Romanico pugliese
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Il romanico pugliese è quell'arte che si sviluppò in Puglia tra l'XI e la prima metà del XIII secolo, soprattutto in architettura, scultura e nel mosaico.
I porti pugliesi erano frequentati dai pellegrini diretti in Terrasanta e furono anche il punto di partenza per molti partecipanti alla Prima crociata nel 1090. Il gran flusso di persone determinò la ricezione di una grande varietà di influssi culturali che si manifestò anche nella produzione artistica successiva.
Il romanico "normanno" pugliese è l'antecedente più immediato dell'arte che si sviluppò alla corte di Federico II nel XIII secolo, che tramite il movimento di artisti (come Nicola Pisano) portò al rinnovamento artistico innestato in Toscana e da qui in tutta Italia.
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[modifica] Architettura
In architettura religiosa, le chiese pugliesi recepirono caratteri lombardi, pisani ed orientali rielaborandoli secondo uno schema peculiare.
Uno degli edifici più rappresentativi è la Basilica di San Nicola a Bari, iniziata nel 1087 e terminata verso la fine del XII secolo. Esternamente si presenta con un aspetto massiccio, come una fortezza, con una facciata a salienti, chiusa ai lati da due torri incompiute, decorata con archetti pensili e con un poco pronunciato protiro con leoni stilofori secondo i modelli lombardi ed emiliani.
Il motivo delle doppie torri rimanda invece a esempi transalpini, ed è spiegabile anche con la presenza normanna degli Altavilla; i segni di altre due torri sono presenti nella zona posteriore dell'edificio, dove si apre una particolare struttura muraria continua a chiusura delle tre abisdi.
La pianta è a tre navate, con quelle laterali provviste di ulteriori pareti voltate che rinforzano la struttura; la navata principale non è molto lunga ed in origine era coperta a capriate. I matronei sono i più antichi dell'Italia meridionale e terminano in corrispondenza dell'altare maggiore, dove lo spazio si allarga per formare un transetto che non sporge dalla pianta rettangolare dell'edificio: qui era prevista la costruzione di una cupola ottagonale, che avrebbe accentuato, assieme alle torri, la verticalità del complesso. La spazialità interna tuttavia è compromessa da due archi che si aprono sulla navata centrale all'altezza del matroneo: furono aggiunti nel XIV secolo per irrobustire ulteriormente la struttura.
La basilica di San Nicola rappresentò il modello di riferimento per altre chiese pugliesi con matroneo e soffitto a capriate, come la stessa Cattedrale di San Sabino sempre a Bari. Un altro esempio notevole è la Cattedrale di Trani, conclusa verso la metà del XIII secolo. Venne edificata in prossimità del mare, come un punto di riferimento per la navigazione grazie al chiarore del tufo calcareo impiegato; la facciata ricorda il profilo di quella di San Nicola, ma non è tripartita da lesene e non presenta le doppie torri e il protiro.
Vicina alla cattedrale di Trani è, inoltre, quella di Ruvo di Puglia, mentre nel solco barese è la cattedrale di Bitonto, considerata tra le espressione più complete del romanico pugliese[1]: costruita tra l'XI e il XII secolo, in pieno centro storico, presenta la facciata tripartita da lesene e avente tre rispettivi portali, tra cui spicca quello centrale riccamente scolpito con scene del nuovo testamento. Sopra si erge un rosone a sedici bracci, affiancato da sfingi. Conserva un prezioso ambone e la cripta con un mosaico rappresentante un grifone.
La cattedrale di Matera fu costruita nel XIII secolo sullo sperone più alto della Civita che divide i due Sassi. La facciata è dominata dal rosone a sedici raggi e sul lato posteriore sinistro vi è il campanile, alto 52 metri.
Altre influenze si riscontrano nella Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo a Lecce (1180) , nella Basilica del Santo Sepolcro a Barletta, ambedue con influssi borgognoni, o nella Cattedrale di Troia (terminata nel 1119) che tradisce influssi pisani nel registro inferiore, armeni nei rilievi appiattiti sull'architrave, musulmani nei capitelli, bizantini nelle porte bronzee. Caso particolare è la Cattedrale di Barletta, che presenta un'armoniosa commistione tra romanico e gotico.
Oltre a questi esempi ci sono chiese minori a sala e con copertura voltata; è il caso del Duomo di San Corrado a Molfetta e di altre chiese di Trani. In particolare, nel Duomo di San Corrado lo schema della chiesa a sala si fonde con quello della chiesa cupolata, per dar luce ad una struttura compatta unica nel suo genere e che testimonia la grande maturità raggiunta dai maestri pugliesi nella costruzione di volte in muratura.
Un caso eccentrico nel panorama dell'architettura romanico-pugliese è rappresentato dalla piccola chiesa rurale di Santa Caterina a Conversano (XII secolo), con pianta quadrilobata e tiburio ottagonale che contiene una piccola cupola interna emisfefica. I modelli sembrano in questo caso essere quelli bizantini.
[modifica] Scultura
Restano di quel periodo alcune importanti testimonianze scultoree, come la cattedra vescovile del Duomo di Canosa, firmata da Romoaldo e scolpita tra il 1078 e il 1089, o la cosiddetta Cattedra del vescovo Elia, nella basilica di San Nicola a Bari, risalente al 1105 circa, quindi dopo l'episcopato di Elia (verso il 1090). Nel primo, con gli elefanti che reggono la struttura soprastante, si attinse a un repertorio iconografico bizantino, mentre nel secondo, con i telamoni espressivamente piegati dallo sforzo, si tenne probabilmente conto delle esperienze di Wiligelmo al Duomo di Modena.
Per quanto riguarda la fusione in bronzo ci è pervenuto l' esempio delle porte del Duomo di Trani, realizzate nel 1119 da Barisano da Trani, divisi in più scene da estrose cornici e con battenti zoomorfi, ispirate a precedenti bizantini. La stessa tipologia venne ripresa nelle porte del Duomo di Ravello e in quelle del lato nord del Duomo di Monreale.
Tra gli amboni più ricchi e antichi è importante quello della cattedrale di Bitonto. Esso presenta una lastra triangolare, situata sul parapetto delle scale, che mostra gli imperatori svevi scolpiti a bassorilievo (da sinistra a destra Federico I Barbarossa, Enrico VI, Federico II e il figlio Corrado); inoltre reca l'iscrizione situata sotto il lettorino ( HOC OPUS FECIT NICOLAUS/SACERDOT ET MAGISTER ANNO MILLESIMO/DUCENTESIMO VICESIMO/NONO INDICTIONIS SECUNDE) dalla quale è possibile ricavarne la data di realizzazione: 1229.
[modifica] Mosaici
L'arte del mosaico in Puglia è presente già dall'XI secolo a Bitonto, dove si ricorda il grifone rinvenuto nella chiesa paleocristiana. Della seconda metà del XII secolo sono la pavimentazione del Duomo di Otranto, di Brindisi, di Taranto e del Trani.
Particolarmente ben conservato è il pavimento musivo a Otranto, realizzato tra il 1163 e il 1165 da un gruppo di artisti capeggiati dal monaco Pantaleone, su commissione dell'arcivescovo Gionata. Si dispiega lungo tutta la navata centrale, sul presbiterio, l'abside e i bracci del transetto, e vi è raffigurato l'immaginario medievale, con ricchezza espressiva e secondo un senso di horror vacui che non risente dell'irregolarità dei tasselli né dell'assenza di plasticità.
[modifica] Note
[modifica] Bibliografia
- R. De Fusco, Mille anni d'architettura in Europa, Bari 1999.
- D. Decker, Italia Romanica, Vienna-Monaco 1958.
- Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999.
- H.E. Kubach, Architettura Romanica, Martellago (Venezia) 1998.
- C.A. Williemsen, D. Odenthal, Apulien, Colonia, 1958.