Santena
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Santena | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Piemonte | ||||||||
Provincia: | Torino | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Altitudine: | 237 m s.l.m. | ||||||||
Superficie: | 16 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 626 ab./km² | ||||||||
Frazioni: | Tetti Busso, Tetti Giro, Luserna, Gamenario, Case Nuove, Carolina, San Salvà | ||||||||
Comuni contigui: | Chieri, Cambiano, Trofarello, Poirino, Villastellone | ||||||||
CAP: | 10026 | ||||||||
Pref. tel: | 011 | ||||||||
Codice ISTAT: | 001257 | ||||||||
Codice catasto: | I327 | ||||||||
Nome abitanti: | santenesi | ||||||||
Santo patrono: | San Lorenzo | ||||||||
Giorno festivo: | 10 agosto | ||||||||
Sito istituzionale | |||||||||
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Santena (pron. sàntena; in piemontese Santna) è un comune di 10.020 abitanti della provincia di Torino.
Indice |
[modifica] Geografia
Santena è un comune di pianura situato a sud-est di Torino, alla destra del fiume Po. È attraversato dal fiume Banna che divide in due la città.
Il nome del comune ha origini latine : la maggior parte degli studiosi sostiene che derivi dal latino Santula. Il toponimo è conosciuto dal 1176 e trova riscontro in una variante ritrovata nel 1182 con Santana.
[modifica] Storia
[modifica] Periodo romano
L'origine del comune è molto antica. In questo luogo vennero ricuperate alcune suppellettili funerarie e alcune monete di rame appartenenti al periodo di Antonino Pio dimostrando che il territorio santenese era abitato fin dai primi secoli dell'era cristiana.
[modifica] Il Medioevo
La nascita dei primi gruppi rurali risale all'Alto Medioevo. Durante il periodo carolingio e post-carolingio il villaggio era considerato parte integrante della corte o curtis chierese. Il primo documento storico in cui troviamo menzionato il paese risale al 1029 ed è l'atto con cui il marchese e conte di Torino Olderico Manfredi II e suo fratello vescovo di Asti, Alrico, fanno donazione del villaggio, piccolo e povero ai canonici di Salvatore di Torino. Tale atto fu riconosciuto come valido sia dall'imperatore Enrico III nel 1047, sia da Federico Barbarossa nel 1159.
Tuttavia i chieresi mal tollerarono che un loro territorio passasse in mani altrui. Da qui derivò una lunga e grave disputa giuridica che costrinse i canonici ad appellarsi al Vescovo di Torino, il quale nel 1184 stabilì che Chieri dovesse rispettare i diritti acquisiti dai canonici. Questo responso non fu certo sufficiente ai chieresi che ottennero comunque un nuovo processo ma la cui sentenza fu ancora una volta a favore dei canonici. Tuttavia benché avessero vinto furono costretti a vendere Santena ad un gruppo di facoltosi chieresi.
Così nel 1191 Pietro Gribaldi, Guido di Mercadillo e i figli di Oberto Merlo, Guido Grasso e Guglielmo Benso diventarono condomini di Santena. In pratica significava che il paese tornava ad essere parte della corte chierese benché fosse formalmente riconosciuta dal vescovo di Torino. Solamente agli inizi del XIV secolo Chieri riuscì ad affermare la sua autorità politica su Santena.
Negli statuti del 1311 Santena risulta come terra chierese. Quando però nel 1351, Chieri passò sotto la dominazione del conte di Savoia, pur riconoscendo i nuovi signori, riaffermarono la loro dipendenza feudale dal vescovo.
[modifica] Il Rinascimento
Nella seconda metà del XIV secolo la storia di Santena fu segnata da eventi drammatici a causa delle disastrose conseguenze della guerra che a lungo contrappose il Principe d'Acaia al Marchese del Monferrato.
A partire dai primi anni del secolo XV la città poté godere di un lungo periodo di pace e prosperità, che caratterizzo quasi tutto il secolo. Il secolo XVI invece fu caratterizzato da numerose guerre, cui si accompagnarono continue epidemie di peste, inondazioni, carestie, in particolare per Santena quelle del 1517 e del 1521.
Durante il conflitto che contrappose l'imperatore Carlo V a Francesco I re di Francia, la zona di Santena e di Chieri subirono lunghi periodi di assedio e violenti saccheggi, il più grave dei quali fu effettuato dall'esercito francese nel 1536.
La volontà di ampliare i confini del nuovo regno, costituito da Emanuele Filiberto costrinse suo figlio, Carlo Emanuele I, ad una guerra contro i francesi per il possesso del Monferrato (1627). Nonostante l'appoggio degli spagnoli quando il duca Carlo Emanuele morì nel 1630 il suolo piemontese venne occupato completamente da truppe nemiche.
Molte altre invasioni caratterizzarono il corso del XVII secolo e Santena come gli altri paesi vicini e subì effetti rovinosi. Chieri cercò inoltre di recuperare quella parte di territorio che nella prima metà del Quattrocento Santena aveva sottratto al suo dominio.
[modifica] Tempi moderni
Nel 1728 una sentenza della Camera dei conti accolse le rivendicazioni dei chieresi. Da allora in poi Santena si trovò "chiusa" in un territorio altrui e perse il pratica tutta la sua autonomia. Nel 1809 durante l'occupazione napoleonica Santena subì ingenti danni a causa di una drammatica inondazione, che determinò lo studio di un piano regolatore per le opere di arginamento del torrente Banna e di ampliamento dei suoi alvei.
Restaurata la monarchia dei Savoia, i santenesi tentarono di erigere Santena a comune autonomo. Tuttavia le loro legittime aspirazioni andarono più volte deluse fino al 1878, quando, grazie all'opera del marchese Compans di Brichanteau, Santena fu eretto in comune.
[modifica] I monumenti, le piazze e le Parrocchie
Il cuore dell'abitato sorge lungo le sponde del torrente Banna. L'urbanistica è caratterizzata da due piazze principali: la prima, simmetrica ed elegante si trova di fronte al castello che fungeva da dimora estiva dei marchesi Benso di Cavour. La seconda situata di fronte alla chiesa di Santi Apostoli è dedicata alla memoria del marchese Compans di Brichanteau.
[modifica] La Parrocchiale
L'attuale Parrocchiale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo fu costruita negli anni Venti del nostro secolo su progetto dell'architetto Giuseppe Gallo in sostituzione della vecchia chiesa del XVIII secolo, troppo piccola per poter ospitare un grande numero di fedeli durante le funzioni religiose. Lungo complessivamente 45 metri, largo 27, alto fino a 40, si possono ammirare le statue di San Pietro , San Paolo e San Lorenzo, patrono del comune. Il campanile è alto 63 metri. Dodici colonne di marmo sorreggono internamente la struttura dell'edificio, mentre l'abside appartiene ancora a quella della vecchia chiesa, dal momento che la vicinanza della cappella dal castello non rese possibile la sua demolizione.
I dipinti sulle pareti sono opera del pittore Luigi Morgari. Si distinguono per la vivacità dei colori e per la snellezza delle figure. Sulle parete laterali sono raffigurate scene tratte dal Vangelo, dall' Assunzione di Maria in cielo', fino all' Annunciazione. Sull'arcata prospiciente il presbiterio è raffigurato Cristo re e i popoli di ogni razza che lo adorano.
[modifica] Il Castello
La dimora dei Cavour a Santena è uno dei castelli più importanti del Piemonte soprattutto per perché costituisce un unicum straordinario, ricco di memorie storiche, arredi, biblioteca e archivi.
Fu costruito per volontà di Carlo Ottavio Benso di Santena tra il 1712 e il 1720 su progetto dell'architetto Farncesco Gallo. Estinta la linea maschile dei Benso di Santena, con la morte di Gianfrancesco Filiberto nel 1746, nel 1760 il castello passò ai Benso di Cavour che ne fecero la loro dimora. Fu in tali anni oggetto di restauri. Un secolo più tardi per volontà del marchese Ainardo il castello fu ampliato e completamente ristrutturato. Fu l'architetto Melchiorre Pulciano a dirigere i lavori. Alla morte di Ainardo figlio del marchese Gustavo di Cavour e della marchesa Lascaris di Ventimiglia, il castello passò in eredità al cugino conte Roussy di Sales. La sorella, marchesa Giuseppina Alfieri ultima discendente della famiglia Benso di Cavour, nel 1876 riacquistò il castello e tante memorie cavouriane. Successivamente fu ereditato dalla figlia Luisa Alfieri, sposa del marchese Emilio Visconti Venosta. Nel 1947 il marchese Giovanni Visconti Venosta donò il complesso alla città di Torino.
[modifica] Edifici e monumenti nei dintorni
I dintorni di Santena sono luoghi ricci, oltre di bellezze naturali, anche di opere architettoniche di grande valore artistico.
Verso levante, lungo la strada che porta a Poirino sorge l'antico Castello di San Salvà' . Il nome dell'edificio deriva da quello dei canonici del Santo Salvatore di Torino, i quali ebbero il dominio su Santena tra il 1029 ed il 1191. Il castello a pianta quadrata si eleva su un altura ed è adornato da tre piccole torri e da una più grande porta a nord-est incoronata a bertesca, con ballatoio e merli. Su di esso è incastonato un orologio.
Lungo la strada statale che da Torino porta ad Asti, poco oltre il ponte di Cambiano, sorgono i resti del Castello di Ponticelli. La tradizione indica tale castello come dimora estiva del ramo cadetto dei marchesi Benso, divenuti in seguito conti di Cavour.
Verso Villastellone sorge invece la frazione della Trinità. Il nome della località deriverebbe da quello di una graziosa cappella dedicata alla Santissima Trinità e costruita nel XVII secolo.
[modifica] Le attività produttive
La rivoluzione industriale del XIX secolo non ha prodotto mutamenti dell'economia di questa città che ancora a fine Ottocento fondava la sua ricchezza sulla produzione agricola. Oggi i santenesi coltivano soprattutto pesche e asparagi, rinomati in tutta Italia per la loro elevata qualità.
Nel corso del XIX secolo si è registrato un notevole incremento della popolazione. Nella prima metà del Novecento la crescita demografica ha subito una battuta di arresto, mentre si è assistito ad un vero r proprio boom demografico a partire dagli anni Sessanta. Un aumento così grande del numero degli abitanti è stato determinato dalla crescente offerta di lavoro da parte della vicina area industriale torinese: nel 1960 a Santena, su 4.388 abitanti, ben 1.500 risultavano essere operai.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Benedetto jk (centrodestra) dal 29/05/2007
Centralino del comune: 011 9455411
Email del comune: info@comune.santena.to.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Bibliografia
- Il Piemonte paese per paese - Ed. Bonechi - 1993