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Cambiano - Wikipedia

Cambiano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Cambiano
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Cambiano]]
Cambiano - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Piemonte
Provincia: stemma Torino
Coordinate: 44°58′0″N 7°47′0″E / 44.96667, 7.78333
Altitudine:  m s.l.m.
Superficie: 14 km²
Abitanti:
6.008 31-12-04
Densità: 414 ab./km²
Frazioni: Madonna della Scala 
Comuni contigui: Pino Torinese, Chieri, Pecetto Torinese, Moncalieri, Trofarello, Santena, Villastellone
CAP: 10020
Pref. tel: 011
Codice ISTAT: 001048
Codice catasto: B462 
Nome abitanti: cambianesi 
Santo patrono: San Vincenzo e Anastasio 
Giorno festivo: 22 gennaio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Cambiàno (in piemontese Cambiagn) è un comune di 5.798 abitanti della provincia di Torino.

Indice

[modifica] Il territorio e il toponimo

Il paese è situtato ai piedi delle colline torinese su lato sud-est del capoluogo. Il toponimo nasce dall'unione del suffisso -anus al nome celtico poi latinizzato di Cambius.

[modifica] Storia

Il ritrovamento di alcuni resti di una villa del III secolo dopo Cristo dimostra l'origine romana del borgo. Tuttavia è probabile che un piccolo insediamento abitativo vi esistesse sin dall'epoca celtica. Tale insediamento si trovava in una posizione differente rispetto a quella attuale. La posizione del sito cambiò fra il VII e l'VIII secolo, quando in contemporanea all'edificazione di un castello, il borgo venne ricostruito più a sud.

[modifica] Medioevo

Un'atto di vendita datato 959 è il primo documento nel quale compare il nome di Cambiano. In esso Ugo di Levaldigi vende a Bernardo di Masio e ai suoi fratelli Ugo e Aldo le terre da lui possedute in diverse località dell'attuale chierese. Fra tutti questi territori vi era anche Cambiano il cui nome è scritto nella forma plurare Cambianis.

Successivamente il villaggio entrò a far parte delle terre del Monastero di San Silvestro di Nonantola. Questa abbazia ora in provincia di Modena possedeva allora diversi territori nell'attuale Piemonte e nel 1034 cedette Cambiano ai conti Pombia, poi conti di Biandrate, in cambio di Valcaraza. Nel 1064 vicino a Cambiano Pietro I conte di Savoia pubblicamente deliberò su una causa che coinvolgeva l'Abbazia di Fruttuaria. In questa occasione venne accompagnato dalla madre, la contessa Adelaide di Susa e dal vescovo di Torino.

Nel corso del Medioevo la storia di Cambiano si intreccia con quella della più vicina e potente Chieri. Quando Federico I il Barbarossa, nel 1155 distrusse Chieri gli abitanti di Riva furono tra i primi ad aiutare per la sua ricostruzione. Nel 1159 durante un soggiorno del Barbarossa a Torino, il cui potere in Italia era allora al culmine, volle premiare la fedele alleanza del Vescovo di Torino: con un diploma gli concesse allora la signoria su Torino e sul territorio circostante in un raggio di 10 miglia. Era di fatto un'astuta mossa politica per rafforzare il controllo sui comuni dell'attuale Piemonte, e in particolare su Chieri. Di questo territorio faceva parte anche Cambiano.

Tale dominio ebbe però breve durata. Nel 1168 ormai il potere del Barbarossa nel Nord Italia era ormai compromesso dalle vittorie riportate dai comuni unitisi nella Lega Lombarda e il vescovo Carlo rinunciò formalmente a ogni diritto. Da quel momento la storia di Cambiano seguì quella di Chieri, a cui nel 1248 prestò formale sudditanza, assicurandosi in cambio la difesa militare. Chieri infatti non si fornì mai di un sistema di fortificazioni che andasse al di là di una cinta muraria e utilizzava come propria linea difensiva i borghi limitrofi a lei sottomessi, fra i quali Cambiano. Questo spiega le numerose distruzioni subite dal piccolo borgo, che fu più volte messo a ferro e fuoco durante la prima metà del 1300. È molto probabile che il suo castello fu distrutto dalle armate torinesi nel 1319.

[modifica] Rinascimento

Il 19 maggio 1347 Chieri e le località circostanti, tra cui Cambiano si sottomisero ai Savoia, la cui signoria era esercitata sia dal Conte di Savoia e che dal principe di Savoia-Acaia, un ramo cadetto della dinastia al quale erano stati concessi i domini sabaudi situati nell'attuale Piemonte. Successivamente Cambiano vide il succedersi di divese devastazioni dovute principalmente alla guerra tra il Marchese del Monferrato contro il Principe di Savoia-Acaia. Nel 1418 Con l'estinzione dei Savoia-Acaia, sia Cambiano che Chieri entrarono a far parte del nuovo stato sabaudo che si estendeva da entrambi i versanti delle Alpi.

Nel 1618 il duca Carlo Emanuele I concesse in feudo Cambiano al nobile piacentino Scotti, ma morto questi senza lasciare eredi, il comune venne acquistato nel 1642 dalla famiglia Borgarelli di Chieri. Nel 1630 le condizioni della regione furono aggravate dalla diffusione di un epidemia di peste e dall'invasione dei francesi nemici dei Savoia durante la seconda guerra del monferrato. A Cambiano la peste fece in soli otto mesi ben un centinaio di morti.

Deceduto nel 1637 il duca Vittorio Amedeo I, i suoi fratelli Il principe Tommaso di Savoia-Carignano e il Cardinale Maurizio non avevano accettato la reggenza per il giovane erede Francesco Giacinto, poi morto nel 1638, a cui succedette il fratello minore Carlo Emanuele II, reggenza che si voleva esercitata dalla vedova Maria Cristina e che godeva del sostegno francese in quanto sorella di Luigi XIII, mentre i cognati erano appoggiati dalla Spagna. Nel 1640 lo stato sabaudo venne dilaniato da una nuova e terribile guerra civile, che si inseriva nel contesto più ampio della Guerra dei Trent'anni e si sviluppo in tutto il paese. Dopo una netta vittoria a Ponte della Rotta le truppe francesi si accamparono a Cambiano. Fu un periodo molto duro per il paese, che fu saccheggiato, ci furono decine di morti e nemmeno la chiesa fu risparmiata dalle devastazioni.

[modifica] Storia recente

Nel 1691 Cambiano venne ceduto in feudo al marchese Vittorio Carron di San Tommaso che nel 1702 lo cedette alla contessa Maria Margherita Tana in cambio di Avigliana. Dalla contessa Tana poi passò a Giovanni Antonio San Martino-Provana di Parella. Nel 1769 venne infine acquistato dalla famiglia Turinetti. Nel 1781 il titolo di Marche di Cambiano passò a Giuseppe Maurizio Turinetti e da questi al figlio Brunone, mecenate e collezionista di quadri. Durante la dominazione francese Cambiano fu annesso all'impero napoleonico.

Nel 1809 una piena del torrente Tepice devastò i campi della cittadina e recà gravissimi danni anche ai centri vicini di Santena e Villastellone. Ritornato ai Savoia nel 1815 , durante il XIX secolo Cambiano vide una fase di sviluppo e modernizzazione. Nel 1815 si decise la realizzazione degli argini del Tepice al fine di evitare piene simili a quella del 1809. Grazie ad un progetto del conte Manfredo Bertone di Sambuy venne costituita una società per l'istruzione, basata sull'azionariato popolare era una società anonima con lo scopo di migliorare l'educazione e l'istruzione nel comune di Cambiano. Nel 1859 la popolazione era cresciuta a 2.697 abitanti, con un notevole aumento rispetto ai 2.300 della fine del XVIII secolo.

[modifica] L'arte

Cambiano non possiede monumenti di elevato pregio artistico. L'unica eccezione è rappresentata dalla Parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio che venne distrutta nel saccheggio del 1640, e poi riedificata nella seconda metà di quel secolo. Successivamente, nel 1735, su progetto dell'architetto Bernardo Vittone ne fu ricostruita la facciata. Ad essa adiacente troviamo un campanile che fu realizzato nel 1883 gettando nelle sue fondamenta i mattoni della vecchia torre campanaria abbattuta pochi metri più in là nel giugno di quell'anno. È altro 52 metri ed è a base quadrata ridotta a 4,60 metri per lato.

La Torre campanaria superstite, assai più sobria del complesso chiesa parrochiale-campanile, rievoca invece il periodo medievale di Cambiano. Passando sotto il suo arco si accedeva a via Compajre (ancora esistente), che durante l'epoca medievale costituiva il cuore pulsante del paese (una sorta di piazza) in quanto era l'unica via spaziosa dentro le mura. La torre era occupata da sentinelle ed era affiancata (dall'altro lato dell'arco) da un'altra torre gemella, che purtroppo non è sopravvissuta fino ai nostri giorni. Di giorno la porta di accesso al paese era tenuta aperta.

Oltre alla parrocchiale nel centro del borgo sorgono il Castello dei Mosi e il Castello dei Mosetti. Sono due edifici medioevali, distanti fra di loro poche centinaia di metri e risalenti al XII secolo, il primo delle quali è ormai fatiscente. La torre dei Mosetti presenta la caratteristica di terminare a punta di clarino. È in esempio tipico di fortificazioni medioevali edificate per difendere i contadini delle campagne vicine. Estintesi nel XVIII secolo le famiglie che li avevano fatte costruire vennero comprese nell'anno 1724 nei possedimenti dei conti di Fontaneto.

[modifica] Economia

Anche se l'economia tradizionale rimaneva prevalentemente agricola, durante la seconda metà del secolo si realizzò un timido sviluppo industriale incentrato soprattutto nelle manifatture tessili, favorito da un lato dai collegamenti con Chieri e dall'altro dalla costruzione della vicina ferrovia Torino-Alessandria che permetteva un raggio più ampio per i commerci locali. Un importante ruolo fu anche svolto dal comune che mise in vendita una serie di terreni comunali incolti tra il 1846 ed il 1850 incentivando così lo sviluppo agricolo.

Dopo il secondo dopoguerra anche Cambiano così come molti altri comuni della pianura piemontese videro un lento ma costante incremento demografico. Punta di diamante del comune è il centro studi e ricerche della Pininfarina. Base dell'economia locale rimane comunque l'agricoltura che ha trovato nel pomodoro la sua produzione principale, che trova nella varietà "costoluto" quella più apprezzata dai buongustai. la Sagra del Pomodoro si tiene ogni anno a settembre.

[modifica] Amministrazione

Sindaco: Michele Mammolito (centrodestra) dal 30/05/2006
Centralino del comune: 011 9440105
Email del comune: info@comune.cambiano.to.it

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Collegamenti esterni


[modifica] Bibliografia

  • Il Piemonte paese per paese - Ed. Bonechi - 1993
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