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Sanseverino (famiglia) - Wikipedia

Sanseverino (famiglia)

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I Sanseverino sono una delle casate storiche italiane più illustri, la prima delle sette grandi Case del Regno di Napoli, che arrivò a dominare su più di 300 feudi, 40 contee, 9 marchesati, 12 ducati e 10 principati distribuiti soprattutto tra Calabria, Campania, Lucania e Puglia. Fra i suoi membri si annoverano cardinali, viceré, marescialli e condottieri.

Indice

[modifica] La storia delle origini

La casata fu fondata dal normanno Turgiso, che ebbe in dono da Roberto il Guiscardo la contea di Sanseverino. Avendo questi stabilito la sua dimora nell'omonimo castello che si trovava nei suoi nuovi possedimenti in quanto collocato in una posizione strategica che poneva in comunicazione il Principato di Salerno, il borgo di Rota (l'odierna Mercato San Severino), il ducato di Napoli e di Benevento, ne assunse anche il nome. Turgiso morì nel 1081. A lui succedette Ruggero che finì i suoi giorni come monaco benedettino della Badia di Cava.

Per la fedeltà al Papa ed al partito guelfo, la famiglia fu quasi distrutta prima dagli Svevi e poi dai Durazzo, ma riuscì sempre a sopravvivere ed a ritornare all'antico splendore.

Nel XV secolo i Sanseverino si divisero nei due grandi rami di Salerno e di Bisignano (CS). Altri rami furono quelli dei Sanseverino conti di Lauria e duchi di Scalea, Sanseverino duchi di San Donato, Sanseverino conti di Tricarico, Sanseverino conti di Caiazzo e conti di Colorno, Sanseverino baroni di Càlvera, Sanseverino baroni di Marcellinara e molti altri rami minori.

Nel 1306 Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, fondò la monumentale Certosa di Padula

[modifica] Un eccezionale Privilegio

I Sanseverino ebbero, nel Regno di Napoli, un trattamento semi-sovrano, sempre riconfermato da tutti i sovrani succedutesi su quel trono. Ne è palese dimostrazione l'eccezionale e unico privilegio concesso ai Sanseverino e confermato alla casata anche da Carlo V nel 1520, secondo il quale in mancanza dell'erede maschio i feudi non si dovevano mai disperdere per successione femminile, dovendo essi passare al parente maschio più vicino

« in quantumcunque remotus etiam decimo et ulteriori gradu ex quacumque linea trasversali, adscendenti seu descendenti... Et inter ipsos de cognomine de Sancto Severino progenitura et gradus servatur...  »

Infatti quando nel 1606 Il principe di Bisignano Bernardino Sanseverino muore senza eredi, il feudo fu ereditato dalla nipote Giulia, solo in seguito a un lungo processo presso il tribunale Regio di Napoli. Alla morte di Giulia, fu ripristinato il Privilegio e Luigi Sanseverino conte di Saponara, cugino di sesto grado, viene riconosciuto erede.

[modifica] I Sanseverino di Salerno

  • Roberto Sanseverino, principe di Salerno dal 1460
  • Antonello I Sanseverino
  • Antonello II Sanseverino († 1497), grande ammiraglio del Regno di Napoli (1477), capo della Congiura dei baroni (1485)
  • Ferrante Sanseverino fu l'ultimo principe di Salerno. Contrario all'introduzione dell' Inquisizione spagnola entrò in conflitto con i governanti spagnoli, portando alla rovina l'intera famiglia. La caduta dei Sanseverino si ripercosse anche sulle popolazioni, poiché i loro beni furono confiscati, suddivisi e quindi donati o venduti a numerosi signori, segnando l'inizio di un lungo periodo di decadenza per la città di Salerno.
  • Lucio Sanseverino

[modifica] Conti Di Colorno

Roberto Sanseverino, oltre ad essere il fondatore del ramo di Salerno, fu anche conte di Colorno dal 15 aprile 1458 al 23 marzo 1477 e poi rinunciò a favore del figlio, Gianfrancesco Sanseverino.

  • Roberto Ambrogio dal 1502
  • Lavinia, dal 1544
  • Gian Galeazzo, dal 1570
  • Gianfrancesco, dal 1560, che sposò Lavinia, sua cugina.
  • Barbara, sposò prima Gilberto Sanvitale e poi il conte Orazio Simonetta, con cui fu giustiziata a Parma il 19 maggio 1612 per la congiura a Ranuccio I Farnese

[modifica] I Sanseverino di Bisignano

In realtà, si tratta della linea dei conti di Tricarico, della famiglia Sanseverino. La Contea di Tricarico, infatti, era il feudo principale di questo ramo familiare che forniva alla famiglia Sanseverino la più alta rendita, pari a quella regia della gabella della seta. Il titolo di Principe di Bisignano fu infatti conferito a *Luca Sanseverino, sesto conte di Tricarico, guerriero di notevole valore che fu sostenitore e partigiano degli Aragonesi.

  • Girolamo Sanseverino (1448 - 1478), settimo conte di Tricarico e secondo principe di Bisignano, partecitò alla Congiura dei baroni e per questo venne rinchiuso nelle carceri di Castelnuovo a Napoli.
  • Pietro Antonio Sanseverino, nipote del precedente in quanto figlio del 3° principe di Bisignano, Bernardino (1470 - 1517), avendo sposato una principessa di origine albanese, Erina Castriota Scanderbergh, erede dell'eroe albanese Scanderbergh, favorì lo stanziamento degli Albanesi nelle sue terre, accordando loro immunità e privilegi particolari, esenzioni tributarie, sfruttamento gratuito delle terre nelle quali si formarono in seguito i centri abitati nelle attuali località di Acquaformosa, Cavallerizzo, Cervicati, Cerzeto, Civita, Frascineto, Falconara,Firmo,Lungro, Mongrassano, Plataci, Porcile, San Basile, San Martino di Finita, Santa Caterina, San Giacomo, San Lorenzo, Serra di Leo, San Fili. Girolamo Sanseverino incoraggiò anche il ripopolamento di altri nuclei abitativi, tra cui i centri di Altomonte, Castroregio, Lattarico, Rota Greca,Tarsia, Torano, S. Benedetto Ullano, spopolati o semideserti a causa del flagello della peste dei secoli XIV e XVI.
  • Bernardino Sanseverino fu costretto all’esilio in Francia, dove conobbe San Francesco di Paola e venne nominato Procuratore Generale dell’Ordine dei Minimi.
  • Pietrantonio Sanseverino fu assai fedele alla Spagna e ratificò i "Capitoli e Grazie" della città di Morano, che si conclusero con la seguente frase: "Datum in nostra terra Morani 1° mensis Augusti 1530, Ind. XIII". L’imperatore Carlo V visitò le sue terre dal 9 al 12 novembre 1535 e, a causa della fantastica accoglienza nella riserva di San Mauro di Corigliano, si dice che domandò con compiacimento al Sanseverino: "Ma voi siete il principe o il re di Bisignano?". Pietrantonio Sanseverino venne insignito delle più alte onoreficenze spagnole. Le sue spoglie furono tumulate dentro l’altare maggiore della chiesa di San Francesco di Paola, ma risultano oggi disperse in seguito ai molti terremoti .
  • Nicolò Bernardino II nacque a Morano Calabro, dal principe Pietrantonio e da Irene Castriota Skanderbeg. In suo onore i giardini napoletani vennero chiamati "Orti Botanici" sanseverini.
  • Carlo Antonio Sanseverino, Conte di Saponara tenne il governo dello "Stato Sanseverino" di Bisignano soltanto per pochi mesi.
  • Luigi Sanseverino, fu il capostipite del secondo ramo dei principi di Bisignano. Fu il primo barone di Viggianello (PZ).
  • Carlo Maria Sanseverino "juniore" stabilì la sua Corte in Altomonte e aprì l’industria delle Saline di Lungro (CS).
  • Giuseppe Leopoldo Sanseverino fu amico e confidente del Beato Angelo d’Acri e padre della venerabile Mariangela del Crocifisso.
  • Il cardinale Lucio Sanseverino, fu Arcivescovo di Rossano per oltre vent'anni, e Metropolita di Salerno, segnalandosi per la sua fede e per la sua dottrina definita: "ceterisque virtutibus maxime nobilis".
  • Luigi III Sanseverino, asceta e laico, mise da parte la cura degli affari materiali.
  • Tommaso Sanseverino, suo figlio, ereditò i feudi di Bisignano, Altomonte, Acri, Lungro, Santa Sofia d’Epiro, Luzzi, Rose, Sant'Agata d’Esaro, che gli furono portati in dote dalla moglie Livia Firrao, ultima erede del Casato dei principi Firrao, definita dal Croce "di rispettabile condotta". [1]

[modifica] Duchi di San Donato

Nel 1374, per effetto del matrimonio di Margherita di Sangineto con Venceslao Sanseverino conte di Chiaromonte e Tricarico, il feudo di San Donato in Calabria passò ai Sanseverino di Bisignano. Verso il 1510 poi, Bernardino Sanseverino, Principe di Bisignano, concede la terra di San Donato e Policastrello in feudo baronale a un cadetto della sua casa, Francesco Sanseverino barone di Càlvera in Basilicata, che dà inizio così al ramo dei Sanseverino baroni di San Donato. Il 29 settembre 1602 Filippo III di Spagna elevò l'antica baronia in ducato nella persona di don Scipione "junior" Sanseverino, dei baroni di Càlvera, creandolo primo duca di San Donato[2].

  • Don Scipione juniore Sanseverino (1588 - 1640) fu il 3° Barone di San Donato, poi nominato 1° Marchese di San Donato dal 30-11-1598 e finalmente 1° duca con privilegio di Filippo III del 29 settembre 1602. Fu anche il 4° barone di Policastrello. Nel 1605 la madre, donna Lucrezia Carafa, acquista per lui il feudo di Poggiano o Rogliano o Roggiano e quello rustico di Larderìa dal principe di Bisignano. L' anno successivo cadrà sotto il suo dominio anche il feudo di Altomonte, poi passato alla casa dell' Annunziata di Napoli. L' acquisto del feudo di Roggiano comportò in parte anche lo spostamento della residenza della famiglia ducale, per buona parte dell' anno, da San Donato a Roggiano
  • Don Francesco Sanseverino (nato 1-11-1611; + 10-8-1648) morì ucciso dai suoi vassalli di San Donato insieme a due delle sue figlie, durante i tumulti seguiti alla rivolta di Masaniello a Napoli:
« E' un periodo di grave malcontento per i sandonatesi, che in concomitanza e in conseguenza dei fatti successi nella capitale del Regno nel 1647, tumultuarono contro il loro signore, al quale tolsero ogni rispetto ed obbedienza "mettendo fuoco ai suoi magazzini di grano, ammazzandogli tutte le mandrie dei vari animali, facendo prigioniera la Duchessa, con morte di due sue femmine e del fattore e con tanti altri eccessi di crudeltà", come risulta da un dispaccio del Residente veneto a Napoli in data 6 Agosto 1647." cfr. R. Bisignani, I Sanseverino, ramo San Donato, sta in "Calabria Nobilissima", 1989, 42-43, 33-70. »

Fu il 2° Duca di San Donato l’11 dicembre 1640, 5° barone di Policastrello e 1° barone di Roggiano e Patrizio Napoletano.

Questa linea della grande casata principesca reggerà il feudo fino al 1654, anno in cui muore l'unica figlia femmina sopravvissuta, l'ultima duchessa di San Donato, la piccola Annuccia di appena 9 anni e il feudo viene incamerato dalla Reale corte di Napoli. Messo in vendita all'asta, il feudo sarà aggiudicato alla famiglia Ametrano di Napoli nel 1664, [3] che la terranno fino alla fine della feudalità nel Regno delle Due Sicilie (1806) quando a loro volta si estingueranno nella famiglia Sambiase [4]

[modifica] I Sanseverino di Marcellinara

Il feudo di Marcellinara in Calabria venne assegnato ai Sanseverino il 3/2/1445 da Alfonso d'Aragona per il vittorioso assedio di Catanzaro, nella persona di Niccolò/Nicola Sanseverino (+ 10-1481), figlio di Guglielmo, Signore di Fiumara di Muro, fu il 1° Barone di Marcellinara con Privilegio del Re di Napoli del 3-2-1445, Paggio di Alfonso V d’Aragona e marito di donna Covella Rodio dei Baroni di Amato[5]

[modifica] Note

  1. ^ Il ramo dei Principi di Bisignano si è estinto nel 1888 con la morte dell'ultimo principe Luigi Sanseverino (sedicesimo principe di Bisignano) che ebbe solo figlie femmine. La primogenita sposò Francesco Costa dei Marchesi di Arielli, la cui discendenza ereditò tutti i titoli dei Sanseverino di Bisignano.
  2. ^ Títulos nobiliarios concedidos por Monarcas españoles en Nápoles existentes en el archivo general de Simancas, p. 1039-, "Duques - San Donato - A Escipión Sanseverino. Valladolid, 29 de septiembre de 1602"
  3. ^ La famiglia Campolongo ottenne, nel (1753, il titolo di barone sul feudo di San Donato. vedi: F. von Lobstein, Settecento Calabrese ed altri scritti, Napoli, 1977, Vol. II, pag. 494.
  4. ^ Dopo la morte dell'ultima duchessa Anna, il titolo di San Donato venne reclamato dal suo cugino più prossimo, Mario Sanseverino di Càlvera, (in virtù del noto eccezionale Privilegio concesso ai Sanseverino da Carlo V nel 1520, secondo il quale in mancanza dell'erede maschio i feudi non si dovevano mai disperdere per successione femminile, dovendo essi passare al parente maschio più vicino) e alla sua discendenza venne riconosciuto (insieme al diritto di portare il cognome Sanseverino) con Regio Decreto del 5 ottobre 1888. Vedi tra gli altri: Genealogia di Ercole Sanseverino, barone di Calvera, e suoi discendenti", Napoli 1902, e "Illustrazioni dell'albero genealogico della famiglia Cianci di Leo Sanseverino", Napoli 1906. La linea di successione originata dalla concessione ex novo del titolo di San Donato a seguito dell'acquisto del feudo da parte della famiglia Amitrano-Sambiase, si estinse completamente con la morte senza figli dell'ultimo esponente, don Ladislao Sambiase, duca di Malvito e principe di Bonifati,nato a Napoli il 14 febbraio 1881 (e succeduto al fratello Paolo (+ 7 feb. 1929), il quale non ebbe figli dalla moglie Margherita Nardi (cfr. "Libro d'oro della Nobiltà Italiana", ediz. XX, vol. XXII, 1990-1994, pag. 538), motivo per cui tutti i titoli dei Sanseverino di Càlvera e San Donato sono ritornati alla discendenza del succitato Mario Sanseverino.
  5. ^ Oggi il ramo dei Baroni di Marcellinara è rimasto unico superstite di tutta la casata dei Sanseverino

[modifica] Bibliografia

  • AA. VV. Libro d'oro della Nobiltà Italiana tutte le edizioni, Roma, Collegio Araldico, 1910- , fam. Sanseverino ad vocem
  • Atienza y Navajas, Julio de; Barón de Cobos de Belchite,Títulos nobiliarios concedidos por Monarcas españoles en Nápoles existentes en el archivo general de Simancas, in: "Nobiliario español, Diccionario heraldico de apellidos españoles y de títulos nobiliarios", Madrid 1954, p. 1039-1043.
  • Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, cosi napolitane come forastiere, cosi vive come spente, con le loro arme; e con un trattato dell'arme in generale, Napoli, stamperia di Giacomo Raillard, 1691.
  • Raffaele Bisignani: I Sanseverino ramo San Donato, «Calabria Nobilissima», 1989, 42-43, 33-70.
  • Nicola Cianci di Leo Sanseverino, Genealogia di Ercole Sanseverino, barone di Calvera, e suoi discendenti, Napoli 1902
  • Nicola Cianci di Leo Sanseverino, Illustrazioni dell'albero genealogico della famiglia Cianci di Leo Sanseverino, Napoli 1906
  • Giovan Battista di Crollalanza, Annuario della Nobiltà Italiana, tutte le edizioni, Roma, 1879, fam. Sanseverino ad vocem
  • Andrea Borella, Annuario della Nobiltà Italiana, nuova serie, Milano, 2000, fam. Sanseverino ad vocem
  • Giuseppe Galasso, Economia e Società nella Calabria del Cinquecento, 1992.
  • Candida Gonzaga, Bernando, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali, Napoli, De Angelis, 1875-1882, rist. Napoli, Arnaldo Forni Editore 1965, fam. Sanseverino ad vocem.
  • Franz von Lobstein, Settecento Calabrese ed altri scritti, Napoli, 1977, Vol. II, pagg. 354, 494
  • Scipione Mazzella, Descrittione del regno di Napoli, Napoli 1601; rist. Bologna, Forni, 1970 (2:1981), fam. Sanseverino ad vocem.
  • Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti Roma, 1928-36, fam. Sanseverino ad vocem.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Cardinali Sanseverino

[modifica] Collegamenti esterni


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