Bosnia-Erzegovina
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Bosnia-Erzegovina | |||||||||
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Informazioni | |||||||||
Nome completo: | Bosnia e Erzegovina | ||||||||
Nome ufficiale: | Bosna i Hercegovina | ||||||||
Lingua ufficiale: | bosniaco, serbo, croato | ||||||||
Capitale: | Sarajevo (304.075[1] ab. / 2006) | ||||||||
Politica | |||||||||
Governo: | Repubblica federale | ||||||||
Presidente: | Haris Silajdžić (SBiH)1 Bosgnacco Nebojša Radmanović (SNSD) Serbo Željko Komšić (SDP) Croato |
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Primo Ministro: | Nikola Špirić | ||||||||
Indipendenza: | dalla Jugoslavia, 5 aprile 1992 | ||||||||
Ingresso nell'ONU: | 22 maggio 1992 | ||||||||
Superficie | |||||||||
Totale: | 51.129 km² (124º) | ||||||||
% delle acque: | trascurabile | ||||||||
Popolazione | |||||||||
Totale (stima 2006): | 4.498.976 ab. (119º) | ||||||||
Densità: | 78 ab./km² | ||||||||
Geografia | |||||||||
Continente: | Europa | ||||||||
Fuso orario: | UTC +1 | ||||||||
Economia | |||||||||
Valuta: | Marco convertibile (cambio fisso con Euro) | ||||||||
PIL (PPA) (2005): | 23.654 milioni di $ (104º) | ||||||||
PIL procapite (PPA) (2007): | 9.167 $ (97º) | ||||||||
ISU (2005): | 0,803 (alto) (66º) | ||||||||
Varie | |||||||||
TLD: | .ba | ||||||||
Prefisso tel.: | +387 | ||||||||
Sigla autom.: | BiH | ||||||||
Inno nazionale: | Intermeco | ||||||||
1 Corrente capo della presidenza a rotazione |
La Bosnia ed Erzegovina (comunemente indicata come Bosnia-Erzegovina) è uno stato situato nei Balcani occidentali che fino al 1992 faceva parte della Jugoslavia. La sua capitale è Sarajevo.
Il nome Bosnia deriva dal nome del fiume Bosna (in illirico boghi-na significa scorrente); Erzegovina deriva dal tedesco herzog che significa ducato (nome assunto nel 1448).
Indice |
[modifica] Storia
Per approfondire, vedi la voce Storia della Bosnia-Erzegovina. |
[modifica] Dall'antichità all'era moderna
Durante i primi secoli dell'età cristiana, la Bosnia fu parte dell'Impero Romano. Caduta Roma, essa venne contesa da Bisanzio e dai regni romano-barbarici occidentali.
Gli Slavi si insediarono nella regione nel VII secolo, ed i Regni di Croazia, Doclea e Rascia/Serbia e ducati di Zachumlia e Terbunia si divisero il controllo della Bosnia nel IX secolo. L'XI e il XII secolo videro la regione sotto il dominio del Regno di Ungheria-Croazia.
Il regno medioevale di Bosnia ottenne l'indipendenza attorno al 1200 e la mantenne fino al 1463, quando i Turchi Ottomani conquistarono la regione. Durante il dominio ottomano, molti bosniaci ed erzegovinesi abbandonarono i loro legami con la Cristianità in favore dell'Islam. La Bosnia fu sotto il controllo Ottomano fino al 1878, quando venne data in amministrazione all'Austria-Ungheria. Mentre coloro che abitavano in Bosnia furono dal 1908 ufficialmente all'interno dell'Impero Austro-Ungarico.
Gli Slavi del sud, in Serbia e altrove, iniziarono a richiedere uno stato slavo meridionale; la prima guerra mondiale iniziò quando un nazionalista serbo, Gavrilo Princip, assassinò l'Arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo a Sarajevo.
L'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia dopo aver visto rifiutate le proprie richieste di partecipare alla ricerca e alla persecuzione delle organizzazioni terroristiche; la Russia si schierò a fianco della Serbia, mentre la Germania si schierò a fianco dell'Austria; ne scaturì la Prima Guerra Mondiale. L'Italia non rispettò la Triplice Alleanza poiché il trattato prevedeva una difesa comune contro un attacco esterno e non un attacco diretto come fece l'Austria, così entrò in guerra contro gli ex alleati senza il voto del Parlamento, non interventista. Dopo la "Grande Guerra", la Bosnia divenne parte del Regno di Jugoslavia, solo per essere ceduta alla Croazia controllata da un governo fantoccio nazista durante la seconda guerra mondiale.
[modifica] Età contemporanea e la secessione jugoslava
Per approfondire, vedi la voce Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. |
Per approfondire, vedi la voce Guerre jugoslave#La guerra in Bosnia-Erzegovina (1992-1995). |
La vittoria sul nazifascismo nella Seconda Guerra Mondiale vide l'istituzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, guidata da Tito, e la creazione della Bosnia, come repubblica. Durante questo periodo di dittatura del regime socialista le diverse etnie presenti sul territorio non avendo nessuna libertà di espressione convissero forzatamente, essendo dominante l'etnia serba.
Dopo la morte di Tito, Milošević e le forze Jugoslaviste (serbe) cercarono di arginare le scissioni delle altre etnie croate e musulmane. Nella prima fase della crisi in effetti i bosniaci-musulmani avevano mantenuto buone relazioni con i serbi (vedi il trattato serbo-musulmano di agosto 1991, sottoscritto dall'Adil Zulfikarpašić). Il tentativo non ebbe successo: la forte minoranza serba, temendo la secessione, come era avvenuto nel giugno 1991 per la Slovenia e la Croazia, iniziò a muoversi per prevenire qualsiasi tentativo in tal senso.
A una "dichiarazione di sovranità" bosniaca, proclamata il 15 ottobre del 1991, seguì la convocazione di un referendum per l'Indipendenza dalla Jugoslavia, che si svolse il 29 febbraio e il 1° marzo del 1992: la consultazione, boicottata dalla comunità serba, espresse il 64% di voti favorevoli all'indipendenza dalla Jugoslavia. Ne seguirono l'immediato dispiegamento, da parte del governo di Belgrado, delle proprie truppe sul territorio bosniaco, e la mobilitazione di formazioni militari e paramilitari da parte dei tre gruppi etnici.
Il 5 aprile 1992, a Sarajevo, cecchini serbi aprirono il fuoco su una manifestazione popolare a carattere pacifico ed interetnico, uccidendo un dimostrante. Il giorno seguente, la Comunità Europea riconobbe l'indipendenza della Bosnia-Erzegovina; i deputati serbi risposero proclamando la secessione della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina, le cui truppe militari e paramilitari presero il controllo di circa il 70% del territorio nazionale. La violenza interetnica divampò in tutto il paese, causando numerose vittime anche tra la popolazione civile. Il 2 maggio 1992 l'esercito federale e le milizie serbe bloccarono tutti gli accessi a Sarajevo, ponendo la capitale sotto un assedio destinato a durare ben 43 mesi.
Stragi, stupri e deportazioni proseguirono per tutta la durata della guerra, in uno scenario di pulizia etnica culminato, nel luglio 1995, nel massacro di Srebrenica, costato la vita a circa 8.000 civili bosniaci.
L'orrore suscitato in tutto il mondo dal massacro di Srebrenica determinò una svolta nell'atteggiamento della comunità internazionale, i cui sforzi volti a una risoluzione diplomatica del conflitto avevano ottenuto come unico risultato la presenza dei caschi blu dell'ONU a difesa dell'aeroporto di Sarajevo, unico legame tra la capitale e il resto del mondo, e di alcune enclave bosniache nel territorio occupato dai serbi, compresa la stessa Srebrenica. Nell'agosto del 1995, perciò, la NATO intraprese una campagna di bombardamenti aerei sulle installazioni delle milizie serbe che, supportando l'avanzata delle forze armate croate reduci dalla liberazione della Kraijna, sancirono la conclusione del conflitto.
I tre anni di guerra videro il governo centrale costretto a fronteggiare anche sporadici scontri con le milizie croate, cui nel marzo 1994 pose fine la creazione della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, e un tentativo di secessione da parte della Provincia Autonoma della Bosnia Occidentale, appoggiato dai governi di Belgrado e Zagabria.
Il 21 novembre 1995 a Dayton, nell'Ohio, i capi di stato bosniaco Alija Izetbegović, serbo Slobodan Milošević e croato Franjo Tuđman siglarono l'accordo di pace, che trasformò la Bosnia-Erzegovina in una repubblica federale, assegnandone il 51% del territorio alla Federazione di Bosnia ed Erzegovina e il restante 49% alla Repubblica Serba. La versione definitiva del trattato fu firmata a Parigi il 14 dicembre dello stesso anno.
La guerra si chiuse con un bilancio di circa 102.000 morti e 1.326.000 profughi, il più pesante registrato sul suolo europeo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
[modifica] Rapporti con l'Unione Europea
Per molto tempo la retorica nazionalista e la paralisi delle istituzioni hanno costituito un forte ostacolo al progresso dei negoziati.
Nel dicembre 2007 la Bosnia-Erzegovina ha parafato con l'Unione Europea l'accordo di Stabilizzazione e Associazione (ha cioè firmato per presa visione del contenuto del documento), fase preliminare rispetto alla firma vera e propria.
Nell'aprile 2008 il Parlamento bosniaco ha adottato la riforma della polizia, condizione che da tempo l'Unione Europea ha posto alla Bosnia-Erzegovina per firmare l'accordo di pre-adesione. L'accordo di Stabilizzazione e Associazione dovrebbe essere firmato il 12 giugno 2008.
[modifica] Geografia
Per approfondire, vedi la voce Geografia della Bosnia-Erzegovina. |
La Bosnia si trova nei Balcani occidentali, confina con la Serbia a nord-est e Montenegro a sud-est e con la Croazia a nord, sud e sud-ovest. La città (con la maggioranza croata) portuale di Neum nel cantone di Erzegovina-Neretva è l'unico accesso al mare.
[modifica] Popolazione
Fino allo scoppio del conflitto nazionalista (1991-1995), la Bosnia-Erzegovina veniva considerata come esempio di Paese multietnico in cui si era raggiunto un sereno equilibrio tra le diverse comunità. I problemi purtroppo erano solo sopiti e si manifestarono ovviamente con le armi. Infatti la convivenza di etnie musulmane accanto a quelle serbe e croate non era facile. Il titolo di etnia alla popolazione di fede islamica, o di tradizione islamica venne riconosciuta nel 1961. In questo modo il governo della vecchia Federazione iugoslava intese riconoscere alla componente maggioritaria presente nella regione diritti analoghi alle altre comunità. Nei quasi dieci anni seguiti alla fine del conflitto, il quadro politico-amministrativo scaturito dagli accordi di pace ha sostanzialmente retto alla prova, anche se non bisogna dimenticare che, proprio a garanzia di quegli accordi, alcuni contingenti delle Nazioni Unite stazionano in più punti del territorio. L'ex repubblica iugoslava della Bosnia-Erzegovina è stata praticamente spartita in due zone, la Federazione croato-musulmana (51% del territorio) e la Repubblica serba (il restante 49%). Ciascuna delle due zone ha un proprio ordinamento, che soprattutto nel caso della prima, prevede una complessa gerarchia di ruoli e responsabilità volta a garantire il mantenimento di buoni rapporti di convivenza tra le etnie. Tale architettura amministrativa e politica si ripete per la Presidenza centrale della repubblica, al cui vertice stanno tre membri eletti a suffragio universale in rappresentanza delle tre etnie.
[modifica] Demografia
Per approfondire, vedi la voce Demografia della Bosnia-Erzegovina. |
[modifica] Etnie e religione
Per approfondire, vedi la voce Chiesa cattolica in Bosnia-Erzegovina. |
Secondo il censimento del 1991, la Bosnia ed Erzegovina è per il 44% etnicamente bosniaco-musulmana (all'epoca dichiarati musulmani, successivamente per indicare i cittadini bosniaci di religione islamica è stato coniato il termine bosgnacchi), per il 31% serba e per il restante 17% croata, con il 6% delle persone che si dichiarano jugoslave, queste comprendono le persone provenienti da matrimoni misti così come alcuni irriducibili "patrioti" jugoslavi. Esiste anche una forte correlazione tra identità etnica e religione; l'88% dei croati è cattolico, il 90% dei bosgnacchi pratica l'Islam, e il 99% dei serbi è ortodosso.
Dopo la guerra non è stato più eseguito un censimento ufficiale, esistono solamente stime. Secondo i dati del 2006 del CIA World Factbook, la Bosnia-Erzegovina è etnicamente al 48% bosniaca (bosgnacca), 37,1% serba, 14,3% croata, 0,6% altro (compresi i pochissimi italiani). Infatti esiste una minoranza italiana di origine trentina. Nella seconda metà dell'Ottocento le autorità austriache che governavano la Bosnia, incentivarono una emigrazione trentina (all'epoca anche il Trentino era austriaco) in Bosnia. Le comunità italiane si accentrano lungo la valle della Sava (Stivor) e anche a Tuzla, Zenica e Sarajevo.
[modifica] Lingue
Per approfondire, vedi le voci Lingua bosniaca, Lingua croata e Lingua serba. |
[modifica] Ordinamento dello stato
La Bosnia-Erzegovina è composta da tre entità territoriali: Federazione di Bosnia ed Erzegovina, Repubblica Srpska e Distretto di Brčko Quest'ultimo ha delle autonomie proprie.
[modifica] Città principali
- Sarajevo, la capitale
- Banja Luka, a nord-ovest
- Tuzla, a nord-est
- Mostar, la capitale dell'Erzegovina
- Srebrenica
- Međugorje
[modifica] L’Alto Rappresentante
Secondo gli Accordi di Dayton è stata istituita la figura dell’Alto Rappresentante per la Bosnia-Erzegovina la più alta autorità civile del Paese, a cui spettano dei compiti di controllo, di monitoraggio e supervisione in merito alla supervisione e applicazione relativi all'Annesso X degli Accordi di Dayton (Aspetti civili), nonché potere di imposizione di provvedimenti legislativi e di rimozione di pubblici funzionari che ostacolano l’attuazione della pace.
La nomina dell’Alto Rappresentante è effettuata dallo Steering Board del Peace Implementation Council (PIC), un organo di 55 Stati ed organizzazioni internazionali. L'Italia è membro permanente) ed approvata ufficialmente dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Per quanto riguarda il Distretto di Brčko, situato nel Nord del Paese al confine con la Croazia, questo gode, ai sensi dell’Arbitrato interno del 1999, di un elevato grado di autonomia rispetto al Paese anche in materia economica e fiscale Il Distretto è stato ufficialmente stabilito l’8 marzo 2000 con una decisione dell’allora Alto Rappresentante delle Nazioni Unite Wolfgang Petritsch.
[modifica] Presidenza
La Presidenza della Repubblica è esercitata a rotazione con turnazione di 8 mesi dai tre Presidenti, uno per ogni etnia, eletti direttamente dal corpo elettorale ogni 4 anni. In caso di decesso o impossibilità di uno dei membri della Presidenza, la Camera dei Rappresentanti nomina il sostituto. Alla Presidenza fa capo la politica estera; essa nomina inoltre gli Ambasciatori e il Presidente del Consiglio dei Ministri centrale.
[modifica] Parlamento
Assemblea Parlamentare Forma il cosiddetto Corpo legislativo del Paese è formato da due Camere: La Camera dei Popoli e la Camera dei Rappresentanti. La Camera dei Popoli conta 15 membri, 2/3 provenienti dalla Federazione di Bosnia Erzegovina (5 croati e 5 bosniaci) e 1/3 dalla Repubblica Serba (5 serbi).
La Camera dei Rappresentanti è composta da 42 membri, suddivisi col medesimo principio della altra.
I deputati della Camera dei Rappresentanti provengono in misura di due terzi (28 membri) dalla Federazione croato-bosniaca, mentre i rimanenti 14 appartengono alla Repubblica Sprska. I deputati della Camera dei Rappresentanti sono eletti a suffragio diretto ogni quattro anni con sistema proporzionale.
I 15 membri della Camera dei Popoli sono nominati ogni quattro anni. L'Assemblea Nazionale della Repubblica Sprska nomina i 5 membri in rappresentanza della comunità serba, mentre l'Assemblea dei Popoli della Federazione croato-bosniaca ne designa 5 per ciascuna delle due etnìe.
I disegni di legge devono essere approvati da tutte e due le camere Parlamento. Le deliberazioni sono prese secondo il criterio della maggioranza dei votanti; all'interno della quale deve essere rispettato il principio di 1/3 dei membri di ogni componente (se durante la seduta non vi è 1/3 dei membri di ogni etnia la legge non entra in vigore1)
La Federazione croato-bosniaca è divisa in dieci cantoni, ognuno provvisto di proprie Istituzioni: otto cantoni hanno una precisa maggioranza etnica, negli altri due le comunità sono rappresentate in maniera più omogenea. Il suo Parlamento è a struttura bicamerale, composto da una Camera dei Rappresentanti di 140 membri e da una Camera dei Popoli di 80 componenti - eletti dai consiglieri dei dieci cantoni -, paritetica tra rappresentanti bosniaco-musulmani croati.
La Republika Srpska invece ha un'Assemblea monocamerale di 83 membri: nella quale vi è un Consiglio dei popoli di 28 membri.
[modifica] Governo
La guida è affidata al Presidente del Consiglio dei Ministri, nominato dalla Presidenza con conseguente approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti. Al suo interno le tre componenti etniche devono essere in uguale misura per ciò che riguarda i ministri croati, serbi e bosniaci. Il Presidente del Consiglio dei Ministri deve essere di etnia diversa dal Presidente di turno della triade presidenziale.
Il Ministro delle Finanze, del Commercio, dei Profughi e dei Rifugiati, dell'Interno e della Giustizia devono essere approvati da parte dell'Alto Rappresentante ONU della Comunità internazionale in Bosnia.
Ministro | Nome |
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Ministro dell’Agricoltura, della Gestione dell’Acqua e delle Foreste | Damir Ljubic |
Ministro dell’Ambiente e del Turismo | Nevenko Herceg |
Ministro del Commercio | Desnica Radivojevic |
Ministro della Cultura e dello Sport | Gavrilo Grahovac |
Ministro dell’Energia, delle Miniere e dell’Industria | Vahid Heco |
Ministro delle Finanze | Vjekoslav Bevanda |
Ministro della Giustizia | Feliks Vidovic |
Ministro dell’Interno | Muhidin Alic |
Ministro dell’Istruzione e della Scienza | Meliha Alic |
Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali | Perica Jelecevic |
Ministro della Pianificazione Territoriale | Salko Obhodzas |
Ministro dei Profughi e dei Rifugiati | Edin Music |
Ministro della Salute | Safet Omerovic |
Ministro dello Sviluppo, delle Imprese e dei Mestieri | Velimar Kunic |
Ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni | Nail Šeckanovic |
Ministro dei Veterani | Zahid Crnkic |
[modifica] Suddivisioni storiche e amministrative
Per approfondire, vedi la voce Divisioni politiche della Bosnia-Erzegovina. |
La Bosnia-Erzegovina è divisa in Federazione di Bosnia ed Erzegovina e Repubblica Serba. Il Distretto di Brčko è una entità con autonomie particolari.
La Federazione è ulteriormente divisa in 10 cantoni:
- Una-Sana
- Posavina
- Tuzla
- Zenica-Doboj
- Podrinje Bosniaca
- Bosnia Centrale
- Erzegovina-Narenta
- Erzegovina Occidentale
- Sarajevo
- Bosnia Occidentale
La Repubblica Serba è composta da 7 regioni:
- Banja Luka
- Bijeljina
- Doboj
- Foča
- Sarajevo-Romanija
- Trebinje
- Vlasenica
I cantoni e le regioni sono ulteriormente divisi in municipalità.
[modifica] Città principali
- Sarajevo, la capitale
- Banja Luka, a nord-ovest
- Tuzla, a nord-est
- Mostar, la capitale dell'Erzegovina
- Srebrenica
- Međugorje
[modifica] Istituzioni
Per approfondire, vedi le voci Presidenti della Bosnia-Erzegovina e Primi Ministri della Bosnia-Erzegovina. |
[modifica] Politica
La Bosnia-Erzegovina è indipendente dal 1992. Il conflitto (1992-1995) scoppiato tra le tre etnie costituenti la Bosnia (croata, bosniaco-musulmana, serba) si è concluso con l’intervento dell’ONU e della NATO insieme all' Unione Europea]]. Gli Accordi di Dayton firmati nella data del 21 novembre 1995 hanno sancito l’integrità e la sovranità di una Bosnia, divisa tre due “Entità”, la Federazione di Bosnia-Erzegovina, croato–musulmana (51% del territorio), e la Repubblica Srpska, serba (49% del territorio) e una entità autonoma ossia il Distretto di Brčko.
Con gli stessi Accordi è entrata in vigore la Costituzione della Bosnia Erzegovina che non è un documento indipendente bensì costituisce l' (Annesso 4 degli Accordi di Dayton). Le due Entità godono di larghissima autonomia, anche se hanno istituzioni comuni in limitate materie, tra cui politica estera, doganale e monetaria. Nel settore della difesa è prevista invece una competenza propria delle due Entità, che dovranno tuttavia essere dotate di forze militari bilanciate.
La Bosnia-Erzegovina è dotata di istituzioni “statali” centrali: una Presidenza tripartita; un Parlamento bicamerale con una Camera dei Rappresentanti e da una Camera dei Popoli; un Consiglio dei Ministri; una Corte Costituzionale ed una Banca Centrale. La Presidenza tripartita è composta da tre membri, esponenti dei tre gruppi etnici maggioritari musulmano-bosniaco, serbo-bosniaco, croato-bosniaco.
La forma giuridica delle due singole Entità è stabilito dalle proprie Costituzioni, che prevedono per entrambe un Presidente e due Vice Presidenti, un Parlamento (bicamerale per la Federazione e monocamerale per la Repubblica Sprska) ed un Governo.
[modifica] Politica interna
Per approfondire, vedi la voce Politica della Bosnia-Erzegovina. |
[modifica] Economia
Per approfondire, vedi la voce Economia della Bosnia-Erzegovina. |
Il PIL nominale (a prezzi correnti) del Paese nel 2005 è stato di 6.154 milioni di dollari americani. [2]
Assieme alla Repubblica di Macedonia, la Bosnia-Erzegovina era la repubblica più povera della Jugoslavia. In larga parte l'agricoltura era in mani private, ma le fattorie erano piccole e inefficienti, e il cibo è stato tradizionalmente importato più che esportato nella repubblica. L'economia a pianificazione centralizzata ha prodotto delle eredità nell'economia. L'industria ha più impiegati del necessario, il che riflette la rigidità della pianificazione economica. Sotto Josip Broz Tito, nella repubblica vennero spinte le industrie militari; la Bosnia ospitava una grossa fetta dell'industria jugoslava della difesa.
Tre anni di lotta tra etnie ha distrutto l'economia e le infrastrutture della Bosnia, provocando un incremento della disoccupazione e un crollo della produzione dell'80%, oltre a causare la morte di un numero di persone tra le 60 e le 200 mila e aver reso profuga metà della popolazione. Con una pace instabile in vigore, la produzione riprese nel 1996-98 con alti tassi percentuali ma su una base ridotta; ma la produzione rallentò apprezzabilmente nel 1999, e il PIL rimane molto al di sotto dei livelli del 1990.er
[modifica] Voci correlate
- Marco bosniaco
- Targhe automobilistiche bosniache
- Irma Hadžimuratović
- Suada Dilberović o Suada Diliberović
[modifica] Galleria
Sarajevo - Baščaršija |
Sarajevo - Biblioteca Nazionale |
Sarajevo - Chiesa Ortodossa |
Sarajevo - Moschea Ferhad-begova |
Banja Luka - Moschea Ferhat-Pasha "Ferhadija" (1579 - 1993) |
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Mostar - Stari Most |
Pocitelj - Fortezza e moschea di Počitelj |
[modifica] Bibliografia essenziale
- AA.VV., Guide to Collections of the Regional Museum of Bosnia and Herzegovina, Sarajevo 1984
- AA.VV., Arhitektura Bosne I Hercegovine 1878-1918, Sarajevo 1987
- D. Covic, Od Butmira do Ilira, Sarajevo 1976
- C.M. Daclon, Bosnia, Rimini, Maggioli, 1997
- N. Malcolm, Storia della Bosnia, Milano, Bompiani, 2000
- F. Maniscalco, Sarajevo. Itinerari artistici perduti, Napoli 1997
- G. Vignoli, Gli Italiani dimenticati. Minoranze italiane in Europa, Giuffrè, Milano, 2000 (tratta anche degli insediamenti italiani in Bosnia).
[modifica] Note
- ^ Stime dell'Ufficio federale di statistiche della Federazione di Bosnia-Erzegovina
- ^ http://www.ice.gov.it/estero2/sarajevo/
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Bosnia-Erzegovina
[modifica] Collegamenti esterni
Bosnia-Erzegovina su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Bosnia-Erzegovina") |
- (BS, EN, DE, FR, ES) Bosnia Erzegovina online
- Scheda della Bosnia Erzegovina dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
- Sezione Bosnia-Erzegovina dell'Osservatorio sui Balcani
- Monumento Nacional di Bosnia - Muslibegovica House
- (EN) Ufficio dell'Alto Rappresentante in Bosnia-Erzegovina
- Galleria fotografica della Bosnia e Herzegovina
- Bosnia News
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- (IT) Sistema Politico della Bosnia Erzegovina
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