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Salento - Wikipedia

Salento

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

bussola Nota disambigua – Se stai cercando altri luoghi, vedi Salento (disambigua).
Salento
Stati: Bandiera dell'Italia Italia
Regioni amministrative: Bandiera della Puglia Puglia
Territorio: Tutta la provincia di Lecce, la parte centro-meridionale della provincia di Brindisi e la parte orientale della provincia di Taranto.
Capoluogo: {{{capoluogo}}}
Superficie: 5.329 km²
Abitanti: 1.539.336  (2007)
Densità: 289 ab./km²
Status: {{{status}}}
Lingue: italiano, leccese, brindisino, gallipolino, tarantino, dialetti apulo-salentini, griko, arbëreshë
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Collocazione del Salento in Italia
[{{{sito}}} Sito Internet principale]
Veduta di Otranto
Veduta di Otranto
« I riverberi, i luccichii, i soffi dei due mari sembrano quasi incontrarsi a mezz'aria. Così tutto si presenta lucido, come se fosse avvicinato da un effetto ottico, ed insieme ingannevole. Sembra anche di essere sul mare se si alzano gli occhi, contemplando le nuvole che galoppano velocemente tra l'Adriatico e lo Ionio. Il Salento è una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, è pieno di dolcezza; resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero. »
(Guido Piovene - Viaggio in Italia)

Il Salento, noto anche come penisola salentina e popolarmente conosciuto come Tacco d'Italia, è una subregione dell'Italia che si estende sulla parte meridionale della Puglia, tra il mar Ionio ad ovest e il mar Adriatico ad est.

Gli abitanti dell'area, che comprende l'intera provincia di Lecce, quasi tutta quella di Brindisi e parte di quella di Taranto, si distinguono per caratteristiche glottologiche e culturali ben diverse da quelle del resto della regione. Il capoluogo del Salento è Lecce, città di origini messapiche e romane, rinomata per il suo splendido barocco. Da un punto di vista storico il Salento ha fatto parte per molti secoli dell'antica circoscrizione denominata Terra d'Otranto.

Indice

[modifica] Toponimo

Il toponimo Salento ha origini incerte. Uno studio di Mario Cosmai lo farebbe derivare da "sale", inteso come "terra circondata dal sale-mare": i Romani, infatti, indicavano con Sallentini gli abitanti delle paludi acquitrinose che si addensavano intorno al Golfo di Taranto[1].

Secondo Strabone, il toponimo deriverebbe dal nome dei coloni cretesi che qui si stabilirono, chiamati Salenti in quanto originari dalla città di Salenzia[2].

L'ipotesi di Marco Terenzio Varrone, invece, è quella di un alleanza stipulata "in salo", ovvero in mare, fra i tre gruppi etnici che popolarono il territorio: Cretesi, Illiri e Locresi[3].

[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia della Puglia.

[modifica] Estensione della penisola salentina

« Terra tra i due mari Adriatico e Ionio partendo da una linea condotta dal punto più interno del golfo di Taranto fino alla contrada del Pilone a nord di Ostuni »
(Cosimo De Giorgi, Cenni di geografia fisica della provincia di Lecce, Lecce, 1889)
Limiti geografici e culturali della penisola salentina
Limiti geografici e culturali della penisola salentina

La penisola salentina, da un punto di vista meramente geografico, è separata dal resto della Puglia da una linea ideale che dal punto più interno del Golfo di Taranto (nel territorio di Massafra) arriva fino all'Adriatico, in corrispondenza dei resti della città messapica di Egnazia (nel territorio di Fasano), ai confini con l'antica Peucezia.

Tuttavia, intendendo il Salento come un'entità culturale, più che geografica, si è soliti spostare i confini leggermente più a sud, lungo la linea che da Taranto, attraverso Grottaglie, San Michele Salentino e Ceglie Messapica, giunge fino a Ostuni. Così definito, il Salento ha quali suoi vertici ideali:

  • Taranto, nell'omonima provincia;
  • Pilone, nel territorio di Ostuni in provincia di Brindisi,
  • Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce, che rappresenta il centro abitato più meridionale della Puglia.

La penisola salentina è il territorio più a Est d'Italia, e Punta Palascìa o Capo d'Otranto[4] ne costituisce l'estremità orientale. Secondo le convenzioni nautiche, da Punta Palascìa parte la direttrice ideale che separa il mar Ionio dal mar Adriatico.

[modifica] Suddivisioni interne

Da un punto di vista geografico, la penisola ha una configurazione pianeggiante in cui si distinguono pochi rilievi collinari nella parte settentrionale (basse Murge) e in quella meridionale (Serre salentine). Può essere quindi suddivisa in:

Una depressione, nota come soglia messapica, separa le ultime propaggini delle Murge dalla Piana messapica.

Sistemi pedologici della penisola salentina
Sistemi pedologici della penisola salentina

Dal punto di vista pedologico, è possibile dividere la Piana messapica in due sottosistemi paesaggistici distinti[5].
Il primo, più orientale, si estende dal brindisino fino ad Otranto ed ha una morfologia quasi completamente pianeggiante o leggermente ondulata, mentre risulta più movimentata nelle aree a ridosso delle Murge, non superando mai i 200 m sul livello del mare.
Il secondo sottosistema, compreso fra l'Arco Ionico tarantino a nord-ovest e la pianura del brindisino ad est, presenta una morfologia nel complesso ondulata, con quote variabili a partire dal livello del mare fino ai 140 m.
L'area delle Serre salentine ha invece una morfologia variabile da leggermente ondulata a marcatamente ondulata, con poche aree pianeggianti e con quote variabili a partire dal livello del mare fino a superare i 140 m. Le pendenze qui presenti possono essere ripide o addirittura trasformarsi in scarpate.
Le restanti aree del territorio salentino non costituiscono un sottosistema pedologico a sé stante, ma confluiscono in parte nel sottosistema dell'Arco Ionico Tarantino, in parte nel sottosistema delle basse Murge e, relativamente al tratto costiero di Ostuni, nel sottosistema del Litorale sub-murgiano Mola-Ostuni.

[modifica] Clima

La penisola salentina, essendo protesa nel mare, è caratterizzata da un clima più umido rispetto al resto della Puglia, dove invece la presenza dell'Appennino riduce l'apporto di umidità dei venti provenienti da ovest. L'umidità non si traduce in precipitazioni, comunque più cospicue rispetto alla Puglia settentrionale, ma determina una più netta alterazione della temperatura percepita: le stagioni estive, soprattutto nelle aree più meridionali, sono particolarmente afose, mentre le stagioni invernali, sia pure molto miti e abbondantemente al di sopra dello zero anche nei periodi più freddi, appaiono gelide soprattutto in presenza di vento.

[modifica] Paesaggio

Ulivo secolare delle campagne intorno a Maglie
Ulivo secolare delle campagne intorno a Maglie
Ulivi nelle campagne di San Vito dei Normanni
Ulivi nelle campagne di San Vito dei Normanni
Una pianta di fico d'India
Una pianta di fico d'India
Panorama di Leuca dal promontorio del Santuario
Panorama di Leuca dal promontorio del Santuario
Torre di avvistamento a  Torre dell'Orso
Torre di avvistamento a Torre dell'Orso
La torre di Roca Vecchia
La torre di Roca Vecchia
Trullo o "pagghiaru" nei dintorni di Lizzano
Trullo o "pagghiaru" nei dintorni di Lizzano

Il paesaggio presenta molti elementi caratteristici. L'agro salentino è quasi ovunque coltivato, e la vegetazione arborea è per lo più costituita da distese di ulivi secolari, dai tronchi contorti e di grandi dimensioni. La proprietà terriera è generalmente suddivisa in piccoli appezzamenti, separati dai tipici muretti a secco. La pietra è da sempre utilizzata anche per realizzare diverse costruzioni a secco, utilizzate dai contadini per riposare o per riporvi gli attrezzi da lavoro. Tali costruzioni (definite a seconda delle zone furnieḍḍi, pajare, ecc.) sono più simili ai nuraghi sardi che ai trulli pugliesi.

Numerose sono le masserie fortificate risalenti per lo più al XVI, XVII e XVIII secolo. I paesi, in genere poco popolosi, hanno un aspetto orientaleggiante e sono caratterizzati dal bianco intenso delle costruzioni che li rende abbacinanti nelle giornate di sole. In un paesaggio orograficamente poco caratterizzato, essi spiccano quindi rispetto alla campagna, dominata dal colore rossiccio di un terreno dove è alta la presenza di ferro, a differenza della Puglia centro-settentrionale, dove invece questa colorazione sanguigna è molto più rara. Da un punto di vista cromatico il mare assume una colorazione blu scuro se osservato dalla alte scogliere a strapiombo sul mar Adriatico, e più tenue ma vario nelle sue sfumature (verde smeraldo, verdino, celeste, ecc.) se osservato dalle spiagge sabbiose o dalle basse scogliere del mar Ionio. Lungo le coste di entrambi i mari, i centri abitati non sono numerosi; è però possibile ammirare le numerose ed antiche torri costiere di avvistamento, di forma quadrangolare o circolare, costruite nel corso dei secoli per difendersi dall'arrivo delle orde piratesche.

[modifica] Flora

Si stima che la flora nel Salento annoveri circa 1.500 specie.[6] Una delle peculiarità della flora salentina è quella di comprendere numerose specie con areale mediterraneo-orientale, assenti nel resto della penisola, e diffuse invece nella penisola Balcanica, condizione questa favorita dalla vicinanza delle opposte sponde adriatiche (tra Capo d’Otranto e le coste albanesi ci sono solo 80 Km) e dalla presenza di condizioni ambientali analoghe. Sono presenti comunque anche numerose specie ad areale mediterraneo-occidentale, condivise con il resto della penisola[7]
. Oltre che dai già citati ulivi secolari che caratterizzano il territorio, la vegetazione è costituita anche dal fico d'India, che cresce spontaneamente sia all'interno sia lungo la costa, e dal mandorlo, che inizia a fiorire già a metà gennaio. In primavera, la terra sotto gli ulivi, il ciglio dei sentieri e delle strade, nonché gli interstizi dei muretti a secco, si ricoprono di fiori in un'esplosione cromatica che va dal giallo intenso dei crochi al rosso dei papaveri.
Durante l'estate, il colore sanguigno della terra diventa protagonista con il verde della macchia mediterranea. Le bacche policrome annunciano poi l'autunno ed il successivo mite inverno.

Tra le specie condivise con i paesi balcanici la più maestosa è senz'altro la quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis), presente in Italia solo nel Salento meridionale, nei dintorni di Tricase. Altra specie di quercia ad areale mediterraneo-orientale tipica del Salento è la quercia di Palestina (Quercus calliprinos) che qui forma boschi puri o misti con il leccio. Altre specie a diffusione balcanica sono il kummel di Grecia (Carum multiflorum), la poco diffusa erica pugliese (Erica manipuliflora) ed altre specie che popolano le garighe salentine quali lo spinaporci (Sarcopoterium spinosum) e lo spinapollici (Anthyllis hermanniae).

Sulla costa rocciosa tra Otranto e Leuca si possono trovare specie endemiche della flora rupestre come il fiordaliso del Capo di Leuca (Centaurea leucadea), l'alisso di Leuca (Aurina leucadea), il garofano salentino (Dianthus japigycus), la campanula pugliese (Campanula versicolor), il cardo-pallottola spinoso (Echinops spinosissimus) e il limonio salentino (Limonium japigycum), mentre sulle dune crescono macchie di ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus).

Notevole è anche la presenza di molte specie di orchidee spontanee, quali l'Orchis laxiflora, l'Ophrys apifera, l'Ophrys candica, l'Orchis palustris e la Serapias politisii che crescono nelle aree paludose, nei pascoli o tra la macchia mediterranea.

[modifica] Fauna

Per quanto concerne la fauna del Salento vi si possono annoverare numerose specie di uccelli quali la gru, l'airone grigio (Ardea cinerea), il germano reale (Anas platyrhynchos), il tarabuso (Botaurus stellaris), la ghiandaia marina (Coracias garrulus), il fistione turco (Netta rufina), il gheppio (Falco tinnunculus), nonché numerose specie di rettili, come lucertole e gechi, di mammiferi, quali ricci, volpi e faine, e di antropodi, quali scorpioni e tarante [8].

[modifica] Demografia

Le tre province di Brindisi, Lecce e Taranto, alle quali oggi ci si riferisce con l'espressione Grande Salento e la cui estensione ricalca grosso modo l'antica Terra d'Otranto, ha una popolazione complessiva di 1.793.023 unità. Se si escludono la parte occidentale della Provincia di Taranto e i comuni di Cisternino e Fasano in provincia di Brindisi, sui quali non c'è unanimità di giudizio circa l'appartenenza al Salento, la popolazione ammonta invece a 1.539.336 abitanti.

Zona Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Provincia di Lecce 808.939 2.759 293,2
Provincia di Taranto
(parte orientale)
376.854 913 412,7
Provincia di Brindisi
(parte centro-meridionale)
353.543 1.657 213
Totale Salento 1.539.336 5.329 288,9
Cisternino e Fasano 50.243 182 276
Provincia di Taranto
(parte nord-occidentale)
203.444 1.524 133,5
Totale delle tre province 1.793.023 7.035 254,9

[modifica] Centri più popolosi

Sono otto i comuni del Salento che registrano una popolazione superiore ai 30.000 abitanti* (dati ISTAT del 1° gennaio 2007):

Provincia Comune Stemma città Popolazione
Taranto 196.369
Lecce 93.529
Brindisi 90.222
Francavilla Fontana 36.469
Provincia Comune Stemma città Popolazione
Grottaglie 32.746
Ostuni 32.591
Manduria 32.708
Nardò 30.886

Ad essi si aggiungono, nel caso si considerino i confini geografici della penisola salentina, i centri di Martina Franca (49.156 abitanti), Fasano (38.563 abitanti) e Massafra (31.548 abitanti).

[modifica] Storia

Le colonne doriche a Taranto
Le colonne doriche a Taranto
Le colonne poste alla fine della Via Appia a Brindisi
Le colonne poste alla fine della Via Appia a Brindisi
L'anfiteatro romano di Lecce
L'anfiteatro romano di Lecce
Un torrione del castello di Otranto
Un torrione del castello di Otranto
Per approfondire, vedi la voce Storia del Salento.
« E qui ne' Salentini / i suoi Cretesi Idomeneo condusse. »
(Virgilio - Eneide, III. Traduzione di Annibal Caro)
« I Greci chiamarono la Calabria Messapia dal nome del loro comandante, e prima ancora Peucezia, da Peucezio, fratello di Enotro, che risiedeva nel territorio del Salento. »
(Plinio il Vecchio - Storia naturale, III, 99. Traduzione di Giuliano Ranucci)

La penisola salentina, dai greci anticamente chiamata Messapia ("Terra fra due mari"), era appunto abitata dai Messapi, di origine probabilmente illirica, che difendevano la propria autonomia dall'invadenza dell'antica città greca di Taranto. Tale inimicizia fra le due popolazioni fu anche narrata da Erodoto, quando raccontò della guerra scatenatasi intorno al 474 a.C. fra Taras e la Lega Peuceta, di cui i Messapi facevano parte. In seguito ai conflitti tra Roma e Taranto, cominciati nel 280 a.C. e che sancirono la decadenza della città italiota, il Salento si latinizzò a tal punto da contribuire alla nascita della letteratura latina con figure di spicco quali Ennio e Pacuvio. Brindisi con il suo porto, importante a causa della sua posizione, intorno al 240 a.C., venne elevata al rango di municipio e ai brindisini fu riconosciuta la prestigiosa cittadinanza romana. La città adriatica divenne un porto trafficatissimo e caposcalo per l'Oriente e la Grecia, infatti molti romani illustri transitarono da Brindisi, diretti in Grecia. Cicerone scrisse le "Lettere Brindisine"[9] e Marco Pacuvio realizzò alcune sue tragedie; a Brindisi morì Virgilio, mentre tornava da un viaggio in Grecia. La regione era anche abitata da altre due popolazioni di origine affine, i Calabri e i Sallentini. E con il nome di Calabria confluì ai tempi dell'imperatore Augusto nella Regio II Apulia et Calabria.

Particolarmente colpita durante la guerra greco-gotica, divenne poi terra di confine fra Longobardi e Bizantini.

Tra IX e X secolo il Salento fu spesso assalito dai Saraceni, che si stanziarono a macchia di leopardo sul territorio per periodi più o meno lunghi, fieramente contrastati dai Bizantini, che con Basilio I avevano nel frattempo strappato ai Longobardi l'intera Puglia, istituendovi il Thema di Longobardia. Nel 927 i Musulmani distrussero la città di Taranto, che fu ricostruita solo quarant'anni dopo grazie all'Imperatore bizantino Niceforo II Foca. In seguito alla conquista normanna furono fondati la Contea di Lecce e nel 1088 il Principato di Taranto. Lecce, in particolare, che dette anche i natali al re normanno Tancredi d'Altavilla, uscì in questo periodo dalle nebbie del medioevo per assurgere a centro principale della penisola salentina, da allora ufficialmente denominata "Terra d'Otranto".

Nel 1384, sotto gli Angioini, il principe di Taranto Raimondo Orsini Del Balzo - in seguito al matrimonio con la contessa di Lecce Maria d'Enghien - diventò uno dei più ricchi e potenti feudatari del Regno. Alla sua morte, nel 1406, il Re di Napoli Ladislao giunse in armi sotto le mura di Taranto per rivendicarne il possesso, ma Maria d'Enghien, vedova di Raimondino, lo respinse per due volte. Alla fine Ladislao propose di sposare la contessa, ottenendo per via diplomatica ciò che non era riuscito a conquistare con la forza.

Nel 1480, sotto gli Aragonesi, Otranto fu invasa dai Turchi guidati da Ahmet Pascià, che provocò l'eccidio di 800 persone che rifiutarono la conversione all'Islam. Fu questo l'episodio più eclatante di una lunga serie di assalti turchi e barbareschi, che si fecero particolarmente intensi nel XVI secolo, tanto che vennero edificate centinaia di torri lungo le coste, per poter avvistare in tempo le navi corsare.

Le successive dominazioni spagnole e borboniche ridussero la Terra d'Otranto ad una regione anche politicamente periferica. Va però segnalata una fiorente attività artistica fra XVI e XVIII secolo, che ha fatto di Lecce uno dei centri più cospicui del barocco.

Dopo l'Unità d'Italia, con la legge del 20 marzo 1865, fu infine costituita la 56° circoscrizione statale, originariamente comprendente tutte e tre le attuali province salentine, con Lecce capitale e sede dell’ufficio di Prefettura e Tribunale competente su tutta la vecchia "Terra d'Otranto".

Con l’avvento del fascismo, furono istituite le nuove province. La provincia di Taranto fu istituita con decreto del 2 settembre 1923, n.1911, quella di Brindisi con la legge 22 dicembre 1927.

[modifica] Cultura salentina

Sia dal punto di vista linguistico sia da quello architettonico, folkloristico ed enogastronomico, la penisola salentina si caratterizza per tratti comuni che la distinguono dal resto della regione.
Una questione da tempo dibattuta è quella relativa ai confini culturali del Salento che non corrisponderebbero ai limiti geografici della penisola salentina, ma delimiterebbero un territorio più piccolo, variabile a seconda dell'elemento caratterizzante che viene preso in considerazione. Ad esempio, la convenzione qui seguita, precedentemente definita, pone al di fuori del Salento i territori (che da un punto di vista geografico possono pur sempre definirsi salentini) di Massafra, Statte, Montemesola, Crispiano, Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Fasano. Ma, nel caso in cui faccia da discriminante il dialetto, rimarrebbero fuori anche centri importanti come Taranto o Ostuni, mentre si arriva ad includere Egnazia, nei pressi di Fasano, se si fa riferimento alla cultura messapica, o Martina Franca, posta in piena Valle d'Itria, se si guarda all'architettura barocca[10].
Va infine ricordato che, nell'interpretazione dei limiti territoriali della cultura salentina, ha giocato un ruolo nel corso del '900 anche una certa esigenza di autonomia culturale da Lecce delle nuove province di Brindisi e Taranto, alla quale i leccesi hanno risposto serrando le fila e rivendicando per se stessi il marchio esclusivo del concetto di salentinità. Anche per effetto di queste considerazioni, ancora oggi in taluni contesti, si fa erroneamente coincidere il Salento con la sola provincia di Lecce.

[modifica] Profilo linguistico

Perché a Taranto non si parla il salentino
Il dialetto tarantino[11] si è differenziato da quelli salentini durante il periodo bizantino e longobardo.
Esistendo questa iniziale diversità, i vari popoli che si susseguirono nel controllo del Salento (Saraceni, Normanni, Angioini, Spagnoli, Francesi) lasciarono un'impronta linguistica differente sulla città ionica rispetto agli altri centri salentini.
Il dialetto attualmente parlato a Taranto si è poi sviluppato in maniera ancora più autonoma dalla metà del XX secolo. Leggendo infatti vecchi testi dialettali risalenti agli anni '30-'40 (tra i quali quelli di Tommaso Gentile), si scopre che la fonetica era molto più vicina a quella salentina, in quanto le pre e post-toniche venivano ancora pronunciate distintamente, si usavano gli articoli determinativi lu e li, così come altri accorgimenti.
Oggi in città convivono due tipi di accenti, a seconda della zona e della provenienza degli abitanti immigrati in loco: uno prettamente tarantino e l'altro più simile al salentino.
Di fatto, i comuni orientali della provincia, anche quelli molto vicini alla città (come San Giorgio Jonico) hanno un dialetto salentino.


Il territorio in cui si parla il meridionale estremo

[modifica] I dialetti

Per approfondire, vedi le voci brindisino, leccese, tarantino e gallipolino .

Nel Salento, tra Ostuni, Ceglie, Taranto a nord, e Grottaglie, Francavilla, San Vito a sud cade la linea di confine fra le due grandi famiglie dei dialetti dell'Italia meridionale. Il dialetto salentino (talvolta ritenuto lingua e non dialetto[12]) è molto diverso da quelli della Puglia centro-settentrionale: a differenza di questi ultimi, appartenenti alla tipologia dei dialetti italiani meridionali, esso è classificato come meridionale estremo e costituisce una variante della lingua siciliana, molto simile in particolare al siciliano orientale. Esemplare, a tal proposito, la confusione su cui giocò il cantante e attore Domenico Modugno, cresciuto a San Pietro Vernotico, che per lungo tempo fu considerato siciliano e per tutta la carriera interpretò personaggi siciliani al cinema e in teatro.

Le principali differenze tra il dialetto salentino e il pugliese riguardano tanto la fonetica quanto l'aspetto lessicale e della costruzione periodale. Tale costruzione influenza anche il cosiddetto "italiano regionale", ad esempio, con la tendenza a porre il verbo alla fine della frase ("Chi è?" "Io sono") e, nell'area di Martano, ad utilizzare (come in Sicilia e Calabria Centro-Meridionale) un unico tempo perfetto per le azioni finite, indifferentemente da quanto tempo è passato dallo svolgimento dell'azione, cioè senza distinguere tra passato prossimo e passato remoto (esattamente come il perfetto del latino). Tale tempo perfetto possiede terminazioni simili al passato remoto italiano, per cui è quasi sempre erroneamente confuso con questo (se fosse "remoto" dovrebbe riguardare solo azioni compiute da un tempo, appunto, remoto). Ad esempio: "Che dicesti?" per "Che hai detto?".
Per quanto riguarda la fonetica, nel dialetto pugliese tutte le vocali, ad eccezione della a protonica, hanno perduto ogni vivacità di colore accostandosi alla e muta francese, mentre le vocali accentate sono diventati dei dittonghi dalle tinte svariate. Nel salentino invece non ci sono vocali indistinte (sistema pentavocalico); la o si è chiusa quasi sempre in u, mentre la e accentata in i.
È inoltre possibile operare una distinzione tra dialetto leccese e dialetto brindisino: in quest'ultimo anche la "e" non accentata (in particolare quando è in finale di parola) viene resa sempre con "i" (lu mari invece di lu mare), il gruppo "ll" viene reso con "dd" (cavaddu) anziché con il corrispondente suono invertito "ḍḍ" (leccese cavaḍḍu), il gruppo latino "str" rimane pressoché inalterato, mentre nel leccese viene reso con "sc" ("nostro" in brindisino è nueštru, in leccese nesciu), si nota la tendenza a troncare i verbi all'infinito, mentre il leccese si contraddistingue per non troncare mai le parole (anzi nel completare con una vocale anche gli apporti stranieri terminanti in consonante, come càminu per camion). Nel leccese infine non viene quasi mai pronunciata la lettera "v" (uluntà in luogo di vuluntà); in caso di incontro tra due vocali (specialmente se identiche) viene sostituita da una b (betacismo): addù sta' bbài?, "dove stai andando?".

Il dialetto tarantino, solitamente classificato come appartenente ai dialetti pugliesi, insieme al barese ed al foggiano, è parlato a Taranto ed in alcuni comuni della provincia a nord-ovest del capoluogo, esterni al Salento. Allo stesso modo, in provincia di Brindisi, i dialetti parlati a Ostuni, Ceglie Messapica, Villa Castelli e San Michele Salentino (oltre a quelli di Fasano e Cisternino) sono da ritenersi pugliesi, con delle influenze salentine più o meno marcate.

[modifica] La Grecìa salentina e le enclaves Arbëreshë

Il logo della Grecìa Salentina
Il logo della Grecìa Salentina

Nel territorio del Salento esistono inoltre delle peculiari enclaves etnico-linguistiche.
In buona parte della regione storica della Grecìa Salentina, nel Salento centrale, si parla un dialetto neo-greco noto come grecanico o griko, che trae probabilmente origine da migrazioni medioevali.

Il parlamento italiano ha riconosciuto la comunità greca del Salento come gruppo etnico distinto e come minoranza linguistica col nome di "Minoranza linguistica grica dell'Etnia Grico-salentina".
Il territorio della Grecìa salentina, caratterizzato da un'identità culturale a sé stante, comprende attualmente un'area un po' più vasta della sola isola linguistica e racchiude undici comuni, nove dei quali di lingua ellenofona, per un totale di 54.278 abitanti (dati Istat al 31 dicembre 2005): a Calimera, Castrignano de' Greci, Corigliano d'Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino della provincia di Lecce, si aggiungono Carpignano Salentino e Cutrofiano, di recente ingresso e non ellenofoni.

A partire dal XV secolo, inoltre, con la diaspora albanese guidata da Giorgio Castriota Skanderbeg, si è stabilita nel Salento una piccola enclave arbëreshë attorno al comune di San Marzano di San Giuseppe (TA), così come è avvenuto anche in altre regioni del centro-sud.

Per approfondire, vedi le voci Grecìa salentina e Arbëreshë.

[modifica] Estratti dai dialetti

Segue un confronto tra i dialetti brindisino, leccese e tarantino basato sul Padre Nostro:

Tata nuestru (brindisino)
Tata nueštru
ca štaj a 'n'cielu
cu ssia santificatu lu nomi tua
cu veni lu regnu tua
cu ssia fatta la 'uluntà tova
comu a 'n'cielu cussì a 'n'terra
tanni osci lu pani nueštru sciurnalieru
e pirdùnini li piccati nueštri
comu nui li pirdunamu alli debbituri
nueštri
e no nni 'nnùciri 'n'tantaẓẓiuni
ma llìbbirini ti lu mali.
E cussì ssia.
Pare nešciu (leccese)
Pare nešciu
ca staj a 'n'cielu
cu ssia santificatu lu nome tou
cu bbegna lu regnu tou
cu ssia fatta la 'uluntà toa
comu a 'n'cielu cussì a 'n'terra
tanne osce lu pane nešciu sciurnalièru
e pirdùnane li piccàti nešci
comu nui li pirdunàmu alli debbitóri
nešci
e nun nne 'nnùscere 'n'tantaẓẓióne
ma lìbberane te lu male.
E cussì ssia.
Paternostre (tarantino)
Paternostre
ca stàje 'ngiele
cu ssía sandefecáte 'u nome tuje
cu avéne 'u règne tuje
cu ssía fatte 'a vulendà toje
accume 'ngiéle accussij' 'ndèrre
danne ôsce 'u pane nuèstre sciurnalére
e pperdònene le peccate nuèstre
cume nu' le cumbiatíme a lle
debbettúre nuèstre
e nno' n'annùscere 'ndendazzióne
ma lìbberene d'ô male.
Amen.

[modifica] Architettura e urbanistica

Rosone della Chiesa di Santa Croce a Lecce
Rosone della Chiesa di Santa Croce a Lecce

Il paesaggio architettonico richiama le città della Grecia per la predominanza assoluta delle case bianche "a calce", senza tetto (con solaio), soprattutto in campagna e sulla costa, ma i centri storici sono caratterizzati dal barocco leccese, un lascito spagnolo del Plateresco, che rispetto al Barocco del resto d'Italia si spoglia della sovrabbondanza pittorica degli interni e trasforma le facciate esterne di chiese e palazzi in veri arazzi scolpiti. In ciò, molta importanza ha avuto la locale "pietra leccese", tenera e malleabile e dal caldo colore giallo rosaceo.

Loggia Balsamo in piazza Duomo a Brindisi
Loggia Balsamo in piazza Duomo a Brindisi

La struttura tipica dei centri storici salentini, quindi, è caratterizzata da un tessuto molto compatto (non c'è separazione fra le case) di vicoli bianchi dalle pareti dipinte a calce sempre ravvivata (ad eccezione della città di Lecce e dell'area di Maglie, dove anche le case di civile abitazione sono costruite nella pietra bianco-rosacea proveniente dalle cave di Cursi) sui cui muri campeggiano gli accesi colori degli infissi, inframmezzati da palazzi nobiliari e chiese d'epoca barocca in pietra viva.

Tipica l'entità architettonico-urbanistica della casa a corte di origine araba e diffusa anche in Sicilia. Molti vicoli, infatti, dispongono di quelli che apparentemente sono altri vicoli perpendicolari, ma si rivelano ciechi, terminando pochi metri più in là. Su tale spazio urbano, definito corte (dal latino cohorte, "spazio che comprende l'orto", "recinto"), si affacciano le porte e le finestre di molte abitazioni, col voluto risultato di farne uno spazio di vita comune, una sorta di popolare "salotto" dove, nei tempi andati, molte famiglie vivevano gran parte della giornata chiacchierando, ricamando e aiutandosi nelle faccende domestiche.

In genere, oltre all'arredamento povero di piantine in vaso, in una corte non manca mai la caratteristica pila comune, una sorta di lavatoio in pietra corredato di una parte scanalata (stricaturu) su cui strizzare i panni. In alcune aree, addirittura, tali corti sono occultate da un portone (mignano) che finge l'ingresso di una abitazione, rivelandosi, una volta invece aperto, l'ingresso di questo spazio multi-familiare.

[modifica] Tradizioni musicali

Per approfondire, vedi le voci Tradizioni dialettali di Taranto e Cantanti e gruppi musicali di lingua grika.
Ballerini di pizzica durante il concerto dei Taricata
Ballerini di pizzica durante il concerto dei Taricata

Di particolare interesse antropologico sono l'ormai estinto fenomeno del tarantismo, una forma isterica di straordinario impatto scenico, e l'invece rimontante culto per la pizzica, la musica tradizionale e battente che un tempo accompagnava i riti di guarigione delle tarantate, cioè delle donne che si credeva fossero state morse dalla tarantola. In realtà, si trattava di un originale modo di manifestarsi dell'isteria. L'antropologo Ernesto de Martino condusse degli storici studi sul fenomeno, poi confluiti nel classico testo "Viaggio nella terra del rimorso".

Nella pizzica pizzica tradizionale si balla in coppia. La coppia non necessariamente deve essere formata da individui di sesso opposto: abbastanza comunemente danzano insieme due donne, mentre al giorno d'oggi è sempre più raro osservare due uomini ballare insieme, nonostante in passato la danza fra due uomini fosse molto più frequente di quella fra un uomo ed una donna. Un esempio di danza tra due uomini è riscontrabile, però, ancora oggi nella tradizione ostunese, dove è comune vedere due uomini a ballare, dove uno dei due impersona, o meglio, imita ironicamente, il ruolo della donna.

Una menzione particolare merita la tradizionale pizzica-scherma (erroneamente definita "danza delle spade"), in cui la pizzica assume ancor più chiaramente la forma di colonna sonora di uno psicodramma, di tipo maschile e "guerriero" piuttosto che femminile e "sensuale".

Negli ultimi anni quello della pizzica e della revisione formale del tarantismo, ormai svuotato dei suoi connotati antropologici tradizionali, in forme musicali contaminate e moderne ha assunto dimensioni di fenomeno culturale, al punto da farne il più caratteristico e famoso dei segni di riconoscimento del Salento, che esporta ormai, quasi come trademark, questa forma musicale ovunque.

[modifica] Enogastronomia

[modifica] Cucina salentina

Il rustico
Il rustico

La cucina salentina è caratterizzata da numerosi piatti tipici, soprattutto a base di verdure e pesce. Anche la carne ha un suo spazio, in particolare la carne equina e di agnello nelle preparazioni più tipiche. Fra gli alimenti più caratteristici si distinguono i pezzetti, uno spezzatino di carne di cavallo al sugo piccante, e la pitta di patate (una pizza bassa di purea di patate farcita con cipolle, capperi, olive nere, pomodoro, e altri ingredienti), ciceri e trya (una pasta e ceci dove una parte della pasta fatta in casa viene fritta e aggiunta alla fine). U purpu alla pignata che sarebbe il polpo cotto in umido e la scapece (alici o sardine con pangrattato e marinatura di aceto con zafferano), sono degli esempi di piatti di pesce, come pure la tajeḍḍa di riso, patate e cozze. Tipico anche il pane con le olive chiamato puccia. Per quel che riguarda la gastronomia "da passeggio", il rustico, è composto da una sfoglia sottile (cotta al forno) contenente un impasto di mozzarella, pomodoro besciamella e pepe. Altro alimento tipico sono le friseḍḍe o frise, ciambelle di pane biscottato fino ad una consistenza di grande durezza, realizzato con farina di grano o di orzo (recentemente anche di farro) e tagliato a metà cottura in senso orizzontale, che va ammorbidito mediante breve immersione in acqua e quindi condita con olio, sale e pomodoro. Diffuse anche sono le pittule, frittelle di forma grossolana bianche il cui impasto può essere anche arricchito con pomodori e capperi, alici, cavolfiori, rape. Molto rinomata è la pasticceria, più simile a quella siciliana che alla pugliese, in cui si distinguono il pasticciotto leccese (pastafrolla di forma predefinita ripiena di crema pasticcera), il fruttone (simile nella forma al pasticciotto, con la differenza che la parte superiore è ricoperta di cioccolato ed all'interno della pasta frolla vi è una base di pasta di mandorla con sopra marmellata o cotognata), le bocche di dama, la pasta di mandorla (tipico a Pasqua è l'agnello di pasta di mandorle col ripieno di faldacchiera o di perata), lo spumone salentino, i mustazzoli, la cùpeta ecc.

[modifica] Vini salentini

Nel dialetto salentino, per indicare il vino, si usa la parola "mieru". Tale espressione è dovuta al carattere vigoroso e intenso del vino prodotto nel Salento, e ha origine dall'espressione latina merum ("vero", "schietto") con la quale i Romani lo definirono per distinguerlo da quello greco, più leggero e annacquato.

L'importanza del vino è sottolineata dai festeggiamenti in onore di San Martino di Tours (11 novembre), giorno in cui la tradizione contadina vuole che il mosto si trasformi in vino. I festeggiamenti sono diffusi in tutto il Salento e la tradizione prevede che vengano stappate alcune bottiglie di vino imbottigliate durante la vendemmia precedente e venga assaggiato il vino novello.

Solo negli ultimi anni il Salento ha cominciato ad investire a fondo nei vini di qualità, con risultati straordinari e riconoscimenti nelle più importanti rassegne vinicole. Sono da rimarcare i rossi prodotti con il Primitivo, con il Negroamaro e con la Malvasia nera; i bianchi con la Malvasia bianca, con il Bombino bianco e con il Verdeca; infine i tradizionali rosati, anch'essi fortemente rivalutati con etichette che hanno raggiunto standard qualitativi molto elevati.

Meno noti, ma non per questo meno validi, vitigni minori come il Bombino nero, l'Aleatico di Puglia, l'Ottavianello, e il Susumaniello per i rossi; il Bianco di Alessano, e il Pampanuto per i bianchi.

[modifica] Politica

Il Salento, nonostante la sua uniformità, resta una regione soprattutto culturale senza dei veri riferimenti politici, nonostante più volte si sia cercato di identificare sotto un unico profilo politico l'intero territorio.

[modifica] Regione Salento

Il magliese Aldo Moro
Il magliese Aldo Moro

Durante i lavori dell'Assemblea Costituente fu avanzata la proposta di fare della Puglia e del Salento due regioni distinte. Il 17 Dicembre 1946, dopo la relazione di Giuseppe Codacci Pisanelli, la Regione Salento fu istituita sulla carta, ma quando si arrivò alla ratificazione in aula, il 29 Novembre 1947, essa non era più prevista. Stando all'intervento in assemblea del socialista Vito Mario Stampacchia, la Regione Salento sarebbe stata sacrificata in seguito ad un accordo fra DC e PCI in difesa dei forti interessi economici baresi. Principale artefice di questo accordo fu il magliese Aldo Moro.
Nel 1970, con l'attuazione delle Regioni, l'istituzione della Regione Salento sfuggì nuovamente e, anche questa volta, con la sensazione, per i salentini, di una crudele beffa, dato che il sogno dell'autonomia svanì per un solo voto.

Nel 1987 la proposta di Legge per l'istituzione della Regione Salento (proposta di Legge Memmi-Meleleo)venne bocciata alla Camera dei Deputati.

In tempi più recenti, l'autonomia del Salento è stata riproposta con il disegno di legge 4232/XIII, decaduto nel 2001 alla scadenza della legislatura, che prevedeva l'istituzione di una Regione autonoma comprendente le province di Taranto, Brindisi e Lecce, quest'ultima con funzione di capoluogo.

Attualmente, il politico leccese (indipendente di destra), Mario De Cristoforo, dei Socialpopolari, si fa portavoce di istanze indipendentistiche salentine, inoltre nel 2007 è nato il Comitato "Bari non è il mio capoluogo" presieduto dal dott. Cristian Sturdà che avanza idee di libertà e autonomia radicalizzate soprattutto nell'area leccese.

[modifica] Il Grande Salento

Nel 2006 i presidenti delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, nonché i sindaci delle rispettive città capoluogo, hanno messo a punto il progetto del "Grande Salento", un tavolo di consultazione permanente finalizzato a creare politiche comuni su cultura, infrastrutture, università, turismo in modo da sostenere la crescita socio-economica del territorio mediante interventi e strumenti finanziari coordinati[13].

Al progetto hanno aderito successivamente le Camere di Commercio delle tre province che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la collaborazione finalizzata allo sviluppo commerciale. Proprio in riferimento a questi accordi sono da intendersi anche i cambiamenti di denominazione tanto dell'Università di Lecce, ora "Università del Salento", quanto dell'aeroporto di Brindisi, ora "Aeroporto del Salento".
L'operazione "Grande Salento" vede pertanto interessata un'area comprendente, oltre alla subregione salentina, anche i comuni delle province di Taranto e Brindisi che non ne fanno parte: tale area rispecchia pertanto più i vecchi confini ammministrativi della Terra d'Otranto che le peculiarità culturali del Salento propriamente detto.

[modifica] Economia

Per approfondire, vedi la voce Economia della Puglia.

L'economia del Salento, un tempo prettamente agricola, ha subito, a partire soprattutto dagli anni '70, un notevole incremento dei settori secondario e terziario. La condizione economica generale è caratterizzata da una evoluzione a macchia di leopardo ed è destinata a variare con le congiunture economiche a causa della scarsa variabilità del sistema produttivo salentino. La lontananza dai mercati, il costo del denaro e la delocalizzazione imposta dalle condizioni di concorrenza del mercato globalizzato, sono alla base di una condizione industriale, in questo momento, non floridissima. Ciononostante, proprio in quest'area stanno prendendo piede alcuni innovativi progetti industriali nel campo delle energie alternative e la situazione complessiva fa sì che risulti essere una delle aree più economicamente vivaci del Sud, e la media della disoccupazione una delle più basse, per quanto ancora al di sotto dei livelli occupazionali del centro-nord Italia. In definitiva, pur ben lontani dalla piena occupazione, la condizione economica media è accettabile, con poche sacche di reale povertà.

[modifica] Agricoltura

Olio d'oliva appena centrifugato
Olio d'oliva appena centrifugato

L'agricoltura rimane una delle voci principali dell'economia salentina grazie alla produzione di olio d'oliva di grande qualità e della vite. Proprio la produzione viti-vinicola ha subito negli ultimi vent'anni una grande esplosione commerciale da quando il vino salentino, una volta utilizzato esclusivamente come vino da taglio per aumentare la gradazione dei vini settentrionali, ha iniziato a godere di una notorietà crescente come corposo ma raffinato vino da tavola. I più noti vini dell'area sono il Primitivo di Manduria, il Negroamaro, il Rosato del Salento. Tra le altre produzioni agricole è diffuso anche il mandorlo, il pomodoro nel tarantino e, nel brindisino, il carciofo. Per motivi climatici, non attecchiscono, invece, alcune culture tipiche della Puglia, quale il ciliegio. Negli ultimi anni la popolazione occupata nel settore primario è andata calando su tutto il territorio.

[modifica] Artigianato

Le tradizioni più importanti dell'artigianato salentino sono l'antica e celebrata lavorazione della cartapesta leccese (famosi i "pupi" per presepe), la terracotta nella realizzazione dei caratteristici fischietti (nel Leccese e ad Ostuni), campanelle e folletti, e con i quataràri (costruttori di recipienti in terracotta); la ceramica (i cui maggiori centri di produzione sono a Cutrofiano e a Grottaglie); la lavorazione del ferro battuto con cui si producevano anche i noti balconcini bombati dei palazzi; il ricamo; la lavorazione artistica del vetro; la lavorazione del legno; la lavorazione artistica del rame.

Di recente ha ripreso vigore la scultura in pietra leccese, con tecniche più moderne e nuove forme.

In via di estinzione invece gli zùcari o zucàri (intrecciatori di corde), e i panaràri (intrecciatori di giunchi, canne, e virgulti d'olivo, per farne cesti e altri tipi di contenitori di fogge tradizionali)

[modifica] Industria

Bacino in muratura "Edgardo Ferrati" dell'Arsenale M.M.
Bacino in muratura "Edgardo Ferrati" dell'Arsenale M.M.

In merito al settore secondario, gioca un ruolo di primo piano l'area industriale di Taranto, la cui attrattività occupazionale presenta un forte fenomeno di pendolarismo. Nella città ionica sorgono gli stabilimenti siderurgici dell'Ilva e dell'indotto, l'arsenale militare e una grande raffineria dell'Eni. In anni recenti tuttavia, la crisi della metallurgia ha ridotto l'occupazione in tale settore. Sempre nella zona industriale opera l'unico insediamento italiano della Vestas, società che produce impianti eolici.

Brindisi ospita l'industria aeronautica, quella di materie plastiche e alcuni mobilifici. La città è, inoltre, leader per la produzione di energia elettrica in Italia. Sul territorio comunale insistono tre grandi centrali pertinenti ai gruppi ENEL, Edipower ed Eni Power ed è inoltre prevista la realizzazione di un'importante centrale fotovoltaica.

L'area leccese è caratterizzata per lo più dalla piccola e media industria, soprattutto nel comparto del tessile-calzaturiero ed agroalimentare, entrambi settori proni, però, a periodiche crisi del mercato.

[modifica] Il problema dell'inquinamento

Sia a Brindisi sia a Taranto sono in progetto due rigassificatori, fortemente osteggiati dalla popolazione e dalle autorità locali per motivi di sicurezza, in quanto ritenuti troppo vicini alle città e ai rispettivi porti ed aree industriali.
Le preoccupazioni dei residenti sono anche motivate dai dati allarmanti relativi sia all'inquinamento ambientale, sia all'aumento delle neoplasie nell'area salentina. Sotto accusa, per quanto riguarda le emissioni annue di anidride carbonica, sono in particolare la centrale termoelettrica Enel di Brindisi sud, con 15.340.000 tonnellate, l'Ilva di Taranto con 11.070.000 e le centrali termoelettriche Edison di Taranto con 10.000.000 di tonnellate.
Nell'assenza di dati ufficiali, sono stati reportage giornalistici o analisi condotte sul territorio dalle associazioni ambientaliste e dagli enti locali a evidenziare «la presenza di pesticidi e metalli pesanti oltre i limiti consentiti nelle coltivazioni di ortaggi destinati alla vendita, nel sottosuolo e nella falda profonda del territorio compreso tra Brindisi e Cerano»[14].
Per quanto riguarda la diossina, gli impianti dell'Ilva ne emettevano nel 2002 il 30,6% del totale italiano, ma secondo le associazioni ambientaliste, la percentuale si sarebbe assestata nel 2005 al 90,3%, contestualmente allo spostamento in loco delle lavorazioni "a caldo" dallo stabilimento di Genova[15]. Tale veleno si diffonderebbe tramite il camino dell'impianto di agglomerazione alto 220 metri su una vasta area geografica, a seconda dei venti.

Sebbene non ancora supportato da uno studio scientifico ufficiale, molti attori considerano quindi il polo energetico e chimico di Brindisi e l'area siderurgica di Taranto direttamente responsabili della forte incidenza dei tumori nelle tre province salentine[16]. Infatti, le statistiche Istat aggiornate al 2001 e le cifre dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale aggiornate al 2002, tracciano una mappa dei tumori da cui emerge con chiarezza che il Salento è una vera e propria area a rischio: la provincia di Lecce, in particolare, risulta l'area a più alta incidenza di cancro della Puglia e, per le patologie legate alle vie respiratorie e ai polmoni (classiche patologie che derivano dall’inquinamento ambientale), addirittura dell’intero Mezzogiorno d’Italia.
È interessante rilevare in proposito come nel piccolo centro di Torchiarolo nel 2006 e nel 2007 si sia ripetutamente superato il livello limite delle polveri sottili, anche se l'Enel ha ufficialmente negato che la causa principale possa essere imputata alla vicina centrale[17]. In ogni caso, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima che ha sede presso l'Università del Salento, ha realizzato uno studio sull'inquinamento atmosferico con il quale si dimostra come a condizionare negativamente l'ambiente del Salento siano la centrale di Cerano e l'Ilva di Taranto[18].

Anche in provincia di Lecce vi sono delle imprese reputate inquinanti, per quanto il livello di emissioni nocive non sia paragonabile: il cementificio Colacem di Galatina, l'impianto di raffinazione della Coopersalento di Maglie,l'inceneritore della Biosud a Lecce e numerosi frantoi di pietra calcarea con impianti di bitume situati anche a ridosso di aeree abitate come a Soleto, Galatina, Sternatia e Corigliano.

[modifica] Il circuito di Nardò

Una menzione merita il circuito automobilistico di Nardò. Situato nella Terra d'Arneo, è utilizzato dalle case automobilistiche di tutto il mondo per le prove sperimentali sui nuovi veicoli. La caratteristica del circuito è la sua forma perfettamente circolare, la quale, unita ad un'opportuna inclinazione del manto stradale, tale da bilanciare la forza centrifuga, ne fa un infinito rettilineo virtuale per i veicoli che lo percorrono ad una velocità compresa tra i 90 ed i 240 km/h.

Il circuito, gestito dalla Prototipo Test.Ing[19], ha un raggio di circa 2 km, una circonferenza di 12,6 km e presenta una variazione altimetrica molto modesta (il dislivello massimo è di circa 40 metri con una pendenza che non supera mai il 2%). Il circuito è in una zona sottoposta ad agricoltura intensiva, pertanto è dotato di una serie di sottopassi per permettere il raggiungimento delle coltivazioni situate al suo interno. Nel complesso, l'impianto è costituito da una pista circolare ed una pista dinamica per vetture, una pista circolare ed una pista dinamica per veicoli industriali, una pista rumore, una pista pavimentazioni speciali, varie piste sterrate, officine e laboratori.

[modifica] Turismo

Il Tafaluro a Torre Sant'Andrea
Il Tafaluro a Torre Sant'Andrea
Località Ciolo, Gagliano del Capo
Località Ciolo, Gagliano del Capo
Tramonto sul mare di Torre San Giovanni
Tramonto sul mare di Torre San Giovanni
Marina di Lizzano
Marina di Lizzano

Una delle principali voci di entrata economica è comunque quella turistica, soprattutto dopo il lancio mass-mediatico dei primi anni '90 e che ha portato le spiagge e le masserie del Salento ad essere affollate di turisti durante il periodo estivo. Un fenomeno di nicchia è legato all'attenzione da parte di facoltosi turisti esteri, per lo più Britannici, nei confronti dell'ospitalità rurale salentina, tanto che, secondo alcuni, è in atto nell'area un processo di valorizzazione analogo a quello riscontrato pochi anni fa nella campagna toscana, che è scherzosamente definito Salentoshire in analogia all'altrettanto scherzoso Chiantishire toscano, il fenomeno è sviluppato soprattutto nella provincia di Brindisi.[20]

[modifica] Infrastrutture e trasporti

[modifica] Collegamenti stradali

I principali assi viari sono[21]:

La direttrice adriatica Bari-Brindisi-Lecce-Maglie-Otranto

Le direttrici ovest-est Taranto-Brindisi e Taranto-Lecce

Le direttrici nord-sud Lecce-Gallipoli e Maglie-Leuca

[modifica] Collegamenti ferroviari

Essi sono assicurati da:

[modifica] Porti

Il porto di Otranto
Il porto di Otranto

[modifica] Aeroporti

[modifica] Luoghi di interesse

[modifica] Luoghi di interesse naturalistico

Caletta a Torre dell'Orso
Caletta a Torre dell'Orso
Spiaggia a Conca Specchiulla
Spiaggia a Conca Specchiulla
Spiaggia di Torre dell'Orso
Spiaggia di Torre dell'Orso
Baia dei Turchi a Otranto
Baia dei Turchi a Otranto
Baia presso Santa Cesarea Terme
Baia presso Santa Cesarea Terme
Uliveti nelle campagne di San Vito dei Normanni
Uliveti nelle campagne di San Vito dei Normanni
Spiaggia della Marina di Pulsano
Spiaggia della Marina di Pulsano

La CEE ha definito molte località dell'area mediterranea "siti di interesse comunitario" (SIC)[22], per importanza ambientale. La Repubblica Italiana ha proposto sulla base del Decreto 25 marzo 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 157 dell'8 luglio 2005 e predisposto dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l'elenco di tali SIC nell'ambito della Regione Puglia, individuando 77 candidature. Fra queste, la parte maggiore riguarda la provincia di Lecce con ben 32 SIC. Nelle province di Brindisi e Taranto si sono individuati 8 SIC per ciascuna.

Le coste salentine
Le coste sono ampie e sabbiose soprattutto sul Mar Ionio, le cui acque sono caratterizzate a questa latitudine da una trasparenza e da cromatismi rari; spettacolari sono le scogliere a picco sul mare, soprattutto sul Mare Adriatico. Tra le spiagge più note ci sono quelle sabbiose di Campomarino di Maruggio, San Pietro in Bevagna,Porto Cesareo di Gallipoli, di Santa Maria di Leuca, di Otranto e di Ostuni, e per quanto riguarda le spiagge rocciose, tra le più notevoli meritano citazione Castro, Santa Cesarea Terme e Porto Badisco.
Le grotte carsiche
Le grotte si aprono lungo la costa orientale, incastonate nelle ripide scogliere che partendo da Santa Maria di Leuca giungono a Punta Palascìa (Otranto). Tali formazioni di natura carsica in corrispondenza di Castro, assumono un notevole sviluppo, di cui la Grotta Zinzulusa ne è il più significativo esempio, e al cui interno sono stati rinvenuti pittogrammi e vari reperti paleontologici, che insieme a quelli della vicina Grotta Romanelli sono per la maggior parte custoditi ed esposti nel museo di Maglie.
Gli oliveti
Le distese di alberi di olivo nelle campagne, sono state inserite nel 2007 nell'elenco dei 100 luoghi italiani da salvare dal Fondo per l'ambiente italiano [23].
L'Oasi protetta dei Laghi Alimini
L'oasi costituisce uno dei luoghi naturali più pregiati del Salento, con un ecosistema che ospita varie specie animali e vegetali e costituiscono una "Zona di Protezione Speciale" (ZPS), proposta come Sito di Importanza Comunitaria europeo (pSIC). Tra i maggiori luoghi di pregio dell'oasi dei laghi Alimini, è da segnalare sulla costa la Baia dei Turchi.
La Riserva naturale statale Torre Guaceto
La riserva si estende per circa 1.200 ha presentando un fronte marino che si sviluppa per 8.000 mt. L’area è configurata come un rettangolo più o meno regolare, con una profondità media di 3.000 metri, attraversata e divisa dalla strada statale 379. Una significativa varietà di ambiti diversificati si succedono in questo tratto costiero per alcune centinaia di metri verso l’entroterra. Al suo interno vi sono piccole zone umide che si formano durante e dopo le piogge e che scompaiono nei periodi più caldi, ed alcune risorgive di acqua dolce anche esse stagionali.
Il Parco delle Cesine
Il nome del parco trae origine dalle "cesine", stagni acquitrinosi sulla costa adriatica, è una zona umida formata dagli stagni Salapi e Pantano Grande, alimentati dalla pioggia e divisi dal mare da dune sabbiose.
Il Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano
Il parco, istituito nel 2006, comprende sia la zona del parco naturale attrezzato (istituito nel 1980) sia la palude (classificata come area naturale nel 1997). La costa è rocciosa e frastagliata, e caratterizzata da pinete e macchia mediterranea. Lungo il litorale sono dislocate le affascinanti Torre dell'Alto e Torre Uluzzo.
L'Isola di Sant'Andrea
L'isola, sulla costa ionica, si estende per circa cinque ettari e dista poco più di un miglio dal centro storico di Gallipoli. È completamente pianeggiante e la sua altezza massima non supera i tre metri. Questa caratteristica, che porta l'isola ad essere spazzata dai marosi in caso di forte vento, la rende poco adatta ad ospitare una ricca vegetazione.
L'Oasi Palude La Vela
La palude, sulle sponde del Mar Piccolo di Taranto, è un'area naturale protetta di proprietà demaniale a valenza naturalistico-ambientale. L'ambiente è prevalentemente di tipo palustre, con canneto e macchia mediterranea, ampi acquitrini e zone periodicamente sommerse.
Il Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase
Il parco comprende anche la zona dove sorge il faro di Punta Palascìa, punto più orientale d'Italia. L'istituzione dell'area protetta, dislocata lungo la costa orientale del Salento (costa alta a picco sul mare), mira a conservare e recuperare le specie animali e vegetali; salvaguardare i valori e i beni storico-architettonici; incrementare la superficie e migliorare la funzionalità ecologica degli ambienti naturali.
Il Parco Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo
Il parco, sulla costa adriatica, presenta habitat e ambienti costieri di elevato interesse naturalistico e paesaggistico, ed è rientrato nel progetto "Habitat prioritari" istituito dalla Direttiva n. 92/43/CEE. Presenta una vegetazione alofila e numerose dune ricoperte da macchia mediterranea, particolare ginepri (Juniperus oxycedrus e Juniperus phoenicea), lecci e garighe di Euphorbia spinosa.

[modifica] Luoghi di interesse artistico

[modifica] Luoghi d'interesse architettonico

Cattedrale di San Cataldo a Taranto
Cattedrale di San Cataldo a Taranto
La facciata della cattedrale di Otranto
La facciata della cattedrale di Otranto
Un bastione del castello di Copertino
Un bastione del castello di Copertino
Il centro storico di Ostuni
Il centro storico di Ostuni
Per approfondire, vedi la voce Architetture di Taranto.
Le cripte basiliane
Numerose sono le chiese rupestri dipinte con motivi religiosi in epoca medioevale, luoghi di antico culto ricavati in antri naturali dai monaci basiliani provenienti dall'Oriente, le cui volte e pareti sono ricoperte da pitture in stile bizantino. Rilevante è l'esempio della cripta di Santa Cristina a Carpignano Salentino datata 959 e dipinta da Teofilatto. Note sono anche quelle di Vaste a Poggiardo, la grotta di San Biagio a San Vito dei Normanni, quella del Crocefisso nei pressi di Casarano e la cripta dell'Annunziata nel territorio di Lizzano.
L'architettura rurale
Tra le architetture rurali sono degni di nota i trulli (dal greco tardo τρουλλος, ovvero cupola, antiche costruzioni in pietra "a secco", di forma conica), i Pajari (simili ai trulli, a forma di tronco di cono e con pianta circolare, costruiti con pietre ricavate dai terreni circostanti, senza l'aiuto di alcuna malta o sostegno), i muretti a secco (particolare tipo di muro costruito con blocchi di pietra grezza del posto di varia forma e dimensione, opportunamente disposti senza uso di malte o leganti di alcun genere), le masserie (grandi aziende agricole fortificate, abitate a volte anche dai proprietari terrieri, e che comprendono gli alloggi dei lavoratori stagionali, le stalle, i depositi per foraggi ed i raccolti).
La Cattedrale di Otranto
La cattedrale ha sulla facciata a doppio spiovente un portale barocco del 1764 e un rosone a 16 raggi con fini trafori di forma circolare con transenne convergenti al centro, secondo l'arte gotico-araba della fine del XV secolo. All'interno, il pavimento è interamente ricoperto dal più grande mosaico d'Europa[24], per una superficie di circa 600 mq. E' un mosaico medievale raffigurante, nella parte centrale, l'albero della vita, ed è ancora interamente perfettamente leggibile.
Interno della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina
Interno della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina
Le chiese in stile Romanico pugliese
Tra le chiese in stile romanico sono degne di nota la chiesa di Santa Maria del Casale e la Cattedrale a Brindisi, la Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo a Lecce, la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina.
Le fortificazioni medievali
Numerose sono le torri costiere di avvistamento erette fin dal XV secolo lungo le coste, con l'obiettivo di avvistare e difendersi per tempo dalle flotte nemiche saracene provenienti dall'oriente. Numerosi i castelli e le masserie che svettano per il territorio, nei paesi e nelle città.
Il borgo di Ostuni
Il borgo, è uno dei più belli d'Italia con le viuzze che si arrovellano tra le tipiche case in calce bianca. L'apparente disordine distributivo delle abitazioni intorno alla cattedrale dà al centro storico una conformazione unica.
Il Teatro Romano a Lecce
Il Teatro Romano a Lecce
Basilica di Santa Croce e Palazzo dei Celestini a Lecce
Basilica di Santa Croce e Palazzo dei Celestini a Lecce
Lecce
Il centro storico di Lecce, chiuso nelle antiche mura intervallate dall'Arco di Carlo V, da Porta Rudiae e da Porta San Biagio, è ricchissimo di opere d'arte, fra le quali si segnalano alcuni dei mirabili esempi barocchi presenti, la Piazza del Duomo, la Basilica di Santa Croce e il Palazzo dei Celestini, la chiese di San Giovanni Battista e di San Matteo e i maestosi resti dell'Anfiteatro e del Teatro, entrambi di epoca romana. Si staglia severo invece il Castello di Carlo V nei pressi di Piazza Sant'Oronzo. Fuori dalle mura le torri angioine di Belloluogo e del Parco e il grande complesso monastico degli Olivetani.
Architetture barocche
Il Barocco leccese, nato alla fine del XVI secolo, nel clima della Controriforma, si protrae fino alla prima metà del settecento in un tutt'uno col Rococò e si presenta come uno dei modelli artistico-architettonici più particolari d'Italia, tanto che si aggettiva, identificando l'area interessata. L'architettura barocca è rigogliosa a Lecce e in tutti i comuni della provincia, nella Grecìa Salentina e nei grossi centri del basso Salento, quali Gallipoli, Maglie, Nardò, Galatina, Galatone e Lequile. Le articolate decorazioni delle facciate di chiese e palazzi creano scenografici apparati di visionaria esuberanza che è unica nel suo genere, resa possibile dall’impiego della calda e tenera pietra tufacea. Il capoluogo, ricchissimo di monumenti, conserva dei capolavori dell'arte barocca: la basilica di Santa Croce e il complesso monumentale dei Celestini e la piazza del Duomo, considerata tra le più belle d’Italia.
Il Duomo di Brindisi
Il Duomo di Brindisi
Il Capo di Leuca ed i suoi paesi
Di notevole interesse sono i palazzi nobiliari, le stradine bianche e le chiese barocche poco distanti dal mare dei paesi del Capo di Leuca. Fra questi, il comune di Specchia è inserito nell'elenco dei cento borghi più belli d'Italia.
Le ville signorili in stile eclettico
Lo stile eclettico salentino rappresentò una forma di manierismo architettonico diffuso durante il periodo della belle epoque, le cui testimonianze si trovano soprattutto a Leuca, Santa Caterina di Nardò e Lecce.
Architettura contemporanea
Un'interessante realizzazione di architettura contemporanea nel Salento è il Cimitero Monumentale di Parabita; progettato nel 1968 dal Gruppo GRAU (Gruppo Romano Architetti Urbanistici) di Roma ed inaugurato nel 1983.

[modifica] Luoghi d'interesse archeologico

Ceramica messapica presso il centro di documentazione messapica di Oria
Ceramica messapica presso il centro di documentazione messapica di Oria
I reperti preistorici
Tra i reperti preistorici sono degni di nota le specchie (antichi monumenti megalitici realizzati mediante utilizzo a secco di grossi blocchi in pietra), i dolmen (tombe megalitiche preistoriche a camera singola), i menhir (megaliti monolitici eretti solitamente in età della pietra).
L'area della necropoli messapica presso Manduria
L'area presenta interessanti resti messapici riguardanti tombe di varie epoche, un fossato, una duplice cinta muraria e resti di alcune vie dell'antica città.
I reperti archeologici e gli Ori di Taranto
I reperti archeologici testimoniano come la lavorazione dei metalli preziosi, e in particolare dell'oro, fosse una delle attività più sviluppate nella città magno-greca tra il IV ed il I secolo a.C..
L'area archeologica messapica di Roca
É stata riportata alla luce l'antica città fortificata di Roca Vecchia sorta su un precedente sito preistorico. Sulle pareti della grotta marina della Poesia sono state ritrovate iscrizioni in lingua messapica e latina, oltre a graffiti preistorici[25].
Le zone archeologiche di Casale di Apigliano
Gli elementi venuti alla luce nelle zone archeologiche sono in grado di fornire informazioni circa il periodo bizantino e il periodo angioino. Con riferimento al primo, sono stati rinvenuti resti di alcune abitazioni rurali costruite con la tecnica del muro a secco, che evidenziano la presenza di un insediamento abbastanza esteso. Più ricchi sono invece i ritrovamenti riferibili al periodo angioino, come i resti di una cappella che si ritiene rappresenti la chiesa di San Giorgio.

[modifica] Principali musei

Orecchino in oro, fine IV secolo a.C. (Museo nazionale archeologico di Taranto)
Orecchino in oro, fine IV secolo a.C. (Museo nazionale archeologico di Taranto)
Museo nazionale archeologico di Taranto
Fondato nel 1887 e ubicato presso il settecentesco Convento di San Pasquale Baylon, è tra i più importanti musei archeologici d'Italia ed espone, tra l'altro, una delle più grandi collezioni di manufatti dell'epoca della Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto.
Museo Provinciale "S. Castromediano" di Lecce
Intitolato al duca di Cavallino Sigismondo Castromediano che ne volle l'istituzione nel 1868, è situato nel Collegio Argento. Il museo si divide in cinque sezioni: Didattica, con il plastico del Salento che riporta tutti i siti di rilevanza storico-artistica; Antiquarium, con vasi attici a figure nere e a figure rosse e vasi italici (VI e V secolo a.C.) e vari altri reperti archelogici: oggetti in bronzo, monete antiche e lapidi con iscrizioni messapiche; Topografia, con le antiche mappe del Salento; Pinacoteca, con tele di scuola veneta e napoletana (tra XV e XVIII secolo) e anche alcune sculture romaniche e rinascimentali; Sala mostre, con opere di artisti contemporanei (tra XIX e XX secolo).
Museo Archeologico Provinciale di Brindisi
Intitolato all'illustre archeologo e glottologo Francesco Ribezzo, è articolato in sei sezioni dedicate all'archeologia, all'etnografia e all'arte.

[modifica] Altri musei

  • Museo Civico Messapico, Alezio
  • Museo etnico della civiltà salentina, Brindisi
  • Museo Civico di Storia Naturale del Salento, Calimera
  • Pinacoteca "E. Notte", Ceglie Messapica
  • Museo Multimediale della Grecìa Salentina, Corigliano d'Otranto
  • Parco dei Fossili e Museo Malacologico delle Argille, Cutrofiano
  • Museo Comunale della Ceramica, Cutrofiano
  • Museo d'Arte "P. Cavoti", Galatina
  • Museo Civico "E. Barba", Gallipoli
  • Museo della Ceramica, Grottaglie
  • Museo delle Arti e Tradizioni, Latiano
  • Museo del Sottosuolo, Latiano
  • Museo Missionario Cinese e di Storia Naturale, Lecce
  • Pinacoteca d'Arte Francescana, Lecce
  • Museo Civico della Paleontologia e dell'Uomo, Lizzano
  • Museo di Paleontologia e Paletnologia "D. De Lorentiis", Maglie
  • Antiquarium Comunale, Manduria
  • Museo Archeologico "U. Granafei", Mesagne
  • Museo di Borgo Terra, Muro Leccese
  • Museo del Mare, Nardò
  • Centro di Documentazione Messapica, Oria
  • Collezione "Martini Carissimo", Oria
  • Museo Archeologico "F. Milizia", Oria
  • Museo Didattico Zoologico, Oria
  • Collezione "Kalefati", Oria
  • Museo delle Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale, Ostuni
  • Quadreria "E. Giannelli", Parabita
  • Museo della Cripta di Santa Maria degli Angeli, Poggiardo
  • Museo della Civiltà Messapica, Poggiardo
  • Museo di Biologia Marina, Porto Cesareo
  • Museo della Civiltà Rurale, San Vito dei Normanni
  • Museum "Vito Mele"; Basilica-Santuario "Santa Maria de Finibus Terrae", Santa Maria di Leuca
  • Museo delle Tradizioni Popolari e "Abbazia di Cerrate", Squinzano
  • Museo Oceanografico, Taranto
  • Museo di Storia Naturale, Taranto
  • Museo Civico Archeologico "S. Zecca", Ugento
  • Museo Diocesano Ugento-Santa Maria di Leuca, Ugento
  • Collezione Archeologica "M. Colosso", Ugento

[modifica] Università e Ricerca

[modifica] Università del Salento

Università del Salento
Nome latino Universitas Studiorum Lupiaensis
Motto n.d.
Fondazione 1955
Tipo Statale
Facoltà 9
Rettore prof. Domenico Laforgia
Sede Lecce, Italia
Altre sedi Brindisi, Mesagne
Studenti 28,775[26] studenti (2007)
Dipendenti n.d. (2007)
Affiliazioni n.d.
Sport CUS Lecce
Sito www.unile.it

Il sistema della formazione universitaria del Salento è imperniato sull'Università del Salento, già Università di Lecce.

I primi movimenti atti alla formazione dell'Università come la conosciamo oggi risalgono al XVIII secolo. Già in età medievale erano presenti diversi luoghi di istruzione, indicati nei documenti contemporanei come università, anche se differenti dall'accezione che ne diamo oggi.

L'università del Salento ha alcune succursali anche nella provincia di Brindisi. Di particolare interesse risulta il Parco Scientifico e Tecnologico Ionico-Salentino (PASTIS) presso Mesagne, compartecipato dall'Università del Salento, ove è presente un acceleratore Tandetron per la datazione di reperti archeologici col metodo del Carbonio 14.

Nel 1998 è stato attivato presso l'università del Salento l'Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare (ISUFI), una delle Scuole Superiori d'Italia, costruita sul modello della Scuola Normale di Pisa. La Scuola realizza programmi di alta formazione nell'ambito dei seguenti settori: Nanoscienze, e-Business Management, Giurisprudenza e Politica dell'area Euromediterranea, Beni Culturali. Anche grazie al traino duvuto all'ISUFI, dal 2000 l'ateneo salentino ha conosciuto una crescita senza precedenti, soprattutto nel ramo scientifico, che è uno tra i più avanzati ed efficienti d'Italia.

Altro importante ramo è quello archeologico: l'università del Salento, infatti, svolge numerose attività di scavo in tutta Italia, e in diversi ambiti: preistorico, classico e medievale. All'estero l'università effettua ancora oggi scavi in Ucraina, Turchia, Medio Oriente, Malta, Egitto.

Il continuo incremento dell'offerta formativa registra una risposta direttamente proporzionale da parte dell'utenza: la popolazione studentesca è passata dalle 77 unità del 1955 alle oltre 27.000 del 2006.

[modifica] Facoltà di Taranto

Taranto, invece, è sede della seconda facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e di numerosi corsi di laurea erogati dall'Università degli Studi di Bari, nonché sede decentrata della LUMSA - Libera università Maria SS. Assunta di Roma e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Il 17 maggio 2006 il rettore dell'Università di Bari, Giovanni Girone, ha firmato il decreto che sancisce l'autonomia delle seconde facoltà di Economia, di Giurisprudenza e di Scienze matematiche, fisiche e naturali a decorrere dal 1° ottobre 2006: questo costituisce un passo importante verso l'istituzione dell'Università degli Studi di Taranto, che per altro è stata oggetto di numerosi disegni di legge fino ad oggi non concludenti.

[modifica] Sede LUM di Poggiardo

Dal marzo 2007 sono attivi presso la sede di Poggiardo i corsi in Economia dell’Azienda Moderna (classe 17) e in Giurisprudenza istituiti dalla Libera Università Mediterranea Jean Monnet, un'ateneo privato con sede a Casamassima.

[modifica] Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie

Nell'ambito dell'ISUFI, opera a Lecce il National Nanotechnologies Laboratory (NNL), centro di eccellenza a livello internazionale sulle nanotecnologie, che ha ricevuto riconoscimenti di varia natura, tra cui la visita ufficiale del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano il 15 settembre 2006. Il laboratorio segue linee di ricerca sia di tipo fondamentale, che di tipo fortemente applicato, grazie alle partnership con le multinazionali tecnologiche residenti presso di esso (STMicroelectronics, Agilent Technologies, TechInt, Alenia Marconi System) che appoggiano i loro programmi di formazione e reclutamento post laurea sull'ISUFI.

[modifica] Dhitech

Il Distretto tecnologico regionale High Tech, con sede a Lecce, è una società consortile finalizzata alla competitività e all’innovazione nella ricerca scientifica. Comprende il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie e svolge ricerca su nanotecnologie, materiali avanzati, innovazione digitale e tecnologie di informazione e comunicazione (ICT), affiancando ricercatori universitari a quelli di aziende tecnologiche italiane e non. Tra i soci figurano l'Università del Salento, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, AVIO S.p.A., Engineering Ingegneria Informatica S.p.A., Fiamm S.p.A., Leuci S.p.A., STMicroelectronics.

[modifica] Centro ricerche ENEA

Il centro ricerca di Brindisi è presente fin dai primi anni '90 con uno sportello tecnologico. Nel 2001 l'ENEA ha consolidato la propria presenza nella città adriatica, rilevando le strutture del Centro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo dei Materiali, e creando un proprio centro all'interno della "Cittadella della Ricerca". Attualmente operano nel Centro l'Unità Tecnico Scientifica Materiali e Nuove Tecnologie (MAT), l'Unità Tecnico Scientifica Fusione (FUS), l'Unità Tecnico Scientifica Tecnologie Fisiche Avanzate (FIS) e il Progetto Speciale Clima Globale (CLIM).

[modifica] Istituti territoriali del CNR e istituti autonomi

Nel territorio salentino sono presenti vari istituti del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) o afferenti ad esso. In particolare a Lecce sono presenti l'Istituto per i beni archeologici e monumentali e le sezioni dell'Istituto di scienze delle produzioni alimentari, dell'Istituto per la microelettronica e microsistemi, dell'Istituto di fisiologia clinica e dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima. Taranto è, invece, sede dell'Istituto sperimentale talassografico "Attilio Cerruti" e della Fondazione marittima "Ammiraglio Michelagnoli" che opera d'intesa con lo stesso CNR e con organismi universitari.

[modifica] Osservatorio Ambientale di Campi Salentina

L'Osservatorio dell'Inquinamento dell'Atmosfera e dello Spazio Circumterrestre[27] è un consorzio tra Provincia di Lecce e città di Campi Salentina per il monitoraggio ambientale nella provincia di Lecce. Esso gestisce la "Rete Provinciale di Monitoraggio Atmosferico" dal 2001, avvalendosi anche del supporto scientifico dell'Università e del CNR di Lecce e della collaborazione con il CNR di Bologna, su un programma di monitoraggio extratmosferico, riguardante il controllo continuo dei detriti spaziali, sia naturali che artificiali: tramite una rete radar che ha stazioni a Bologna, Lecce, Campi Salentina e Modra (Slovacchia), il programma valuta la posizione degli oggetti extratmosferici tramite triangolazioni tra questi centri. L’osservatorio svolge inoltre attività di monitoraggio dei campi elettromagnetici ad alta e bassa frequenza (elettrodotti). In particolare, ha svolto un esteso monitoraggio dei campi elettromagnetici sul territorio dei comuni a nord di Lecce e svolge il monitoraggio costiero.

[modifica] Eventi

[modifica] Festival

La Notte della Taranta a Melpignano
La Notte della Taranta a Melpignano
La Città del libro a Campi Salentina
La Città del libro a Campi Salentina
Festival del Cinema Europeo a Lecce (aprile)
È un susseguirsi di proiezioni nell'arco di una settimana, fino ad arrivare alla serata di consegna dell'Ulivo d'oro ad attori e registi internazionali del grande schermo.
Salento finibus terrae festival a San Vito dei Normanni (fine luglio)
È una rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi e si presenta con una formula originale: promuove e premia i corti dividendoli in tre categorie: "Registi pugliesi", "Registi italiani" e "Registi internazionali".
Notte della Taranta nei comuni della Grecìa Salentina (agosto)
È un festival di musica popolare salentina, dove la pizzica tradizionale e quella rivisitata incontrano le musiche tradizionali nazionali ed internazionali. Consiste in un tour per i paesi della Grecìa Salentina e per altri comuni del Salento, che si conclude con il concertone finale a Melpignano che dura fino alle prime luci del mattino.
Salento International Film Festival a Tricase (agosto)
È un festival cinematografico del cinema indipendente, organizzato dall’associazione CineSalento. Si articola nelle tre sezioni: "Lungometraggi world cinema", "Documentari", "Cortometraggi".
Città del Libro a Campi Salentina (ultima settimana di novembre)
È un festival letterario: la rassegna nazionale degli autori e degli editori presenta una nutrita esposizione della grande e media editoria italiana e si propone come occasione per riflettere sulle sfide dei nostri tempi, utilizzando le formule consuete dell’incontro con l’autore, il cinema e il teatro, nonché tavole rotonde, mostre, laboratori e concorsi. Forte è il coinvolgimento del pubblico e in particolare delle scuole.
Alba dei Popoli a Otranto (dicembre)
È una rassegna di arti, culture, ambiente, musica e spettacoli e si svolge nell'ambito dell'Otranto Festival.

[modifica] Premi

Premio Barocco a Lecce (giugno)
È un riconoscimento d’eccellenza a personaggi dello spettacolo, della cultura, dell’arte, della scienza e dello sport che si sono particolarmente distinti rendendo grande il nome dell’Italia nel mondo (fino al 2006 si è svolto a Gallipoli).
Premio Rodolfo Valentino a Lecce (luglio)
È un riconoscimento alla carriera dei protagonisti del cinema internazionale intitolato al celebre divo del cinema muto, nato a Castellaneta. La cerimonia di consegna del premio, istituito nel 1972, dal 2004 si svolge a Lecce come tra 1972 e 1980 (nel 1977 si è svolto a Bari).
Premio Zeus a Ugento (settembre)
È un riconoscimento pubblico a coloro che si distinguono nel campo dell’archeologia. Le sezioni del Premio sono:Giovani laureati in Archeologia in Italia ed all’estero; Premio alla carriera; Innovazione e Tecnologia; Restauro Archeologico; Investimenti in Ricerca e Missione all’estero.
Premio Grinzane Terra d'Otranto a Otranto (novembre)
È un riconoscimento internazionale sul tema del confronto interculturale. Presenta due sezioni: per un'opera letteraria che tratta il tema della tolleranza e dell'integrazione e per una particolare attività nel campo della solidarietà e del dialogo.
Premio Luigi Coppola - Città di Gallipoli a Gallipoli ed itinerante in Italia
Il Premio “Luigi Coppola” - Città di Gallipoli viene assegnato a Medici, Ricercatori ed Associazioni, che si sono distinti nel campo della Medicina e della Biologia non solo dal punto di vista scientifico ma anche sociale ed antropologico.

[modifica] Tradizione

La Processione dei Misteri a Taranto
La Processione dei Misteri a Taranto
Il palio di Oria
Il palio di Oria
Tavola di San Giuseppe a Cocumola
Tavola di San Giuseppe a Cocumola
La Focara a Novoli (16-18 gennaio)
È il caratteristico falò della festa patronale di Sant'Antonio abate, un monumento di ingegneria agraria formato da decine di migliaia di fascine di tralci di vite, che supera l'altezza ed il diametro di venti metri, il quale viene acceso con un tripudio di fuochi pirotecnici la sera del 16 gennaio. Nei Giorni del Fuoco, inoltre si assiste a innumerevoli rassegne e gare di fuochi pirotecnici e si ammirano le esposizioni artistiche delle grandi luminarie. L'evento è stato oggetto di un documentario della National Geographic e di servizi della Nippon Press.
Tavole di San Giuseppe (18/19 marzo) a Cocumola, San Marzano di San Giuseppe, Uggiano la Chiesa, Giurdignano, e Lizzano
è un'antica tradizione in cui, in onore si San Giuseppe si imbandiscono grandi tavolate con piatti tipici. Durante la visita alla taula si possono assaggiare lu cranu stumpatu e la massa culli ciciri o i "vermiceddhri" cioè il grano e la pasta con i ceci.
Settimana Santa a Taranto (marzo o aprile)
È una suggestiva e mistica serie di riti che, inoltre, vede i componenti le due principali Confraternite della Chiesa di Taranto gareggiare per aggiudicarsi le statue e le poste nelle processioni dell'Addolorata e dei Misteri.
Palio di Taranto (maggio e luglio)
È una manifestazione in costume che consiste in due regate con dieci barche a remi abbinate ai rispettivi rioni della città. Il trofeo viene assegnato solo dopo le due gare che si disputano l'8 maggio e la terza domenica di luglio.
Palio di Oria (seconda settimana di agosto)
È una manifestazione in costume, di ambientazione medievale, che si svolge in due giorni: sabato si tiene il corteo storico per le vie cittadine e domenica si giocano le gare tra le contrade della città, per l'assegnazione del Palio.
Danza delle spade a Torrepaduli (15 e 16 agosto)
È un ballo della Notte di San Rocco in cui, al ritmo incalzante dei tamburelli, coppie di uomini mimano un duello, danzando e "sfidandosi" con le braccia e le mani.
Cavalcata dei Devoti a Ostuni (26 agosto) 
È un antico rito dei festeggiamenti per il patrono Sant'Oronzo. La Cavalcata di sant'Oronzo è una sfilata di cavalli e cavalieri, bardati con gualdrappe e divise rosse ricche di ricami e lustrini. Di particolare interesse è anche lo svolgimento di due fiere in contemporanea, nei tre giorni di festa.

[modifica] Fiere

Fiera Pessima a Manduria (marzo)
È una fiera campionaria generale che tratta della produzione agroalimentare, dell'artigianato, del commercio, del tempo libero e dei servizi.
Fiera Campionaria a Galatina (giugno)
È una grande vetrina espositiva (58 edizioni) per il Commercio, l’Industria e l’Artigianato, finalizzata alla valorizzazione dei prodotti locali.
Mercatino del Gusto a Maglie (luglio-agosto)
È un percorso enogastronomico per le strade, le piazze, le corti e i giardini della città. La fiera gode anche della collaborazione di Slow Food, che porta al Mercatino I Presidi del Gusto di Puglia.

[modifica] Sport

Rally del Salento sulle strade della provincia di Lecce (giugno)
È una competizione automobilistica valevole per il Campionato Italiano Rally, per il Trofeo d´Italia Rally GT e per la Coppa Europa Rally.
Rievocazione storica della Milano-Taranto a Taranto (luglio)
È la rievocazione della celebre corsa motociclistica che si disputò dal 1937 al 1940 e dal 1950 al 1956, anno quest'ultimo in cui una legge dello Stato abolì le gare agonistiche su strada. Sul lungomare della città ionica è posto il simbolico traguardo per i partecipanti.

[modifica] Altre manifestazioni


[modifica] Folklore

La Quaremma (la Quaresima)
in vari paesi salentini. Trattasi di un pupo di pezza, una vecchietta vestita di nero "cu lu maccaturu" (fazzoletto nero per la testa) "la scialla" (con lo scialle) e "lu tamantile" (grembiule dalla vita in giu) intenta a filare la lana "cu la cunucchia" (conocchia)e "lu fusu" (il fuso); alla vita sono appesi sette taralli d'orzo senza lievito che vengono tolti uno per settimana in attesa della Santa Pasqua. La vecchietta non rappresenta altri che la Quaresima e viene esposta il mercoledì delle Sacre Ceneri all'angolo di una strada o sui balconi, in varie citttadine salentine per poi essere bruciata la sera del Sabato Santo in pubblica piazza. Nei paesi della Grecìa Salentina, le vecchiette si espongono in gruppi di tre poiché la tradizione si rifà a Cloto, Atropo e Lachesi, le Moire greche intente a filare lo stame della vita arrotolandolo sul fuso e reciderlo a seconda della lunghezza di vita assegnata ad ogni uomo.

[modifica] Elenco completo dei comuni salentini


[modifica] Personalità legate al Salento

Per approfondire, vedi la voce Personalità legate al Salento.
Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Brindisi.
Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Lecce.
Per approfondire, vedi la voce Personalità legate a Taranto.

[modifica] Filmografia

Numerosi film e fiction hanno per sfondo ed ambientazione varie località del Salento[28]. Tra di essi si segnalano:

Cinema:

Serie TV:

[modifica] Narrativa

[modifica] Letteratura

Lo Balzino di Rogeri de Pacienza di Nardò, 1498
Vi si racconta in ottave la vita di Isabella Del Balzo Orsini, principessa di Taranto, dalla nascita fino al viaggio trionfale da Lecce a Napoli, dove l'attendeva il marito Federico d'Aragona, appena coronato re di Napoli.
De situ Japigiae di Antonio De Ferrariis, il Galateo, 1558
Costituisce la prima descrizione fisica e culturale del Salento, compiuta dal celebre umanista di Galatone nella prima metà del Cinquecento.
Il Tancredi di Ascanio Grandi, 1636
Poema eroico in venti canti in ottave di ventitremila versi, ove si celebra il re normanno Tancredi di Lecce. Nelle intenzioni dell'autore, l'opera avrebbe dovuto competere con la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene, 1965
Romanzo ispirato alla presa di Otranto del 1480, fu dall'autore messo in scena in teatro nel 1966 e in seguito diresse come film, vincendo alla Mostra del cinema di Venezia il premio speciale della giuria.

[modifica] Principali impianti sportivi

Lo stadio Via del Mare di Lecce
Lo stadio Via del Mare di Lecce

Campi da Golf

Stadi

Kartodromi

Ippodromi

[modifica] Principali società sportive

Calcio

Pallacanestro

Pallacanestro in carrozzina

Pallamano

Pallavolo

Baseball

  • Junior Club Matino

[modifica] Editoria


Quotidiani


Emittenti Televisive

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Foto

[modifica] Vedute panoramiche

Castello di Otranto
Castello di Otranto

[modifica] Bibliografia

  • G. Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di terra d'Otranto, Arnaldo Forni, Bologna, 1979
  • P. Arthur - A. Bramato - P. Tagliente - B. Vetere, Medioevo e Rinascimento al Castello Carlo V di Lecce, Congedo Editore, Galatina, 2003
  • M. Bernardini, Lupiae, Centro Studi Salentini, Lecce 1959
  • E. Boaga, I Carmelitani in Terra d'Otranto e di Bari in epoca moderna (note di ricerca), in Ordini religiosi e società nel mezzogiorno moderno. Atti del seminario di studio (Lecce, 29-31 gennaio 1986), B. Pellegrino e F. Gaudioso (a cura di), I, Galatina
  • A. Calabrese, The sentential complementation of salentino: a study of a language without infinitival clauses, in A. Belletti (a cura di), Syntactic Theory and the Dialects of Italy, Rosenberg & Sellier, Torino, 1993
  • M. Cazzato, Guida ai castelli Pugliesi 1. La provincia di Lecce, Congedo editore, Martina Franca, 1997
  • V. Cazzato - S. Politano, Topografia di Puglia: Atlante dei “monumenti“ trigonometrici; chiese, castelli, torri, fari, architetture rurali, Congedo editore, Galatina, 2001
  • G. Costa, Catalogo sistematico della fauna salentina, Editrice Salentina, Lecce, 1857
  • F. D'Andria (a cura di), Lecce romana e il suo teatro, Congedo Editore, Galatina, 1999
  • F. M. Dell'Anna, Galugnano, una storia minore, Congedo Editore, Galatina, 2003
  • R. De Vita (a cura di), Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, Editoriale Adda, Bari, 1974
  • L. Giardino - M. Lombardo (a cura di), Il Tempo e le sue Orme percorsi turistico-culturali nel Salento, Mesagne, 2004
  • E. Groves, Contribuzione alla flora della Terra d’Otranto, Nuovo Giorn. Bot. Ital., 1876.
  • E. Groves, Flora della Costa Meridionale della Terra d’Otranto, Nuovo Giorn. Bot. Ital., 1887.
  • L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto, Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994
  • M. R. Muratore, Guida del Salento 2, Congedo Editore, Galatina, 1997
  • G. Peluso - Ajère e ôsce. Alle radici del dialetto tarantino, Edizioni Bnd, Bari, 1985
  • F. Piccarreta – G. Ceraudo, Manuale di aerofotogrammetria archeologica – metodologia, tecniche e applicazioni, EdiPuglia, Bari, 2000
  • C. D. Poso, Il Salento normanno. Territorio, istituzioni, società, Itinerari di ricerca storica, Galatina, 1988
  • A. Sanasi, Antiche vie del Salento, Congedo editore, Galatina, 1971
  • A. Spagnolo, Nuovo annuario di terra d'Otranto, Congedo editore, Galatina, 1957
  • V. A. Sirago, Il Salento al tempo di Augusto, Brindisi, 1979

[modifica] Note

  1. ^ Mario Cosmai, Antichi toponimi di Puglia e Basilicata, Levante, 1991.
  2. ^ Strabone, Geografia. L'Italia, libri V e VI.
  3. ^ Marco Terenzio Varrone, Rerum Rusticarum De Agri Cultura.
  4. ^ Posto a 18° 31' 18 longitudine Est
  5. ^ Il sito di Biopuglia.
  6. ^ Medagli P. e Ruggiero L. Le specie mediterraneo-orientali e gli endemismi della Flora Salentina GIROS notizie 2002; 21: 7-10.
  7. ^ Tornadore N., Marchiori S., Marcucci R. Consistenza floristica e caratteristiche corologiche della flora pugliese. Thalassia Salentina , 1988; 18: 21-46
  8. ^ G. Costa 1857 - vedi bibliografia
  9. ^ Cicerone, Epistulae - Ad Familiares, 14 - 4.
  10. ^ A tal proposito, alcuni studiosi distinguono fra una forma forte ed una debole del concetto astratto di salentinità, associando alla prima la provincia di Lecce e le zone del brindisino e del tarantino, caratterizzate dalla compresenza di tutti i tratti caratteristici (in primis, il dialetto), mentre in una definizione più debole ricadrebbero le altre aree più settentrionali, nelle quali si osserva la presenza solo di alcuni elementi ritenuti caratterizzanti.
  11. ^ Per approfondire si consiglia "Ricerca sul verbo nel dialetto tarentino" di Rosa Anna Greco, "Nuovi contributi per la storia della lingua a Taranto" di Giovan Battista Mancarella e "Ajère e ôsce - Alle radici del dialetto tarantino" di Giancinto Peluso
  12. ^ Così lo riconosce l'UNESCO nel Red Book on Endangered Languages.
  13. ^ Il testo del protocollo del Grande Salento.
  14. ^ Cerano: la storia infinita - L'Ora del Salento (27 aprile 2007).
  15. ^ La Puglia dei veleni - L'Espresso (30 marzo 2007).
  16. ^ Si vedano in proposito i commenti di alcuni quotidiani locali (12/12/2002) ai risultati di uno studio sul monitoraggio dell'aria in 20 comuni del cosiddetto Nord Salento (in realtà, della zona più settentrionale della provincia di Lecce).
  17. ^ La centrale di Cerano non inquina - La Gazzetta del Mezzogiorno (14/03/2007).
  18. ^ Tumori, a «caccia» della diossina - La Gazzetta del Mezzogiorno (28/05/2007).
  19. ^ Sito ufficiale della Prototipo Test.Ing.
  20. ^ Residenti stranieri in provincia di Brindisi (Istat 31-12-2006).
  21. ^ [1] vedi
  22. ^ Siti di interesse comunitario.
  23. ^ L'elenco dei cento luoghi da salvare.
  24. ^ da "La Repubblica" del 18 Giugno 2008, suppl. La Rep. di Bari, pagina XI, art; "Il grand tour dei mosaici"
  25. ^ Il sito di archeosalento
  26. ^ Dati dell'ufficio di statistica del MUR 2006.
  27. ^ Il sito dell'Osservatorio di Campi Salentina
  28. ^ Per approfondire, consulta il sito www.apuliafilmcommission.it.
  29. ^ Fonte: ilpianetalibro.it, MiBAC

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

Il Tafaluro a Torre Sant'Andrea, marina di Melendugno (LE)

Salento - Tacco d'Italia

Brindisi · Lecce · Taranto · Grecìa Salentina · Elenco completo dei comuni


Storia · Cultura · Economia · Tradizioni · Enogastronomia · Luoghi · Eventi

Ulivi e muretti a secco a San Vito dei Normanni (BR)



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