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Massafra - Wikipedia

Massafra

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Massafra
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Massafra]]
Massafra - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Puglia
Provincia: stemma Taranto
Coordinate: 40°35′0″N 17°7′0″E / 40.58333, 17.11667
Altitudine: 110 m s.l.m.
Superficie: 192 km²
Abitanti:
41.628 (05-06-07)
Densità: 205 ab./km²
Frazioni: Cernera, Chiatona, Citignano e Marina di Ferrara 
Comuni contigui: Crispiano, Martina Franca, Mottola, Palagiano, Statte, Taranto
CAP: 74016
Pref. tel: 099
Codice ISTAT: 073015
Codice catasto: F027 
Nome abitanti: massafresi 
Santo patrono: Santissima Madonna della Scala 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Massafra è un comune di 41.628 abitanti della provincia di Taranto. È posta ad un'altitudine di 110 m sul livello del mare e copre una superficie di 190 km2. Massafra è stata anche soprannominata "Tebaide d'Italia"[1].


Indice

[modifica] Geografia

Mappa del territorio
Mappa del territorio

L'altitudine arriva fino ai a 480 m s.l.m. in contrada "Cicerone" e ai 450 m sul Monte Sant'Elia e sul Corno della Strega, mentre lo stesso abitato è situato tra i 115 e i 130 m s.l.m.

Il territorio massafrese va dalla Murgia tarantina fino al mar Ionio e presenta una grande varietà di paesaggi. È solcato da una serie di gravine e di lame (naturale continuazione delle gravine con pareti più dolci) di origine carsica. L'abitato si è sviluppato intorno a due di queste, la gravina di San Marco e quella della Madonna della Scala.

Il terreno è costituito da una forte coltre di ricoprimenti sabbio-ghiaiosi ed argillosi, tipica della conformazione geologica che va da Taranto in direzione del fiume Bradano. Nell'entroterra compaiono i sabbioni pliocenici, sovrapposti al calcare compatto cretaceo da cui si estraggono i tufi.

Il territorio comunale comprende una parte del litorale jonico, che va dalla zona di Lido Azzurro fino a Chiatona, attraversando zone più o meno omogenee: "Pantano", "la Macchia", "Patemisco", "Ferrara" e "Marinella". I fiumi che sfociano in mare sono il Tara e il Patemisco.


[modifica] Clima

Il clima del territorio comunale è, come per il resto dell'Arco Ionico Tarantino, tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo aride, a volte anche torride per azione di caldi venti sciroccali. Le temperature medie in inverno registrano valori di 8-9 °C, eccezionalmente con minimi negativi e nevicate. In estate si hanno temperature medie quasi sempre oltre i 30°C, con punte che superano non di rado i 40°C. In primavera è frequente il fenomeno delle gelate che crea ingenti danni all'agricoltura. Le precipitazioni sono scarse, il valore annuo, è 555 mm di pioggia , un valore che è al di sotto della media regionale. Negli ultimi anni si sono registrate forti piogge che hanno causato ben tre disastrose alluvioni.

Massafra si trova nella Zona Climatica "C" con gradi-giorno pari a 1023.[2]

Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano a Massafra[3].

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura massima media (°C) 11,8 12,8 14,9 18,3 23,1 27,5 30,4 30,5 26,5 21,4 16,8 13,4 20,6
Temperatura minima media (°C) 4,6 4,9 6,5 8,7 12,5 16,4 19,0 19,2 16,5 12,8 9,0 6,2 11,4
Piogge (mm) 59 58 54 36 33 23 22 23 37 73 73 63 554
Umidità media (%) 77,8 76,6 75,4 72,9 70,2 65,7 61,8 63,6 70,0 76,0 78,9 78,9 72,3

[modifica] Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia della Puglia.

[modifica] Età antica

Il territorio massafrese ha conservato tracce di frequentazione a partire dal Neolitico, attestate dalle selci lavorate rinvenute nella gravina della Madonna della Scala.

Nella zona detta "Corvo" è stata rinvenuta un'iscrizione messapica, che è la più settentrionale del territorio occupato da questa popolazione. Gli antichi contatti con il mondo greco sono testimoniati dai frammenti di ceramiche micenee.

Tracce di insediamenti e una necropoli[citazione necessaria] nella località "San Sergio" testimoniano un insediamento agricolo italiota, probabilmente dipendente dalla vicina Taranto.

[modifica] Medioevo

Il nome di Massafra deriva da Massa Afra[4]. Nonostante l'assenza di documenti scritti, i ritrovamenti archeologici, tra cui quello del Thesaurus Massafrensis, con monete bizantine e vandale del V-VI secolo[5], permettono di ipotizzare che l'abitato sorse in seguito all'arrivo di un gruppo di profughi, cacciato dall'Africa settentrionale per l'arrivo dei Vandali. Giunti in Puglia avrebbero chiesto aiuto al Vescovo di Taranto, che avrebbe affidato loro una sua "massa", un podere di grande estensione, situato tra le attuali gravine della Madonna della Scala e di San Marco, dove i profughi di provenienza africana ("Afri") scavarono le loro abitazioni nella roccia.

Massafra viene citata per la prima volta in un documento longobardo del X secolo come gastaldato, ovvero sede di un funzionario regio che amministrava il territorio.

Con l'avvento dei Normanni, nel 1080 il feudo di Massafra, assieme a Mottola, Oria e Castellaneta, venne assegnato a Riccardo Senescalco, nipote di Roberto il Guiscardo, passando sotto la diocesi di Mottola. Questi fortificò il paese costruendo e restaurando il castello e donò la chiesa di Santa Lucia con l'annesso monastero e la terza parte della pesca che si faceva annualmente nel fiume Patemisco all'abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni.

Nel 1269, sotto gli Angioini, Massafra fu concessa a Oddone di Soliac da Carlo d'Angiò, rimasto padrone assoluto dell'Italia meridionale, dopo aver sconfitto gli Svevi. Il nuovo feudatario governò in modo violento e brutale[citazione necessaria] e nel 1296, il re Carlo II lo privò del feudo e lo bandì dal regno.

Massafra venne unita quindi al Principato di Taranto in possesso del ramo Durazzo degli Angiò e vi rimase fino al 1463. Sotto questa dominazione la città (dal 1419) acquisì lo status di città libera o demaniale e fu prescelta come sede dell'allevamento delle cavalle règie.

[modifica] Dal Rinascimento all'età moderna

Nel 1484 Massafra venne occupata dall'esercito aragonese. In quello stesso anno il re Ferdinando I la donò ad Antonio Piscitello, che ne divenne barone.

Un decennio dopo (1497) fu saccheggiata dai francesi di Carlo VIII di Francia venuto nel Regno di Napoli per far valere i suoi diritti dinastici, e il feudo passò ad Artusio Pappacoda, di una nobile famiglia napoletana, il cui dominio durò per circa un secolo e mezzo. Ad Artusio successe il figlio Francesco, che restaurò il castello e fece costruire la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Nel 1633 la terra di Massafra passò alla famiglia Carmignano, anch'essa originaria di Napoli, che la acquistò per 110.000 ducati. Dopo circa cinquant'anni passò alla famiglia Imperiale, marchesi di Oria e di Francavilla che tennero il feudo dal 1661 al 1778. Un membro di questa famiglia, Michele II, nei primi del XVIII secolo promosse il riordinamento delle campagne , fece piantare uliveti, vigneti, mandorleti e frutteti, la ricostruzione e ammodernamento del Castello e la costruzione del monastero di San Benedetto e della Torre dell'Orologio. Per queste opere architettoniche si avvalse dei migliori artisti ed architetti del Salento fra i quali Mauro Manieri di Lecce e la sua scuola.

Dopo la Rivoluzione napoletana del 1799 anche a Massafra terminò il feudalesimo.

[modifica] L'età contemporanea

Durante la prima guerra mondiale nel paese furono ospitati diversi reggimenti dell'esercito italiano diretti al fronte. Per ricordare i numerosi caduti massafresi fu edificato un Monumento in piazza Vittorio Emanuele II.

Nel 1923 entrò a far parte della neonata provincia dello Jonio, derivata dall'antica provincia della Terra d'Otranto. Nel 1953 si svolge la prima edizione del Carnevale Massafrse. Nei primi anni '60, l'industria siderurgica di Taranto, l'Italsider, assorbì molti lavoratori massafresi. A Massafra aprì una fabbrica per la produzione di birra di proprietà della Dreher.

[modifica] Stemma

Lo stemma è a sfondo azzurro, con una torre merlata alla ghibellina a tre pezzi, con la porta aperta poggiante su una pianura verde, sormontato da una corona. Al di sotto dello scudo un ramo di ulivo a sinistra e uno di leccio a destra uniti insieme da un nastro tricolore; ambedue i rami circondano parzialmente lo stemma principale.

Nella simbologia araldica, la torre rappresenta "forza e prestigio", la porta aperta ospitalità, l'azzurro "giustizia e lealtà" e il verde la floridezza delle campagne.

L'arma risale al XV secolo quando Federico I concesse il feudo di Massafra al nobile napoletano Artusio Pappacoda.

[modifica] Personaggi illustri

Niccolò Andria medico, naturalista e professore nell'Università di Napoli
Niccolò Andria medico, naturalista e professore nell'Università di Napoli

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti

[modifica] Popolazione

Massafra è un comune di circa 41.628 abitanti. Gli stranieri residenti erano nel 2000[6] 129, pari allo 0,41% della popolazione locale e in particolare albanesi (82 unità), e marocchini (11 unità). Gli stranieri senza fissa dimora, che giungono a Massafra come lavoratori stagionali e braccianti agricoli, non registrati come residenti, ammonterebbero a circa 400 unità[citazione necessaria].

[modifica] Luoghi di interesse

[modifica] Insediamenti rupestri

Lungo le gravine sono presenti vari insediamenti rupestri, di origine sia preistorica, sia alto-medievale, sviluppatisi in un periodo di instabilità e decadenza (V-X secolo), con incursioni di Goti, Longobardi e Saraceni). Esistono anche delle vere e proprie chiese, cappelle e monasteri di monaci basiliani.

  • Chiesa ed insediamento rupestre di Millarti
  • Cripta di San Simeone a Famosa
  • Grotta carsica di San Michele, tombe e ritrovamenti preclassici e classici a Varcaturo
  • Grotta delle navi ed area sacrale a Sant'Angelo
  • Insediamento con chiesa ipogeica di Sant'Angelo a Torella
  • Chiesa rupestre della Madonna della Greca
  • Chiesa rupestre della Buona Nuova
  • Chiesa rupestre inferiore della Madonna della Scala
  • Insediamento rupestre della Madonna della Scala.
  • Insediamento rupestre con chiesa di Santa Croce
  • Chiesa ipogeica di San Posidonio
  • Insediamento e chiesa rupestre della Madonna delle Rose
  • Chiese rupestri Panareddozza 1 e Panareddozza 2
  • Grotta dell'eremita
  • Insediamento e chiesa rupestre a Trovanza
  • Insediamento ipogeico fortificato "La Torretta"
  • Insediamento e chiesa rupestre di San Simine a Pantaleo
  • Chiesa ipogeica di San Leonardo
  • Chiesa rupestre di Sant'Antonio abate
  • Chiesa rupestre de La Candelora
  • Chiesa ipogeica di San Marco
  • Cripta di Santa Marina
  • Cripta di San Biagio
  • Chiesa ipogeica di Santa Caterina
  • Cella eremitica del Santo Barbato

[modifica] Torre dell'Orologio

La "Torre dell'Orologio" si trova in piazza Garibaldi, all'inizio di via Vittorio Veneto, con fronte a via Laterra. Costruita agli inizi del XVIII secolo dal feudatario Michele II Imperiale come torre civica, raggiunge un'altezza di 22 m ed è dotata di campane settecentesche. Presenta una decorazione in stilebarocco, in accordo con la coeva chiesa di San Benedetto. Rappresenta il simbolo civico del paese.

[modifica] Castello di Massafra

Francobollo raffigurante il Castello di Massafra, emesso il 13 aprile 2007
Francobollo raffigurante il Castello di Massafra, emesso il 13 aprile 2007

Il "Castello di Massafra" si trova nel centro storico, in località lo Pizzo e si affaccia sulla gravina San Marco. La sua struttura e i motivi architettonici sono simili ad altri castelli pugliesi, con quattro torrioni disposti a quadrilatero e legati da cinte murarie. Le torri più antiche sono a pianta circolare mentre il torrione a sud-est è ottogonale.

Le prime notizie sicure del castrum risalgono al 970[7]. In un diploma del 1081 il castello risulta di proprietà di Riccardo Senescalco. Con il dominio angioino, il castello assunse l'aspetto di un fortezza con bastioni e torri merlati. Subì ulteriori trasformazioni sotto gli Aragonesi e nel XVIII secolo la famiglia Imperiale ricostruìla torre ottagonale e la facciata verso la gravina, opera dell'architetto leccese Mauro Manieri. Il castello passò successivamente in possesso di diversi proprietari e fu infine acquistato dal Comune.

L'ingresso principale, su via La Terra, è tramite un ampio portale da cui si acccede all' atrio, con al centro un pozzo ed una rampa che portava al ponte levatoio, di cui sono ancora visibili le carrucole. Da una scala d'onore si accede agli ambienti della residenza signorile. Si conservano locali adibiti a diversi usi: scuderia, fienili, armeria, prigioni (corrispondenti alle torri su via La Terra e alla torre ottogonale), magazzini, neviere e pecerie (dove si conservava la pece per le fiaccole). Vi era anche una cappella dedicata a San Lorenzo. Secondo la tradizione popolare esistono passaggi segreti e una galleria che collega il castello al mare.

Negli anni recenti sono stati eseguiti diversi restauri alla struttura. Nel 1965 venne riparata la torre a sud-ovest, che era crollata e nel 1975 il parapetto che era franato. Intorno al 2000 gli ambienti interni del castello sono stati restaurati, sostituendo le chianche originarie con lastre di marmo e intonacando le pareti; è stato inoltre costruito un moderno ascensore. Gli ambienti del castello sono utilizzati come sede della "Biblioteca civica" e del "Civico museo storico-archeologico della civiltà dell’olio e del vino".

Nel 2007 il castello è stato immortalato, come simbolo della città, in un francobollo dedicato a Massafra, emesso il 13 febbraio.

[modifica] Civico museo storico-archeologico della civiltà dell’olio e del vino

Civico museo storico-archeologico della civiltà dell’olio e del vino
Tipologia Etnografia, Archeologia, Tradizioni popolari e Civiltà contadina.
[[Immagine:|200px|Immagine del Civico museo storico-archeologico della civiltà dell’olio e del vino]]
Indirizzo V ia Lo Pizzo, Massafra
Orari lunedì-venerdì 9,30-12,30 ;15.30-18.30
Biglietti gratuito
Telefono 0998805939
Sito
Mezzi

Il "Civico museo storico-archeologico della civiltà dell’olio e del vino" è stato inaugurato nel giugno 2003. Insieme alla biblioteca comunale, è ospitato negli ambienti al piano terra del Castello.

Le raccolte comprendono oggetti d'uso quotidiano ed attrezzi tradizionali, testimonianze della vita rurale tra il XVI secolo ed i primi anni Cinquanta del XX secolo, legati alle produzioni tipiche del territorio massafrese. Tra questi si conservano una pressa del XVI secolo e un frantoio a tre macine del XVIII secolo. Nell'aprile 2005 è stata allestita una mostra permanente la Bottega del Carradore o Maestro d'Ascia Dal 12 aprile 2007 il museo fa parte del Fondo per l'Ambiente Italiano.

[modifica] Palazzo De Notaristefani

Il palazzo signorile de Notaristefani, situato sulla "Strada Maggiore" (attuale via Vittorio Veneto), è attualmente la sede di rappresentanza del Comune. Si conservano un giardino interno e due caratteristici camini ottogonali sulla terrazza superiore. Al palazzo è annessa una cappella del XVII secolo dedicata alla Santissima Trinità.

[modifica] Municipio

Il municipio di Massafra, ubicato in piazza Garibaldi, venne costruito nel 1841, su progetto dell'architetto Campanella e per volontà del sindaco De Carlo. Ha sostituito il vecchio municipio all'interno del palazzo La Liscia, nel rione dei Santi Medici. Ospita la sala consiliare e il "Teatro comunale"

[modifica] Chiese

[modifica] Chiesa Madre

La "Chiesa Madre", dedicata al Santissimo Crocifisso, fu la prima chiesa ad ospitare il "Capitolo collegiale". Fu costruita nel XVI secolo su un'antica cripta, forse dedicata a San Lorenzo e fu consacrata da monsignor Giacomo Micheli l'11 febbraio del 1582. Nel XVIII secolo venne ricostruita la parte terminale e vennero aggiunti all'interno degli altari, che coprirono gli affreschi cinquecenteschi.

La chiesa presenta la facciata e i fianchi ad arcate cieche, coronate da caditoi simili a quelli presenti sul castello. La facciata, con rosone è coronata da un timpano che ospita la statuetta chiamata "Sante Miseriédde". All'interno ospita il Cristo sospirante. Vi ha sede la "Venerabile arciconfraternita del Santissimo Sacramento", fondata nel Cinquecento.

[modifica] Santuario della Madonna della Scala

Icona della "Santissima Madonna della Scala"
Icona della "Santissima Madonna della Scala"

Il santuario è situato all'interno della gravina omonima ed è accessibile tramite una maestosa scalinata di 125 gradini, che secondo la tradizione popolare non possono esssere contati, in quanto scendendo le scale risulta un numero e salendo un numero diverso.

L'attuale santuario, dedicato alla Madonna della Scala, fu costruito sopra una cappella più antica a partire dal 1729, su progetto dell'ingegnere Scarcia di Taranto, e venne terminato ed aperto al culto nel 1737. La facciata è in stile barocco e l'interno è a croce latina.

Sull'altare maggiore è collocata l'icona della Madonna della Scala. Alle pareti si trovano altri sei altari, tre per lato: vi si conservano un dipinto di [Nicola Galeone]] che rappresenta il Miracolo delle cerve e sedici tele seicentesche, opere della scuola di Cesare Fracanzano, raffiguranti Apostoli ed Evangelisti.

La devozione verso la Madonna della Scala trae origine dal "Miracolo delle Cerve": secondo leggenda alcuni pastori videro questi animali soffermarsi ripetutamente presso un masso tufaceo sul quale si conservava una raffigurazione affrescata della Vergine, resto di una piccola cappella crollata. L'evento, ritenuto un segno miracoloso, diede vita a pellegrinaggi devozionali e alla costruzione di una chiesa, in seguito sostituita da quella attuale.

[modifica] Chiesa dei Santi Medici

La chiesa, dedicata ai santi Cosma e Damiano è situata nella cosiddetta "Serra". Anticamente si trovava sul luogo un grotta detta "della Salute", dove sgorgava dell' acqua ritenuta miracolosa. La fonte era stata dedicata ai Dioscuri, e con l'avvento del cristianesimo venne dedicata ai due "Santi Medici".

L'attuale struttura risale al 1720 e presenta un'unica navata a pianta rettangolare. Vi si conservano affreschi del Settecento e un piccolo affresco cinquecentesco con i Santi Medici, collocato presso la sacrestia.

Durante la festa dei Santi Medici (27-29 settembre) parte da qui una processione, con le statue portate dai "muschier", che percorre l'abitato fino all'ospedale "Matteo Pagliari".

[modifica] Santuario della Madonna di Tutte le Grazie

Il santuario mariano dedicato alla Madonna di Tutte le Grazie è ubicato nelle parte sud della vravina della Madonna della Scala, in corrispondenza delle "Forche". Venne costruito tra il 1648 e il 1655, in seguito alla miracolosa apparizione della Vergine ad una pastorella, alla quale chiese la costruzione di un santuario sul luogo stesso. Secondo la tradizione la giovinetta andò a riferire l'accaduto al vescovo di Mottola, Tommaso Aquino, il quale tuttavia inizialmente non le credette e fu convinto a costruire il santuario solo in seguito ad una serie di intemperie[8].

L'edificio è ad una solo navata con quattro altari laterali. A destra dell'altare maggiore si conservano i resti della chiesa rupestre di Sant'Eustachio. All'esterno ci sono i resti di altre due chiese rupestri: Santa Maria Maddalena e Santa Parasceve.

[modifica] Santuario e convento di Gesù Bambino

Il tempio sorge nell'omonimo rione, in dialetto U' Bommin, in largo Ciura ed è affiancato da un convento francescano.

L'origine del santuario è legata ad una statuetta in cera di Gesù Bambino ritenuta miracolosa. La statuetta, acquistata la vigilia di Natale del 1846 da Isabella Accoliti Gil, sposata al nobile massafrese Francesco Broiaavrebbe infatti trasudato e tre anni dopo vi sarebbero comparse tracce di sangue. Alle preghiere rivolte da donna Isabella alla statuetta sarebbe inoltre stata attribuita la guarigione del marito, colpito da emorragia.

Il re Ferdinando II diede il permesso di costruire il santuario dedicato alla Prodigiosa Statuetta nel 1850: la chiesa e l'annesso convento vennero progettati dall'architetto Simone Sante di Conversano e la chiesa fu aperta al culto nel 1858 da Bartolomeo D’Avanzo, vescovo di Castellaneta. Nel 1945 divenne parrocchia e nel 1956 ebbe il titolo di santuario.

La chiesa è costituita da una sola navata, con quattro cappelle laterali. La facciata è in stile neoclassico, affiancata dadue piccoli campanili a cupoletta. All'interno una teca custodisce la statuetta miracolosa; su di essa è collocata una corona d'oro donata dal cardinale Benedetto Aloisi Masella in occasione delle celebrazioni centenarie del miracolo nel 1950. Il santuario è una delle cinque chiese d'Europa dedicate a Gesù Bambino.

[modifica] Chiesa e convento di San Benedetto

La chiesa venne edificata verso la fine del Seicento in stile barocco pugliese, per volere testamentario di donna Maddalena Capreoli. I lavori iniziarono nel 1710 su progetto dell'ingegnere Donato Toselli, della scuola dell’architetto leccese Mauro Manieri, e venne terminata nel 1765 con denaro dell'"università" (la comunità paesana).

La chiesa ha una ricca facciata barocca ed è ad una sola navata con altari laterali, con tele di Domenico Carella e di Vincenzo Fato. L'interno è decorato a stucchi di color avorio su fondo azzurro realizzati da Saverio Amodeo nel 1764. Il pavimento del presbiterio è in marmo e al centro vi è raffigurato l'antico stemma di Massafra. Nel coro vi è uno splendido organo a mantice del 1768.

[modifica] Chiesa di San Lorenzo

La chiesa dedicata a San Lorenzo è sede del "Capitolo collegiale" ed è chiamata anche "Chiesa Nuova".

La sua costruzione fu iniziata nel 1853, su suolo donato dalla marchesa Pizziferri e su progetto dell'architetto A. Bruni di Napoli e fu completata a cura dell'allora arciprete Antonio Ladiana. I lavori ebbero termine nel 1931 su disegno dell'ing. G. Giorgio di Roma.

Il colonnato esterno è di pietra locale, tagliata nelle cave di Citignano e l'interno ha pianta a croce greca, coperta a cupola, con capitelli scolpiti ed una larga iscrizione in latino sul cornicione riportante la preghiera dell'Ave Maria. Tra gli altari laterali spicca quello del Sacramento; vi si conservano tele e statue, molte delle quali provenienti da altre chiese antiche, come l'ex chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

La chiesa, ben visibile da qualunque punto del circondario per la grande cupola che sovrasta l'abitato, è divenuta, assieme al Castello ed ai ponti, uno dei simboli della città.

[modifica] Chiesa di Santa Lucia

La piccola chiesa di Santa Lucia sorge a sud dell'abitato, presso la via Appia. In origine doveva essere una cripta rupestre, forse di origine longobarda (VIII secolo).

Nell'XI secolo vi fu costruita una piccola chiesa ad una sola navata con abside, con la caratteristica copertura a due cupolette piramidate[9]. La costruzione è seminterrata e conserva resti di affreschi del XII secolo nella calotta absidale.

[modifica] Convento dei Cappuccini

L'antico convento dei frati Cappuccini è costituito da un vasto edificio con venticinque celle dei monaci al primo piano e una serie di ambienti al piano terreno. Dopo la ricostruzione della vicina chiesa è in corso di restauro ed è destinato a sede di un centro giovanile.

[modifica] Chiese minori

A Massafra si trovano anche piccole chiese nate come oratori privati o come cappelle di campagna.

  • San Gaetano, in via del Santuario, costruita nel 1918, era una cappella rurale in seguito inglobata nell' abitato.
  • San Toma del XIV secolo ad una sola navata e volta a botte su archetti ogivali. Al suo interno ci sono le tracce di affreschi e sull’altare maggiore l’affresco dell’Incredulità di San Tommaso del 1809. Il retro della chiesetta coincide con l’unica porzione conservata delle mura medievali della città.
  • Santissima Trinità, cappella del XVII secolo annessa al palazzo nobiliare De Notaristefani.
  • Sant'Antonio abate, in via Vittorio Veneto, vicino al vecchio ospedale "Opera Pia Matteo Pagliari". Vi si svolgeva il 17 gennaio, per la festa di sant'Antonio abate la benedizione degli animali che dava inizio al "Carnevale Massafrese", secondo una tradizione tuttora in uso.

[modifica] Luoghi di interesse naturalistico

[modifica] Le Gravine

Le gravine hanno una lunghezza che va da 1 a 10 km e una larghezza dai 10 ai 300 m, con una profondità massima di 50 m. Le pareti sono caratterizzate da grotte naturali e artificiali. Le principali gravine di Massafra sono: "Velo", "Santa Caterina", "San Marco", "Madonna della Scala","Monte Sant'Elia" , "Colombato", "Portico del Ladro", "Giulieno", "Capo di Gavito" e "Canale Lungo".

Di queste quelle antropizzate, cioè collegate direttamente all'abitato, sono la gravina della Madonna della Scala, la gravina di San Marco e la gravina di Santa Caterina.

[modifica] Gravina della Madonna della Scala

La gravina della Madonna della Scala è lunga 4 km, profonda 40 m circa e larga dai 30 ai 50 m. Ha inizio dal bivio della strada provinciale tra Martina Franca e Noci e, rasentando la parte occidentale dell’abitato, termina in località detta La Pil d'u Boie ("la pila del boia"), quasi alla confluenza della S.S. n. 7 via Appia.

Al suo interno si trova il Santuario della Madonna della Scala e oltre 200 nuclei abitativi dell'originario villaggio. La parte nord è denominata "Capo di Gravina", a cui segue la gravina detta "Valle Delle Rose" che si estende ad ovest del paese, un tempo denominata Vallis Rosarum per la ricca vegetazione spontanea che ricopre l'intero letto dell'antico fiume Patemisco.

Vi sono presenti 599 varietà di piante, alcune molto rare[citazione necessaria], che gli antichi ritenevano essere medicamentose. All'estremità sud, detta "Gravina di Calìtro", vi è il santuario seicentesco della Madonna di Tutte le Grazie e i resti di tre chiese rupestri: Santa Maria Maddalena, Santa Parasceve e Sant'Eustachio.

[modifica] Gravina di San Marco

Sempre a nord dell'abitato, la gravina di San Marco ha origine nelle vicinanze della "Masseria Pantaleo". Si estende ad est del centro storico, separandolo dal resto del paese. Completamente inglobata nell'abitato, prende il nome da una chiesa rupestre dedicata a San Marco.

Fu in passato chiamata Il Paradiso di Massafra (dal greco paradeisos ovvero giardino), perché, lungo i costoni e i terrazzamenti, si sviluppa una rigogliosa vegetazione spontanea insieme con orti terrazzati, giardini, agrumeti e una vasta coltivazione di fichi d'india.

[modifica] Gravina di Santa Caterina

La gravina di Santa Caterina è situata a sud dell'abitato ed è oltrepassata dal terzo ponte di Massafra, che collega la zona di Sant'Oronzo con via La Rotonda. Prende il nome dalla chiesa rupestre di Santa Caterina d'Alessandria.

[modifica] Riserva naturale del Monte Sant'Elia

La "Riserva naturale del Monte Sant'Elia" è un' "oasi" del WWF, al quale la "Comunità dell'Arca" ha donato circa cento ettari di bosco e seminativi. La riserva è costituita dall'omonima masseria con un nucleo di trulli databili al XVIII secolo, circondata dalla macchia mediterranea e da boschi di leccio e fragno. L'Oasi è aperta al pubblico ed attrezzata per visite. La gestione dell'Oasi è affidata alla Cooperativa "Il Filo di Arianna" di Massafra.

[modifica] Riserva naturale Stornara

Per approfondire, vedi la voce Riserva naturale Stornara.

La riserva si estende per 1.501 ettari, che comprende anche i comuni di Castellaneta , Ginosa, e Palagiano. Nella riserva viene tutelato il bosco costiero formato da una pineta di pini d'Aleppo. Il nome "stornara" deriva dai numerosi storni che vi migrano in inverno.

[modifica] Cultura

[modifica] Tradizioni popolari

Secondo la tradizione popolare Massafra sarebbe "terra di masciari", cioè di coloro che praticano la magia. A questa tradizione è legata la leggenda del "mago Greguro", di cui viene indicata l'abitazione rupestre nella gravina della Madonna della Scala. Secondo la leggenda Greguro aveva una figlia, Margherita o Margheritella, desiderata da tutti gli uomini e invidiata dalle donne: condannata al rogo, sarebbe stata salvata all'ultimo momento dall'"igumeno" Anselmo

La tradizione della presenza dei masciari, diffusa in particolare nel XIX secolo, si tramanda in numerosi toponimi ("gravina della Zingara", "gravina del Volo", "farmacia del Mago Greguro", "Noce dei Maghi", "Corno della Strega", "grotta Kabirica", "grotta del Diavolo", "grotta della Masciaredda", "Sacco della Morte" presso la punta del Monte Moro, "Ponte degli Zingari", "rione degli Ostinati").

Legata a questa credenza popolare magica è la consuetudine di raccogliere erbe medicamentose nelle gravine, dove fioriscono spontanee oltre 600 varietà di piante officinali: agrimonio, per l'epatite), alloro, per decotti e infusi antidoloriferi, antillide, per ferite e malattie cutanee, asparago, diuretico, avena, rinfrescante, biancospino, per l'ipertensione e l'insonnia, camomilla, per infusi antispasmodici e sedativi, carruba, per decotti espettoranti, cisto, disinfettante e astringente, edera, per decotti purgativi, fico, per catarri bronchiali), fragno, per decotti disintossicanti, malva, per guarire ferite, origano, contro il catarro, papavero, come calmante dell'irrequietezza infantile, [[parietaria, per la disinfezione dei genitali, rosmarino, afrodisiaco, rovo, per le infiammazioni dentarie, ruta, contro le convulsioni, salvia, digestivo, sambuco, per le dissenterie.

[modifica] Feste religiose

Le ricorrenze religiose principali che vengono ricordate con particolare solennità sono quelle di San Leopoldo (maggio), di Sant'Antonio da Padova (13 giugno), della Madonna del Carmine (16 luglio), di San Gaetano di Thiene (7 agosto), di Santa Lucia (13 dicembre), e di Gesù Bambino.

A queste si aggiungono le ricorrenze natalizie (presepi allestiti nelle grotte delle gravine) e pasquali ("Processione dei Misteri").

Altre consuetudini sono la benedizione degli animali presso la chiesa di Sant'Antonio abate (17 gennaio), l'accensione di falò simboleggianti il calore domestico per la festa di san Giuseppe (19 marzo), e le "barchette della navigazione della speranza" appese nei vicoli per il Ferragosto.

Periodo Ricorrenza Festeggiamento
17 gennaio Festa di Sant'Antonio abate benedizione degli animali ed inizio ufficiale del Carnevale
Carnevale (domenica e martedi grasso) Carnevale massafrese sfilata di carri allegorici
19 marzo Festa di San Giuseppe "fucarazze" in varie parti della città
Domenica delle Palme benedizione dei rami d'ulivo, portati dagli ulivocultori nelle chiese
Venerdì Santo "Processione dei Misteri" processione delle statue della Passione
Maggio Festa di San Leopoldo
Prima domenica di maggio Festa della Madonna della Scala processione e "Consegna delle chiavi"
13 giugno Festa di Sant'Antonio da Padova
16 luglio Festa della Madonna del Carmine festa parrocchiale
7 agosto Festa di San Gaetano festa rionale
27-29 settembre Festa patronale dei Santi Medici e di San Michele Arcangelo processione delle statue dei santi patroni e "Scammisciata", o "Cavalcata degli Angeli"
Periodo natalizio competizione di presepi allestiti nelle grotte delle gravine.

[modifica] La Settimana Santa

Durante la Settimana Santa si svolgono diversi riti: i pellegrinaggi penitenziali dei "Crucifissi" nel fondo della gravina della Madonna della Scala, i canti tradizionali della Via Crucis, l' allestimento del "Sepolcro" e la distribuzione delle palme

Il Venerdì Santo si svolge la "Processione dei Misteri", organizzata dall'"Arciconfraternita del Santissimo Sacramento", durante la quale i gruppi scultorei settecenteschi raffiguranti i vari momenti della Passione, vengono condotti dalla Chiesa Madre per le vie cittadine, accompagnate dai suonatori di flauto, grancassa, tamburo e "troccola", uno strumento tradizionale in legno con battenti di ferro. Seguono il gonfalone della confraternita e la "Croce dei Misteri", con i simboli della Passione, e le statue di "Gesù nell'orto", della "Veronica", della "Cascata", del "Calvario", del "Cristo Morto" ed infine dell'"Addolorata". La processione è chiusa dai "cruciferi" e dai "pupiranni", confratelli incappucciati che rappresentano i penitenti.

[modifica] Processione dei Santi Medici

La processione per la festa dei santi Cosma e Damiano, detti i "Santi Medici" che si tiene l'ultimo dei tre giorni di festa, il 29 settembre) si apre con una sfilata di cavalli bardati, con bambini vestiti da "angeli".

La cavalcata rievocava in origine la vittoria dei massafresi sui Turchi nella battaglia svoltasi il 22 settembre 1594 nella località di "Scardino", presso il fiume Tara. La rievocazione venne a più riprese soppressa e ripresa: nel Settecento fu accompagnata da una rappresentazione in costume della battaglia tra "Cristiani" e "Saraceni", seguita da una processione dei figuranti con ceri accesi dietro la statua del santo protettore. La processione venne detta "degli scamisciati", a causa delle condizioni degli abiti dei finti guerrieri dopo la rappresentazione della lotta. In seguito i Borboni proibirono la finta battaglia, ma la manifestazione continuò come processione notturna in occasione della festa dei Santi Medici, conservando il nome di "Scammisciata" o "Cavalcata degli angeli".

La processione è dedicata anche a san Michele Arcangelo, divenuto patrono della città dal 1721 in seguito ad un'apparizione del santo presso Citignano.festa[citazione necessaria]

[modifica] Festa della Madonna della Scala

In onore della Madonna della Scala, patrona di Massafra dal 1776, si organizza ogni anno la prima domenica di maggio la festa della "Consegna delle chiavi". Dopo una messa solenne, celebrata nel santuario, la statua viene portata a spalla in città, mentre dal municipio parte il corteo civico con il sindaco e le autorità civili, a cui si unisce il vescovo dalla chiesa di San Lorenzo. Quando le processioni si incontrano vengono offerte alla statua della patrona le chiavi della città. Infine la processione si conclude portando la statua nella collegiata. La festa si conclude la sera con luminarie, musica e fuochi d'artificio.

[modifica] Gastronomia

Chiangarèdde
Chiangarèdde

Secondo gli usi pugliesi la pasta casalinga per eccellenza è costituita dalle orecchiette, (dette "chiangarèdde"), condite con le cime di rapa o al ragù. Altri tipi di pasta sono i '"cavateddi", gli gnocchi , '"lu friscidd" , la '"tagghiarina" e i pizzarieddi (detti "'pizzicarieddi").

Tra i secondi sono piatti tipici della cucina locale gli involtini di carne di vitello, le salsicce e i fegatini alla brace (detti "gnummaredde"). Non mancano i formaggi (mozzarelle e caciocavalli).

Tipiche sono anche le focacce ("pddiche"), sempilici o ripiene di caciocavallo e affettati oppure con di cipolle o di ricotta ashkuant), e ancora i panzerotti, le friselle, i tarallini

I dolci sono cucinati in occasione delle feste: tipici del Natale sono le "carteddàte", i "purciedde" (o "denti di san Giuseppe"), le "pettole", i "mustazzoli" e la "cupeta", una specie di torrone con miele e mandorle. A carnevale si fanno le chiacchere e per la festa di San Giuseppe le zeppole. Per Pasqua si preparano dolcetti a forma di pecorelle in pasta di mandorle, le "scarcedde" e i "taralli con lu scileppe".

[modifica] Istruzione

Tra gli istituti superiori si annoverano a Massafra:

  • il liceo "Domenico De Ruggieri" (con indirizzi classico, scientifico, grafico pubblicitario e pedagogico);
  • l'istituto tecnico"Amaldi"(elettronica e telecomunicazioni);
  • l'istituto agrario "Vincenzo Mondelli"

Sono presenti inoltre le scuole medie "Alessandro Manzoni", con sede centrale e succursale, e "Niccolò Andria" e le scuole elementari "Edmondo de Amicis", "Giovanni Pascoli" e "San Giovanni Bosco".

[modifica] Televisione e radio

Massafra è sede delle emittenti televisive locali "Telesud"[10] e "Tele .5, e dell'emittente radio "Multiradio"[11].

[modifica] Film

Il centro storico di Massafra venne utilizzato nel 1964 come scenografia per rappresentare la città di Cafarnao nel film Il Vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini.

[modifica] Ambiente

Vegetazione Superficie (ha)  % riferita al territorio comunale
Bosco di fragno 372,20 2,96
Bosco misto di querce 125,45 1,00
macchia mediterranea 796,05 6,34
Pinete 1708,74 13,62
Macchia bassa e gariga 628,50 5,00
Totale copertura vegetale 3630,94 28,92

[modifica] Inquinamento

Lo sviluppo industriale della vicina Taranto ha caratterizzato gli ultimi decenni della vita massafrese, è stato portato avanti senza tenere in dovuto conto le conseguenze ambientali che ne sarebbero derivate. L'inquinamento dovuto agli smaltimenti industriali ( diossina in primis) sono avvertibili anche a Massafra. A questo dobbiamo sommare una scarsa valorizzazione del patrimonio ambientale e paesaggistico: le lame erano non di rado utilizzate come discariche a cielo aperto dove venivano abbandonati anche rifiuti pericolosi per le falde acquifere nel sottosuolo .Per quanto riguarda la marina l'inquinamento è dovuto alla pratica , sconsideratat di lavaggio delle cisterne dirette/provenienti da Taranto molto vicino alla costa. A tutto ciò và aggiunta la presenza sul territorio di una discarica e di un inceneritore.

[modifica] Sport

Sono presenti due scuole di AIKIDO il Fudoshintai ,e l'Aikido e musica.Centro sportivo Aikikai d'Italia.

È presente una palestra di judo: il "Centro sportivo Massafra Judo" .

La squadra di pallacanestro ("Cisa Massafra") milita nel campionato nazionale di serie B2.

La squadra di pallavolo femminile milita in serie B2, quella maschile, di più recente formazione, nella serie D

Il 21 agosto 1960 Massafra è stata tappa del viaggio della Fiaccola olimpica per le olimpiadi estive di Roma 1960 [12].

[modifica] Economia

[modifica] Agricoltura

L'agricoltura è il tradizionale settore di attività massafrese. Si coltivano soprattutto:

I seminativi {[citazione necessaria|interessano circa 1300 ha}}, con la produzione di grano, avena, orzo, erba medica e soprattutto erba da taglio utilizzata per l'allevamento degli animali.

La coltivazione di ortaggi avviene nella parte meridionale del territorio, occupando circa 400 ettari[citazione necessaria] della zona più ricca di acqua. Vengono coltivati cicorie, finocchi, pomodori,melanzane, peperoni, cetrioli, zucchine, zucche, caroselli, barattini, bietole, sedano, rape, cavolfiori, meloni, angurie, prezzemolo, basilico e legumi.

I frutteti della zona settentrionale producono mandorle e ciliege, mentre quelli della zona meridionale pesche, albicocche, susine, fichi, prugne e fichi d'India.

[modifica] Allevamento

L'allevamento è una delle piu antiche attività economiche, diffuso soprattutto nella zona settentrionale. Si allevano bovini, caprini, ovini, suini ed equini per il macello e le produzioni dell'industria caesaria e dei salumifici.

L'apicoltura costituiva un'attività molto redditizia, praticata un tempo nella gravina, dove le arnie venivano collocate nelle grotte (una è denominata "Grotta del miele"). Oggi l'allevamento delle api avviene nella zona meridionale e i prodotti, miele e pappa reale, sono esportati in tutta l'Italia[citazione necessaria].

[modifica] Artigianato

Fino ai primi decenni del secolo scorso operavano a Massafra molti produttori di ceramica rustica ("cretaglia") e tessitori di felpa (una sorta di velluto coordinato colorato, che si confezionava con telai, azionati in casa o nelle grotte). Collegabili a questi prodotti sono i ricami artistici su stoffa, che venivano eseguiti per la preparazione dei corredi nuziali.

Un'altra attività artigiana popolare è quella (ancora esistente) dei "panierai", che confezionano, con sottili strisce di canna, ceste e panieri di ogni dimensione ed uso.

In riferimento all'antica ed ormai scomparsa attività dei maestri d'ascia, si è diffusa la creazione di manufatti in legno naturale. In prosecuzione dei tradizionali mestieri dei "ferrai" e degli "stagnini" in via Muro, si producono tuttora oggetti in ferro battuto e in rame. I vecchi "zoccatori" e maestri scalpellini scolpivano la morbida pietra calcarea. Altri prodotti artigianali sono opera dei "fiscolari", che utilizzano cordame. La cartapesta viene utilizzata per i carri che sfilano nel Carnevale massafrese.

[modifica] Industria

L'attività industriale si è sviluppata con l'indotto dell'impianto siderurgico dell'Italsider di Taranto, aperto agli inizi degli anni '60. Nello stesso periodo, fu aperta a Massafra una fabbrica per la produzione di birra di proprietà della Dreher acquisita negli anni '90 dal gruppo Heineken Italia.

L'industria alimentare è legata alle attività agricole (oleifici ("trappiti"), caseifici, salumifici). Vengono inoltre prodotti materiali plastici per l'irrigazione.

Vi sono anche attività legate all'edilizia e alla produzione di mobili e infissi.

[modifica] Trasporti

Collegamenti della Provincia di Taranto
Collegamenti della Provincia di Taranto

I collegamenti stradali principali[13] sono rappresentati da:

I collegamenti ferroviari dalla locale stazione ferroviaria sono verso Taranto e Bari, da cui transitano le linee ferroviarie ionica e adriatica.

Gli aeroporti più vicini sono:

Il trasporto locale è garantito dagli autubus di linea della "Miccolis S.p.A", che collegano le varie zone di Massafra, la frazione di Chiatona (specialmente nel periodo estivo) e il Parco di Guerra. Il "Consorzio Trasporti Pubblici" di Taranto collega la cittadina con Crispiano, Statte, Palagiano, Martina Franca, Castellaneta e Taranto (tratte utilizzate principalmente da studenti e pendolari). Le "Ferrovie del Sud-Est"' garantiscono il collegamento diretto con Bari, con salita dei passeggeri al cosiddetto "Bivio" lungo la via Appia a sud di Massafra.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Martino Carmelo Tamburrano (centrodestra) dal 14/06/2006
Centralino del comune: 099 8858111
Email del comune: info@comunedimassafra.it

[modifica] Frazioni

Massafra possiede 4 frazioni:

  • Chiatona e Marina di Ferrara, borgate marine che si affacciano sul mare Ionio. Marina di Ferrara sorge nei pressi della foce del fiume Patemisco mentre Chiatona vicino al confine con il comune di Palagiano. Si animano d'estate grazie al turismo balneare.
  • Citignano e Cernera sono delle piccole contrade abitate dagli stessi massafresi nei paraggi del Monte Sant'Elia. A Citignano sono stati rinvenuti numerosi fittili votivi di età ellenistica, segno della presenza di un impianto culturale non ancora identificato.

[modifica] Bibliografia

  • Vincenzo Gallo - Origini e vicende della città di Massafra -1912
  • Fernando Ladiana - Massafra- StampaSud - Mottola , 1995
  • Fernando Ladiana - Centro antico di Massafra- StampaSud - Mottola , 1990
  • Espedito Jacovelli -Massafra/la città il territorio -,1981
  • Espedito Jacovelli -Massafra nel secolo XVI -,1971
  • Espedito Jacovelli -Massafra nel secolo XVII -,1984
  • Espoedito Jacovelli- Guida al Santuario e al Villaggio rupestre della Madonna della Scala di Massafra, 1985
  • Espedito Jacovelli & Fernando Ladiana - Massafra la Grande Guerra , diario di un paese del Sud - StampaSud - Mottola , 1984
  • Francesco Quarto - Vocabolario dialettale massafrese - 1992
  • Paolo Catucci - Massafra nel 1860, 1960
  • Paolo Catucci - La scuola a Massafra nell'Ottocento, 1962
  • Paolo Catucci - Considerazioni e notizie sul brigantaggio a Massafra nel secolo XIX, 1963
  • Paolo Catucci - Massafra e le sue epigrafi, 1986
  • Paolo Catucci - Viaggo nella memoria - Frammenti anni 1930-1950, 1988
  • Paolo Catucci - Il recinto dei ricordi - Frammenti anni 1950-1980, 1992
  • Paolo Catucci - Il Duomo di Massafra - Ricognizione religiosa e civile dal secolo XIX alla fine del Millennio, 1998
  • Paolo Catucci - La piazza Garibaldi di Massafra - Frammenti di vita comunitaria, 2004
  • Raffaele Grippa - Cinquantanni di vita massafrese -1934
  • Cosimo Damiano Fonseca & Filiberto Lembo - Il Centro storico di Massafra - , 1977
  • Fernando Ladiana - La Pietra della fame - ,1984


[modifica] Chiese Rupestri

  • Roberto Caprara - La chiesa rupestre di San Marco - Tipografia "il David" - , 1980
  • Roberto Caprara - La chiesa rupestre della Buona Nova - Tipografia "il David" -Firenze , 1979
  • Roberto Caprara & Marcello Scalzo - La chiesa rupestre di San Leonardo a Massfra - Archeogruppo E.Jacovelli -Massafra 1998
  • Padre Luigi Abatangelo - Chiese cripte e affreschi italo-bizantini di Massafra -1966
  • Espedito Jacovelli -Affreschi bizantini in Massafra - ,1960
  • Espedito Jacovelli - Guida al santuario e villaggio della Madonna della Scala - ,1981
  • Roberto Caprara - La chiesa rupestre di Santa Croce - 2007
  • R.Caprara, C. Crescenzi, M. Scalzo, ''"Il territorio nord del Comune di Massafra", 1983
  • Cosimo Damiano Fonseca - Civiltà rupestre in Terra Jonica, Carlo Bestetti Edizioni d'Arte,1970
  • Franco Dell'Aquila, A.Messina - Le chiese rupestri di Puglia e Basilicata, Adda Editore,1998,
  • AA.VV.- La gravina Madonna della Scala di Massafra - Natura, storia, archeologia, tutela, Nuova Editrice Apulia 1995

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Note

  1. ^ .Il soprannome venne coniato dallo storico locale Vincenzo Gallo nel libro La Tebaide d'Italia: contributo all'arte preludiare intorno al "Mille"', pubblicato a Napoli nel 1925 da Officina Cromotipografica "Aldina".
  2. ^ http://www.confedilizia.it/clima-PUGLIA.htm
  3. ^ Climatologia dell'Arco Jonico TArantino. URL consultato il 07-05-2008.
  4. ^ L'etimologia viene riportata nel libro dell'arcivescovo Giuseppe Blandamura, Choerades Insulae, Taranto, Tipografia Arcivescovile, 1925.
  5. ^ Roberto Caprara, Il Tesoretto Massafrese, introduzione al saggio del Prof. W.Hahn, in Archeogruppo 3, Massafra 1995
  6. ^ Fonte ISTAT[citazione necessaria]
  7. ^ Come riferito da fonti dell Archivio Cassinese, Caps. XVIII, fascicolo I n.13.
  8. ^ Alla Madonna di Tutte le Grazie di Massafra sono attribuiti numerosi miracoli, alcuni dei quali, tra il 1655 e il 1792, sono riportati in un manoscritto del canonico Ignazio Maria De Sanguine
  9. ^ La chiesa esisteva nel 1081, quando secondo un documento conservato nell'abbazia della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni, venne donata insieme al fiume Patemisco all'abbazia.
  10. ^ Sito web di "Telesud"
  11. ^ Sito web di Multiradio (FM 91,4 - 102,5 Mhz).
  12. ^ Il tedoforo fu Lino Palagiano Organizing Committee of the Games of the XVII Olympiad. The Games of the XVII Olympiad - Rome 1960 - The Official Report - Volume 1 (PDF). (in Inglese) Roma 215 URL consultato il 2007-04-08.
  13. ^ Pianta sul sito Mapquest

[modifica] Collegamenti esterni

Massafra su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Massafra")
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