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Catalogna - Wikipedia

Catalogna

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Comunitat Autònoma de
Catalunya
Cataluña
Catalonha
Catalogna - Bandiera
Catalogna - Stemma
Stato: bandiera Spagna
Motto: {{{motto}}}
Capoluogo: Barcellona
Superficie
 - Totale
 - % Spagna
 
32.114 km² (6a posizione)
6,3 %
Popolazione
 - Totale (2006)
 - % Spagna
 - Densità
2a posizione
7.134.697 hab
16 %
222,16 ab./km²
Abitanti

- in italiano
- in spagnolo
- nella lingua regionale


catalano
catalán
català

Suddivisioni Comuni e province
Presidente: José Montilla  {{{elezioni}}}
Note: {{{note}}}
Seggi parlamentari 46 congressisti
7 senatori
Statuto di autonomia 2006
ISO 3166-2:ES CT
Sito istituzionale

La Catalogna (cat. Catalunya, sp. Cataluña) è una comunità autonoma della Spagna. Copre un'area di 32.114 km², con una popolazione di 7,1 milioni di abitanti e ha come capoluogo Barcellona.

Il nome Catalogna è di origine incerta. Secondo taluni deriva da Gotalania, a sua volta derivato dai nomi delle due etnie che fondarono un primo nucleo politico, i Goti e gli Alani, entrambi provenienti dalle steppe ucraine. La teoria più accreditata ritiene invece che il nome della regione tragga origine dai numerosi castells (castelli) eretti in zona durante l'alta età media. La stessa Generalitat de Catalunya sembra avvalorare questa seconda ipotesi[1].

La Catalogna costituisce il nucleo originale e la parte di territorio più importante ed estesa dove è presente la lingua e la cultura catalana. L'unica zona della regione linguisticamente non catalana è la Val d'Aran, nei Pirenei, a ridosso della frontiera francese. In tale territorio (9.000 abitanti circa) viene infatti parlato l'Aranes, un dialetto dell'occitano riconosciuto ufficialmente (e tutelato) dal governo della Generalitat de Catalunya. La regione storica della Catalogna comprende anche la Catalogna settentrionale (Catalano: Catalunya Nord), una provincia della Francia fin dal 1659. Le Isole Baleari (Catalano: Illes Balears), Andorra, il Paese Valenziano (Catalano: País Valencià) e la Frangia d'Aragona (Catalano: Franja d'Aragó o Franja de Ponent) sono strettamente associate con la Catalogna, storicamente e linguisticamente. Inoltre alla Catalogna appartiene l'enclave spagnola di Llívia. Dunque, il termine Catalogna è talvolta usato dai catalani per indicare tutta l'area in cui si parla il catalano. In questo caso la Catalogna viene di solito chiamata il Principato (catalano: "el Principat") o Catalogna propria (catalano: "la Catalunya estricta"). Questa terminologia, comunque, è usata solo marginalmente.

Il nome ufficiale del Governo di Catalogna (incluso il Consiglio, il Parlamento e il Presidente) è Generalitat de Catalunya in Catalano o Generalidad de Cataluña in Castigliano (anche se in pratica questa forma è rara, la tendenza è di usare il nome Catalano anche in Spagnolo). Alcuni applicano scorrettamente questo nome solo al Consiglio, come se fosse la stessa cosa del Gabinetto. Comunque, la Generalitat è il sistema (autonomo) di governo all'interno dello stato spagnolo, che non è sotto l'autorità diretta del governo centrale di Madrid.

La regione gode in un'autonomia estesa e, per esempio, ha la sua forza di polizia (Mossos d'Esquadra), che coesiste con la Guardia Civil e la Policia Nacional, dirette dal governo spagnolo. L'Autonomia della regione è stata rafforzata con il nuovo Statuto approvato in referendum per i catalani il 18 giugno 2006 e entrato in vigore il 9 agosto 2006. Questo nuovo Statuto viene a sostituire quello anteriore in vigore da 1979.

Contrariamente alle comunità autonome di Navarra e Paesi Baschi, la Catalogna manca di un proprio sistema fiscale, quindi il sostentamento economico dell'amministrazione regionale dipende quasi completamente dal bilancio del governo spagnolo.

Vedi Lista delle municipalità della Catalogna per le suddivisioni amministrative (comarques).

La divisione amministrativa spagnola comprende quattro province: Barcellona, Girona, Lleida, Tarragona.

Per approfondire, vedi le voci Storia della Catalogna e Paesi Catalani.

Indice

[modifica] Politica catalana

Parlamento della Catalogna, Parc de la Ciutadella
Parlamento della Catalogna, Parc de la Ciutadella

Un movimento nazionalista catalano sorse nel XIX secolo, e uno dei suoi rappresentanti fu Francesc Cambó fino a quando venne dichiarata la Repubblica Spagnola, nel 1931, la Catalogna divenne una regione autonoma. Nel 1939, dopo la Guerra Civile e la presa del potere di Francisco Franco l'autonomia catalana venne soppressa, così come si cercò di sopprimere la lingua e la cultura catalane. Durante l'ultimo decennio del regime di Franco, sorse in Catalogna un rinnovato sentimento nazionalista, rinforzato dal sentimento antifranchista.

Nel 1975 Franco morì e la democrazia venne ripristinata poco dopo. Ancora una volta la Catalogna divenne una regione autonoma all'interno della Spagna. Il leader nazionalista catalano Jordi Pujol salì al potere nelle prime elezioni regionali del 1980, e il suo partito, Convergenza e Unione (Convergència i Unió o CiU), tenne il potere per 23 anni.

Nonostante il suo retroterra radicale, Pujol divenne sempre più conservatore, e appoggiò il governo del Partito Popolare di José Maria Aznar a Madrid. I nazionalisti divennero sempre più insoddisfatti da questo governo, in particolare quelli che si riconoscevano in ERC (Esquerra Republicana de Catalunya - Sinistra Repubblicana di Catalogna). Allo stesso tempo, il Partito Socialista Catalano (Partit dels Socialistes de Catalunya, PSC-PSOE), basato nella area industriale attorno a Barcellona, si rafforzò.

Una delle chiavi della politica catalana è il fatto che Barcellona, poiché attrae immigrati da tutta la Spagna e dall'America Latina, è una città con maggioranza di lingua spagnola nelle zone abitate dalla classe operaia, mentre le regioni rurali e le classi alte rimangono solidamente di lingua catalana. I Socialisti sono diventati il partito di coloro che non credono di ricevere benefici dal predominio della classe media nazionalista catalana su Barcellona. In ogni caso, mentre il Catalano sta sperimentando uno spettacolare revival, la presenza dominante della popolazione di lingua Castigliana a Barcellona rende per il momento improbabile l'uso universale del Catalano.

Alle elezioni regionali tenute il 16 novembre 2003, nelle quali Pujol si ritirò, i partiti coalizzati della sinistra sconfissero CiU per la prima volta, e Pasqual Maragall i Mira divenne Presidente della Generalitat. I Socialisti di Maragall, comunque, persero dei seggi: il grande vincitore fu la ERC, fermo sostenitore di una piena indipendenza catalana, e i Verdi. Mentre il PSC mantenne il posto di Presidente della Generalitat (Maragall), l'ERC nominò il "conseller primer" (primo ministro) - attualmente in carica, Bargalló. Il governo di Maragall fu quindi una scomoda alleanza tra PSC ed ERC, poiché l'ERC favoriva politiche più di sinistra e il progresso verso l'indipendenza catalana, in contrapposizione con le idee politiche del PSC, il governo cadde con un anno di anticipo per divergenze tra socialisti e repubblicani sulla forma del nuovo Statuto autonomo.

Le elezioni si tennero di nuovo a fine 2006 (1 novembre). Questo appuntamento vide un'astensione record: poco più del 56% dei catalani si recò alle urne. I risultati premiarono con una lieve crescita CiU, diventato primo partito (31,5%) con 11 seggi in più del PSC; i socialisti a loro volta non riuscirono a invertire il decennale trend negativo che li vedeva perdere l'11% dei voti dal 1999 - in termini assoluti ben 400.000 suffragi. Nelle ore immediatamente successive al voto era Artur Más, leader del partito vincitore CiU, la persona che tutti accreditavano come nuovo presidente della Generalitat, ma fu Josè Montilla, capo del PSC, ad ottenere l'incarico. Anche se sconfitti i socialisti infatti riuscirono a costruire una nuova alleanza con le forze di sinistra di ERC (in leggera flessione rispetto al 2003) e IV-EA (un partito al contrario in ottima salute). PSC, ERC e IV-EA insieme infatti raccoglievano 70 seggi, e avevano la maggioranza assoluta al Parlament per tre voti. CiU reagì annunciando il ritiro di ogni appoggio al governo nazionale socialista di Zapatero, e votando contro la fiducia a Montilla insieme ai popolari e al movimento Ciutadans-Partit de la Ciutadania. Il nuovo governo della Generalitat iniziò la sua attività il 25 novembre sulla base della promessa di Montilla di "dare priorità alle politiche sociali rispetto a quelle identitarie".

[modifica] Partiti

  • CiU - Convergència i Unió (Convergenza e Unione) - coalizione
    • CDC - Convergència Democràtica de Catalunya (Convergenza Democratica di Catalogna)
    • UDC - Unió Democràtica de Catalunya (Unione Democratica di Catalogna)
  • ERC - Esquerra Republicana de Catalunya (Sinistra Repubblicana di Catalogna)
  • IV-EUA - Iniciativa Verds-Esquerra Unida i Alternativa (Iniziativa Verde-Alternativa si Sinistra)
  • PP - Partit Popular (Partito Popolare)
  • PSC - Partit dels Socialistes de Catalunya (Partito Socialista Catalano)
  • Ciutadans-Partit de la Ciutadania
  • CUP (Candidatura Unitat Popular)

[modifica] Riassunto di voti e seggi

Elezioni autonome 2003 (dati confrontati con quelle del 1999)

Aventi diritto al voto:               5,307,837
Votanti:                              3,319,276   62.5%
Voti nulli:                               8,793   00.3%
Voti validi:                          3,310,483   99.7%
-----------------------------------------------------------------------------
Partito                                Voti        %               Seggi
-----------------------------------------------------------------------------
Convergència i Unió                   1,024,425   30.9  (-6.8)    46  (-10) 
Esquerra Republicana de Catalunya       544,324   16.4  (+7.7)    23  (+11) 
Iniciativa Verds-Esquerra Alternativa   241,163   07.3  (+4.8)     9  (+06) 
Partit Popular                          393,499   11.9  (+2.4)    15  (+03) 
Partit dels Socialistes de Catalunya  1,031,454   31.2  (-6.6)    42  (-10) 
Altri                                    75,618   02.3             -
-----------------------------------------------------------------------------
Totale                                3,310,483                  135
-----------------------------------------------------------------------------


Elezioni autonome 2006 (dati confrontati con quelle del 2003)

Aventi diritto al voto:               5,212,444
Votanti:                              2.959,027   56.8% 
Schede bianche:                          60,025    2.0% 
Nulle:                                   13,324    0.5% 
Voti validi:                          2,885,778   97.5%
-----------------------------------------------------------------------------
Partito                                Voti        %               Seggi
-----------------------------------------------------------------------------
Convergència i Unió                     928,521   31.5  (+1.6)    48  (+ 2) 
Esquerra Republicana de Catalunya       414,067   14.1  (-2.3)    21  (- 2) 
Iniciativa Verds-Esquerra Alternativa   281,474    9.6  (+2.3)    12  (+ 3) 
Partit dels Socialistes de Catalunya    789,767   26.8  (-4.6)    37  (- 5) 
Partit Popular                          313,479   10.6  (-1.2)    14  (- 1) 
Altri                                   158,186    7.4             3
-----------------------------------------------------------------------------
Totale                                2,885,778                  135
-----------------------------------------------------------------------------

[modifica] Geografia

La comunità autonoma di Catalogna confina con la Comunità Valenciana a sud, l'Aragona a ovest, la Francia (Midi-Pirenei e Linguadoca-Rossiglione) e Andorra a nord e il Mar Mediterraneo ad est e sud-est.

Montagne:

  • Pirenei Catalani: Val d'Aran sul versante nord, Pica d'Estats 3.141 m, Puigmal 2.911 m, depressione di Cerdanya, Passo del Perthus (vicino all'antica strada romana).
  • Montagne del Litorale Catalano: Montseny, Montserrat, Montnegre, Montsant.
  • Sistema Iberico: Maestrat.

Fiumi principali:

[modifica] Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO in Catalogna

Vedi anche:

  • Catalani famosi
  • Cucina catalana

[modifica] Tradizioni

Castell, Castellers de Vilafranca, Vilafranca del Penedès
Castell, Castellers de Vilafranca, Vilafranca del Penedès

I festival e le tradizioni della Catalogna, uniscono la società catalana e aiutano a darle il suo carattere particolare. Tra gli eventi più impressionanti troviamo i correfocs, nei quali i "diavoli" giocano con il fuoco e con la gente. Questi diavoli non sono l'incarnazione del male; sono vivaci e festosi, ballano al suono dei tamburelli e del tradizionale oboe, mentre preparano i loro fuochi d'artificio.

Ma forse le più spettacolari delle feste catalane sono quelle dei colles castelleres, gruppi di entusiasti che formano impressionanti torri umane (fino a nove strati). Questa è una vecchia tradizione della regione di Tarragona, che si è ora diffusa in molte parti della Catalogna, ed è diventata un vero spettacolo, o sport, che attrae migliaia di catalani. Tra le altre feste importanti citiamo il carnevale di Vilanova i la Geltrú e il Patum di Berga.

Quindi, c'è la musica molto speciale delle "cobles", le bande di fiati che suonano le sardanes. La sardana è una danza popolare che si balla in cerchio che ha origine nella regione di Empordà (nella parte nord, tra Pirenei e Mediterraneo), e viene oggi ballata in molte strade e piazze. Chiunque vi si può unire.

Come in altri contesti esiste la tradizione di Babbo Natale, in Catalogna è molto popolare la figura di Tió de Nadal, mentre in un angolo risposto del presepe trova posto il caratteristico caganer.

L'inno della Catalogna è "Els Segadors" (I mietitori).

Festa "nazionale" (nel suo statuto regionale la Catalogna si definisce una nazionalità) è l'11 settembre, data della sconfitta e resa di Barcellona all'esercito franco-castigliano di Filippo V di Spagna.

[modifica] Economia

La Catalogna è, insieme a Lombardia, Baden-Württemberg e Rhône-Alpes, uno dei quattro motori dell'Europa e costituisce una forza economica trainante per il resto dell'Unione Europea. La regione produce quasi 1/7 del reddito spagnolo, con il turismo e le attività bancarie in prima fila.

[modifica] Note

^ Dal sito ufficiale della Generalitat de Catalunya [1]

[modifica] Bibliografia

Daniele Conversi, The Basques, The Catalans and Spain. Alternative Routes to Nationalist Mobilization. London, Hurst & Co, 1997 (seconda ediz., 2000)

[modifica] Altri progetti




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