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Resia - Wikipedia

Resia

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Resia
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Resia]]
Resia - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Friuli-Venezia Giulia
Provincia: stemma Udine
Coordinate: 46°23′0″N 13°18′0″E / 46.38333, 13.3
Altitudine: 492 m s.l.m.
Superficie: 119,19 km²
Abitanti:
1.196 31.12.2006
Densità: 11 ab./km²
Frazioni: San Giorgio (Bila), Prato di Resia (Ravanca), Gniva (Njiva), Oseacco (Osoane), Stolvizza (Stolbica), Uccea (Učja
Comuni contigui: Caporetto (Kobarid) (SLO), Chiusaforte, Lusevera (Bardo), Plezzo (Bovec) (SLO), Resiutta (Na Bili), Venzone (Pušja Ves)
CAP: 33010
Pref. tel: 0433
Codice ISTAT: 030092
Codice catasto: H242 
Nome abitanti: resiani 
Santo patrono: San Pietro 
Giorno festivo: 15 agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Resia (Rezija in resiano e sloveno, Rèsie in friulano) è un comune di 1.196 abitanti della provincia di Udine. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Resia.

Veduta del villaggio di Stolvizza
Veduta del villaggio di Stolvizza

Indice

[modifica] Geografia

La Val Resia è situata nella parte nord-orientale della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. È una valle alpina che si estende in direzione ovest-est per 20 km. Ad est la valle è chiusa da un massiccio montuoso, del quale il Monte Canin (2587 m) rappresenta il punto più alto. Tale massiccio segna il confine fra l'Italia e la Slovenia. La valle si raggiunge dal casello Carnia-Tolmezzo dell'autostrada A23 in direzione di Tarvisio arrivando dopo 10 km circa a Resiutta e seguendo il bivio per la Val Resia. La valle è suddivisa in 5 principali frazioni che sono, da ovest a est, San Giorgio, Prato di Resia, Gniva, Oseacco e Stolvizza; vi sono inoltre i villaggi Lipovaz, Crisazze, Gost, Lischiazze e in una adiacente valle più a sud, Uccea.

L'aspetto più importante della valle, oltre all'indiscussa importanza linguistico-culturale, è il profilo naturalistico. Immersa com'è in una conca verde su cui vegliano i picchi del Canin, innevati per buona parte dell'anno, merita una visita sia per un contatto diretto con la popolazione dei borghi, sia per le piacevoli escursioni in una delle più suggestive vallate alpine.

[modifica] Storia

Le origini di Resia sono legate all'insediamento della sua popolazione nella vallata, che si fa risalire al VII secolo. I resiani sono i discendenti di quelle popolazioni di ceppo slavo che giunsero in Italia al seguito degli Avari e dei Longobardi e che, abbandonando il nomadismo, qui presero dimora. Un tempo isolata tra i monti Musi a sud e l'imponente massiccio del Canin ad est e a nord, Resia rappresenta per la cultura un'isola linguistica e di tradizioni estremamente importante. Il singolare dialetto che vi si parla è stato ed è tuttora oggetto di molti studi, si custodiscono così e si tramandano tradizioni (costumi, canti, balli, cerimonie) di grande interesse. La comunità di Resia è oggi in gran parte raggruppata nelle frazioni di Prato, San Giorgio, Oseacco, Gniva, Lischiazze, Stolvizza e Uccea. Dal punto di vista storico, essendo soggetta alla giurisdizione dell'Abbazia di Moggio, ne seguì le vicende nel corso dei secoli. Rivestì una certa importanza sotto il dominio veneziano per la difesa delle selle di Carnizza e di Guarda che permettono di raggiungere la valle dall'Isonzo in Slovenia. A questo scopo vi fu nella vallata la presenza di una guarnigione militare con fortificazioni a Stolvizza e a San Giorgio.

[modifica] Onorificenze

Il Comune è stato insignito della Medaglia d’oro al merito civile.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Cultura

[modifica] I resiani

I resiani sono una popolazione appartenente al gruppo linguistico slavofono. Mancano reperti archeologici certi, o d'altra natura, tali da offrire un'indicazione sulla datazione dell'insediamento slavo nella valle. Resia è citata nel testamento del conte Cacellino che verso l'XI secolo lasciava a Federico, Patriarca di Aquileia, i beni allodiali del Friuli e della Carinzia, nei cui confini era compreso anche il sartum montem. Al riguardo, è stato osservato come il significato medievale di mons si riferisca ad una malga esistente sul Monte Sart e quindi della possibilità che esistesse a fondo valle un insediamento di carattere stabile. È quindi accettato il VI secolo-VII secolo anche per i Resiani quale riferimento più generale agli stanziamenti di quelle popolazioni appartenenti al ramo meridionale degli Slavi nell'arco Alpino e Prealpino Orientale che in seguito formeranno il popolo sloveno.

Invece, rinvenimenti archeologici romani e preromani nella vicina Resiutta vi testimoniano la presenza di un insediamento antecedente al VI secolo, mentre si fa menzione di un documento secondo il quale a Prato, nel 1098, esisteva una cappella dedicata alla Madonna. Dopo il loro insediamento, i Resiani seguirono le vicende storiche legate al Friuli, fino ai nostri giorni.

I Resiani, secondo il linguista polacco Baudouin de Courtenay, che li studiò a fondo nella seconda metà dell'800, "dovevano provenire da diverse tribù con diversi dialetti" e offriva la seguente classificazione dei principali, sottolineando l'importanza di questo fatto anche sotto il profilo etnografico: 1) di Lipovaz - San Giorgio; 2) di Gniva; 3) di Stolvizza; 4) di Oseacco 5) di Uccea. Resta d'indubbio interesse, sotto il profilo demografico e antropologico, la tipologia della popolazione resiana suggerita dalle varietà delle parlate e che, comunque, testimoniano per Resia la presenza di una situazione di accentuato isolamento e di forti localismi interni. Tale situazione di isolamento è stata confermata, fino a tempi recentissimi, dalle recenti indagini storico-demografiche eseguite sui registri di matrimonio per il periodo 1745 - 1905 (G. Rotta, 1987, 1988).

Si hanno ancora notizie su una suddivisione nei quattro territori di Gniva, Oseacco, San Giorgio e Stolvizza, definiti vuoi ora come pertinenze vuoi come ville o come comuni. Il Loschi cita il documento nel quale si elencano i quattro vassalli di Resia che nel 1336 prestarono giuramento di fedeltà all'Abate Ghiberto della vicina Moggio Udinese. Tale distinzione la ritroviamo nella descrizione della carta geografica del 1672 nella quale il Cancelliere di Moggio, Bernardino Nodaro, dava una descrizione dei confini delle quattro pertinenze. Quattro Comuni le ritroviamo aggregate a quella di San Giorgio, indicata nella descrizione della carta viaria di Resia del 1808 come capo-luogo. Da quadri d'insieme del Catasto del 1851, rileviamo ancora una suddivisione in territori. L'espansione degli insediamenti e delle aree di pertinenza resiane all'interno della valle fu caratterizzata da numerose liti che scoppiarono non solo fra gli stessi Comuni resiani, ma anche con gli abitanti della vicina Resiutta che vantavano diritti di pascolo sulle pendici del Monte Canin e in Planinizza, a ridosso dei Monti Musi, di cui si hanno notizie fin dalla seconda metà del XIV secolo.

Recenti indagini antropologico fisiche eseguite sulle popolazioni resiane (Corrain e Capitanio, 1987) hanno consentito, attraverso l'esame della distribuzione di diversi fenotipi ematologici, di accertare le caratteristiche genetiche delle quattro popolazioni anche attraverso confronti con le altre popolazioni, in particolare quelle dell'Europa centro orientale che risultarono negativi. Dai risultati dell'indagine è invece emerso come un'inattesa omogeneità interna consente di considerare valida la proposta di un comportamento medio della valle agli effetti dei vari confronti con l'esterno. Per questi confronti gli abitanti della valle vanno a costituire un isolato genetico quasi da manuale. Ciò non toglie che si verifichino, all'interno della valle, diversità distributive anche significative: a conferma d'una divisione in 4 gruppi di località su basi storiche e demografiche. I due autori, rilevavano inoltre di come "si fanno tuttora sentire gli effetti delle poche famiglie iniziali fondatrici...". Grazie all'interdisciplinarietà dell'osservazione della realtà resiana, lo scenario oggi più verosimile sull'origine dello stanziamento è quello di poche famiglie iniziali, forse una ventina, alcune, probabilmente, già fra loro imparentate, che si distribuirono nei vari villaggi della valle. L'isolamento successivo ha mantenuto nei secoli il patrimonio genetico dei fondatori. Si tratta di una situazione genetica ormai rarissima a trovarsi in Europa. Resia, come si è accennato, molto probabilmente nel VI secolo-VII secolo era già abitata. In tal senso, un forte indizio ce lo offre ancora una volta la genetica; la presenza solo nella popolazione di Oseacco del raro complesso, in Europa, ccDee. Un'elevata incidenza di tale complesso è stata rilevata anche nella vicina Resiutta. Al riguardo, suggeriscono gli autori: "quasi tutta la gente è venuta da là o là si è fermata, se pure non si tratti di un più antico substrato".

[modifica] La parlata

In Val Resia si parla un particolare dialetto, il resiano. Grazie alle leggi 482/99 e 38/01 approvate dal Parlamento italiano e ratificate dell'allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, sulla tutela delle lingue minoritarie, oggi è possibile insegnare a scrivere e leggere in resiano nelle scuole dell'obbligo, permettendo così di mantenere le scuole a Resia, altrimenti sarebbero trasferite a Moggio Udinese (comune di lingua friulana). Programmi Interreg 2007-2013 (finanziati dalla comunità Europea), prevedono, al di qua e al di là del confine (Slovenia-Italia), progetti transfrontalieri che stanno incidendo in maniera significativa nello sviluppo della Val di Resia. Volendo attuare progetti comuni con gli enti oltre confine, si è sentita la necessità che gli operatori del Parco delle Prealpi Giulie e delle associazioni che operano in Valle, imparassero anche la lingua slovena. Prima questi enti erano obbligati a ricorrere a traduttori esterni.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Sergio Barbarino (lista civica) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0433 53001 - 0433 53002 - 0433 53505
Email del comune: resia@com-resia.regione.fvg.it

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Bibliografia

  • Roberto Dapit - Il resiano di fronte allo sloveno standard, studi italiani di linguistica teorica e applicata, 2005, pp. 431-447.
  • Roberto Dapit (a cura di), Silvana Paletti - Rozajanski sercni romonenj/La lingua cuore/Rezijanska srcna govorica, 2003.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni



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