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Zimbabwe - Wikipedia

Zimbabwe

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Zimbabwe
Zimbabwe - Bandiera
Zimbabwe - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: Unity, Freedom, Work
("Unione, Libertà, Lavoro")

Informazioni
Nome completo: Repubblica dello Zimbabwe
Nome ufficiale: Republic of Zimbabwe
Lingua ufficiale: inglese
Capitale: Harare  (1.485.615 ab. / 1992)
Politica
Governo: Repubblica
Capo di stato: Robert Mugabe
Capo di governo:  
Indipendenza: 17 aprile 1980


Superficie
Totale: 390.580 km²  (59º)
 % delle acque: 1 %
Popolazione
Totale (2003): 12.576.742 ab.  (66º)
Densità: 32 ab./km²  
Geografia
Continente: Africa
Fuso orario: UTC +2
Economia
Valuta: dollaro dello Zimbabwe
PIL (PPA)  (2005): 30.581 milioni di $  (94º)
PIL procapite (PPA)  (2005): 2.607 $  (130º)
ISU  (2005): 0,513 (medio)  (151º)
Energia:
Varie
TLD: .zw
Prefisso tel.: +263
Sigla autom.: ZW
Inno nazionale: Kalibusiswe Ilizwe leZimbabwe
Festa nazionale: 17 aprile

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La Repubblica dello Zimbabwe è uno stato dell'Africa orientale, situato tra il fiume Zambesi e il fiume Limpopo; non ha sbocchi sul mare e confina a nord con lo Zambia, a est col Mozambico, a sud con il Sudafrica e a ovest con il Botswana. La sua popolazione è di 12.576.742 abitanti, e ha una superficie di 390.580 chilometri quadrati; la capitale è Harare, in epoca coloniale nota come Salisbury. La lingua ufficiale è l'inglese, ma la grande maggioranza della popolazione parla correntemente lingue bantu; l'etnia bantu comprende infatti la massima parte degli zimbabwesi.

Lo Zimbabwe è una repubblica presidenziale; l'attuale presidente è Robert Gabriel Mugabe, che ricopre la carica dal 1987 ed è stato confermato in varie tornate elettorali. Precedentemente era stato Primo Ministro dal 1980 sotto la presidenza di Canaan Banana, il primo capo di stato del paese.

Indice

[modifica] Storia

La storia travagliata è riflessa nella lista di diverse denominazioni con cui è stato indicato: dopo la caduta degli imperi indigeni come l'Impero di Monomotapa e l'Impero MaTabele, il paese venne conquistato dagli Inglesi e nel 1895 divenne una colonia britannica, insieme all'attuale Zambia, col nome di Rhodesia; in seguito a una successiva divisione territoriale fu denominato Rhodesia Meridionale per distinguerlo dalla Rhodesia Settentrionale (lo Zambia), meno dotata di risorse. Nel 1953, nonostante l'opposizione della popolazione nera[1], le due Rhodesie furono incorporate col Nyasaland, l'attuale Malawi, nella Federazione della Rhodesia e del Nyasaland. La Federazione si sciolse nel 1964 e, essendo divenuto indipendente lo Zambia, lo Zimbabwe assunse di nuovo il semplice nome di Rhodesia. Nel Novembre 1965 il Primo Ministro della Rhodesia Meridionale, Ian Douglas Smith, proclamò unilateralmente l'indipendenza della colonia dalla Gran Bretagna[2] (dichiarazione mai riconosciuta a livello internazionale), ribattezzando il paese Repubblica di Rhodesia[3]. L'indipendenza vera e propria fu raggiunta grazie alla maggioranza nera solo nel 1980, e questa volta ottenne il riconoscimento internazionale. Da allora il nome dello stato è Zimbabwe, nome che deriva dalla parola shona Zimba Remabwe, il cui significato è grande casa di pietra[4].

Per approfondire, vedi le voci Rhodesia, Storia della Rhodesia e Storia dello Zimbabwe.

[modifica] Storia precoloniale

La storia dello Zimbabwe inizia con l'Impero di Monomotapa. Intorno al 300 d.c. iniziò l'immigrazione di popolazioni Bantu, in particolare dell'etnia dei Karanga dai quali discendono gli attuali Shona che costituiscono oltre l'80% della popolazione del paese. Le rovine del Grande Zimbabwe, scoperte nel 1871, testimoniano la presenza di una civiltà dall'elevato sviluppo fin dal XII secolo, quindi i popoli che vennero a contatto con i primi portoghesi disponevano già di una cultura avanzata, nonché aperta a relazioni commerciali aperte, intrattenute con gli arabi prima e i portoghesi poi.

Nel 1837 il territorio degli Shona fu conquistato dagli Matabele, che venivano da oltre le sponde del fiume Limpopo ed erano stati scacciati dal Sudafrica dagli Zulu guidati da Shaka. I Matabele, guidati dal sovrano Mzilikazi, costrinsero i sottomessi Shona a pagare tributi e a concentrarsi nella parte settentrionale del paese[5].In questo clima maturò il processo di colonizzazione delle terre a nord del Limpopo.

[modifica] Colonizzazione

L'odierno Zimbabwe fu visitato per la prima volta nel 1505 dai portoghesi, ma l'opera di colonizzazione fu di Cecil Rhodes, esploratore e uomo d'affari inglese. Rhodes, essendo stato più veloce dei portoghesi, riuscì a mettere le mani sul territorio e nel 1888, stipulando un accordo col re dei MaTabele Lobenguela, riuscì ad accaparrarsi lo fruttamento delle risorse minerarie[6]; l'anno dopo, ottenne il permesso dello sfruttamento di tali risorse anche dalla Corona Inglese. Rhodes dette il proprio nome alle regioni che divennero note come Rhodesia Meridionale (attuale Zimbabwe) e Rhodesia Settentrionale (attuale Zambia); queste due terre non erano quindi dei possedimenti del Regno Unito o di un altro stato, ma di una proprietà di Rhodes e della sua compagnia, la British South Africa Company, che era in un certo senso un organo amministrativo, con funzioni anche di difesa del territorio. Shona, Ndebele e tutte le altre etnie africane furono unite sotto il controllo coloniale.

La popolazione originaria non mancò di ribellarsi nel 1896 e nel 1897[7], con le Guerre Matabele. La ribellione del popolo dello Zimbabwe fu chiamata Chimurenga, nome che da allora in poi denotò ogni tipo di rivolta dei neri del paese. Il dominio coloniale originò ovviamente l'assegnazione del potere economico ai bianchi, che trassero vantaggio da una distribuzione delle terre favorevole ai colonizzatori, che andava a tutto discapito della maggioranza nera.

Nell'Ottobre 1923 la Rhodesia Meridionale, dopo un referendum l'anno precedente, divenne una colonia del Regno Unito, sottoposta al controllo della Corona Inglese; la politica interna era gestita abbastanza autonomamente, mentre tutto il resto era sotto tutela della madrepatria britannica. I rhodesiani combatterono insieme col Regno Unito nella Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1953 le due Rhodesie (Meridionale e Settentrionale) e il Nyasaland (attuale Malawi) furono incorporati nella Federazione della Rhodesia e del Nyasaland, nonostante l'opposizione degli indigeni. Da subito all'interno della Federazione il ruolo dominante fu giocato dall'attuale Zimbabwe, vero e proprio cuore della nascente unione di colonie. La spinta sempre più forte dei movimenti africani nazionalisti di liberazione contribuì alla caduta della Federazione, sciolta nel 1963, con la seguente dichiarazione di indipendenza di Malawi e Zambia. La stessa Federazione era stata creata per prendere le distanze sia dai paesi del continente divenuti indipendenti con governi socialisti, sia dai territori dove vigeva l'apartheid. Stabilendo questa via di mezzo sarebbe stato più semplice governare su colonie unificate, ma così non fu. Zambia e Malawi divennero indipendenti, mentre in Zimbabwe si affermava un governo guidato dalla minoranza bianca che escludeva i bantu.

[modifica] Dichiarazione di indipendenza e guerra civile

Ian Douglas Smith, primo ministro rhodesiano dal 1964 e segretario del principale partito bianco, il Fronte Rhodesiano, l'11 Novembre 1965 firmò una dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Gran Bretagna, nota come UDI (dall'inglese Unilateral Declaration of Independence). Tale dichiarazione non fu riconosciuta dal Regno Unito, nè tantomeno dalla popolazione nera; il 12 Novembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunì emanando la Risoluzione 216, con la quale si invitava tutti i membri dell'ONU a non riconoscere la Repubblica di Rhodesia, contro la quale furono applicate, per la prima volta nella storia dell'ONU, sanzioni economiche.

Socialmente ed economicamente la struttura della colonia ribelle si basava su un controllo generale dei bianchi sulla vita dello stato, una predominanza garantita da un regime molto simile, se non uguale, a quello dell'apartheid sudafricano. Gli unici stati ad appoggiare Smith furono il Sudafrica e il Portogallo(controllato da un regime dittatoriale), che aiutarono il primo ministro rhodesiano dal punto di vista economico e militare. Contemporaneamente alla conduzione di negoziati con il Regno Unito, all'interno del territorio la maggioranza nera incominciò a lottare per liberarsi del regime discrimantorio dei bianchi e raggiungere un'indipendenza riconosciuta internazionalmente. Fu così che nel 1966 cominciò una guerra civile tra minoranza bianca e maggioranza nera. I rivoltosi furono guidate dai partiti ZANU e ZAPU, rispettivamente guidati da Robert Mugabe e Joshua Nkomo. Molti attivisti neri furono arrestati o uccisi, ma col venire meno dei suoi pochi appoggi internazionali e il rafforzarsi della guerriglia, Smith cedette.

Nel 1979, grazie all'opera della Gran Bretagna, si arrivò ad un accordo tra le due parti: l'ex colonia venne chiamata Zimbabwe Rhodesia, e con questo nome gestì un processo di transizione per passare ad una definitiva indipendenza; presidente di questa temporanea entità politica fu Abel Muzorewa, esponente moderato dei ribelli.

[modifica] Indipendenza

Nel 1980 lo Zimbabwe divenne finalmente indipendente con il nome odierno. Le prime elezioni del paese, stavolta a suffragio universale, elessero Capo del Governo Robert Mugabe, leader dello ZANU; primo Capo di Stato fu Canaan Banana, facente parte dello stesso partito. Anche per Nkomo e lo ZAPU si registrò un sostanziale successo, invece Muzorewa subì una grave sconfitta.

Robert Mugabe cominciò pacificamente un'opera di redistribuzione delle ricchezze e si impegnò a migliorare la qualità della vita della popolazione nera, garantendo assistena sanitaria e scolastica a tutti. L'economia, come la sanità e l'istruzione, fecero i progressi sperati e Mugabe si guadagnò rispetto e appoggio internazionali. Tuttavia non si placarono gli scontri, stavolta all'interno dei veterani della guerra di liberazione: tra ZANU e ZAPU nel 1983 scoppiò un terribile conflitto che fece migliaia di vittime. Nel 1988 si tornò alla pace con un accordo tra i due partiti, che si unirono nello ZANU-PF, che ancora oggi domina la politica interna. Nel 1987, scaduto il termine settennale di Canaan Banana, Robert Mugabe si fece presidente con poteri esecutivi, eliminando la carica di Primo Ministro. Riconfermato nel 1990 e nel 1996, Mugabe e il suo partito accentrarono sempre più i poteri dello stato, assumendo atteggiamente demagogici e repressivi verso gli oppositori.

Il governo di Mugabe, formalmente di ispirazione marxista-leninista, è stato oggetto di innumerevoli accuse di gravi violazioni dei diritti umani, segnando un'inversione di rotta rispetto a quanto di estremamente buono era stato fatto fino al 1996. L'opposizione all'autoritario presidente si è fatta diffusa, e nel 1999 si è organizzata nel partito MDC (Movement for the Democratic Change), di Morgan Tsvangirai. La situazione economica è progressivamente peggiorata, infatti lo Zimbabwe è in recessione e in stato di iperinflazione, inoltre l'AIDS è divenuto diffusissimo, e ha determinato una drammatica discesa dell'aspettativa di vita. Duri colpi sono stati assestati al MDC e soprattutto ai bianchi. Da una parte Tsvangirai e molti suoi colleghi sono stati arrestati o torturati, dall'altra le terre dei bianchi sono state in gran parte esprpriate senza indennizzi alcuni, costringendo i proprietari a fuggire. Esperti agricoltori, la loro partenza ha fatto crollare la produzione agricola e quindi peggiorato molto l'economia. Un numero crescente di cittadini espatria all'estero, esasperato dalle condizioni interne. Prima stimato e apprezzato, ora Mugabe è sempre più inviso alla comunità internazionale, che disapprova i suoi nuovi metodi di governo.

[modifica] La crisi del 2008

Il 29 Marzo nel paese si sono tenute elezioni politiche anticipate che, come previsto, hanno visto come sfidanti Robert Mugabe e il capo dell'opposizione, Morgan Tsvangirai. L'opposizione aveva da subito chiesto delle elezioni libere e democratiche, in mancanza delle quali avrebbe messo in ginocchio il paese con proteste di massa[8]. Tesa la vigilia del voto: l'MDC si diceva certo della vittoria, esercito e polizia erano in stato di massima allerta. Mugabe, in cerca del sesto mandato[9], affermava a sua volta di avere la vittoria in pugno. Il 29 Marzo si videro lunghe code ai seggi fin dalle prime ore del mattino[10], per una tornata elettorale storica, perché decisiva per il destino del paese.

Votando in una scuola elementare di Harare, il vecchio presidente aveva dichiarato:Noi non manipoliamo le elezioni. Siamo gente onesta. Non potrei dormire sonni tranquilli, se avessi barato alle elezioni. Perché dovrei barare? La gente sostiene noi. Nel momento in cui non ci sosterrà più, allora lasceremo la politica[11]. In realtà era alto il timore di brogli da parte del regime, infatti era stata scoperta, poco prima delle elezioni, l'esistenza di ben 8.500 elettori fantasma, censiti in una zona disabitata[12]. Inoltre ci sono stati problemi con i seggi di appartenenza. Secondo l'organismo che ha curato la supervisione del voto, l'affluenza alle urne è stata alta ma molti elettori sono stati respinti per la confusione fatta sui confini dei singoli distretti elettorali[13]. Fin dalla chiusura dei seggi l'opposizione ha proclamato la propria vittoria[14][15]. Il segretario generale del MDC, Tendai Biti, ha dichiarato poco dopo la chiusura dei seggi:E' un momento storico per noi tutti. Abbiamo vinto queste elezioni[16]. Tuttavia lo spoglio delle schede è stato molto lento. Durante il conteggio dei voti il dittatore Mugabe aveva lanciato un grave monito:Non saranno ammesse proteste[17]. Subito si sono lanciate accuse contro Mugabe, reo, secondo l'MDC, di aver aggiustato il risultato del voto[18].

I primi risultati davano un testa a testa tra governo e opposizione[19]. Ufficialmente i candidati erano in parità, ma secondo dati diffusi dal MDC, calcolando 96 seggi sui 128 del parlamento, Tsvangirai avrebbe ottenuto il 60% delle preferenze[20]. Il silenzio di Mugabe, non apparso in pubblico dal giorno delle elezioni, aveva fatto pensa re che fosse scappato in Malesia, notizia smentita il 1 Aprile[21]. Nonostante i ritardi preoccupanti nello spoglio, un gruppo indipendente di monitoraggio delle elezioni ha dichiarato, pochi giorni dopo il voto, che sarebbe stata concreta la possibilità di un ballottaggio per le presidenziali[22]. Tuttavia, tutti gli osservatori indipendenti e i paesi occidentali davano per finito il regime di Mugabe, dato prossimo alle dimissioni[23]. Il presidente, al potere ininterrotamente dal 1980, ha quindi cominciato in Aprile a trattare con l'opposizione le sue dimissioni[24][25], secondo insistenti voci, poi smentite. Il quotidiano zimbabwese The Herald ha annunciato il 2 Aprile che secondo i risultati diffusi dalla commissione elettorale nessun partito avrebbe superato la soglia del 50%, rendendo così inevitabile il ballottaggio[26][27][28]. Temendo violenze come quelle avvenute in Kenya dopo il voto del 27 Dicembre 2007, lo Zambia ha disposto l'esercito lungo il confine con lo Zimbawe[29].

Nonostante la perdita della maggioranza in parlamento[30], Mugabe ha decisom di non farsi da parte. Secondo l'agenzia Fides, il delicato clima post elettorale potrebbe portare a disordini e fughe di massa[31], peraltro già verificatisi prima della consultazione elettorale. Non a caso in breve tempo la tensione è salita nel paese: il 3 Aprile 2008 è arrivata la notizia che agenti di polizia hanno circondato un hotel ospitante giornalisti occidentali impegnati a seguire le elezioni nazionali[32]. Nel corso di questa operazione intimidatoria sono stati arrestati pretestualmente due giornalisti, tra cui un reporter del New York Times[33], Barry Bearak[34]. Entrambi sono stati in seguito incriminati: l'accusa, per Bearak e il suo collega britannico Steven Bevan, era quella di esercitare la loro professione senza esserne accreditati[35]. Il 4 Aprile Mugabe ha convocato i vertici del suo partito per discutere della strategia da adottare di fronte alla situazione[36].


[modifica] Geografia

Per approfondire, vedi la voce Geografia dello Zimbabwe.
Bridal Veil Falls, Eastern Highlands
Bridal Veil Falls, Eastern Highlands

Lo Zimbabwe appartiene alla regione dell'Africa Orientale, è compreso tra i fiumi Limpopo e Zambesi. Non ha sbocchi sul mare ma le precipitazioni sono abbastanza frequenti e le acque interne abbondanti; con una discreta disponibilità di acqua e un clima favorevole all'insediamento, si può dire che il paese presenti caratteristiche geografiche più ospitali di quelle di tanti altri territori africani. Grazie alla speciale protezione riservata al prezioso e vario ambiente naturale e animale, lo Zimbabwe è in grado di attirare molti turisti, tanto da attestarsi come uno dei paesi più visitati dell'Africa.

[modifica] Morfologia

Il territorio è piuttosto uniforme e consta in una parte dell'altopiano compreso tra il fiume Limpopo (Sud) e lo Zambesi (Nord). Le vette più alte, che si trovano a Nord e Nord-Est sulle dorsali Mavuradona e Inyangani, digradano in direzione del Mozambico senza mai superare i 2500-2600 metri di altitudine. Il territorio è diviso in tre fasce in base all'altitudine: basso Veld (0-700 metri), medio Veld (700-1200 metri), alto Veld per quanto riguarda le altitudini superiori. Il territorio dello Zimbabwe fa parte della zolla continentale dell'Africa meridionale e presenta masse cristalline archeozoiche ricoperte in seguito da sedimenti; a causa delle vicende tettoniche che interessano la porzione di zolla corrispondente al territorio dello Zimbabwe, si è sviluppata una attività vulcanica la quale ha a sua volta provocato la formazione di giacimenti diamantiferi, numerosissimi in tutto il paese.

[modifica] Idrografia

Sicuramente il fiume principale del paese è lo Zambesi, il quale funge da confine col limitrofo stato dello Zambia; esso alimenta il bacino idroelettrico di Kariba, inoltre è il fiume che da vita alle cascate Vittoria. I suoi affluenti principali sono il Gwayi e il Sanyati. A sud il Limpopo, che nasce nell'Alto Veld, delimita il confine con la regione sudafricana del Transvaal.

[modifica] Clima

Il clima è di tipo tropicale: presenta quindi due stagioni, una secca da aprile a ottobre (inverno australe), l'altra piovosa tra novembre e marzo (estate australe). La temperatura varia a seconda della fascia di altitudine, per cui si hanno escursioni termiche ridottissime nell'alto e nel medio Veld, mentre si ha un'accentuazione nello scarto tra temperatura invernale ed estiva nel basso Veld; la piovosità annua si tiene su una media di 700mm.

[modifica] Popolazione

[modifica] Demografia

Crescita demografica dello Zimbabwe dal 1961 al 2003
Crescita demografica dello Zimbabwe dal 1961 al 2003

Lo Zimbabwe ha 12.576.742 abitanti, numero che è andato aumentando continuamente, anche se la crescita demografica è in fase di forte rallentamento. La densità popolativa è di 32 ab/km², con la popolazione concentrata per il 64,1% nelle campagne, cifra però destinata a diminuire (poco tempo prima era al 64,7%). Con un'alta mortalità infantile (81 su mille) e una speranza di vita bassa (37 anni)[37], lo Zimbabwe si posiziona mediocremente nella classifica dell'indice di sviluppo umano, ma l'analfabetismo è basso (10%)[38] e il reddito pro capite a parità di potere d'acquisto buono (2607$).

[modifica] Etnie

L'etnia prevalente è quella bantu, di cui fa parte oltre il 95% della popolazione, e la principale minoranza è quella bianca, che si attesta al 2% circa. In epoca coloniale l'insediamento di coloni bianchi era stato massiccio, ma in seguito hanno abbandonato il paese, specie dopo la controversa riforma agraria del 2000: la loro percentuale è quindi diminuita moltissimo negli ultimi venti anni. I bianchi erano in massima parte inglesi o britannici, non sono mancati però altri gruppi europei. La maggioranza bantu appartiene per gran parte ai gruppi MaShona e MaTabele.

Oggi non è facile stabilire la percentuale esatta di queste due etnie sulla popolazione; le stime attuali sono incerte, ma forniscono comunque un'idea abbastanza precisa della distribuzione etnica.

I gruppi etnici neri costituiscono circa il 98% della popolazione. Essi sono:

Altri gruppi etnici costituiscono esigue minoranze. Essi sono:

  • Bianchi 1,5%. Il loro numero è in calo costante: sono passati dalle 275.000 unità del 1970 alle 120.000 del 1999, e nel 2002 erano ridotti a circa 50.000 individui[40]. Quasi tutti i bianchi espatriati sono fuggiti o sono stati espulsi dopo o durante la disastrosa riforma agraria del 2000, trovando rifugio perlopiù in Regno Unito, Sudafrica, Botswana, Zambia, Australia e Nuova Zelanda.
  • Cape Coloured 0,5%
  • Asiatici vari 0,5%. Hanno in gran parte origini indiane o cinesi, e in futuro probabilmente supereranno per quantità i bianchi, diventando la principale minoranza etnica non africana dello Zimbabwe.
Postazione di confine tra Zimbabwe e Sudafrica. Spesso immigrati provenienti dallo Zimbabwe cercano di recarsi in Sudafrica, in cerca di migliori condizioni economiche. L'enorme afflusso di persone ha creato problemi tra i due paesi.
Postazione di confine tra Zimbabwe e Sudafrica. Spesso immigrati provenienti dallo Zimbabwe cercano di recarsi in Sudafrica, in cerca di migliori condizioni economiche. L'enorme afflusso di persone ha creato problemi tra i due paesi.

Si è aperta negli ultimi anni una grave crisi riguardante i rifugiati: a causa delle intollerabili condizioni economiche e politiche interne 3,4 milioni di cittadini sono fuggiti all'estero dalla metà del 2007[41]: di questi, 3 milioni si sono rifugiati in Sudafrica.[42], e il resto nel Botswana. La questione ha provocato inevitabili problemi con i due paesi sul piano diplomatico (vedi politica estera).

[modifica] Lingue

La lingua ufficiale è l'inglese, che però è quella nativa solo per i bianchi e i cape coloured, che messi insieme formano non più del 2,5% della popolazione. Il fatto di aver scelto l'inglese come lingua ufficiale si deve al passato coloniale dello Zimbabwe: essendo stato un possedimento britannico, l'inglese è divenuto per gli zimbabwesi una lingua veicolare: cioè quella adottata nell'economia, nella politica e nei mezzi di comunicazione. Sono molto parlati i linguaggi delle due principali etnie: la lingua shona e la lingua MaTabele, parlate rispettivamente dal 76% e dal 18% degli zimbabwesi[43]. Ora i mass-media si esprimono sia in inglese che in queste altre due lingue. Nelle città l'inglese è la lingua dominante, mentre nelle aree rurali è meno conosciuto e si usano perlopiù le lingue indigene.

[modifica] Religione

Il 62% della popolazione segue la religione cristiana[44], protestante: anglicani, metodisti, avventisti; i cattolici costituiscono circa il 10% dei cristiani; l'1% è musulmano, mentre il resto della popolazione è animista. Spesso però cristianesimo e culti indigeni vengono fusi. Una volta persa l'indipendenza, nello Zimbabwe vi fu una cristianizzazione generale, ma presso le comunità di villaggio le antiche credenze animistiche sono ancora molto praticate.

[modifica] Ordinamento dello Stato

[modifica] Suddivisione amministrativa

Suddivisione in province
Suddivisione in province

Da un punto di vista amministrativo il paese è diviso in 8 province più due città con status di provincia (Harare e Bulawayo). A loro volta le province sono divise in 59 distretti e 1.200 comuni costituiti da diversi villaggi.

I dati sulla popolazione della tabella seguente sono riferiti al censimento del 18 agosto 2002.

N. Provincia Superficie (km²) Abitanti ab/km²
1 Bulawayo 479 676.787 1.413
2 Harare 872 1.903.510 2.183
3 Manicaland 36.459 1.566.889 43
4 Mashonaland Central 28.437 998.265 35
5 Mashonaland East 32.230 1.125.355 35
6 Mashonaland West 57.441 1.222.583 21
7 Masvingo 56.566 1.318.705 23
8 Matabeleland North 75.025 701.359 9
9 Matabeleland South 54.172 654.879 12
10 Midlands 49.166 1.466.331 30
Totale 390.757 11.634.663 30

Fonte: Central Statistical Office of Zimbabwe

[modifica] Città principali

Harare, capitale dello Zimbabwe.
Harare, capitale dello Zimbabwe.

Le città di Harare e Bulawayo sono le più importanti dello stato e godono dello status di province. Harare è la capitale, il centro amministrativamente e politicamente più importante, ospita l' Università dello Zimbabwe ed è inoltre uno snodo commerciale di notevole rilievo. Bulawayo è invece la città più importante dal punto di vista economico, si trova nella parte meridionale del paese e grazie alla sua vicinanza col Sudafrica è un importante snodo ferroviario e sede di un buon numero di industrie. Altri centri di rilievo sono Mutare, Gweru, Masvingo, Hwange e Chitungwiza. Tra questi è particolarmente importante Mutare, centro economico, commerciale e soprattutto turistico, grazie ai parchi nazionali presenti nelle vicinanze.

Hwange, tramonto.
Hwange, tramonto.

[modifica] Istituzioni

Lo Zimbabwe ha un governo parlamentare ed è una repubblica presidenziale, nel 2005 è stato di nuovo istituito il Senato[45], che costituisce la camera alta, quella bassa è costituita dalla Camera dei Rappresentanti, che ha 120 membri, tra cui 20 nominati dal presidente e 10 capi tradizionali. Le elezioni si tengono a suffragio universale ogni sei anni. Nel 1980, ottenuta l'indipendenza, il Capo di Stato non aveva funzioni esecutive, affidati alla figura del Primo Ministro. Il primo presidente è stato Canaan Banana, il primo capo di governo è stato invece Robert Mugabe. Nel 1987 la costituzione è stata modificata unificando le due cariche, facendo assumere così poteri esecutivi al presidente, incarico assunto da Mugabe, che è quindi divenuto il primo presidente esecutivo dello Zimbabwe[46][47].

[modifica] Istruzione

Il Saint-Georges College di Harare.
Il Saint-Georges College di Harare.

Nel 2005 il tasso di alfabetizzazione dello Zimbabwe si attesta al 90%, il più alto dell'intera Africa dopo quello delle Seychelles; un ottimo risultato se si considera che questa percentuale era pari al 39% nel 1962. Dopo il raggiungimento dell'indipendenza, il governo ha dato grande impulso alla pubblica istruzione e al sistema scolastico, diventato il migliore del continente; i circa 95.000 insegnanti costituiscono buona parte dei dipendenti dello stato. La scuola primaria è obbligatoria e gratuita, ma meno della metà dei bambini che la frequentano accede alla scuola secondaria, che è facoltativa e a pagamento. A causa della crisi attuale i tassi di abbandono scolastico hanno subito un'impennata, l'analfabetismo rimane contenuto ma è in aumento: in pochi anni è passato da poco più del 7% al 10% di adesso. A causa delle paghe estremamente basse 10.000 studenti hanno lasciato le scuole negli ultimi anni. Il prezzo delle uniformi scolastiche è diventato altissimo, tanto da diventare un lusso[48] . L'istruzione fu resa libera nel 1980: prima di allora la parte più benestante della popolazione, quella bianca, mandava i figli in scuole private di alto livello, mentre per la povera maggioranza nera erano disponibili solo le scuole statali, più modeste. Adesso, le rette delle scuole private sono regolate dal governo e il divario con quelle statali è notevolmente diminuito.

Le principali università sono:

  • University of Zimbabwe, la più importante e grande, situata ad Harare
  • National University of Science and Technology, Zimbabwe (NUST), la seconda università di stato
  • Africa University, situata a Mutare
  • Midlands State University
  • Bindura University of Science Education
  • Solusi University, la più importante università privata del paese

[modifica] Sanità

La situazione sanitaria è drammatica, e si riflette nella mortalità infantile, che colpisce 81 nati su 1.000, e nella speranza di vita di 37 anni, una tra le più basse di tutto il mondo. La mortalità infantile è in continuo aumento; secondo dati UNICEF lo Zimbabwe ha avuto la più alta crescita della mortalità infantile nel mondo, avendo fatto registrare un aumento del 50% rispetto ai primi Anni Novanta[49]. Intorno al 2003 si attestava al 61%, adesso è all'81%. Lo stesso per la speranza di vita: era di 60 anni all' inizio del ventunesimo secolo, col tempo è scesa a 39 e adesso è a 37 anni. Questo spaventoso calo è dovuto alla diffusione dell'AIDS, che negli ultimi tempi si è fatta imponente: un terzo della popolazione ne è colpita, il quarto più alto tasso di diffusione del mondo: questa malattia ha provocato più di un milione di orfani. Circa 5,6 milioni di zimbabwesi convivono con questa epidemia[50]. L'UNESCO ha però riportato un declino del tasso di prevalenza tra le donne incinta, passato dal 26% del 2002 al 21% del 2004[51]. Anche la malaria è sempre più presente e il rischio di epidemie è alto, visto il peggioramento delle condizioni igieniche e sanitarie: Harare soffre per la mancanza di acqua e le fognature della città sono in uno stato disastroso[52]. Questi due fattori favoriscono l'inquinamento idrico, la nascita di patologie epidemiche (nel 1994 fu registrata anche una epidemia di peste) e il rischio colera. Per ragioni economiche il governo ha eliminato le vaccinazioni, peggiorando la situazione.

[modifica] Politica

[modifica] Politica interna

Dopo la Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza del 1965, lo Zimbabwe fu guidato da Ian Douglas Smith e il suo partito, il Fronte Rhodesiano, formazione politica predominante di quegli anni. Smith instaurò un regime razzista molto simile a quello dell'apartheid sudafricano, nel quale i bianchi detenevano quasi tutti i poteri economici e politici, limitando così le libertà dei neri. Altri due partiti importanti di allora furono il Partito Rhodesia e l'United African National Council. Il Partito Rhodesia apparteneva alla minoranza bianca ma era molto più moderato del Fronte Rhodesiano, e disponibile ad aperture verso i ribelli della maggioranza nera, affinché terminasse la guerra civile che stava sconvolgendo il paese. Durante il regime di Smith, infatti, i neri organizzarono una lotta per la libertà e l'uguaglianza col fine di destituire l'amministrazione bianca e farle cedere il potere. Il Partito Rhodesia, fondato e guidato da Allan Savory nel 1972, si oppose alle misure di Smith: Savory affermò che se fosse stato un nero, avrebbe anche lui lottato. Ma i bianchi rhodesiani non la pensavano allo stesso modo e non volevano assolutamente perdere i loro privilegi: infatti il Fronte Rhodesiano vinse tutte le elezioni conquistando quasi tutti i seggi riservati ai discendenti dei colonizzatori. L'United African National Council era l'unico partito nero ad essere riconosciuto dall'amministrazione Smith, anche perché il più moderato e l'unico ad aver rinunciato alle armi e alla violenza.

Quando nel 1979 l'amministrazione Smith parve giunta al capolinea, il leader bianco decise di parlare solo con Abel Muzorewa, capo dell'United African National Council, rifiutandosi comunque di parlare con i ribelli più ferventi. Rigettata la Dichiarazione del 1965 cominciò il periodo dell'Internal Settlement, il paese fu governato da Muzorewa. Una volta continuati i dialoghi con i rivoltosi, lo Zimbabwe divenne indipendente nel 1980,e da allora in poi lo scenario politico è sempre stato dominato dal partito ZANU[53] di Robert Mugabe e Ndabaningi Sithole: data l'età avanzata, però, quest'ultimo non ricoprì mai ruoli istituzionali importanti. Mugabe è ancora oggi considerato dall'opinione pubblica africana un eroe per aver lottato per l'indipendenza. Altra forma politica importante era lo ZAPU di Joshua Nkomo: lo ZANU rappresentava l'etnia Shona, lo ZAPU l'etnia MaTabele.

Bandiera del partito ZANU-PF, risultante dall'unione dei partiti ZANU e ZAPU.
Bandiera del partito ZANU-PF, risultante dall'unione dei partiti ZANU e ZAPU.

Alle elezioni del 1980 Mugabe ottenne una buona maggioranza, seguito da Nkomo e da Muzorewa, che conquistò solo tre seggi. Col tempo la tensione tra Shona e MaTabele crebbe sempre più, tanto da determinare la nascita di un grave conflitto interno che causò migliaia di morti: la riappacificazione si ebbe quando Nkomo, scacciato nel 1984, poté tornare in patria divenendo il vice di Mugabe: i loro due partiti si sono uniti il 22 dicembre 1988 nello ZANU-PF, che ha vinto le elezioni del 1990, del 1996 e del 2002, rimanendo sempre alla guida del paese con Mugabe presidente. Se quest'ultimo aveva conseguito ottimi risultati economici negli Anni Ottanta e nei primi Novanta, era parallelamente diventato sempre più autoritario e repressivo, quasi un dittatore.

L'unificazione delle cariche di presidente e Primo Ministro nel 1987 avevano già mostrato la sua riluttanza alla distribuzione dei poteri: lo ZANU fin da poco dopo l'indipendenza aveva avuto il desiderio di rendere lo Zimbabwe una repubblica socialista con un solo partito, progetto mai realizzato per il divieto di modificare la costituzione fino al 1990. Comunque Mugabe modificò parte del testo costituzionale nell'Aprile del 1991, introducendo nuovamente la pena di morte e suscitando polemiche sia dentro che fuori il paese. La pena capitale è ancora oggi in vigore per omicidio, alto tradimento ed ammutinamento. Nella metà degli Anni Novanta, col pretesto di limitare la diffusione dell'AIDS, Mugabe ha incominciato una durissima campagna contro gli omosessuali, la cui persecuzione è stata approvata dal Parlamento nel Settembre 1995[54]. Tre anni dopo il presidente decise di intervenire militarmente nella guerra civile in atto nella Repubblica Democratica del Congo, provocando un drastico aumento delle spese militari. Purtroppo gli aiuti internazionali mandati per la crisi alimentare del paese vengono utilizzati dal presidente Robert Mugabe come uno strumento politico: vengono distribuiti solo a chi non fa parte dell'opposizione, dichiarando apertamente che solo a questi sarebbe stato distribuito cibo, e in effetti le zone governate dal MDC sono le più disagiate.

La sede del partito d'opposizione MDC devastata dopo un incursione della polizia nel Marzo 2007. La repressione politica è forte in Zimbabwe.
La sede del partito d'opposizione MDC devastata dopo un incursione della polizia nel Marzo 2007. La repressione politica è forte in Zimbabwe.

L'opposizione interna è diventata sempre più forte ed è riunita nel partito Movement for the Democratic Change, MDC, il cui leader è Morgan Tsvangirai. Questi è stato arrestato nell'Ottobre 2000 e nel Giugno 2003, e insieme a tanti altri colleghi antigovernativi è soggetto ad una vera e propria persecuzione. L'11 marzo 2007 durante un incontro di preghiera del MDC è intervenuta la polizia: Gift Tandare, un importante attivista del partito, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco[55]; il giorno dopo è morto anche Itai Manyeruke[56], partecipante all'incontro, per complicazioni seguite ad un pestaggio delle forze dell'ordine. Il 25 ottobre dello stesso anno è deceduto Nhamo Musekiwa, guardia del corpo di Tsvangirai, anche lui per le conseguenze delle aggressioni ricevute l'11 Marzo. Dopo la sua incursione la polizia ha arrestato circa cinquanta importanti dissidenti, tra i quali il leader del MDC. Tutti sono stati picchiati e torturati, e infine rilasciati dopo alcuni giorni. Le elezioni presidenziali del 2002 e le politiche del 2005 si sono svolte in un tesissimo clima di intimidazioni ed è molto probabile che ci siano stati dei brogli[57][58].

Il 30 Marzo 2007 Mugabe è stato scelto come candidato dal suo partito anche alle prossime presidenziali da tenersi nel 2008, ma nella stessa occasione è stato annunciato che i mandati presidenziali sarebbero stati ridotti a cinque anni e che nel 2008 si sarebbero tenute anche le elezioni parlamentari[59]. Mugabe è staro scelto per acclamazione dai delegati dello ZANU-PF nella riunione del 13 Dicembre 2007[60]. Inoltre all'inizio del Settembre 2007 ha proposto una modifica della costituzione che gli permetta di nominare il suo successore. Per approvare una modifica al testo costituzionale sono necessari i voti favorevoli di almeno due terzi del Parlamento, e lo ZANU-PF dispone di questi numeri. Al contempo, il presidente ha cercato però di estendere il suo mandato fino al 2010[61], anche se la cosa è apparsa poco possibile dopo le disposizioni del suo partito sopra citate.

Anche nel 2008 gli scontri sono continuati: il 23 Gennaio una manifestazione dell'opposizione ha costretto la polizia ad intervenire con gas lacrimogeni, provocando incidenti[62]. Il 25 Gennaio sono state fissate le prossime elezioni per il 29 Marzo: queste consultazioni, come previsto, hanno visto Morgan Tsvangirai e Robert Mugabe uno contro l'altro, ma l'opposizione ha minacciato di boicottarle se non verranno proseguiti i colloqui con lo ZANU-PF per garantire libere elezioni[63]. Colloqui che sono falliti. Le elezioni si sono svolte in un clima molto teso, con la costante paura di brogli da parte del partito al potere: la situazione delicatissima ha accentuato ancora di più la crisi politica nel paese, ormai sull'orlo del baratro. Alle urne è molto probabile, se non sicuro, che abbiano vinto Tsvangirai e i suoi compagni, ma lo spoglio è stato lentissimo ed è stata chiesta da Mugabe la riconta dei voti. Per approfondire, vedi la sezione Storia.

Questo stato sta attraversando (2008) una fase difficilissima: l'economia è in profonda recessione e il paese è in una crisi economica, sociale, politica e umanitaria senza precedenti. L'attuale presidente pratica politiche dittatoriali che hanno portato ad una forte repressione dell'opposizione interna, e a gravissime violazioni dei diritti umani: ai danni dei dissidenti il governo ha fatto spesso ricorso a violenze sistematiche e ad altre durissime misure. L'economia, prima una delle più forti dell'Africa, è adesso al collasso, anche per le molte sanzioni economiche applicate dalla comunità internazionale, mentre il malcontento e la disapprovazione interni ed esterni crescono.[64]

[modifica] Politica estera

Dopo la disastrosa riforma agraria del 2000, che ha portato all'espropriazione violenta e senza indennizzi di molte tenute dei bianchi, i rapporti con la Gran Bretagna sono diventati pessimi e in seguito alle irregolarità delle elezioni del 2002 sono peggiorati moltissimo anche quelli con gli altri paesi esteri, tranne quelli africani. Ma negli ultimi tempi anche questi stanno prendendo seriamente le distanze: il presidente dello Zambia Levy Mwanawasa ha apertamente denunciato la crisi in cui versa lo Zimbabwe, e ormai l'unico paese che mantiene buoni rapporti diplomatici con Mugabe è il Sudafrica. Non a caso la comunità internazionale ha affidato al presidente sudafricano Thabo Mbeki il compito di mediare con lo stesso Mugabe per convincerlo a dimettersi, o almeno a cambiare linea politica. In effetti Mugabe si era in passato mostrato disposto a cedere parte del suo potere e aveva addirittura promesso di non candidarsi di nuovo nel 2008, ma al dunque ha improvvisamente cambiato idea, rafforzando il suo controllo sui mezzi di informazione e la sua politica repressiva. Questo voltafaccia ha compromesso gravemente i rapporti con i paesi occidentali; quelli scandinavi hanno sospeso tutti i programmi di cooperazione, e Mugabe ha dovuto stringere accordi con la Cina e l'Iran: con la prima vengono intrattenuti da qualche tempo legami commerciali piuttosto stretti, e acquista sempre maggiore importanza per il paese. Prima della dissoluzione del blocco comunista erano molto stretti i contatti con l'Unione Sovietica e la Corea del Nord, dove era stata addestrata la Quinta Brigata dello Zimbabwe, di cui si parla più avanti.

Dimostrazione contro il presidente Robert Mugabe, tenutasi presso l'ambasciata dello Zimbabwe a Londra.
Dimostrazione contro il presidente Robert Mugabe, tenutasi presso l'ambasciata dello Zimbabwe a Londra.

A causa delle discriminazioni ai danni degli omosessuali, dell'intervento in Congo e delle altre vicende interne, lo Zimbabwe ha perso credito e fiducia presso la comunità internazionale, che ha disapprovato sempre più l'amministrazione di Mugabe, sempre più somigliante ad un regime, e ha gradatamente isolato il paese. Sono stati sospesi gli aiuti economici, sanzionato anche politicamente: a Mugabe e al suo braccio destro Perence Shiri è vietato l'accesso nell'Unione Europea e negli Stati Uniti. Shiri, cugino di Mugabe[65] e capo dell'Air Force of Zimbabwe[66], guidò la Quinta Brigata dello Zimbabwe, che organizzò moltissimi delitti politici durante la guerra

Dal 2005 i rapporti con il Botswana e con il Sudafrica si sono fatti tesi a causa della crisi dei rifugiati: in fuga dall'intollerabile situazione interna, milioni di zimbabwesi tentano di emigrare, e quei due paesi sono ovviamente le mete più scelte. La meta preferita è senz'altro il Botswana, con il quale le relazioni si sono notevolmente deteriorate proprio a causa dell'immigrazione di cittadini provenienti dallo Zimbabwe. Per evitare l'arrivo di un numero tanto grande di persone è stato messo in piedi un lungo muro elettrificato. A detta di Mugabe è stata così creata la versione africana del muro di sicurezza di Israele e una serie di tante piccole strisce di Gaza[67]. Per gli attivisti dei diritti umani il muro è inaccettabile: villaggi sono stati tagliati a metà e il loro accesso all'acqua potabile è diventato molto complicato. Presso il confine le forze armate del Botswana sono imnpegnate in sanguinose guerriglie; e anche dal punto di vista ecologico il muro è una misura dannosa, specie per la fauna locale. Anche il Sudafrica ha deciso di vigilare i confini, ponendo postazioni militari alle frontiere.

Aspre polemiche si sono scatenate per la partecipazione di Mugabe al summit tra leader dell'Unione Europea e dell'Africa sui diritti umani, tenutosi a Lisbona dal 7 al 9 Dicembre 2007. La Gran Bretagna minacciava di boicottare il summit stesso se Mugabe si fosse presentato[68]: Gordon Brown, Primo Ministro inglese, aveva affermato che non sarebbe venuto in presenza del presidente zimbabwese [69]. Nonostante tutto, quest'ultimo ha annunciato il 27 Novembre la sua partecipazione al vertice euroafricano[70], mettendo così in notevole difficoltà la presidenza di turno portoghese, che si trovava quindi a gestire una situazione molto difficile. In quell'occasione, i paesi europei erano intenzionati però a lanciare al vecchio eroe dell'indipendenza un messaggio molto forte per il rispetto dei diritti umani. Come previsto, si sono verificate manifestazioni di protesta per le ripetute violazioni dei diritti umani nello Zimbabwe, e il cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato che Mugabe, con la situazione che ha contribuito a creare nello stato africano, danneggia l'immagine dell'intero continente[71]. In risposta, Mugabe ha attaccato il gruppo di paesi, da lui chiamato la banda dei quattro, che hanno denunciato più apertamente la drammatica crisi del paese: Germania, Danimarca, Olanda e Svezia[72].

Lo Zimbabwe fa parte dell'ONU e dell'Unione Africana. Nel Dicembre 2003 è uscito dal Commonwealth per decisione di Mugabe, dopo che il paese era stato sospeso per un anno per violazioni dei diritti umani.


[modifica] Economia

Da sempre lo Zimbabwe è uno dei paesi meno poveri dell'Africa e uno dei più dinamici dal punto di vista finanziario[citazione necessaria], ma ora (2007) sta attraversando una spaventosa crisi che, oltre ad essere umanitaria e politica, è anche economica. L'economia nazionale è infatti in recessione, mentre quella di tutti gli altri paesi africani è in crescita positiva. Il PIL zimbabwese è il solo PIL africano ad avere crescita negativa: è previsto del -5,7% nel 2007 e del -3,6 nel 2008.

L'inflazione è una delle più alte mai registrate nel mondo: è stata ufficialmente del 7.892%[73] nel Settembre 2007, ma secondo stime non ufficiali del mese precedente è probabile un valore reale del 13.000%, una vera e propria iperinflazione. Stime più recenti la attestavano intorno al 15.000%[74]. La Reserve Bank of Zimbabwe ha dichiarato nel Febbraio 2008 un tasso ufficiale del 26.470% nel Novembre 2007[75]. Lo stesso dato è salito al 66.000% a Dicembre 2007[76] e al 100.000% nel Gennaio 2008[77]. Il dollaro dello Zimbabwe è quindi totalmente svalutato: attualmente i prezzi cambiano da un momento all'altro, con tutte le conseguenze del caso. Qualsiasi prodotto ha costi altissimi: medici ed infermieri non si recano al lavoro perché i trasporti sono troppo dispendiosi, manca il denaro per mettere benzina nelle ambulanze, le quali per questo non possono circolare; anche il servizio telefonico incontra problemi. È amaro notare che l'inflazione nel 1997 era solo del 20%. E proprio l'inflazione ha costretto all'introduzione di biglietti da 250.000, 500.000 e 750.000 dollari, mentre prima il taglio più grande era quello da 200.000. Al mercato nero la banconota da 750.000 dollari vale meno di mezzo dollaro statunitense, e circa 35 centesimi di euro. La Banca Centrale ha introdotto le nuove banconote dal 1 Gennaio 2008. L'annuncio è stato dato il 19 Dicembre da Gideon Gono, direttore della Banca Centrale dello Zimbabwe, alla televisione. Gono ha affermato che esponenti del governo e diversi uomini d'affari si sono arricchiti, ovviamente in modo illecito, con manovre speculative sul cambio; si è detto disposto a farne i nomi se gli verranno chiesti da un'apposita commissione d'inchiesta del Parlamento[78]. Le vecchie banconote potranno essere cambiate fino al 31 Dicembre[79]. Sempre in gennaio la Banca Centrale ha dovuto introdurre nuovi taglia di moneta per contrastare l'inflazione dilagante, il taglio massimo introdotto è di 10 milioni di dollari locali.[64]

La disoccupazione è dell'80%, e la stessa percentuale della popolazione vive sotto la soglia di povertà[80]. Il denaro speso per l'intervento militare nella guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo, e la sospensione degli aiuti internazionali a causa delle politiche di Mugabe, hanno provocato il tracollo economico attuale[81]. Il debito pubblico e quello internazionale sono abbastanza gravosi, ma nell'Ottobre 2007 buona parte del debito con il Fondo Monetario Internazionale è stato pagato, anche di fronte alla minaccia di espellere lo Zimbabwe dall'organizzazione.

Dollaro dello Zimbabwe, banconota da due dollari.
Dollaro dello Zimbabwe, banconota da due dollari.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la riforma agraria del 2000. Nel 2000, dopo il fallimento di una trattativa triangolare con il governo inglese e i proprietari terrieri bianchi, il governo di Mugabe ha espropriato senza indennizzi buona parte degli agricoltori bianchi dello zimbabwe, che complessivamente possedevano il 70% delle terre coltivabili del paese. Queste sono state affidate ad amici del presidente e ad ex-combattenti di colore della guerra di liberazione, generalmente inesperti di agricoltura, mentre gli ex proprietari bianchi sono fuggiti o sono stati espulsi: come risultato, la produzione agricola nel 2003 è crollata a circa un terzo di quella del 1999 e degli anni precedenti. Il settore agricolo versa nel caos, il paese prima era un grande esportatore e adesso dipende dalle importazioni; molte regioni adesso stanno attraversando una gravissima carestia. È parere comune che la crisi economica, oltre che dall'intervento in Repubblica Democratica del Congo e dalla corruzione, sia stata quindi creata anche dalla cacciata di più di 4.000 fattori bianchi.[64]

All'agricoltura di sussistenza si affiancano l'esportazione di alcuni prodotti, attività estrattive, taglio di legni pregiati e un settore terziario abbastanza sviluppato. Agricoltura, esportazioni delle risorse minerarie e turismo sono le principali fonti della ricchezza nazionale[82]. La percentuale di terra coltivata è alquanto bassa (7,5%) le colture più diffuse sono: mais, frumento, canna da zucchero, sorgo, frutta. Vengono inoltre esportati tabacco, caffè, arachidi, cotone e tè. Prati e pascoli occupano circa il 43% del territorio e vengono utilizzati per l'allevamento, che è in discreta crescita e soddisfa il fabbisogno interno permettendo talvolta esportazioni. Il patrimonio zootecnico è perlopiù costituito da bovini, caprini e volatili.

Il sottosuolo è ricco di oro, nichel, argento, antimonio, platino, cobalto, tungsteno, amianto e cromo, ma petrolio e gas naturale mancano. I giacimenti minerari sono diffusissimi in tutto il paese e fin dall'inizio dell'epoca coloniale sono la base di un business economico fondamentale per lo sviluppo. Metà delle industrie si occupano della trasformazione dei prodotti agricoli. Le principali città industriali sono la capitale Harare, nella quale vi è un cementificio, Bulawayo e Mutare. Bulawayo è il più grande centro economico del paese e presso Mutare, nella località di Faruke, è presente una raffineria di petrolio. Esiste una certa attività turistica che si concentra sulle rovine di Grande Zimbabwe e sulle cascate Vittoria. Viste le notevoli flora e fauna il settore turistico è molto sviluppato intorno ai numerosi parchi nazionali e all'ambiente naturale del lago Kariba.

Per quanto riguarda il commercio estero, i principali partner sono Repubblica Sudafricana e Cina, verso le quali vanno le maggori esportazioni e dalle quali provengono le maggiori importazioni. La Repubblica Sudafricana è in testa per entrambe. La Cina è ormai il primo tra i paesi investitori nello Zimbabwe: oltre 35 società cinesi sono presenti nel paese, i rapporti economici tra i due stati si stanno intensificando, in campo educativo, agricolo e finanziario[83].

[modifica] Comunicazioni

[modifica] Mass media

L'attuale governo dell'ex Rhodesia sopprime la libertà di stampa, e gli unici giornali che vengono pubblicati regolarmente sono queli governativi, che Robert Mugabe usa per organizzare campagne mediatiche a suo sostegno o a discapito dei suoi avversari. Un esempio è dato dalla vicenda che nel settembre 2007 ha coinvolto l'arcivescovo di Bulawayo Pius Ncube, uno dei più fieri oppositori del governo; travolto da uno scandalo, è stato costretto alle dimissioni, ma probabilmente è stato tutto architettato ad arte per metterlo fuori gioco. Contemporaneamente, i giornali hanno attaccato Ncube e sostenuto l'accusa a lui rivolta. La libertà di informazione è quindi ristretta, il presidente stringe sempre più la morsa sui mass media. I quotidiani avversi al governo, come il Daily News, sono stati costretti alla chiusura dopo l'esplosione di ordigni nei loro uffici[84], inoltre non è stata loro rinnovata la licenza di stampa[85]. Dicasi lo stesso per la televisione di stato e per Internet, al quale sono state applicate restrizioni per censurare le critiche. La BBC e la CNN hanno ricevuto il divieto di filmare o fare reportage nel paese[86]. Il governo dello Zimbabwe è accusato di utilizzare per scopi propagandistici l'emittente televisiva di stato, la Zimbabwe Broadcasting Corporation[87]. In generale, si può dire che i mezzi di comunicazione sono al servizio di Mugabe per ogni suo progetto.

[modifica] Ambiente

Il 14,5% (2005) del territorio è totalmente/parzialmente protetto.

[modifica] Flora e fauna

A fronte dell'avanzare delle coltivazioni, il manto forestale ha ceduto terreno provocando anche un impoverimento della fauna; la vegetazione è per lo più costituita da rade foreste decidue (tree Veld) e nella parte con meno precipitazioni da savana nella quale prevalgono le acacie e i baobab. Lungo lo Zambesi si ha la foresta a galleria. Attualmente la fauna sopravvive nei parchi naturali, dove vivono elefanti, leoni, ippopotami, antilopi eccetera.

Cascate Vittoria.
Cascate Vittoria.

La protezione dell'ambiente, iniziata alla fine degli anni venti con l'istituzione di nove riserve e un parco nazionale. Nel 1949 fu istituito il Hwange National Park, (1.456.000 ettari). Nel 1975 fu approvata una nuova legge che istituì, accanto ai parchi naturali e le riserve, nuove tipologie di aree protette come le riserve botaniche, i santuari e le aree safari.

La gestione delle aree protette è affidata al Ministero delle risorse naturali e del turismo.

I parchi nazionali del paese sono dieci:

  • Chimanimani National Park
  • Chizarira National Park
  • Gonarezhou National Park
  • Hwange National Park
  • Kazuma Pan National Park
  • Mana Pools National Park
  • Matobo National Park
  • Matusadona National Park
  • Nyanga National Park
  • Zambesi National Parks noto anche come Victoria Falls National Park
  • Lake Kariba

[modifica] Arte

Abitato da una varietà di genti notevole, lo Zimbabwe ospita la suo interno una diversità di culture ampia, da quella animista e tradizionale dei piccoli villaggi indigeni, a quella occidentalista tipica della componente bianca, che comunque ha influenzato molto gli stili di vita del paese. Basta osservare lo stile dei centri urbani: Harare è una delle città più moderne del continente africano.

Centro di Harare.
Centro di Harare.

Le arti tradizionali del paese includono ceramiche, ceste, tessuti, gioielli e lavori di intaglio. La scultura Shona oltre a caratteristiche culturali tipiche africane presenta anche visibili influenze europee, un tema ricorrente nell'arte dello Zimbabwe è la trasformazione dell'uomo in bestia. Specialmente tra i membri della minoranza bianca è sempre andato di moda il teatro, e infatti in molti centri urbani operano numerose compagnie teatrali. Molti artisti zimbabweani hanno un seguito internazionale notevole e infatti sono noti a volte a livello mondiale, questo riguarda in special modo scultori e musicisti. I principali scultori sono Tapfuma Gudsa, Henry Muyradzi e altri, che hanno influenzato molto lo stile degli artisti neri statunitensi. Musicisti di rilievo sono Thomas Mapfumo, Oliver Mutukudzi e altri, che sono riconosciuti a livello internazionale.

Se il ruolo dominante dell'animismo e dei culti tradizionali aveva dato una carica spirituale notevole all'arte dello Zimbabwe, dopo la conversione di massa al crisitanesimo questa carica è andata persa, ma le arti moderne nel paese hanno avuto un buon corso. Colonizzatori e missionari contribuirono purtroppo a distruggere gran parte di ciò che non era cristiano, soprattutto le maschere degli Shona. Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi la fabbricazione di oggetti si è limitata all'uso da parte dei bianchi e dei turisti.

Negli Anni Quaranta il filantropo Jairos Jiri cominciò ad insegnare ai disabili varie pratiche artistiche incentrando le loro produzioni sullo smercio in molti punti di vendita del paese. Questo contribuì a migliorare la situazione economica di molte famiglie disagiate e soprattutto emancipò buona parte della popolazione, facendo partecipare alle attività commerciali coloro che prima ne erano eesclusi: il sistema divenne così molto popolare e ancora oggi i centri di Jairos Jiri rimangono una parte importante della produzione artistica dello Zimbabwe. Orientativamente, queste produzioni non sono molto dissimili da quelle delle arti tradizionali (ceramiche, ceste etc.).

[modifica] Sport

Riguardo lo sport, il più seguito è il calcio, ma anche rugby e cricket sono popolari, specie tra i bianchi. La nazionale di calcio dello Zimbabwe, controllata dalla Zimbabwe Football Association, non è mai riuscita a qualificarsi ai Mondiali, ma è riuscita a qualificarsi alla Coppa d'Africa nel 2004: qualificatasi anche nel 2006, ha battuto il forte Ghana. Tuttavia, vista la mancata qualificazione all'edizione del 2008, il ct Charles Mhlauri è stato sotituito con Josè Claudinei Georgini, noto come Valinhos, allenatore brasiliano[88]; l'obiettivo è la qualificazione ai mondiali del 2010. Il più celebre giocatore zimbabwese è stato certamente Bruce Grobbelaar. Nelle Olimpiadi lo Zimbabwe ha vinto in tutto quattro medaglie: una è stata conseguita ai boicottati giochi estivi di Mosca del 1980 in hockey, le altre tre alle Olimpiadi di Atene del 2004 nel nuoto. In questa disciplina sono stati ottenuti risultati buoni anche ai Giochi del Commonwealth e a quelli africani. Il paese può vantare anche ottimi tennisti, che hanno partecipato a Wimbledon e alla Coppa Davis.

[modifica] Tradizioni

[modifica] Curiosità

  • Il professor Tudor Parfitt, docente presso la School of Oriental and African Studies di Londra, è del parere che l'Arca dell'Alleanza si trovi nello Zimbabwe. Secondo Parfitt sarebbe stata portata lì da Gerusalemme. A supportare questo ci sarebbero le proprietà, a detta sua simili a quelle dell'Arca, dell'oggetto sacro della tribù dei Lemba, una specie di tamburo di nome ngoma lungundu. Inoltre, è stato già dimostrato come i Lembra abbiano discendenza dirette israelite[89].
  • Un cittadino dello Zimbabwe è rientrato nella classifica dei Darwin Awards, premi parodistici conferiti a chi si è reso protagonista di azioni al limite della logica. Il cittadino in questione è un autista di autobus, che doveva trasportare dei malati mentali al manicomio di Bulawayo. Fermatosi a bere, i pazienti sono scappati e l'autista, vistosi perso, ha cercato di rimediare al proprio errore offrendo alla prima fermata una corsa gratuita a dei passeggeri in attesa. L'autista li ha portati al manicomio di Bulawayo al posto dei malati mentali: l'inganno è stato scoperto pochi giorni dopo[90].


[modifica] Note

  1. ^ Parsons (1993). Page 292.
  2. '^ Judd, Denis. Empire: The British Imperial Experience from 1765 to the Present. Page 372.
  3. ^ Parsons (1993). Pages 318–320.
  4. ^ Zimbabwe, History Department of UKZN.
  5. ^ So Who Was Shaka Zulu- Really? Africa Stage
  6. ^ Hensman, Howard. Cecil Rhodes: A Study of a Career. Page 106–107.
  7. ^ Palamarek, Ernie. Hatari. Page 132.
  8. ^ http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=49491
  9. ^ http://www.unita.it/view.asp?idContent=74171
  10. ^ http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.2019487560
  11. ^ http://it.reuters.com/article/topNews/idITLAN93628620080329
  12. ^ http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=49522
  13. ^ http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.2021027274
  14. ^ http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=80137
  15. ^ http://www.euronews.net/index.php?article=477885&lng=4&option=1
  16. ^ http://it.reuters.com/article/topNews/idITLAN03249820080330
  17. ^ http://www.newsvideoblog.it/politica/notizie-dal-mondo-tensione-a-zimbabwe/
  18. ^ http://melomane-news.blogspot.com/2008/03/zimbabwe-opposizione-governo-sta.html
  19. ^ http://www.euronews.net/index.php?article=477982&lng=4&option=1
  20. ^ http://www.peacereporter.net/default_news.php?idn=49564
  21. ^ http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.2028477724
  22. ^ http://www.vita.it/articolo/index.php3?STAMPA=S&NEWSID=91912
  23. ^ http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/esteri/zimbawe-mugabe/zimbawe-mugabe/zimbawe-mugabe.html
  24. ^ http://www.agi.it/estero/notizie/200804011956-est-rt11235-art.html
  25. ^ http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=HNCNP
  26. ^ http://www.corriere.it/esteri/08_aprile_02/zimbabwe_ballottaggio_36e7a49c-0080-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml
  27. ^ http://www.oecumene.radiovaticana.org/IT1/Articolo.asp?c=196559
  28. ^ http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/esteri/zimbawe-mugabe/nessuna-maggioranza/nessuna-maggioranza.html
  29. ^ http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=80271
  30. ^ http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=80288
  31. ^ http://www.italiensk.info/article/article_short.php?link_id=20414
  32. ^ http://melomane-news.blogspot.com/2008/04/zimbabwe-agenti-circondano-hotel.html
  33. ^ http://www.unita.it/view.asp?idContent=74336
  34. ^ http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=80319
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