Web - Amazon

We provide Linux to the World

ON AMAZON:


We support WINRAR [What is this] - [Download .exe file(s) for Windows]

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Dialetto - Wikipedia

Dialetto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando riguardo i linguaggi in informatica, vedi dialetto (informatica).
bussola Nota disambigua – Se stai cercando i dialetti d'Italia, vedi Elenco dei dialetti d'Italia.

Un dialetto (dal greco διάλεκτος, dialektos, letteralmente "lingua parlata") è una varietà linguistica (o idioma) usata da abitanti originari di una particolare area geografica. Il numero di locutori, e l'area stessa, possono essere di dimensione arbitraria. Ne consegue che un dialetto per un'area più ampia può contenere molte varianti, che a loro volta possono contenere sottovarianti di aree ancora minori, e così via.

In generale al termine si riconoscono due principali diverse accezioni. La prima, di derivazione (nel senso del significato) più anglosassone (cui corrisponde l'inglese "dialect"[1]) prevede che il "dialetto" sia una delle "varianti" di un continuum linguistico geografico, e pertanto va sempre riferito ad una precisa famiglia linguistica ed eventualmente relazionato alla "forma linguistica di riferimento" o "principale" di tale famiglia, definita forma 'Standard' (o koinè), anche se talune famiglie possono presentare più di una forma 'standard' (si veda Diasistema).

La seconda accezione è di derivazione greca (cui corrisponde il greco antico "διάλεκτος") e vuole che il "dialetto" altro non sia che un "idioma" con una sua caratterizzazione territoriale a prescindere da qualsiasi legame con altri idiomi vicini (che possono esistere o meno) o con la lingua ufficiale (o lingue ufficiali) che vige nel suo territorio di pertinenza, idioma però che a differenza di altri idiomi non ha riconosciuto il rango di lingua perché non presenta (o non gli si riconosce) un uso ufficiale o comunque prestigioso. Questa seconda accezione è usata soltanto dai linguisti italiani.

In Italia sono diffuse, non senza confusione, entrambe le accezioni. In particolare dal punto di vista politico, legislativo e giurisprudenziale il termine "dialetto" è usato, fedelmente alla seconda accezione, per definire qualsiasi idioma storico romanzo (ma talvolta usato anche con gli idiomi non-romanzi) parlata in un'area geografica del Paese e che non goda dello status di "lingua" (ufficiale o coufficiale), nella quale categoria ricadono numerosissimi idiomi dotati di storia propria e fra loro non intercomprensibili, nonché spesso dotati di una propria tradizione letteraria di rilievo, come accade per il milanese, il napoletano, il veneto e il siciliano. In ambito colloquiale è spesso presente anche la prima accezione.

Lo studio dei dialetti, affidato alla dialettologia, non si limita a confrontare differenze ed affinità dei dialetti, ma ne fornisce una precisa classificazione e ne studia il rapporto e le influenze con le lingue ufficiali e gli idiomi, vicini o compresenti, di maggior prestigio. Inoltre lo studio dialettologico consente nell'ambito dell'etnografia di definire un quadro più ampio e dettagliato su usi e costumi delle differenti popolazioni.

Talvolta per risolvere contenziosi di poco conto è più facile sostenere le proprie ragioni esprimendosi nel dialetto locale: non a caso la parola dialetto condivide la radice con i termini dialogo e dialettica con cui, secondo la filosofia, si analizzano criticamente argomenti e ipotesi opposte: spesso l'accorto uso promiscuo di lingue e dialetto locale può costituire un'abile artificio retorico nelle arti della diplomazia e dell'eloquenza.

Indice

[modifica] Dialetti e lingue minoritarie nel contesto italiano

Raggruppamenti dei dialetti d'Italia
Raggruppamenti dei dialetti d'Italia[2][3][4][5]

A differenza di molti dialetti d'Italia, alcuni idiomi storici (romanzi e non) sono identificati come lingue minoritarie proprie delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dallo stato, collegate ad un'area storica precisa (per es. friulano, sardo, catalano e varie altre) dove godono del pieno diritto all'insegnamento (finanziato dallo Stato) e all'uso nella comunicazione pubblica, potendo inoltre raggiungere con l'emanazione di apposite norme lo stato di sostanziale coufficialità con l'italiano nell'area amministrativa di pertinenza. Queste lingue minoritarie in genere non vengono mai chiamate dialetti, se non per ragioni ideologiche o come residuo di vecchie consuetudini, e la stessa legislazione (statale e regionale) per identificare sottovarianti interne a queste "lingue" preferisce sempre il termine "variante" (e suoi corrispettivi nelle lingue in questione) a scapito del termine "dialetto".

Ovviamente tale distinzione fatta tra lingue minoritarie e i restanti dialetti non si basa, se non solo in parte, su criteri linguistici quanto piuttosto su riconoscimenti di carattere storico-politico: sia le "lingue minoritarie" che la gran parte dei "dialetti" d'Italia sono idiomi tra loro linguisticamente indipendenti e spesso non intercomprensibili, e non sono varianti dell'italiano benché in varie situazioni abbiano con esso particolari rapporti di convivenza e di identificazione (si veda, sotto, Diglossia). Sono infatti vere varianti della lingua italiana solo le parlate toscane e una parte ristretta delle parlate del Lazio (come il Romanesco), oltre naturalmente alle varie forme di Italiano praticate in tutta Italia ("italiani regionali") che risentono, luogo per luogo, dell'influsso della lingua minoritaria o del dialetto locali specie negli aspetti prosodici ed, in parte, nel lessico e nella sintassi.

Pertanto sul piano linguistico un dialetto è sempre un sistema completo di comunicazione verbale (orale o a segni ma non necessariamente scritto) con un proprio vocabolario o grammatica, al pari di una lingua.

Forte di una radicata tradizione verbale ma anche letteraria, il dialetto in Italia è servito nel tempo da spunto per la realizzazione di molti lavori teatrali entrati poi stabilmente nel repertorio di uno specifico genere chiamato teatro dialettale.

[modifica] Idiomi standard e non-standard

Passando nell'ambito del dialetto definito come variante o varietà, si ha che un variante standard o dialetto standardizzato o "lingua standard" è una varietà linguistica (in altre parole un idioma, o parlata) caratterizzata da regole fissate di grammatica e grafia, e da un supporto legislativo o istituzionale, oppure da un riconoscimento consuetudinario nell'ambito letterario. Tale supporto può comprendere il riconoscimento o la designazione governativa, la presentazione come forma corretta della lingua nelle scuole, pubblicazione di grammatiche, dizionari e libri di testo che avanzano una forma corretta parlata e scritta; ed una letteratura formale estesa che impiega tale dialetto (prosa, poesia, testi di riferimento, ecc.).

Una variante non standard, come una variante standard, ha un vocabolario, una grammatica, ed una sintassi completa, ma non è beneficiaria di un supporto istituzionale. In genere un insieme di varianti standard e non standard fra loro tutte intercomprensibili viene definito sistema linguistico, oppure continuum linguistico in senso stretto (volendo intendere che tutte le varietà che lo compongono sono fra loro intercomprensibili, dal momento che la stessa espressione è tipicamente usata in senso più ampio, come di seguito spiegato), o più semplicemente insieme costituito da una Lingua e dalle sue varianti.

Quando si parla di "Lingua" in questo senso ci si riferisce proprio alla variante standard di questo insieme di idiomi.

Ad esempio nel caso del sistema linguistico dell'italiano, esso è costituito solo da alcuni dialetti storici (toscani, e parte dei dialetti del Lazio), dai vari Italiani Regionali e dalla Lingua Italiana Standard: solo quest'ultima è una varietà standard, mentre tutte le altre sono varietà non-standard.

Non tutti i sistemi linguistici però possono vantare una variante standard; di contro alcuni sistemi possono vantare più di uno standard loro associato, ed in tale caso si parla di diasistema, dove spesso a diversi standard corrispondono diverse entità storico-politiche. È il caso ad esempio dello Standard British English, Standard American English e Standard Indian English che possono essere definiti standard diversi della lingua inglese adottati in diverse realtà politiche (invece l'African-American Vernacular English potrebbe essere definita variante non-standard della lingua inglese, quindi più semplicemente dialect o dialetto nel senso di variante); altro esempio è quello del Croato, del Serbo e del Bosniaco che sono tutte varianti standard (peraltro enormemente simili) del sistema linguistico Štokavo.

Generalmente le varianti standard costituiscono le lingue ufficiali di entità politiche, tuttavia possono esistere varietà standard che non sono lingue ufficiali: è il caso di alcune lingue che sono state ufficiali nel passato, di alcune lingue di uso letterario che godano ormai di una standardizzazione de facto, oppure di varianti artificiali create con lo scopo di rivendicazioni politiche, oppure di varianti "naturali" emendate di cui venga proposta una regolamentazione della grafia ai fini di un successivo riconoscimento ufficiale.

[modifica] "Dialetto" e "lingua"

Non esistono criteri scientifici o universalmente accettati per discriminare le "lingue" dai "dialetti", anche se esistono alcuni paradigmi, che danno risultati spesso contraddittori. La distinzione esatta è pertanto soggettiva, e dipende dal proprio sistema di riferimento.

Le varietà linguistiche sono spesso definite "dialetti" piuttosto che "lingue":

  • perché non riconosciute come lingua letteraria, non avendo una letteratura propria
  • perché alla comunità dei locutori della varietà non corrisponde alcuno Stato a sé stante che la riconosca come propria, o alcun gruppo etnico che si riconosca e venga riconosciuto come tale
  • perché non sono utilizzate per redigere documenti ufficiali
  • perché mancano di prestigio presso i locutori e/o presso altri

I linguisti antropologici definiscono il dialetto come variante. In questo paradigma la differenza tra lingua e dialetto è quella tra l'astratto o il generale ed il concreto o il particolare: da tale prospettiva, nessuno parla una "lingua", tutti parlano un dialetto di una lingua. L'identificazione di un particolare variante come versione "standard" o "corretta" potrebbe essere costituita da una distinzione sociale anziché artificiale o letteraria, e quindi la lingua standard in questi casi può identificarsi col socioletto della classe di élite.

La linguistica moderna afferma che lo status sociale di "lingua" non è unicamente determinato da criteri linguistici, ma è anche il risultato di uno sviluppo storico e politico. Il croato ed il serbo diventarono lingue scritte sviluppando due tradizioni letterarie indipendenti, addirittura con l'uso di alfabeti differenti, e sono quindi considerate lingue indipendenti dai rispettivi parlanti, sebbene in realtà siano quasi identiche.

Il linguista yiddish Max Weinreich pubblicò l'espressione, "A shprakh iz a dialekt mit an armey un a flot" ("Una lingua è un dialetto con un esercito ed una marina"), illustrando il fatto che le lingue si creano per assimilazione. Questa è forse la dichiarazione più citata di un'analogia che è stata attribuita ad altri autori. (Weinreich dichiara esplicitamente di non averla ideata.) Qualcuno ha suggerito che la formulazione iniziale fosse di Hubert Lyautey come

« "Une langue, c'est un dialecte qui possède une armée, une marine et une aviation." ("Una lingua è un dialetto che possiede un esercito, una marina ed un'aviazione.") »

[modifica] Fattori politici

A causa della politica e dell'ideologia, la classificazione delle diverse parlate come dialetti o lingue e il loro rapporto con altri tipi di idioma, può essere controversa, e i verdetti inconsistenti. L'inglese ed il serbo-croato sono un valido esempio. Sia l'inglese che il serbo-croato hanno due varianti principali (British English ed American English, serbo e croato, rispettivamente), insieme ad altre varianti minori. Per ragioni politiche, la scelta di classificare queste varietà come "lingue" o "dialetti" porta a risultati inconsistenti: British e American English, parlati da stretti alleati politici e militari, sono quasi universalmente considerate varianti di una lingua unica, mentre le lingue standard di Serbia e Croazia, le differenze tra le quali sono del tutto paragonabili alle differenze tra le varianti dell'inglese, sono considerate da molti linguisti della regione come lingue distinti.

Gli esempi paralleli abbondano. In Libano i "Guardiani dei Cedri", un partito politico di destra fortemente nazionalista (principalmente cristiano) che si oppone ai legami del paese col mondo arabo, sostiene che il "libanese" debba essere riconosciuto come lingua separata dall'arabo ed ha finanche premuto per la sostituzione dell'alfabeto arabo con un revival dell'antico alfabeto fenicio. In Spagna, il catalano ed il valenziano vengono ufficialmente trattate come idiomi (minoritari) distinti, sebbene si tratti - secondo le dichiarazioni ufficiali della stessa Regia accademia della lingua valenziana, istituzione che regolamenta l'uso del valenziano - della stessa lingua, che ha storicamente assunto denominazioni differenti. La Regia accademia della lingua valenziana parla di una "lingua pluricentrica" - cioè con un continuum linguistico-dialettale sottoposto a norme (specialmente nel campo della regolamentazione fonetica) parzialmente differenti (come è il caso del fiammingo e l'olandese). Ciononostante, esiste nella Comunità valenziana un diffuso movimento (il blaverismo) che nega l'unità della lingua e afferma che il valenziano è, non solo giuridicamente, ma anche linguisticamente una lingua separata e differente dal catalano. Altro esempio è il moldavo: tale lingua non esisteva prima del 1945 e la comunità linguistica internazionale resta scettica sulla sua classificazione. Dopo l'annessione da parte dell'Unione Sovietica della provincia rumena Bessarabia, successivamente ribattezzata Moldavia, fu imposto l'alfabeto cirillico per la scrittura del rumeno, e numerose parole slave furono importate nella lingua, nel tentativo di indebolire qualsiasi senso di identità nazionale condivisa con la Romania. Dopo che la Moldavia ottenne l'indipendenza nel 1991 (e cambiò nome in Moldova), tornò ad un alfabeto latino modificato, come rifiuto delle connotazioni politiche dell'alfabeto cirillico. Nel 1996, però, il parlamento moldovo, citando timori di "espansionismo rumeno", rifiutò una proposta del presidente Mircea Snegur di ritornare al nome di lingua romena, e nel 2003 fu pubblicato un dizionario "rumeno-moldavo" , con l'intento di dimostrare che i due paesi parlassero lingue diverse. I linguisti dell'Accademia Rumena reagirono dichiarando che tutte le parole moldave erano anche parole rumene. Anche in Moldova, il presidente dell'Istituto di Linguistica dell'Accademia delle Scienze, Ion Bărbuţă, descrisse il dizionario come un'"assurdità" con motivazioni politiche.

In contrasto, le lingue parlate del Cinese Han sono usualmente denotate come dialetti (talvolta addirittura nel senso stretto di "variante") di una lingua cinese, per promuovere l'unità nazionale, benché siano tra loro mutualmente non intelleggibili senza un'adeguata istruzione o esperienza verbale.

Il significato dei fattori politici in un qualsiasi tentativo di rispondere alla domanda "cos'è una lingua?" è abbastanza grande da mettere in dubbio la possibilità di una definizione strettamente linguistica, senza un approccio socioculturale. Questo è illustrato dalla frequenza con cui l'aforisma discusso precedentemente dell'esercito e della marina viene citato.

[modifica] Il punto di vista della linguistica storica

Molti linguisti storici considerano ogni forma verbale come un dialetto del mezzo di comunicazione più antico da cui si è sviluppata. Questa prospettiva vede le lingue neolatine moderne come dialetti del latino, il greco moderno come dialetto del greco antico, ed il pidgin Tok Pisin come dialetto dell'inglese.

Questo paradigma non è esente da problemi. Mette al primo posto le relazioni tassonomiche; i "dialetti" di una "lingua" (che può essere a sua volta un "dialetto" di una "lingua" più antica) potrebbero essere mutuamente intellegibili o meno. Inoltre, una lingua genitrice potrebbe dar luogo a parecchi "dialetti" che a loro volta si suddividono numerose volte, e alcuni "rami" dell'albero cambiano più rapidamente di altri. Ciò può dare origine alla situazione dove due dialetti (definiti secondo questo paradigma) con una relazione genetica alquanto lontana sono più facilmente comprensibili l'uno con l'altro di dialetti più strettamente imparentati. Questo schema è chiaramente presente nelle lingue neolatine, dove l'italiano e lo spagnolo hanno un grado elevato di mutua comprensibilità, che nessuno dei due condivide con il francese, nonostante ciascuna delle due lingue sia tassonomicamente più vicina al francese che all'altra. Il francese ha subito cambiamenti più rapidi dello spagnolo o dell'italiano.

[modifica] Criterio di mutua intellegibilità

Alcuni hanno tentato di distinguere i dialetti dalle lingue dicendo che i dialetti sono mutuamente comprensibili mentre le lingue no. Ma questo concetto è meno nitido di quanto possa sembrare. I parlanti dell'italiano e dello spagnolo, ad esempio, potrebbero riuscire a comprendere una porzione considerevole dell'altra lingua, mentre i parlanti del lombardo e del siciliano, due dialetti che per molto tempo sono stati propagandati (fra tanti altri) come varianti dell'italiano, possono incontrare barriere grandissime alla mutua comprensione, decisamente ardue per parlanti che si accingono all'altro dialetto senza averlo potuto ascoltare per sufficiente tempo, se non addirittura decisamente insuperabili per parlanti con istruzione medio-bassa. In generale comunque in Italia l'apprendimento di un "dialetto" diverso dal proprio passa sempre per una qualche forma di progressiva istruzione impartita oralmente, tipicamente in lingua italiana in quanto assai spesso unico idioma comune (anche se, è bene ribadirlo, parlato spesso sotto forma di diverse varianti, i cosiddetti "Italiani Regionali").

[modifica] Concetti di dialettologia

Il concetto di dialetto è distinto da quelli di:

  • socioletto, una varietà linguistica parlata da un certo strato sociale, perché questa non ha caratterizzazione solamente territoriale e storica
  • lingua standard, che è idioma standardizzata per la pubblica prestazione (p. es. standard scritto), poiché un dialetto generalmente non è standardizzato
  • gergo, caratterizzato da differenze nel lessico, poiché il dialetto è differenziato anche in grammatica e fonetica.

Varietà linguistiche quali i dialetti, gli idioletti ed i socioletti possono essere distinte non solo dal vocabolario e dalla grammatica, ma anche da differenze nella fonologia (compresa la prosodia). Se le distinzioni sono limitate alla fonologia, si parla di accento di una varietà o inflessione anziché varietà o dialetto.

Alcuni importanti concetti in linguistica e dialettologia sono:

[modifica] Continuum dialettale

Un continuum dialettale o continuum linguistico è un'area linguistica le cui varianti geograficamente adiacenti sono mutuamente comprensibili, ma la comprensibilità decresce stabilmente al crescere della distanza tra le diverse varianti, in modo tale che i parlanti di aree lontane non potendosi capire vicendevolmente faticano a considerare i propri rispettivi idiomi come "varianti" di una stessa lingua (o famiglia linguistica) ma al contrario li considerano dialetti (se non lingue) indipendenti. Un esempio di continuum dialettale (a piccola scala) è dato, in Italia, dall'insieme dei dialetti umbro-marchigiani, dai dialetti laziali e dai dialetti abruzzesi: questi dialetti se confrontati a una certa distanza geografica non sono quasi mai mutuamente comprensibili, mentre se il confronto si fà tra parlate vicine la comprensibilità reciproca è elevata, questo è inoltre un'esempio di continuum dialettale del tutto privo di varietà standard, dove la funzione di lingua comune di riferimento è svolta dalla lingua italiana. Si può parlare di continuum linguistico o dialettale anche in riferimento ad aree geograficamente separate e distanti, purché esista e sia identificabile una possibilità di schietta comprensibilità reciproca tra due varianti geograficamente isolate. Un esempio ben noto in questo senso è il continuum afrikaans-olandese-frigio-tedesco, un'ampia rete di dialetti con quattro standard letterari riconosciuti: in questo caso il continuum dialettale prevede un'area geograficamente separata (quella dell'afrikaans), inoltre questo continuum è un anche diasistema essendo munito di più varietà standard. Una rete di dialetti esiste analogamente fra le lingue slave orientali, fra cui il russo, il bielorusso e l'ucraino sono riconosciuti come standard letterari. Anche il sistema serbo-croato si può vedere come una rete di tre dialetti importanti e tre lingue standard. Il concetto di continuum può essere applicato a scale diverse, identificando continuum più piccoli (con un maggiore grado di gradualità interna) contenuti in continuum più grandi. È il caso delle lingue neolatine che in Europa, escluso il gruppo delle lingue romene (che sono geograficamente isolate dal resto delle altre e hanno avuto un'evoluzione in parte indipendente), formano a grande scala un altro continuum ben noto e studiato, che contiene ed è costituito a sua volta da continuum geograficamente più piccoli (come quello già citato tra Umbria, Lazio, Marche ed Abruzzo) separati da fasce di transizione in cui la variazione di gran parte delle caratteristiche linguistiche, per quanto graduale, è più rapida e netta. Raramente si parla anche di continuum linguistico in senso più restrittivo, includendo solo varianti tutte tra loro intercomprensibili: pertanto come sinonimo di sistema linguistico (fatto di varianti).

[modifica] Diglossia

La condizione di diglossia consiste nello stato in cui in una dato contesto territoriale e sociale esistono due lingue strettamente apparentate, una di elevato prestigio, generalmente usata dal governo e nei testi formali, ed una di basso prestigio, solitamente la lingua vernacolare parlata: i parlanti hanno generalmente buona pratica di entrambi gli idiomi, e li usano in funzione della situazione (fenomeno del code-switching) e degli interlocutori, in certi casi in alternanza e in altri casi in commistione. Questa condizione si verifica Italia tra dialetti storici e lingua italiana in gran parte delle realtà territoriali della penisola.

[modifica] Sistema Ausbausprache - Abstandsprache - Dachsprache

Un paradigma analitico sviluppato da linguisti professionisti è noto come sistema Ausbausprache - Abstandsprache - Dachsprache. Si è dimostrato popolare tra i linguisti dell'Europa continentale, ma non è altrettanto conosciuto nei paesi di lingua inglese, soprattutto tra i non linguisti. Anche se è solo uno di molti paradigmi possibili, ha il vantaggio di essere costruito da linguisti professionisti allo scopo di analizzare e categorizzare le varietà linguistiche, ed ha il vantaggio di sostituire parole cariche come "lingua" e "dialetto" con i termini tedeschi di Ausbausprache, Abstandsprache, e Dachsprache, parole che non sono (ancora) caricate di connotazioni politiche, culturali, o emotive. Potrebbe rivelarsi un utile strumento per guardare controversie linguistiche antiche ed avvelenate sotto una lente diversa.

[modifica] Valore culturale del dialetto

Un valore particolare al dialetto è stato attribuito solo in tempi relativamente recenti: vale a dire da quando si è avuta piena consapevolezza della predominanza di una lingua, quella nazionale, su ogni altro tipo di parlata. Affinché i dialetti non scomparissero diventando lingue morte, si è tentato e si tenta di studiare e recuperare appieno il significato storico ed il senso culturale della parlata locale, anche in chiave di un recupero delle radici e dell'identità propri di ogni regione. Tra i principali autori di questo recupero, si pone il glottologo e studioso di dialettologia Gaetano Di Massa, di Coreno Ausonio, autore in particolare di ricerche ed opere in vernacolo delle province di Frosinone e Latina.

[modifica] Status di lingua o dialetto nelle pagine della Wikipedia in lingua italiana

Circa il problema del discrimine tra "lingue" e "dialetti", la wikipedia in lingua italiana adotta come criterio di distinzione le modifiche di standardizzazione ISO 639-1, ISO 639-2 e ISO 639-3, definendo "lingue" gli idiomi in qualche modo ascrivibili alle "lingue" riconosciute in queste codifiche (ossia quelle a cui è assegnato un codice), e definendo "dialetti" tutti gli altri idiomi. Per effetto di tale sistema di classificazione tutte le "lingue" del territorio italiano riconosciute come tali dallo stato italiano vengono indicate con lo stesso appellativo di lingua perché sono tutte anche individuate negli standard ISO sopraindicati, tuttavia tale appellativo è esteso anche a vari altri idiomi d'Italia, politicamente riconosciuti come "dialetti" ma indicati nella Wikipedia italiana con l'appellativo di "lingua" perché anche essi individuabili negli standard ISO (ad esempio il veneto e il siciliano).

[modifica] Dialetti e lingue minori in territorio italiano

Per approfondire, vedi la voce Lingue parlate in Italia.
Per approfondire, vedi la voce Elenco dei dialetti d'Italia.
Rappresentazione intuitiva e approssimativa dei dialetti parlati nelle varie regioni italiane
Rappresentazione intuitiva e approssimativa dei dialetti parlati nelle varie regioni italiane

Una pur sommaria suddivisione dei dialetti italiani può essere tassonomicamente così riassunta: (l'elenco rispetta la convenzione di Wikipedia sull'uso dei termini "lingua" e "dialetto")

[modifica] Penisole linguistiche

[modifica] Isole linguistiche

[modifica] Bibliografia

  • Antonio Fappani c. Antonio Gatti, Nuova antologia del dialetto. Poesie / Dalle origini ai primi del '900 vol. 1,Fondazione Civiltà Bresciana, 1999.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. ^ Anche se l'inglese "dialect" viene usato anche per far riferimento a quello che viene a volte chiamato "socioletto"
  2. ^ Atlante linguistico italiano
  3. ^ Studio dell'Università di Padova
  4. ^ Carta del Pellegrini
  5. ^ AIS, Sprach-und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, Zofingen 1928-1940

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Static Wikipedia 2008 (March - no images)

aa - ab - als - am - an - ang - ar - arc - as - bar - bat_smg - bi - bug - bxr - cho - co - cr - csb - cv - cy - eo - es - et - eu - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - frp - fur - fy - ga - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - jbo - jv - ka - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - ms - mt - mus - my - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nn - -

Static Wikipedia 2007 (no images)

aa - ab - af - ak - als - am - an - ang - ar - arc - as - ast - av - ay - az - ba - bar - bat_smg - bcl - be - be_x_old - bg - bh - bi - bm - bn - bo - bpy - br - bs - bug - bxr - ca - cbk_zam - cdo - ce - ceb - ch - cho - chr - chy - co - cr - crh - cs - csb - cu - cv - cy - da - de - diq - dsb - dv - dz - ee - el - eml - en - eo - es - et - eu - ext - fa - ff - fi - fiu_vro - fj - fo - fr - frp - fur - fy - ga - gan - gd - gl - glk - gn - got - gu - gv - ha - hak - haw - he - hi - hif - ho - hr - hsb - ht - hu - hy - hz - ia - id - ie - ig - ii - ik - ilo - io - is - it - iu - ja - jbo - jv - ka - kaa - kab - kg - ki - kj - kk - kl - km - kn - ko - kr - ks - ksh - ku - kv - kw - ky - la - lad - lb - lbe - lg - li - lij - lmo - ln - lo - lt - lv - map_bms - mdf - mg - mh - mi - mk - ml - mn - mo - mr - mt - mus - my - myv - mzn - na - nah - nap - nds - nds_nl - ne - new - ng - nl - nn - no - nov - nrm - nv - ny - oc - om - or - os - pa - pag - pam - pap - pdc - pi - pih - pl - pms - ps - pt - qu - quality - rm - rmy - rn - ro - roa_rup - roa_tara - ru - rw - sa - sah - sc - scn - sco - sd - se - sg - sh - si - simple - sk - sl - sm - sn - so - sr - srn - ss - st - stq - su - sv - sw - szl - ta - te - tet - tg - th - ti - tk - tl - tlh - tn - to - tpi - tr - ts - tt - tum - tw - ty - udm - ug - uk - ur - uz - ve - vec - vi - vls - vo - wa - war - wo - wuu - xal - xh - yi - yo - za - zea - zh - zh_classical - zh_min_nan - zh_yue - zu -
https://www.classicistranieri.it - https://www.ebooksgratis.com - https://www.gutenbergaustralia.com - https://www.englishwikipedia.com - https://www.wikipediazim.com - https://www.wikisourcezim.com - https://www.projectgutenberg.net - https://www.projectgutenberg.es - https://www.radioascolto.com - https://www.debitoformativo.it - https://www.wikipediaforschools.org - https://www.projectgutenbergzim.com