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Soleto - Wikipedia

Soleto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Un mucchio di piccole case bianche dai piccoli tetti bassi intorno al grande e magnifico campanile. »
(Martin Shaw Briggs "Nel tallone d'Italia", 1908))
« ... Soleto invero è una meta di puro godimento spirituale, un'oasi appartata di bellezze, le quali si disvelano interessanti più di ogni aspettativa al viaggiatore, sia esso un innamorato dell'architettura, della scultura, della pittura od un archeologo, sia esso un ricercatore di curiosità etnografiche o un folklorista ... »
(Le cento città d'Italia illustrate, 1929)
Soleto
Panorama di Soleto
Soleto - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Puglia
Provincia: stemma Lecce
Coordinate: 40°11′0″N 18°12′0″E / 40.18333, 18.2
Altitudine: 91 m s.l.m.
Superficie: 29 km²
Abitanti:
5.527 31-12-04
Densità: 191 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Corigliano d'Otranto, Galatina, Lequile, Martano, San Donato di Lecce, Sogliano Cavour, Sternatia, Zollino
CAP: 73010
Pref. tel: 0836
Codice ISTAT: 075076
Codice catasto: I800 
Nome abitanti: soletani 
Santo patrono: Sant'Antonio di Padova 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Soleto è un comune di 5.537 abitanti del Salento in provincia di Lecce. Fa parte della Grecìa Salentina, isola linguistica greca. Gli abitanti parlano correntemente il dialetto salentino, mentre la lingua grika è quasi del tutto scomparsa.

Dista circa 18 km dal capoluogo e 3,6 km da Galatina.

In griko e in salentino il nome del paese è Sulitu.

Indice

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Etimologia

Stando ad una diffusa ma quasi certamente erronea interpretazione il nome Soleto deriva dalla parola sole. Alcuni studi hanno ipotizzato, invece, che il termine si riferisca a basoleto (syllithos), la pietra utilizzata nella zona. Più di recente è stato trovato un ostrakon con una mappa antichissima, detta la "mappa di Soleto", in cui le prime tre lettere del nome (SOL) sono chiaramente incise a identificare il paese. Essendo l'ostrakon di epoca messapica, non è chiaro cosa questa parola possa significare. Dalla parola Soletum si fa derivare anche, per la posizione centrale e l'importanza attribuita all'insediamento in tempi antichi, il termine Salentum che è poi passato ad indicare tutta la zona.

[modifica] Geografia

La città si trova a metà strada fra Otranto e Gallipoli su un piccolo altopiano a 90 metri s.l.m. Il territorio circostante degrada fino a 48 metri s.l.m. nella pianura salentina. Il punto più alto è a 110 metri s.l.m. la Specchia Murica da dove si può vedere ad occhio nudo la collina di Collepasso dopo i comuni di Sogliano Cavour e l'avvallamento argilloso-tufaceo di Cutrofiano.

Bocca di una pozzella - Soleto
Bocca di una pozzella - Soleto

L'approvviggionamento idrico di Soleto preistorica e medievale era garantito da numerose cisterne (cavità sotterranee in parte naturali ed in parte scavate nella pietra) che raccoglievano l'acqua piovana (essendo il paese sulla sommità di un altopiano) in numerose pozzelle ancora oggi visibili appena fuori dal centro abitato. Le pozzelle sono testimonianza della costruzione a secco legata alle antiche condizioni dell'economica agricola e delle soluzioni idriche di un tempo, e monumenti della cultura rurale salentina. Costituirono per secoli una risorsa fondamentale per la sopravvivenza della comunità e delle attività agropastorali, avendo la funzione di raccogliere l'acqua piovana. Sono ingegnose costruzioni ed arcaici serbatoi idrici. Simili alle cisterne delle città greche dell'VIII sec.a.C., le cavità sotterranee hanno delle volte in parte naturali ed in parte di tipo trulliforme costituite da pietre a secco, con un'apertura sulla sommità, che venivano successivamente ricoperte dal terreno. La bocca della pozzella (sarebbe bene chiamarla puzzieddru) è formata da un unico blocco di pietra leccese, forato al centro, delle dimensioni di circa 100x100x50 cm. appoggiato sulla sommità della cisterna. La profondità media di queste cisterne è di 7-10 metri ed alcune sono tra loro intercomunicanti fino a formare un insieme di 5-10 bocche come si può ancora osservare a nord di Soleto in località pozzelle. Nelle vicinanze ci sono degli abbeveratoi in pietra leccese per uso dei numerosi greggi di pecore e capre. Purtroppo quest'area è allo stato di abbandono dopo che negli anni 80'il comune ha realizzato una larga strada ed un pozzo assorbente.

Lo stesso sistema è utilizzato nelle grandi masserie che circondano il centro abitato. Nella masseria Mega (in greco vuol dire Grande), demolita per costruire il centro sportivo vi era una cisterna ( ricavata in una cavità naturale nella roccia e rozzamente ricoperta di intonaco) di dimensioni veramente notevoli.

[modifica] Economia

L'economia è basata prevalentemente sull'artigianato e sull'agricoltura (soprattutto ulivi e legumi),sulla pastorizia ( ovini e caprini) con produzione di formaggio pecorino anche se non mancano attività manufatturiere nel settore dell'estrazione della pietra e della manifattura di giocattoli (peluche).

[modifica] Cave di pietra a cielo aperto

La pietra di Soleto è una pietra calcarea molto compatta ed è utilizzata per 3 scopi principali:

  • pavimentazione stradale di centri storici (basolato) in blocchi quadrati o rettangolari di medie dimensioni oggi tagliati a macchina e quindi molto lisce rispetto a quando si squadravano a mano con accorti e appropriati colpi di picozza.
  • produzione di calce e cemento di ottima qualità nel vicino Cementificio di Galatina che esporta anche verso l'Albania e la Jugoslavia dal porto di Otranto.
  • produzione di brecciolina per conglomerati cementizi e bitumazioni stradali nelle ditte sia locali (Nuzzaci,ecc.) che della provincia.

Denominata anche "pietra viva", questo calcare grigio, duro, resistente ed omogeneo, è scientificamente denominato "dolomia di Galatina", sebbene sia concentrato soprattutto nelle cave soletane.

Le cave sono visibili sulle strade principali di accesso a Soleto sia provenendo da Martano , sia da Sternatia che da Galatina. Una nascosta è invece quella utilizzata dal Cementificio che si trova nel bosco dell'uliveto.

L'estrazione e lavorazione della pietra ha impiegato nei decenni numerose maestranze soletane, come "cavamonti", scalpellini e selciatori, che si sono via via specializzate sia nella estrazione (esplosivi e macchine fresatrici) ,sia nella movimentazione (conduzione camions e benne), sia nella pavimentazione (molti comuni delSalento hanno nei loro centri storici la pietra di Soleto ed il sudore dei soletani), sia nella bitumazione (fino a Matera e Bari le opere eseguite). La sua lavorazione prevede l'utilizzo di antichi strumenti come la "busciarda" (piccoli martelli) e la "maiòcca" (martellone in legno di fico utilizzato per assettare il basolo).

Oggi pesanti magli hanno sostituito l'opera di decine di braccianti che negli anni '50, seduti su cumuli di grosse pietre le spaccavano per produrre il friccio o la breccia con la forza delle braccia sollevando ed abbassando per dodici ore al giorno pesanti mazze del peso di oltre cinque chili.

[modifica] Manifattura di giocattoli (peluche)

Una lunga tradizione familiare come giocattolai a Soleto è quella della famiglia Stanca. Nel dopoguerra si potevano vedere lungo i marciapiedi di Viale Raimondello Orsini i cavallucci a dondolo e le bambole di cartapesta messe ad asciugare al sole. Si lavorava tutto l'anno per soddisfare le richieste del periodo natalizio. Oltre all'artigiano che aveva preparato con cura i calchi in gesso in cui veniva pressata la carta imbevuta di colla liquida per darle la forma voluta, molte ragazze lavoravano in casa i vestiti delle bambole o ne dipingevano il viso e le braccia. Così venivano lavorate a mano centinaia e centinaia di pezzi. Negli anni la plastica ed il polistirolo hanno sostituito la cartapesta ed oggi prendono vita nei laboratori artigiani in Largo Cupone migliaia di peluche di varie forme e destinazioni. Dalle fiere di paese alle sorprese per le uova di Pasqua.

[modifica] Artigianato

  • Botteghe artistiche di ferro battuto con decorazioni a smalto
  • Lavoratrici al tombolo e merlettaie: i merletti più conosciuti sono "il chiaccherino", fatto con la spoletta sulle dita, e poi ancora "il tombolo", con la famosa tecnica di intrecciare i fili intorno ad altri puntati su un disegno, sistemato su un grosso cuscino cilindrico imbottito.
  • Esperti in rivestimenti in pietra e costruzione di muretti a secco
  • Sculturori in legno d'ulivo e in pietra leccese
  • Azienda familiare di luminarie
  • Pasticcerie (caratteristici pasticciotti e fruttoni)
  • Ristoranti, Osterie, Rosticcerie (caratteristici rustici e calzoni).

[modifica] Cenni storici

Per approfondire, vedi le voci Storia del Salento e Storia della Puglia.

È uno dei siti neolitici più noti del Salento per il ritrovamento di manufatti e di asce in bronzo esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Alcune campagne di scavi condotte negli ultimi decenni nelle vicinanze dell'attuale Convento dei Francescani hanno portato alla luce l'antica cinta muraria di età messapica visibile ancora nel '500 e citata dall'erudito Galateo nel "De situ Japigiae".

Molto prima di lui Plinio il Vecchio, nel libro III della "Naturalis Historia", narra di aver trovato, durante il suo viaggio nel Salento nel primo secolo dopo Cristo, "Soletum desertum".

Soleto fu un ragguardevole nodo viario già in epoca messapica, che metteva in comunicazione i più importanti centri messapici ed incrociava una "via trasversale" che collegava il porto di Roca Vecchia sull'Adriatico con Vereto (oggi scomparsa) e con il porto Nauna sullo Ionio (l'attuale Santa Maria al Bagno).

L'attuale sito è quello corrispondente al "castrum" Romano costruito dopo le guerre contro Annibale nelle quali i Messapi Sallentini si erano ribellati a Roma e schierati con i Cartaginesi. Il sito preistorico è spostato verso nord nella direzione della strada per S. Venerdia e fu raso al suolo dai Romani. Il territorio di tutto il Salento fu "centuriato" e dato in premio come si usava ai Centurioni vincitori.

Inoltre nel sottosuolo del centro abitato e nelle campagne intorno a Soleto si incontrano innumerevoli avanzi di terracotta grossolana, di stoviglie smaltate, di sepolcri sempre messapici.

[modifica] Contea di Soleto

La storia più conosciuta di Soleto è, tuttavia, quella medioevale e coincide con la storia della Contea di Soleto con Raimondello Orsini del Balzo, che comprendeva i comuni attuali di Galatina, Zollino, Cutrofiano, Sternatia e Sogliano.

La Contea di Soleto, assieme a quella di Nardò e Lecce, nasce nel 1055 con la conquista normanna della Puglia da parte di Roberto il Guiscardo della famiglia Altavilla(duca di Puglia dal 1057) e la creazione del principato di Taranto con il figlio Boemondo I nel 1088.

Il Catalogus Baronum (2) del 1168 circa aveva censito nel distretto feudale di Soleto, cinque corpi feudali di collazione regia.

Con l'arrivo degli Svevi, Federico II nomina il figlio Manfredi principe di Taranto a cui succederà Filippo I d'Angiò nel 1266 dopo la battaglia di Benevento.

I primi conti di Soleto di cui conosciamo il nome sono d’età sveva. Ed anzitutto Glicerio de Matino, figlio del famoso Gervasio (giustiziere di Capitanata nel 1250) partigiano, come il padre, di Manfredi e di Corradino, e catturato alla resa di Gallipoli, l’otto maggio 1269, con tutti i ghibellini della provincia (1). Ebbe, forse, salva la vita; ma i feudi li aveva già persi il 28 gennaio del 1269, quando la città di Mottola da cui la famiglia era originaria , le terre di Ceglie, di Soleto ed il casale di San Pietro in Galatina, tutti suoi, furono concesse ad Anselin de Toucy. (3)

Ezzelino de Tuzziaco ebbe per primo, tra il 1271 e il 1272 il titolo di Comes Soleti.

[modifica] Famiglia Orsini Del Balzo

Nel 1277 passò al fratello Philippe finché nel 1299 morto l'ultimo erede della famiglia Filippotto De Tuzziaco senza figli, Carlo I d'Angiò cedette la Contea di Soleto ad Ugo del Balzo(Hugues de Baux in Provenza), venuto al suo seguito dalla Francia. Alla morte di Ugo, avvenuta nel 1319, gli succedette il primogenito Raimondo (1303-1375), che la cinse di mura e acquistò i casali di Cutrofiano ( che includeva il territorio dell'odierna Collepasso) e di Castrignano de' Greci. Successivamente Nicola Orsini(1331-1399), , conte di Nola, la ereditò dallo zio Raimondo del Balzo (fratello della madre Sveva del Balzo) nel 1375 con la promessa di lasciarla a Raimondello e di unire i cognomi delle due famiglie Orsini-Del Balzo.

Nascita della famiglia Orsini Del Balzo
Nascita della famiglia Orsini Del Balzo

Raimondo Orsini Del Balzo, conosciuto anche come Raimondello, (136117 gennaio 1406) era il secondo genito di Nicola Orsini. Fu Conte di Soleto (1382), Duca di Benevento (1385-1401), Principe di Taranto (1393-1406), Conte di Lecce (1401-1406), Duca di Bari, Gran Connestabile del Regno di Napoli, Gonfaloniere della Sacra Romana Chiesa.

Sposò Maria d'Enghien, (1367-9 maggio 1446), contessa di Lecce.

Il Principato di Taranto includeva metà del Regno di Napoli ed il Principe Raimondello vi governò quasi indipendentemente dal Re, diventando il signore più ricco del regno e vantandosi di poter andare da Lecce a Napoli "passando sempre sopra le sue terre". Verso la fine del XIV secolo fondò Salice Salentino, e ordinò la costruzione della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, un capolavoro di arte francescana. Egli stesso vi è ritratto all'interno insieme con suo figlio Giovanni Antonio ed i due monumenti funebri sono ben visibili nell'abside.

[modifica] Dal XIV al XVI secolo

Guglia di Raimondello Orsini
Guglia di Raimondello Orsini

Allo stesso periodo (fine XIV sec.) risalgono i cicli pittorici nella bellissima chiesetta greco-bizantina di Santo Stefano dove a uno stile giottesco si sovrappone quello delle maestranze presenti a Galatina.

Secondo Ch.Diehl (L'art byzantin dans l'Italie meriodionale, Paris 1891) la chiesetta (metri 6,61x3,90) fu edificata nel 1347 (in greco anno 6885 dalla creazione del mondo).

Un'altra opera importante da lui voluta e commissionata è la omonima Guglia di Raimondello a Soleto costruita nel 1397. Per ogni soletano lu campanaru è l'elemento più rappresentativo della sua identità storica.

La Contea di Soleto ed il Principato di Taranto vennero assorbiti dal regno di Napoli dopo la congiura dei Baroni contro il re e la morte in Altamura nel 1463 del figlio di Raimondello e Maria d'Enghien, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, ultimo principe di Taranto.


Delle mura medioevali e delle quattro porte (S.Antonio a nord, S.Vito a est, S.Lorenzo a sud, S.Gaetano a ovest) è visibile oggi solo la porta di S.Vito sormontata da una statua. Lo spessore del muro attuale ci fa ben immaginare come dovevano essere quelle che cingevano il paese probabilmente già nel 1269, anche se ufficialmente si fa risalire la loro costruzione attorno al 1334. “Le mure prime che si fecero in Santo Pietro, furo fatte nel 1334 et nel medesimo anno si murò Galatòna, Solìto, et Sternatìa”. [F. Giovannini Vacca, “Un’inedita cronaca galatinese del ‘500”]. Una veduta della porta ovest (verso Galatina) è nei dipinti settecenteschi del Des Prez.

Mura di Soleto nel '700  lato ovest (Des Prez)
Mura di Soleto nel '700 lato ovest (Des Prez)

Il castello, oggi sostituito da una civile abitazione , era situato sul lato sud e fu restaurato per l'ultima volta, come testimonia Cosimo De Giorgi nel 1880, alla fine dell'800. Fu edificato intorno al 1400 per volere di Raimondello Orsini Del Balzo. Nel 1940 versava in pessime condizioni, e nel 1948 crollò definitivamente.Dell’antico castello di Soleto, oggi rimane solo il grande giardino.

Saccheggiato dai Turchi nel 1480 dopo la presa d'Otranto, Soleto conserva ancora nel suo centro storico ( in greco αγορά - pronuncia in griko la Corà) una ricca collezione di case gentilizie quattro-cinquecentesche, dalla sobria eleganza rinascimentale, accanto a portali e palazzi barocchi .

Tra il 1459 e il 1463, Galatina ha circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto e da questo momento in poi si espande culturalmente ed economicamente. Nel 1484 Galatina venne scorporata dalla contea di Soleto e dagli Aragonesi viene elevata a ducato. Nello stesso anno anche Cutrofiano fu ceduta alla famiglia Del Croce-Capece.

La famiglia Castriota Scanderbeg, alla morte di Giorgio [1], ottenne dalla corona aragonese il ducato di San Pietro in Galatina e la contea di Soleto nel 1485. Giovanni, figlio di Scanderbeg, e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina.

L’unica figlia legittima del Duca Ferrante, Irene, nata da Andreana Acquaviva d’Aragona dei Duchi di Nardò , portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio con il principe Pietro Antonio Sanseverino (1539) appartenente ad una nobile famiglia napoletana. A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina.

[modifica] Dal XVII al XVIII secolo

Alla famiglia Sanseverino residente in Calabria (principi di Bisignano,Morano e Corigliano Calabro - CS) seguì Giovan Vincenzo Carafa a cui Niccolò Bernardino , figlio di Pietro Antonio Sanseverino carico di debiti, nel 1590 fu costretto a vendere buona parte del patrimonio. Ai Carafa seguirono i Brayda (Ettore, marchese di Lavello era conte di Alessano e Neviano dal 1571) ed infine, nel 1615, subentra il genovese Giovan Battista Spinelli.

Soleto fu declassata da contea a baronia fino al 1806, anno in cui fu soppressa la feudalità ma non i titoli nobiliari e ultimi baroni di Soleto furono i Carrozzini.

Nel 1601-1609 fu costruita la Chiesa della Madonna delle Grazie (Santuario dal 1953) con annesso convento dei Francescani. Vi si conserva un grazioso affresco quattrocentesco che riproduce la Madonna con in braccio il bimbo Gesù. Secondo una "Cronaca" di padre Bonaventura da Lama nel 1568 il viso della Madre fu sfregiato da colpi d'ascia inferti da un tal Lisandri. Dall'affresco colpito sgorgò del sangue. La "leggenda" nasconde il fatto storico che dopo il Concilio di Trento (1564) a Soleto nel 1598 fu smesso il rito greco con l'ultimo arciprete Arcudi e nel 1602 furono chiamati i Frati Minori per promuovere il rito latino non senza sofferenze per le minoranze religiose.

Porta S.Vito a Soleto
Porta S.Vito a Soleto

Nel 1688 venne completata l'attuale Chiesa di S.Nicola con annesso Monastero delle Clarisse al posto di una precedente di stile greco-bizantino.

Il monastero fu fondato nel 1683 per espresso desiderio testamentario e con i beni del chierico e medico Donatantonio Bifali e della moglie Donna Ramondina Coletta. Nel 1689 venne aperto grazie al trasferimento di due clarisse provenienti dal monastero di Nardò. Il monastero subì la soppressione napoleonica dal 1810 al 1829. Recuperato nel 1830, vi fu istituito anche un educandato. Situato nel centro storico, è formato dal primo piano e dal pian terreno ed ha forma rettangolare con chiostro centrale in cui il pozzo seicentesco, in pietra leccese, domina sul verde delle aiuole. Attualmente la comunità è trasferita presso l'oasi "S. Bonaventura" in S. Simone di Sannicola dei Frati Minori a causa del dissesto del monastero il 14 dicembre 2003.


A pochi passi la Chiesetta detta delle Anime con facciata anch'essa di stile seicentesco.

Nel 1783 venne completata l'odierna Chiesa matrice, parrocchiale soletana al posto della vecchia chiesa medioevale che minacciava in parte di crollare. Di quella antica chiesa sopravvive una stilizzata incisione del 1604 sul grande leggio del coro ed era orientata a tramontana, con asse inverso a quello attuale. Come si legge sulla facciata settentrionale del campanile nuovo "Adrianus Preite a Cupert fecit" il costruttore fu l'architetto Adriano Preite da Copertino.

[modifica] XIX e XX secolo

Nella prima metà dell'800 venne costruito il Camposanto.Più volte ampliato e con pregevoli edicole in pietra leccese tra cui quelle delle famiglie Paolo Orsini e Salvatore Manca ad opera del maestro soletano Serafino Mangione. Il luogo precedente era il cortile recintato vicino al Convento dove una lapide indica che li giacciono i resti dei Soletani morti durante le pestilenze del '600 e '700.

Alla fine dell'800 un nobile discendente della famiglia Carrozzini (baroni di Soleto), don Giovanni, con atto notarile lasciò in eredità al Comune due edifici di sua proprietà.

In via Maria Grazia Carrozzini il palazzo settecentesco di famiglia ad uso Ospedale che verrà utilizzato fino a metà del '900 e poi adibito a Caserma dei Carabinieri ed ora sede di Uffici Comunali.

Destinò anche a Ospizio per i poveri la bella villa in Largo Osanna con il nome di Opera Pia Madonna delle Grazie Giovanni Carrozzini con cospicue rendite legate ai terreni anch'essi lasciati in dotazione.

Durante il ventennio venne costruito il grande edificio scolastico, più volte restaurato ed ampliato, mantenendo lo stesso stile architettonico, sul finire degli anni '90.

Monumento ai caduti - Villa comunale
Monumento ai caduti - Villa comunale

Dopo la storica nevicata del febbraio 1956, durante l'amministrazione comunale del Sindaco Marra, vennero demoliti gli edifici pericolanti in Piazza Municipio ( prima piazza Vittorio Emanuele II) e la vecchia torre dell'orologio per costruire l'attuale palazzo municipale restringendo la piazza e acquisendo alcuni edifici confinanti.

Venne anche piantumata la villa comunale detta dai soletani cupone con all'ingresso , nel pavimento, lo stemma del Comune (il sole a 16 raggi) composto da marmo e impasti colorati e levigati. Il "cupone" era originariamente delimitato da una doppia fila di querce ed utilizzato come campo di calcio sterrato stendendo una fune sul primo filare di querce e disegnando con polvere di calce le due aree.

Al centro della villa comunale venne poi edificato il monumento ai caduti e definitivamente sistemata la stele in pietra sormontata da una croce ( Osanna) da cui il piazzale prende il nome.

La nuova scuola media sorse negli anni '70 su un'area detta le 4 are (grande aia di un'antica masseria) dopo aver utilizzato per anni il vecchio palazzo comunale in Via Umberto I (ora sede della polizia Municipale).

Negli anni '80 venne progettato dall'architetto soletano Giovanni Miccoli il centro sportivo polivalente dotato di campi di calcetto, tennis, pallavolo e pista di pattinaggio utilizzato anche per concerti e manifestazioni.

Mosaico del Calvario - Piazzale Convento - Soleto
Mosaico del Calvario - Piazzale Convento - Soleto


Anche il piazzale del Convento è stato attrezzato a verde con al centro la statua della Madonna delle Grazie posta su un alto piedistallo in cemento ed il suggestivo e policromo mosaico del Calvario di Cristo ad opera del prof. Moscara.

Intanto il centro storico diventava sempre più disabitato mentre nuovi quartieri sorgevano prevalentemente verso ovest spostando di fatto la maggioranza delle abitazioni e degli abitanti verso la via Galatina.

I negozi e gli uffici dal centro si sono spostati sul vecchio anello stradale del Viale Raimondello Orsini ed una nuova circonvallazione ora dirotta il traffico pesante verso il nord collegando via Martano, via Sternatia e via Galatina.

Nel 2002 è stata completata una bretella viaria (viale Gubbio) che collega via Sogliano e via Martano, due principali arterie di accesso al centro abitato situate a sud-est.

[modifica] Progetti per il futuro

L'amministrazione della Provincia di Lecce sta realizzando il sottopassaggio ferroviario sulla provinciale per Galatina. L'amministrazione Comunale sta adeguando le stanze dell'ex Ospedale Carrozzini al fine di realizzare un museo e i locali dell'ex mercato comunale coperto (1950) come un punto di ritrovo per gli anziani di Soleto.

[modifica] Archeologia

La Mappa di Soleto
La Mappa di Soleto

Oltre al ritrovamento di asce di bronzo, monete, vasi e tombe del periodo messapico esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto, sono state recentemente messe in evidenza le antiche mura di cui, nei secoli, si erano perse le tracce.

La cosiddetta mappa di Soleto è l'ultimo di una lunga serie di ritrovamenti archeologici. L'oggetto è stato scoperto all'interno di un grande edificio messapico il 21 agosto 2003 a Soleto dall'Archeologo belga Thierry van Compernolle nel corso di scavi archeologici, e testimonia le relazioni esistenti tra gli Iapigi, i Messapi ed i Greci nel V secolo a.C., non sempre approfondite dalla predominante tradizione letteraria greco-romana.

[modifica] Luoghi d'interesse

Centro storico di Soleto
Centro storico di Soleto
  • 8- Palazzo Blanco o della Zecca. Incrocio tra via Regina Elena e XX Settembre, dimora dell’arciprete Nicola Viva. Cinquecentesca con iscrizioni, portale, stemmi e motivi bugnati.
  • 9- Palazzo Sergio. In via Salomi, 8. Cinquecentesco, già dei Rizzo, con portale e splendida finestra, con stemma dei Rizzo e decorazioni simboliche.
  • 10- Sedile ( ora adibito ad agenzia bancaria).
  • 11- Chiesa di San Nicola con annesso Monastero delle Clarisse (chiuso per dissesto dal 14 dicembre 2003).
  • 12- Centro storico - palazzo Orsini
  • 13- Cave di estrazione della pietra di Soleto
  • 14- Pozzelle
  • 15- Villa comunale ed Osanna
  • 16- Mura messapiche rinvenute durante campagne di scavi archeologici
  • 17- Chiese fuori dalle mura : Santa Venerdia (Venerdi Santo),Madonna del Carmine (riedificata), Madonna di Leuca (1766), San Paolo (riedificata).

[modifica] Trasporti

Nel paese è presente una stazione (Soleto) delle Ferrovie Sud Est a due binari. Tale stazione è situata sulla tratta Lecce-Zollino-Gallipoli.

Vi si può arrivare dalla strada statale 16 Adriatica che collega Lecce con Maglie , dalla provinciale 367 dall'aeroporto di Galatina a Maglie , dalla provinciale 47-48 da Galatina a Martano - Otranto , dalla provinciale 31 da Sternatia o infine dalla provinciale 33 da Sogliano.

[modifica] Festività e tradizioni

  • Mercato settimanale: lunedi.
  • "Focare" di S.Antonio: 17 gennaio. Vengono accesi grandi falò propiziatori nei crocicchi dei quartieri.
  • Festa popolare con cuccagna del lunedi di Pasqua.
  • Notti delle Macare ( Festa della Magia )28-30 maggio
  • Sagra della bruschetta : ultima domenica di agosto.
  • S. Lucia: 13 dicembre .Riti religiosi, luminarie, spettacoli pirotecnici.
  • Festa popolare con cuccagna di Santo Stefano : 26 dicembre.

[modifica] Gastronomia

Come in tutto il Salento è molto diffusa la carne di cavallo, stufata o brasata col pomodoro, i pezzetti, e le lumache di terra, preparate in vari modi, le municeddhre; gustosi dolci tipici: il pasticciotto (ripieno di crema pasticcera) e i fruttoni (ripieni di marmellata di pere e ricoperti di cioccolata).

[modifica] Riti della Settimana Santa

  • Addobbi floreali dei Sepolcri,
  • Chiamata della Madonna la sera del Giovedi Santo. Dopo il tramonto muore Gesù. In chiesa si spengono le luci, si simulano rumori come di tuono, si aprono le porte principali e quando si riaccendono le luci appare sulla soglia della Chiesa la statua della Madonna Addolorata. Dal pulpito della Chiesa il predicatore che ha appena finito di commemorare la morte di Cristo grida a gran voce " VIENI MARIA A PRENDERE TUO FIGLIO !! "
  • Processione di Cristo morto all'alba del Venerdi Santo. Alle 4,00 un rullare di tamburo e tre squilli di tromba ( due brevi ed uno prolungato) chiamano tutti i soletani alla processione di Cristo morto seguito dalla Madonna Addolorata. Tutti gli adulti sono vestiti con la mantella gialla o blu delle due Congreghe (Anime e S.Nicola) e con il cappuccio bianco sul capo. Davanti procedono tutte le donne con le candele accese e intonando canzoni lamentose. Dietro le statue portate a spalla dai penitenti a pagamento, vi è la banda che intona marce funebri e tutto il paese segue fino all'alba percorrendo il centro storico e fermandosi nelle altre chiese ed al convento.
  • Sabbatu santu(filastrocca popolare) Mentre si commemora la morte di Gesù si prepara la festa di Pasqua ed i dolci tipici.
« \mathfrak{S}abbatu santu currendu currendu,
tutte le femmane vane chiangendu;
vane chiangendu cu ddoja te core,
sabbatu santu : cuddhrura cu ll'oe.

(traduzione)
Oggi è sabato santo e di corsa
tutte le donne sono addolorate;
così addolorate che gli fa male il cuore,
oggi è sabato santo (e già si preparano) i dolci pasquali »
  • Dolci Pasquali tipici sono tutti quelli a base di pasta di mandorla. Vere opere d'arte alcune riproduzioni di frutta (classicamente i fichi d'india con o senza la foglia verde) o l'agnellino pasquale con la bandiera rossa della resurrezione.
  • Pascareddhra (lunedì di Pasqua) con le tipiche cuddhrure cu ll'oe. Impasto di pasta frolla con uno o più uova intere ( con tutto il guscio) cotte al forno. La forma varia a seconda del destinatario: cestini con 2/3 uova per gli adulti, il gallo con un uovo in centro per i ragazzi e la classica bambola con l'uovo in pancia per le bambine.

[modifica] S. Antonio: 13 giugno

In onore di S. Antonio, culto particolarmente sentito dai soletani; ai riti religiosi si accompagnano le celebrazioni civili con luminarie nelle vie principali del paese, spettacoli, banda musicale e fuochi pirotecnici.

[modifica] Madonna delle Grazie: 5 agosto

Momenti di profonda partecipazione con riti religiosi e manifestazioni di folklore popolare, giocattolai, luminarie, bande, spettacoli pirotecnici.

[modifica] Personaggi illustri

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Elio Serra (lista civica) dal 15/06/2004
Centralino del comune: 0836 667014 - 0836 667429
Email del comune: segreteria@comune.soleto.le.it

  • Ufficio Tecnico Tel e FAX 0836 667865
  • Polizia municipale Tel e FAX 0836 663133
  • Protezione civile Tel 0836 663764
  • Carabinieri Tel 0836 667010
  • Farmacia Tel 0836 667044
  • Guardia medica Tel 0836 527292
  • Centro ricreativo anziani Tel 0836 663682

[modifica] Sindaci storici

  • 1831 D.Salvatore Manca
  • 1876 Antonio Carrozzini

[modifica] Sindaci del dopoguerra

  • Antonio Marra (imprenditore nel settore edilizio)
  • Arnaldo Vergine (legale)
  • Ettore Dell'Anna (insegnante scuola elementare)
  • Angelo Cagnazzo (insegnante materie letterarie, scuola superiore)
  • Bruno Nuzzaci (imprenditore nel settore edilizio)
  • Luigi Danieli (insegnante materie letterarie, scuola media)
  • Virgilio Baldassarre (insegnante materie letterarie, scuola media)
  • Domenico Palmisano (dottore commercialista)
  • Antonio Campa (insegnante materie aziendali, scuola superiore)
  • Raffaele Saracino (medico pediatra)
  • Elio Serra (medico psichiatra)

[modifica] Bibliografia

  • Zacchino V. Berger M. Paesi e figure del vecchio Salento vol.secondo Congedo editore Galatina 1980
  • Petrucci A. Cattedrali di Puglia ,Roma 1960
  • (1) Cedula taxationis Justitiaratus Terrae Ydronti 1276 ed.Filomatica Napoli 1926.
  • (2) Catalogus Baronum Istituto Storico per il Medioevo (a cura di E.Cuozzo) Roma 1984 pag.54
  • (3) Registri della Cancelleria Angioina Napoli 1963 vol XIV pag.230 <<Mentio Narzonis de Tucziaco mil.consanguinei et fam. f.Philippi,regni amirati,qui succedit in Motula,Cilia,Soleto,Sancto Petro in Galatina,que bona fuerunt Eligesii de Matino,proditoris nostri...>>

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. ^ Edward Gibbon, 1788, History of the Decline and Fall of the Roman Empire, Volume 6, Scanderbeg section
Il Tafaluro a Torre Sant'Andrea, marina di Melendugno (LE)

Salento - Tacco d'Italia

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Ulivi e muretti a secco a San Vito dei Normanni (BR)


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