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Lequile - Wikipedia

Lequile

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Lequile
Panorama di Lequile
Lequile - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Puglia
Provincia: stemma Lecce
Coordinate: 40°18′0″N 18°8′0″E / 40.3, 18.13333
Altitudine: 38 m s.l.m.
Superficie: 36 km²
Abitanti:
8.210 31-12-04
Densità: 218 ab./km²
Frazioni: Dragoni 
Comuni contigui: Copertino, Galatina, Lecce, Monteroni di Lecce, San Cesario di Lecce, San Donato di Lecce, San Pietro in Lama, Soleto
CAP: 73010
Pref. tel: 0832
Codice ISTAT: 075036
Codice catasto: E538 
Nome abitanti: lequilesi 
Santo patrono: San Vito 
Giorno festivo: quarta domenica di giugno 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Lequile è un comune di 8.210 abitanti della provincia di Lecce.

Indice

[modifica] Geografia

La cittadina di Lequile si estende lungo la vecchia via provinciale per Gallipoli. Vasto il territorio extraurbano, con la presenza di numerose masserie, oggi prevalentemente disabitate, tra cui si segnala la masseria Tramacere, nei pressi dell'aeroporto militare della confinante Galatina, aerodromo le cui piste sono situate nel territorio del comune di Lequile.

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi le voci Storia del Salento e Storia della Puglia.

Le origini cittadine sono fatte risalire per tradizione all’epoca romana, quando si stabilì nella zona il centurione Leculo, il quale eresse una villa da cui sorse poi un villaggio. Studi più attendibili tendono invece a fare risalire le origini del Comune ad un insediamento di centurioni romani: dal simbolo dei legionari sarebbe derivato il nome del paese, a seguito della caduta della vocale "a" (da "Le aquile" a "Lequile").

Il centro fece parte, dal secolo XI sino al 1463, della Contea di Lecce e del Principato di Taranto. Nel 1291 ne fu signore Ugo di Brienne; nei secoli XIV e XV appartenne ai Bonomine, ai de Marco, ai Sambiase, ai Santabarbara e ai Marescallo. Nel 1433 Maria d’Enghien, contessa di Lecce, principessa di Taranto e regina di Napoli, la concesse in feudo al barone Guarino di San Cesario, alla cui famiglia appartenne fino al 1531. Successivamente dal Doria, divenutone signore nel 1554, venne ceduto al Pansa; da questi alla nipote della famiglia dell’Anna, e quindi al Graffoglietti, ai Venato, agli Imparato, ed infine ai principi Saluzzo che ne serbarono il possesso dal 1690 al 1806, data di abolizione della feudalità.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Monumenti e luoghi di interesse

Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola
Convento Francescano - Chiostro
Convento Francescano - Chiostro
Chiesa di San Vito
Chiesa di San Vito
L'"Aia della Corte"
L'"Aia della Corte"
Piazza San Vito
Piazza San Vito
Convento Francescano
Convento Francescano

Fulcro della vita sociale è la centrale Piazza San Vito, sulla quale si affaccia il palazzo sede del Comune.

La cittadina annovera numerose testimonianze architettoniche del barocco leccese, tra le quali spiccano il Convento dei Francescani, tipico convento della riforma francescana costruito tra il 1613 e il 1619 ed adorno di pitture seicentesche. Nel suo interno spiccano il bel chiostro, l'adorno refettorio e la notevole biblioteca. Non chiare le origini del convento: opera, secondo il Foscarini, di Fra' Silvestro da Lequile, mentre, secondo gli studi del 1982 di Padre Francesco Perrone, la costruzione sarebbe opera di uno sconosciuto architetto locale. La Chiesa di San Nicola o del Redentore a croce greca che presenta un’ammirevole facciata seicentesca, su cui si ergono un grande arco ed une cupola ottagonale rivestita di piastrelle maiolicate policrome. All'interno, l'altare maggiore, dedicato al Crocifìsso, è sormontato da un affresco risalente al 1692. Riveste notevole interesse storico-artistico, in quanto importante testimonianza di architettura sacra del XVIII secolo. Fu costruita sull'area di una precedente chiesa (con l'aggiunta nel 1834 della navata trasversale e dell'abside), su disegni del 1723 di Mauro Manieri; fu terminata nel 1746 come afferma una larga iscrizione sulla facciata.

La Chiesa Matrice è sormontata da un'ampia cupola ed è fiancheggiata da un campanile a cinque piani, completato dall'architetto Russo di San Cesario nel 1896, decorato con bifore, sormontato da un cupolino a forma piramidale. L'interno, a croce latina, presenta sei cappelle, il cupolone dell'altare maggiore e due altari nel transetto,il parroco attuale è don Luciano Forcignanò Il fastoso e frequentato Santuario di Santa Maria della Consolazione.

La Chiesa barocca di San Vito, dedicata al santo martire nonché patrono della città, costruita tra il 1661 ed il 1670 su progetto di Salvatore Miccoli. Si ricorda di essa l'imponente cupola a ceramiche finemente colorate e le nove grandi tele, che rappresentano storie di Santi.

La Chiesa di Santa Maria della Consolazione (detta anche di S. Susanna), edificata nel XVII secolo in stile barocco, anche se non sfarzoso, è caratterizzata da un portale con decorazioni a più fasce lisce, recante al centro la statua della Vergine su un capitello ionico. Nella frazione di Dragoni, oramai interamente inglobata nel nucleo dello stesso centro abitato di Lequile, spiccano la Chiesa Parrocchiale di S. Basilio Magno, costruita nei primi del Seicento in sostituzione della precedente Chiesa di Santa Maria della Stella. La chiesa rappresenta un esempio di architettonica rurale. Chiesetta della Madonna di Costantinopoli (1639).

Il Frantoio Ipogeo, in origine collocato fuori dal nucleo urbano, è attualmente posto sotto il monumento ai caduti, in via S. Basilio, nella piccola frazione di Dragoni. Costruito probabilmente tra il XVI ed il XVII secolo, è un esempio della culturale rurale e contadina di Lequile. In questo luogo, infatti, alcune persone vivevano dai sei agli otto mesi all'anno per la lavorazione e la trasformazione delle olive in olio. Presenta una pianta di tipo longitudinale; si accede attraverso una scala a rampa retta che scende a quota - m. 4.00. Tutto il frantoio è interamente scavato nel banco roccioso. Varcata la scala si accede nel vano della molitura, all'interno del quale sono visibili diverse sciave ed altri ambienti di cui si ignora l'esatta destinazione. Vi sono anche delle stalle per gli animali che facevano girare le macine. Durante il periodo natalizio viene aperto al pubblico ed utilizzato per l'allestimento di un presepe vivente. Altri monumenti degni di nota: il Castello dei d’Enghien, situato nella piazza principale e già proprietà dei principi Ruffo. Notevole per i suoi vasti ambienti e per le numerose sale che lo compongono, l'attuale edificio venne probabilmente ampliato nella prima metà del XVII secolo, con oratorio nel piano superiore e una magnifica biblioteca privata. Al piano terra è annessa una cappella dedicata a S. Giorgio. Il Palazzo dei Saluzzo con ampie finestre e vasto loggiato. Palazzo Caiaffa è un Edificio bipiano con una bellissima balconata, a colonnine, che corre lungo tutta la facciata, prolungandosi anche su un ampio terrazzo. La stessa balconata è sostenuta da numerosi mensolini antropomorfi e con decorazioni vegetali.

La Colonna situata nella piazza principale, sormontata da una statua di San Vito, scolpita in Pietra leccese nel 1694 dal sindaco dell’epoca Oronzo Rossi, sul modello del barocco napoletano. Essa ha pianta piramidale e termina con la statua del santo protettore di Lequile.

Nel Comune è inoltre presente un menhir detto "Aia della corte" , a dimostrazione che la zona fu abitata sin da epoche remote dall'uomo. Scoperto nel 1922, esso è un parallelepipedo dalle dimensioni 2,80x42x35cm. Presenta dei solchi. Non è chiaro l'uso e la destinazione di questi monumenti, che, sin dai tempi antichi, nel Salento, hanno avuto funzioni rituali. Recenti studi hanno dimostrato come queste "Pietre Fitte", sia per la forma, la posizione e l'orientamento, potrebbero essere cippi per delimitare le centuriazioni romane.

[modifica] Cittadini Illustri

Le personalità di spicco legate a Lequile sono gli architetti Fra Silvestro da Lequile e Salvatore Miccoli, entrambi attivi nel XVII secolo. Va segnalata anche la figura del pittore e mosaicista autodidatta Salvatore Rizzo (Lequile, 1900 - Napoli, 1977).

Angelino Andrioli Nobile uomo, fondatore del clero lequilese.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Fabio Giuseppe Lettere (lista civica) dal 03/04/2005
Centralino del comune: 0832 639112
Email del comune: protocollo@comune.le.lequile.it

[modifica] Voci correlate

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