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Lingua istrorumena - Wikipedia

Lingua istrorumena

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Istrorumeno (Rumareste)
Creato da: {{{creatore}}} nel {{{anno}}}
Contesto: {{{contesto}}}
Parlato in: Croazia
Regioni:Parlato in: Istria
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: 1000
Classifica: non nelle prime 100
Scrittura: {{{scrittura}}}
Tipologia: {{{tipologia}}}
Filogenesi:

Lingue indoeuropee
 Latino
  Proto-rumeno
   Istrorumeno
    
     
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: nessuna
Regolato da: nessuna regolazione ufficiale
Codici di classificazione
ISO 639-1 {{{iso1}}}
ISO 639-2 roa
ISO 639-3 ruo  (EN)
SIL {{{sil}}}  (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
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Il Padre Nostro
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Traslitterazione
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La lingua istrorumena (detta anche istrorumeno) è una lingua neo-latina in via di estinzione, parlata da circa mille persone nella parte centro-orientale dell'Istria.

L'istrorumeno, assieme al meglenorumeno, al macedorumeno (o arumeno) e al dacorumeno (o rumeno vero e proprio) è un sottogruppo del gruppo linguistico rumeno, parlato in Istria e a sud del Danubio.

Dopo la ritirata Aureliana, alcuni daci-romanizzati emigrarono a sud del danubio,mentre altre popolazioni dello stesso ceppo linguistico (costoboci,carpi,daci dell'est ecc...), continuarono a coabitare sin dall'epoca romana. Secondo la storiografia più recente, questa popolazione romanizzata o parzialmente latinizzata, tornò in Valacchia ed in Dobrugia a partire dal XIII secolo. Durante questi secoli di isolamento a sud del fiume però, la lingua venne influenzata prevalentemente dai dialetti slavi che si parlavano nel corso del medioevo e questo lo si nota, nel romeno, attraverso l'utilizzo dei verbi all'infinito e dagli articoli determinativi posposti alla parola. Nell'istro-romeno, troviamo però il caratteristico rotacismo della lettera n, il che fa sospettare una qualche derivazione di questo - dopo la scoperta del primo documento scritto (1521) in Romeno a Brasov - dalla lingua parlata dai daci dell'ovest e dai Transilvani (abitanti all'interno della Dacia Felix). Oltretutto, i valacchi sono già menzionati in un documento vescovile del XII secolo a Trento. Una delle ipotesi più accreditate sarebbe quella che vede, gruppi di tribù romanizzate, in fuga dalle ultime invasioni degli ungari nel IX secoloche potrebbero in seguito essersi insediate in Istria. La successiva sconfitta dei magiari da parte dei Germani, forzò l'insediamento stabile di questi ultimi in Pannonia; fatto che provocò l'isolamento tra gli slavi del nord polacchi e cechi con quelli del sud serbi e croati. I valacchi dell'Istria continuarono quindi a vivere come una cellula isolata dalla madrepatria.

Nell'ultimo secolo la sua area geografica si è ristretta considerevolmente ed attualmente l'istrorumeno viene parlato come lingua maggioritaria solo nelle due località istriane di Valdarsa e Seiane.

Indice

[modifica] Lingue collegate

L'istrorumeno, assieme ad arumeno, meglenorumeno e dacorumeno fa parte del gruppo linguistico rumeno. Sulle origini di questo idioma ci sono varie teorie contrastanti, queste sono alcune:

  • Iliescu afferma che l'istrorumeno sia un ponte di collegamento linguistico tra l'arumeno balcanico ad il ladino delle Alpi (come il friulano);
  • Dragomir sostiene che la lingua istrorumena sia collegata alla lingua dalmatica ed alla lingua morlacca, le lingue estinte degli Illiri romanizzati;
  • Bartoli afferma che sia il risultato della mescolanza dell'arumeno col veneto, sovrappostisi alla lingua neo-latina degli abitanti autoctoni dell'Istria romanizzata (cioè il dalmatico degli Illiri).

Particolarmente nel ventesimo secolo, l'influenza della lingua italiana nella prima parte del secolo e della lingua croata nella seconda parte si sono manifestate notevolmente, specie nel vocabolario.

Circa il 75% dei vocaboli dell'istrorumeno sono di origine neo-latina.

[modifica] Storia

Aree popolate dagli Istrorumeni in Istria: linea verde nel 1810, tratteggiato verde nel 1920
Aree popolate dagli Istrorumeni in Istria: linea verde nel 1810, tratteggiato verde nel 1920

Nel XV secolo gruppi di pastori parlanti lingue del gruppo rumeno si traferirono in Istria sfuggendo le invasioni ottomane ottomani nei Balcani. Alcuni linguisti (Densusianu e Neiescu) credono che originariamente siano migrati dall'area di Alba Iulia in Romania e che intorno al 1420 si siano insediati intorno al monte Maggiore, in aree istriane spopolate dalle epidemie. Anche molti profughi morlacchi ed uscocchi, in concomitanza con l'avanzata dei Turchi nei Balcani, ripararono nella penisola istriana, dopo lo spopolamento dell'Istria determinato dalla disastrosa invasione degli ungheresi del 1412 e dalle terribili pestilenze degli anni 1427, 1437, 1465 e 1466. Questi pastori e profughi si mescolarono con i pochi ladini sopravvissuti in Istria e crearono il popolo istrorumeno.

Secondo quanto sostenuto dallo storico statunitense Clark Upson «Gli istrorumeni (detti anche "Cici") popolavano vaste aree dell'Istria nel XIX secolo, ma la politica dell'impero Austroungarico contraria all'Italia ed ai popoli neo-latini (come il Rumeno) finì per ridurne l'estensione a favore degli slavi».[1] Ancora oggi una vasta area dell'Istria tra Trieste e Fiume si chiama "Ciceria". Va ricordato che questa politica fu attuata da Stati nei Balcani anche con gli arumeni e i meglenorumeni.

Nel periodo tra il 1918 ed il 1943, sotto il Regno d'Italia, venne creato un comune istrorumeno (Valdarsa), si aprirono scuole in lingua istrorumena e gli istrorumeni aumentarono a circa 4000 persone. Andrea Glavina, il primo sindaco di Valdarsa, fu il principale promotore della rinascita dei cici in quegli anni: nel 1905 pubblicò il "Calendario lu Rumen din Istria", dove raccolse vocaboli, proverbi e racconti in uso tra i cici per tramandarne la memoria.

Dopo la seconda guerra mondiale molti istrorumeni furono coinvolti nell'esodo istriano del 1947, perché osteggiati dal dittatore jugoslavo Tito, ed ora la comunità istrorumena ufficialmente conta solo 811 persone (censimento 1991).

Lo scrittore Giuseppe Lazzarini considera che attualmente in Istria vi siano ben 7.000 istrorumeni (secondo lui discendenti dei legionari romani trapiantati in Istria). Questa teoria si basa sul fatto che Augusto trapiantò delle colonie di legionari nella Liburnia, situata intorno al monte Maggiore dell'Istria, a difesa dell'Italia romana dai pirati dell'Adriatico illirico.

L'istrorumeno sopravvive in Istria solamente nei villaggi di Valdarsa e Seiane, ma vi sono altre sei località istriane dove la lingua istrorumena viene ancora parlata da alcune centinaia di abitanti: Lettai, Sucodro, Costorciani, Grobenico, Villanova d'Arsa e Berdo, ma è parlato in altre parti dell'Istria dove le famiglie sono emigrate (e anche in paesi intorno al mondo - gli Stati Uniti, Australia, Italia, e altrove.).

Andrea Glavina ha dichiarato nel 1922 durante la cerimonia d'inaugurazione della sua scuola di Valdarsa, l'unica in lingua istrorumena del Regno d'Italia, che vi assistevano anche alcuni alunni di lingua morlacca, originari dell'area del Quarnero. Questo confermerebbe, secondo il linguista Matteo Bartoli, che il morlacco si è evoluto ed assimilato nell'istrorumeno. Infatti nel censimento croato del 1991 vi sono ancora 22 morlacchi, che parlano un istrorumeno con speciali caratteristiche.

Attualmente la lingua istrorumena ed il suo popolo sono considerati a rischio estinzione dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite.

Villaggi popolati da Istrorumeni nel 1800, 1900 e 2000
Villaggi popolati da Istrorumeni nel 1800, 1900 e 2000

[modifica] Grammatica e sintassi

L'istrorumeno ha molte caratteristiche della morfologia e sintassi della lingua latina. La struttura dei verbi è semplificata, ma conserva l'infinitivo ed il participio della lingua latina.

VERBI ISTRORUMENI

Coniugazione I, II, III, IV
Infinitivo: cl´amå, ramaré, båte, durmí
altri verbi di I coniugazione: stå, turnå, zucå
altri verbi di II coniugazione: ve, tiré, be
altri verbi di III coniugazione: årde, pl'erde, zacl'ide
altri verbi di IV coniugazione: avzí, fi, cuperí
altri verbi di IV coniugazione formati con -éi ed -úi: bivéi, movéi, piséi, frustikéi, carúi, radúi.

I verbi che finiscono in -véi ed -úi sono interattivi, mentre quelli che finiscono in -éi sono perfettivi od imperfettivi.

Coniugazione I, II, III, IV
Gerundio: rugánda, tiránda, tragánda, avzínda, copéinda
Presente
Coniugazione I, II, III, IV
1.pl.: rugån, tirén, mézen, avzín
3.pl.: rógu, tíru, mégu, åvdu
Imperfetto

Coniugazione I, II, III, IV
1.sg.: rugåiam, cadéiam, trazéiam, avzíiam
2.sg.: rugåiai, cadéiai, trazéiai, avzíiai
3.sg.: rugåia, cadéia, trazéia, avzíia
1.pl.: rugåian, cadéian, trazéian, avzíian
2.pl.: rugåiat, cadéiat, trazéiat, avzíiat
3.pl.: rugåia, cadéia, trazéia, avzíia

Passato remoto

Il passato remoto è formato col participio passato e viene associato col verbo ausiliare "ve" nel presente.
1.sg. rugåt-am
2.sg. tirút-ai
3.sg. tras-a
1.pl. avzít-am
2.pl. verít-at
3.pl. copéit-a(v)

Congiuntivo presente
è identico all'indicativo presente, ma viene preceduto dalla congiunzione "se" o "neca".
Condizionale presente
res, rei, re, ren, ret, re) + rugå

Condizionale passato
(res, rei, re, ren, ret, re) + fost + rugå

Condizionale futuro
Coniugazione I, II, III, IV
1.sg.: rugår, tirúr, trasér, avzír, copéir
2.sg.: rugåri, tirúri, traséri, avzíri copéiri
3.sg.: rugåre, tirúre, trasére, avzíre, copéire
1.pl.: rugårno, tirúrno, trasérno, avzírno, copéirno
2.pl.: rugåret, tirúret, traséret, avzíret, copéiret
3.pl.: rugåru, tirúru, traséru, avzíru, copéiru

Il vocabolario è molto simile a quello della lingua latina, come si puo' vedere ad esempio dai pronomi personali: io/ego; tu/tu; ie/illus; io/illa; noi/nos; voi/vos; el'i/illi; eale/illae.

Una caratteristica dell'istrorumeno è il "rotacismo", cioè la tendenza a sostituire la "n" colla "r". Ad esempio il latino "lumina" (luce) diventa "lumira" in istrorumeno.

A continuazione si citano alcuni proverbi istrorumeni, con traduzione in lingua italiana:

  • Nuie carne far de ose / non c'è carne senza ossa
  • Bure lemne face bur foc / buona legna fa buon fuoco
  • Ce a facut maia va face si feta / ciò che fa la madre lo fa la figlia
  • Roba nu face frataru / l'abito non fa il monaco

[modifica] Toponimi locali

Si riporta di seguito la trascrizione in lingua istrorumena dei toponimi ufficiali croati di otto villaggi, in cui è ancora parlato l'istrorumeno (con tra parentesi indicazione del nome in lingua italiana:

  • Jeiăn / cr. Žejane (it. Seiane)
  • Şuşńeviţa o Şuşńeviţe / cr. Šušnjevica (it. Valdarsa)
  • Noselo o Nosela / cr. Nova Vas (it. Villanova d'Arsa)
  • Letaj / cr. Letaj (it. Lettai)
  • Sucodru / cr. Jasenovik (it. Sucodro)
  • Costârcean / cr. Kostrčani (it. Costorciani)
  • Grobenjco / cr. Grobnik (it. Grobenico)
  • Berdo / cr. Brdo (it. Briani)

Diversi comuni della zona circostante presentano inoltre una denominazione slava derivata dall'istrorumeno: Buzet (it. Pinguente) da buză (labbra), Katun (it. Cattuni) da cătun (casolare), Gradinje (it. Gardini) da grădină (giardino).

[modifica] Inno istrorumeno

A conclusione si riporta l'Inno degli Istrorumeni composto da Andrea Glavina, l'apostolo del popolo istrorumeno. Fu pubblicato nel 1922 in occasione dell'inaugurazione della prima scuola di lingua istrorumena nell'unico comune istrorumeno di Valdarsa, istituito dal Regno d'Italia nel 1921. La scuola ed il comune di Valdarsa sono stati soppressi dopo la seconda guerra mondiale, quando l' Istria passò dall' Italia alla Iugoslavia.

Imnul Istro-romanilor (istrorumeno) bandiera Romania Imnul Istro-românilor (rumeno) bandiera Italia Inno istrorumeno (italiano)
Roma, Roma i mama noastra

noi Romani ramanem

Romania i sara noastra

tot un sang-avem

nu suntem siguri pe lume

si'nea avem frati

Italiani cu mare lume

mana cu noi dati

ca sa fim frate si frate

cum a dat Dumnezeu

sa traim pana la moarte

eu si tu si tu si au

Roma, Roma e mama noastră

noi Români rămânem

România e ţara noastră

tot un sânge avem

nu suntem singuri pe lume

şi noi avem fraţi

Italieni cu mare nume

mâna cu noi daţi

ca să fim frate şi frate

cum a dat Dumnezeu

sa trăim până la moarte

eu şi tu şi tu şi eu.

Roma, Roma è la nostra madre

noi rimaniamo Romani

la Romania è la nostra patria

abbiamo tutti lo stesso sangue

non siamo soli al mondo

e abbiamo fratelli

Italiani dal nome illustre

che ci stringono la mano

siamo fratelli e sorelle

come ha stabilito il Signore

così lo sosterremo fino alla morte

io con te e tu con me.

[modifica] Note

  1. ^ Clark Upson, "Greater Romania", Perseus Books Ed., New York 1922.

[modifica] Bibliografia

  • CANTEMIR, Traian. Texte istroromîne. Editura Adademiei Republicii Populare Romîne, 1959
  • CURTIS, Ervino. La lingua, la storia, le tradizioni degli istroromeni. Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie. Strasburgo, novembre 1992, pp. 6-13.
  • DAHMEN, Wolfgang. Istrorumänisch. Lexicon der Romanistische Linguistik. III, pp. 448-460. Tübingen: 1989
  • FARES, Antonio. L'Opera di Glavina per Conservare la Radice di una Lingua; Minoranza Neolatina: chi sono gli Istro-romeni. L'Arena di Pola, 23 gennaio 1999
  • FERESINI, Nerina. Il Comune istro-romeno di Valdarsa. Edizioni Italo Svevo. Trieste: 1996
  • FILIPI, Goran. Istruruminsjki lingvistički atlas / Atlasul Lingvistic Istroromân / Atlante Linguistico Istrorumeno. Pula/Pola: Mediteran Pula, 2002
  • GLAVINA, Andrea. Calendaru lu rumeri din Istrie. 1905
  • KOVAČEC, August. Descrierea istroromânei actuale. Bucureşti: 1971
  • PUŞCARIU, Sextil. Studii istroromâne. Vol. II, Bucureşti: 1926

[modifica] Collegamenti esterni


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