in romancio limita generala) mentre le indicazioni microtoponomastiche sono spesso in romancio (in tedesco la denominazione dei maggiori comuni) o anche in italiano.

[modifica] Segnaletica stradale bilingue nel resto del mondo

[modifica] Algeria, Tunisia e Marocco

Cartello di benvenuto in arabo, berbero e francese a Isser in Cabilia (Algeria)
Cartello di benvenuto in arabo, berbero e francese a Isser in Cabilia (Algeria)

In Tunisia, Algeria e Marocco, paesi appartenuti al dominio francese in cui oggi è ufficiale la lingua araba, il bilinguismo di fatto è ancora particolarmente diffuso e tollerato e, pur con le dovute differenze, la segnaletica di indicazione e localizzazione dei principali itinerari e delle zone turistiche e urbanizzate ricalca modelli europei e riporta la doppia forma in arabo e francese (per toponimi minori normalmente sotto forma di traslitterazione francesizzata), così come bilingue è la denominazione delle vie. I segnali internazionali che normalmente presentano caratteri latini (STOP, P) sono accompagnati dalla traduzione in arabo (قف/STOP). Le informazioni complementari sono invece solitamente riportate esclusivamente in arabo (قف), in particolare nelle regioni interne.

In questi paesi (soprattutto Algeria e Marocco) è inoltre ancora molto diffuso il berbero, i cui locutori cercano da tempo di ottenere qualche forma di riconoscimento ufficiale. Tra le varie rivendicazioni vi è proprio quella di una segnaletica plurilingue che contenga il berbero, ma per il momento le autorità statali si oppongono a queste rivendicazioni.

Solo in Cabilia, una battagliera regione dell'Algeria dove i Berberi si battono con particolare vigore, diversi comuni hanno preso l'iniziativa di apporre una segnaletica multilingue comprendente il berbero (scritto in alfabeto tifinagh), che viene di fatto tollerata.

Cartello di STOP a Nador in arabo e berbero. Apparso il 29.04.2003 e rimosso in nottata
Cartello di STOP a Nador in arabo e berbero. Apparso il 29.04.2003 e rimosso in nottata

Diversa la situazione in Marocco. Quando, al principio del 2003, l'IRCAM (Istituto Reale della Cultura Amazigh) decise di adottare ufficialmente l'alfabeto tifinagh per introdurre il berbero nelle scuole, la municipalità di Nador, località berberofona del Rif, decise, il 29 aprile 2003, di introdurre una segnaletica locale con scritte anche in berbero (tarifit), coi caratteri tifinagh. La decisione durò solo poche ore in quanto in breve tempo il ministro dell'Interno Mustapha Sahel invalidò la decisione del consiglio municipale e diede ordine di sostituire tutti i cartelli bilingui che erano stati collocati in quella città.

[modifica] Arabia Saudita, Qatar e Emirati Arabi Uniti

Portale bilingue a Jedda (Arabia Saudita)
Portale bilingue a Jedda (Arabia Saudita)

Nelle principali aree urbane dell'Arabia Saudita, del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti in virtù della ridotta dimensione e del notevole livello di ricchezza di alcune zone del paese la rete stradale principale presenta una segnaletica moderna di tipo occidentale e standard europeo, rielaborata principalmente sul modello inglese. La lingua ufficiale è l'arabo ma le indicazioni sono riportate con traslitterazione in caratteri occidentali (in inglese per i testi). L'ordine utilizzato è abitualmente arabo/inglese e in caso di affiancamento orizzontale inglese/arabo (l'arabo ha direzione di scrittura/lettura inversa rispetto alle lingue occidentali), con un risultato spesso molto chiaro, grazie anche alla notevole differenza visiva tra i due alfabeti.

[modifica] Canada

Cartello di STOP a Ottawa (Canada)
Cartello di STOP a Ottawa (Canada)

Nel Canada la provincia del Quebec è di madrelingua e toponomastica francese, anche se è diffuso un bilinguismo di fatto con l'inglese. La segnaletica stradale è comunque monolingue e interamente tradotta in francese, comprese le indicazioni complementari e i cartelli di STOP (ARRÊT). Cartelli bilingue inglese/francese sono invece posti nel New Brunswick in alcune località francofone delle province dell'Ontario e di Manitoba (francese/inglese), in prossimità dei punti di confine linguistico e su alcuni itinerari principali in tutta la nazione nonché nella capitale, Ottawa, che - per ragioni simboliche - è formalmente e ufficialmente bilingue inglese/francese dal 2002, sia nei servizi che nella segnaletica urbana (nomi di via e alcuni cartelli stradali) anche se l'inglese è largamente prevalente nell'uso quotidiano (i francofoni non raggiungono il 16%) e si trova in una regione storicamente di lingua inglese.

Nel neoistituito e spopolato Territorio del Nunavut nel nord del Canada, sulle poche strade urbane della capitale Iqaluit la segnaletica stradale è riportata nella versione in lingua inuktitut e in inglese, incluso il segnale di STOP. Anche nella sola riserva indiana Huron del Quebec[2] le indicazioni sono riportate bilingue in francese e wyandot incluso il segnale di STOP (ARRÊT/SETEN).

[modifica] Cina

Cartello di preavviso di intersezione a Taiwan
Cartello di preavviso di intersezione a Taiwan

In Cina si parla un numero molto elevato di lingue locali ma il fatto di utilizzare una scrittura ideogrammatica non basata sulla pronuncia ma sul significato fa sì che i testi siano comunque comprensibili anche in contesti linguisticamente differenti, rendendo non necessario l'uso della segnaletica bilingue. Con lo sviluppo degli scambi internazionali e la crescente motorizzazione del paese, cartelli con indicazioni traslitterate anche in caratteri latini iniziano inoltre a comparire anche sugli itinerari principali delle maggiori metropoli cinesi (Shangai). La mancata standardizzazione della seconda forma nella segnaletica bilingue crea tuttavia ancora oggi una certa disuniformità nei nomi comuni tra la scelta della semplice traslitterazione fonetica Pinyin e quella della traduzione in inglese dei nomi (nella denominazione delle vie nelle città principali possono casualmente apparire entrambe le varianti Qiao/Bridge, Jie/Street, Wangfujing Dajie/Wangfuying Avenue, Xizang Zhongu/Central Xizang Rd., Xinjiekou Waidajie/Xinjiekou Outer St.) la cui risoluzione secondo lo standard che prevede i nomi propri traslitterati in Pinyin (ad es. Wangfujing) e i nomi comuni tradotti in inglese (ad es. road/Rd., street/St., avenue/Ave., bridge) costituisce uno degli obiettivi prefissati per le XXIX Olimpiadi del 2008 (Progetto "Use Accurate English to Welcome the Olympics - Public Bilingual Sign Standardization Drive" della University of International Business and Economics), almeno per le principali città di Pechino, Shanghai, Xi'an e Canton.

La segnaletica bilingue inglese/cinese viene comunque diffusamente utilizzata a Hong Kong, ex possedimento britannico, dove la presenza di stranieri è fortemente consolidata, la segnaletica utilizza ancora gli standard britannici e la lingua inglese precede quella cinese nelle indicazioni.

A Taiwan la segnaletica stradale degli itinerari principali è normalmente traslitterata in caratteri latini (con eventuali testi in inglese), mentre i testi complementari sono scritti solo in cinese. Il cartello di STOP riporta la scritta in solo cinese (in rari casi traslitterata su un pannello integrativo sottostante).

[modifica] Giappone

Segnaletica con traslitterazione latina o inglese in Giappone
Segnaletica con traslitterazione latina o inglese in Giappone

Il Giappone non ha regioni bilingui (fatta salva la base militare americana di Okinawa e le zone di lingua ainu) ma poiché il giapponese utilizza caratteri propri (ideogrammi), le indicazioni di direzione sono generalmente ripetute traslitterate in caratteri latini (in inglese quando si tratti di testi).

[modifica] Israele

Cartello trilingue ebraico/arabo/inglese in Israele
Cartello trilingue ebraico/arabo/inglese in Israele

In Israele la segnaletica riporta abitualmente le indicazioni in ebraico e in caratteri latini (normalmente secondo il toponimo inglese). Nelle zone con presenza araba o di confine con i territori palestinesi sono utilizzati anche cartelli trilingue: in alfabeto ebraico, in arabo e nell'alfabeto latino, solitamente in lingua inglese.

[modifica] Nuova Zelanda

In Nuova Zelanda sono ufficiali sia l'inglese che la lingua maori (parlata da circa il 4% della popolazione). Mentre tutte le amministrazioni e servizi pubblici stanno procedendo a dotarsi di una denominazione e segnaletica bilingue, nel campo stradale la tendenza è attualmente quella di limitare al minimo l'utilizzo della segnaletica bilingue al fine di garantire una migliore leggibilità dei gruppi segnaletici. La segnaletica rimane pertanto nella maggior parte dei casi monolingue in inglese ed è bilingue solo in corrispondenza dei maggiori punti di interesse culturale.

[modifica] Russia

In Russia come in diversi altri paesi che utilizzano alfabeti non latini, la segnaletica di indicazione degli itinerari principali e turistici riporta usualmente le doppia versione in caratteri cirillici e la traslitterazione in caratteri latini.

[modifica] Stati Uniti

Segnaletica con indicazioni bilingue in prossimità del confine a San Ysidro (California)
Segnaletica con indicazioni bilingue in prossimità del confine a San Ysidro (California)

Negli Stati Uniti l'inglese - pur non essendo sancito da alcun atto legislativo - è l'unica lingua ufficiale delle amministrazioni pubbliche. In alcuni stati (Florida, California, Nuovo Messico) la presenza di origine ispanica è tuttavia particolarmente consistente e determina un bilinguismo inglese/spagnolo "di fatto". A differenza di alcune indicazioni pubbliche e di sicurezza che sono spesso bilingue anche dove la presenza ispanica è minore (New York o Chicago), la segnaletica stradale non è comunque mai bilingue ma è sempre riportata esclusivamente in inglese (solo i toponimi di alcune regioni sono in spagnolo), con un uso tra l'altro notevolemente ridotto dei pittogrammi nella segnaletica complementare e la preferenza per il testo scritto (effetto dell'ampia diffusione internazionale della lingua inglese). Costituisce eccezione l'ultimo tratto della viabilità principale che conduce ai punti di confine con il Messico (in base agli accordi NAFTA) dove compaiono anche cartelli di STOP bilingue (STOP/ALTO). Nelle regioni originariamente di lingua francese (Louisiana) o con forte presenza germanica (Pennsylvania) l'indicazione bilingue è limitata alle targhe di denominazione delle strade del centro "storico" di alcune città e costituisce un'iniziativa prevalentemente turistica priva del carattere dell'ufficialità.

[modifica] Segnaletiche multilingue di orientamento e sicurezza

Indipendentemente dallo status linguistico di un territorio viene spesso utilizzata la segnaletica multilingue nei luoghi di grande transito o di frontiera, in prossimità delle sedi di istituzioni internazionali e in presenza di un elevato numero di locutori di un determinato idioma. A differenza della segnaletica stradale, che per con le specificità locali rispetta standard internazionali e nazionali di composizione e riveste caratteri di ufficialità, le ulteriori tipologie segnaletiche sono solitamente non normate (con eccezione per la segnaletica di sicurezza).

[modifica] Segnaletica turistica e di orientamento

Indicazioni bilingue thailandese/inglese nella metropolitana di Bangkok (Thailandia)
Indicazioni bilingue thailandese/inglese nella metropolitana di Bangkok (Thailandia)
Cartello bilingue francese/inglese all'aeroporto di Montreal nel Quebec
Cartello bilingue francese/inglese all'aeroporto di Montreal nel Quebec
Indicazioni quadrilingue olandese / francese / tedesco / inglese nella stazione di Bruxelles
Indicazioni quadrilingue olandese / francese / tedesco / inglese nella stazione di Bruxelles

Segnaletica plurilingue di orientamento è usualmente collocata nei luoghi di grande transito anche al di fuori dei territori in cui vige il bilinguismo. Non essendo normata presenta le caratteristiche più varie:

  • aeroporti, stazioni ferroviarie e porti: costituiscono i luoghi dotati del maggiore carattere di "internazionalità". La regola prevede usualmente l'impiego di pittogrammi facilmente comprensibili, della lingua nazionale, seguita (talvolta con un carattere differente o in corsivo) dalla iscrizione in lingua inglese e talvolta in altre lingue (in Europa usualmente francese e tedesco e/o spagnolo). Così nella nuova stazione marittima di Marsiglia (Francia) la segnaletica di orientamento è interamente in francese e arabo (il movimento passeggeri verso Algeria e Tunisia costituisce il 50% del traffico totale). Nei Paesi Baschi francesi le stazioni ferroviarie SNCF classificate di importanza nazionale (ad es. Bayonne e Hendaye) riportano le indicazioni in francese e inglese (al fine di favorire il flusso turistico), mentre nelle stazioni regionali e secondarie viene consentito l'impiego di indicazioni in francese e basco.
  • stazioni della metropolitana, mezzi pubblici, servizi pubblici urbani, ospedali, uffici pubblici, grandi centri commerciali: è in notevole aumento soprattutto nelle aree metropolitane il numero dei servizi di trasporto e urbani che impiegano indicazioni bilingue. Viene normalmente utilizzata la lingua locale seguita dal testo in lingua inglese (o nelle altre lingue parlate dalla maggior parte dei fruitori) con un carattere differente (solitamente in corsivo);
  • punti di frontiera: le informazioni fornite in più lingue (usualmente quelle dei paesi confinanti, oltre all'inglese) sono prevalentemente di carattere amministrativo;
  • luoghi ad elevata presenza turistica. Le indicazioni rispettano normalmente la provenienza dei principali flussi turistici, con notevole grado di disomogeneità della segnaletica.
  • settori urbani storicamente caratterizzati dalla consistente e consolidata presenza di un gruppo etnico (è il caso ad esempio dei quartieri cinesi Chinatown a New York, Los Angeles, L'Aia e dei quartieri italiani nel centro di New York e Toronto), in cui l'adozione di nomi via e insegne nella seconda lingua assume più un valore turistico che effetti pratici o ufficiali.
  • sedi di organismi internazionali o governi e enti plurilingue. Nell'Unione Europea i siti delle istituzioni comunitarie adottano usualmente la dicitura in inglese, francese e tedesco (di fatto le lingue di lavoro dell'istituzione) oppure la successione alfabetica di tutte le 20 lingue ufficiali dell'Unione (a discapito dell'immediata comprensibilità dell'indicazione).

[modifica] Segnaletica di sicurezza

La segnaletica di sicurezza dovrebbe rispettare le indicazioni contenute nella norma ISO 7010:2003 (Graphical symbols - Safety colours and safety signs - Safety signs used in workplaces and public areas) ma le varie normative di recepimento a livello nazionale non sempre risultano omogenee e conformi alla stessa. Questa norma prevede l'impiego prioritario di pittogrammi, eventualmente accompagnati da brevi testi descrittivi nella lingua nazionale. A parte le situazioni in cui vige il bilinguismo giuridico (dove l'indicazione è riportata nelle lingue ufficiali) la stessa informazione viene talvolta ripetuta in lingua inglese o nelle lingue di maggior provenienza dei lavoratori. Nelle zone ad elevata presenza ispanica degli Stati Uniti nelle attività lavorative viene spesso utilizzata segnaletica di sicurezza che riporta le diciture in inglese e spagnolo (negli Stati Uniti l'impiego di pittogrammi non è particolarmente diffuso).

[modifica] Note

[modifica] Bibliografia

  • Francescato, G. Le aree bilingui e le regioni di confine. Angeli
  • Baldacci, O. Geografia e toponomastica. S.G.I.
  • Baines, Phil. Dixon, Catherin. Signs. UK: Laurence King Co., 2004 (trad.ital. Segnali: grafica urbana e territoriale. Modena: Logos, 2004)
  • Boudreau, A. Dubois, L. Bulot, T. Ledegen, G. Signalétiques et signalisations linguistiques et langagières des espaces de ville (configurations et enjeux sociolinguistiques). Revue de l'Université de Moncton Vol. 36 n.1. Moncton (Nouveau-Brunswick, Canada): Université de Moncton, 2005.
  • Bhatia, Tej K. Ritchie, William C. Handbook of Bilingualism. Oxford: Blackwell Publishing, 2006.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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